lunedì 12 gennaio 2009

Il card. Bertone in partenza per il Messico per l'Incontro Mondiale delle Famiglie: il nucleo familiare come risposta alla crisi

Il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), Segretario di Stato, ha affermato questo lunedì prima di imbarcarsi sul volo che lo porterà in Messico che il VI Incontro Mondiale delle Famiglie sarà una piattaforma per presentare il nucleo familiare come risposta alla crisi globale. Per questo, in un incontro con un piccolo gruppo di giornalisti del Messico e dell'America Latina, il legato di Benedetto XVI all'incontro che riunirà più di un milione di persone ha affermato che è necessario riconoscere i diritti della famiglia. Il card. Bertone ha parlato della grave situazione economica che affligge tutto il mondo. “La Chiesa si preoccupa e il Papa ha lanciato diversi messaggi. Anche in occasione delle feste natalizie ha parlato di impegni di sobrietà e di solidarietà, che coinvolgano tutti, in modo da non scaricare, non delegare solo alle autorità politiche o economiche, finanziarie, ai governatori delle banche centrali, il compito di affrontare questa crisi. Tocca tutti e ci tocca tutti personalmente. Proprio in questo ambito preciso della sobrietà e della solidarietà”. “In questo nostro tempo c'è una deriva a favore dei diritti individuali, come diritti assoluti, senza tener conto della fondatezza dei diritti individuali come diritti naturali, come diritti fondati sulla natura dell'uomo e della donna”, ha osservato il card. Bertone. “Papa Giovanni Paolo II aveva il progetto di scrivere un'Enciclica sulla legge naturale - ha rivelato -, come piattaforma, come denominatore comune per dialogare con tutte le culture e permettere quindi una base antropologica salda ai diritti, senza nascondere i doveri”. “Quindi, ai diritti sono corrispondenti i doveri - ha aggiunto -. Se abbiamo celebrato il 60.mo della Dichiarazione universale dei diritti umani, dovremmo pensare ad una Carta dei doveri dell'Uomo e della Donna, e dei doveri delle istituzioni: delle istituzioni religiose e delle istituzioni pubbliche”. Bertone ha quindi ricordato il card. Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, morto lo scorso aprile, che “ha lavorato tanto per elaborare a livello socio-politico una Carta dei diritti della famiglia”. “Ora, si accentuano molto i diritti individuali - puramente individuali e non si riconoscono i diritti della famiglia, come cellula portante, viva della società, e come cellula intermedia tra l'individuo e lo Stato, e le società intermedie e lo Stato”. Questa mentalità spiega il motivo per il quale, anche in Paesi a grande maggioranza cattolica, vengono approvate leggi “che sono contrarie a quello che chiamavo prima la 'legge naturale', il 'diritto naturale', e quindi i diritti della famiglia come unione tra uomo e donna”. Per questo motivo, il cardinale considera che la Chiesa, e in particolare l'Incontro Mondiale delle Famiglie, deve “'coscientizzare' anche gli uomini politici: gli uomini politici cattolici, ma non solo gli uomini politici cattolici”. Parlando della crisi sia economica che della famiglia, il porporato ha affrontato anche la difficile situazione degli immigrati, soprattutto nel contesto del continente americano. Bertone ha indicato che c'è una collaborazione tra le Conferenze Episcopali di Stati Uniti, Messico e Cuba con la Santa Sede per cercare di “influire sui rispettivi Stati, sulle autorità politiche in modo da affrontare più positivamente il problema, il problema degli immigrati”.
Il Segretario di Stato sarà ricevuto durante il suo soggiorno, tra gli altri, dal Presidente della Repubblica, Felipe Calderón, nella residenza ufficiale di Los Pinos.
Il porporato chiuderà il 16 gennaio il Congresso teologico-pastorale del VI Incontro Mondiale delle Famiglie con la conferenza “Famiglia, giustizia e pace” nel Centro dell'ExpoBancomer della capitale messicana. La sera di sabato 17 gennaio presiederà un incontro di festa e testimonianza presso la Basilica di Guadalupe. La mattina di domenica 18 presiederà la Messa di chiusura dell'Incontro delle Famiglie, sempre sulla spianata del santuario guadalupano. L'atto sarà seguito da Roma dal Papa attraverso il video. Il programma del card. Bertone includerà una visita lunedì 19 gennaio a Querétaro, dove incontrerà i rappresentanti del mondo della cultura e dell'istruzione in Messico. Il viaggio del Segretario di Stato vaticano si concluderà il 20 gennaio.

