sabato 11 agosto 2012

Il Papa: l'apertura alla bellezza di Dio diventa amore per gli altri, per i bisognosi, trasparente riflesso della presenza e dell’agire del Creatore

Questo pomeriggio, nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, ha avuto luogo un Concerto offerto in onore di Papa Benedetto XVI dalla Caritas di Ratisbona, che celebra i 90 anni di attività, in collaborazione con l’artista Thomas Beckmann, fondatore in Germania dell’associazione per l’assistenza ai senzatetto "Gemeinsam gegen Kälte" (Insieme contro il freddo). "'Beckmann suona il violoncello!' In onore di Dio e per la gioia degli uomini!", il tema dell’evento che ha visto Thomas Beckmann al violoncello, accompagnato al pianoforte dalla moglie Kayoko Matsushita e da Yuko Kasahara. Le parti cantate del concerto sono state affidate alla corale "Vokalensemble Cantico" di Regensburg, diretta da Edeltraud Appl. Erano in programma motivi di Claudio Monteverdi (1567-1643); Gottfried August Homilius (1714-1785); Johann Pachelbel (1653-1706); Ludwig van Beethoven (1770-1827); Gabriel Fauré (1845-1924); Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847); Josef Gabriel Rheinberger (1839-1901); Maurice Ravel (1875-1937); Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) e di Franz Lehrndorfer (vivente, nato nel 1928). L’apertura alla bellezza di Dio ci apre all'amore per gli altri, in particolare verso i più bisognosi: è quanto ha affermato Benedetto XVI a conclusione del concerto. Il Pontefice ha ricordato Snta Chiara, nel giorno in cui la Chiesa ne fa memoria. Una donna che dalla trasparenza di Dio ha ricevuto la luce e l’ha portata al mondo: lo stesso atteggiamento del musicista che aprendosi alla "splendente bellezza e forza vitale del Creatore", la “claritas divina”, supera se stesso in una tensione verso il Bene. Per questo, ha spiegato il Santo Padre, è consequenziale che gli artisti si impegnino per il bene e per l’aiuto e il sostegno ai bisognosi: partendo dalla loro profonda esperienza della bellezza, trasmettono il bene che hanno ricevuto in dono”. In questo modo, ha proseguito il Papa, “il Bene fluisce nel mondo” e, come Santa Chiara, “l’uomo diventa trasparente riflesso della presenza e dell’agire del Creatore”. L’esibizione, con brani di Monteverdi, Homilius, Pachelbel, Beethoveen, è stata salutata da Benedetto XVI come “un girotondo di composizioni vocali e strumentali”. “La musica - ha detto - è un’espressione dell’ambito spirituale, di un luogo interiore della persona, aperto a tutto quello che è vero, buono e bello”. “Non è dunque un caso che spesso la musica accompagni la preghiera, facendo risuonare i sensi e le emozioni nell’incontro con Dio”. Aprirsi alla bellezza che viene dal Creatore, ha infine sottolineato il Papa riferendosi al nome dell'associazione fondata da Beckmann, vince "il freddo che è dentro di noi e apre il nostro cuore".

Radio Vaticana

CONCERTO IN ONORE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI OFFERTO DALLA CARITAS DI REGENSBURG - il testo integrale del saluto del Papa

GMG 2011. L'arcidiocesi di Madrid celebra il primo anniversario con iniziative e liturgie di ringraziamento per i frutti del grande evento

In occasione del primo anniversario della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, celebrata nell’agosto dell’anno scorso alla presenza di Benedetto XVI, il cardinale arcivescovo della capitale spagnola Antonio Rouco Varela ha invitato i fedeli dell’arcidiocesi a partecipare a una serie di liturgie di ringraziamento per i frutti del grande evento. Tra gli eventi in programma anche “Misión Madrid” una nuova iniziativa missionaria che sarà lanciata nel prossimo mese di settembre in vista dell’Anno della fede in continuità con lo spirito missionario e apostolico della GMG e con il desiderio di essere testimoni e servitori della Verità nel mondo di oggi. Il porporato invita in modo speciale tutti i giovani a rispondere alla richiesta che il Santo Padre ha fatto durante la Giornata Mondiale della Gioventù di “testimoniare la fede negli ambienti più diversi, inclusi quelli dove regna il rifiuto e l’indifferenza”. Una testimonianza che ricordi come non si possa incontrare Cristo senza farlo conoscere agli altri e senza rendere visibile la gioia della fede. La giornata centrale delle celebrazioni sarà domenica 19 agosto.

