martedì 5 aprile 2011

Plenaria della Pontificia Commissione per l'America Latina, al centro la pietà popolare nell'evangelizzazione. Venerdì l'incontro con il Papa

La Pontificia Commissione per l’America Latina si riunisce in Vaticano, da oggi all’8 aprile, per la propria Assemblea plenaria annuale, sul tema “L’incidenza della pietà popolare nel processo di evangelizzazione dell’America Latina”. L'assise si è aperta questa mattina con la Messa celebrata, nella Basilica di San Pietro, dal card. Marc Ouellet, presidente della Commissione. Venerdì prossimo i partecipanti saranno ricevuti in udienza dal Papa. Obiettivo generale dell’incontro è quello di riflettere sul significato e la portata della pietà popolare nei cinque secoli di Cristianesimo in America Latina e di elaborare delle raccomandazioni pastorali, che contribuiscano alla protezione e purificazione della devozione collettiva nel contesto della Missione Continentale in atto in tutte le diocesi, quale componente primaria del processo di nuova evangelizzazione. L’Assemblea include tra i suoi obiettivi specifici l’esposizione della pratica della pietà popolare in America Latina, con l’individuazione di deviazioni che si siano presentate nel tempo, l’indicazione di espressioni di religiosità popolare di ostacolo all’evangelizzazione, l’elaborazione di raccomandazioni pastorali concrete affinché la pietà popolare, considerata da Benedetto XVI come tesoro prezioso dell’America Latina, confermi i Battezzati nella loro fede e nella loro appartenenza alla Chiesa Cattolica e li conduca ad una viva e autentica vita sacramentale. All’incontro, sono presenti circa quaranta partecipanti tra membri e consultori della Pontificia Commissione, vescovi invitati e responsabili del dicastero medesimo.

Radio Vaticana

Pasqua 2011. Suor Piccione: bello e significativo che i testi della Via Crucis siano chiesti a chi nella Chiesa incarna la dimensione contemplativa

"Sono una donna felice di essere donna, e credo che sia questo essere a permeare lo stile delle meditazioni, l'essere che si esprime nel far". È quanto spiega a L'Osservatore Romano sorella Rita Piccione, suora agostiniana del monastero romano dei Santi Quattro Coronati, incaricata dal Papa di scrivere le meditazioni per la Via Crucis del prossimo Venerdì Santo al Colosseo. La religiosa è contenta non soltanto per un fatto meramente personale ma anzitutto perché Benedetto XVI ha scelto una suora: "E' molto bello e significativo che la Chiesa abbia richiesto questo suo servizio a chi in essa ne incarna la dimensione contemplativa". Suor Rita, che racconta anche la confusione e il suo iniziale rifiuto quando il card. Tarcisio Bertone le ha portato l'invito del Papa spiega, citando don Giuseppe Dossetti, che la vita monastica è "un microcosmo, un laboratorio in cui si possono fare in scala ridotta esperimenti trasferibili in scale progressivamente più ampie...altro che fuga dal mondo o dalla Chiesa". La religiosa racconta inoltre che si ispirerà per le meditazioni alla Passione di Cristo secondo l'ottica di Sant'Agostino e racconta la collaborazione con suor Elena Maria Manganelli, l'altra religiosa agostiniana incaricata da Papa Ratzinger di illustrare il libretto delle meditazioni per la Via Crucis.

Andrea Camaiora, A Voce Alta

'Gesù di Nazaret - Secondo volume'. Mons. Costa: nel mondo già vendute 1,8 milioni di copie, 430mila in Italia. Spunto per rivivere la Settimana Santa

“Nel mondo sono state vendute già 1,8 milioni di copie del libro del Papa, 430 mila in Italia”. Lo ha detto mons. Giuseppe Costa (nella foto con Benedetto XVI), direttore della Libreria Editrice Vaticana, partecipando, all’Università Cattolica di Milano, alla presentazione del volume di Papa Benedetto XVI “Gesù di Nazaret - Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”. “Pur appartenendo al settore della saggistica – ha continuato mons. Costa – il libro si trova ai primi posti in quasi tutti i Paesi in cui è venduto. Al momento sono state stampate versioni in 12 Paesi ma abbiamo già accordi per arrivare a 25”. Il direttore dell’Editrice Vaticana ha sottolineato come il libro di Benedetto XVI sia “usato anche da gruppi come spunto di partenza per riflettere sulla figura di Gesù”. “Sarebbe bello – ha concluso mons. Costa – che nella Settimana Santa che ci stiamo apprestando a vivere questo libro possa offrire uno spunto per rivivere i momenti della passione, morte e risurrezione di Cristo”.