Satanismo e pedofilia del clero tra i "delitti riservati alla Santa Sede". Il super lavoro della Penitenzeria Apostolica

La Penitenzeria Apostolica è oberata di lavoro. Il motivo? Vi sono cinque grandi peccati che, per essere assolti, necessitano di una speciale dispensa papale. E le richieste sono migliaia. Rubare ostie consacrate per usarle in riti satanici; violare il segreto della confessione; commettere peccati sessuali da parte di un ecclesiastico o di una religiosa, a partire dalla pedofilia; abortire o rendersi corresponsabile dell'interruzione volontaria della gravidanza; aggredire o offendere la persona del Papa. Sono tutti "Delitti riservati alla Santa Sede", che per essere assolti devono essere analizzati dalla Penitenziaria Apostolica, con massimo riservo e discrezione, da un "ministero" di competenza è chiamato giorno dopo giorno a far fronte ad un superlavoro per rispondere alle richieste di "assoluzione e perdono" inviate da preti e vescovi di tutto il mondo. La notizia è riportata quest'oggi da La Repubblica che scrive "Numeri non ne possiamo fare, ma posso assicurare - ammette monsignor Girotti - che è un lavoro costante e molto rilevante". Ogni pratica viene evasa nel giro di una giornata. "Anche se ci possono essere casi che richiedono più sedute e doverosi approfondimenti per meglio verificare se il pentimento è autentico, spontaneo e sincero".

