lunedì 25 luglio 2011

L'Ufficio per gli Affari religiosi di Pechino: estremamente irragionevoli e sgarbate le scomuniche del Vaticano, avanti con le ordinazioni dei vescovi

L’Ufficio Statale per gli Affari religiosi si è detto "profondamente preoccupato" per le scomuniche a Joseph Huang Bingzhang e Lei Shiyin e "estremamente irragionevoli e sgarbate" e sono un gesto che ha "gravemente ferito i sentimenti dei cattolici cinesi e rattristato i suoi membri", ha spiegato un portavoce alla Xinhua. Ma la storia, ha proseguito Pechino in un comunicato, "ha dimostrato che la Chiesa Cattolica cinese non si fermerà a causa delle minacce del Vaticano" e che "la maggioranza dei preti e dei credenti sceglierà ancora più risolutamente il sentiero dell’ordinazione dei suoi vescovi". Del resto, che Pechino voglia andare avanti per la sua strada nonostante l’irritazione della Santa Sede, è evidente. "Almeno sette diocesi presto avranno le loro nuove guide spirituali", ha annunciato venerdì Liu Bainian, vice-presidente della Chinese Patriotic Catholic Association, astenendosi tuttavia dal fornire dettagli e limitandosi a collocare le cerimonie in un imprecisato "giorno propizio". Il braccio di ferro tiene sul filo del rasoio cinque milioni e mezzo di cattolici, indecisi se assicurare la propria fedeltà all'Associazione o se mostrare la propria devozione al Papa e a quella che in Cina prende il nome di "Chiesa sotterranea". Soltanto nell’ultimo anno sono state almeno tre le ordinazioni senza mandato pontificio alle quali ha fatto seguito l’accorato appello papale che invitava tutti i vescovi, nonostante le pressioni di Pechino, ad "astenersi dall’intraprendere la strada della separazione". Poi, la scomunica di padre Giuseppe alla quale la Chiesa cinese ha risposto confermando senza indugio l’ordinazione di altri 40 vescovi. "Attraverso questi gesti di strapotere della Cina sulla Chiesa, si va sfilacciando il paziente lavoro di ricucitura fra Chiesa sotterranea e ufficiale che Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI avevano compiuto", commentava la scorsa settimana l'agenzia AsiaNews, sottolineando come in queste condizioni la Chiesa "non riesca a garantirsi di fronte al Partito comunista cinese i giusti spazi di libertà religiosa che, in teoria, la stessa costituzione cinese ammette". Ma il portavoce dell'Associazione patriottica, Yang Yu, ha spiegato la politica di Pechino, evidenziando come le nomine illegittime siano indispensabili per la sopravvivenza della Chiesa cinese: "Al momento almeno 40 diocesi su 97 non dispongono di un vescovo, e questa situazione ostacola la diffusione del Vangelo in un Paese che conta 6 milioni di fedeli".

Vatican Insider

Pechino pontifica contro “le minacce” del Vaticano

La Santa Sede richiama per consultazioni il nunzio in Irlanda. Benedettini: situazione seria, sorpresa e rammarico per alcune reazioni eccessive

La Santa Sede ha richiamato per consultazioni il nunzio apostolico in Irlanda, mons. Giuseppe Leanza, in seguito alla pubblicazione, il 13 luglio scorso, del Rapporto della Commissione d'Inchiesta del Governo irlandese circa le accuse di abusi di minori da parte del clero della diocesi di Cloyne. Lo riferisce la Sala Stampa vaticana. Il vice-direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, ha spiegato che si tratta di una decisione che ''ha lo scopo principale di permettere una consultazione con chi lavora sul posto da parte della Segreteria di Stato e degli altri dicasteri coinvolti, al fine di preparare la risposta ufficiale della Santa Sede al Governo irlandese in seguito al cosiddetto Cloyne Report''. ''Il richiamo del nunzio - sottolinea padre Benedettini - essendo misura cui raramente la Santa Sede fa ricorso, denota la serietà della situazione, la volontà della Santa Sede di affrontarla con obiettività e determinazione, nonchè una certa nota di sorpresa e rammarico per alcune reazioni eccessive''. Tuttavia, ha concluso il vice-direttore della Sala Stampa, ''il richiamo del nunzio va interpretato nella linea di una volontà della Santa Sede finalizzata ad una seria e fattiva collaborazione''.

