giovedì 1 ottobre 2009

Anno Sacerdotale. Il card. Erdö: provvidenziale indizione del Papa. Rafforzare la pastorale vocazionale, l'Europa ha bisogno di più presbiteri

Il “grazie” di tutto l’episcopato europeo “a tutti i sacerdoti che in Europa, continuamente, annunciano la Parola di Dio, accompagnano le comunità e offrono il perdono, il sostegno e il Corpo di Cristo attraverso i sacramenti”. A pronunciarlo da Parigi è il card. Peter Erdö, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, che in apertura all’assemblea plenaria del CCEE ha parlato dell’Anno Sacerdotale che in modo “provvidenziale” il Santo Padre ha indetto quest’anno. “Senza il loro lavoro – ha detto l’arcivescovo parlando dei sacerdoti - molte volte vissuto in mezzo a grandi difficoltà, tentazioni e incomprensioni, al Popolo di Dio mancherebbe quell’alimento che Dio stesso vuole dare a tutti. Anche per questo, sento che quest’anno può rappresentare un’occasione privilegiata per rafforzare il nostro impegno nella pastorale vocazionale. L’Europa ha bisogno di più sacerdoti”. Il cardinale ha detto che la Chiesa in Europa “ha molto bisogno di laici, di famiglie e di persone che, nei loro posti di lavoro e nelle loro case, in politica, nella cultura, nelle istituzioni sociali, nelle scuole e nelle università possano essere veramente il volto di Cristo, ma l’esperienza dimostra che, quanto più i laici si impegnano, tanto più sentono la mancanza dello specifico dei sacerdoti. Ci auguriamo che quest’anno sia per tutta la Chiesa, com’è stato con l’Anno Paolino, un tempo di grazia”.

SIR

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Il presidente di 'Manos Unidas': sosterrò lo sviluppo integrale e autentico proposto nella 'Caritas in veritate'

Non è africana e ovviamente non è un vescovo. Ad ogni modo, Benedetto XVI ha chiesto alla spagnola Myriam García Abrisqueta, presidente dell'organizzazione non governativa "Manos Unidas", di partecipare al Sinodo dei vescovi per l'Africa che comincerà domenica in Vaticano. Come uditrice non voterà le conclusioni (le “proposizioni”) del Sinodo, ma la sua voce verrà ascoltata sia nell'assemblea generale che nei gruppi di lavoro. Si tratta, quindi, di una decisione significativa con cui il Papa vuole riconoscere l'aiuto che le organizzazioni cattoliche spagnole come "Manos Unidas" offrono alla Chiesa in Africa e al continente in generale, e di un sostegno decisivo al protagonismo che hanno tante donne in questo settore. Ieri Myriam García Abrisqueta, accompagnata da altre volontarie che rendono possibile l'opera di "Manos Unidas", ha saludato il Papa in Vaticano per celebrare insieme i cinquant'anni di questa organizzazione. In alcune dichiarazioni all'agenzia Zenit, il presidente della Ong ha affermato che questa nomina del Papa “riconosce implicitamente la rilevanza dell'opera svolta in Africa dalla nostra istituzione”. “Il continente è quello in cui lavoriamo di più – ha spiegato –. E' ovvio, visto che ci dedichiamo allo sviluppo e sono tante le zone dell'Africa in cui si verificano situazioni molto difficili. Nel 2008 abbiamo finanziato 305 progetti in questo continente, rispetto ai 278 dell'Asia e ai 191 dell'America. Ciò fa sì che "Manos Unidas" vi abbia accumulato un gran numero di contatti ed esperienze personali”. Essere donna in un Sinodo per l'Africa è una responsabilità. Il presidente spiega che andrà al Sinodo “per ascoltare e approfondire i nostri legami” e per “sentire la Chiesa. Il Sinodo è un'ottima occasione per ampliare gli orizzonti e acquisire prospettive più complete e universali”. La García Abrisqueta ha confessato di essere attirata molto dai “contatti informali fuori dall'aula. Poter essere in contatto con una rappresentanza così ampia di un continente non è una cosa che si può vivere ogni giorno”. Ha anche annunciato che al Sinodo sosterrà ciò che Benedetto XVI ha scritto nell'Enciclica "Caritas in Veritate" (n. 27) sullo sviluppo integrale e autentico, quando segnala che il problema dell'insicurezza alimentare deve essere posto in una prospettiva a lungo termine, “eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri mediante investimenti in infrastrutture rurali, in sistemi di irrigazione, in trasporti, in organizzazione dei mercati, in formazione e diffusione di tecniche agricole appropriate, capaci cioè di utilizzare al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a livello locale, in modo da garantire una loro sostenibilità anche nel lungo periodo”. “Il Papa segnala anche la necessità di coinvolgere le comunità locali nelle scelte che si compiono – ha aggiunto –. Queste parole riflettono perfettamente il modello che cerchiamo di sviluppare a "Manos Unidas"”. La sintonia tra la donna e il Papa è risultata evidente nella recente notizia per cui la García Abrisqueta è stata nominata membro del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, l'organismo della Santa Sede creato da Paolo VI per coordinare e promuovere l'azione delle istituzioni caritative nel mondo. "Manos Unidas" è una Ong cattolica promossa da donne volontarie che lotta contro povertà, fame, malnutrizione, malattie, mancanza di istruzione e sottosviluppo, e contro le cause di questi fenomeni. E' nata come campagna contingente contro la fame e dal 1978 ha acquisito piena personalità giuridica, canonica e civile, come organizzazione, passando a chiamarsi Manos Unidas. Per realizzare il suo obiettivo, finanzia progetti di sviluppo nei Paesi del Sud del mondo e svolge campagne di sensibilizzazione in Spagna.

