mercoledì 14 aprile 2010

'Fides et Forma': la strategia che ha condotto alla traslazione di San Pio il 19 aprile nella tomba di Tutankhamon fra ipocrisie e miserie umane

LA TRASLAZIONE DI SAN PIO FRA IPOCRISIE E MISERIE UMANE

LA STRATEGIA CHE HA CONDOTTO ALLA TRASLAZIONE DI SAN PIO

A BREVE IL CORPO DI SAN PIO SARA' TRASLATO NELLA TOMBA DI TUTANKHAMON

Vergogna senza fine: Weakland stracciava i rapporti sugli abusi dei preti, continuò a spostare nelle parrocchie un pedofilo e fece causa a una vittima

Claudio, un lettore de La Vigna del Signore, che ringraziamo di cuore, ci segnala due articoli che contengono importanti e nello stesso tempo agghiaccianti novità sulla vicenda pedofilia nella diocesi di Milwaukee, che a suo tempo cercò di coinvolgere in prima persona Joseph Ratzinger.
Scenron

Il Journal Sentinel online di Milwaukee riporta che Weakland avrebbe ammesso, in una deposizione del 1993, che stracciava abitualmente i rapporti che gli arrivavano per denunciare abusi su minori.

http://www.jsonline.com/news/milwaukee/78431087.html

Lo stesso Weakland, secondo un articolo del 1992 della National Review, riassegnò da parrocchia a parrocchia William Effinger, che poi venne arrestato per abuso sessuale e morì in prigione. Non contento, quando la vittima fece causa alla diocesi e non riuscì a otteneri il pagamento di danni, fece a sua volta causa alla vittima per ricuperare le spese processuali.


Ravasi: il Papa sta promuovendo il dialogo tra fede e ragione, includendo artisti e pensatori non credenti. Le iniziative del dicastero della cultura

Papa Benedetto XVI sta promuovendo il dialogo tra fede e ragione, e in esso sono inclusi pensatori e artisti atei. Lo ha affermato questo martedì il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, l'arcivescovo Gianfranco Ravasi, durante una conferenza stampa a Valencia, secondo quanto rende noto l'agenzia diocesana Avan. Mons. Ravasi, che si trova nella città spagnola per l'inaugurazione della cattedra Fides et Ratio dell'Università Cattolica di Valencia (UCV), ha spiegato che il suo dicastero sta portando avanti molte iniziative in questo senso. Ad esempio, ha reso noto che durante il suo viaggio in Portogallo a maggio Papa Benedetto XVI incontrerà gli artisti portoghesi, tra cui il regista Manuel de Oliveira. Un'altra iniziativa è la preparazione di un incontro con gli architetti, al quale parteciperà il valenciano Santiago Calatrava, che ha preso parte insieme ad altri 300 artisti di tutto il mondo all'incontro con Benedetto XVI lo scorso 21 novembre nella Cappella Sistina. Si sta anche preparando per quest'anno una serie di incontri a Parigi, nella sede dell'UNESCO, all'Università della Sorbona e all'Accademia Francese, attraverso il Cortile dei Gentili, istituzione creata dal dicastero per la Cultura per promuovere il dialogo con l'ambito dell'ateismo. Lo stesso mons. Ravasi ha rivelato che prevede di incontrare, probabilmente a novembre, mese in cui il Papa sarà a Santiago de Compostela e Barcellona, un intellettuale spagnolo non credente per riflettere sul dialogo tra fede e cultura. Il presule ha aggiunto che il cristianesimo “ha sempre una funzione all'interno della cultura”, anche se in alcune delle sue espressioni questa “può essere completamente secolare o laica”. La religione “favorisce le risposte fondamentali alle domande che ogni uomo si pone sulla vita, la morte, il dolore, la giustizia o la verità”. Interpellato dai giornalisti locali sui casi di abuso di minori da parte dei sacerdoti, mons. Ravasi ha riconosciuto che si tratta di questioni “gravi” e ha affermato che la Santa Sede “sta trattando la questione con molto rigore”. Dopo aver spiegato le misure adottate in questi casi, il presule ha anche lamentato alcune delle reazioni pubbliche riprodotte dai mezzi di comunicazione contro il Papa, che a suo avviso sono state “eccessive” e “quasi aggressive”.

