giovedì 9 giugno 2011

Il 30 giugno Benedetto XVI conferisce a tre studiosi di teologia il 'Premio Ratzinger' istituito dalla Fondazione vaticana che porta il suo nome

Saranno annunciati martedì prossimo in una conferenza stampa i nomi dei vincitori del "Premio Ratzinger" istituito dalla "Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI", che per la prima volta verrà conferito dal Papa il 30 giugno a tre studiosi di teologia. La conferenza si terrà nell Sala Stampa della Santa Sede e interverranno il card. Camillo Ruini, presidente del "Premio Ratzinger" e del Comitato scientifico della Fondazione, mons. Giuseppe Antonio Scotti, presidente della Fondazione, padre Stephan Otto Horn, presidente della "Joseph Ratzinger - Papst Benedikt XVI - Stiftung" e membro della Fondazione e il prof. Giuseppe Della Torre, rettore magnifico della Lumsa.

Agi

CONFERENZA STAMPA DEL 14 GIUGNO 2011

'L'Osservatore Romano': con voce pacata e coraggiosa il Papa non ha paura di parlare in aperta dissonanza con la cultura dominante, vuole 'persuadere'

“Una sentenza che genera interrogativi”: L’Osservatore Romano, in edicola oggi, definisce così la sentenza di ieri della Corte di Cassazione italiana che ha riconosciuto un risarcimento, a seguito della morte di un uomo per un incidente stradale, sia a favore della moglie e dei figli, ovvero la famiglia legittima, sia a favore dell’attuale compagna e dei figli nati fuori dal matrimonio”. Una sentenza per la quale “le coppie di fatto sono equiparabili alle famiglie legittime in tema di risarcimento danni” perché “la Cassazione ha così proposto il tema della rilevanza sociale della famiglia di fatto, riconosciuta come sodalizio familiare strutturato al pari di quella legittima e quindi degna, a suo modo di vedere, di tutela giuridica”. In realtà, chiarisce il giornale vaticano, “è una sentenza che genera interrogativi, anche in chi non vuole in alcun modo penalizzare in sede di risarcimento danni le persone conviventi o i loro figli”. Convivenza e matrimonio, infatti, “sono scelte profondamente diverse: nel matrimonio infatti c’è una scelta esplicita, una forte assunzione pubblica di responsabilità, una accettazione di quel rapporto affettivo come fondamento costitutivo della propria vita, nella convivenza solo un impegno di fatto sfuggente, una responsabilità di per sé limitata e temporanea”. “Perché quindi dovrebbero essere considerate allo stesso modo sul piano culturale prima ancora che giuridico?”, si chiede L’Osservatore Romano. “Lo ha ricordato con parole chiare ai cattolici, ma guardando all’intera società, Benedetto XVI nel recente viaggio in Croazia, quando ha ribadito la distanza sostanziale, e quindi la diversa rilevanza sociale, tra la famiglia fondata sul matrimonio e altre forme di convivenza”. Non bisogna cedere “a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria o addirittura sostitutiva del matrimonio”, ha sottolineato il Papa. Secondo il quotidiano, “opportune suonano le parole scritte da Pier Paolo Pasolini nel 1974 e riproposte da Filippo Di Giacomo su L’Unità di ieri, 8 giugno: ‘La Chiesa potrebbe essere la guida, grandiosa ma non autoritaria, di tutti coloro che rifiutano il nuovo potere consumistico che è completamente irreligioso’”. “È quello che sta facendo Benedetto XVI che — come sottolinea lo stesso commentatore del quotidiano fondato da Antonio Gramsci — si fa portavoce della Chiesa e ‘vuole persuadere’. Con una voce pacata e coraggiosa, che non ha paura di parlare in aperta dissonanza con la cultura dominante per salvare le possibilità di crescita umana e spirituale di ogni persona”, conclude L’Osservatore Romano.

