sabato 18 settembre 2010

Il Papa: la verità che ci rende liberi esige la testimonianza e di essere udita. Anche oggi la fedeltà al Vangelo comporta un grande prezzo da pagare

Lasciato il St Peter Residence, Papa Benedetto XVI si è trasferito ad Hyde Park, nella zona di Westminster, in pieno cuore di Londra, per la Veglia di preghiera per la Beatificazione di John Henry Newman. Il tragitto della papamobile è stato accompagnato da migliaia di persone ai lati delle strade. Poi il Papa è stata accolto da una folla festante e colorata di circa 100mila persone, che ha superato di gran lunga le aspettative e reso insensate le carnevalesche proteste inscenate poco distante. La Veglia è stata introdotta dal saluto di mons. Peter Smith, arcivescovo di Southwark e vicepresidente della Conferenza Episcopale britannica. Dopo la liturgia della Parola, nel suo discorso Benedetto XVI ha condiviso con i presenti l'influenza che Newman ha esercitato sulla sua vita e sul suo pensiero: “Il dramma della vita di Newman ci invita ad esaminare le nostre vite, a vederle nel contesto del vasto orizzonte del piano di Dio, e a crescere in comunione con la Chiesa di ogni tempo e di ogni luogo”. Dalla esperienza giovanile della conversione che ispira la sua vocazione e che alla fine della vita gli fa descrive il proprio lavoro come “una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale. Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che, quali uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa la nostra definitiva libertà e l’adempimento delle più profonde aspirazioni umane”. E la passione per la verità, ha spiegato il Papa, comporta un grande prezzo da pagare, quello della testimonianza. “La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi”, ha sottolineato il Papa, che ha detto che come ha dimostrato Newman questa “esige la testimonianza”, perché “ha bisogno di essere udita”.
La sua potenza di convincere, ha aggiunto, “viene da essa stessa e non dall’umana eloquenza o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata”. Il Papa ha ricordato i martiri cristiani giustiziati a Tyburn : “La testimonianza della loro fedeltà sino alla fine fu ben più potente delle parole ispirate che molti di loro dissero prima di abbandonare ogni cosa al Signore. Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana”. Newman fu poi il grande campione dell’ufficio profetico del laicato cristiano. La verità va accolta “mediante una dinamica spirituale che penetra sino alle più intime fibre del nostro essere” ha spiegato il Papa. “Coloro che vivono della e nella verità riconoscono istintivamente ciò che è falso e, proprio perché falso, è nemico della bellezza e della bontà che accompagna lo splendore della verità, veritatis splendor”. Ed è grazie alla “Luce Gentile” della fede che ci rendiamo conto della verità su noi stessi, sulla nostra dignità di figli di Dio, e sul sublime destino che ci attende in cielo”. Ma questa testimonianza non è possibile senza intimità con Dio: “Senza la vita di preghiera, senza l’interiore trasformazione che avviene mediante la grazia dei sacramenti, non possiamo – con le parole di Newman – ‘irradiare Cristo’; diveniamo semplicemente un altro ‘cembalo squillante’ in un mondo già pieno di crescente rumore e confusione, pieno di false vie che conducono solo a profondo dolore del cuore e ad illusione”. E sempre alla scuola di Newman il Papa ha detto che “la fede è destinata a portare frutto nella trasformazione del nostro mondo mediante la potenza dello Spirito Santo che opera nella vita e nell’attività dei credenti".
"Nessuno che guardi realisticamente al nostro mondo d’oggi può pensare che i cristiani possano continuare a far le cose di ogni giorno, ignorando la profonda crisi di fede che è sopraggiunta nella società, o semplicemente confidando che il patrimonio di valori trasmesso lungo i secoli cristiani possa continuare ad ispirare e plasmare il futuro della nostra società”. “Sappiamo che in tempi di crisi e di ribellioni Dio ha fatto sorgere grandi santi e profeti per il rinnovamento della Chiesa e della società cristiana”, ha ricordato il Papa. “Noi abbiamo fiducia nella sua provvidenza e preghiamo per la sua continua guida”. E per questo, rivolto ai giovani, il Papa ha detto: “Siate aperti alla sua voce che risuona nel profondo del vostro cuore: anche ora il suo cuore parla al vostro cuore.” Ed ha aggiunto: “Chiedete a Dio cosa ha in mente per voi! Chiedetegli la generosità di dirgli di sì!”. Ha inoltre rinnovato il suo invito a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Madrid il prossimo anno, dicendo che si tratta di “una splendida occasione per crescere nell’amore per Cristo ed essere incoraggiati nella vostra gioiosa vita di fede assieme a migliaia di altri giovani”. “Spero di vedere là molti di voi!”, ha esclamato.
Sullo spettacolare palco che riproduce archietture romaniche, sotto una croce luminosa sullo sfondo di un cielo stellato, la veglia di preghiera è continuata con l'adorazione del Santissimo Sacramento e le litanie del Sacro Cuore e la preghiera Irradiating Christ; in seguito il coro ha intonato il canto Lead, kindly light, anch'esso composto dal card. Newman. Conclusa la celebrazione e asciato il palco, Benedetto XVI si è allontanato a bordo di un'auto coperta, con la quale è stato condotto alla Nunziatura Apostolica.