Il Vaticano parla piemontese

di Giacomo Galeazzi
La Stampa


La Curia parla sempre più piemontese. Dal «premier» della Santa Sede Tarcisio Bertone (di Romano Canavese) al governatore vaticano Giovanni Lajolo (Novara), dal Decano del Sacro Collegio Angelo Sodano (Isola d’Asti) al portavoce papale Federico Lombardi (Saluzzo), dal sottosegretario Cei Mauro Rivella (Moncalieri) al «sindaco» d’Oltretevere Renato Boccardo (Sant’Ambrogio), dal rappresentante all’Onu Celestino Migliore (Cuneo) al delegato pontificio a Strasburgo Aldo Giordano (Cuneo), dall’arciprete torinese della basilica di San Paolo Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, al vicecamerlengo Paolo Sardi (Ricaldone), dal sottosegretario al Clero Giovanni Carrù (Torino) al presidente della commissione episcopale per i Problemi sociali Arrigo Miglio (San Giorgio Canavese), dal nunzio apostolico in Italia Giuseppe Bertello (Foglizzo) al presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica Francesco Marchisano (Racconigi). Mai come oggi i vertici della Chiesa sono «made in Piemonte». Benedetto XVI ha tra i suoi più stretti collaboratori cardinali, vescovi e prelati arrivati nella città eterna dalle otto province sabaude. Una presenza capillare e senza eguali che svaria dal collegio cardinalizio (Francesco Marchisano, Giovanni Canestri, Carlo Furno, Lorenzo Antonetti, Giovanni Cheli, Carlo Maria Martini, Giovanni Coppa), alla Segreteria di Stato, dalle commissioni Cei (Luciano Pacomio alla Dottrina della fede, Renato Corti alla Vita consacrata, Piergiorgio Debernardi all’Ecumenismo, Enrico Masseroni all’Educazione cattolica) ai nunzi apostolici.Un’«occupazione» delle Sacre Stanze che trae origine da diocesi-fucine di carriere ecclesiastiche. «Dove si sono fermati i bersaglieri di Porta Pia, si sono spinti i monsignori piemontesi», sorridono al Palazzo Apostolico. «Sono il frutto del cattolicesimo sociale sabaudo, l’ondata verso Roma di una regione fino a pochi decenni fa ricchissima di vocazioni- spiega Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano- La massiccia presenza in Curia di ecclesiastici piemontesi nasce da un fenomeno storicamente rilevante che per tutto il Novecento portava le diocesi del Piemonte a mandare a studiare a Roma i seminaristi migliori. Molti di loro restavano al servizio della Santa Sede e ora li troviamo nella cabina di regia della Chiesa, molto apprezzati da un autentico uomo d’apparato come Joseph Ratzinger». Una «piemontesizzazione» dei dicasteri vaticani e della diplomazia d’Oltrevere condotta nel segno dell’astigiano Don Bosco. «L’influenza sabauda in Curia è cresciuta di pari passo con la ramificazione in Vaticano della presenza salesiana - analizza la torinese Lucetta Scaraffia, storica del cristianesimo, membro del Comitato nazionale di bioetica ed editorialista dell’Osservatore Romano - Da quando Pio XI li valorizzò per il carattere fattivo e pragmatico del loro ordine, i salesiani, che si aiutano molto fra di loro, hanno allargato le loro competenze dalle attività sociali e dalla formazione dei giovani agli incarichi di responsabilità nelle congregazioni e all’impegno intellettuale. Non a caso oggi il bibliotecario del Vaticano è il cardinale Farina, un salesiano, cosa impensabile fino a poco tempo fa». A rendere particolarmente adatti i presuli sabaudi alla cooptazione nel «Gotha» ecclesiastico è l’innata identificazione con l’istituzione. «Più delle altre regioni, noi piemontesi abbiamo un radicato senso istituzionale - puntualizza Scaraffia- Gli ecclesiastici approdati in Vaticano dal Piemonte si sono sentiti subito parte della Santa Sede. Noi che abbiamo avuto una monarchia, avvertiamo spontaneamente, per tradizione e radici, il legame con l’istituzione». Una «risorsa» nella Chiesa di Wojtyla e Ratzinger, insomma. «Nel momento in cui la Chiesa è stata in crisi le peculiarità piemontesi sono risultate premianti - osserva Scaraffia - Per superare i tormenti postconciliari dell’istituzione-Chiesa servivano profili istituzionali garantiti, prelati capaci di essere fedeli e di apprezzare l’istituzione in un momento in cui non era molto accreditata». L’arcidiocesi di Torino vanta il primato regionale per numero di esponenti del proprio clero arrivati a indossare le vesti purpuree e violacee (Mana, Fiandino. Micchiardi, Maritano, Sibilla, Chenis, Martini, Lanzetti, Ellena, Marchisano, Giovenale). Ben rappresentata da propri «figli» nel collegio episcopale è anche la diocesi di Novara (Zaccheo, Masseroni, Ciocca Vasino, Moretti, Antonetti, Lajolo). «Fabbriche» vescovili e cardinalizie sono pure le diocesi di Ivrea (Bertello, Miglio, Debernardi, Bertone , Careggio), Alessandria (Badini Confalonieri, Canestri, Pasqualotto), Cuneo (Guerrini, Migliore). Stessa «vocazione curiale» per Alba, Asti, Vercelli, Casale Monferrato, Mondovì, Biella, Acqui, Saluzzo, Susa e Pinerolo. «Il filo che tiene unite tante personalità diverse per temperamento e storia personale è la comune radice del cattolicesimo sociale piemontese, quello di Cottolengo, don Bosco e Cafasso- sottolinea padre Federico Lombardi, Assistente generale dei gesuiti, nonché direttore di Radio Vaticana, Sala Stampa Vaticana e Centro televisivo Vaticano (Ctv)-. E’ la fede dei grandi apostoli della misericordia come don Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della divina provvidenza e della Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, che iniziò occupandosi di gioventù e assistenza ai poveri e poi di problemi sociali ed ecclesiali. Oggi l’istituto da lui fondato conta 1.035 religiosi: tre vescovi, 751 sacerdoti, 65 fratelli, 7 eremiti. E svolgono la loro opera in 269 località in 30 nazioni». Simbolo del «cattolicesimo del fare» di marca piemontese.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=98&ID_sezione=&sezione=