SIR

Sbatti il Papa in prima pagina

60° anniversario dell'Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Il 4 luglio il Papa inaugurerà la mostra dei 60 artisti contemporanei a lui dedicata

Lunedì 4 luglio a Roma, nell'atrio dell'Aula Paolo VI, si terrà la mostra su "Splendore della vita e bellezza della carità". L'iniziativa è voluta dal card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Sono stati invitati circa 60 artisti di tutto il mondo (l'elenco non è ancora stato reso pubblico), per celebrare il 60° anniversario dell'Ordinazione sacerdotale di Joseph Ratzinger. Ogni autore esporrà una o più opere. Alle 11.00, alla presenza dei soli artisti, è previsto il discorso di Papa Benedetto XVI. L'apertura al pubblico sarà nel pomeriggio. Venerdì 17 giugno, alle 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, avrà luogo la conferenza stampa di presentazione della mostra, a cui interverranno lo stesso card. Ravasi e mons. Pasquale Iacobone, responsabile del Dipartimento "Arte e Fede" del Pontificio Consiglio della Cultura. L'evento è "in continuità" con l'incontro tenuto in Vaticano il 21 novembre 2009, con circa 250 artisti. Oltre a celebrare il Papa, la mostra anticipa il Padiglione della Città del Vaticano previsto per la Biennale di Venezia 2013.

Corriere della Sera

CONFERENZA STAMPA DEL 17 GIUGNO 2011

Lettere credenziali degli ambasciatori di Moldavia, Guinea, Belize, Ghana e Nuova Zelanda. Pace, dialogo e rispetto della dignità umana nei discorsi

