venerdì 6 luglio 2012

Il concerto per il Papa del maestro Daniel Barenboim e della West-Eastern Divan Orchestra e i progetti educativi organizzati in Israele e Palestina

L'11 luglio, festa di San Benedetto, il maestro Daniel Barenboim e la West-Eastern Divan Orchestra renderanno omaggio a Papa Benedetto XVI con un concerto privato, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. In programma composizioni di Ludwig van Beethoven, la cui musica sarà il punto culminante del tour estivo della West-Eastern Divan Orchestra. Dopo l'esecuzione di apertura a Münich il 10 luglio 2012, l'Orchestra si esibirà a Versailles (Francia), Ginevra (Svizzera), per la BBC a Londra (Gran Bretagna) ed al Festival di Salisburgo. Il concerto in programma per il Waldbühne di Berlino, il 29 luglio 2012, sarà uno dei più importanti del tour estivo "Beethoven per tutti" e contribuirà a finanziare progetti educativi organizzati dall'Orchestra in Israele e Palestina. "Papa Benedetto XVI - si legge in un comunicato sull'evento - ha da lungo tempo promosso un attivo dialogo fra ebrei, cristiani e musulmani. Nel 1999 Barenboim e Edward Said hanno fondato la West-Eastern Divan Orchestra, composta da musicisti provenienti da Israele, Palestina, Siria, Giordania, Egitto, Libano, Iran, Turchia e Spagna. Ogni anno si riuniscono per laboratori estivi, nei quali è fondamentale il contributo del pensiero ed delle esperienze degli interpreti, ognuno legato alla problematica situazione in Medio Oriente".

VIS Notizie

'Musica e luce', domani su 'Rai Uno' evento della Provincia di Roma in onore di Benedetto con artisti italiani e testimonianze di vite emblematiche

Dal cortile di Palazzo Valentini Marco Liorni conduce "Musica e luce", in onda domani alle 16.00 su Rai Uno. Un grande evento, allestito dalla Amministrazione provinciale di Roma in onore di Papa Benedetto XVI. Le performance dei maggiori artisti italiani e le testimonianze dei protagonisti di alcune storie di vita emblematiche saranno il filo conduttore di questo appuntamento che unisce musica e parole, lanciando un messaggio di speranza e di devota vicinanza al Santo Padre. Tra i protagonisti dell'evento Amedeo Minghi, Ivana Spagna, Valerio Scanu, Stefano Di Battista, Nikki Nicolai, Simona Molinari, il pianista classico Ramin Bahrami, Micaela, l'attrice Antonella Ferrari, il calciatore Nicola Legrottaglie, la ballerina Simona Atzori accompagnata da Marco Messina del corpo di ballo del Teatro della Scala di Milano. Non mancherà un momento dedicato all'arte e in particolare a due capolavori del Caravaggio, pittore che ha saputo dare luce al buio, sia interiore che esteriore: i quadri, ospitati nella Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma, sono la Conversione di San Paolo e la Crocifissione di San Pietro. Il breve racconto di Philippe Daverio, uno dei più profondi conoscitori di Michelangelo Merisi, darà ulteriori spunti di riflessione sulla dimensione interiore dell'esistenza umana. "Musica e luce" è un momento di festa per il Papa, che ancora una volta testimonia il grande affetto dei romani e degli abitanti della provincia di Roma nei confronti del Pontefice.

TMNews

Yad Vashem: su modifica della didascalia di Pio XII nessun condizionamento politico, scelta in nome di maggior chiarezza e nuove acquisizioni storiche