Inizia oggi il Tempo ordinario dell'Anno liturgico. Il Papa: ci invita a vivere in quotidiana amicizia con Gesù

La Chiesa entra oggi nel Tempo ordinario. Dopo la celebrazione del Natale i cristiani sono chiamati a far entrare nella vita ordinaria lo straordinario mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio. Madre Teresa di Calcutta diceva che la santità è vivere le piccole cose ordinarie di tutti i giorni con straordinario amore. Benedetto XVI così spiega la particolarità del Tempo ordinario dell'Anno liturgico: “La bellezza di questo tempo sta nel fatto che ci invita a vivere la nostra vita ordinaria come un itinerario di santità, e cioè di fede e di amicizia con Gesù, continuamente scoperto e riscoperto quale Maestro e Signore, Via, Verità e Vita dell'uomo” (Angelus, 15 gennaio 2006). Nel Vangelo odierno c’è l’esortazione di Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». San Francesco d’Assisi affermava che nella fede siamo sempre tutti principianti perché ogni giorno bisogna ricominciare da capo e dire sì a Cristo: è riscoprire tutti i giorni la gioia di cercarlo e di trovarlo: “La gioia più vera, infatti, sta nel rapporto con Lui incontrato, seguito, conosciuto, amato, grazie ad una continua tensione della mente e del cuore. Essere discepolo di Cristo: questo basta al cristiano. L'amicizia col Maestro assicura all'anima pace profonda e serenità anche nei momenti bui e nelle prove più ardue. Quando la fede si imbatte in notti oscure, nelle quali non si ‘sente’ e non si ‘vede’ più la presenza di Dio, l'amicizia di Gesù garantisce che in realtà nulla può mai separarci dal suo amore (cfr Rm 8, 39)” (Angelus, 15 gennaio 2006). Il Tempo ordinario ci invita così a riprendere, all'inizio di un nuovo anno, un cammino di fede mai concluso nella ricerca di Cristo, sorgente inesauribile di verità e di vita: “Per il credente è sempre un'incessante ricerca e una nuova scoperta, perché Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre, ma noi, il mondo, la storia, non siamo mai gli stessi, ed Egli ci viene incontro per donarci la sua comunione e la pienezza della vita. Chiediamo alla Vergine Maria di aiutarci a seguire Gesù, gustando ogni giorno la gioia di penetrare sempre più nel suo mistero” (Angelus, 15 gennaio 2006).

La commozione del Papa per la scomparsa del card. Pio Laghi: ha svolto un generoso servizio alla Santa Sede

Cordoglio di Benedetto XVI per la scomparsa del card. Pio Laghi (foto), avvenuta ieri. "La triste notizia della scomparsa del vostro caro zio cardinale Pio Laghi - scrive il Pontefice in un telegramma indirizzato ai nipoti del porporato - ha suscitato viva commozione nel mio animo nel grato ricordo del suo lungo e generoso servizio alla Santa Sede in particolare come rappresentante pontificio in diversi paesi e come Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica". Il Papa esprime infine "sentita partecipazione" per il lutto. Le esequie del card. Laghi si terranno domani, alle 11, nella Basilica di San Pietro, e saranno presiedute dal card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Al termine della Santa Messa, il Papa scenderà in Basilica per presiedere il rito dell'Ultima Commendatio e della Valedictio.