Nuova Zelanda. Nel discorso all’ambasciatore George Robert Furness Troup, il Papa ha rinnovato la sua solidarietà alle vittime del terremoto che nel febbraio scorso ha devastato la comunità di Christchurch. Né ha mancato di elogiare quanti si sono impegnati con generosità nelle operazioni di soccorso. Il Papa ha riconosciuto dunque il ruolo dei neozelandesi nella regione del Pacifico in favore della pace e del sostegno allo sviluppo dei Paesi vicini. Quindi, incoraggia modelli di sviluppo che rispettino l’ecologia. Ancora, ha ribadito l’impegno della Chiesa in difesa della persona, dei suoi diritti inalienabili, dal concepimento alla morte naturale, e in favore della famiglia e dell’educazione. Benedetto XVI ha ricordato come “un elemento fondamentale del suo patrimonio è il rispetto dei diritti di libertà di religione e libertà di culto, a beneficio di tutti”. “Questi diritti – ha aggiunto -, sanciti nella tradizione giuridica di cui sono eredi, sono propri di ogni persona, perché sono inerenti alla umanità che è comune a tutti noi. Attraverso la promozione di queste libertà, la società è più attrezzata a rispondere alle sfide politiche e sociali in un modo compatibile alle aspirazioni più profonde dell'umanità”.
Moldova. All’ambasciatore Stefan Gorda, il Papa ha sottolineato che il legittimo desiderio di questo Paese di entrare nell’Unione Europea non può che avvenire nel rispetto della sua identità culturale fondata sui valori cristiani: in questo senso la Moldova, ha affermato, “può aiutare con coraggio l’Unione Europea a riscoprire ciò che essa non vuole più vedere o addirittura nega”. “Il vostro Paese – ha infatti detto il Santo Padre - spera di stabilire strette relazioni con l’Unione Europea. E’ bene che la Moldova abbia il desiderio di ritornare nella comune casa europea, ma questa legittima ricerca non può realizzarsi se non nel rispetto dei valori positivi del nostro paese. Non deve essere determinata unicamente dall’economia e dal benessere materiale”. “Inoltre, la pace, la giustizia e la prosperità della moldova che proverranno certamente dalla realizzazione delle sue aspirazioni europee, non saranno effettive se queste non saranno vissute da ciascun dei vostri concittadini nella ricerca del bene comune e in una tensione etica permanente. Tra questi valori essenziali, si trovano i valori religiosi”. Benedetto XVI ha osservato che per superare le problematiche economiche il Paese è chiamato a rispettare gli interessi della sovranità nazionale guardando al benessere di tutte le componenti sociali e non solo di alcune a detrimento di altre. Infine, il Papa ha parlato delle relazioni “fraterne” con gli ortodossi, uniti nel promuovere i valori religiosi contro il materialismo e il relativismo, ed ha invitato le autorità del Paese ad avere il “coraggio di trovare soluzioni soddisfacenti, giuste ed eque per il patrimonio ecclesiastico confiscato” permettendo così alla Chiesa Cattolica locale di “compiere la sua missione”.
Ghana. Nel discorso all’ambasciatore Geneviève D. Tsegah, il Papa ha ricordato i recenti progressi fatti dal Paese a livello economico e sociale. Ed ha elogiato la condotta pacifica e regolare delle elezioni. L’armonia etnica, ha osservato il Pontefice, “è stato un fattore importante per creare le condizioni di pace, stabilità” e progresso per tutti i cittadini. Un impegno che ha visto il contributo delle comunità cristiane locali e che ora, è stato l’auspicio del Papa, “dovrà essere coronato dalle prossime consultazioni” a livello costituzionale. Né manca di elogiare il clima favorevole alla libertà religiosa che contraddistingue il Ghana, a favore della crescita di tutte le istituzioni del Paese. E ha ribadito l’importanza della sintesi tra interessi secolari e religiosi. Si è augurato infine un corretto uso delle risorse naturali di cui il Ghana è ricco.
Belize. Il tema della libertà di culto, in un Paese diviso a metà tra cattolici e protestanti, ha catalizzato la riflessione di Benedetto XVI nel discorso all’ambasciatore Henry Llewellyn Lawrence. Tale libertà, ha affermato il Papa, è figlia dei valori cristiani sui quali è stata costruita la storia del piccolo Stato centroamericano, che conta circa 300mila abitanti. “Come ho avuto modo di constatare di recente, il diritto alla libertà religiosa è radicata nella dignità stessa della persona umana, la cui natura trascendente, non deve essere ignorata o trascurata. La libertà di religione e la libertà di culto consentono ai credenti di crescere come individui e di contribuire positivamente e pienamente alla vita del Paese in ogni ambito dell'attività umana”. Da qui l’auspicio formulato per il Belize ma valido anche per gli altri Paesi di “essere un esempio in tal senso ai suoi Paesi vicini e per coloro che cercano di ridurre le conseguenze di tali diritti e dei loro valori corrispondenti”. Benedetto XVI ha sottolineato inoltre il ruolo giocato dalla Chiesa nel campo dell’istruzione. Essa, ha affermato tra l’altro, “porta frutto quando si innesta su virtù già radicate nella famiglia”, che è il “terreno di formazione primaria per serene relazioni ad ogni livello della convivenza umana, nazionale e internazionale”. L’ultimo pensiero del Papa è stato per i giovani del Belize: grazie a una “solida fede”, oltre che all’intelligenza e alla buona volontà, saranno meglio preparati, rileva, ad assumere la leadership civica e sociale e a provvedere alla nazione un futuro “stabile, giusto e pacifico”.
Guinea Equatoriale. All’ambasciatore Narciso Ntugu Abeso Oyana, il Papa ha ricordato il contributo della Chiesa per la promozione di una società giusta e solidale che rispetti la dignità dell’uomo e l’ambiente, nella ricerca di un’equa distribuzione della ricchezza. Tutto ciò, ha rilevato, è indispensabile per rilanciare un autentico progresso sociale, che raggiunga tutti, ma soprattutto i poveri e i bisognosi, e promuova la vita, la famiglia, l’educazione e la salute di tutti senza mai dimenticare che l’uomo è stato creato a immagine di Dio.

Radio Vaticana, SIR

I discorsi integrali del Papa:

All’ambasciatore di Nuova Zelanda

All’ambasciatore di Moldova

All’ambasciatore di Ghana

All’ambasciatore di Belize

All’ambasciatore di Guinea Equatoriale

Il Papa: in Siria desiderio di un futuro migliore, i cambiamenti nel rispetto dei diritti legittimi di persone e collettività, non con la violenza