Zenit

Il Papa in Portogallo. ll presidente della Conferenza Episcopale: l'attesa un momento di gioia, entusiasmo e speranza. Sugli abusi siamo con lui

Il Portogallo vive “il tempo di attesa della visita del Papa”, e in questo momento di accuse contro di lui “siamo con il Santo Padre”, ha affermato questo lunedì il presidente della Conferenza Episcopale Portoghese (CEP), mons. Jorge Ortiga. Nel discorso di apertura dell'assemblea dell'episcopato, nella Casa Nossa Senhora das Dores, nel Santuario di Fatima, monsignor Ortiga ha riconosciuto che “questa Assemblea Plenaria della CEP si svolge in un momento delicato, in cui si incrociano perplessità e speculazioni su fatti o denunce a cui i media hanno dato ampia copertura”. “Fatti e denunce che richiedono, da parte di tutti, coraggio nell'analisi, nella giustizia, nella verità e nella carità in parole e fatti”, ha aggiunto. Secondo il presule, di fronte “alla grave lesione della dignità personale delle vittime dei casi di pedofilia, è necessario ristabilire la giustizia, purificare la memoria e ribadire umilmente l'impegno della Chiesa di fedeltà a Dio e servizio agli uomini”. Al di là di questa problematica, osserva il presidente della CEP, “questo è un momento di grande gioia, di entusiasmo e speranza, il tempo di attesa della visita del Papa, successore di Pietro. Siamo con il Santo Padre”. Per mons. Ortiga, il contributo della Chiesa alla società, “attraverso un'azione pastorale ripensata e dominata da una reinterpretazione della coscienza missionaria, può e deve essere speranza per il popolo portoghese, a cui il Santo Padre verrà a portare motivazioni e orizzonti rafforzati”.

Zenit

Il Papa a Malta. Gli ultimi dettagli del viaggio: la copertura dei media e i giornalisti, la logistica, i trasporti, la sicurezza e i costi

Tutto è pronto a Valletta per l’arrivo del Papa, sabato e domenica prossimi. O quasi. Al quartier generale del Comitato organizzatore del viaggio, a Floriana, vicinissima a Valletta, si mettono a punto gli ultimi dettagli. C’è un gran corri corri, il telefono squilla in continuazione e i numerosi volontari forniscono tutte le informazioni possibili per le celebrazioni che Benedetto XVI terrà nell’Isola. Charles Bonello, incaricato dal governo del Comitato organizzatore del viaggio, è chiuso nel suo ufficio ininterrottamente fino a notte fonda, sommerso dalle carte e con il telefono che squilla in continuazione. Riesce però a fermarsi qualche minuto per fare il punto con l'agenzia Zenit sull’organizzazione, arrivata alla fase finale. “Siamo molto soddisfatti della partecipazione dei mass media – ha commentato –. C’è stata un’ottima risposta. Abbiamo circa 180 giornalisti stranieri, e gli accrediti arrivano a 320 con la stampa locale. Arriveranno giornalisti da tutto il mondo”. “Le celebrazioni – ha fatto poi sapere Bonello – verranno seguite da numerose televisioni. La Messa del Papa a Floriana, l’attività principale organizzata dalla Chiesa maltese, in programma domenica mattina, verrà trasmessa in diretta dalla Rai, mentre RaiNews24 trasmetterà in diretta il tragitto che il Pontefice compirà da Kalkara a Valletta a bordo del catamarano. Inoltre circa 60 televisioni di tutto il mondo trasmetteranno, in differita, le celebrazioni del Papa a Malta”. “Malta – ha aggiunto – vede la visita di Benedetto XVI come una buona occasione non solo per l’immagine del paese, ma anche per rilanciare il turismo. Il governo farà il massimo per questa visita”. Bonello dà poi qualche dettaglio sulla sicurezza, i trasporti e la logistica : "Stiamo concludendo la fase finale della logistica, siamo a buon punto, dobbiamo solo verificare gli ultimi dettagli. Per quanto riguarda la sicurezza, ci sarà un livello alto. Abbiamo accreditato circa 5mila persone, tra invitati, staff, uomini delle forze dell’ordine, volontari, protezione civile, medici. Il trasporto pubblico verrà potenziato. Saranno predisposte corse speciali per i luoghi delle celebrazioni del Papa. Aspettiamo tantissime persone provenienti da tutta l’Isola. Alla messa di Floriana, domenica mattina, si attendono 35-40mila persone. Per il Papa, invece, ci saranno due papa-mobili e una macchina di sicurezza". Il membro del comitato organizzatore parla anche della presenza del governo e del presidente della Repubblica nelle fasi del viaggio: "Il presidente della Repubblica e il premier, insieme alle loro mogli, saranno presenti all’aeroporto per la cerimonia di accoglienza, durante la visita al Palazzo presidenziale, dove ci sarà una buona rappresentanza del governo, e alla Messa a Floriana. Il governo ha posto grande attenzione alla visita. Abbiamo iniziato i lavori di preparazione e di coordinamento da ottobre 2009, quando c’è stata la conferma ufficiale del viaggio. Siamo molto soddisfatti per il livello di organizzazione raggiunto. Speriamo che la visita sia un successo per il Paese, ma lasci anche i frutti attesi per quanto riguarda gli aspetti spirituali". Infine sui costi del viaggio apostolico del Papa: "Il governo ha stanziato 250mila euro per sostenere le spese dell’intera organizzazione. Mi preme inoltre dire che il governo ha cercato di portare Benedetto XVI anche a Gozo ma, considerati i tempi ristretti della sua visita, non potrà recarsi all’Isola. Per questo il governo ha fatto di tutto per far sì che i gozitani abbiano la possibilità di partecipare alle celebrazioni. E ha messo a disposizione un intero traghetto gratuitamente per loro.