Jesús Colina, Zenit

Il Papa ai presidenti delle Conferenze Episcopali europee: distinzione giusta tra Chiesa e Stato, ma non separarla dalla vita sociale e culturale

Occorre stabilire una “giusta” distinzione tra Chiesa e Stato ma non “separare la Chiesa dalla vita sociale e culturale” di un Paese. A sottolinearlo è Papa Benedetto XVI in un messaggio ai presidenti delle Conferenze Episcopali d’Europa riuniti da questo pomeriggio a Parigi per la sessione plenaria del CCEE. In un messaggio a firma del segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, il Papa ha fatto giungere ai presuli europei la sua “vicinanza spirituale”. Riguardo al tema scelto per la sessione di quest’anno, “I Rapporti Chiesa-Stato”, il Papa scrive: “Occorre che ci sia una distinzione giusta tra Chiesa e Stato, senza separare la Chiesa dalla vita sociale e culturale. La Chiesa è fedele alla sua missione di verità in favore di una società a misura dell’uomo, della sua dignità e della sua vocazione. Questa fedeltà all’uomo, creato ad immagine di Dio, esige fedeltà alla verità. Questa è garante di un possibile sviluppo umano integrale, rimedio ai molteplici squilibri di cui il nostro mondo soffre oggi. La Chiesa annuncia questa verità attraverso il suo insegnamento e la sua dottrina sociale. Così, essa concorre all’edificazione di quella città di Dio universale verso la quale progredisce la famiglia umana”.