Radio Vaticana

Il Papa in Libano. Card. Sandri: il viaggio di Benedetto XVI potrà rinsaldare il ruolo internazionale pur nella fattiva radicazione nell'area

Il Libano sta svolgendo, nonostante la drammatica situazione della confinante Siria, una "missione di convivenza pacifica e costruttiva offrendo al mondo l'immagine di un mosaico religioso e culturale che l'Europa è chiamata a salvaguardare, anche attraverso le presenze militari di pace in atto. L'imminente viaggio del Papa ne potrà rinsaldare il ruolo internazionale pur nella fattiva radicazione nell'area". Lo ha detto il card. Leonardo Sandri (nella foto con Benedetto XVI), prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nel corso della riunione di coordinamento degli ambasciatori europei accreditati presso la Santa Sede, svoltasi in occasione dell'inizio del semestre di presidenza della Repubblica cipriota. A proposito del viaggio che il Papa compirà in Libano a settembre, il porporato italo-argentino, come riferisce L'Osservatore Romano, ha sottolineato che la consegna della Esortazione Apostolica post-sinodale ai vescovi mediorientali da parte di Benedetto XVI "risveglierà l'appello di pace che si è più volte levato nell'assemblea dei vescovi per il Medio Oriente e metterà a disposizione di tutti i frutti apprezzabili di quella feconda assise romana".

TMNews

Si chiude l’ottavo centenario della consacrazione di Santa Chiara di Assisi. Il Papa: la Chiesa tutta è debitrice a donne coraggiose e ricche di fede

Oggi, nella memoria liturgica a lei dedicata, si chiude ufficialmente l’ottavo centenario della consacrazione di Santa Chiara di Assisi. 800 anni fa Chiara fuggiva, appena diciottenne, dalla casa paterna verso la Porziuncola per dare tutta se stessa a Dio, sui passi di San Francesco. Benedetto XVI ha presentato questa figura come una mirabile sintesi di obbedienza e profezia. Anche oggi, come ieri, è una questione di scottante attualità: mettere insieme carisma e istituzione, obbedienza e profezia, tradizione e rinnovamento. Ne ha parlato Benedetto XVI nel suo messaggio per l’Anno Clariano. Santa Chiara chiedeva per lei e le sue consorelle una vita di radicale povertà, come non era mai accaduto nella Chiesa. Le autorità ecclesiastiche di quel tempo, siamo nel XIII secolo, erano molto restie, ma alla fine il Papa “si arrese all’eroismo della sua santità” concedendole il cosiddetto “Privilegio della povertà”. Questa la riflessione di Benedetto XVI: “La sua testimonianza ci mostra quanto la Chiesa tutta sia debitrice a donne coraggiose e ricche di fede come lei, capaci di dare un decisivo impulso per il rinnovamento della Chiesa”. Santa Chiara poteva rinnovare la Chiesa perché la sua profezia era fondata sull’umiltà: “Pur essendo la superiora, ella voleva servire in prima persona le suore malate, assoggettandosi anche a compiti umilissimi: la carità, infatti, supera ogni resistenza e chi ama compie ogni sacrificio con letizia”. E di fronte a quanti, nel suo tempo, volevano cambiare il mondo facendo rumore, lei sceglie il nascondimento e il silenzio del chiostro. “Chiara taceva – ricorda il Papa – ma la sua fama gridava”: “Sono i Santi coloro che cambiano il mondo in meglio, lo trasformano in modo duraturo, immettendo le energie che solo l’amore ispirato dal Vangelo può suscitare. I Santi sono i grandi benefattori dell’umanità!”.

