sabato 17 aprile 2010

La visita alla grotta di San Paolo. Il Papa: la società si riappropri delle verità morali fondamentali per un’autentica libertà e un genuino progresso

Papa Benedetto XVI all'arrivo alla Chiesa di San Paolo a Rabat è stato accolto dal Parroco che lo ha accompagnato all’interno dell’edificio sacro dove lo hanno atteso circa 250 missionari. Dopo un breve momento di preghiera davanti al Santissimo Sacramento, il Papa è sceso nella Grotta di San Paolo dove, secondo la tradizione, l’Apostolo passò tre mesi a predicare, dopo il suo naufragio nell’Isola. Il Papa ha recitato la preghiera, ha firmato il Libro d’Oro e ha offerto al Santuario una lampada votiva in argento, quindi ha raggiunto il Sagrato per salutare i fedeli che lo attendevano nella piazza. Si svolge qui, in questa grotta, il senso stesso di tutto il viaggio di Benedetto XVI. Il Papa prega in ginocchio, per la comunità nasce in questa grotta la Chiesa di Malta. Il Papa prega perchè l’insegnamento di Paolo possa essere trasmesso dai maltesi come missionari, e prega perché attraverso la intercessione di Paolo i maltesi possano mantenere forte la fede. Nel sole maltese il Papa ha sostato nel silenzio e nel buio di una grotta, sulle “sulle orme di quegli innumerevoli pellegrini lungo i secoli, che in questo santo luogo hanno pregato, affidando se stessi, le loro famiglie e la prosperità di questa Nazione all’intercessione dell’Apostolo dei Gentili”.
Con le parole degli Atti degli Apostoli che sono il tema del viaggio: “Dovremo però andare a finire su qualche isola”, il Papa ha proposto una riflessione sul piano di Dio che ha portato Paolo a Malta 1950 anni fa per una tempesta. "Le fatiche apostoliche di Paolo portarono pure una ricca messe nella generazione di predicatori che seguirono le sue orme, e particolarmente nel gran numero di sacerdoti e religiosi che imitarono il suo zelo missionario lasciando Malta per andare a portare il Vangelo in lidi lontani”. Il Papa si è poi rivolto ai missionari: “La vostra presenza ed attività in così tanti Paesi del mondo fa onore alla vostra Patria e testimonia la spinta evangelica innestata nella Chiesa a Malta. Preghiamo il Signore affinché susciti ancor più uomini e donne, che continuino la nobile missione di proclamare il Vangelo e di operare per il progresso del Regno di Dio in ogni terra e in tutti i popoli!”. Come Dio irrompe nella vita di Paolo e muta il suo destino così, ha detto il Papa, “ha tutt’oggi il potere di irrompere nelle nostre vite e di cambiarne il corso. Oggi lo stesso Vangelo che Paolo predicò continua a esortare il popolo di queste isole alla conversione, ad una nuova vita e ad un futuro di speranza”. E ancora una volta il Papa ha chiesto ai maltesi di testimoniare la loro fede: "Vivete la vostra fede in maniera ancor più piena assieme ai membri delle vostre famiglie, ai vostri amici, nei vostri quartieri, nei luoghi di lavoro e nell’intero tessuto della società maltese".
"In modo particolare esorto genitori, insegnanti e catechisti a parlare agli altri del vostro stesso incontro vivo con Gesù risorto, specialmente ai giovani che sono il futuro di Malta. La fede si rafforza quando viene offerta agli altri”. “Sappiate che i vostri momenti di fede assicurano un incontro con Dio, il quale nella sua onnipotenza tocca il cuore dell’uomo. Così, introdurrete i giovani alla bellezza e alla ricchezza della fede cattolica, offrendo loro una solida catechesi ed invitandoli ad una partecipazione sempre più attiva alla vita sacramentale della Chiesa”. Lo ha ripetuto a gran voce Benedetto XVI: “Il mondo ha bisogno di tale testimonianza! Di fronte a così tante minacce alla sacralità della vita umana, alla dignità del matrimonio e della famiglia, non hanno forse bisogno i nostri contemporanei di essere costantemente richiamati alla grandezza della nostra dignità di figli di Dio e alla vocazione sublime che abbiamo ricevuto in Cristo? Non ha forse bisognola società di riappropriarsi e di difendere quelle verità morali fondamentali che sono alla base dell’autentica libertà e del genuino progresso?”