“Un esempio di tolleranza, di convivenza e di relazioni armoniose tra cristiani e musulmani. Spero che questa amicizia fra tutte le componenti culturali e religiose della nazione continui a svilupparsi, rafforzando anche l'unità fondata sulla giustizia e la solidarietà”. Così Benedetto XVI ha parlato della Siria, ricevendone in udienza il nuovo ambasciatore plenipotenziario, Hussam Edin Aala, nel discorso per la presentazione delle Lettere credenziali. “Una tale unità – ha avvertito il Pontefice - può essere costruita in modo sostenibile nel riconoscimento della centralità e della dignità della persona umana”. Di conseguenza, “è di vitale importanza privilegiare il bene comune, evitando gli interessi personali o di parte. Inoltre, il percorso di ascolto, di dialogo e di cooperazione deve essere riconosciuto quale mezzo mediante il quale le varie componenti della società possono confrontare il proprio punto di vista e costruire un consenso attorno alla verità riguardante valori o scopi specifici”. "Gli avvenimenti avvenuti nel corso degli ultimi mesi in diversi Paesi del Mediterraneo fra i quali la Siria - ha detto Benedetto XVI - sono la manifestazione del desiderio di un futuro migliore nei campi dell'economia, della giustizia, della libertà, della partecipazione alla vita pubblica. Questi avvenimenti mostrano anche l'urgente necessità di vere riforme nella vita politica, economica e sociale. Tuttavia - ha aggiunto il Papa - è fortemente auspicabile che questi cambiamenti non si realizzino in termini di intolleranza, di discriminazione o di conflitto, e ancora meno di violenza, ma in termini di rispetto assoluto della verità, della coesistenza, dei diritti legittimi delle persone e delle collettività, così come della riconciliazione. Questi principi devono guidare le autorità, tenendo conto delle aspirazioni della società civile così come delle istanze della comunità internazionale". Al tempo stesso, ha avvertito il Papa guardando alla situazione nel Medio Oriente, “va trovata una soluzione globale per far progredire la pace nella regione”. Questa soluzione, sottolinea, deve essere “il frutto di un compromesso” tra le parti e “non di una scelta unilaterale imposta con la forza”, che “non risolve nulla”. E ha rimarcato l’insufficienza delle “soluzioni parziali e unilaterali”. Coscienti delle “sofferenze di tutte le popolazioni” del Medio Oriente, ha detto il Papa, “bisogna procedere con un approccio deliberatamente globale che non esclude alcuno nella ricerca di una soluzione negoziata che tenga conto delle aspirazioni e degli interessi legittimi dei diversi popoli”. Il Pontefice non ha poi mancato di sottolineare il ruolo positivo dei cristiani nella società siriana come anche le armoniose relazioni tra cristiani e musulmani nel Paese, ribadendo che “la via dell’unità e della stabilità di ogni nazione passa dal riconoscimento della dignità inalienabile di ogni persona umana”. Di qui il richiamo a privilegiare il bene comune, lasciando da parte “gli interessi personali e di parte”. Il dialogo, l’ascolto e la collaborazione, ha continuato Benedetto XVI, devono essere riconosciuti come la via di confronto fra le diverse componenti della società. Infine, ha ringraziato il popolo siriano per aver accolto, in questi anni, i tanti rifugiati cristiani provenienti dall’Iraq.

SIR, TMNews, Radio Vaticana

All’ambasciatore di Siria presso la Santa Sede (9 giugno 2011) - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: l'ecologia umana un imperativo. Adottare uno stile di vita che rispetti l'ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie pulite

