martedì 3 maggio 2011

Il 26 maggio a Santa Maria Maggiore Benedetto XVI presiederà la recita del Rosario insieme con i vescovi italiani per il 150° dell'Unità nazionale

Un atto di affidamento dell’Italia alla Madonna, in occasione delle celebrazioni dell’Unità nazionale. Sarà questo il significato della recita del Santo Rosario che Benedetto XVI presiederà il prossimo giovedì 26 maggio, alle 17.30, nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore. Il Papa, informa un comunicato della Prefettura della Casa Pontificia, reciterà la preghiera mariana “insieme con i vescovi Italiani, riuniti in Assemblea Generale”. Il Papa, informa la nota, ha così voluto accogliere l’invito rivoltogli dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana. “Con tale preghiera – conclude il comunicato – i vescovi Italiani intendono ribadire il vincolo particolare con l’Italia, rinnovandone l’affidamento alla Vergine Madre nel 150° dell’unità politica del Paese”.

Radio Vaticana

COMUNICATO DELLA PREFETTURA DELLA CASA PONTIFICIA

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Scola: sulla preoccupazione prevale la gioia. La donna riavvicinata alla fede dopo un incontro con il card. Ratzinger

L’uccisione di Osama Bin Laden, le minacce con cui hanno reagito le cellule terroristiche della rete qaedista, gli avvertimenti della Cia che teme ritorsioni al tritolo dopo il blitz statunitense in Pakistan, spingono a chiedersi se non sia necessario un rafforzamento dell’apparato di sicurezza predisposto in vista dell’arrivo di Papa Benedetto XVI ad Aquileia e Venezia, sabato e domenica. "Sulla preoccupazione prevale la gioia per il dono che il Santo Padre ha voluto fare a queste terre - rassicura il patriarca di Venezia, Angelo Scola - e comunque stiamo preparando questo appuntamento con grande accuratezza. C’è preoccupazione e trepidazione, per tutto quel che riguarda la sicurezza ci sta aiutando la struttura del Vaticano, abituata a gestire eventi di una simile portata». Il Patriarca era ospite ieri sera di "Il Papa risveglierà il Nord Est?", la puntata di "XNews", il talk show di AntennaTre, allestita per l’occasione nella Basilica dei Frari, a Venezia. Con lui, i governatori delle due regioni che ospiteranno la visita del Papa, Luca Zaia e Renzo Tondo, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, l’imprenditrice Marina Salamon ed il presidente della Biennale, Paolo Baratta. Molte le aspettative degli ospiti per l’arrivo di Benedetto XVI a Nord Est. Così se Zaia spera di vedere "dei segnali che ci guidino in questo momento così difficile, specie sotto il profilo occupazionale", Tondo invita a fare "del momento di cambiamento un’opportunità di apertura, come Aquileia seppe aprirsi irradiando la cristianità nell’Europa dell’Est". Toccante il ricordo di Marina Salamon, che ha spiegato come si riavvicinò alla fede proprio dopo un incontro con l’allora card. Ratzinger: "Un uomo che sa unire una grande dolcezza ad un’intelligenza ed un’umiltà straordinarie. Mi ero allontanata da Dio, dopo averlo sentito parlare mi sono detta: 'Ho sbagliato tutto'". Alla domanda del conduttore, il direttore di AntennaTre Domenico Basso, su "quale Nord Est troverà Benedetto XVI", il patriarca Scola ha sorriso: "Un Nord Est in cui quasi tutti sono battezzati ed altrettanti sembrano essersene dimenticati". Quindi ha proseguito: "Questa terra è parte del cambiamento che sta investendo il Nord opulento del mondo, dal modo di concepire la vita, dopo che l’uomo ha messo le mani sul suo patrimonio genetico, alle mutazioni nel pensare all’amore, alla famiglia, per arrivare al mescolamento dei popoli. Viviamo un travaglio - ha detto il cardinale - siamo come impagliati e l’educazione, che è franata, non ci aiuta. I valori vanno vissuti, non soltanto insegnati". Zaia ha sottolineato "l’enorme sforzo organizzativo compiuto dalle diocesi, che hanno fatto tutto da sé, anche sotto il profilo economico, con una scelta davvero controcorrente", mentre il sindaco Orsoni, nel ricordare i numeri imponenti dell’organizzazione, dagli 800 volontari di protezione civile ai 450 agenti di polizia municipale, arrivati da tutto il Veneto, ha portato la recente gestione dell’emergenza profughi ad esempio della capacità della regione di accogliere il prossimo, "con dignità, senza allestire dei lager" e di come Venezia sia il cuore di questo lembo d’Italia pronto a sfidare nuovi orizzonti. "E al Papa chiederemo proprio di leggerci cosa sia per lui questa città straordinaria - ha concluso il Patriarca - che già dal suo predecessore venne definita 'la città dell’umanità'. Quello di domenica in piazza San Marco sarà un incontro straordinario con la cittadinanza, culmine conclusivo della visita pastorale iniziata nel 2004".