Serena Sartini, Zenit

Benedetto XVI: da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio per il terremoto in Cina. Ai fedeli polacchi: il messaggio della Pasqua sia di conforto

“Il mio pensiero va alla Cina e alle popolazioni colpite da un forte terremoto, che ha causato numerose perdite in vite umane, feriti e ingenti danni”. Con queste parole, pronunciate prima del saluto ai fedeli di lingua italiana, che come di consueto concludono l’appuntamento settimanale in Piazza San Pietro, il Papa ha concluso l’Udienza generale di questa mattina. “Prego per le vittime – ha assicurato Benedetto XVI – e sono spiritualmente vicino alle persone provate da così grave calamità; per esse imploro da Dio sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità”. “Auspico che non verrà a mancare la comune solidarietà”, l’augurio finale del Pontefice.
Il Papa si è poi rivolto ai fedeli polacchi salutandoli con queste parole: “So che perseverate nel lutto nazionale dopo la scomparsa del Presidente e delle persone che lo accompagnavano. Vi conforti il messaggio della Pasqua che ci ricorda che ‘nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore’”.

SIR

Padre Lombardi sulle controverse affermazioni del card. Bertone: si riferiva al problema degli abusi dei sacerdoti e non nella popolazione in generale

Rispondendo a domande di giornalisti sul dibattito suscitato dalle dichiarazioni del segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), su un presunto legame tra omosessualità e pedofilia, padre Federico Lombardi, direttore della della Sala Stampa della Santa Sede, ha precisato, in una dichiarazione, che ''le autorità ecclesiastiche non ritengono di loro competenza fare affermazioni generali di carattere specificamente psicologico o medico, per le quali rimandano naturalmente agli studi degli specialisti e alle ricerche in corso sulla materia''. ''Per quanto di competenza delle autorità ecclesiastiche - ha aggiunto -, nel campo delle cause di abusi su minori da parte di sacerdoti affrontate negli anni recenti dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, risulta semplicemente il dato statistico riferito nella intervista di mons. Scicluna, in cui si parlava di un 10% di casi di pedofilia in senso stretto, e di un 90% di casi da definire piuttosto di efebofilia (cioè nei confronti di adolescenti), dei quali circa il 60% riferito a individui dello stesso sesso e il 30% di carattere eterosessuale. Ci si riferisce qui - ha concluso - evidentemente alla problematica degli abusi da parte di sacerdoti e non nella popolazione in generale''.