Coraggio, coesione e solidarietà contro la crisi economica: le parole di Alemanno, Marrazzo e Zingaretti a Benedetto XVI

Contro la crisi economica serve coraggio, coesione, ma soprattutto solidarietà: è questo il messaggio mandato dal Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, dal Sindaco di Roma Gianni Alemanno (nella foto con Benedetto XVI) e dal Presidente della Provincia Nicola Zingaretti, durante l’udienza degli amministratori locali con Papa Benedetto XVI. “La crisi in atto può insegnarci molto – ha esordito il governatore del Lazio - a sostenere l’esigenza di rimanere uniti, di tenere insieme l'intero sistema, ribadendo il dovere etico di aiutare chi rimane indietro, di far sì che le nostre comunità siano coese. Nel 2008, nella nostra comunità regionale, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, abbiamo con determinazione cercato di seguire una stella polare che indica una direzione: la solidarietà verso la persona”. Marrazzo ha poi elencato alcuni dei provvedimenti più importanti adottati dalla Regione per “assicurare a tutti una vita il più possibile dignitosa”. “Innanzitutto – ha precisato - maggiori garanzie a tutti i cittadini sul loro diritto alla casa, stanziando circa 550 milioni di euro. Un impegno cospicuo, che però va anche accompagnato da nuovi interventi di sistema. Ecco perché puntiamo alla definizione nel 2009 di una vera e propria ‘Legge quadro sulle case destinate all’affitto’”.
Tra gli interventi anche un fondo di solidarietà per pagare i mutui e la definizione del piano rifiuti, che ha permesso al Lazio di uscire dall’emergenza. Marrazzo si è poi soffermato sul ruolo delle parrocchie, ricordando che la Regione ha sostenuto la nascita di nuove chiese e aumentato il contributo per il recupero degli edifici di culto. “Ma l’intervento di cui siamo più orgogliosi – ha affermato - è stato quello di avere avviato centinaia di progetti grazie alla cosiddetta legge sugli oratori, che sono ormai rimasti, di fatto, gli unici veri centri di aggregazione per il mondo giovanile”. A questo proposito, Marrazzo ha annunciato la nascita di un grande torneo di calcio giovanile tra i vari oratori, a livello prima cittadino, poi regionale e infine nazionale. Marrazzo ha toccato anche il tema della sanità. “Abbiamo aperto una nuova fase - ha precisato -, in dialogo costante con il Governo centrale, in primo luogo, ma anche con le Province e con i Comuni. E oggi la nostra Regione ha tutte le carte in regola per dar vita a una sanità equa, universale, raggiungibile da tutti. Senza sprechi e senza dannosi particolarismi”.
Nel suo discorso, Alemanno ha rilevato che la crisi economica “rischia di travolgere” anche le città. “Roma – ha detto - è consapevole di dover affrontare con lucido coraggio la situazione emergente. Sa di essere una metropoli a cui guarda il mondo intero per la sua più che millenaria storia di civiltà e di cultura, di fede e di progresso umano e spirituale. A Roma convivono il centro storico più bello della terra e periferie degradate, la sede del governo nazionale e baraccopoli invivibili. Il nostro impegno è dare un volto umano alla Roma del terzo millennio, riducendo il più possibile gli squilibri e le contraddizioni presenti, grazie a un progetto condiviso di sviluppo e di solidarietà”. Il sindaco ha quindi fatto notare che “Roma non è unicamente la Capitale politica dell’Italia, ma, in un certo modo, la Capitale morale a cui guarda gran parte dell’umanità. E questo - a suo dire - la obbliga a fornire risposte esemplari di solidarietà e di sviluppo sostenibile. Difficile tuttavia sarebbe conseguire un obiettivo così ambizioso, senza il coinvolgimento di ogni sua civile articolazione, poiché il suo volto assume sempre più nuovi connotati anche per la compresenza di nazionalità, culture e religioni diverse. Inoltre, Roma come sede della Fao e del Polo agroalimentare dell’Onu, può esercitare un ruolo importante come punto di incontro tra il Nord e il Sud del mondo e come centro del Mediterraneo, può essere ‘centro internazionale della cooperazione allo sviluppo’”. Per Alemanno perciò è necessario “programmare una strategia di interventi ordinati secondo un complessivo disegno valoriale, senza inseguire le emergenze, ma avviando un progetto che recuperi il rapporto con la città reale”.
Proprio per questo, ha garantito il primo cittadino della capitale, “la principale nostra attenzione si è rivolta alle politiche sociali: della persona e della famiglia, dell’istruzione e della scuola, del lavoro e delle nuove generazioni, per realizzare una maggiore equità sociale, sostenere i nuclei familiari, la maternità, il diritto alla casa, gli anziani in difficoltà, i diversamente abili, gli immigrati, senza distinzione di razza, cultura, credo politico e religione, mirando a un autentico processo di ‘integrazione condivisa’, nel quale la solidarietà e la sicurezza vadano di pari passo. In particolare, per i nomadi e le persone senza fissa dimora, saranno sostituiti, entro la fine dell’anno, gli accampamenti abusivi con campi regolari e opportunamente attrezzati”. “La crisi che abbiamo di fronte – ha aggiunto Zingaretti - ci chiede innanzitutto coraggio per cambiare il corso delle cose. Ed è questo che stiamo tentando di fare in questi mesi. Il nostro territorio è indicato tra quelli con il più alto numero di famiglie che dichiara di arrivare alla fine del mese con estrema difficoltà: il 15,4 per cento. Dati preoccupanti che richiedono politiche nuove e più attente e soprattutto legate a nuovi valori e priorità da affermare. Lo scandalo della povertà è oggi soprattutto lo scandalo della sua voluta rimozione dunque non possiamo solo indignarci e tanto meno stupirci. La sfida - ha concluso il presidente della Provincia - riguarda tutti''.

