giovedì 12 luglio 2012

Barenboim: l'incontro con il Papa estremamente importante, gratificati e spronati a proseguire nel cammino per testimoniare che la pace è possibile

Daniel Barenboim (nella foto con Benedetto XVI) ha espresso "grande soddisfazione per il nuovo incontro con il Papa, dopo quello di Milano" alla Scala in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. In un colloquio con L'Osservatore Romano dopo il concerto diretto ieri a Castel Gandolfo alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il maestro israelo-argentino ha precisato che si è trattato di "due momenti diversi, perché a Milano il Papa, venendoci a trovare alla Scala, non solo ci ha fatto un grande onore, ma ha anche dato un segno preciso dell'importanza che lui dà alla cultura in generale e alla musica in particolare. Oggi invece siamo stati noi a venire da lui e lui ci ha accolto con tanta simpatia e con tanto affetto". "Per la nostra orchestra, formata, come si sa, da tanti giovani appartenenti a credi diversi ma uniti dalla ferma volontà di testimoniare come si possa costruire la pace sostenuti dalla forza della fede - ha detto ancora Barenboim - quest'incontro con Benedetto XVI è stato estremamente importante. Ci sentiamo gratificati e spronati a proseguire nel nostro cammino per testimoniare che la pace è possibile. E poi sappiamo che c'è anche la musica a unirci con il Papa. Siamo a conoscenza della sua passione per il pianoforte e ci hanno detto che lo suona anche molto bene. Soprattutto quando è qui a Castel Gandolfo".

TMNews

Il primo fine settimana di settembre a Castel Gandolfo il tradizionale incontro del Papa con i suoi ex allievi, quest'anno a confronto sull'ecumenismo

Fedele a una tradizione che dura da oltre 40 anni, istituita quand’era professore di Teologia a Ratisbona, e come avviene ogni anno dall’inizio del suo Pontificato, Benedetto XVI ritroverà il il primo fine settimana di settembre a Castel Gandolfo un gruppo di suoi ex-allievi, il "Ratzinger Schuelerkreis", che quest’anno si confronterà sul tema dell’ecumenismo come riferisce l’agenzia francofona I.Media. I circa 30 membri del "Ratzinger Schuelerkreis", in gran parte provenienti dai Paesi di lingua tedesca, si dedicheranno in particolare ai risultati ottenuti in materia di ecumenismo e alle questioni ancora in discussione con le chiese evangeliche e gli anglicani. Farà da riferimento il libro intitolato "Raccogliere i frutti", pubblicato nell’ottobre 2009 dal cardinale tedesco Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani. Gli incontri fra il prof. Ratzinger e i suoi ex allievi risalgono al 1970, quando era docente a Ratisbona. Sono poi proseguiti quando Joseph Ratzinger è diventato arcivescovo di Monaco e successivamente prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Anche dopo l’elezione al Soglio di Pietro nel 2005, Papa Ratzinger ha mantenuto questa tradizione, invitando i suoi ex allievi a riunirsi a Castel Gandolfo alla fine di agosto, inizio di settembre. Il tema dell’anno scorso era stato quello della nuova evangelizzazione.

Vatican Insider

Napolitano: una delle componenti più belle del mio mandato il rapporto con Benedetto XVI, grande affinità, reciproco rispetto e amicizia schietta