Il Papa: la forza profetica del sacerdote nel mostrare l’unica novità per l'autentico rinnovamento dell’uomo, Cristo il Dio Vivente che dona la Verità

Il “primo compito” del sacerdote è il “munus docendi”, cioè “quello di insegnare”: un “compito” che oggi, “in piena emergenza educativa”, “risulta particolarmente importante”, se “esercitato concretamente attraverso il ministero di ciascun sacerdote”. Lo ha detto il Papa, che ha dedicato la catechesi dell’Udienza generale di questa mattina, in una Piazza San Pietro affollata da più di 30mila fedeli, alla “realtà feconda della configurazione del sacerdote a Cristo Capo, nell’esercizio dei ‘tria munera’ che riceve, cioè dei tre uffici di insegnare, santificare e governare”. Il sacerdote che “insegna”, ha puntualizzato subito dopo Benedetto XVI, “non propone mai se stesso, il proprio pensiero o la propria dottrina, ma, come Cristo rivela all’umanità il volto del Padre, la profonda comunione d’amore che Dio vive in se stesso e la ‘via’ che conduce a Lui, così il sacerdote è chiamato ad indicare agli uomini la realtà e la presenza di Dio, vivo ed operante nel mondo, annunciando tutto ciò che Dio stesso ha rivelato di Sé, che la tradizione ci ha consegnato e che il magistero autentico ha ininterrottamente interpretato per duemila anni”. “Rendere presente, nella confusione, nel disorientamento dei nostri tempi, la luce che è la Parola di Dio, che è Cristo stesso nel mondo”. In un’ampia parentesi a braccio, Benedetto ha spiegato che “il sacerdote non insegna le proprie idee. Non parla da sé e non parla per sè, per crearsi ammiratori o un proprio partito: il sacerdote insegna in nome di Cristo, propone la verità che è Cristo stesso, la sua Parola, il suo modo di vivere, di andare avanti”. In un’epoca in cui non si sa più “cosa è il mondo, da dove viene, come dobbiamo vivere”, ha proseguito il Papa sempre fuori testo, e in cui “su tutto questo ci sono filosofie contrastanti” e domina “una grande confusione”, il sacerdote ci insegna “come vivere, perché non sappiamo più per che cosa siamo fatti, dove andiamo”. Gesù stesso, ha ricordato Benedetto XVI, dice “la mia dottrina non è mia”, cioè “non propone se stesso, ma da Figlio propone la Parola del Padre”: “Così il sacerdote deve dire: la mia dottrina non è mia, ma sono la bocca e il cuore di Cristo”. “Il sacerdote non annuncia le proprie idee”, ha ribadito il Papa, “ma ciò – ha precisato – non significa che sia neutro, un semplice portavoce”. Anche in questo, “vale il modello di Cristo, che affermava: ‘Io sono non da me non vivo per me, ma vengo dal Padre’”. Di qui la “profonda identificazione” del sacerdote con Cristo, a partire dalla consapevolezza che “la dottrina di Cristo è la dottrina del Padre, Cristo è uno con il Padre”. Ed ecco il secondo imperativo: “Il sacerdote che annuncia la fede della Chiesa, non le proprie idee – le parole di Benedetto XVI – deve anche dire: ‘Io non vivo da me e per me, ma da Cristo e con Cristo’. La sua vita deve identificarsi in Cristo”, come raccomanda Sant’Agostino. “L’insegnamento che si è chiamati ad offrire, le verità della fede da comunicare devono essere interiorizzate e vissute in un intenso cammino spirituale personale”, ha affermato il Pontefice, secondo il quale “il sacerdote crede, accoglie e cerca di vivere, prima di tutto come proprio, quanto il Signore ha insegnato e la Chiesa ha trasmesso, in quel percorso di immedesimazione con il proprio ministero di cui san Giovanni Maria Vianney è testimone esemplare”. La “forza profetica” del sacerdote consiste “nel non essere mai omologato, né omologabile, ad alcuna cultura o mentalità dominante, ma nel mostrare l’unica novità capace di operare un autentico e profondo rinnovamento dell’uomo, cioè che Cristo è il Dio vicino, il Dio che opera nella vita e per la vita del mondo”. “Nella preparazione attenta della predicazione festiva, senza escludere quella feriale, nello sforzo di formazione catechetica, soprattutto dei giovani e degli adulti, nelle scuole e nelle istituzioni accademiche e, in modo speciale, attraverso quel libro non scritto che è la sua stessa vita – le parole di Benedetto XVI – il sacerdote è sempre docente”. “Ma non con la presunzione di chi impone proprie verità – ha puntualizzato il Santo Padre - bensì con l’umile e lieta certezza di chi ha incontrato la Verità, ne è stato afferrato e trasformato, e perciò non può fare a meno di annunciarla”. Il sacerdozio, infatti, “nessuno lo può scegliere da sé, non è un modo per raggiungere una sicurezza nella vita, per conquistare una posizione sociale: nessuno può darselo, né cercarlo da sé. Il sacerdozio è risposta alla chiamata del Signore, alla sua volontà, per diventare annunciatori non di una verità personale, ma della sua verità”. “Il Signore ha affidato ai sacerdoti un grande compito”, ha detto il Papa rivolgendosi ai preti: “essere annunciatori della Sua Parola, della Verità che salva; essere sua voce nel mondo per portare ciò che giova al vero bene delle anime e all’autentico cammino di fede”. “San Giovanni Maria Vianney sia di esempio per tutti i sacerdoti”, l’auspicio di Benedetto XVI, che ha definito il curato d’Ars “uomo di grande sapienza ed eroica forza nel resistere alle pressioni culturali e sociali del suo tempo per poter condurre le anime a Dio: semplicità, fedeltà ed immediatezza erano le caratteristiche essenziali della sua predicazione, trasparenza della sua fede e della sua santità”. “Il popolo cristiano – ha fatto notare il Papa - ne era edificato e vi riconosceva ciò che si dovrebbe sempre riconoscere in un sacerdote: la voce del Buon Pastore”. Secondo il Papa, infatti, “il popolo cristiano domanda di ascoltare dai nostri insegnamenti la genuina dottrina ecclesiale, attraverso la quale poter rinnovare l’incontro con Cristo che dona la gioia, la pace, la salvezza”. La Sacra Scrittura, gli scritti dei Padri e dei Dottori della Chiesa, il Catechismo della Chiesa Cattolica: questi i “punti di riferimento imprescindibili” nell’esercizio del “munus docendi” del sacerdote, “essenziale per la conversione, il cammino di fede e la salvezza degli uomini”,e per realizzare il “mandato missionario”.

SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Le voci di intellettuali e artisti in difesa di Benedetto XVI. Il 'New York Times': il Papa migliore. L'appello in rete in favore della verità

Lo scandalo sulla pedofilia nella Chiesa non smette di suscitare polemiche, ma nel baccano sollevato da media e detrattori di ogni tipo, cominciano a levarsi anche le voci in difesa di Benedetto XVI. “Il miglior Papa”, lo definisce ad esempio Ross Douhat, conservatore e opinionista del New York Times, uno di quei quotidiani che da tempo soffia proprio sul fuoco di quelle polemiche che hanno investito il Vaticano e il Pontefice. Nell’articolo firmato Douthat si legge una difesa dell’integrità morale dell’attuale Papa, che per l’editorialista non si può mettere in discussione anche nel periodo precedente la sua ascesa al soglio pontificio. Un Pontefice il cui rigore si manifestò in più circostanze ad esempio durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Un Papa, per Douthat, "sempre amato", "bello e carismatico", al quale si perdonò tutto. Mentre Joseph Ratzinger aveva già l’immagine-caricatura del "Rottweiler di Dio". Una difesa alla quale si associa, ad esempio, quella sostenuta da Hendrik Hertzberg sull’ultimo numero del New Yorker, in un articolo intitolato "Indulgence", dove il laico quotidiano ammette che Benedetto XVI "incontrò personalmente le vittime dell’abuso durante la sua visita nel 2008 negli Stati Uniti". E aggiunge: "Anche i suoi critici sono d’accordo sul fatto che abbia affrontato il problema più seriamente rispetto al passato". Non basta. In favore di Benedetto XVI e del suo operato è stato lanciato anche un appello. Ben 70 firme di artisti, filosofi, docenti e intellettuali francofoni raccolte in pochi giorni attraverso il sito www.appelaverite.fr. Tra i firmatari troviamo Jean-Luc Marion, dell’Académie Française, professore a Parigi e a Chicago, Remi Brague, professore di filosofia e membro dell’Institut, lo scrittore Françoise Taillandier, la filosofa Chantal Delsol, anch’essa membro dell’Institut, ma anche l’attore Michael Lonsdale, il matematico vincitore della prestigiosa medaglia Fields, Laurent Lafforgue, Fabrice Hadjaj. "I casi di pedofilia nella Chiesa sono, per tutti i cattolici, fonte di sofferenza profonda e di dolore estremo – si legge nell’appello – membri della gerarchia della Chiesa hanno riscontrato in alcuni dossier gravi mancanze e disfunzioni, e noi rendiamo omaggio alla volontà del Papa di fare luce su questi casi. Con i vescovi, e in quanto membri della stessa Chiesa, i laici cattolici si fanno carico del peso dei crimini di alcuni sacerdoti e delle debolezze dei loro superiori, si mettono risolutamente, come Cristo invita a fare, dalla parte di quanti soffrono maggiormente per questi crimini". Un appello che auspica il raggiungimento della verità sui casi di pedofilia nella Chiesa e aggiunge: "Al di là del diritto all’informazione, legittimo e democratico, non possiamo che constatare con tristezza in quanto cristiani, ma soprattutto in quanto cittadini, che numerosi mass media nel nostro Paese (e in Occidente in generale) trattano questi casi con parzialità, scarsa conoscenza o viva soddisfazione. Da riassunti, sintesi e generalizzazioni, il quadro della Chiesa che viene fatto attualmente dalla stampa non corrisponde a ciò che vivono i cristiani cattolici". Da fonti citate dal Corriere della Sera, sembra inoltre che l’accusa sia circolata soltanto in forme ridotte nella cattolica Polonia, dove è stata ripresa la dichiarazione del portavoce vaticano, mentre il mondo scandinavo l’ha quasi ignorata. In Russia è apparsa in poche righe nelle agenzie.