Radio Vaticana

Udienza generale, 15 settembre 2010

Il Papa in Libano. Tra preoccupazioni per il conflitto siriano e attese di un nuovo messaggio per il Paese i libanesi si preparano ad accoglierlo

Sono passati 15 anni da quando Papa Giovanni Paolo II disse che il Libano "è un messaggio" e oggi ad attendere Benedetto XVI c'è un Paese o una regione che reclama un messaggio. Il Libano di questa estate 2012 custodisce preziosamente quell'identità e vocazione storica che colpì così tanto Papa Wojtyla, ma i tumultuosi eventi interni ed esterni chiamano i suoi cittadini a interrogarsi su di un futuro incerto. Lo fanno per primi gli stessi vescovi maroniti che, riuniti in assemblea, hanno sentito il dovere di lanciare "l'appel du 1er aout", un grido d'allarme dove gli alti prelati libanesi scendono nell'agone politico per reclamare "soluzioni radicali" per combattere il rischio di un "fallimento dello Stato" e di "derive confessionali". Il viaggio papale previsto per la metà di settembre non occupa ancora le prime pagine dei giornali locali, ma il fermento e l'attesa sono palpabili. A Bcharre, un villaggio nel centro-nord del Paese, padre Charbel ha invitato un centinaio di ragazze e ragazzi per preparare l'accoglienza: hanno tutti un loro badge identificativo e anche se per il momento i ruoli e le cose da fare sono ancora da definire, l'occasione "è unica e dobbiamo organizzarci bene; il Papa deve sentire e vedere quanto ci teniamo a lui" dice con un bel sorriso Sophie, studentessa e volontaria della parrocchia. Certo, se si sta lassù vicino ai cedri millenari, sembra quasi che i tormenti di questo Vicino Oriente siano solo fantasie da geopolitica estiva, ma purtroppo basta fare pochi chilometri verso il mare e ad un certo punto la strada principale impone una scelta: a sinistra si scende verso la capitale Beyrouth, a destra Tripoli e poi Akkar, cioè i posti simbolo dell'impatto della guerra civile siriana sul Libano. Tripoli oramai da alcuni mesi vede puntualmente scontrarsi a suon di armi pesanti e morti il quartiere Giabal Mohsen degli amici (alawiti) del presidente siriano Assad contro Bab Tebbane dove vivono i sunniti-salafiti che inneggiano all'opposizione. Da lì alla regione dell'Akkar e al confine nord con la Siria è questione di pochi chilometri e da qualche ora missili dell'esercito siriano stanno colpendo villaggi libanesi presumibilmente colpevoli di ospitare oppositori al regime Assad. Per il momento la "neutralità" libanese come scelta politica tra i contendenti siriani sta tenendo e nonostante la diatriba politica interna, la temuta escalation regionale del conflitto non sembra così vicina. Ma i morti siriani ci sono, la tensione in Libano è altissima e già più di 40mila profughi hanno varcato il confine per trovare qui rifugio e qualche spiraglio di futuro; come Ninor, 28 anni, cristiano di Aleppo scappato 7 giorni fa "perchè ho capito che dovevo andarmene subito altrimenti sarei morto". Il giovane aleppino ex studente di Diritto ora cerca lavoro comeconsierge (portinaio) in qualche condominio beiruttino: "Non ho paura di lavorare, qui in Libano si guadagna bene e poi avete la Pace" dice con grande tristezza pensando ai cari lasciati lassù e al sogno nel cassetto: "Appena trovo lavoro, vado a prendere la mia fidanzata e ci sposiamo. In Libano noi cristiani possiamo vivere tranquillamente, in Siria non credo sarà più possibile" e aggiunge circa l'epilogo che avrà la guerra civile: "Quando nei paesi arabi scorre il sangue, i problemi non finiranno presto". Anche lui sa che il Papa arriverà presto in visita e quasi a discolparsi precisa: "Non fossimo in guerra, da Aleppo saremmo sicuramente venuti in tanti per vederlo e sentirlo". L'attesa di sentirlo è quella di un'intera comunità (cristiana) che teme per il suo futuro, ma in generale quella di un popolo che ha sempre visto e vissuto nel Libano un esempio di convivenza possibile, oggi scricchiolante nelle sue fondamenta. Serve un messaggio a questa regione caduta nel bel mezzo dell'inverno della "primavera araba", una parola di speranza che i vari leader mondiali sembrano non possedere nel loro vocabolario o che forse può appartenere solo a chi non ha ambizioni temporali. "Abbiamo un grande bisogno di questa visita - dice padre Simon Faddoul, Presidente di Caritas - e abbiamo grandi attese soprattutto dal punto di vista morale. Spero anche che le incertezze della regione non impediscano la partecipazione dalla Siria, dalla Giordania e dall'Iraq" conclude nel mentre è impegnato ad organizzare "una formazione speciale" ad un centinaio di giovani volontari che aiuteranno l'organizzazione sia dell'incontro con i giovani che della Santa Messa. Padre Tarek Mechaalamy, 34 anni, originario della Valle della Bekaa, è invece in vacanza nel suo "Libano sofferente". Da dieci anni vive a Roma dove è formatore dei seminaristi dell'Ordine Maronita della Beata Vergine Maria, ma ha ben chiaro la posta in gioco: "Il mio augurio è che ci siano tantissimi giovani a partecipare, perchè possano sentire cosa il Papa ha da dire a noi cristiani del Medio Oriente. Dobbiamo riavvicinarci al senso della nostra cristianità senza cadere nei facili folclori e capire il nostro ruolo che non puo' essere solo politico". Riflettendo sui rischi di questo momento storico padre Tarek guarda con grande interesse all'incontro previsto tra il Papa e i leader delle altre religioni: "C'è una grandissima stima per il Santo Padre e l'incontro sarà l'occasione per rinnovare il dialogo di convivenza" dice per aggiungere con vigore: "In queste zone la maggior parte delle guerre hanno o prendono connotati etnico/religiosi. Io penso che la popolazione ha bisogno di vedere che i differenti leader religiosi si incontrano e pregano insieme". E poi, quasi a dare un titolo alla sua dichiarazione, conclude: "La scintilla della guerra inizia sempre dai capi, in questo caso invece l'augurio è che l'incontro tra i leader religiosi e il Papa faccia scattare la scintilla della Pace".

