sabato 11 febbraio 2012

'L'Osservatore Romano': Benedetto XVI invita ad evitare un sistema di comunicazione esagerato ed estraneo a qualsiasi considerazione etica

Con un articolo di prima pagina intitolato "Per un uso responsabile e maturo dei media", L'Osservatore Romano ricorda l'invito ad evitare un "sistema di comunicazione esagerato ed estraneo a qualsiasi considerazione etica" suggerito dal Papa nel Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012. "Benedetto XVI, fedele alla sua scelta di preservare l'humanitas della comunicazione - scrive sul quotidiano della Santa Sede, senza riferimento a fatti di cronaca, José Maria Gil Tamayo - non fa altro che salvaguardare nella persona il senso della ricerca della verità, del bene e della bellezza, e con esse la capacità di discernimento razionale e di amore reciproco, come pure la sua apertura all'unica realtà trascendente e fondante che può essere solo Dio stesso. Queste dimensioni, in non pochi ambienti, specialmente quelli urbani, sono messe in pericolo dallo stile di vita attuale e dall'inquinamento di un sistema di comunicazione esagerato ed estraneo a qualsiasi considerazione etica, che tanto influsso esercita nel nostro tempo e allo stesso tempo preoccupa genitori ed educatori, soprattutto quando coinvolge i più piccoli".

TMNews

L’equilibrio nella comunicazione secondo Benedetto XVI: per un uso responsabile e maturo dei media

VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Piano per un milione di fedeli e un palco alto 60 metri: l'aeroporto di Bresso si prepara ad accogliere il Papa

Bresso come Tor Vergata. Dodici anni fa a Roma ci fu la XV Giornata Mondiale della Gioventù, i prossimi 2 e 3 giugno a Bresso, invece, ci sarà la conclusione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Prende sempre più forma il progetto che organizzerà l’area (foto) di circa 80 ettari che ospiterà l’incontro con Papa Benedetto XVI. Due sere fa nella sala del consiglio comunale di via Roma, alla prima riunione della Commissione comunale grande evento, il sindaco Fortunato Zinni ha presentato le linee guida ricevute dal commissario prefettizio. L’attuale sedime aeroportuale diventerà una gigantesca spianata con tanto di palco, settori per i fedeli, viali d’accesso, ingressi controllati e spazi per la stampa. Il palco sarà collocato nel settore sud, vicino all’attuale recinzione di via Clerici: sarà alto oltre 60 metri e largo 100 metri. Sotto questa parte rialzata ci saranno, guardando verso sud, a destra l’area per le persone disabili, circa 40mila secondo le stime, e a sinistra quelle dei vip e delle autorità. La Sala Stampa sarà sul lato destro, nella zona di via Gramsci. Infine a scalare fino alla zona nord dell’aeroporto, numerosi settori, da almeno 20 o 30mila persone, dove i fedeli staranno in piedi. Gìà definiti gli ingressi, larghi 14 metri. Dall’attuale entrata del campovolo passeranno i disabili. I pellegrini avranno, invece, a disposizione quattro ingressi, da realizzare, lungo l’asse viario del campovolo: un altro è, poi, previsto nella zona nord-est, vicino ai parcheggi dell’ospedale Bassini. Papa Benedetto XVI entrerà da via Clerici. Su questa arteria ci saranno tre ingressi: uno già esistente, quello utilizzato dalla Cri e dalla Protezione civile, mentre un secondo sarà costruito a pochi metri. Il terzo, invece, sarà realizzato vicino all’incrocio con via Gramsci e dietro il palco, per la sicurezza del Pontefice. Dalle stime si prevede l’arrivo di circa 400mila fedeli per la grande veglia del sabato sera. Domenica per la grande cerimonia religiosa, invece, il numero potrebbe variare da 750mila a un milione e 200mila. Si potrà entrare solo se in possesso di un pass. Il territorio di Bresso sarà considerato zona rossa: l’area adiacente al campovolo sarà percorribile solo a piedi. In via di allestimento, infine, i servizi di collegamento tra lo scalo e le fermate delle metropolitane (linee 1, 3 e 5), le tranvie, le stazioni delle Fs delle Nord.