SIR

Il card. Erdö: Benedetto XVI vittima di duri attacchi mediatici. A lui la piena comunione dei vescovi europei per il continuo annuncio del Vangelo

La piena comunione dei vescovi europei con il Santo Padre affinché “la Chiesa continui ad annunciare coraggiosamente la verità del Vangelo anche in ambienti meno aperti a questo annuncio”. A riaffermarla è il card. Peter Erdö, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, nella prolusione che questo pomeriggio a Parigi ha aperto l’assemblea plenaria del CCEE. L’arcivescovo ungherese ha ricordato che lo scorso anno i vescovi europei avevano “riflettuto sul modo in cui la Chiesa fa notizia e su come, molte volte, le notizie sulla vita della Chiesa vengono distorte, facendo sì che essa venga, spesso, messa in ridicolo o attaccata. Quest’anno – ha detto il cardinale -, purtroppo, persino il Santo Padre è stato vittima di questi attacchi. Non sono stati momenti facili, e sappiamo che sono stati particolarmente duri in alcuni Paesi. Ricordiamo, però, che il Signore ci ha avvertiti del fatto che seguirlo ci avrebbe condotto alla persecuzione, e che nella nostra società si percepiscono alcuni segnali di vera e propria intolleranza”. “Il CCEE – ha assicurato il cardinale - continuerà a lavorare “nella difesa e nella promozione della libertà e della verità, condizioni per un dialogo sincero, anche con i mezzi di comunicazione sociale”.

SIR

Il card. Kasper: la Chiesa principale promotrice della rinconcilizione dopo la II guerra mondiale. Solide basi per il rapporto cristiani-ebrei

“La seconda guerra mondiale fu il terreno fertile per il progetto disumano di annientamento del popolo ebraico. Barbarie e brutalità assunsero in quegli anni dimensioni sataniche”. A ricordarlo è stato oggi il card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani, durante la presentazione del concerto "Giovani contro la Guerra", che si terrà giovedì 8 ottobre alle ore 18.30 presso l’Auditorium di via della Conciliazione a Roma, alla presenza di Benedetto XVI. L’evento rientra nell’ambito del progetto “1939 – 2009: 70 anni dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale”. “Una volta terminata la guerra – ha aggiunto il cardinale - le ferite sono rimaste. Per sanare queste ed altre ferite la Chiesa Cattolica è diventata una delle principali promotrici in tutto il mondo della riconciliazione e del processo di guarigione della memoria, acquisendo una voce sempre più determinante. Il “doloroso ricordo” della seconda guerra mondiale, “o meglio il desiderio di ripartire su nuove basi è stato anche uno dei fattori all’origine del movimento ecumenico” ha sottolineato Kasper portando ad esempio l’istituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese. “Il movimento ecumenico – ha affermato il porporato - dimostra come vicini belligeranti, che si sono lacerati vicendevolmente in guerre confessionali, sono diventati oggi fratelli in Cristo e contribuiscono alla riappacificazione di popoli e nazioni. Altrettanto importante è sottolineare che, nonostante un tragico e doloroso passato, la collaborazione tra cristiani ed ebrei si fonda oggi su solide basi. Anche i dubbi e le difficoltà possono essere superati nel rispetto e nella simpatia reciproci. Per tutto ciò, preghiera costante ed impegno quotidiano sono essenziali. Ognuno di noi può – ha concluso Kasper - contribuire a suo modo al dialogo ed alla riconciliazione. Anche tramite la musica”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti a margine del briefing, il card. Kasper ha confermato la prossima visita di Papa Benedetto XVI alla sinagoga di Roma. ''I preparativi proseguono - ha detto il porporato -. Il Papa visiterà presto la sinagoga di Roma, non c'è una data ancora fissata ma i preparativi vanno avanti. Il Papa ci andrà''. La visita dovrebbe avvenire dopo la conclusione delle festività ebraiche di questi giorni.