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali, gli ambasciatori di Moldova, Guinea Equatoriale, Belize, Siria, Ghana, Nuova Zelanda.
“Il primo semestre di quest'anno è stato segnato da innumerevoli tragedie che hanno colpito la natura, la tecnologia e le persone”. Ma ciò che più importa fra loro “è l’uomo”, non la tecnica, né gli interessi di parte. Inizia così, in modo molto netto, il discorso di Benedetto XVI. Il Pontefice non cita espressamente le catastrofi cui fa riferimento, peraltro impossibili da equivocare, ma afferma che “l’entità di tali disastri ci interroga”. “L'uomo, al quale Dio ha affidato la gestione della natura, non può essere dominato dalla tecnologia e diventare suo oggetto. Questa consapevolezza deve indurre gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta, sulle loro responsabilità per quanto riguarda la nostra vita e la tecnologia. L'ecologia umana è un imperativo. Adottare uno stile di vita che rispetti l'ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie pulite, rispettose del patrimonio della creazione e innocue per gli esseri umani, devono essere priorità politiche ed economiche”. È necessario “rivedere completamente il nostro approccio alla natura”, che “non è solo un divertimento o uno spazio utilizzabile”, ha insistito Benedetto XVI. Anche perché, ha asserito, in assenza di uno “stile di vita complessivo, che rispetti l'alleanza tra uomo e natura”, la famiglia umana “potrebbe scomparire”. “Tutti i governi devono impegnarsi a proteggere la natura e aiutarla a svolgere il suo ruolo essenziale nella sopravvivenza dell'umanità. Le Nazioni Unite sembrano essere la sede naturale per una simile riflessione, che non deve essere oscurata da interessi politici ed economici ciecamente partigiani, allo scopo di privilegiare la solidarietà al di là dell’interesse personale”. Soffermandosi sul ruolo della tecnologia, Benedetto XVI ha notato che lo sfruttamento delle sue capacità “va di pari passo con i disastri ecologici e sociali”. Troppo spesso si dimentica che il progresso deve andare a vantaggio del lavoro dell’uomo e non della tecnologia, che dell’uomo è una “creazione”. “Puntare tutto su di essa, o credere che essa sia la causa esclusiva del progresso, o della felicità, porta – ha detto il Papa – a una mercificazione dell'uomo”, che si ritorce contro di lui quando si accorge che le aspettative sono state mal risposte: “Basta vedere i ‘danni’ del progresso e i pericoli che fa correre all’umanità una tecnica onnipotente e in ultima analisi, non controllata. La tecnica che domina l'uomo, lo priva della sua umanità. L'orgoglio che essa genera ha portato la nostra società a un economicismo intransigente e a un certo edonismo che determina soggettivamente e egoisticamente i comportamenti”. Si dimostra dunque “urgente”, ha proseguito il Papa, che il ricercatore e lo scienziato sappiano “coniugare la tecnologia con una forte dimensione etica”, aiutando quindi la natura “a svilupparsi nella linea voluta dal Creatore”. Mentre, da parte loro, “i governi dovrebbero promuovere un umanesimo che rispetti la dimensione spirituale e religiosa dell’uomo”: “Rispettare le sue aspirazioni di giustizia e di pace permette la costruzione di una società che si promuove da se stessa, quando sostiene la famiglia o rifiuta, per esempio, il primato esclusivo della finanza. Un Paese vive della pienezza di vita dei cittadini che la compongono, ciascuno consapevole delle responsabilità proprie e della possibilità di far valere le proprie convinzioni. Inoltre, la naturale tensione verso la verità e il bene è fonte di un dinamismo che crea il desiderio di lavorare insieme per realizzare il bene comune”.

Radio Vaticana

Agli ambasciatori in occasione della presentazione collettiva delle Lettere Credenziali (9 giugno 2011) - il testo integrale del discorso del Paa

L'incontro del Papa con una rappresentanza di Rom e Sinti. Il presidente della Comunità Sant'Egidio: un fatto storico, testimonia che la Chiesa li ama

“Un evento significativo in un momento in cui tanti episodi di antigitanismo si sono manifestati in molti Paesi europei, mentre la via dell’integrazione appare la sola possibile per vivere insieme in pace e in sicurezza”. Così il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, definisce il pellegrinaggio di due giorni a Roma di una rappresentanza di 1.400 Rom e Sinti d’Europa che sarà anche ricevuta in udienza privata dal Papa sabato 11 giugno. “L’udienza dei Rom europei dal Papa – dice Impagliazzo - è un fatto altamente significativo, da un punto di vista culturale e sociale, oltre che religioso. È anche un fatto storico: per la prima volta Rom e Sinti vengono ricevuti in questa forma in Vaticano. L’udienza testimonia che la Chiesa ama i Rom, e che si impegna accanto a queste popolazioni perché vengano riconosciuti come una minoranza europea, con i loro diritti e con i loro doveri”. Sono 12 milioni in Europa i Rom, Sinti, Manuches, Kale, Yenish e Travellers d'Europa e e 170mila in Italia. Il mondo zingaro, composto da diverse etnie e si stima che comprenda circa 36 milioni di persone sparse in tutto il mondo e conosciute con il termine generico “Zingari”. L'organizzazione di questo pellegrinaggio è curata dal Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, in collaborazione con la Fondazione CEI “Migrantes”, la diocesi di Roma e la Comunità di Sant’Egidio.

SIR

ROM E SINTI - Non senza di loro: l'11 giugno una rappresentanza incontrerà Benedetto XVI