Marco Perini, Oasis

Sullo Ior parla l’avvocato vaticano Jeffrey Lena: sono altri i paesi a più alto rischio riciclaggio. E tira una freccia contro Gotti Tedeschi e Nicora

Su Vatican Insider Andrea Tornielli ha pubblicato un’ampia intervista a Jeffrey Lena, 54 anni, californiano di Berkeley, grande avvocato della Santa Sede nelle cause internazionali, da quest’anno sempre più presente anche in Vaticano, dove è stato chiamato per dare man forte all’operazione trasparenza in atto sul terreno finanziario. Si deve a lui, in buona misura, la riscrittura della legge vaticana n. 127 contro il riciclaggio di denaro sporco. Lena ha fatto parte della delegazione vaticana guidata dal viceministro degli esteri Ettore Balestrero, che a Strasburgo, ai primi di luglio, ha presenziato alla sessione di Moneyval che ha prodotto la prima valutazione di un giudice esterno sugli standard finanziari della Santa Sede, seguita a una ripetuta indagine tra le mura vaticane. Sul buon esito della valutazione Lena dice tra l’altro: “I dati a sono a disposizione di chiunque guardi il sito web di Moneyval. Emerge che il Vaticano si è classificato undicesimo tra i trenta paesi esaminati da Moneyval per il Terzo Round di valutazioni, ed è risultato tredicesimo su trenta per le sue prestazioni in generale, se si guardano tutte le 40 + IX Raccomandazioni”. Anzi, Lena precisa che la valutazione sarebbe stata ancora migliore se il Rapporto avesse messo nel conto anche le ulteriori regole introdotte in Vaticano in questi ultimi mesi: “Il Rapporto fotografa un preciso momento nel tempo: novembre 2011. La prima visita dei valutatori Moneyval risale infatti a quel periodo. Va anche notato che la Santa Sede ha avuto tempo fino al 26 gennaio 2012 per introdurre le riforme necessarie. Quindi il punteggio che abbiamo ricevuto per il periodo in esame è già molto buono. Ma comunque non riflette la situazione del Vaticano alla data in cui il rapporto è stato pubblicato, cioè luglio. Molti progressi per migliorare il sistema antiriciclaggio sono stati compiuti dopo il gennaio 2012, ma queste ulteriori modifiche sono citate solo nelle note a piè di pagina del rapporto, non nel testo principale. Quelle note dimostrano che il sistema antiriciclaggio, specialmente allo IOR, è in realtà molto più avanzato rispetto a nove mesi fa. Quindi il quadro reale è ancora migliore rispetto al rapporto”.Sulla presenza o meno del Vaticano nella “White List” dei paesi cosiddetti “virtuosi” Lena fa notare che tale lista nemmeno esiste più. E se la prende con l’Italia, che continua a trattare il Vaticano come paese non alla pari: “Eviterei il termine ‘White List’, che non è legato alle valutazioni di Moneyval e non viene nemmeno più usato come categoria da FATF/GAFI. Anche ‘virtuoso’ è un’espressione ormai comune, ma ingannevole. Non c’è alcuna lista di ‘virtuosi’ e sicuramente il Vaticano non può essere identificato come paese ‘non virtuoso’. Infatti, dato che il Vaticano si classifica tra i paesi con esiti molto buoni, bisogna domandarsi se il trattamento che gli viene riservato come paese ‘non equivalente’ sia meritato. In termini di attività finanziaria, lo IOR ha rapporti in più di cento paesi, ha relazioni