mercoledì 27 febbraio 2013

Otto anni in meno di due ore. Rivivere un Pontificato già entrato nella storia nell’abbraccio di una piazza. La normalità di un congedo straordinario. 'Grazie, Padre Santo. Ad multos annos'

Otto anni in meno di due ore. Rivivere un Pontificato già entrato nella storia nell’abbraccio di una piazza. La normalità di un congedo straordinario. Sono le 10.30, un fiume di gente arrivata da ogni parte d’Italia e dal mondo si prepara a salutare il suo Papa. Benedetto XVI fa il suo ingresso con qualche minuto di ritardo, protrae per l’occasione il consueto giro della piazza con la Papamobile tra gli applausi e i cori festosi, “Viva il Papa!”, “Benedetto”. Un’udienza speciale, quella di oggi, che si svolge sul sagrato invece che nell’Aula Paolo VI, teatro abituale delle udienze invernali. Unica eccezione - oltre alla Messa delle Ceneri celebrata per la prima volta nella basilica di San Pietro - allo snodarsi ordinario di una Quaresima che si è aperta con un Pontefice ma che culminerà in una Pasqua i cui riti saranno presieduti dal suo successore al soglio di Pietro. Quello che si respira, nella piazza dove oggi sono puntati i riflettori del mondo, è simile alla sensazione che chiunque di noi ha provato, almeno una volta, nell’accomiatarsi da una persona cara all’improvviso, vale a dire troppo presto. La si vorrebbe trattenere, ma non si può. Così, si cerca di vivere fino in fondo, di godere di ogni attimo della sua presenza. Il più possibile. Come nel Vangelo della Trasfigurazione, citato dal Papa solo tre giorni fa, dalla finestra del Palazzo Apostolico. “È bello per noi essere qui”. Le parole di Pietro a Gesù diventano le nostre. La folla è davvero immensa, la piazza non basta a contenerla. Oltre 150mila persone, la stima ufficiale, ma sino alla fine dell’appuntamento del mercoledì, via della Conciliazione si trasforma in una processione interminabile di volti. Un fiume in piena. Il primo dei quattordici applausi che scandiranno la catechesi arriva all’inizio, quando il Papa ringrazia i fedeli aggiungendo, a braccio e quasi per fermare l’applauso nato spontaneo tra la folla, “Grazie di cuore, sono veramente commosso, vedo che la Chiesa è viva”. La Chiesa è un “noi”, ci ricordava Benedetto XVI nell’omelia della Messa delle Ceneri. Ed è questo il concetto che il Papa ha scelto anche oggi per descrivere la piazza, in uno dei passaggi più applauditi della catechesi: “Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa - non un’organizzazione, non un’associazione per fini religiosi e umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino”.
“Ma vediamo come la Chiesa è viva oggi”, ha aggiunto il Papa fuori testo. “La Chiesa è viva!”. È stata una delle prime esclamazioni di Benedetto XVI. L’ha pronunciata il 24 aprile di otto anni fa, nella sua prima Messa da Papa. Mai come oggi questa piazza sembra dimostrarlo. Chi è qui, ha già scelto tra “l’io e Dio”. Glielo ha insegnato un Papa che, a leggere in profondità, non ha fatto altro che declinare da par suo - nelle sue infinite e ricche sfumature, offrendo ogni volta una “summa” della fede - un unico grande discorso: portare Dio agli uomini e gli uomini a Dio, rendere presente Cristo in questo mondo e mostrare al mondo che, con Lui o senza di Lui, cambia tutto. E ritornano ancora una volta alla mente le parole di quel 24 aprile: “Non devo presentare un programma di governo: il mio vero programma di governo è mettermi in ascolto, con tutta la Chiesa, della volontà del Signore e lasciarmi guidare da Lui, perché sia Lui a guidare la Chiesa in questa ora della storia”. Rilette oggi, queste parole suonano di sorprendente attualità, soprattutto se incrociate con le motivazioni della rinuncia al soglio di Pietro, spiegate ancora una volta oggi ai fedeli con sobria semplicità, ma con toni ancora più intimi. “Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”. Assumere il ruolo di successore di Pietro significa non avere più una vita privata, quasi confessa il Papa, “appartiene sempre e totalmente a tutti”. Da domani sera, quindi, il Papa non ritorna al clamore del mondo, alla vita privata: “Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”, spiega ancora tra gli applausi, definendo questa scelta un restare, grazie alla preghiera, nel recinto di Pietro. Un Papa è per sempre, continueremo a chiamarlo “Sua Santità”. Il Papa non è solo, non si è mai sentito solo, ripete Benedetto XVI tra gli applausi: ho voluto bene a tutti e a ciascuno, con il cuore di un padre che si allarga al mondo intero. “Sì, il Papa non è mai solo, ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore”.
L’applauso che ha salutato questo passaggio della catechesi è forse la testimonianza più eloquente dell’amore senza confini di un successore al soglio di Pietro per il suo popolo. Una mamma si china sul suo bambino: “Lo sai che oggi stai entrando nella storia?”. “Benedetto XVI, ci mancherai”, recita uno degli innumerevoli striscioni che colorano, insieme alle bandiere, la piazza. L’abbandono sereno, fiducioso e gioioso alla volontà del Padre è una delle cifre di questo pontificato. “Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili”, il congedo del Papa dalla piazza: “Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo”. Quella di oggi è l’udienza n. 348 del Pontificato, durante le quali il Papa ha incontrato più di 5 milioni di fedeli. Le udienze del mercoledì sono state uno splendido esempio di questo sapiente esercizio di ascolto che un Papa teologo, ingiustamente e riduttivamente ingabbiato in un cliché mediatico d’intellettuale rigido e distaccato, ha saputo esercitare grazie alla capacità di entrare nel cuore della gente. I grandi media, spesso, non lo hanno capito: ma per chi, in questi otto anni, ha avuto il privilegio di poter fare un’informazione pensata e non gridata, non alla ricerca dello “scoop” a tutti i costi ma rispettosa del pensiero del Santo Padre, l’appuntamento del mercoledì con Joseph Ratzinger è stato sempre una boccata d’ossigeno. La notizia c’era sempre. A dettarne il titolo, il distillato del magistero di un Papa che ha saputo sempre andare all’essenziale. “Gründlich”, si dice in tedesco con un’espressione quasi intraducibile in italiano, ma che ha a che fare con il dono di andare fino in fondo, perché alla base di ogni scelta - fatta sempre al cospetto di Dio e interrogando nel profondo la propria coscienza - c’è la roccia della fede che non delude. Altro che fuga, altro che abbandono... Il Papa come san Benedetto, ci ha mostrato “la via per una vita che, attiva o passiva, appartiene totalmente a Dio”. E la piazza, la sua gente, lo applaude ancora una volta: “Grazie, Padre Santo. Ad multos annos”.
 