Blitz quotidiano.it

Il Papa migliore - L'articolo di Ross Douthat

Il vero contenuto della lettera del card. Ratzinger del 1985. Chi è contro il Papa, dentro e fuori la Chiesa, e perché. Benedetto difeso su internet

Bisogna essere realisti. Come ha fatto a venir fuori la lettera del 1985 in cui, secondo l'agenzia Associeted Press che l'ha fatta tradurre dal latino, l'allora card. Ratzinger non faceva rimuovere un sacerdote pedofilo? E' chiaro che non può essere venuta fuori solo dalla ricerca approfondita del giornalista. C'è qualcuno all'interno del Vaticano, della Chiesa, che parla e tira fuori documenti. E questo è dimostrato anche dal fatto che, essendo quella lettera tradotta dal latino, il giornalista ignora i termini usati nella lettera. In quella lettera, infatti, il vescovo locale scrive alla Congregazione della Dottrina della Fede a Roma, dicendo che il sacerdote in questione, accusato di pedofilia, e in quel momento sotto processo canonico, chiede la dispensa dal celibato. Che è ben altra cosa rispetto alla traduzione fatta. Ma spieghiamo meglio. Quando un sacerdote viene spretato, non viene anche dispensato dal celibato. Questo è chiaro. Perchè quando a un prete viene tolto il sacerdozio, la Chiesa non permette che gli venga tolta la dispensa al celibato. Perchè in caso contrario quel sacerdote, oltre ad aver commesso atti di pedofilia, potrebbe anche risposarsi o costruirsi una famiglia. E invece molti sacerdoti, come nel caso della lettera del 1985, chiedono la dispensa dal celibato. Ed è proprio questo che il vescovo della diocesi scrive alla Congregazione della dottrina della Fede e all'allora card. Ratzinger. Porta la richiesta del sacerdote accusato di pedofilia di essere anche dispensato dal celibato. Joseph Ratzinger è a questa domanda che risponde "No". Il Papa non dice no alla rimozione del sacerdote pedofilo. Ma dice "no" alla dispensa del celibato per il sacerdote accusato di pedofilia. Perchè sarebbe un "regalo, un favore" della Chiesa al prete pedofilo. Il Papa dice no alla dispensa dal celibato. E nella lettera non risponde sulla riduzione allo stato laicale del sacerdote pedofilo. Questo perche, allora, non era compito della Congregazione della Dottrina della Fede spretare i sacerdoti accusati di qualche crimine, ma la decisione veniva presa al livello locale. E questo è un fatto fondamentale che non si è mai chiarito. La lettera non dimostra dunque che Joseph Ratiznger abbia tergiversato o abbia preso tempo. Ma che quando il vescovo gli ha chiesto un parere sulla possibilità che il sacerdote potesse tornare o meno al celibato. A questo il card. Ratzinger ha risposto di no. Ma chi sta fornendo documenti ai media e ai giornalisti? C'è sicuramente chi, all'interno della Chiesa, vuole "fare fuori" il Papa. C'è una parte anti-ratzingeriana all'interno del Vaticano, questo ormai è chiaro. C'è qualcuno che ha fornito documenti all'Associated Press, e qualcuno che ha fornito documenti al New York Times. Questi sono i due documenti scottanti forniti. Ci sono alcune "talpe" interne e che ora stanno parlando. Non un vero e proprio complotto. Ma una corrente di poche persone. Marco Tosatti, vaticanista de La Stampa, fece uscire pochi giorni prima del conclave, una notizia non confermata ma molto interessante sulla situazione caotica nella Chiesa dal punto di vista sessuale, relazionale. E quel dossier che stava circolando in Vaticano pare fosse stato fatto proprio dal card. Ratzinger. Possiamo, in sintesi, elencare tre ipotesi:
1) Persone che non stanno gradendo la pulizia del Papa all'interno della Chiesa. Pulizia "sessuale" che Ratzinger fa da sempre. Sin da quando lui era Cardinale fu spesso ostacolato su questa pulizia, ma da quanto è diventato Papa lo sta facendo con forza e molte situazioni si stanno sbloccando