Korazym.org


Visita di cortesia al presidente della Repubblica. Il Papa benedice le migliaia di fedeli festanti dal balcone e saluta i piccoli malati all'uscita

Al termine della cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale di Malta, il Santo Padre si è trasferito in auto panoramica al Palazzo Presidenziale dei Gran Maestri a La Valletta, per la Visita di cortesia al Presidente della Repubblica. Dopo lo scambio dei doni nella Sala Verde, il Papa e il Presidente si sono recati nel Salone degli Ambasciatori dove ha avuto luogo l’incontro privato. Mentre il Papa era a colloquio con il presidente Abela, il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha incontrato, in un’altra sala del Palazzo dei Gran Maestri, il premier Lawrence Gonzi, famoso giurista impegnato a livello internazionale nella difesa dei diritti degli handicappati. Subito dopo, nella sala del Trono, che ricorda il domino dell’Ordine di Malta sull’Isola, Benedetto XVI ha salutato anche il leader dell’opposizione, gli alti dignitari dello Stato maltese e i membri del Comitato organizzatore dello Stato per il Viaggio Apostolico. Benedetto XVI ha poi salutato dal balcone del Palazzo le migliaia di ragazzi delle scuole cattoliche di Malta radunate per lui nella grande piazza antistante. I giovani sventolavano fazzoletti e bandierine bianco gialle e hanno intonato in italiano il tradizionale canto “Tanti auguri a te” per festeggiare l’83° compleanno del Papa. Prima di impartire loro la benedizione, Papa Ratzinger ha pronunciato a braccio alcune parole di ringraziamento colpito da un così grande affetto. Poi un fuori programma all'uscita dal Palazzo dei Gran Maestri: invece di dirigersi verso la "papamobile" che lo attendeva, il Pontefice si è incamminato a piedi verso la folla per salutare alcuni bambini malati che erano, con le loro carrozzelle, nelle prime file. Papa Ratzinger ha avuto parole di incoraggiamento per i loro genitori che non hanno trattenuto lacrime di commozione.

Agi

L'arrivo a Malta. Il Papa: siate un ponte nella comprensione tra i popoli, le culture e le religioni del Mediterraneo. Difendete la famiglia e la vita