M.Michela Nicolais, SIR
 
 

348 Udienze generali durante il Pontificato di Benedetto XVI: hanno preso parte oltre 5 milioni di fedeli e pellegrini. Picco di partecipazioni nel 2006 con oltre un milione di presenze

Quella odierna, l'ultima di Papa Joseph Ratzinger, è stata la 348° Udienza generale nei suoi otto anni di Pontificato. Incontri con fedeli e pellegrini, quelli del mercoled' mattina in piazza San Pietro o nell'Aula Paolo VI in Vaticano, che hanno radunato in totale 5.116.600 fedeli, dal 27 aprile 2005 al 27 febbraio 2013. Il calcolo statistico, desunto da fonti della Prefettura della Casa Pontificia, è stato elaborato dal blog Il Sismografo. La partecipazione più numerosa, si sottolinea, si è avuta nel 2006 quando, alle 45 Udienze generali di quell'anno, hanno preso parte 1.031.500 fedeli. E', invece, il 2011, con un totale di 45 Udienze generali, a far registrare il numero piu' basso di fedeli, in tutto 400.000. Per quanto riguarda, invece, l'anno in corso quella odierna è l'ottava Udienza generale di papa Ratzinger.
 
Asca
 

Il 'Centro Televisivo Vaticano' seguirà minuto per minuto il viaggio del Papa dal Vaticano a Castel Gandolfo, una telecamera lo seguirà nell'elicottero. Mons. Viganò: le ottiche migliori per documentare l’evento storico che richiama ciascuno di noi alla centralità di Dio nella vita della Chiesa

Domani il Centro Televisivo Vaticano seguirà, minuto per minuto, il viaggio del Papa dalla Città del Vaticano al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. “Sentiamo la responsabilità di consegnare alla storia un documento di particolare rilevanza che sia capace di raccontare, emozionare ma anche rispettare la scelta libera e umile del Papa teologo”, dichiara al l'agenzia SIR mons. Dario Edoardo Viganò, direttore generale del CTV. Le riprese, tutte in HD, saranno effettuate con 19 telecamere: una seguirà il viaggio del Pontefice sopra la città di Roma. “Nulla della regia - spiega mons. Viganò - viene lasciato al caso: da giorni con tutti i cameramen e il regista stiamo studiando il percorso, le angolazioni di ripresa, le ottiche migliori per documentare l’evento storico che richiama ciascuno di noi alla centralità di Dio nella vita della Chiesa”. La scelta di regia, aggiunge il direttore generale del CTV, “è stata guidata dal desiderio di mostrare il legame non solo delle centinaia di migliaia di fedeli al Papa, ma anche il desiderio profondo del Pontefice di stringere tutti e ciascuno in un grande abbraccio”.

