Si è spento ieri sera a Roma, all’età di 90 anni, il card- Tomáš Špidlík (foto). Il Papa, in un telegramma inviato al preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás, ha espresso la sua “viva commozione” per la morte di questo “insigne gesuita e zelante servitore del Vangelo”, di cui ha apprezzato “le doti di mente e di cuore”. Ricorda quindi “con profonda gratitudine” la sua “solida fede, la paterna affabilità e l’intensa operosità culturale ed ecclesiale, specialmente quale autorevole conoscitore della spiritualità cristiana orientale”. La salma sarà esposta nella Cappella del Centro Aletti, vicino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, fino alla sera di lunedì prossimo. La Messa esequiale sarà celebrata nella Basilica Vaticana martedì prossimo alle 11.30, presieduta dal card. Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Alla fine della liturgia, Benedetto XVI rivolgerà la sua parola ai presenti e presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. Il 17 dicembre scorso il Papa aveva presieduto nella Cappella Redemptoris Mater in Vaticano una celebrazione eucaristica con la Comunità del Centro Aletti, in occasione dei 90 anni del card. Špidlik. Benedetto XVI nella sua omelia, aveva ricordato il pensiero teologico del porporato, improntato al dialogo tra Occidente e Oriente cristiano e fondato sulla duplice dimensione della libertà e dell’amore: "La sua lunga vita e il suo singolare cammino di fede testimoniano come sia Dio a guidare chi a Lui si affida. Ma egli ha percorso anche un ricco itinerario di pensiero, comunicando sempre con ardore e profonda convinzione che il centro di tutta la Rivelazione è un Dio Tripersonale e che, di conseguenza, l’uomo creato a sua immagine è essenzialmente un mistero di libertà e di amore, che si realizza nella comunione: il modo stesso di essere di Dio. Questa comunione non esiste per se stessa, ma procede – come non si stanca di affermare l’Oriente cristiano – dalle Persone divine che liberamente si amano. La libertà e l’amore, elementi costitutivi della persona, non sono afferrabili per mezzo delle categorie razionali, per cui non si può comprendere la persona se non nel mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo, e nella comunione con Lui, che diventa accoglienza della "divinoumanità" anche nella nostra stessa esistenza. Fedele a questo principio, il cardinale Špidlík ha intessuto lungo gli anni una visione teologica vivace e, per molti aspetti, originale nella quale confluiscono organicamente l’Oriente e l’Occidente cristiani, scambiandosi reciprocamente i loro doni”. Ecco cosa disse qualche giorno dopo l’elezione di Benedetto XVI il card. Špidlík sul nome scelto da Papa Ratzinger: “Lui ha scelto il nome Benedetto perché ama l’Europa e San Benedetto è il patrono dell’Europa. Ha imparato dal Papa precedente che l’Europa deve respirare con due polmoni, e per questo Papa Giovanni Paolo II ha messo anche Cirillo e Metodio come compatroni dell’Europa. L’Europa deve riconoscere la sua spiritualità in modo integrale, fare la sintesi che ancora non ha fatto. Allora io credo si tratti di una questione mondiale e non solo europea. Ormai siamo davanti al fatto che il cristianesimo passa in Asia, in Africa, in altri Paesi senza radici cristiane. Cosa fare? L’Europa deve portare là la sua cultura? No, non deve portarla, ma deve aiutare a scoprire e a mettere nelle loro radici Cristo. Noi vogliamo che Cristo parli in arabo, nelle lingue asiatiche e così via e dobbiamo in un certo senso guarire la nostra prospettiva puramente europea, perché pensiamo ancora di essere tutto il mondo, ma questo è il passato. Bisogna rendersi conto che esiste un mondo anche altrove”.