SIR, Asca

Sinodo dei vescovi per l’Africa. Padre O'Reilly: responsabilità nostra offrire una proposta concreta per riconciliare un continente spezzato da guerre

“E’ proprio l’abbondanza delle risorse che attrae dall’estero ingenti interessi sui paesi africani e provoca lotte e guerre fratricide dentro il popolo africano. Per questo il tema del prossimo Sinodo, ‘La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della pace e della giustizia’ è quanto mai attuale attuale e urgente”. È quanto dichiara all’agenzia Fides padre Kieran O’Reilly, Superiore generale della Società delle Missioni Africane (SMA), istituto religioso che opera per l’evangelizzazione in Africa dal 1859 ed è presente in 16 paesi, interpellato in occasione della II Assemblea Speciale del Sinodo dei vescovi per l’Africa. In base alla sua profonda esperienza in terra africana, dove arrivano missionari da tutto il mondo per annunciare il Vangelo, il Superiore generale della SMA spiega che “ci sono diversi livelli di ferite dovute a guerre, scontri e conflitti; anche se le più evidenziate dai mass media sono quelle provocate dalle guerre civili che coinvolgono i paesi ricchi di materie prime. Purtroppo tutto è strumentalizzato per difendere o promuovere i propri interessi, sia da parte di poche élites africane che degli stranieri. Non c’è distinzione. Tutti corrono e lottano per accaparrarsi lo sfruttamento delle risorse minerarie, petrolifere o naturali come legno, diamanti, ecc, delle singole regioni. Dove ci sono risorse, lì ci sono più conflitti e guerre” Il tema del Sinodo riprende una citazione del Vangelo di Matteo: “Voi siete il sale della terra…voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13.14). Secondo padre Kieran “ la Chiesa è sempre stata presente dove la gente soffre. Per dare aiuto e speranza. Purtroppo la politica, e molta società civile, è avvelenata da una terribile corruzione, così la fede fa fatica ad essere ‘ascoltata’, spesso viene messa da parte. La Chiesa trova molti ostacoli ad evangelizzare a causa della corruzione. Deve lottare sempre per poter presentare un messaggio troppo spesso scomodo”. Riguardo all’atteggiamento generale della gente verso la Chiesa, il Superiore generale della SMA dice che “essa è vista bene. È il luogo della formazione sanitaria ed educativa, gestisce ospedali e scuole. In tante zone è solo la Chiesa che offre educazione e salute. Per questo i capi la rispettano, non hanno altra scelta se non vogliono perdere il consenso del popolo”. “Sono convinto che il Sinodo continuerà il lavoro dell’Assemblea Sinodale precedente – conclude padre O’Reilly - e sarà importante dare speranza alle comunità, a coloro che soffrono. Il tema lo dice chiaramente: è la nostra responsabilità offrire una proposta concreta, indicazioni e strumenti, non solo parole, per riconciliare un continente veramente spezzato da guerre civili e fratricide.”

Fides

Il Papa e Miguel Diaz: perché Benedetto XVI dall’ambasciatore statunitense in Vaticano vuole diplomazia e non teologia