SIR

'Gesù di Nazaret - Secondo volume'. La presentazione a Milano: la conoscenza storica non perde in nulla di onestà intellettuale e rigore critico

Mons. Mariano Crociata, segretario generale della CEI, è intervenuto questa mattina, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, alla presentazione del volume di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI “Gesù di Nazaret - Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”. Sono intervenuti anche Raffaele Bonanni, segretario nazionale della Cisl, e Silvano Petrosino, direttore dell’Archivio “Julien Ries”. L’incontro è stato introdotto da Lorenzo Ornaghi, Magnifico Rettore, e mons. Giuseppe Costa, direttore della Libreria Editrice Vaticana. L'appuntamento è stato organizzato nell'ambito delle celebrazioni per il novantesimo anniversario di fondazione dell'Università Cattolica. “Chiunque può conoscere Gesù di Nazaret, ma lo incontra e lo conosce realmente solo chi perviene al segreto sorgivo della sua persona di Figlio eterno del Padre e come tale entra in relazione di fede e di amore con lui, sperimentando ‘l’intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende’”, ha detto nel suo intervento mons. Crociata. Il vescovo ha affrontato gli aspetti teologici e storici sviluppati nel volume dal Papa, sottolineando che “nell’orizzonte della fede la conoscenza storica su Gesù di Nazaret non perde in nulla di onestà intellettuale e di rigore critico, ma si consolida e si allarga all’identità e all’incontro personale che nessuna acribia storiografica da sola potrebbe assicurare”. Rivolgendosi a docenti e studenti, mons. Crociata ha poi detto che “a voi torna come compito il messaggio di quest’opera del Papa: da un pensiero fecondato dalla presenza di Cristo far nascere una cultura e una competenza scientifica capaci di rinnovare l’umano nell’orizzonte del suo ritrovato rapporto con Dio”. Proseguendo nella sua riflessione, mons. Crociata nota che lo stesso “ci chiede innanzitutto di entrare sempre più profondamente nella contemplazione e nella assimilazione del mistero di Cristo, in una conoscenza amorosa e in una relazione d’amore intelligente con Lui così come ci viene presentato”. Due aspetti in particolare vengono messi in luce: il primo – ha detto – consiste “nell’intimo conflitto tra volontà umana e volontà divina che affligge la condizione umana dopo il peccato”. Questo conflitto viene superato in Cristo “perché la volontà della sua persona divina accoglie in sé la volontà della natura umana”. Il secondo aspetto riguarda la dimensione “politica” insita nella sua condanna a morte. Il “distacco della dimensione religiosa da quella politica” si realizza in Gesù e risponde a “un disegno divino” che vuole che “solo attraverso la croce” avvenga “la separazione di politica e fede”. Il vescovo ha ripetuto le parole di Benedetto XVI, secondo cui “Redenzione nel senso pieno della parola può consistere solo nel fatto che la verità diventi riconoscibile. Ed essa diventa riconoscibile, se Dio diventa riconoscibile”. Tale “riconoscibilità” avviene in Gesù Cristo che “è entrato nel mondo” ed “ha con ciò innalzato il criterio della verità in mezzo alla storia”. Mons. Crociata ha concluso con l’auspicio che grazie al libro del Papa “si possa mietere una messe abbondante di intelligenza credente”. Il libro del Papa “rappresenta un invito a tornare all’essenzialità della fede”, ha affermato da parte sua il rettore dell'Università. “Dallo studioso, Joseph Ratzinger – ha notato Ornaghi – ci arriva una grande lezione di metodo, non solo nella precisione con cui sono utilizzate le fonti ma anche nella scelta e nell’uso dei termini e dei concetti. Ogni frase tende, infatti, a separare l’essenziale da quello che è il contorno, riportandoci al cuore del messaggio evangelico”. Il segretario generale della Cisl ha invitato a riscoprire “l’attenzione di Cristo verso i deboli” e il suo essere entrato a Gerusalemme come “re della pace”. “Oggi – ha continuato Bonanni – i più deboli sono gli immigrati, i profughi. Da Cristo arriva allora un messaggio di grande attualità che ci sfida”. “La grandezza di papa Benedetto XVI – ha concluso Silvano Petrosino, direttore dell’archivio ‘Julien Ries’ – è stata quella di non voler scrivere una vita di Gesù, ma nemmeno una cristologia. Ci parla di un Gesù reale, distinto da quello storico, una figura non rilegata nel passato bensì una persona presente e incontrabile oggi”.