Sulla modifica della didascalia accanto alla foto di Pio XII (foto) a Yad Vashem la direzione del museo sacro alla memoria delle vittime della Shoah ha criticato il commento polemico di Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, negando ogni condizionamento politico e difendendo con fermezza la scelta in nome di una maggior chiarezza e di nuove acquisizioni storiche. Dopo aver ricordato "la reputazione mondiale" della propria "integrità accademica", informa l’agenzia Ansa, la direzione del museo ha parlato di "disinformazione" ribadendo che il cambiamento è avvenuto senza "alcuna pressione o accordo con il Vaticano", supposizione definita "totalmente infondata". L’aggiornamento invece è dovuto al "riflesso di ricerche e raccolta d’informazioni in corso" che avevano indotto fin dal 2009 David Bankier, ora scomparso e già capo del prestigioso istituto di ricerca sulla Shoah di Yad Vashem, a convocare a Gerusalemme un seminario internazionale di storici di vario orientamento volto ad approfondire e rivalutare l’azione di Papa Pacelli durante la Shoah. Proprio le risultanze del seminario, i cui risultati saranno presto pubblicati, hanno costituito "la base" della nuova didascalia. L’istituzione ha poi aggiunto che sono state tenute in conto le osservazioni dei visitatori del museo, che chiedevano lumi e precisazioni su ciò che nella precedente didascalia veniva presentato come l’operato "controverso" di Pio XII. Nella lettera di Yad Vashem al rabbino Di Segni, firmata dagli storici Dan Michman, Dina Porat e Bella Gutterman, massimi vertici scientifici dell’istituzione, e dal consulente Yehuda Bauman, autorità accademica mondiale negli studi sulla Shoah, si ripercorre punto per punto il nuovo testo, rilevando come esso riporti in ogni modo le accuse sul silenzio imputato a Pacelli e sulla sua presunta "mancanza morale", accanto alle ragioni di chi invece lo difende, ribadendo la richiesta di una piena apertura degli archivi vaticani.

L'Osservatore Romano

Segreteria di Stato: affermazioni di articolo di 'Panorama' sull'esistenza di un figlio di un cardinale del tutto false e prive di qualsiasi riscontro

Il Vaticano smentisce seccamente l'articolo pubblicato su Panorama, intitolato ''Bertone, il buco e il figlio del cardinale''. ''La Segreteria di Stato - ha detto oggi ai giornalisti il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi - precisa che le affermazioni riportate dall'articolo riguardanti la presunta esistenza di un figlio di un cardinale 'al vertice di uno degli organismi finanziari della Santa Sede' sono evidentemente del tutto false e prive di qualsiasi riscontro''. ''Per tali affermazioni ed altre non veritiere contenute nell'articolo - prosegue padre Lombardi -, che si ritengono palesemente denigratorie ed esulanti dai legittimi limiti del diritto di cronaca, la Segreteria di Stato si riserva ogni opportuna iniziativa a tutela dei diritti delle persone interessate''.Per Lombardi, sarà l'avvocato a decidere quali passi prendere nei confronti del settimanale ma non si poteva ''lasciare senza risposta un'insinuazione calunniosa di questo tipo''.

Asca

Gli ammutinati della barca di Pietro. Un errore confondere la mitezza del Papa con la sua remissività, o con l'estraniarsi dalle decisioni di governo