di Paolo Rodari
Il Foglio

C’è grande attesa nei Sacri Palazzi per la prima nelle mura leonine del nuovo ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz. E’, infatti, domani che questi è chiamato a presentare le lettere credenziali davanti al Pontefice. Un appuntamento atteso soprattutto per quanto dirà il Papa. Sempre, infatti, alla presentazione delle lettere credenziali, il Pontefice rivolge ai nuovi diplomatici un breve discorso. Secondo quanto apprende il Foglio, Benedetto XVI ricorderà la visita negli Stati Uniti dell’aprile 2008: Ratzinger ricevette un’ottima accoglienza, la visita fu uno dei punti più alti, quanto a relazioni diplomatiche, dell’intero pontificato, e il ricordo di quei giorni sarà nelle parole di domani. Insieme, il Pontefice, elogerà lo spazio che viene concesso alla Chiesa nel dibattito pubblico del paese. Del resto, non è una novità: il modello di “laicità aperta” proprio degli States è amato dal Pontefice il quale ritiene sia la strada da percorrere anche nel Vecchio continente. Certo, a non tutti i temi cari alla Chiesa viene concessa negli Usa la medesima rilevanza. Molte tematiche cosiddette etiche, ad esempio, vengono relegate in secondo piano, a volte apertamente osteggiate, e anche questo aspetto sarà considerato nel discorso papale.
Quello che il Vaticano si attende da Diaz è semplice. Più che un’opera di persuasione delle gerarchie più diffidenti circa la bontà dell’Amministrazione Obama, oltre il Tevere si aspettano da lui che faccia il diplomatico sino in fondo. Ovvero, che abbandoni, per il tempo dell’incarico romano, i panni del teologo indossati fino a ieri per vestire soltanto quelli del rappresentante di governo. Fare teologia, infatti, intervenire sulle questioni vaticane secondo un punto di vista teologico, non è affare di diplomazia, e la cosa vale anche per gli ambasciatori che sono accreditati presso la Santa Sede.
Non è da escludere che dietro quest’auspicio del Vaticano vi sia un qualche timore per alcune delle posizioni che lo stesso Diaz prese in passato. Nella campagna elettorale per le ultime presidenziali, ad esempio, non è un mistero il fatto che Diaz fu tra i ventisei intellettuali cattolici che sostennero la nomina di Kathleen Sebelius alla carica di segretario alla Salute. Fu una nomina aspramente criticata dai settori cattolici americani più conservatori, quella della Sebelius, a motivo delle sue posizioni “pro choice” riguardo l’aborto.
Diaz, 45 anni, è di origine cubane. Sposato con quattro figli, parla italiano, spagnolo e francese. Ma, come viene evidenziato sulla breve biografia pubblicata sul sito ufficiale dell’ambasciata americana presso il Vaticano, sa leggere il latino. Insegna Teologia alla Saint John’s University e al College of Saint Benedict in Minnesota. Ha ottenuto un master in Teologia all’Università di Notre Dame ed è stato, in passato, presidente dell’Accademia di teologia dei cattolici ispanici degli Stati Uniti. Al suo arrivo a Roma ha detto di attendere “con emozione” di incontrare Benedetto XVI: “Accolgo con grande piacere – ha spiegato – l’occasione di approfondire e ampliare le speciali relazioni che sono state stabilite tra gli Stati Uniti d’America e la Santa Sede negli ultimi 25 anni di rapporti diplomatici ufficiali”. E’, dunque, la medesima attesa del Vaticano.Diaz nel suo lavoro diplomatico non sarà solo. Giusto ieri sera, infatti, un ricevimento all’ambasciata Usa presso la Santa Sede, ha “battezzato” l’arrivo del nuovo funzionario degli Affari pubblici, J. Nathan Bland. A fare gli onori di casa è stata Julieta Valls Noyes. Oltre a loro, aiuteranno il neo ambasciatore, Brenda Soya (management officer) e Antonio G. Agnone (political/economic officer).

Udienza del Papa al presidente del Pakistan. Ricordata la violenza anti-cristiana e sottolineata la necessità di superare le discriminazioni religiose

Papa Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il presidente della Repubblica islamica del Pakistan, Asif Ali Zardari (foto), il quale ha avuto un colloquio anche con il Segretario di Stato Tarcisio Bertone e con il ministro degli esteri vaticano, mons. Dominique Mamberti. ''I cordiali colloqui - si legge in una nota della Sala stampa vaticana - hanno permesso di trattenersi sull'attuale situazione in Pakistan, con particolare riferimento alla lotta contro il terrorismo e all'impegno a formare una società più tollerante e armonica in tutte le sue componenti''. ''Si è poi dialogato - prosegue il comunicato - sul contributo positivo della Chiesa Cattolica alla vita sociale del Paese, attraverso le sue attività educative, sanitarie ed assistenziali. Evocando i recenti episodi di violenza contro le comunità cristiane in alcune località, nonchè gli elementi che hanno favorito tali gravi incidenti, si è sottolineata la necessità di superare ogni forma di discriminazione basata sull'appartenenza religiosa, con lo scopo di promuovere il rispetto dei diritti di tutti i cittadini''.