Il Papa è arrivato a Malta alle 17. Benedetto XVI era partito dall'aeroporto romano di Fiumicino alle 15.55. Ad accogliere Benedetto XVI all'aeroporto internazionale di Malta a Luqa sono il presidente della Repubblica, George Abela, con la moglie, e il presidente della Conferenza episcopale maltese, mons. Paul Cremona. Benedetto XVI è accompagnato, nell'aereo che lo ha portato a Malta, da una delegazione guidata dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.
“Qualcuno - ha detto il Papa nella cerimonia di benvenuto - potrebbe considerare l’arrivo di San Paolo a Malta, attraverso un evento umanamente imprevisto, come un semplice accidente della storia. Gli occhi della fede, tuttavia, ci permettono di riconoscervi l’opera della Divina Provvidenza". "Malta è stata un crocevia di molti dei grandi eventi e degli scambi culturali nella storia europea e mediterranea, fino ai nostri stessi giorni. Queste isole hanno giocato un ruolo chiave nello sviluppo politico, religioso eculturale dell’Europa, del Vicino Oriente e del Nord Africa. A questi lidi, pertanto, secondo gli arcani disegni di Dio, il Vangelo fu recato da san Paolo e dai primi seguaci di Cristo. La loro opera missionaria ha portato molti frutti lungo i secoli, contribuendo in innumerevoli modi a plasmare la ricca e nobile cultura di Malta". La storia dell’Isola si rilegge nella “Georg Cross” posta sulla bandiera nazionale che "offre fiera testimonianza del grande coraggio delvostro popolo durante i giorni bui dell’ultima guerra mondiale. Allo stesso modo, le fortificazioni che risaltano in maniera così prominente nell’architettura dell’isola parlano di lotte precedenti, quando Malta contribuì moltissimo alla difesa dellacristianità sia per terra che per mare".
E' necessario ''stendere la mano dell'amicizia ai propri vicini a nord e a sud, ad est e ad ovest'' e in questo processo l'Isola di Malta può ''servire da ponte nella comprensione tra i popoli, le culture e le religioni presenti nel Mediterraneo'', per ''costruire rapporti di genuina fiducia e di dialogo fruttuoso''. ''Malta - ha detto il Pontefice - gode di stretti vincoli con il Vicino Oriente, non soltanto in termini culturali e religiosi, ma anche linguistici. Permettetemi di incoraggiarvi a porre questo insieme di abilità e di punti di forza a favore di un suo uso più grande, per poter servire da ponte nella comprensione tra i popoli, le culture e le religioni presenti nel Mediterraneo. Molto deve essere ancora fatto per costruire rapporti di genuina fiducia e di dialogo fruttuoso, e Malta si trova in buona posizione per stendere la mano dell'amicizia ai propri vicini a nord e a sud, ad est e ad ovest''. "Voi - ha detto ancora il Papa - continuate a giocare un valido ruolo nei dibattiti odierni sull’identità, la cultura e le politiche europee. Allo stesso tempo, sono lieto di rilevare l’impegno del Governo nei progetti umanitari ad ampio aggio, specialmente in Africa. E’ da auspicare vivamente che ciò possa servire per promuovere il benessere dei meno fortunati di voi, quale espressione di genuina carità cristiana". Malta ''dovrebbe continuare a difendere l'indissolubilità del matrimonio quale istituzione naturale e sacramentale, come pure la vera natura della famiglia, come già sta facendo nei confronti della sacralità della vita umana dal concepimento sino alla morte naturale, e il vero rispetto che si deve dare alla libertà religiosa secondo modalità che portino ad un autentico sviluppo integrale sia degli individui sia della società''.
''La Chiesa Cattolica è impegnata nella protezione dei bambini e di tutte le persone vulnerabili, e nel fare in modo che coloro che cercano di far male non abbiano un posto dove nascondersi''. Così il presidente maltese Georges Abela, nel discorso di benvenuto al Papa. ''Quindi - ha proseguito il presidente -, è dovere della Chiesa e dello Stato lavorare insieme per dare direttive e attuare una legislazione perchè ci siano meccanismi efficaci e trasparenti stabiliti insieme con procedure armonizzate e rapide per arginare i casi di abusi così che non solo sia fatta giustizia, ma si veda anche che giustizia è fatta''. Il presidente maltese ha poi voluto citare un filosofo laico caro al Pontefice: Marcello Pera. Citando un suo recente articolo sul Corriere della Sera, Abela ha parlato di una ''guerra'' in corso oggi in Europa fra ''il laicismo e il cristianesimo''; una guerra, ha aggiunto sempre citando dall'ex-presidente del Senato, in cui, come al tempo del comunismo e del nazismo, ''ciò che si vuole è la distruzione della religione. Allora l'Europa pagò a questa furia distruttrice il prezzo della propria libertà...la stessa democrazia sarebbe perduta se il cristianesimo venisse ancora cancellato''. Nel suo discorso, il presidente maltese ha criticato il ''modello laicista'' che relega la religione nel ''dominio privato''. Malta, ha aggiunto, anche se è entrata nell'Unione Europea, si trova oggi ad affrontare ''come il resto d'Europa e del mondo occidentale, un conflitto tra il cristianesimo da una parte e il laicismo o secolarismo dall'altro''.

Apcom, Asca


Il Papa: l'omaggio a San Paolo, l'amore per la Chiesa ferita dai peccati, la forza sanante del Vangelo e i profughi i motivi del viaggio a Malta