SIR

Lombardi: serenità del Papa dalla coscienza di aver compiuto il buon lavoro e di avere preso questa decisione davanti a Dio e in totale accordo con quello che la volontà di Dio gli poteva domandare. Aveva un volto bellissimo, estremamente sorridente

“Clima di grande commozione e serenità, il Papa aveva un volto bellissimo”: così padre Federico Lombardi nel corso del briefing odierno in Sala Stampa vaticana. Una "giornata meravigliosa", “un grande dono” ha detto il portavoce, un sole che è stato il segno del compimento del grande servizio di Benedetto XVI. Un clima di commozione e serenità ha dominato l’udienza generale in Piazza San Pietro: “Non so se avete potuto notare, attraverso il monitor, le riprese finali del Centro Televisivo Vaticano che mostravano un volto del Papa bellissimo ed estremamente sereno e sorridente”. Una serenità che si è respirata anche nel piccolo baciamano seguito in Sala Clementina: “Serenità della coscienza di aver compiuto il buon lavoro e di avere preso questa decisione davanti a Dio e in totale accordo con quello che la volontà di Dio gli poteva domandare”. Poi, padre Lombardi ha voluto ripercorrere alcuni passaggi della catechesi del Papa, l’ultimo discorso del Pontificato di Benedetto XVI, in particolare quello sulla fede come “unica vera visione per il cammino della Chiesa e del Mondo”. Importante poi il passaggio sull’Opera di Dio, parole che hanno richiamato San Benedetto: “'Opus Dei', l’opera di Dio, quello che lui ha cercato di fare e che lui continuerà a fare. Ci ha mostrato la via per una vita che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio. Quindi la mia opera è nell’opera di Dio”. Domani i porporati vedranno il Papa in Sala Clementina e qui ci sarà un indirizzo di saluto del cardinale decano Angelo Sodano. A Castel Gandolfo, poi, Benedetto XVI rivolgerà alcune parole alla popolazione locale dopo il suo arrivo. Diverse le domande dei giornalisti alle quali padre Lombardi ha risposto, chiarendo - tra l'altro - che il camino, nel quale saranno bruciate le schede votate durante il Conclave, ancora non è stato installato. E sulla data del Conclave così si è espresso: “Il primo marzo il cardinale decano convoca le Congregazioni generali dei cardinali. Verosimilmente, come riunioni, le convoca dal 4 in poi. Nell’ambito di queste riunioni i cardinali stabiliscono la data di inizio del Conclave. Quindi noi adesso non possiamo saperlo. La data la sapremo nei primi giorni della settimana successiva per decisione della Congregazione dei cardinali”.

Radio Vaticana

Nella Sala Clementina il Papa incontra alcuni capi di Stato e il sindaco di Roma: fino a domani sarò vescovo, prego per questa città che mi è stata sempre vicino. A Benedetto XVI il manifesto affisso nella capitale 'Rimarrai sempre con noi. Grazie'

Al termine dell’Udienza generale il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano Ivan Gašparovič, presidente della Repubblica Slovacca, Teodoro Lonfernini e Denise Bronzetti, Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino, Horst Seehofer, Presidente dello Stato Libero di Baviera, e mons. Joan Enric Vives i Sicilia, arcivescovo di Urgell e Co-Principe di Andorra. Nella Sala Clementina era presente anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno. ''Fino a domani sarò vescovo di Roma, prego per questa città che mi è stata sempre vicino''. Queste le parole che Benedetto XVI ha detto ad Alemanno. Il Pontefice ha anche donato al sindaco un rosario. Il Papa ha regalato al sindaco un rosario. Alemanno ha ricambiato consegnandogli la foto incorniciata del manifesto che verrà affisso in tutta la città che sotto l'immagine di Benedetto XVI reca la scritta: "Rimarrai sempre con noi. Grazie"