Il Papa a Cipro nel giugno 2010. L'annuncio del governo di Nicosia. Consegnerà l'Instrumentum laboris del Sinodo per il Medio Oriente

Papa Benedetto XVI compirà un viaggio apostolico a Cipro nel giugno 2010. Lo annuncia oggi con un comunicato il presidente cipriota, Demetris Christofias, che aveva invitato il Pontefice in occasione della sua visita in Vaticano il 27 marzo 2009. In un comunicato, il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, e l'arcivescovo maronita di Cipro, mons. Josef Souaef confermano ''con grande piacere'' la notizia. Secondo quanto riferito dai patriarchi cattolici e orientali Benedetto XVI soggiornerà nella capitale Nicosia ed è praticamente certa anche una tappa a Pafos, capitale dell'isola in epoca romana e teatro della predicazione dell'apostolo Paolo. La data del viaggio dovrebbe essere dal 4 al 6 giugno. Secondo padre Pizzaballa, interpellato dall'agenzia SIR, “la data è ancora da confermare così come la notizia che Benedetto XVI consegnerà ai patriarchi e vescovi del Medio Oriente l'Instrumentum Laboris dell'Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi dedicata al Medio Oriente, in programma dal 10 al 24 ottobre 2010”. Tra le tante indiscrezioni quello che è certo, sottolineano dal Vicariato di Nicosia, è che “la comunità cristiana dell’isola ha accolto con grande entusiasmo la notizia e si apprestano a prepararsi al meglio per vivere degnamente l’evento. La visita a Cipro servirà a Benedetto XVI a ricambiare quelle in Vaticano del presidente della Repubblica di Cipro Demetris Christofias il 27 marzo 2009 e dell'arcivescovo di Nuova Giustiniana e di tutta Cipro Chrysostomos II - capo della locale Chiesa ortodossa autocefala - il 16 giugno 2007.

Asca, SIR

L'arrivederci del Papa alla comunità di Castel Gandolfo: il sentiero umile dell'amore da senso e valore a ogni vicenda umana

Benedetto XVI, al termine della sua permanenza nella residenza estiva di Castel Gandolfo, ha voluto salutare questa mattina la comunità civile e religiosa della cittadina laziale: il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, il Parroco di Castel Gandolfo con la Comunità parrocchiale, le Comunità religiose, il Sindaco e i Membri dell’Amministrazione Comunale, i responsabili e gli addetti dei vari Servizi del Governatorato, gli ufficiali e gli avieri del 31° stormo dell’Aeronautica Militare, le Forze dell’Ordine italiane che, in collaborazione con la Gendarmeria Vaticana e la Guardia Svizzera Pontificia, hanno prestato servizio durante la Sua permanenza nella residenza estiva. Nell' udienza nella sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati “per assicurare ogni assistenza a me e ai miei collaboratori, agli ospiti e ai pellegrini che vengono a farmi visita, specialmente la domenica per il consueto appuntamento dell’Angelus”. “Oggi – ha detto Benedetto XVI – la Chiesa ricorda Santa Teresa di Gesù Bambino, la sua testimonianza mostra che solo la Parola di Dio, accolta e compresa nelle sue concrete esigenze, diventa sorgente di vita rinnovata. Alla nostra società, spesso permeata di una cultura razionalistica e di un diffuso materialismo pratico, la piccola Teresa di Lisieux indica, come risposta ai grandi interrogativi dell’esistenza, ‘la piccola via’, che guarda all’essenziale delle cose. E’ il sentiero umile dell’amore – ha concluso il Papa – capace di avvolgere e dare senso e valore ad ogni umana vicenda”. Il Pontefice rientrerà in Vaticano sabato 3 ottobre, alle ore 11.

SIR

UDIENZA ALLA COMUNITÀ RELIGIOSA E CIVILE DI CASTEL GANDOLFO - il testo integrale del discorso del Papa