Benedetto XVI ha spiegato ai giornalisti in viaggio con lui nel volo papale i motivi del viaggio apostolico a Malta. Al posto della consueta conferenza stampa, il Papa ha svolto alcune riflessioni e considerazioni che hanno interpretato, ha detto il direttore della Sala stampa della Santa Sede padre Federico Lombardi, le domande e le attese di chi era in volo con lui. Tre i motivi di questo viaggio nell'Isola, primo dei cinque già programmati per quest’anno. Motivi che Benedetto XVI ha sinteticamente riassunti in un discorso breve e puntuale. Per seguire le orme di San Paolo, e poter mettere in luce la grande figura e il suo messaggio. “Io penso si possa sintetizzare l’essenziale del suo viaggio con le parole che lui stesso ha riassunto alla fine della lettera ai Galati: fede operante nella carità. Queste sono le cose importanti anche oggi: la fede, la relazione con Dio, che si trasforma poi in carità”. Dal naufragio dell’apostolo delle genti, 1950 anni fa, per Malta nacque la fortuna di avere la fede, ciò è valido anche per oggi ha spiegato il Papa, “possiamo pensare anche noi che i naufragi della vita possono fare il progetto di Dio per noi e possono anche essere utili per nuovi inizi nella nostra vita”. Secondo motivo del viaggio, per rendere omaggio alla Chiesa di Malta, vivace e feconda nelle vocazioni. Una Chiesa pronta a rispondere alle odierne sfide: “So che Malta ama Cristo e ama la sua Chiesa che è il suo Corpo e sa che, anche se questo Corpo è ferito dai nostri peccati, il Signore tuttavia ama questa Chiesa, e il suo Vangelo è la vera forza che purifica e guarisce”. Una Chiesa ferita dai peccati come la crisi degli abusi, a questo il Papa si riferiva, come ha poi spiegato padre Lombardi, parlando di naufragio e di corpo ferito, ma sottolineando anche la forza di guarigione che viene dal Vangelo. Malta è anche il punto, ha detto poi il Papa parlando del terzo e ultimo motivo, dove le correnti dei profughi arrivano dall’Africa per bussare alle porte dell’Europa, e a questo occorre che rispondano tutti, non può farlo solo Malta: “Noi tutti dobbiamo rispondere a questa sfida, lavorare perché tutti possano, nella loro terra, vivere una vita dignitosa e dall’altra parte fare il possibile perché questi profughi trovino qui dove arrivano, trovino, in ogni caso, uno spazio di vita dignitosa”. Questi quindi i punti cardine di questo viaggio in un’Isola che ricorda, ha concluso Benedetto XVI, che proprio la fede è la forza che dà la carità e dunque anche la fantasia per rispondere bene a queste fide.

Il card. Bertone: dal Papa sugli abusi una linea molto chiara. Purificazione e penitenza, impegno educativo e rinnovamento della missione sacerdotale

Di fronte alla crisi della pedofilia nella Chiesa, ''il Papa ci ha dato una linea molto chiara'', all'insegna prima di tutto della ''purificazione e della penitenza, per assumere con decisione la propria missione secondo il progetto di Dio''. Lo ha detto il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI in partenza per Malta), segretario di Stato vaticano, in un'intervista rilasciata alla Radio Vaticana e a L'Osservatore Romano al ritorno dal suo viaggio in Cile. Quella data dal Pontefice, ha detto il primo ministro vaticano prima di salire sull'aereo che l'avrebbe portato insieme a Papa Benedetto XVI a Malta, è ''una linea di approfondimento dei comportamenti e di grande impegno di fedeltà a Cristo, di lealtà nella propria missione, a seconda della vocazione di ciascuno''. ''Mi sembra - ha aggiunto - che la prima indicazione che il Papa ha confermato ancora nella Cappella Paolina, parlando ai membri della Pontificia Commissione biblica, è quella della purificazione e della penitenza, per assumere con decisione la propria missione secondo il progetto di Dio''. Per Bertone, il Papa invita poi a ''un coraggioso e forte impegno educativo, perchè questo è il campo in cui si formano i fanciulli, i giovani, i formatori e quindi qui bisogna dare dei valori che siano la linfa della vita, dei comportamenti dei giovani e di coloro che si occupano dei giovani. Infine, la terza indicazione data dal Pontefice è ''il rinnovamento della missione sacerdotale. Secondo il progetto di Cristo, che è modello di ogni sacerdote, e secondo i grandi messaggi che il Papa ha dato in questo Anno Sacerdotale''. ''Nell'incontro con i sacerdoti e anche nell'incontro con l'episcopato del Cile - ha osservato il card. Bertone in conclusione -, mi chiedevano: 'come fare a continuare a prendere gli elementi migliori dell'Anno Sacerdotale e portarli nella vita, in modo che non si chiuda un ciclo con la chiusura dell'Anno Sacerdotale'? E questo è proprio l'impegno in cui tutti dobbiamo essere coinvolti, soprattutto per ciò che riguarda i candidati al sacerdozio e i sacerdoti, conformemente alla loro missione''.