Korazym.org, Zenit


Rowan Williams: previsioni sbagliate, è accaduto qualcosa di inimmaginabile 50 anni fa. La gente è uscita per le strade per manifestare la sua fede

“Penso che una delle cose belle sia stata proprio la percezione che molte delle previsioni fatte siano risultate sbagliate”. Ad affermarlo è stato l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams (nella foto con Benedetto XVI), al microfono della Radio Vaticana. “La cosa principale che voglio dire – ha detto – è che è stata un’occasione estremamente felice e l’accoglienza che il Papa ha avuto dai vescovi anglicani, dalla gente in strada e naturalmente a Westminster Hall è stata enormemente positiva. E certamente la preghiera ecumenica della sera nell’Abbazia è stata intensamente commovente per tutti i presenti”. Il viaggio di Benedetto XVI, ha continuato, “è stata un’occasione davvero benedetta e la gente è uscita per le strade per manifestare la sua fede”. “Il conflitto è sempre una storia migliore per un titolo di giornale che non l’armonia – ha commentato –. Ma come molte persone mi hanno detto in questa occasione, quando si pensa a quanto questo sarebbe stato totalmente inimmaginabile 40 o 50 anni fa, anche agli inizi del Concilio Vaticano II, chiaramente qualcosa è accaduto”. “E parte di questo qualcosa – ha continuato l’arcivescovo di Canterbury – è un ritorno alle radici, qualcosa di cui il Papa ed io abbiamo parlato in privato - sono alcuni dei nostri entusiasmi teologici in comune - l’eredità dei Padri e di nuovo il pregare insieme al sacrario di Edoardo il Confessore, guardando indietro all’epoca in cui i confini non erano quelli che ci sono ora tra i cristiani – e tutto questo è parte penso di un quadro molto positivo”. “E penso sia un peccato che il mondo veda solamente le liti o le piccole cose negative mentre l’immenso peso della preghiera quotidiana, della comprensione, dell’amore e dell’amicizia che c’è tra noi passa inosservato”, ha poi osservato. Riguardo, invece, all’incontro privato con il Papa, Rowan Williams ha detto che i dialoghi si sono concentrati non tanto sui rapporti tra anglicani e cattolici quanto sulla situazione dei cristiani in Terra Santa in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente che si terrà nell'ottobre prossimo a Roma. “Abbiamo parlato di alcune delle grandi aree di conflitto dove stiamo cercando di lavorare insieme – ha detto ancora –; di come le gerarchie anglicane e cattoliche abbiano lavorato insieme in Sudan, testimoni e portatori di pace, e di come sia urgente rafforzare tutto questo. Abbiamo parlato dell’argomento quindi di come impegnarsi in un dialogo razionale con il mondo laico”.“La mia preghiera e la mia speranza per questa visita – ha quindi concluso – è che aiuti a promuovere la fede in questo Paese e aiuti la gente a riconoscere le tante persone assolutamente comuni che credono in Dio, credono nella vita sacramentale della Chiesa e fondano la propria vita su tutto ciò”.