Crisi economica, emergenza educativa, sanità e politiche solidali. Udienza del Papa agli amministratori di Roma e del Lazio

La crisi economica che sta investendo il mondo intero, e anche l'Italia, si presenta come una "ardua sfida" che deve essere affrontata "superando le divisioni e concertando strategie". E' la forte richiesta che il Papa ha avanzato agli amministratori della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma, alla presenza del sindaco Gianni Alemanno (nella foto con Benedetto XVI), del presidente della Regione Piero Marrazzo e del presidente della Provincia Nicola Zingaretti, in occasione dello scambio di auguri per il nuovo anno. Perchè, ha rilevato Benedetto XVI, "nei momenti difficili della sua storia, il popolo italiano sa ritrovare unità di intenti e coraggio, attorno alla saggia guida di amministratori illuminati, la cui fondamentale preoccupazione sia il bene di tutti". Il Papa ha analizzato luci e ombre della situazione che vive Roma e il Lazio. E ha colto "speranze e preoccupazioni" degli amministratori. "E' indubbio - ha detto - che la comunità mondiale stia attraversando un tempo di una grave crisi economica, ma che è connessa a quella strutturale, culturale e di valori. La difficile situazione, che va interessando l'economia mondiale, porta con sé dappertutto inevitabili ricadute, ed investe quindi anche Roma, la sua provincia e le città e i paesi del Lazio. Dinanzi a così ardua sfida, concorde deve essere la volontà di reagire, superando le divisioni e concertando strategie che, se da una parte affrontano le emergenze di oggi, dall'altra mirano a disegnare un organico progetto strategico per gli anni futuri, ispirato a quei principi e valori, che fanno parte del patrimonio ideale dell'Italia e, più specificamente, di Roma e del Lazio. Nei momenti difficili della sua storia - ha proseguito Benedetto XVI - il popolo sa ritrovare unità di intenti e coraggio, attorno alla saggia guida di amministratori illuminati, la cui fondamentale preoccupazione sia il bene di tutti".
Il Papa ha chiesto poi alle giunte del Lazio e di Roma di non dimenticare le famiglie, gli anziani, chi è senza casa e senza lavoro, gli immigrati e i nomadi. La Chiesa "non chiede nè vanta privilegi - ha detto Benedetto XVI - ma desidera che la propria missione spirituale e sociale continui a trovare apprezzamento e cooperazione. Vi ringrazio per la vostra disponibilità; ricordo infatti che Roma e il Lazio hanno un ruolo peculiare per la cristianità". Il Papa ha messo poi l'accento sulle "difficoltà a noi ben note". "A questo riguardo, sebbene le Caritas diocesane, le comunità parrocchiali e le associazioni cattoliche non si risparmino nel prestare aiuto a quanti sono nel bisogno - ha osservato Papa Ratzinger - diventa indispensabile una sinergia fra tutte le Istituzioni per offrire risposte concrete alle crescenti necessità della gente. Penso qui alle famiglie, soprattutto a quelle con figli piccoli che hanno diritto a un avvenire sereno, e agli anziani, molti dei quali vivono in solitudine e condizioni disagiate; penso all'emergenza abitativa, alla carenza di lavoro e alla disoccupazione giovanile, alla non facile convivenza tra gruppi etnici diversi, alla grande questione dell'immigrazione e dei nomadi".
C'è una grave "emergenza educativa, che richiede oggi la più ampia collaborazione possibile". Il Papa è fortemente preoccupato per gli "episodi di violenza giovanile", così come per "gli incidenti stradali dove muoiono tanti giovani". "Si affievoliscono, specie tra le giovani generazioni -ha detto Benedetto XVI - i valori naturali e cristiani che danno significato al vivere quotidiano e formano a una visione della vita aperta alla speranza; emergono invece desideri effimeri e attese non durature, che alla fine generano noia e fallimenti". Il Papa ha messo dunque in evidenza come "tutto ciò ha come esito nefasto l'affermarsi di tendenze a banalizzare il valore della stessa vita per rifugiarsi nella trasgressione, nella droga e nell'alcool, diventati per taluni rito abitudinario del fine settimana. Persino l'amore - ha proseguito il Pontefice - rischia di ridursi ad 'una semplice cosa che si può comprare e vendere' e 'anzi l'uomo stesso diventa merce'". "Davanti al nichilismo che pervade in maniera crescente il mondo giovanile - ha concluso il Papa - la Chiesa invita tutti a dedicarsi seriamente ai giovani, a non lasciarli in balìa di se stessi ed esposti alla scuola di 'cattivi maestri', ma ad impegnarli in iniziative serie, che permettano loro di comprendere il valore della vita in una stabile famiglia fondata sul matrimonio. Solo così si dà loro la possibilità di progettare con fiducia il loro futuro".