Il punto critico di questo Pontificato non è la contestazione, anche aspra, che lo martella ininterrottamente su vari terreni. Ma è l'avvenuta rottura di quel patto di lealtà interno alla Chiesa che si manifesta nella fuga di documenti riservati, dai suoi uffici più alti.Dalla contestazione, Papa Joseph Ratzinger non si lascia intimidire. Non la subisce, anzi, sui casi cruciali la provoca, volutamente. E non arretra di un passo nemmeno quando la reazione si fa esasperata e feroce, al di là del previsto. La memorabile lezione di Ratisbona ne è stata la prima dimostrazione. Benedetto XVI mise a nudo la carica di violenza presente nell'islam con una nettezza che stupì il mondo e scandalizzò nella Chiesa gli amanti dell'abbraccio tra le religioni. Invocò per i musulmani la rivoluzione illuminista che il cristianesimo ha già vissuto. Anni dopo, la primavera di libertà sbocciata e subito deperita nelle piazze arabe ha confermato che aveva visto giusto, che il futuro dell'islam si gioca davvero lì. Gli abusi sessuali commessi da preti su bambini e ragazzi sono un altro terreno sul quale Benedetto XVI si è mosso controcorrente, già prima d'essere eletto papa. Ha introdotto nell'ordinamento della Chiesa procedure da stato di eccezione. Per suo volere, da una decina d'anni tre cause su quattro sono affrontate e risolte non per le vie del diritto canonico, ma per quelle più dirette del decreto extragiudiziario spiccato da un'autorità di maggior grado. Marcial Maciel, il diabolico fondatore dei Legionari di Cristo, fu sanzionato così, quando ancora era universalmente riverito e osannato, mai colto in fallo, con tutti i numeri per uscire indenne da un regolare processo non solo canonico ma anche civile. Un'intera Chiesa nazionale, l'irlandese, è stata messa dal Papa in stato di penitenza. Vari vescovi inetti sono stati destituiti. Sta di fatto che oggi al mondo non c'è alcun governo o istituzione o religione che sia più avanti della Chiesa di Papa Benedetto nel contrastare questo scandalo e nel proteggere i minori dagli abusi. E poi la revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani, con gli sforzi di riportarli all'ovile; la liberalizzazione della Messa in rito antico; l'ammissione nella Chiesa delle comunità anglicane filocattoliche, con i loro vescovi, sacerdoti e fedeli: anche su questi terreni Benedetto XVI ha creato conflitti a ragion veduta, tuttora vivacissimi, tirandosi addosso valanghe di critiche. Non solo da sinistra ma anche da destra, come quando nel suo libro intervista "Luce del mondo" ha aperto uno spiraglio all'uso lecito del preservativo. È un errore confondere la mitezza di questo Papa con la sua remissività. O col suo estraniarsi dalle decisioni di governo. Anche la burrasca che sconvolge l'Istituto per le Opere di Religione, la "banca" vaticana, ha la sua prima origine proprio da lui, dal suo ordine di assicurare la massima trasparenza finanziaria. Non c'è governo al mondo le cui decisioni non siano discusse e contrastate, prima e dopo che siano diventate legge, in pubblico o in via riservata. Papa Benedetto vuole che sia così anche per la Chiesa. I conflitti interni documentati dalle carte fuoriuscite dal Vaticano fanno parte della fisiologia di ogni istituzione chiamata a prendere decisioni.Non il contenuto dei documenti, quindi, ma la loro fuga è la vera spina di questo pontificato. È tradimento di quel patto di lealtà che tiene insieme chi è parte di un'istituzione, a maggior ragione della Chiesa, dove l'inviolabilità del "foro interno" e ancor più del segreto della confessione ispira una generale riservatezza nelle procedure. Gli ammutinati sostengono, anonimi, di farlo per il bene della Chiesa stessa. È una giustificazione ricorrente nella storia. Dallo scandalo dicono di voler ricavare una rigenerazione del cristianesimo. Ma a tanti loro sostenitori "laici" interessa che la Chiesa collassi. Non che sia rigenerata, ma umiliata. I conflitti entro le istituzioni si governano. Ma il tradimento molto meno. Esso è il segnale, piuttosto, di un governo che non c'è, che ha lasciato crescere nella curia romana la ribellione occulta di alcuni suoi "civil servant" e non ha saputo fare nulla per neutralizzarla. La Segreteria di Stato vaticana, che da Paolo VI in poi è il primo attore del governo centrale della Chiesa, è inevitabilmente anche la prima responsabile di questa deriva. Benedetto XVI ne è così consapevole che, per rimettere ordine nei Sacri Palazzi, non ha incaricato il suo primo ministro, il card. Tarcisio Bertone, ma ha chiamato a consulto un collegio di saggi tra i più lontani da lui: per cominciare, i cardinali Ruini, Ouellet, Tomko, Pell, Tauran. Per un cambio di governo nella Curia vaticana le pratiche sono già avviate.

Sandro Magister, www. chiesa

Inchiesta della Chiesa australiana insieme alle autorità civili su casi di abuso su minori degli anni '80. Possibile copertura da parte di tre vescovi