2) L'operazione del Papa di riconciliazione dopo il Concilio Vaticano II. Dopo il Concilio, come è noto, c'è stata una spaccatura all'interno della Chiesa. Da una parte i lefebvriani, che non erano d'accordo con le aperture apportate dal Concilio e sono rimasti i "tradizionalisti" della dottrina. Dall'altra parte i progressisti, che hanno "approfittato" della aperture del Concilio e hanno un po' stravolto la liturgia, i sacramenti, disinvolture varie, i contraccettivi, ecc. Papa Ratzinger sta cercando da tempo di ricucire questo strappo, facendo capire come il Concilio ha portato delle novità nella Chiesa pur rimanendo nella tradizione. Ma questa operazione non piace a molti dei progressisti, perchè viene vista come una restaurazione da parte del Papa.
3) Ma senza dubbio c'è un'altra ragione. Al mondo laicista non sta piacendo un Papa che punta tutto sulla formazione. Dall'esterno è difficile captarlo. Ma il Papa sta riniettando il tutto il reticolo della Chiesa universale, tutti i principi della fede. Nelle Udienze del mercoledì si nota come sono delle specie di lezioni di catechismo. Atteggiamento basato sulla dottrina della Chiesa dà fastidio a qualcuno. Perché è una visione di Chiesa più ampia, che si "impiccia" del mondo.
Insomma, una situazione complessa. Assistiamo forse a una crisi della dottrina cristiana? Ad un momento di laicità e progressiva perdita di autorità e di carisma del Santo Padre? Nei confronti del Papa mai era stata usata una terminologia tanto violenta. Oggi, ma è solo un esempio, Libero pubblica la scritta "Fottetevi" sulla casa Natale di Ratzinger. Che cosa succede? Davvero la Chiesa perde credibilità e davero c'è una crisi della fede? La verità è che quello che sta accadendo è molto ampliato a livello mediatico. Chi era un avversario del Pontefice lo è e lo rimane e viene fomentato dal clamore mediatico, ma ci sono alcuni fatti lampanti che i giornali non riportano. Prima della settimana Santa, il Papa ha fatto un incontro con i giovani. Be, c'erano 70mila persone in piazza. Ed eravamo nel pieno attacco "pedofilo" nei sui confronti. Le Udienze delle ultime settimane sono state stracolme di persone da tutto il mondo. Non solo. Ogni volta che il Papa scrive qualcosa, diventa best seller in un paio di giorni. L'Enciclica "Caritas in veritate" è ancora in cima alle classifiche di vendita. Quando Benedetto XVI scritte il libro su Gesù, vendette milioni di copie in pochissimi giorni. Sono dei segnali forti. Che ancora poco vogliono dire rispetto alla mobilitazione su internet. Una quantità infinita di blog, giornalisti stessi, persone che si stano dando da fare. Non si era mai vista una controinformazione di questo tipo. Non esisteva sotto Giovanni Paolo II, anche perchè internet non era così sviluppato, e ora è un vero boom. I media tradizionali sono ormai delle elite e comunque influenzano con toni duri. Ma dall'altra parte assistiamo a una cristianità molto più radicata di prima. I cristiani di qualche anno fa amavano e volevano bene a Giovanni Paolo II. Oggi i cristiani sanno che cosa è il Concilio Vaticano II, conoscono il rapporto con gli ebrei. Conoscono la Chiesa nel vero senso della parola. E se proprio dobbiamo dirla tutta, se si parla con i giornalisti vaticanisti, si capisce bene come loro sorridano dei titoli sparati sui giornali nell'ultimo periodo. E loro sui blog spiegano come stanno davvero le cose. I grandi media stanno perdendo un po' di credibilità, la loro funzione, perché si perdono dentro cose strillate e su di giri. Nei caratteri cubitali dei titoli è difficile che si noti una realtà che c'è sotto. C'è una comunità cristiana che è molto più consapevole di prima. E mai la Chiesa è andata in difesa del Papa come in questo modo. Si cerca l'impeachment in tutti i modi. Si sta cercando di creare lo scandalo per fare in modo che il Papa di dimetta. Ma non succederà. Un Pontefice non si dimette per accuse così inconsistenti.