Il Papa ha invitato poi le istituzioni a garantire a tutti gli abitanti "i propri diritti, tenendo in considerazione che siano chiaramente definiti e realmente attuati i doveri di ciascuno". Benedetto XVI ha sottolineato come "priorità inderogabile" di tutte le istituzioni "è la formazione al rispetto delle norme, all'assunzione delle proprie responsabilità, a una impostazione di vita che riduca l'individualismo e la difesa degli interessi di parte per tendere insieme al bene di tutti, avendo particolarmente a cuore le attese dei soggetti più deboli della popolazione, non considerati un peso, bensì una risorsa da valorizzare". "Se l'attuare adeguate politiche economiche e sociali è compito dello Stato - ha osservato Papa Ratzinger - la Chiesa, alla luce della sua dottrina sociale, è chiamata a dare il suo apporto stimolando la riflessione e formando le coscienze dei fedeli e di tutti i cittadini di buona volontà. Forse mai come oggi la società civile comprende che soltanto con stili di vita ispirati alla sobrietà, alla solidarietà ed alla responsabilità, è possibile costruire una società più giusta e un futuro migliore per tutti. E' parte del loro dovere istituzionale - ha annottato il Pontefice - che i pubblici poteri garantiscano a tutti gli abitanti i propri diritti, tenendo in considerazione che siano chiaramente definiti e realmente attuati i doveri di ciascuno".
Il Papa ha anche individuato nelle strutture sanitarie cattoliche un apporto indispensabile nel mondo della sanità a servizio del cittadino. Per questo, ha chiesto collaborazione, anche economica, da parte delle istituzioni della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma. "So bene - ha detto Benedetto XVI - quanto sia impegnativo il compito di assicurare a tutti un'adeguata assistenza sanitaria nel campo delle malattie fisiche e di quelle psichiche, e quanto ingente sia la spesa da sostenere. Anche in questo campo, come del resto in quello scolastico, la comunità ecclesiale, erede di una lunga tradizione di assistenza verso gli ammalati, con tanti sacrifici - ha osservato il Papa - continua a prestare la propria attività attraverso ospedali e luoghi di cura ispirati ai principi evangelici". Il Papa ha auspicato quindi che continui l'aiuto economico della Regione a tali strutture. "Nell'anno appena trascorso, da parte della Regione Lazio, pur nelle difficoltà delle attuali contingenze - ha detto - si sono colti segnali positivi per venire incontro anche alle strutture sanitarie cattoliche. Confido che, proseguendo gli sforzi in atto tale collaborazione sia opportunamente incentivata, in modo che la gente possa continuare ad avvalersi del prezioso servizio che tali strutture di riconosciuta eccellenza svolgono con competenza, professionalità, oculatezza nella gestione finanziaria e premura verso i malati e le loro famiglie".
Infine il Papa ha incoraggiato gli amministratori della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma, ad essere "sempre onesti servitori del bene comune". "Il compito affidatovi dai cittadini non è facile - ha detto Benedetto XVI - voi dovete misurarvi con numerose e complesse situazioni che necessitano, sempre più spesso, di interventi e decisioni non semplici e talora impopolari. Vi sia di stimolo e conforto - ha proseguito il Pontefice - la consapevolezza che, mentre rendete un servizio importante alla società di oggi, contribuite a costruire un mondo migliore per le nuove generazioni. Il contributo più importante che il Papa vi assicura, e lo fa con tanto affetto - ha concluso Papa Ratzinger - è la quotidiana preghiera, perché il Signore vi illumini e vi renda sempre onesti servitori del bene comune".
Prima dell'incontro pubblica, Papa Benedetto XVI ha concesso udienza privata di dieci minuti ciascuno al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e ai presidenti della Regione Piero Marrazzo, e della provincia Nicola Zingaretti, secondo quanto riferisce la sala stampa della Santa Sede.