bancarie con quaranta di essi e mantiene rapporti con gli enti finanziari di tutti i membri dell’Unione Europea. A me risulta, però, che solo uno di questi paesi tratti il Vaticano con disparità, cioè come ‘non equivalente’ in materia di antiriciclaggio”. In coda all’intervista non manca una goccia di veleno. Lena tira questa freccia contro i suoi avversari in Curia: “È importante notare che uno dei luoghi comuni sulla Santa Sede è quello che sia necessario il rinforzo da parte di ‘esperti esterni’. Invece il lavoro svolto per l’adeguamento agli standard internazionali e per Moneyval è stato realizzato in grandissima parte con risorse interne. Basti pensare alle centinaia di risposte a domande poste dai valutatori o alle migliaia di pagine di materiali tradotti da persone che hanno lavorato e sono rimaste nell’anonimato. Gli esperti esterni possono servire, ma senza la professionalità del personale di ruolo – in curia, al Governatorato, allo IOR, all’APSA, al tribunale – il risultato ottenuto non sarebbe stato possibile” .Sono parole che richiedono una traduzione. Lena non fa nomi, ma allude anzitutto all’ex presidente dello IOR, Ettore Gotti Tedeschi, e al card. Attilio Nicora, presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria. Furono infatti Gotti Tedeschi e Nicora che, nell’autunno del 2010, per redigere la versione iniziale della legge 127 chiamarono due “esperti esterni”, Marcello Condemi e Francesco De Pasquale, entrambi della covata della Banca d’Italia ed entrambi cooptati nella neonata AIF vaticana. Chiamarono questi due da fuori perché ritenevano che in Vaticano non vi fossero persone capaci di svolgere tale compito. E quando, dopo la prima ispezione del novembre del 2011, Moneyval stilò una nutrita lista di modifiche da introdurre nella legge 127 per meglio ottemperare agli standard, i due “esperti esterni”, si lamenta oggi in Segreteria di Stato, reagirono con sufficienza. Accettarono di dar corso solo a un piccolo numero di aggiustamenti, ritenendo il loro lavoro precedente già buono così com’era. Fu a questo punto che la segreteria di Stato e il Governatorato avocarono ai propri uffici e al management dello IOR la riscrittura a fondo della legge. Ed è a questo punto che Lena entrò in azione. Gotti Tedeschi e Nicora, messi fuori gioco e il primo addirittura poi defenestrato, criticarono la nuova versione della legge 127 come “un passo indietro” rispetto alla precedente. E predissero che sarebbe andata incontro a una sicura bocciatura. Ma così non è stato. Moneyval ha promosso la Santa Sede in nove delle sedici materie “core and key” che decidono il punteggio. Naturalmente, secondo Gotti Tedeschi, se fosse stato mantenuto l’impianto iniziale della legge 127, con solo i pochi aggiustamenti accolti da Condemi e De Pasquale, il punteggio sarebbe stato ancora migliore. Con una promozione non risicata, ma a pieni voti.

Sandro Magister, Settimo Cielo

Moneyval ha sfatato il mito della poca trasparenza del Vaticano e dello IOR: intervista all'avvocato della Santa Sede, Jeffrey Lena

Questa sera un'altra festa bavarese a Castel Gandolfo per il Papa: concerto offerto dalla Caritas di Ratisbona per celebrare i 90 anni di attività