Asca

Il Papa partito per Malta. Lo scambio di messaggi con il presidente della Repubblica Napolitano. Buon viaggio, Santo Padre!

L'aereo che porta Papa Benedetto XVI a Malta, un Airbus 320 dell'Alitalia, ha lasciato da poco l'aeroporto romano di Fiumicino, con pochi minuti di ritardo rispetto all'orario di decollo inizialmente previsto per le 15.25. Il volo papale è stato dunque autorizzato dalle autorità dell'aviazione civile nonostante i problemi creati dalla nube di ceneri creata da un vulcano islandese nei cieli europei. L'atterraggio del velivolo Alitalia, con a bordo il seguito papale e i giornalisti, è previsto per le 17 all'aeroporto internazionale di Malta a Luqa. "Mi è caro rivolgere a lei signor Presidente e all'intera nazione il mio cordiale saluto che accompagno con fervidi auspici per il progresso spirituale civile e sociale della diletta Italia". Lo scrive il Papa nel messaggio indirizzato al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, "nel momento in cui - sottolinea Papa Joseph Ratzinger - mi accingo a compiere il mio pellegrinaggio a Malta che sarà per me occasione provvidenziale per ricalcare le orme dell'Apostolo Paolo come pure per incontrare rappresentanti del popolo maltese e in particolare fratelli e sorelle nella fede". Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato a Benedetto XVI un messaggio in risposta. ''Santità, desidero farle pervenire il più sincero ringraziamento - scrive Napolitano - per il messaggio che ha voluto cortesemente indirizzarmi nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio Apostolico a Malta. Ella si appresta a visitare il paese che accolse il naufrago Paolo, Apostolo delle genti, e che rappresenta una cerniera geograficamente significativa fra i popoli del sud del mondo ed il vecchio continente, chiamato oggi ad assistere ed accogliere, con spirito solidale e senza pregiudizi, coloro che cercano rifugio dalla violazione della loro dignità di uomini e dei loro diritti fondamentali. Le auguro, a nome mio personale e del popolo italiano tutto, un pieno successo per questa nuova missione pastorale il cui messaggio, ne sono certo, sarà fonte di rinnovata riflessione e di grande speranza. Mi è gradito rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione''.

Il Papa a Malta. Tra poche ore l'arrivo di Benedetto. Mons. Grech: una rigenerazione spirituale e un rafforzamento della dimensione missionaria