La Repubblica.it

Tweet di Benedetto XVI: vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano, di essere amato da Dio che ha dato suo Figlio per noi

Al termine dell’ultima Udienza generale, il Papa ha lanciato un nuovo tweet: “Vorrei – scrive - che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano, di essere amato da Dio che ha dato suo Figlio per noi”. Nelle nove lingue dell'account @Pontifex, Benedetto XVI è vicino ai 3 milioni di follower. L’account, ha reso noto mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, “resterà sospeso per tutto il periodo della Sede vacante”, dunque dalla fine del Pontificato di Benedetto XVI, domani 28 febbraio alle 20.00, e fino all’elezione del nuovo Pontefice. “Quest’ultimo – precisa mons. Tighe – ne farà l’uso che ritiene opportuno”.

Radio Vaticana

La recita del Padre Nostro conclude l'ultimo incontro in Piazza San Pietro di Benedetto XVI con i fedeli, poi un lungo applauso. Negli striscioni 'Sarai sempre nei nostri cuori', 'Ci mancherai'. Qualcuno urla: non ci abbandonare!

E' terminato con un lungo applauso e una standing ovation dei fedeli durati circa un minuto il discorso del Papa alla folla a San Pietro. Poi molti hanno ritmato con l'applauso delle mani il nome Benedetto acclamandolo. Durante il suo discorso, il Pontefice è stato interrotto oltre una decina di volte dagli applausi. La recitazione del "Padre nostro" in latino ha chiuso l'ultima udienza del Papa in Piazza San Pietro. Prima di lasciare la piazza, Benedetto XVI ha più volte ringraziato i fedeli per la loro presenza. In molti hanno salutato il Pontefice commossi. Non solo applausi, palloncini e bandiere per dimostrare l'affetto a Papa Benedetto XVI. C'è anche chi ha voluto esternare la propria tristezza per l'addio del Pontefice con una faccina triste disegnata su uno striscione. L'emoticon è accompagnata dalla scritta ''Ci mancherai'', ma alle spalle di questo gruppo si nota subito un altro cartello con ''Sarai sempre nei nostri cuori''. Un anziano dal fondo della piazza ha continuato a urlare: ''Non ci abbandonare!''. Cori, balli e perfino una banda musicale accompagnano i fedeli all'uscita di Piazza San Pietro. Al termine dell'udienza qualche cardinale ha 'smarrito' la strada trovando qualche vicolo cieco tra le transenne ma è stato subito riaccompagnato dagli uomini della gendarmeria. In piazza c'è stato anche tanto folclore, tra cui alcuni bavaresi.
 
La Repubblica.it
 
 

Il Papa: grazie per questi otto anni tra di voi! E vi ringrazio per la vostra partecipazione così numerosa a questo incontro, come pure per il vostro affetto e per la gioia della vostra fede. Assicuro la mia preghiera per voi, per le vostre famiglie e per le persone a voi care, per la cara Italia e Roma

Alla fine dei saluti nelle altre lingue il Papa ha rivolto un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana: "Grazie per il vostro affetto e amore, grazie! Cari amici, grazie per questi otto anni tra di voi! E vi ringrazio per la vostra partecipazione così numerosa a questo incontro, come pure per il vostro affetto e per la gioia della vostra fede. Sono sentimenti che ricambio cordialmente, assicurando la mia preghiera per voi qui presenti, per le vostre famiglie e per le persone a voi care, per la cara Italia e Roma". Prima della benedizione finale, il pensiero di Benedetto XVI è andato, come sempre, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli: "Il Signore riempia del suo amore il cuore di ciascuno di voi, cari giovani, perché siate pronti a seguirlo con entusiasmo; sostenga voi, cari malati, perché accettiate con serenità il peso della sofferenza; e guidi voi, cari sposi novelli, perché facciate crescere le vostre famiglie nella santità".