Daniel Barenboim lo ha indicato come "l'architetto" del concerto offerto al Papa, ieri sera a Castel Gandolfo e lui, il presidente della Repubblica Giorgo Napolitano spiega, in un'intervista a L'Osservatore Romano, il retroscena dell'evento che ha portato l'orchestra multiculturale del maestro israelo-argentino, la West-Eastern Divan Orchestra, ad eseguire due sinfonie di Beethoven davanti a Benedetto XVI. "Da molti anni conosco e intrattengo un rapporto fatto di ammirazione e di amicizia profonda con il maestro Barenboim", spiega Napolitano. "Conosco bene anche la sua orchestra di giovani. Anzi sono stato molto lieto di devolvere il premio Dan David che mi è stato conferito il 15 maggio 2011 a Tel Aviv (una borsa da un milione di dollari, ndr) a questa orchestra per aiutarla a consolidare e a sviluppare la sua attività nel mondo. Ho visto immagini meravigliose dei loro concerti nel mondo. Mi ha molto colpito il concerto che hanno tenuto a Ramallah: incredibile come questi ragazzi riescano ad affratellare tanti giovani diversi, come la musica dia quello che purtroppo ancora oggi i Governi e la politica non riescono a dare, cioè un senso di pace, di partecipazione, di condivisione di valori comuni che parlano di solidarietà, di spiritualità. Valori che potrebbero veramente facilitare la soluzione di un annoso e drammatico problema come quello del rapporto tra israeliani e palestinesi. Dunque il Papa doveva conoscere questa realtà". Quando ha maturato l'idea di farli incontrare? "Qualche tempo fa - prosegue Napolitano - ho avuto occasione di parlargli personalmente di questa orchestra di giovani, del messaggio che portavano nel mondo. Il Pontefice ha mostrato di comprenderne immediatamente l'importanza, ha voluto saperne di più. E poi il grande dono. Il dono che lui ha fatto a questi giovani accogliendoli in casa. Anche per il maestro Barenboim è stato un grande regalo. Sono rimasti profondamente toccati da tanta sensibilità". "Sono trascorsi sei anni dall'inizio del mio mandato. A maggio è iniziato l'ultimo dei sette previsti. Non esito a confessare che una delle componenti più belle che hanno caratterizzato la mia esperienza è stato proprio il rapporto con Benedetto XVI". "Abbiamo scoperto insieme una grande affinità, abbiamo vissuto un sentimento di grande e reciproco rispetto. Ma c'è di più, qualcosa che ha toccato le nostre corde umane. E io per questo gli sono molto grato. Oggi, per esempio, abbiamo trascorso un momento insieme caratterizzato proprio da tanta semplice umanità. Abbiamo passeggiato, parlato come persone che hanno un rapporto di schietta amicizia, con tutta la deferenza che io ho per lui e per il suo altissimo ministero, per la sua altissima missione". Il presidente della Repubblica traccia un parallelo tra il proprio ruolo alla guida delle istituzioni repubblicane italiane e quello del Papa guida della Chiesa Cattolica mondiale. "Ci sentiamo in un certo senso vicini, anche perché chiamati a governare delle realtà complesse. Il Papa naturalmente, oltre a essere un 'capo di Stato', è anche e soprattutto guida della Chiesa universale. Io mi trovo al vertice delle istituzioni della Repubblica italiana in un momento molto, molto difficile. E' necessario far prevalere in qualsiasi contesto delle forti motivazioni di serenità, di pace, di moderazione. Ecco, io sento molto questa mia missione di moderatore: e cosa dire della analoga missione che spetta al Pontefice?". "Io credo - afferma ancora Napolitano - intanto che i continui appelli del Papa alla pace siano accolti e condivisi da tantissima gente in tutto il mondo. Naturalmente le esortazioni alla pace, soprattutto in aree come il Medio Oriente, si scontrano con un certo incancrenimento di conflitti e di contrasti. Come sempre accade quando passano decenni e decenni senza riuscire a trovare una soluzione, c'è qualcosa che poi si trasforma in incrostazione molto dura da sciogliere. Ciascuno di noi fa quello che può e il Pontefice può fare molto con la sua ispirazione, con la costanza della sua azione. Questo è almeno quello che mi auguro". "Non dimenticherò mai il messaggio che ci ha rivolto in occasione delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia: lo porto e lo porterò sempre con me come retaggio del mio mandato presidenziale". "Ci si poteva aspettare certo un messaggio cordiale, formale, ma non tanto impegnativo come invece sono state le sue parole e anche il suo giudizio storico. E questo dimostra veramente come in Italia lo Stato e la Chiesa, il popolo della Repubblica e il popolo della Chiesa, siano così profondamente e intimamente uniti".

TMNews

Intervista al presidente Napolitano: il mio amico Benedetto XVI

Prorogata di qualche giorno la custodia cautelare di Paolo Gabriele. Prossima settimana i cardinali della Commissione riferiranno a Benedetto XVI

Scadono oggi i termini per la custodia cautelare dell'ex-maggiordomo di Papa Benedetto XVI, Paolo Gabriele (foto). Ma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha annunciato oggi che il giudice istruttore vaticano, Piero Antonio Bonnet, ha deciso di prorogare la custodia ''per alcuni giorni'' in attesa della conclusione delle indagini, che dovrebbe avvenire tra una decina di giorni. La custodia cautalare può essere prorogata fino a 50 giorni oltre i 50 giorni iniziali. ''Con la fine della fase degli interrogatori formali - ha spiegato ancora Lombardi - il giudice disporrà la fine della custodia cautelare'' e, a seconda della decisione o meno sul rinvio a giudizio dell'ex aiutante da camera del Pontefice, potrà decidere per gli arresti domiciliari o altri provvedimenti. Dopo la fine delle indagini, Bonnet avrà bisogno di qualche giorno per ''preparare la sentenza'', mentre ''un eventuale processo andrebbe dopo l'estate''. Nell'ambito dell'indagine sul caso Vatileaks ''nessuna rogatoria è stata fatta in Italia''. Paolo Gabriele è ''sereno'' e ''trova conforto nella preghiera''. Lo ha detto il suo avvocato, Carlo Fusco, secondo quanto riferito da padre Lombardi. La stampa aveva scritto a più riprese nei giorni scorsi che le condizioni psicologiche di Gabriele erano preoccupanti. ''Ho avuto informazioni tranquillizzanti sulla sua condizione - ha detto Lombardi -. La sua situazione non è preoccupante dal punto di vista della salute e della psicologia''. La Commissione cardinalizia creata da Benedetto XVI e presieduta dal card. Julian Herranz per investigare sul caso Vatileaks riferirà al Papa la prossima settimana. ''La Commissione - ha detto Lombardi - prevede di concludere il suo lavoro di audizioni e di preparazione di un primo rapporto questa settimana. Si può prevedere che la commissione incontri il Papa la settimana prossima''.