Zenit

Il Papa: i nostri lunghi anni di vita ci offrono l’opportunità di apprezzare la bellezza dei più grandi doni che Dio ci ha dato. Qui come un fratello

Papa Benedetto XVI ha fatto visita nel pomeriggio agli ospiti della “St. Peter’s Residence”, casa di riposo nel quartiere londinese di Vauxhall diretta dalle Piccole Sorelle dei Poveri, dove sono ospitati 76 anziani. Dopo aver guidato un breve momento di preghiera nella Cappella, il Pontefice si è spostato nel Teatro del Centro, dove erano riuniti gli anziani insieme ad alcuni assistenti e volontari, poi si è recato a visitare alcuni infermi.
Nel suo discorso, il Papa ha ricordato che “con i progressi della medicina ed altri fattori legati alla accresciuta longevità, è importante riconoscere la presenza di un crescente numero di anziani come una benedizione per la società”. “Ogni generazione può imparare dall’esperienza e saggezza della generazione che l’ha preceduta”. Il provvedere alla cura delle persone anziane, ha segnalato, “non dovrebbe essere anzitutto considerata come un atto di generosità, ma come il ripagare un debito di gratitudine”. Il Papa ha anche ricordato che la Chiesa “ha sempre avuto grande rispetto per l’anziano”. “Il Quarto Comandamento 'Onora tuo padre e tua madre come il Signore tuo Dio ti ha comandato' è legato alla promessa 'perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà'”.
“Dio vuole un preciso rispetto per la dignità e il valore, la salute e il benessere degli anziani e, attraverso le sue istituzioni caritative in Gran Bretagna ed altrove, la Chiesa cerca di adempiere il comando del Signore di rispettare la vita, senza tenere conto dell’età o delle condizioni”, ha aggiunto. Benedetto XVI ha quindi riaffermato che “la vita è un dono unico, ad ogni stadio, dal concepimento fino alla morte naturale, e spetta solo a Dio darla e toglierla”. Anche se si può “godere buona salute in tarda età”, ha spiegato, “i cristiani non dovrebbero avere paura di partecipare alle sofferenze di Cristo se Dio vuole che affrontiamo l’infermità”. A questo proposito, ha ricordato l'esempio del suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II, che “ha sofferto pubblicamente negli ultimi anni della sua vita”. “Appariva chiaro a tutti che viveva questo in unione alle sofferenze del nostro Salvatore – ha constatato –. La sua letizia e pazienza nell’affrontare i suoi ultimi giorni furono un significativo e commovente esempio per tutti noi che dobbiamo portare il carico degli anni che avanzano”. Benedetto XVI ha confessato agli anziani di essere andato a far loro visita “non solo come un Padre, ma soprattutto come un fratello che conosce bene le gioie e le sfide che vengono con l’età”.
“I nostri lunghi anni di vita ci offrono l’opportunità di apprezzare la bellezza dei più grandi doni che Dio ci ha dato, il dono della vita così come la fragilità dello spirito umano”, ha riconosciuto, sottolineando che chi vive a lungo ha “una meravigliosa opportunità di approfondire la propria consapevolezza del mistero di Cristo che umiliò se stesso per condividere la nostra umanità”. Anche se nell'età avanzata “le nostre capacità fisiche spesso vengono meno”, “questi periodi possono essere fra gli anni spiritualmente più fruttuosi della nostra vita”, ha commentato. “Sono un’opportunità per ricordare in una preghiera affettuosa tutti quelli che abbiamo amato in questa vita e porre tutto quello che siamo stati e abbiamo fatto davanti alla grazia e alla tenerezza di Dio”. Ciò, ha aggiunto, “sarà certamente di grande conforto spirituale e ci permetterà di scoprire di nuovo il suo amore e la sua bontà tutti i giorni della nostra vita”. Il Pontefice si è quindi congedato dagli ospiti della “St. Peter’s Residence” con un augurio ispirato alla Sacra Famiglia: “Che la nostra beata Signora ed il suo sposo San Giuseppe preghino per la nostra felicità in questa vita e ci ottengano la benedizione di un sereno passaggio nella prossima”.