Corriere del Veneto.it

Il Papa solleva dall'incarico il vescovo di Toowoomba in Australia, dal 2006 oggetto di una visita apostolica. Il terzo presule in poche settimane

Ieri, con uno scarno comunicato, il Vaticano ha fatto sapere che “il Santo Padre Benedetto XVI ha sollevato dalla cura pastorale della diocesi di Toowoomba, Australia, mons. William M. Morris”. A 67 anni di età, mons. Morris è lontano dalla soglia canonica del pensionamento, fissata a 75 anni. E risulta essere in buona salute fisica. Il Vaticano ha taciuto i motivi della sua rimozione. Ma il giorno prima, domenica 1° maggio, Morris li ha messi in piazza in una lettera che ha fatto leggere in tutte le chiese della sua diocesi. Il vescovo dà la colpa a una visita apostolica messagli addosso dal Vaticano, dopo che nella Quaresima del 2006 aveva pubblicato una lettera pastorale che, lui dice, fu “deliberatamente fraintesa”. In quella lettera del 2006 Morris scriveva d’aver intenzione di ordinare delle donne al sacerdozio e di chiamare a dir Messa dei pastori protestanti, per sopperire alla mancanza di propri preti. Senza contare che da tempo faceva dare in diocesi l’assoluzione collettiva, senza la confessione individuale dei peccati. La Santa Sede spedì come visitatore a Toowoomba, piccola diocesi nei pressi di Brisbane, nel sudest dell’Australia, l’arcivescovo americano di Denver, Charles J. Chaput. Chaput venne, vide e consegnò il suo rapporto alle autorità vaticane. Che evidentemente ne apprezzarono il lavoro, visto che nel 2009 lo nominarono visitatore nientemeno che dei Legionari di Cristo. Ma con il loro passo da lumaca, solo oggi le autorità vaticane hanno tirato le somme e rimosso da Toowoomba il vescovo Morris. Il quale, nella sua lettera letta ai fedeli la scorsa domenica, ha detto di non aver mai accettato di dimettersi, e di avere tuttora con sé “l’appoggio della vasta maggioranza della popolazione e dei preti della diocesi”. Lui era pronto, ha aggiunto, a negoziare con Roma un “ritiro anticipato”. Ma ha accusato Benedetto XVI in persona di averlo voluto cacciare, senza un giusto processo e negandogli i diritti di difesa. In poche settimane è il terzo presule dimissionato da Papa Ratzinger, dopo l'africano Jean Claude Makaya Loemba sollevato dall'incarico di vescovo di Pointe Moire in Congo Brazzaville il 31 marzo scorso e l'italiano Giovanni Sacanavino che alla vigilia della Pasqua è stato dimissionato per lo stato di confusione nella quale era la diocesi di Orvieto Todi e per le contestazioni mosse dal vescovo agostiniano alla decisione della Santa Sede di non ammettere all'ordinazione sacerdotale un diacono ritenuto immaturo, che in seguito a questa decisione si è suicidato.

Sandro Magister, Settimo Cielo - Agi

RINUNCE E NOMINE