Celebrare i novant’anni di attività della Caritas di Ratisbona (Regensburg) e il generoso impegno del violoncellista tedesco Thomas Beckmann in favore dei senzatetto: c’è questo duplice obiettivo dietro l’organizzazione del concerto in onore di Benedetto XVI, che si svolge nel tardo pomeriggio di oggi nel cortile del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo. Dopo l’incontro con i pellegrini della Baviera dello scorso 3 agosto, ancora una volta un pezzo della patria del Papa, in questa circostanza la diocesi di Ratisbona, si sposta sui Colli albani per far sentire al Pontefice la vicinanza della terra che gli ha dato i natali e in cui ha trascorso gli anni della gioventù. Il concerto dal titolo "Beckmann suona il violoncello" (sottotitolo "in onore di Dio e per la gioia degli uomini") sarà dunque un’altra festa bavarese, in cui Benedetto XVI potrà rivedere volti a lui familiari e ascoltare melodie di alcuni tra i suoi compositori preferiti. La pregevole pubblicazione curata dalla Prefettura della Casa Pontificia per la circostanza, illustra infatti un ricco programma musicale della durata di circa un’ora: articolato in cinque parti, esso prevede motivi di Claudio Monteverdi (1567-1643), di Gottfried August Homilius (1714-1785), di Johann Pachelbel (1653-1706), di Ludwig van Beethoven (1770-1827), di Gabriel Fauré (1845-1924), di Felix Mendelssohn- Bartholdy (1809-1847), di Josef Gabriel Rheinberger (1839-1901), di Maurice Ravel (1875-1937), di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) e di Franz Lehrndofer, organista oggi ottantaquattrenne, nato nell’austriaca Salisburgo e cresciuto in Baviera.Interpreti Thomas Beckmann al violoncello, accompagnato al pianoforte dalla moglie Kayoko Matsushita e da Yuko Kasahara, e la corale Vokalensemble Cantico di Ratisbona, diretta da Edeltraud Appl. Il concerto in onore del Papa è offerto dalla Caritas della diocesi tedesca, che ha scelto Beckmann per il suo impegno al servizio dei più poveri. Il musicista è infatti fondatore dell’associazione per l’assistenza ai senzatetto«Insieme contro il freddo» (Gemeinsam gegen Kälte), alla quale vanno i compensi delle sue esibizioni in chiese e teatri. Cresciuto a Düsseldorf in una famiglia di cultori della musica, suo bisnonno era trombettiere militare e suo fratello maggiore Hannes è professore in violino per Jazz, già durante gli studi Thomas Beckmann si è distinto per il suo talento. Nel 1980 è diventato alunno del maestro Pierre Fournier, uno dei più importanti violoncellisti del secolo scorso. Raccoltane l’eredità e affermatosi anch’egli come valente musicista, nell’inverno del 1993 Beckmann è rimasto molto scosso dalla notizia della morte per assideramento di due donne senza fissa dimora avvenuta a Düsseldorf, mentre migliaia di persone affollavano il mercato natalizio. Subito ha organizzato una campagna di raccolta di sacchi a pelo e di generi di prima necessità, dalla quale qualche anno dopo è nata l’iniziativa "Insieme contro il freddo". I risultati incoraggianti hanno poi portato il promotore a estendere l’attività a livello nazionale, fino a oggi in ben cento città tedesche, e persino fuori dai confini della Germania, per esempio nel 2011 ha suonato per le vittime del devastante terremoto in Giappone.Ma è soprattutto a Ratisbona che il celebre violoncellista ha riscosso grandi successi, esibendovisi per ben quattro volte. E il ricavato dei suoi concerti è sempre stato donato tutto alla Caritas diocesana, tanto che ormai si è instaurato un vero e proprio rapporto di mutua collaborazione. Soprattutto con il portavoce dell’organismo caritativo, Marcus Weigl, un ex Domspatzcioè un corista della nota schola del duomo di Ratisbona a lungo diretta da mons. Georg Ratzinger, il fratello del Pontefice. Weigl, che per due anni è stato anche assistente del maestro di cappella del duomo Georg Ratzinger, e Beckmann avevano espresso da tempo il desiderio di ripetere il concerto di Ratisbona davanti al Papa. E ora questo desiderio è divenuto realtà. E se Beckmann si esibirà con il suo strumento, le parti cantate del programma sono affidate all’ensemble Cantico. Nata nel 1993 la corale riunisce voci maschili, tutti ex Domspatzen, e femminili di cantanti bavaresi con un’età compresa tra i 22 e i 40 anni. Anche questo coro si distingue per l’impegno sociale, visto che destina gran parte dei proventi delle tournée a finalità caritative o religiose. Da parte sua la Caritas di Ratisbona festeggia alla presenza del Pontefice i novant’anni di attività: fondata nel 1922 essa attualmente riunisce novecento tra istituzioni e iniziative di servizio solidale.

Gianluca Biccini, L'Osservatore Romano