Giuseppe Nava, Il Giorno.it

Lombardi: Simposio secondo le linee indicate dal Papa, ascoltare le vittime, guarigione e riparazione della giustizia, efficaci misure per prevenzione

"Dall'emergenza all'iniziativa coerente e decisa per far progredire la protezione dei minori nella Chiesa, nella società, nel mondo. Questa potrebbe essere in breve una definizione del risultato del Simposio sul tema degli abusi sessuali che si è svolto per tre giorni e mezzo all'Università Gregoriana di Roma con la partecipazione dei rappresentanti di oltre 100 conferenze episcopali, di numerosi ordini religiosi e specialisti". Così il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, nell'editoriale per il settimanale "Octava Dies" del Centro Televisivo Vaticano. "I massimi responsabili dei principali dicasteri vaticani coinvolti nella tematica - scrive il portavoce vaticano - hanno dato un chiaro sostegno all'evento, che si è mosso secondo le linee indicate ormai da tempo dal Papa: ascoltare le vittime, impegnarsi per la guarigione e la riparazione della giustizia, formulare e mettere in pratica efficaci misure per la prevenzione, per fare della Chiesa un ambiente del tutto sicuro e accogliente per i minori, i giovani e la loro crescita umana e spirituale. E' stata un'esperienza ecclesiale forte e intensa, anche spiritualmente. La provenienza universale dei partecipanti ha dimostrato che la comunità della Chiesa è in cammino per dare un contributo concreto, profondamente radicato nelle diverse realtà locali, al grande compito della protezione dei minori. La realtà della famiglia, delle istituzioni educative e del nuovo mondo di internet, la diffusione della pedopornografia, la formazione dei sacerdoti e degli educatori sono tutte dimensioni che vanno tenute presenti in un approccio complessivo ai problemi. E la secolare esperienza educativa della Chiesa, inserita in tante diverse culture, diventa un banco di prova unico per tradurre i principi comuni essenziali della protezione dei minori in contesti diversi. Continuando con decisione sulla strada intrapresa, in collaborazione con le autorità competenti e con le persone di buona volontà nei diversi Paesi del mondo, la Chiesa cattolica - conclude il gesuita - vuole dare un contributo essenziale per una delle cause più importanti per il futuro dell'umanità: la protezione dei bambini e dei minori".

TMNews

Verso la guarigione e il rinnovamento: editoriale di padre Lombardi

Il presidente della squadra di calcio Bayern Monaco: se Benedetto XVI ci dà un segnale, andiamo da lui e gli portiamo la tessera onoraria

Il presidente del Bayern Monaco Uli Hoeness vorrebbe Papa Benedetto XVI come socio onorario. "Se ci dà un segnale, andiamo da lui e gli portiamo la tessera onoraria", ha spiegato il patron della squadra di calcio della Baviera, Land che ha dato i Natali anche a Joseph Ratzinger, nel corso di un incontro a Sindelfinger, nel sud della Germania. Mentre il club calcistico ha raggiunto la cifra record di 174mila soci, l'ex campione del mondo ha ironizzato con un "adesso manca solo il Papa", mettendo poi in chiaro che non si tratta di uno scherzo. Non sarebbe il primo pontefice con una tessera calcistica della serie A tedesca: già il predecessore di Papa Ratzinger, Giovanni Paolo II, ne aveva due, lo Schalke 04 di Gelsenkirchen e il Borussia Dortmund.

TMNews

Salvate il soldato Benedetto XVI. Nessuno ucciderà il Papa, ma in Vaticano c’è chi gli rovina la vita. Una Segreteria di Stato ridotta a groviera