Benedetta Sangirardi, Affaritaliani.it

Il card. Bertone: Benedetto XVI prenderà altre iniziative contro la pedofilia nella Chiesa. Non smetterà di sorprenderci con le misure su questo tema

Secondo quanto ha annunciato in Cile il segretario di Stato vaticano, il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), il Papa prenderà delle iniziative per affrontare gli atti di pedofilia commessi dai membri della Chiesa e “non smetterà di sorprenderci”. Nel corso di una conferenza stampa concessa lunedì al Seminario Pontificio di Santiago, il porporato, che a nome del Santo Padre sta compiendo in questi giorni una visita al Paese flagellato dal terremoto, ha affermato: “Credo che il Papa prenderà anche altre iniziative. Non posso anticipare nulla, ma si sta pensando ad altre iniziative. Non smetterà di sorprenderci con le misure su questo tema specifico”. Secondo il porporato, “anche altre istituzioni devono prendere iniziative concrete, di cuore”, per difendere la dignità dei bambini e delle giovani madri. Il cardinale ha ricordato che Benedetto XVI ha chiesto in varie occasioni perdono per gli abusi sessuali commessi dai presbiteri, ad esempio “nella Lettera ai cattolici d'Irlanda e in vari discorsi negli Stati Uniti e in Australia”. La pedofilia, ha riconosciuto, è una patologia “che tocca tutte le categorie di persone e in percentuale in misura minore i sacerdoti”, ma ad ogni modo queste condotte negative dei presbiteri “sono molto gravi e scandalose”.

Zenit

Il Papa invia un aiuto economico alle vittime delle frane a Rio de Janeiro. Il card. Cordes: vuole essere vicino a quanti lavorano per l'emergenza

Papa Benedetto XVI ha manifestato con una donazione in denaro la propria solidarietà verso le vittime delle frane e degli smottamenti causati a Rio de Janeiro dalle recenti piogge torrenziali. Attraverso il Pontificio Consiglio “Cor Unum” e la Nunziatura Apostolica in Brasile il Pontefice ha inviato all'arcivescovo di Rio, mons. Orani João Tempesta, una donazione di 50.000 dollari statunitensi, secondo quanto ha riferito all'agenzia Zenit l'ufficio stampa dell'arcidiocesi. L'aiuto è destinato “a quanti sono stati colpiti dagli smottamenti provocati dalle piogge torrenziali che hanno devastato alcune favelas nella città di Rio de Janeiro”. Mons. Tempesta ha ricevuto la comunicazione del desiderio del Santo Padre attraverso una lettera del card. Cordes, presidente di “Cor Unum”. Con questo gesto, Benedetto XVI “vuole essere vicino alle famiglie che stanno soffrendo e a tutti coloro che stanno lavorando generosamente alle operazioni di emergenza”. A causa delle piogge e degli smottamenti che hanno investito lo Stato di Rio de Janeiro sono morte già 231 persone. La città con il maggior numero di vittime è Niterói, nella regione metropolitana di Rio, con 146 morti e 43 feriti.

Zenit