Asca

DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

Festa di San Giacomo il Maggiore. ll Papa: accogliere la chiamata del Signore anche quando ci chiede di lasciare la ‘barca’ delle nostre sicurezze

Oggi la Chiesa celebra la festa di San Giacomo il Maggiore: figlio di Zebedeo e fratello di San Giovanni Evangelista, è il primo degli Apostoli a morire martire. Benedetto XVI ne ha parlato nella catechesi dell’Udienza generale del 21 giugno 2006, mentre lo scorso 6 novembre si è recato in pellegrinaggio alla sua tomba, a Santiago de Compostela. Il Papa traccia il cammino di conversione di San Giacomo: dalle ambizioni del potere al martirio. L’Apostolo nasce a Betsaida, in Galilea, sulle rive del Lago di Tiberiade. E’ un pescatore. Quando Gesù lo chiama è al lavoro ma non ha tentennamenti: col fratello Giovanni lascia subito la barca e il padre per seguire il Maestro che gli annuncia il Regno. Ha un temperamento forte. Vuole far scendere dal cielo un fuoco per consumare un villaggio samaritano che non accoglie il Signore. E da Gesù vuole, per sé e il fratello, il posto più grande nel Regno. Non ha ancora capito che le vie di quel Regno sono la mitezza, l’umiltà, la misericordia. Sul Monte Tabor continua ad assaporare sogni di gloria terrena: durante la Trasfigurazione, guarda lo splendore divino del Signore; ma nell’orto del Getsemani “vede con i propri occhi come il Figlio di Dio si umilia facendosi obbediente fino alla morte”: “Certamente la seconda esperienza costituì per lui l’occasione di una maturazione nella fede, per correggere l’interpretazione unilaterale, trionfalista della prima: egli dovette intravedere che il Messia, atteso dal popolo giudaico come un trionfatore, in realtà non era soltanto circonfuso di onore e di gloria, ma anche di patimenti e di debolezza. La gloria di Cristo si realizza proprio nella Croce, nella partecipazione alle nostre sofferenze”.
Ma Giacomo ancora fugge la Croce. E’ scandalizzato dalla morte di Cristo e lo abbandona nel momento più difficile. Non è con Maria sul Calvario. La maturazione della fede, ricorda il Papa, è infatti portata a compimento dallo Spirito Santo nella Pentecoste: allora Giacomo annuncia senza paura il Vangelo della morte e risurrezione di Gesù. Il re Erode Agrippa lo fa decapitare: è il primo tra gli Apostoli a subire il martirio.
“Da San Giacomo, dunque, possiamo imparare molte cose: la prontezza ad accogliere la chiamata del Signore anche quando ci chiede di lasciare la ‘barca’ delle nostre sicurezze umane, l’entusiasmo nel seguirlo sulle strade che Egli ci indica al di là di ogni nostra illusoria presunzione, la disponibilità a testimoniarlo con coraggio, se necessario, fino al sacrificio supremo della vita”.
Il cammino di San Giacomo vale per tutti i credenti: “Possiamo dire che il cammino non solo esteriore ma soprattutto interiore, dal monte della Trasfigurazione al monte dell’agonia, simbolizza tutto il pellegrinaggio della vita cristiana, fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio, come dice il Concilio Vaticano II. Seguendo Gesù come San Giacomo, sappiamo, anche nelle difficoltà, che andiamo sulla strada giusta”.

Radio Vaticana

Udienza generale, 21 giugno 2006

Speciale Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona

E' morto il card. Virgilio Noé. Il cordoglio del Papa: apprezzata testimonianza di fervoso zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo

La Santa Sede ha informato della morte, avvenuta ieri mattina all'età di 89 anni, del card. Virgilio Noé (foto), Arciprete emerito della Basilica di San Pietro e vicario generale emerito del Papa per la Città del Vaticano. Il Papa ha espresso il proprio cordoglio in un telegramma inviato alla sorella Maria, in cui ricorda con affetto il porporato “per tanti anni solerte collaboratore della Santa Sede in particolare nell'ufficio delle celebrazioni liturgiche e come arciprete della Papale Basilica di San Pietro rendendo ovunque – afferma Benedetto XVI - una apprezzata testimonianza di fervoroso zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo”. I funerali del cardinale Noè si svolgeranno domani mattina alle 10.00 nella Basilica di San Pietro. Con la morte del card. Virgilio Noé, il Collegio cardinalizio è formato da 195 porporati, dei quali 114 elettori e 81 che non parteciperebbero a un eventuale conclave per il fatto di aver compiuto 80 anni.

Zenit, Radio Vaticana

TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE PER LA MORTE DEL CARD. VIRGILIO NOÈ