Il cardinale colombiano Darío Castrillón Hoyos “non parla coi giornalisti” dice il suo segretario personale. A parlare, infatti, è l’appunto “confidenziale” che l’ex prefetto della Congregazione per il Clero ha inviato il 30 dicembre scorso al Papa e che ieri Il Fatto Quotidiano ha pubblicato per intero. L’appunto “autentico”, nel senso che effettivamente è arrivato sui tavoli della Segreteria di Stato vaticana, riguarda la possibilità di un complotto delittuoso per eliminare Benedetto XVI. Un complotto sul quale il cardinale arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, ex nunzio in Italia, si sarebbe soffermato con dovizia di particolari in un suo recente viaggio a Pechino nel novembre 2011. Qui Romeo avrebbe parlato con alcuni interlocutori cinesi, si dice soprattutto con il cardinale salesiano Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong, anche se Romeo ha ieri dichiarato: “Non ho detto quelle cose”. In realtà, secondo fonti interne, il convincimento di Castrillón secondo cui il Papa rischia la vita nasce da una vicenda ben nota in Vaticano e mai uscita in precedenza: nel 2005 un cittadino austriaco, poi identificato, si avvicinò al Papa nella Basilica Vaticana con in mano un coltello. Arrivò fino a venti metri da lui. Venne fermato, ma da quel giorno le guardie svizzere e la Gendarmeria vaticana fecero salire la soglia di allerta perché, si disse di lì in avanti dentro la Curia romana, “il Papa potrebbe morire”. “Potrebbe morire”, esattamente le stesse parole che Romeo avrebbe pronunciato in Cina. Anche se Castrillón non è nuovo a uscite del genere (nel 2009 spinse perché Papa Ratzinger concedesse la revoca della scomunica al vescovo lefebvriano negazionista sulla Shoah Richard Williamson, convincendo il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone con queste parole: “E’ malato, sta morendo, facciamogli un regalo”), e anche se Paolo Romeo è noto nei Sacri Palazzi per una certa attitudine a vedere complotti, nel 2006 provò a ordirne lui uno contro il Papa. Convinto che non spettasse al Pontefice l’elezione del successore del card. Camillo Ruini alla guida della CEI, indisse una consultazione epistolare tra tutti i vescovi italiani perché indicassero il successore, col risultato che il Papa riconfermò Ruini per un ulteriore anno. Resta il fatto che di questi giorni la Santa Sede ad altro non assomiglia se non a un groviera dai cui buchi esce, non senza qualcuno che ve lo spinga, di tutto. L’impressione è che dentro la Santa Sede stia avvenendo un regolamento di conti la cui prima vittima è il Papa. Un regolamento di conti tra chi? Non è un mistero per nessuno che la nuova leva a cui è affidata la governance del Vaticano, Bertone e i suoi uomini, dia fastidio alla vecchia guardia, a coloro che con Giovanni Paolo II avevano in mano la Segreteria di Stato. Romeo, non a caso, è amico fidato del decano del Collegio cardinalizio Angelo Sodano (scrisse Sandro Magister: “Con il card. Angelo Sodano Segretario di Stato Romeo aveva un legame strettissimo. Non erano buoni, invece, i suoi rapporti con il presidente della CEI, il card. Camillo Ruini”), fidato tanto quanto il card. Agostino Cacciavillan, ex nunzio a Washington, il quale mesi fa si è speso personalmente sconsigliando al Papa l’allontanamento dell’attuale nunzio negli States mons. Carlo Maria Viganò. E’ quest’ultimo, nei giorni scorsi, a essere assurto all’onore delle cronache per aver accusato Bertone di non aver voluto fare piazza pulita della “corruzione” esistente dentro il Vaticano. Sodano, Cacciavillan, Viganò, Romeo, sono queste le eminenze ed eccellenze che lavorano nell’ombra contro Bertone lasciando che lettere anonime escano dalle mura leonine verso alcune redazioni di tv e quotidiani? Troppo ardito sintetizzare in questo modo. Filippo Di Giacomo, canonista ed editorialista, esce dalle logiche della battaglia interna e la fa più spiccia: “Il documento Castrillón, come le recenti lettere di Viganò al Papa e a Bertone, scoperchiano un problema che parte da lontano. E’ dal 1985, da quando la parabola del card. Agostino Casaroli è iniziata a scemare (Casaroli lasciò l’incarico di Segretario di Stato nel 1990) che in Vaticano sono state prese a lavorare, soprattutto nelle seconde e terze linee, persone letteralmente raccattate per strada. Nel 1985 divenne presidente della Pontificia Accademia ecclesiastica mons. Justin Francio Rigali, con lui le leve della diplomazia d’Oltretevere sono state assunte per cooptazione: più che una scuola, è diventata un ‘clubbino’. L’internazionalizzazione, poi, ha portato in Curia il peggio del Vecchio e Nuovo Mondo, preti che nelle Chiese delle loro patrie servivano a poco o niente. Il deficit di management è evidente. Oggi i nodi vengono al pettine. Se certe lettere escono dal Vaticano e finiscono sui giornali è perché dentro vi lavorano preti che, per formazione sacerdotale e preparazione professionale, sono tra i meno qualificati dell’intera Chiesa Cattolica”. Secondo il documento Castrillón, tuttavia, c’è di più del semplice deficit di management. Dice Castrillón che “il rapporto tra il Papa e il Segretario di Stato Bertone sarebbe molto conflittuale” e che “in segreto il Santo Padre si starebbe occupando della sua successione e avrebbe già scelto il card. Scola come idoneo candidato, perché più vicino alla sua personalità”. Anche se è difficile sostenere la veridicità di un simile assunto, resta il fatto che è normale per un Pontefice pensare al suo successore e organizzare un Collegio cardinalizio che in qualche modo possa seguire le sue aspettative. Come è del tutto logico affermare che la pubblicazione di un documento del genere bruci, più che avvalorare, le possibilità di Scola di salire al Soglio di Pietro. Fermo restando il fatto che ogni Conclave è storia a sé. Tutto, dunque, può accadere. Lucio Brunelli e Alver Metalli in un Vatican thriller uscito di recente e intitolato “Il giorno del giudizio” parlano addirittura di un Conclave al quale, dopo un attentato terroristico che distrugge il Vaticano, partecipano solo tre cardinali: un cinese, un filippino e un colombiano. Il documento pubblicato da Il Fatto Quotidiano, in fondo, più che a una vera trama di complotto assomiglia molto a una spy story alla Dan Brown: Romeo, ex nunzio nelle Filippine, rivela l’uccisione del Papa a un cardinale cinese. Ogni cosa viene riferita in Vaticano da un porporato colombiano.