Ancora poche ore e Malta potrà abbracciare il Papa, che si fa pellegrino per celebrare il 1950° anniversario del naufragio di San Paolo sull’isola mediterranea. Il viaggio apostolico di Benedetto XVI prenderà il via poco dopo le 15 con la partenza da Fiumicino. L’arrivo del volo papale all’aeroporto internazionale maltese di Luqa è previsto per le ore 17. Qui il primo atto della visita con la cerimonia di benvenuto e i discorsi del Pontefice e del presidente George Abela. “Pope arrives today”. Il titolo in apertura del Times of Malta esprime l’evento imminente senza giri di parole, anche se la concisione britannica rende in tono minore l’attesa che cresce di ora in ora a La Valletta, Floriana e Rabat, tra le prime località ad essere attraversate oggi pomeriggio e stasera dalla papamobile, che sarà il mezzo di trasporto utilizzato da Benedetto XVI in ognuno degli spostamenti. Per tutti qui il Papa viene a rivivere la drammatica epopea e lo straordinario epilogo che 1950 anni fa videro protagonista San Paolo: un pericoloso naufragio sulle coste maltesi e da quell’evento imprevisto la nascita di una Chiesa ancor oggi tra le più solide in Europa. E l’evento centrale di oggi pomeriggio, dopo l’arrivo a Malta verso le 17, e il saluto al presidente maltese Abela, sarà per il Papa proprio la visita alla Grotta di San Paolo: un piccolo anfratto roccioso, oggi sormontato da una chiesa, che la tradizione ricorda e conserva come il luogo dove l’Apostolo visse a Malta prima di ripartire per Roma. Si consolida intanto a Malta la presenza dei giornalisti stranieri, circa 200 quelli accreditati, anche se la nube di cenere del vulcano islandese, che ha provocato la cancellazione di migliaia di voli internazionali, ha costretto molti cronisti del viaggio papale a ritardare l’arrivo o a cercare alternative. Sui moli de La Valletta, sotto un sole oggi piuttosto pallido, i cameraman provano le inquadrature del porto, che con le sue banchine dominate dagli antichi bastioni cinquecenteschi domani pomeriggio farà da quinta a uno degli incontri più attesi: quello del Papa con i giovani, alcuni dei quali racconteranno le loro storie a Benedetto XVI. Prima di questo appuntamento, il Pontefice avrà presieduto nella mattina la Messa e la recita del Regina Caeli nella grande Piazza dei Granai a Floriana, con 800 sacerdoti e almeno 35 mila persone. Quindi, più tardi, il suggestivo arrivo in catamarano al Waterfront di Floriana: tre brevi, simboliche, miglia marine su quelle stesse acque solcate da Paolo all’alba dell’era cristiana. L’arcivescovo di Gozo, Mario Grech, uno dei presuli che, fra poche ore, accoglierà il Pontefice al suo arrivo a Malta, spiega l’importanza attribuita alle radici paoline nella Chiesa locale: "A noi San Paolo dice tutto: è da lui che noi abbiamo ricevuto la fede ed è lui che ci ha generato in Cristo. Noi speriamo che con questa visita, Benedetto XVI ci aiuti per una nuova rigenerazione spirituale. La Chiesa a Malta ha una storia particolare ed anche la religiosità è abbastanza forte. Io non posso nascondere che tante famiglie sono molto religiose, ma devo anche ammettere che l’aria che tira, che arriva dal continente, continua a lasciare le sue tracce. Anche la nostra fede ha, quindi, bisogno di questa spinta, di questa rigenerazione". "Noi crediamo ed auspichiamo che con la visita del Santo Padre, questa dimensione paolina, questa dimensione missionaria della Chiesa venga rafforzata, perché la nostra nazione - nonostante sia piccola - così come ha fatto nel passato, passa dare anche nel presente e nel futuro questo contributo per l’evangelizzazione e non dico del continente africano o sudamericano, ma anche dell’Europa stessa".

Radio Vaticana

V anniversario dell'Elezione di Benedetto XVI. Padre Lombardi: non la luce propria, ma quella di Cristo. Un cammino da continuare con rotta sicura

Il rapporto dell'uomo con Dio, gli interrogativi della società odierna sulla fede, l'impegno ecumenico e il dialogo "aperto e sincero" con le altre religioni, sono state "le priorità reali del pontificato" di Benedetto XVI, perseguite, da cinque anni a questa parte, "con coerenza e coraggio in un contesto spesso non privo di tensioni e di ostacoli": lo sottolinea il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, in un editoriale per Radio Vaticana' in occasione del quinto anniversario dell'Elezione di Papa Ratzinger, avvenuta il 19 aprile 2005. "Il tempo è passato rapido e le vicende sono state intense nei cinque anni ormai compiuti di questo Pontificato", afferma il gesuita. "Per leggerli correttamente è d'obbligo tornare col pensiero alla Cappella Sistina, la mattina dopo l'elezione, quando il nuovo Papa raccoglieva l'eredità spirituale del suo grande predecessore e indicava le priorità che avrebbero orientato il suo servizio 'nella vigna del Signore'. Il rapporto dell'uomo con Dio, rivelatoci da Gesù Cristo, incontrato in particolare nell'Eucarestia, nel culto della Chiesa. L'impegno 'senza risparmio di energie' per ricostituire 'la piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo'. Il desiderio di rispondere alla 'richiesta di aiuto da parte dell'odierna umanità che, turbata da incertezze e timori, si interroga sul suo futuro'. Il dialogo 'aperto e sincero' con i seguaci delle altre religioni o con coloro che semplicemente cercano risposta alle domande fondamentali dell'esistenza, 'per la ricerca del vero bene dell'uomo e della società'. Non c'è dubbio che queste siano state le priorità reali del pontificato. Perseguite - sottolinea Lombardi - con coerenza e coraggio in un contesto spesso non privo di tensioni e di ostacoli. Ma Benedetto XVI diceva che non avrebbe cercato di far brillare la luce propria, ma quella di Cristo. Auschwitz, Istanbul, New York, Sydney, Parigi, l'Africa, Gerusalemme. Sinagoghe e moschee, encicliche sulla carità, sulla speranza, sull'etica nello sviluppo, nell'economia e nel rispetto dell'ambiente. Un bilancio ricco e pieno, di servizio di Dio e dell'umanità. Un cammino - conclude il portavoce della Santa Sede - da continuare con una rotta sicura".

