L’uccisione di Osama Bin Laden, le minacce con cui hanno reagito le cellule terroristiche della rete qaedista, gli avvertimenti della Cia che teme ritorsioni al tritolo dopo il blitz statunitense in Pakistan, spingono a chiedersi se non sia necessario un rafforzamento dell’apparato di sicurezza predisposto in vista dell’arrivo di Papa Benedetto XVI ad Aquileia e Venezia, sabato e domenica. "Sulla preoccupazione prevale la gioia per il dono che il Santo Padre ha voluto fare a queste terre - rassicura il patriarca di Venezia, Angelo Scola - e comunque stiamo preparando questo appuntamento con grande accuratezza. C’è preoccupazione e trepidazione, per tutto quel che riguarda la sicurezza ci sta aiutando la struttura del Vaticano, abituata a gestire eventi di una simile portata». Il Patriarca era ospite ieri sera di "Il Papa risveglierà il Nord Est?", la puntata di "XNews", il talk show di AntennaTre, allestita per l’occasione nella Basilica dei Frari, a Venezia. Con lui, i governatori delle due regioni che ospiteranno la visita del Papa, Luca Zaia e Renzo Tondo, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, l’imprenditrice Marina Salamon ed il presidente della Biennale, Paolo Baratta. Molte le aspettative degli ospiti per l’arrivo di Benedetto XVI a Nord Est. Così se Zaia spera di vedere "dei segnali che ci guidino in questo momento così difficile, specie sotto il profilo occupazionale", Tondo invita a fare "del momento di cambiamento un’opportunità di apertura, come Aquileia seppe aprirsi irradiando la cristianità nell’Europa dell’Est". Toccante il ricordo di Marina Salamon, che ha spiegato come si riavvicinò alla fede proprio dopo un incontro con l’allora card. Ratzinger: "Un uomo che sa unire una grande dolcezza ad un’intelligenza ed un’umiltà straordinarie. Mi ero allontanata da Dio, dopo averlo sentito parlare mi sono detta: 'Ho sbagliato tutto'". Alla domanda del conduttore, il direttore di AntennaTre Domenico Basso, su "quale Nord Est troverà Benedetto XVI", il patriarca Scola ha sorriso: "Un Nord Est in cui quasi tutti sono battezzati ed altrettanti sembrano essersene dimenticati". Quindi ha proseguito: "Questa terra è parte del cambiamento che sta investendo il Nord opulento del mondo, dal modo di concepire la vita, dopo che l’uomo ha messo le mani sul suo patrimonio genetico, alle mutazioni nel pensare all’amore, alla famiglia, per arrivare al mescolamento dei popoli. Viviamo un travaglio - ha detto il cardinale - siamo come impagliati e l’educazione, che è franata, non ci aiuta. I valori vanno vissuti, non soltanto insegnati". Zaia ha sottolineato "l’enorme sforzo organizzativo compiuto dalle diocesi, che hanno fatto tutto da sé, anche sotto il profilo economico, con una scelta davvero controcorrente", mentre il sindaco Orsoni, nel ricordare i numeri imponenti dell’organizzazione, dagli 800 volontari di protezione civile ai 450 agenti di polizia municipale, arrivati da tutto il Veneto, ha portato la recente gestione dell’emergenza profughi ad esempio della capacità della regione di accogliere il prossimo, "con dignità, senza allestire dei lager" e di come Venezia sia il cuore di questo lembo d’Italia pronto a sfidare nuovi orizzonti. "E al Papa chiederemo proprio di leggerci cosa sia per lui questa città straordinaria - ha concluso il Patriarca - che già dal suo predecessore venne definita 'la città dell’umanità'. Quello di domenica in piazza San Marco sarà un incontro straordinario con la cittadinanza, culmine conclusivo della visita pastorale iniziata nel 2004".
Corriere del Veneto.it