La Chiesa Cattolica australiana ha avviato una nuova inchiesta sui casi di abuso sessuale nei confronti di minori in due parrocchie del Nuovo Galles del sud all'inizio degli anni Ottanta, dopo che è emerso un dettagliato documento secondo il quale tre fra i più alti prelati d’Australia non hanno denunciato alle autorità i gravi casi di pedofilia che aveva ammesso davanti a loro un sacerdote, identificato solo come padre F per ragioni legali. Intanto la polizia dello Stato indaga sulla vicenda per verificare se i tre prelati abbiano commesso un reato, punibile fino a due anni di carcere, per nonaver denunciato gli abusi alla polizia. Arrestato nel 1987 per reati di pedofilia commessi nella parrocchia di Moree, padre F fu processato ma il giudice accantonò il caso prima di sottoporlo all’esame della giuria, sostenendo che la credibilità di una delle vittime, allora quindicenne, non potesse essere messa a confronto con quella di un prete. Padre F continuò quindi la sua missione nella parrocchia di Parramatta presso Sydney, dove molestò sessualmente altri chierichetti. A seguito delle continue voci di abusi nella parrocchia stessa, padre F fu convocato presso la Cattedrale di Sydney dal segretario della Conferenza Episcopale padre Brian Lucas, dal direttore della Commissione cattolica di assistenza padre John Usher, e dal vicario generale della diocesi di Armidale, padre Wayne Peters. Pochi giorni dopo padre Peters scriveva al suo vescovo, mons. Kevin Manning, che padre F aveva fatto delle ammissioni sugli abusi nei confronti di cinque ragazzini di 10 e 11 anni, fra il 1982 e il 1984. Lo scandalo ha investito anche il cardinale arcivescovo di Sydney George Pell, che ha difeso in tv i tre prelati, negando che vi fosse stata alcuna ammissione da parte di padre F, ignaro dell’esistenza della documentazione che indicava come questi avevano chiuso un occhio sull’intera storia. La vicenda, emersa in dettaglio in un servizio giornalistico della tv nazionale Abc, ha provocato un nuovo coro di richieste di una commissione giudiziaria d’inchiesta per far luce sui casi di abusi sessuali nella Chiesa Cattolica d’Australia. Intanto una portavoce della polizia ha confermato che i detective stanno esaminando i contenuti del programma Tv e invitano tutte le presunte vittime, o chiunque sia in possesso di informazioni, di contattare la più vicina stazione di polizia.

Vatican Insider

La visita del Papa alla Casa 'Ad Gentes' dei Missionari Verbiti di Nemi. La turbolenta redazione del Decreto sull'attività missionaria della Chiesa

Lunedì 9 luglio il Papa farà visita alla Casa dei Verbiti, a Nemi, dove tra l'altro si sta svolgendo la tappa finale del Capitolo generale dell'Istituto. Il perché dell'invito rivolto al Papa e il perché della sua accettazione può essere considerato un piccolo ricordo di una grande storia: il Concilio Ecumenico Vaticano II del quale, fra qualche mese, si celebrerà il 50° della sua apertura. Lunedì Benedetto XVI partirà in autovettura da Castel Gandolfo e giungerà a Nemi alle 11.45. Nella Casa dei Verbiti sarà ricevuto dal padre Heinz Kulüke, superiore generale eletto, dal padre Antonio Pernia, superiore generale e dal padre Giancarlo Giraldi, procuratore generale. Il Santo Padre entrerà nella Cappella del Centro dove saranno ad attenderlo i 150 partecipanti al Capitolo Generale dell'Ordine e la Comunità della Curia Generalizia di Roma, quindi sosterà in adorazione del Santissimo Sacramento e ascolterà la parole di benvenuto di Padre Pernia. Infine pronuncerà un breve discorso di saluto ed impartirà la Benedizione Apostolica. Alle 12.15 è previsto il rientro del Papa a Castel Gandolfo. La Casa dei Verbiti di Nemi, ribattezzata "Centro Ad Gentes" nel gennaio 2010, fu anni fa la sede del “Comitato Editoriale” che elaborò il progetto del Decreto Conciliare del Vaticano II sulla “attività missionaria della Chiesa”, "Ad Gentes". Di questo "Comitato Editoriale" faceva parte l'allora teologo tedesco, professore Joseph Ratzinger (37 anni), perito dell'Assemblea conciliare. Il progetto di decreto sull'attività missionaria della Chiesa approdò al dibattito generale dei Padri conciliari solo nella terza sessione, ottobre/dicembre 1964, ma il testo fu rifiutato in blocco. Alcuni studiosi del Concilio alcuni anni dopo parleranno di una storia "inusitatamente turbolenta". Il volere dei Padri conciliari fu perentorio: ricominciare da zero. La Commissione sulle Missioni ricevette dunque un mandato preciso: elaborare un nuovo schema sulla materia. A fare il capo di facto della Commissione si trovò padre Johannes Schütte, Superiore Generale della Società del Verbo Divino che offrì tutto il necessario per facilitare il lavoro dei membri del gruppo, quattro vescovi assistiti da cinque periti, tra cui due già abbastanza illustri: Yves Congar (61 anni) e Joseph Ratzinger. Il gruppo ebbe un primo lungo incontro di lavoro, dal 12 al 16 gennaio 1965, presso la Casa verbita di Nemi. Alla prima tornata di sedute, per sopraggiunti impegni inderogabili, non partecipò padre Joseph Ratzinger che invece s'incorporò ai lavori della seconda tornata, dal 29 marzo al 3 aprile 1965. Il nuovo schema elaborato fu presentato alla Plenaria conciliare nel corso della quarta sessione, dal 7 al 13 ottobre 1965, e il Relatore fu proprio padre J. Schütte. Dopo, nel corso di nuove sedute, tutti i membri della Commissione lavorarono intensamente per inserire le innumerevoli osservazioni che erano state fatte nell’aula conciliare. La votazione finale dei Padri conciliari sullo schema elaborato arrivò il 7 dicembre 1965 e fu l'ultimo documento approvato dal Concilio Ecumenico Vaticano II. Il Decreto fu approvato con 2.394 voti favorevoli e solo 5 contrari: un record di “si” non raccolto da nessun altro documento del Vaticano II. Benedetto XVI visitando la Casa "Ad Gentes" dei Verbiti a Nemi sarà il terzo Papa a recarsi in questo luogo così legato alla grande storia del Concilio Vaticano II. Lo farà a 50 anni dalla visita di Giovanni XXIII (agosto 1962). Paolo VI visitò il Terziato Verbita di Nemi qualche mese dopo la sua elezione alla Cattedra di Pietro.