Asca

Conversazione familiare ieri durante la cena tra il Papa e il presidente della Repubblica. Intervista di Napolitano a 'L'Osservatore Romano'

Quella di ieri sera a Castel Gandolfo tra Papa Benedetto XVI e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (foto) è stata una ''cena serena'', durata circa ''un'oretta'' e durante la quale si è svolta una ''conversazione familiare''. Lo ha riferito oggi il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, anticipando che il capo dello Stato ha concesso un'intervista a L'Osservatore Romano che verrà pubblicata nel numero in edicola questo pomeriggio. Napolitano ha assistito ieri pomeriggio ad un concerto con Benedetto XVI, accompagnato dalla moglie Clio.

Asca

A Castel Gandolfo Benedetto XVI lavora al terzo volume su Gesù di Nazaret. Spazio anche ai discorsi per il Libano e all'Esortazione sul Medio Oriente

Papa Benedetto XVI, nei suoi primi giorni di riposo a Castel Gandolfo ''ha ripreso a lavorare per concludere il suo libro su Gesù''. Lo ha detto in un briefing il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Papa Ratzinger ha già pubblicato due volumi su ''Gesù di Nazaret'' e adesso sta preparando un terzo tomo, dedicato ai Vangeli dell'infanzia. La conclusione del libro su Gesù ''è un primo obiettivo che si pone'', secondo Lombardi. Ma il Pontefice nelle prossime settimane di 'ferie' intende lavorare sull'"Esortazione Apostolica post-sinodale sul Medio Oriente'' e sta ''preparando i discorsi del suo prossimo viaggio in Libano'', oltre a riflettere sull'Anno della fede, che avrà inizio l'11 ottobre, e sull'anniversario del Concilio Vaticano II di cui, sempre a ottobre, ricorreranno i 50 anni dall'apertura. Il religioso non ha escluso che il Pontefice possa anche scrivere una nuova lettera ai vescovi del mondo sulla questione dei lefebvriani. "Lo abbiamo visto farlo - ha ricordato - dopo la remissioni delle scomuniche, come espressione di una personale gestione spirituale della vicenda. Se vorrà fare lo stesso, sarà per tutti un segnale spirituale e di orientamento. Abbiamo visto che è capace di farlo".

Asca, Agi

A Econe capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X. Franca cordialità nei colloqui sullo stato delle relazioni con la Santa Sede

I lefebvriani sono riuniti da lunedì a sabato prossimo nel loro capitolo generale di Econe (Svizzera) e in questa occasione, spiega un comunicato dei tradizionalisti, il superiore, mons. Bernard Fellay (foto), espone "lo stato delle relazioni della Fraternità San Pio X con Roma" e raccoglie "l'opinione dei capitolari su questo tema. I colloqui - precisa il comunicato - si svolgono in un'atmosfera fraterna, pregna di franca cordialità".

TMNews

L'ex assistente di camera del Papa Paolo Gabriele verso gli arresti domiciliari: piena confessione. Venne aiutato da due laici e un giornalista amico