SIR

Due anni fa il terremoto in Abruzzo. Risuonano ancora le parole del Papa, l'incoraggiamento e l’esortazione a non dimenticare la popolazione

Sono passati due anni dal terribile terremoto che, nella notte tra il 5 e 6 aprile del 2009, colpì l’Abruzzo provocando la morte di oltre 300 persone e la devastazione del centro storico dell’Aquila. Tre settimane dopo il sisma, il 28 aprile, Benedetto XVI si recava nelle aree terremotate e in particolare ad Onna, uno dei luoghi maggiormente colpiti. A due anni di distanza, risuonano ancora le parole del Papa, il suo incoraggiamento ai terremotati e l’esortazione alle istituzioni a non lasciare solo l’Abruzzo. “Non resterete soli”: le parole di Benedetto XVI pronunciate due anni fa ad Onna riecheggiano oggi con forza, mentre la popolazione abruzzese prosegue non senza difficoltà nell’impegno della ricostruzione. Tra le vittime del terremoto, il Papa aveva pronunciato parole di coraggio e di impegno, innanzitutto per la Chiesa: “La Chiesa tutta è qui con me, accanto alle vostre sofferenze, partecipe del vostro dolore per la perdita di familiari ed amici, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire case, chiese, aziende crollate o gravemente danneggiate dal sisma. Ho ammirato e ammiro il coraggio, la dignità e la fede con cui avete affrontato anche questa dura prova, manifestando grande volontà di non cedere alle avversità”.
La visita in terra abruzzese avvenne pochi giorni dopo Pasqua. Il Papa confortò dunque gli aquilani affranti dal dolore, rammentando che il Signore è risorto e non li abbandonerà: “Non lascerà inascoltate le vostre domande circa il futuro, non è sordo al grido preoccupato di tante famiglie che hanno perso tutto: case, risparmi, lavoro e a volte anche vite umane. Certo, la sua risposta concreta passa attraverso la nostra solidarietà, che non può limitarsi all’emergenza iniziale, ma deve diventare un progetto stabile e concreto nel tempo”.
In quella breve, ma commovente visita, il Papa incontrò anche i tantissimi volontari che fin dalle prime ore dopo il terremoto, fecero fronte all’emergenza senza risparmio di energie. Benedetto XVI sottolineò il valore straordinario della solidarietà che, disse, “è come un fuoco nascosto sotto la cenere”: “La solidarietà è un sentimento altamente civico e cristiano e misura la maturità di una società. Essa in pratica si manifesta nell’opera di soccorso, ma non è solo una efficiente macchina organizzativa: c’è un’anima, c’è una passione, che deriva proprio dalla grande storia civile e cristiana del nostro popolo, sia che avvenga nelle forme istituzionali, sia nel volontariato. Ed anche a questo, oggi, voglio rendere omaggio”.

Radio Vaticana

In fase di traduzione nelle diverse lingue l'Istruzione sul Motu Proprio 'Summorum Pontificum'. La pubblicazione nei primi dieci giorni di maggio

Anche se è stato accuratamente completato il testo latino dell’Istruzione sul Motu Proprio "Summorum Pontificum", la sua pubblicazione avverrà non prima bensì dopo Pasqua, nella prima decade di maggio, e il documento dovrebbe portare la data del 30 aprile, memoria liturgica di San Pio V. Il motivo del lieve ritardo rispetto alle attese è determinato dalla lentezza delle traduzioni. Come si ricorderà, l’Istruzione stabilirà nei dettagli come applicare il Motu Proprio, togliendo spazio alle restrizioni qua e là introdotte nelle diocesi e soprattutto indicherà nella commissione Ecclesia Dei, presieduta dal card. William Joseph Levada e guidata da mons. Guido Pozzo, l’organismo giuridicamente incaricato dal Papa per dirimere le controversie. Nei giorni scorsi era stata diffusa la notizia dell’invio del testo ai vescovi. Posso assicurare che non è così: il testo dell’istruzione non è stato inviato agli episcopati, che riceveranno il testo latino e la traduzione nelle rispettive lingue quando tutto sarà completato. Aggiungo che, nonostante si affermi il contrario, il testo dell’istruzione non è stato modificato in seguito alle anticipazioni preoccupate secondo le quali il documento avrebbe annacquato la portata del motu proprio di Benedetto XVI.

Andrea Tornielli, Sacri Palazzi