Apcom

Si è spento a 90 anni il card. Špidlík. La commozione del Papa: gratitudine per le doti di mente e cuore di questo zelante servitore del Vangelo

Si è spento ieri sera a Roma, all’età di 90 anni, il card- Tomáš Špidlík (foto). Il Papa, in un telegramma inviato al preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás, ha espresso la sua “viva commozione” per la morte di questo “insigne gesuita e zelante servitore del Vangelo”, di cui ha apprezzato “le doti di mente e di cuore”. Ricorda quindi “con profonda gratitudine” la sua “solida fede, la paterna affabilità e l’intensa operosità culturale ed ecclesiale, specialmente quale autorevole conoscitore della spiritualità cristiana orientale”. La salma sarà esposta nella Cappella del Centro Aletti, vicino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, fino alla sera di lunedì prossimo. La Messa esequiale sarà celebrata nella Basilica Vaticana martedì prossimo alle 11.30, presieduta dal card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Alla fine della liturgia, Benedetto XVI rivolgerà la sua parola ai presenti e presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. Il 17 dicembre scorso il Papa aveva presieduto nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano una celebrazione eucaristica con la Comunità del Centro Aletti, in occasione dei 90 anni del card. Špidlik. Benedetto XVI nella sua omelia, aveva ricordato il pensiero teologico del porporato, improntato al dialogo tra Occidente e Oriente cristiano e fondato sulla duplice dimensione della libertà e dell’amore: "La sua lunga vita e il suo singolare cammino di fede testimoniano come sia Dio a guidare chi a Lui si affida. Ma egli ha percorso anche un ricco itinerario di pensiero, comunicando sempre con ardore e profonda convinzione che il centro di tutta la Rivelazione è un Dio Tripersonale e che, di conseguenza, l’uomo creato a sua immagine è essenzialmente un mistero di libertà e di amore, che si realizza nella comunione: il modo stesso di essere di Dio. Questa comunione non esiste per se stessa, ma procede – come non si stanca di affermare l’Oriente cristiano – dalle Persone divine che liberamente si amano. La libertà e l’amore, elementi costitutivi della persona, non sono afferrabili per mezzo delle categorie razionali, per cui non si può comprendere la persona se non nel mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo, e nella comunione con Lui, che diventa accoglienza della "divinoumanità" anche nella nostra stessa esistenza. Fedele a questo principio, il cardinale Špidlík ha intessuto lungo gli anni una visione teologica vivace e, per molti aspetti, originale nella quale confluiscono organicamente l’Oriente e l’Occidente cristiani, scambiandosi reciprocamente i loro doni”. Ecco cosa disse qualche giorno dopo l’elezione di Benedetto XVI il card. Špidlík sul nome scelto da Papa Ratzinger: “Lui ha scelto il nome Benedetto perché ama l’Europa e San Benedetto è il patrono dell’Europa. Ha imparato dal Papa precedente che l’Europa deve respirare con due polmoni, e per questo Papa Giovanni Paolo II ha messo anche Cirillo e Metodio come compatroni dell’Europa. L’Europa deve riconoscere la sua spiritualità in modo integrale, fare la sintesi che ancora non ha fatto. Allora io credo si tratti di una questione mondiale e non solo europea. Ormai siamo davanti al fatto che il cristianesimo passa in Asia, in Africa, in altri Paesi senza radici cristiane. Cosa fare? L’Europa deve portare là la sua cultura? No, non deve portarla, ma deve aiutare a scoprire e a mettere nelle loro radici Cristo. Noi vogliamo che Cristo parli in arabo, nelle lingue asiatiche e così via e dobbiamo in un certo senso guarire la nostra prospettiva puramente europea, perché pensiamo ancora di essere tutto il mondo, ma questo è il passato. Bisogna rendersi conto che esiste un mondo anche altrove”.