lunedì 8 marzo 2010

La visita del Papa alla Parrocchia di San Giovanni della Croce. Lo scambio di carezze con un ragazzo down. Il parroco: un padre tenero e umile

Gli amministratori di Roma mettano in atto politiche per sostenere le famiglie e la periferia. Da parte sua, la parrocchia si apra sempre più all'accoglienza facendo tesoro del mandato del Papa: un progetto pastorale unitario per portare il Vangelo a ogni persona, con i laici corresponsabili e non solo collaboratori dei sacerdoti. È con questa intenzione di preghiera, durante la Messa celebrata dal Pontefice, che è stata rilanciata la missione della comunità di San Giovanni della Croce nella periferia nord della città. Ieri mattina Colle Salario ha accolto il Papa con entusiasmo. La sua presenza ha dato visibilità a una zona fuori dalle direttrici cittadine se non per un grande centro commerciale. Per dare il benvenuto a Benedetto XVI moltissime persone sono scese per strada, altre lo hanno salutato dalla finestre dando vivacità anche ai grigi palazzoni che delineano il profilo del quartiere. E il Papa ha risposto subito alla calorosa accoglienza, tanto che il parroco don Enrico Gemma gli ha rivolto, nel saluto ufficiale all'inizio della Messa, un "grazie particolare" proprio "per come ha salutato e benedetto ciascuno dei bambini che l'hanno accolta fuori dalla chiesa". La visita, ha poi commentato il parroco, ha portato novità, speranza e calore nel quartiere che lo ha visto come un "padre, tenero e umile, vicino alla gente". E prima di lasciare Castel Giubileo per far rientro in Vaticano, il Papa ha rilanciato la missione che parte dalla conversione. "Cari fratelli e sorelle - ha detto a braccio - grazie per la vostra cordialità, per questa accoglienza così fraterna e una buona domenica a voi tutti. Comincia la primavera e il senso della Quaresima è un rinnovamento interiore, cioè vincere l'inverno in noi, la freddezza, la mancanza di sole e di verità. E incoraggiati dalla Parola di Dio andiamo avanti pregando che il Signore ci aiuti a crescere nella bontà, nella carità e così essere più vicini a Dio". Momento centrale della visita è stata la Messa. Con il Papa hanno concelebrato, oltre al parroco, i due viceparroci ordinati insieme nel 2006 da Benedetto XVI, il sardo Paolo Casu e l'honduregno César Fonseca. Nel ringraziare il Pontefice all'inizio del rito, il parroco ha indicato nella "comunione affettiva e pastorale il punto di forza dei progetti pastorali e della vita ecclesiale". Nella preghiera dei fedeli sono stati ricordati quanti vivono in situazioni di violenza e povertà; l'ultima intenzione l'ha letta Federico, 8 anni: al "caro Gesù" ha chiesto di proteggere e sostenere Benedetto XVI nella sua missione di pace e di amore nelle strade del mondo. All'offertorio ha partecipato una rappresentanza degli stranieri che abitano nel quartiere e una famiglia italiana con quattro figli. Dopo la Messa, il Papa ha salutato gli ammalati e due ragazzi con sindrome di down, il sedicenne Federico e il diciassettenne Emanuel con cui ha scambiato una reciproca carezza sul volto. I laici sono stati i protagonisti della seconda parte della visita. Nel salone chiamato "la casa" perché luogo di ritrovo della comunità, Benedetto XVI ha incontrato una rappresentanza di catechisti e appartenenti al movimento dei focolarini, alla Sant'Egidio, al cammino neocatecumenale, al rinnovamento carismatico e a gruppi mariani. Quindi ha ascoltato Anna Rita Vittucci fare il punto sulla storia e i progetti della comunità. Movimenti e nuove comunità ecclesiali, ha riconosciuto la donna, continuano a essere "validi cammini spirituali" che lavorano insieme "all'opera di evangelizzazione". Una parola di gratitudine l'ha avuta per i sacerdoti che, "provenienti da varie nazionalità e legati a diverse spiritualità, danno un segno visibile di comunione fraterna". Proprio ai sacerdoti il Papa ha lasciato la casula con cui ha celebrato la Messa. A sua volta, la comunità ha donato un'immagine mariana e un'icona raffigurante san Giovanni della Croce. I bambini hanno pensato a un regalo tutto loro raccogliendo le lettere scritte in questi giorni per dirgli grazie della visita.