Radio Vaticana

I saluti di Benedetto XVI nelle diverse lingue: vi ringrazio per il rispetto e la comprensione con le quali avete accettato la mia rinuncia, continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione

All’ultima udienza generale di Benedetto XVI, si è potuta vedere e vivere, in un modo straordinario, l’universalità della Chiesa riunita attorno al Successore di Pietro. Nessuna lingua è straniera al Papa, perché parla la lingua dell’amore di Cristo. E così oggi hanno avuto un significato davvero particolare i saluti in 11 lingue, oltre l’italiano, che il Pontefice ha rivolto ai pellegrini venuti da tutto il mondo per salutarlo e ringraziarlo al termine del suo ministero petrino. Tutte le strade portano a Roma. Perché portano a Pietro. Nella grande Piazza abbracciata dal Colonnato del Bernini, stamani si potevano ascoltare lingue familiari e idiomi semisconosciuti. Si potevano vedere bandiere di ogni Paese e scorgere, tra la folla, vestiti e copricapi che richiamano culture e tradizioni lontane. E’ il piccolo “miracolo” che si ripete ogni mercoledì all’udienza generale. Nessuno si sente straniero in Piazza San Pietro. Una dimensione, quella dell’universalità della Chiesa, che si è vissuta oggi in modo straordinario. E che ha avuto il suo momento culminante nel saluto, quasi dialogato, che il Papa ha rivolto in 11 lingue, oltre l’italiano, ai pellegrini di tutto il mondo. “Vi ringrazio – ha detto in francese – per il rispetto e la comprensione con le quali avete accettato la mia rinuncia ”. Ed ha sottolineato che “continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione”. Quindi, ha incoraggiato i fedeli ad avere il cuore pieno di gioia nella certezza che il Signore “è vicino a noi, ci accompagna con il suo amore” e sosterrà sempre la Chiesa. Benedetto XVI spiega con animo sereno la sua scelta, declinandola nelle diverse lingue. Il pensiero più lungo, comprensibilmente, è affidato al tedesco, la sua lingua madre. Parole che sono precedute da un breve, spontaneo omaggio musicale dei suoi conterranei bavaresi: “Come Pietro e i discepoli nella barca sul lago di Galilea – ha affermato – io sapevo che il Signore è nella Barca, che è la sua Barca”. Nulla, ha aggiunto, “può oscurare questa certezza”.
Ecco perché, soggiunge, un Papa non è mai solo quando guida la Barca di Pietro. E in inglese confida di sentirsi come San Paolo che aveva il cuore pieno di “gratitudine al Signore” che sempre guida la Chiesa: “In comunione con Maria e con tutti i Santi”, è il suo invito, affidatevi con speranza al Signore che continua a vegliare sulle nostre vite, sul “cammino della Chiesa e del mondo lungo i sentieri della storia”. Le parole del Papa si alternano agli applausi della gente, ai cori, al semplice grazie, gracias, danke, merci che riecheggia da un angolo all’altro della Piazza. Anche in spagnolo e in portoghese, le lingue parlate dalla maggioranza dei cattolici nel mondo, il Papa ha parole di speranza per l’avvenire. La Chiesa, riafferma ancora una volta, è del Signore che sempre la sosterrà e guiderà con la sua luce: “In questo Anno della fede – dice – invito tutti a rinnovare la ferma fiducia in Dio con la sicurezza che Egli ci sostiene e ci ama” e invita a testimoniare a tutti la gioia di essere cristiani. Gioia e gratitudine sono proprio le parole che più ricorrono nei saluti del Papa nelle diverse lingue. C'è commozione ma non c’è tristezza nel salutare per l’ultima volta i pellegrini che per otto anni sono accorsi in Piazza San Pietro o in Aula Paolo VI per l’udienza del mercoledì. Non c’è tristezza: quello di oggi, infatti, non è un addio, e neppure un arrivederci. Perché, come il Papa sottolinea nel saluto in croato, “sotto la protezione della Madre celeste, rimaniamo uniti nella preghiera e nella fede in Cristo risorto”.

Radio Vaticana

Il Papa: amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non mi sono mai sentito solo, ho voluto bene a tutti e a ciascuno, senza distinzioni, grazie di cuore!