Paolo Rodari, Il Foglio Quotidiano

Il presunto complotto contro Benedetto XVI fa il giro del mondo attraverso i media: ipotesi sensazionale, bufera mediatica, lotta di potere

La prima pagina de Il Fatto Quotidiano con ben in evidenza il titolo “Complotto contro il Papa, tra 12 mesi morirà” e sullo sfondo la Basilica di San Pietro. È questa l’immagine scelta dai media internazionali per raccontare lo scoop di Marco Lillo sul documento confidenziale ricevuto dal card. Darío Castrillón Hoyos, sul rischio di un "complotto delittuoso" per eliminare Benedetto XVI. Poche ora dopo l’uscita nelle edicole il Telegraph rilanciava la notizia battuta dalle principali agenzie: Reuters, AFP, la DPA tedesca, la russa Ria Novosti. “Un’ipotesi sensazionale”, ha scritto il quotidiano britannico che ha definito “incredibili” le dichiarazioni del card. Paolo Romeo durante il suo viaggio in Cina sui rapporti conflittuali tra il Pontefice e il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ma soprattutto sulla morte del Papa entro novembre 2012 e sulla possibile successione del card. Angelo Scola sul Soglio di San Pietro. Scenari, continua il giornalista Nick Squires, che fanno emergere le lotte di potere interne all’amministrazione vaticana. La “bufera mediatica”, come l’ha definita The Guardian, non sembra tuttavia riguardare la Cina. Se di Papa si parla nella stampa d’oltre Muraglia è per citare le parole del governatore dell’Iowa, Terry Branstad, che in conferenza stampa ha definito la prossima visita del futuro leader cinese Xi Jinping l’evento più importante per lo Stato americano dopo il viaggio dei Giovanni Paolo II nel 1979. La Cina è stata tirata ballo nel caso che sta scuotendo la Santa Sede, come teatro delle rivelazioni del card. Romeo lo scorso novembre. Soltanto questo può bastare a costringere la propaganda a pesare le parole prima di pubblicare un qualsiasi articolo, tanto più che sui rapporti difficili tra Pechino e Santa Sede pesano le tre ordinazioni vescovili senza l’assenso papale decise dalla stessa dirigenza cinese che controlla l’attività dei cattolici tramite l’Associazione patriottica e la Conferenza Episcopale, entrambe legate al governo. Di diverso tenore invece le reazioni del mondo dei credenti statunitensi. “Il Vaticano ridicolizza le illazioni su un complotto contro il Papa”, titola John Allen del National Catholic Reporter. E in chiusura cita Il Giornale e il paragone tra tutta la vicenda e la serie televisiva ispirata ai Borgia. Nessun accenno invece su La Croix, mentre il resto della stampa francese si affida ai lanci dell’agenzia France Presse e sceglie di aprire con la replica del portavoce vaticano padre Federico Lombardi che ha definito “deliranti e scollegate dalla realtà” le rivelazioni. Una smentita “immediata”, ha sottolineato la Fox che rimanda per gli approfondimenti ai servizi di SkyTg24. Sempre l’AFP, ripresa anche in Canada e dal marocchino Al Watan, ha poi ricostruito le lotte interne alle stanze vaticane e citando il vaticanista de L’Espresso, Sandro Magister, ha sottolineato l’opposizione di Bertone alla nomina di Scola ad arcivescovo di Milano, la diocesi più grande d’Europa. L’agenzia ha inoltre ricordato gli ultimi scandali che hanno investito i sacri palazzi, dai casi di corruzione e malaffare nella gestione delle forniture e degli appalti denunciate da mons. Carlo Maria Viganò, ora nunzio a Washington; alle recenti accuse contro lo Ior di aver trasferito gran parte dei fondi depositati presso nove banche italiane, di cui è cliente, fra le quali Intesa Sanpaolo e Unicredit, in istituti di credito tedeschi. L’agenzia tedesca Dpa chiude infine citando il vaticanista de La Stampa, Andrea Tornielli. Per il giornalista non ci sono dubbi sull’autenticità del documento pubblicato da Il Fatto Quotidiano, meno su quella dei suoi contenuti. Ma sommando quanto accaduto al diffusione delle lettere di Viganò al Papa il punto è come documenti di cardinali indirizzati al Pontefice possano uscire fuori dal Vaticano. La risposta è una sola in questo caso: lotta di potere.

Andrea Pira, Il Fatto Quotidiano