Il Papa: più consapevoli nel proteggere i ragazzi. Deplorevole che in marcato contrasto con la tradizione della Chiesa abbiano sofferto abusi da preti

“Siamo tutti diventati più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema”. È il grazie di Papa Benedetto XVI ai rappresentanti del gruppo di protezione dei ragazzi negli ambienti ecclesiali incontrati a margine della visita alla St Peter residence, una casa di riposo per anziani diretta dalle Piccole Sorelle dei Poveri. Un fuori programma preparato con cura e organizzato dal Papa e dai vescovi del Regno Unito. Al gruppo di protezione il Papa ha detto: “Il vostro lavoro, portato avanti sulla scorta delle raccomandazioni elaborate in una prima fase dal “Nola Report” e in seguito dalla Commissione “Cumberlege”, ha offerto un contributo vitale alla promozione di ambienti sicuri per la gioventù...A nome dei molti ragazzi che voi servite e dei loro genitori, vorrei ringraziarvi per il buon lavoro che avete fatto e continuate a fare in questo settore”. Il Papa ha aggiunto: “È deplorevole che, in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura per i ragazzi, questi abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi”. “Sebbene non vi siano mai motivi per compiacersi, occorre dare atto a ciò che è stato fatto – ha continuato –: gli sforzi della Chiesa, in questo Paese e altrove, specialmente negli ultimi dieci anni per garantire la sicurezza dei fanciulli e dei giovani e per mostrare loro ogni rispetto durante la loro crescita verso la maturità, devono essere riconosciuti”. “Prego che il vostro generoso servizio aiuti a rafforzare un’atmosfera di fiducia e di rinnovato impegno per il benessere dei ragazzi, che sono un così prezioso dono di Dio”, ha quindi concluso.

Il Papa incontra commosso cinque vittime di abusi dei preti: ha pregato con loro, ha espresso dolore e vergogna e ha assicurato l'aiuto della Chiesa

Questo pomeriggio Benedetto XVI ha incontrato a Londra cinque vittime di abusi sessuali da parte del clero, quattro donne e un uomo di età compresa tra i 40 e i 50 anni, assisitite da 3 accompagnatori. L'incontro non è avvenuto nella Cappella della residenza arcivescovile perché alcune delle vittime hanno subito abusi proprio in chiesa. Il Papa "si è commosso ascoltando le storie delle vittime" e "ha espresso profondo dolore e vergogna", assicurando l'impegno della Chiesa per la verifica delle accuse, la protezione dei giovani e la collaborazione "con le autorità civili". ''Ha pregato con loro - si legge in una nota - e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini''. ''Come in altre occasioni - riferisce ancora la sala stampa vaticana -, ha pregato affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro''. Dopo questo incontro, il Papa ha parlato anche a un gruppo di professionisti e di volontari ''che si dedicano alla protezione dei bambini e dei giovani in ambiente ecclesiastico''. Il colloquio privato è durato 30-40 minuti, secondo quanto ha detto alla BBC Bill Kilgallon, presidente del National Catholic Safeguarding Commission, la struttura indipendente creata dalla Conferenza Episcopale inglese per assicurare la sicurezza dei bambini nelle istituzioni cattoliche e dare seguito alle denunce di abusi. Le cinque vittime, ha riferito Kilgallon, non hanno dovuto firmare alcuna liberatoria prima dell'incontro, come era stato scritto da alcuni organi di stampa. Alcune delle vittime avevano però chiesto che l'incontro avvenisse lontano dai giornalisti. Kilgallon aveva incontrato alcune delle vittime prima che queste andassero dal Papa ma non ha saputo dire cosa si siano detti durante il colloquio. Ha però aggiunto che alcuni di loro sono andati dal Pontefice ''con la loro rabbia'' per quanto avevano subito, ''e la rabbia è una cosa positiva perchè può essere molta costruttiva'' per chi ha subito un trauma come gli abusi.

Tgcom, Asca

Vian: il carettere storico del viaggio del Papa colto soprattutto dai media britannici. Il discorso a Westminster Hall tra i maggiori del pontificato

Elogio dei mass media britannici da parte de L'Osservatore Romano. Senza mai citare espressamente la notizia dell'arresto di sei presunti terroristi, il direttore del quotidiano vaticano Giovanni Maria Vian, sottolinea nell'odierno editoriale che il "carattere storico" del viaggioo del Papa nel Regno Unito "è colto dai media soprattutto britannici, mentre altrove l'attenzione non è stata all'altezza di questi giorni, preferendo correre dietro e dare corpo a notizie trascurabili". "Se si volesse trovare un'immagine simbolica riassuntiva dei momenti londinesi - scrive ancora Vian - bisogna andare alla conclusione del discorso a Westminster Hall, che sicuramente resterà tra i maggiori del pontificato". L'Osservatore Romano ricorda poi che "ai cattolici Benedetto XVI è tornato a parlare delle sofferenze causate dai crimini degli abusi sui bambini da parte di membri del clero, auspicando sostegno alle vittime e dicendosi fiducioso nella purificazione e nel rinnovamento della Chiesa".