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. Il card. Rouco Varela: invito a recuperare le nostre radici cristiane e richiamo all'evangelizzazione

Il viaggio del Papa è un invito a “recuperare le nostre radici cristiane” che riflette l’interesse per “certi aspetti fondamentali della storia della Chiesa e del cattolicesimo in Spagna” e la preoccupazione “per temi e problemi del nostro tempo, non solo per come vengono vissuti in Spagna ma anche nel resto d’Europa e del mondo”. Durante l’omelia della domenica il card. Antonio María Rouco Varela, presidente della Conferenza Episcopale spagnola e arcivescovo di Madrid, ha espresso ieri “immensa gioia” per il viaggio di Benedetto XVI in Spagna il 6 e 7 novembre. Il Papa celebrerà l’Anno Santo Giacobeo a Santiago de Compostela come pellegrino della fede, per poi consacrare la Cattedrale della Sacra Famiglia (foto) di Barcellona. La storia della Spagna è inconcepibile senza “la predicazione del primo Apostolo che venne fin qui”, ha aggiunto il card. Rouco Varela, e il viaggio del Santo Padre presuppone “un richiamo molto forte affinché il processo di evangelizzazione non si affievolisca in alcun momento” ma si caratterizzi, invece, “come anima e midollo dell’azione pastorale della Chiesa, e come invito per tutti gli spagnoli a recuperare le loro radici cristiane” che possono procurare “molto bene a tutta la Spagna”.

SIR

Il Papa nel Regno Unito. Gruppi di riflessioni, preghiere e tazze di thè: le iniziative dell'episcopato per prepararsi al viaggio di Benedetto XVI

Il viaggio apostolico del Papa nel Regno Unito è “un’occasione di evangelizzazione che capita una volta in una generazione”, così Clare Ward, consulente per l’evangelizzazione della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles, in un articolo apparso nell’ultimo numero del settimanale cattolico Tablet. In attesa del viaggio di Benedetto XVI, Ward invita le parrocchie a organizzare piccoli gruppi di riflessione utilizzando le Encicliche del Papa. Tra le iniziative promosse anche annunci nei giornali, feste parrocchiali in onore del Papa, giornate dedicate a raccogliere spazzatura nei parchi e fette di torta e tazze di tè offerte fuori dai supermercati. Tra qualche giorno, le Conferenze Episcopali di Inghilterra e Galles e di Scozia metteranno a disposizione una preghiera, sul loro sito, per prepararsi all’incontro con Benedetto XVI mentre su internet si può trovare anche una preghiera quotidiana ricavata dagli scritti del card. John Henry Newman, preparata dalle “Missionarie della carità”.

SIR

Il card. Sandri ai vescovi: ispirati dal pellegrinaggio del Papa prodighiamoci instancabilmente per garantire un futuro ai cristiani in Terra Santa