Luis Badilla, Il Sismografo - VIS Notizie

Scicluna: più della metà degli Episcopati hanno elaborato le linee-guida contro la pedofilia, all'esame di Dottrina della Fede dopo estate per un anno

Le linee-guida contro la pedofilia del clero chieste dalla Santa Sede entro maggio scorso sono giunte in Vaticano da "più della metà" delle conferenze episcopali del mondo. A fare il punto della situazione è mons. Charles Scicluna, responsabile del dossier in quanto 'promotore di giustizia' vaticano. "Gran parte degli episcopati hanno elaborato le linee-guida e le hanno sottomesse all'esame della Congregazione, che avverrà dopo il periodo estivo", ha detto Scicluna al mensile Jesus. "Per quelle che non hanno risposto è in partenza una lettera di sollecito. Senza contare il continente africano, che è una realtà particolare, in grande difficoltà nelle strutture ecclesiastiche, più della metà delle Conferenze ha risposto. Questo dato parziale non indica una battuta di arresto: valutiamo quelle ricevute e le altre le vagliamo man mano che arriviamo. E' incoraggiante il dato del mondo anglosassone, ma anche Europa, Asia e America latina hanno alte percentuali di risposta. Ci vorrà almeno un anno per valutare tutti i testi". Quanto all'Italia, "la Conferenza Episcopale italiana, come molte altre, ha presentato il proprio lavoro alla Congregazione. La Congregazione per la Dottrina della Fede non è in grado di dare un giudizio sulle linee-guida della CEI perché questa valutazione non è ancora stata fatta. Dopo l'estate verrà fatta con l'aiuto di esperti. Per tutte le linee-guida se il caso lo richiede saranno dati suggerimenti molto concreti per l'integrazione di alcuni punti o la revisione di alcune enfasi". Può fare qualche esempio? "Se una Conferenza Episcopale per quanto riguarda il rapporto con le autorità statali, cita la legge dello Stato solo in relazione alla tutela dell'autonomia della Chiesa, senz'altro converrà completare il quadro con una descrizione attenta di come viene recepito il delitto di abuso sessuale nell'ordinamento particolare di quello Stato e specificare anche che, nel pieno rispetto del diritto statale, la Chiesa si impegna a non agire mai per dissuadere le vittime dal loro diritto di denuncia allo Stato. E' un impegno che è bene esplicitare, perché così il quadro è più completo e giusto". "I vescovi - dice più in generale mons. Scicluna - sono singole persone e le Conferenze sono fatte da persone diverse. L'esperienza di chi ha avuto l'opportunità di essere presente ai lavori del Simposio in Gregoriana è stata molto incoraggiante: alcuni prelati hanno testimoniato, con commozione, che l'impatto è stato forte. E' questa la mia speranza: non è che in queste poche settimane abbiamo visto una rivoluzione di mentalità, ci vorrà tempo e pazienza, ma sotto la guida umile e coraggiosa del Santo Padre il seme giusto è stato messo nel solco della Chiesa. La gente richiede un atteggiamento vigile dei pastori, questa è una battaglia contro il peccato e contro i crimini. E noi non possiamo perderla: l'innocenza dei nostri bambini e dei nostri giovani sono tesori troppo preziosi per la Chiesa".

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