Apcom

Lombardi: nessun parallelo tra i martiri e le vittime di preti pedofili. Il Papa colpito e grato per il vasto pubblico contento di incontrarlo

Papa Benedetto XVI, nell'omelia della Messa celebrata questa mattina alla Cattedrale di Westminster a Londra, ''non ha tracciato alcun parallelo'' tra le vittime di abusi sessuali commessi da preti e i martiri. Lo ha detto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi durante un briefing con i giornalisti. ''Sono due motivi pertinenti per parlare del mistero della Croce, ma profondamente distinti'', ha spiegato il direttore della sala stampa vaticana, precisando che il Pontefice non ha instaurato una ''diretta connessione'' tra le sofferenze dei martiri e quelle delle vittime della pedofilia. ''La Messa - ha spiegato ancora p. Lombardi - era dedicata al Sangue di Cristo e tutte le forme di sofferenza profonda hanno un riferimento a questo. Ma i martiri muoiono per la fede e in questo seguono Cristo. Le vittime della pedofilia, che soffrono terribilmente, non soffrono perchè testimoniano la fede. Esse tuttavia hanno una partecipazione al sacrificio di Gesù e possono essere invitate a vivere la loro sofferenza nel mistero della Croce''. Altra cosa è il martirio, perchè è ''stato scelto liberamente''. L'atteso incontro di Benedetto XVI con le vittime della pedofilia clericale non ha avuto ancora luogo. ''Sarete avvertiti tempestivamente e con precisione - ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana rivolto ai giornalisti - appena sarà avvenuto''. Le proteste, poche e circoscritte, che stanno accompagnando il viaggio del Pontefice nel Regno Unito ''non stupiscono'' il Papa o il Vaticano, che sottolinea comunque come il clima nel quale Benedetto è stato ricevuto Oltremanica dal governo e della società sia estremamente positivo e caloroso. ''Ci aspettavamo le proteste - ha detto padre Lombardi - e non ci stupiscono, sappiamo che ci sono dei gruppi critici e hanno il diritto di esprimersi'', secondo la ''positiva tradizione del Regno Unito'' ricordata anche ieri dal Pontefice. Tuttavia, ha aggiunto, ''noi cerchiamo di avere sempre una valutaizone generale della situazione e in questo senso bisogna riconoscere la realtà, c'è un vasto pubblico che è contento di incontrare il Papa''. Le proteste, ha spiegato quindi, ''non mi scioccano e sono molto contento di come il governo e la società britannica stanno accogliendo il Papa''. ''Anche in altri viaggi - ha ricordato Padre Lombardi - c'erano discussioni. Ma c'è anche una grande parte della popolazione che ha un atteggiamento di rispetto e di interesse per quello che dice il Papa. L'onore dimostrato al Papa accogliendolo alla Westminster Hall e all'Abbazia di Westminster sono momenti che dimostrano un ascolto e un rispetto favorevole. Il Papa è colpito e grato di questo''. La presenza di un prete anglicano donna durante il servizio ecumenico celebrato ieri da Benedetto XVI insieme al primato della Chiesa d'Inghilterra Rowan Williams non è stato motivo di imbarazzo o problemi per il Pontefice, ferme restando naturalmente le divergenze sul tema dell'ordinazione femminile tra le due confessioni cristiane. ''Sappiamo che ci sono donne con ministeri ecclesiali nelle altre confessioni e che le donne hanno una fede profonda, che partecipano alla liturgia pubblica con diversi ruoli, e non abbiamo problemi di fronte a questo - ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana -. La Chiesa Cattolica come sapete ritiene che non sia possibile ordinare donne prete anche se c'è comunque posto per loro nella liturgia e nella vita della Chiesa''. Il Papa ha anche stretto la mano alla donna prete, il reverendo Jane Hedges, canonica dell'abbazia di Westminster, all'inizio della cerimonia. Lombardi ha anche spiegato che il Pontefice e il primate anglicano Williams non hanno affrontato i problemi del dialogo ecumenico tra le due confessioni durante l'incontro privato che hanno avuto ieri. ''Si è trattato di un incontro molto semplice e caloroso'', ha detto il portavoce.