Il "corvo" Paolo Gabriele (foto), l’ex assistente di camera di Benedetto XVI, si trova da 50 giorni in custodia cautelare in una piccola cella della gendarmeria vaticana Potrebbe uscire presto, i cardinali parlano di una sua "piena confessione". Al cinquantesimo giorno di detenzione dell’ex maggiordomo papale, il quadro di Vatileaks sembra ormai completo. La sua ultima confessione è ritenuta "soddisfacente" e Paolo Gabriele potrebbe ottenere presto gli arresti domiciliari. Per lui, dopo una sempre più probabile perizia psichiatrica, si profila il rinvio a giudizio e una condanna mite per aver trafugato le carte segrete dall’Appartamento papale. Nel furto di documenti riservati, però, Gabriele sarebbe stato aiutato da due dipendenti laici della Segreteria di Stato e da un giornalista amico. Appare quindi imminente la decisione sul destino processuale del "corvo", arrestato il 23 maggio scorso. Proprio oggi scadono i termini della custodia cautelare. Ma oltre che sull’attività dei magistrati, l’attenzione si concentra sulle testimonianze acquisite attraverso le audizioni della Commissione cardinalizia presieduta dal card. Julian Herranz. I risultati di questo lavoro specifico saranno sintetizzati entro due settimane nel rapporto conclusivo che verrà presentato a Joseph Ratzinger. Parallelamente all’indagine dei tre porporati Herranz, Tomko e De Giorgi, i magistrati vaticani hanno scandagliato la documentazione sequestrata in casa all’ex maggiordomo. È in via di completamento l’opera di riscontro e verifica con l’ascolto di persone sentite anche nell’ambito del procedimento della commissione cardinalizia. Il fatto di essere ascoltati come persone informate non significa essere sospettati di qualcosa, però alcune certezze sono state ormai raggiunte. Dagli interrogatori è emerso il quadro delle persone con cui il maggiordomo del Papa aveva contatti. Ci si è mossi, comunque, nell’ambito vaticano, e finora non è stato utilizzato lo strumento della rogatoria internazionale con l’Italia. Nel corso dell’inchiesta sono state acquisite le testimonianze anche di altre persone, tra le quali potrebbero esserci i nuovi indagati. Il giudice istruttore Piero Antonio Bonnet ha ultimato nei giorni scorsi gli interrogatori "formali" e, secondo quanto si apprende in Curia, ciò che ha in mano gli consentirà di sciogliere presto la sua riserva sulla richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Gabriele. Considerato che la collaborazione dell’ex maggiordomo ha consentito alla magistratura della Santa Sede di definire complicità e circostanze della sottrazione delle carte riservate dall’appartamento di Benedetto XVI, non dovrebbe essere necessario prorogare la custodia cautelare, che secondo la procedura penale del Vaticano potrebbe durare fino a cento giorni. L’iter giuridico appare insomma definito. Ci si aspetta la chiusura formale della fase istruttoria tra luglio e agosto, con conseguente comunicazione da parte del giudice Bonnet circa il rinvio a giudizio o il proscioglimento di Gabriele. "Se si arriverà a un formale dibattimento pubblico - puntualizza il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi - questo si svolgerà dopo l’estate, non prima di ottobre". Intanto, anche in ragione della collaborazione offerta dall’ex maggiordomo ("Collaborazione ora piena", si sottolinea), si rafforza l’ipotesi che, a al termine del processo, il Papa lo potrebbe beneficiare con un provvedimento di grazia. La detenzione preventiva in un minuscola cella della Gendarmeria, dove è costantemente sotto l’occhio di una telecamera di sorveglianza, ha però prostrato psicologicamente l’ex aiutante di camera del Pontefice. Ultimamente l’uomo denota comportamenti ossessivi, quasi a far ritenere che sia stato fatto oggetto nel tempo di un "lavaggio del cervello". Qualcuno azzarda addirittura l’ipotesi che Paolo Gabriele sia rimasto vittima di una setta integralista: lo avrebbero convinto che la sua infedele condotta avrebbe giovato in una qualche fantomatica forma alla causa della fede.

Giacomo Galeazzi, La Stampa

Associazione patriottica: Santa Sede non favorisce l'unità e il sano sviluppo della Chiesa in Cina. Vescovo ausiliare di Shanghai recluso e indagato