"Garantire un futuro ai cristiani là dove apparvero la benignità e l'umanità del Nostro Dio e Padre" è l'invito che la Chiesa rivolge in occasione della Colletta "pro Terra Sancta", esortando a prodigarsi "instancabilmente" a questo scopo. Ogni anno, all'inizio della Quaresima, la Congregazione per le Chiese Orientali invia a tutti i vescovi della Chiesa cattolica una lettera circolare sulla Colletta, che nella maggior parte delle Diocesi ha luogo il Venerdì Santo. Nel testo di quest'anno, firmato dal Prefetto della Congregazione, il card. Leonardo Sandri, e dall'arcivescovo segretario, Cyril Vasil', si chiede di mostrare "sensibilità per le necessità della Chiesa di Gerusalemme e del Medio Oriente": "sensibilità che si fa soccorso, come quello inviato ai fratelli della Giudea (At 11,29-30); ricordo, come l'invito di San Paolo nella lettera ai Galati (2,10), e colletta, che risponde a precise indicazioni pratiche (1 Cor 16,1-6) ed è definita grazia di prendere parte al servizio a favore dei santi (2 Cor 8-9 e Rm 15)". L'appello, ricorda il card, Sandri, trae questa volta ispirazione dal pellegrinaggio compiuto da Benedetto XVI in Terra Santa nel maggio 2009. "Ho avuto l'onore di accompagnarLo e di condividere l'ansia pastorale, ecumenica e interreligiosa che ne hanno animato le parole e i gesti - rileva il porporato - . Insieme alla comunità ecclesiale di Israele e Palestina ho ascoltato una voce di fraternità e di pace". Nei suoi discorsi, sottolinea, il Papa ha menzionato "il problema incessante dell'emigrazione", osservando che "nella Terra Santa c'è posto per tutti" ed esortando le autorità "a sostenere la presenza cristiana", assicurando allo stesso tempo "ai cristiani di quella Terra la solidarietà della Chiesa". Nell'omelia della Messa che ha celebrato a Betlemme, prosegue il card. Sandri, il Pontefice ha poi incoraggiato i battezzati ad essere "un ponte di dialogo e di collaborazione costruttiva nell'edificare una cultura di pace che superi l'attuale stallo della paura, dell'aggressione e della frustrazione", perché le Chiese locali siano "laboratori di dialogo, di tolleranza e di speranza, come pure di solidarietà e di carità pratica". Nell'Anno Sacerdotale, il card. Sandri chiede di tornare "col cuore al Cenacolo di Gerusalemme, dove il Maestro e Signore 'ci amò sino alla fine'; a quel luogo dove gli Apostoli con la Santa Madre del Crocifisso Risorto vissero la prima Pentecoste". "Crediamo fermamente nel 'fuoco mai spento' dello Spirito Santo, che il Vivente effonde in abbondanza". Benedetto XVI, segnala, ha affidato alla Congregazione per le Chiese Orientali "il compito di tenere vivo l'interesse per quella Terra benedetta". A suo nome, esorta quindi "a confermare la solidarietà finora mostrata", perché i cristiani d'Oriente portano "una responsabilità che spetta alla Chiesa universale, quella cioè di custodire le 'origini cristiane', i luoghi e le persone che ne sono il segno, perché quelle origini siano sempre il riferimento della missione cristiana, la misura del futuro ecclesiale e la sua sicurezza". "Essi meritano, pertanto, l'appoggio di tutta la Chiesa", conclude, pregando il Signore "perché sia largo nella ricompensa verso quanti amano la Terra che Gli diede i natali", che "deve rimanere, grazie alla 'Chiesa viva e giovane' che vi opera, la testimone nei secoli delle grandi opere della salvezza". Scopo della Colletta "pro Terra Sancta" è quello di sensibilizzare i fedeli al valore della solidarietà verso le comunità e gli enti cattolici presenti in quella regione e promuovere ogni iniziativa e intervento in favore dei Luoghi Santi che conservano la memoria di Cristo. La Congregazione per le Chiese Orientali riceve parte della Colletta "pro Terra Sancta" direttamente dalle Nunziature Apostoliche, e, secondo la percentuale stabilita dalle relative norme pontificie, concede quindi i sussidi ordinari e straordinari alle circoscrizioni ecclesiastiche, agli ordini religiosi e ad altre persone giuridiche ecclesiastiche in Libano, Siria, Iraq, Giordania, Egitto e particolarmente in Israele e Palestina. La Colletta è una tradizione che risale già ai tempi della Chiesa primitiva. Lo stesso Apostolo Paolo sollecitava infatti le comunità in Asia Minore a sostenere i confratelli a Gerusalemme. Fu Papa Paolo V, poi, nel Breve "Coelestis Regis" del 22 gennaio 1618, a stabilirne per la prima volta la finalità, mentre Benedetto XIV la confermò con il Breve Apostolico "In supremo militantis Ecclesiae" del 7 gennaio 1746.