Asca

Il Papa: il messaggio semplice e ricco di San Davide continui a risuonare nel Galles attirando i cuori a un rinnovato amore per Cristo e la sua Chiesa

"Possa il messaggio di San Davide, in tutta la sua semplicità e ricchezza, continuare a risuonare nel Galles di oggi, attirando i cuori del suo popolo ad un rinnovato amore per Cristo e la sua Chiesa”. E' questo l'augurio rivolto da Papa Benedetto XVI, dopo aver benedetto nella Cattedrale di Westminster, al termine della Messa, un mosaico su San Davide (Dewi Saint), patrono dei gallesi. Con questo gesto e con l'accensione di una candela davanti all'immagine della Madonna di Cardigan, una delle invocazioni più amate dai gallesi, il Papa ha voluto esprimere la propria vicinanza ai cattolici del Galles, che non potrà visitare durante questo viaggio apostolico. Il Papa ha voluto ricordare le antiche radici cristiane del Galles e la sua tradizionale devozione alla Madonna.“San Davide fu uno dei grandi santi del sesto secolo, quell’epoca d’oro di santi e missionari in queste isole, e fu per questo un fondatore della cultura cristiana che sta alle radici dell’Europa moderna”, e la sua predicazione “fu semplice, ma profonda”: “Siate felici, conservate la fede e fate cose semplici”. Benedetto XVI ha auspicato che “il messaggio di San Davide, in tutta la sua semplicità e ricchezza, continuare a risuonare nel Galles di oggi, attirando i cuori del suo popolo ad un rinnovato amore per Cristo e la sua Chiesa”. Nel corso della storia, inoltre, “la gente del Galles si è distinta per la sua devozione alla Madre di Dio; ciò è posto in evidenza dagli innumerevoli luoghi del Galles chiamati 'Llanfair' – Chiesa di Maria”. ''Purtroppo - ha concluso il Pontefice - non mi è stato possibile recarmi in Galles durante questa visita. Ma spero che questa splendida statua, che ora ritorna al Santuario Nazionale di Nostra Signora di Cardigan, sarà un ricordo permanente del profondo amore del Papa per il popolo del Galles e della sua costante vicinanza sia nella preghiera, che nella comunione della Chiesa''.

Asca

SALUTO AI FEDELI DEL GALLES NELLA CATTEDRALE DI WESTMINSTER - il testo integrale del saluto del Papa

Il Papa: siamo stati fatti per ricevere e donare amore, per farne l’ispirazione di ogni nostra attività, la realtà più solida della nostra vita

Applausi e cori di giubilo hanno accolto il Papa fuori dalla Cattedrale di Westminster, dove Benedetto XVI ha salutato i giovani raccolti nel sagrato a conclusione della Messa che ha celebrato nella Chiesa dedicata al Preziosissimo Sangue di Gesù, che hanno seguito attraverso i maxischermi. Quell'entusiasmo, hanno spiegato alcuni presenti, era soprattutto per ringraziarlo delle parole di condanna per lo scandalo degli abusi pronunciate all'omelia.
"Siamo stati fatti per ricevere amore e di fatto ne abbiamo", ha detto il Papa nel suo saluto. "Ogni giorno dovremmo ringraziare Dio per l’amore che abbiamo già ricevuto, per l’amore che ci ha resi ciò che siamo, l’amore che ci ha mostrato cosa è davvero importante nella vita". "Siamo stati fatti anche per donare amore, per fare dell'amore l'ispirazione di ogni nostra attività, la realtà più solida della nostra vita. A volte ciò sembra tanto naturale, specialmente quando sentiamo l'euforia dell'amore, quando i nostri cuori sono ricolmi di generosità, di idealismo, del desiderio di aiutare gli altri, di costruire un mondo migliore. Ma allo stesso tempo ci rendiamo conto che amare è difficile: i nostri cuori possono facilmente essere induriti dall'egoismo, dall'invidia e dall'orgoglio.
La Beata Madre Teresa di Calcutta, la grande Missionaria della Carità, ci ricordava che dare amore, amore puro e generoso, è il frutto di una decisione quotidiana".
"Ogni giorno - ha detto ancora il Papa - dobbiamo scegliere di amare e ciò richiede un aiuto, l'aiuto che proviene da Cristo, dalla preghiera, dalla saggezza che si trova nella sua parola e dalla grazia che egli effonde su di noi nei sacramenti della sua Chiesa". “Vi chiedo – è stata l’esortazione del Papa ai giovani – di guardare dentro il vostro cuore ogni giorno, per trovare la sorgente di ogni amore autentico”. Gesù, li ha incoraggiati, “è sempre là, aspettando tranquillamente che possiamo raccoglierci con lui ed ascoltare la sua voce”. “La vera preghiera richiede disciplina: richiede di trovare dei momenti di silenzio ogni giorno. Spesso ciò significa attendere che il Signore parli”. Anche fra le occupazioni e lo stress quotidiano, ha concluso, “abbiamo bisogno di dare spazio al silenzio, perché è nel silenzio che troviamo Dio” e che “scopriamo chi siamo veramente. E con ciò, scopriamo la vocazione particolare che Dio ci ha dato per l’edificazione della sua Chiesa e la redenzione del nostro mondo”.