"Vi ringrazio - ha esordito il Papa - di essere venuti così numerosi a questa ultima Udienza generale del mio pontificato. Grazie di cuore! Sono veramente commosso! E vedo la Chiesa viva! Penso dobbiamo anche dire un grazie al Creatore, per il tempo bello che ci dona, adesso ancora nell’inverno. “In questo momento il mio animo si allarga per abbracciare tutta la Chiesa sparsa nel mondo” ha detto, assicurando di voler raccogliere “tutto e tutti nella preghiera per affidarli al Signore”. Benedetto XVI ha ricordato che quando, il 19 aprile di quasi otto anni fa, ha accettato di assumere il ministero petrino, ha avuto ferma questa certezza che lo ha sempre accompagnato, questa certezza della vita della Chiesa dalla Parola di Dio: "Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai anche con tutte le mie debolezze. Otto anni dopo posso dire che il Signore mi ha veramente guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza. E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come San Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua e il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di ringraziamento a Dio perché non ha fatto mai mancare a tutta la Chiesa e anche a me la sua consolazione, la sua luce, il suo amore".
“Siamo nell’Anno della fede – ha detto - che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterlo sempre più in secondo piano. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore, ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno anche nella fatica”. Benedetto XVI ha poi affermato: “Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è sua la prima responsabilità; e io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine”. Ha quindi subito precisato a chi si riferisse: “Anzitutto voi, cari Fratelli cardinali: la vostra saggezza, i vostri consigli, la vostra amicizia sono stati per me preziosi; i miei Collaboratori, ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni; la Segreteria di Stato e l’intera Curia Romana, come pure tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono - ha affermato -, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile”. Nella parte centrale della sua riflessione, Benedetto XVI ha fatto riferimento ai “segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera” ricevuti da “tantissime persone” che gli hanno espresso “affetto che nasce dall’essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa”. Un discorso, quest’ultimo del Papa, nel quale ha ribadito ripetutamente il suo amore per la Chiesa che – ha ricordato – “non è un’organizzazione, non un’associazione” ma “un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle”.
“Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore”: questo il sentimento prevalente che Benedetto XVI ha evidenziato con forza e anche con commozione. Sentimenti che sono emersi quando ha poi fatto cenno alla sua decisione di rinunciare, “nella piena consapevolezza della sua gravità - ha affermato - avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”. Una scelta difficile ma con la certezza “che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della loro comunione”. Sicurezza che ha poi espresso anche riguardo alla scelta del suo successore, affidata ai cardinali per i quali ha chiesto ai fedeli “di pregare” in quanto “chiamati a un compito così rilevante”. Il Papa non ha evitato gli aspetti più “riservati” legati alla sua decisione. A proposito dei motivi personali: “In questi ultimi mesi ho sentito come le mie forze erano diminuite e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi... per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa”. "Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi". Così, dopo aver assunto la decisione, Benedetto XVI ha ricordato un elemento fondamentale che attiene alla persona del Papa: “Il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’ - non c’è più un ritornare nel privato”. “Non ritorno alla vita privata - ha detto - non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”. Ha anche detto: “Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di San Pietro”. In conclusione ha voluto ancora una volta rincuorare tutti i credenti: “Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo”. Le sue ultime parole sono state: “Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!”.

Radio Vaticana, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa
 

L'ultima Udienza generale di Benedetto XVI. In Piazza San Pietro oltre 150mila fedeli commossi abbracciano il Papa. Lungo giro in con la jeep scoperta tra applausi, cori e sventolii di bandiere e striscioni

L’Udienza Generale di oggi, l’ultima del Pontificato del Santo Padre Benedetto XVI, si è svolta in Piazza San Pietro. Erano presenti cardinali e vescovi, la Curia romana, il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, i sacerdoti, parroci e seminaristi della diocesi di Roma, i dipendenti vaticani, pellegrini e fedeli provenienti da Roma, dall’Italia e da ogni parte del mondo. Un 'grazie' commosso a Benedetto XVI da parte di circa 150mila fedeli che, questa mattina, hanno riempito Piazza San Pietro e le vie adiacenti per partecipare all'ultima udienza pubblica di Joseph Ratzinger nella sua veste di Papa e vescovo di Roma alla vigilia della fine del suo Pontificato. E' un "grande abbraccio" che romani di tutte le parrocchie, insieme a turisti e pellegrini di tutto il mondo, hanno riservato a Benedetto XVI. La zona intorno al Vaticano è stata blindata con 2000 uomini tra agenti e volontari in campo. Via della Conciliazione chiusa al traffico. Il Papa è stato accolto da applausi, coretti e sventolii di bandiere al suo arrivo in Piazza San Pietro, poco dopo le 10.30, a bordo di una jeep bianca semi-coperta. L'auto di Benedetto XVI ha fatto un lungo giro in mezzo alla folla di fedeli che assiste all'ultima udienza di Benedetto XVI. Accanto al Papa, come sempre, il segretario, mons. Georg Gaenswein. La jeep si è fermata più volte qualche istante per permettere al Papa di prendere in braccio alcuni bambini. Al termine, E' stato accolto da un lungo applauso della folla durato diversi secondi, l'inizio dell'udienza. Con il segno della Croce è poi calato il silenzio. Anche gli striscioni e molte bandiere sono stati abbassati.

La Repubblica.it