Il card. Bertone e il pontificato di Benedetto XVI: l'Enciclica sociale nei primi mesi del 2009. Dopo l'Africa il Papa guarderà all'Asia

L'Enciclica di Papa Benedetto XVI sui temi sociali, annunciata per i prossimi mesi, affronterà anche il tema della crisi economica internazionale. Lo ha anticipato il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), segretario di Stato vaticano, in una intervista concessa a un gruppo di giornalisti messicani in vista del VI Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Città del Messico da domani al 18. La crisi economica "è gravissima - ha detto Bertone - e la Chiesa si preoccupa per questo". "Ci tocca tutti", ha proseguito il braccio destro di Papa Ratzinger, invitando alla sobrietà e alla solidarietà. "Il Papa stesso - ha aggiunto - interverrà ancora su questo tema nella enciclica sociale che è in fase finale e che il Papa pubblicherà nella prima parte di questo anno".
Benedetto XVI andrà il prossimo marzo in Africa, poi "guarda all'Asia". "Il Papa aveva già messo come priorità questo anno l'Africa - ha detto il card. Bertone - poi guarda all'Asia". Parlando dei viaggi di Benedetto XVI, il porporato ha detto che Papa Ratzinger "non può fare i salti mortali come faceva Giovanni Paolo II, non ha l'età", e che comunque "ha ricevuto molti inviti sia dai Paesi arabi, sia da quelli dell'estremo Oriente e sta pensando di affrontare questi viaggi".