Apcom, Radio Vaticana

SALUTO AI GIOVANI SUL SAGRATO DELLA CATTEDRALE DI WESTMINSTER - il testo integrale del saluto del Papa

ll Papa: Cristo unisce quotidianamente le sofferenze, i bisogni e le speranze ai meriti del suo sacrificio. Profondo dolore per la pedofilia del clero

Questa mattina, nella Cattedrale di Westminster, Papa Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa votiva del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo a cui è dedicata la Cattedrale. Il Papa ha dedicato la sua omelia alla sofferenza umana che trova redenzione nella morte e Risurrezione di Cristo. Nello spirito del motto del viaggio, “Il cuore parla al cuore”, Benedetto XVI si è rivolto direttamente a quanti soffrono, ha parlato al cuore di quanti uniscono i loro sacrifici a quelli del Signore. Il Papa ha voluto incentrare la sua riflessione sull'enorme crocifisso che domina la navata centrale della Cattedrale e “che ritrae il corpo di Cristo schiacciato dalla sofferenza, sopraffatto dal dolore, vittima innocente la cui morte ci ha riconciliati con il Padre e ci ha donato di partecipare alla vita stessa di Dio”. “Le braccia spalancate del Signore – ha detto ancora – sembrano abbracciare questa chiesa intera innalzando verso il Padre le schiere di fedeli che si raccolgono attorno all’altare del sacrificio Eucaristico e partecipano dei suoi frutti. Il Signore crocifisso sta sopra di noi come la sorgente della nostra vita e della nostra salvezza”. “Lo scaturire del sangue di Cristo è la sorgente della vita della Chiesa”, ha notato Benedetto XVI. “La Chiesa in ogni tempo e luogo celebra l’Eucarestia, fino a che il Signore ritorni nella gloria, rallegrandosi nella sua presenza sacramentale e attingendo alla forza del suo sacrificio di salvezza per la redenzione del mondo”. La realtà del sacrificio Eucaristico, ha aggiunto, “è sempre stata al cuore della fede cattolica; messa in discussione nel sedicesimo secolo, essa venne solennemente riaffermata al Concilio di Trento, nel contesto della nostra giustificazione in Cristo”. “Qui in Inghilterra, come sappiamo – ha continuato –, molti difesero strenuamente la Messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che è stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre”. “Il grande crocifisso che qui ci sovrasta – ha aggiunto – ci ricorda che Cristo” unisce “quotidianamente i nostri sacrifici, le nostre sofferenze, i nostri bisogni, speranze e aspirazioni agli infiniti meriti del suo sacrificio”. "Per lui, con lui ed in lui noi eleviamo i nostri corpi come un sacrificio santo e gradito a Dio. In questo senso siamo presi nella sua eterna oblazione, completando, come afferma San Paolo, nella nostra carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo a favore del suo corpo, che è la Chiesa. Nella vita della Chiesa, nelle sue prove e tribolazioni, Cristo continua, secondo l’incisiva espressione di Pascal, ad essere in agonia fino alla fine del mondo”.
“Vediamo rappresentato nella forma più eloquente - ha proseguito - questo aspetto del mistero del prezioso sangue di Cristo dai martiri di ogni tempo, che hanno bevuto al calice da cui Cristo stesso ha bevuto, ed il cui sangue, sparso in unione al suo sacrificio, dà nuova vita alla Chiesa. Ciò è anche riflesso nei nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana. Ma è anche presente, spesso nascosto nelle sofferenze di tutti quei singoli cristiani che quotidianamente uniscono i loro sacrifici a quelli del Signore per la santificazione della Chiesa e la redenzione del mondo. Il mio pensiero va in modo particolare a tutti quelli che sono spiritualmente uniti a questa celebrazione Eucaristica, in particolare i malati, gli anziani, gli handicappati e coloro che soffrono nella mente e nello spirito". Il pensiero del Papa è andato alle “immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri”. “Esprimo – ha detto – soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite”. “Riconosco anche con voi – ha soggiunto – la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati; ; vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuira' alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani". Benedetto XVI ha dunque espresso la sua “gratitudine per gli sforzi fatti per affrontare questo problema responsabilmente” e ha chiesto a tutti i fedeli di mostrare la propria “sollecitudine per le vittime e la solidarietà” verso i sacerdoti.
Questo mistero della Redezione, ha insistito il Papa, deve essere portato al mondo: “Il Concilio Vaticano II parlò in maniera eloquente dell’indispensabile ruolo del laicato di portare avanti la missione della Chiesa”. Una esortazione, ha osservato poi, che richiama “le intuizioni e gli insegnamenti di John Henry Newman”. In questo senso, ha auspicato che le idee di Newman possano “continuare ad ispirare tutti i seguaci di Cristo in questa terra a conformare a lui ogni loro pensiero, parola ed azione e a lavorare strenuamente per difendere quelle immutabili verità morali che, riprese, illuminate e confermate dal Vangelo, stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera”. “Quanto ha bisogno la società contemporanea di questa testimonianza!”, ha detto. “Quanto abbiamo bisogno, nella Chiesa e nella società – ha ribadito – di testimoni della bellezza della santità, testimoni dello splendore della verità, testimoni della gioia e libertà che nascono da una relazione viva con Cristo!". Una delle più grandi sfide che dobbiamo affrontare oggi, ha concluso è “come parlare in maniera convincente della sapienza e del potere liberante della parola di Dio ad un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla libertà umana, invece che come verità che libera le nostre menti e illumina i nostri sforzi per vivere in modo saggio e buono”.
Presenti alla celebrazione, tra gli altri, anche il primate anglicano Rowan Williams e l’ex premier britannico, Tony Blair. L'indirizzo di benvenuto all'inizio della celebrazione è stato pronunciato dall’arcivescovo di Westminster, mons. Vincent Nichols, che ha definito il viaggio apostolico un grande dono per i fedeli del Regno Unito.