L'Associazione Patriottica critica e il Consiglio dei vescovi cinesi rispondono alla nota della Santa Sede sull'ordinazione illecita di padre Yue Fusheng di Harbin. In un comunicato, diffuso ieri, le autorità cinesi sottolineano che il documento vaticano "non favorisce l'unità, la comunione e il sano sviluppo della Chiesa in Cina". A differenza delle dichiarazioni ostili pubblicate il 4 luglio dall'Ufficio per gli Affari religiosi (State Administration for religious Affair, Sara), il comunicato dell'AP utilizza parole e toni più pacati, senza menzionare la parola "scomunica". Fonti della Chiesa Cattolica in Cina definiscono il documento "pretestuoso" e atto a "confondere i lettori". La dichiarazione parla delle qualità di padre Yue come sacerdote, sottolineando che il prete era già stato scelto come candidato vescovo nel 1999 e riproposto come tale lo scorso 16 maggio. Nella sua nota, la Santa Sede affermava invece che padre Yue era stato informato che "egli non poteva essere approvato dal Papa come candidato vescovo. In diverse occasioni gli era stato chiesto di non accettare l'ordinazione episcopale senza il mandato pontificio". Per le fonti, ciò non ha nulla a che fare con la sua dedizione al lavoro pastorale o all'essere considerato o meno un possibile candidato vescovo. Molti prelati che hanno partecipato all'ordinazione illecita di Harbin hanno espresso il proprio dolore e tristezza. "I fedeli della Chiesa ufficiale di Harbin - sottolinea una fonte locale - sono delusi e tristi di avere un leader debole e scomunicato dal Vaticano". Nel suo comunicato, l'AP afferma che una diocesi senza vescovo rallenta lo sviluppo della Chiesa, e il Consiglio dei vescovi farà di tutto per formare e selezionare i canditati e guidarli attraverso il processo di elezione e ordinazione. Ma secondo le fonti, il fine dell'AP è confondere i fedeli e sottolineano che la scelta del vescovo deve essere la cosa più importante, anche se la diocesi è vacante. "Un buon prelato - affermano - deve essere pronto a difendere la Chiesa e i suoi fedeli". Riprendendo il comunicato della Sara, l'ultimo punto del documento, afferma che i vescovi in Cina godono dello stesso rispetto che ha nei loro confronti la Chiesa universale. Per le fonti i prelati sono tali "solo se sono approvati dal Papa e difendono il principio della Chiesa. una, santa, cattolica e apostolica". In una nota di ieri l'Associazione patriottica e il Consiglio dei vescovi cinesi hanno confermato che mons. Thaddeus Ma Daqin, vescovo ausiliare di Shanghai, è indagato per aver violato "in modo grave" il regolamento sulle ordinazioni episcopali in Cina. Tuttavia, il documento non spiega in quali termini mons. Ma Daqin avrebbe violato la norma. Inoltre, fonti cattoliche di AsiaNews ad Harbin (Heilongjiang) riferiscono che due sacerdoti della Chiesa ufficiale sotto il controllo del governo stanno avendo problemi con le autorità religiose locali, per essersi opposti all'ordinazione illecita del 6 luglio scorso. Secondo quanto si legge nel sito ufficiale del Consiglio dei vescovi cinesi, la nota di oggi su mons. Ma dice: "Sui quesiti sollevati nei giorni scorsi circa le regole [da seguire] per l'ordinazione del vescovo coadiutore di Shanghai, il portavoce del Consiglio dichiara: il 7 luglio, le azioni del vescovo coadiutore della diocesi di Shanghai hanno violato in modo grave il regolamento sull'ordinazione episcopale del Consiglio dei vescovi in Cina". Per questo, prosegue, "il Consiglio sta indagando e valutando il caso". Intanto, mentre i media internazionali continuano a concentrarsi sul "riposo" di mons. Ma, la diocesi di Shanghai rompe il silenzio e annuncia sul proprio sito che il vescovo è in "ritiro personale", negando "tutte le accuse che lo indicano detenuto, agli arresti domiciliari o scomparso", che sono "soltanto pettegolezzi". Tuttavia, il messaggio non si riferisce a lui come "vescovo" ma solo come "Ma Daqin". La nota di Shanghai, apparsa sotto il nome di "portavoce della diocesi di Shanghai", sottolinea che "Ma in persona ha richiesto e ottenuto il consenso del vescovo Aloysius Jin Luxian [per andare in ritiro]. Dall'8 luglio scorso, egli è in ritiro al santuario di Sheshan, dove spera di non essere disturbato". "Dispiace" alla Santa Sede che "proprio dopo un'ordinazione episcopale che per noi è stata fonte di gioia e di soddisfazione" ora "si sia creata una situazione anomala" ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, a commento della reclusione del vescovo cinese. Interpellato dai cronisti nel corso di un briefing, il gesuita ha precisato: "Non abbiamo una comunicazione diretta con lui e non abbiamo informazioni specifiche". Ad AsiaNews i webmaster di alcuni siti cattolici della Cina continentale hanno detto che da ieri funzionari religiosi li hanno avvertiti di cancellare ogni notizia legata all'ordinazione di mons. Ma. Nei giorni scorsi, le discussioni e i commenti apparsi su vari forum online e di gruppi cattolici sono stati molto attivi, in particolare nell'esprimere sostegno alla coraggiosa azione di mons. Ma, e nell'esortare gli altri vescovi di seguire il suo esempio. Tuttavia, altri hanno espresso disaccordo circa la mossa del vescovo.

AsiaNews, TMNews