Radio Vaticana, AsiaNews, Zenit

SANTA MESSA NELLA CATTEDRALE DI WESTMINSTER - il testo integrale dell'omelia del Papa

L'incontro di Benedetto XVI con il premier britannico Cameron, il vice primo ministro e il capo dell'opposizione

Prima della Messa solenne nella cattedrale di Westminster, Papa Benedetto XVI ha iniziato la terza giornata del viaggio nel Regno Unito su una nota decisamente 'politica'. Il Pontefice ha infatti incontrato questa mattina, nel Palazzo Arcivescovile di Londra, il Primo Ministro conservatore David Cameron (foto), il suo vice liberaldemocratico Nick Clegg, e il capo provvisorio dell'opposizione laburista Harriet Harman. I colloqui erano privati e i loro contenuti sono rimasti riservati. Il Papa ha fatto le condoglianze al premier britannico per la morte del padre; Cameron non ha potuto assistere ieri all'atteso discorso del Pontefice nella sede del Parlamento britannico perchè impegnato con il funerale. A quanto riferisce la stampa britannica, mentre sia Cameron che Clegg si sono dimostrati affabili e a loro agio durante l'incontro con il Pontefice, la Harman sarebbe stata rigida e pare che sia toccato a Benedetto XVI avviare la conversazione. Il capo provvisorio dei laburisti, tuttavia, secondo quello che riferisce The Guardian, ha assicurato di aver avuto molto di cui parlare con il Papa: ''Abbiamo parlato delle molte lotte per la giustizia sociale che il Labour e la Chiesa Cattolica hanno combattuto assieme e di quelle che rimangono ancora da affrontare''. Clegg, nel suo appuntamento con il Pontefice, era accompagnato dalla moglie cattolica e dai figli.

Asca