sabato 1 ottobre 2011

Benedetto XVI ha lasciato nel pomeriggio la residenza di Castel Gandolfo per fare rientro in Vaticano dopo quasi tre mesi

Papa Benedetto XVI ha lasciato la sua residenza estiva di Castel Gandolfo per fare rientro in Vaticano. Alle ore 18.00 circa l'elicottero dell'Aeronautica Militare italiana che trasportava il Papa da Castel Gandolfo è atterrato nell'eliporto della Città del Vaticano. Il Papa è rimasto nelle Ville Pontificie quasi tre mesi. Questa mattina, intanto, papa Ratzinger ha concesso udienza a un folto gruppo di presuli della Conferenza episcopale dell'Indonesia, in visita ad Limina.

Asca, Il Sismografo

Vuoi il successo? Parla male di Benedetto XVI: un elenco sarcastico e divertente, ma purtroppo veritiero, di consigli del 'Catholic Herald'

di Milo Yannoupoulos
Catholic Herald

Immaginate di essere un nuovo giornalista della Bbc News. È il primo giorno in ufficio, freschi di laurea in comunicazioni sociali e produzione digitale conseguita dell’università di Salford che vi brucia in tasca tanto da provocare un buco. Ci siete riusciti! Avete raggiunto le vette vertiginose della redazione della televisione di Stato. Siete pronti a conquistare il mondo. Tuttavia, incombe il disastro: il direttore vi affida il vostro primo compito e si tratta di un articolo sulla Chiesa cattolica. Papa "Benedetto qualche cosa" è andato da qualche parte per fare un discorso su Dio e argomenti simili. Volete fare una buona impressione, ma siete completamente spaesati. Che cosa fare? A chi rivolgersi? Bene, qui al Catholic Herald sappiamo quanto arcano e particolare deve apparire il mondo del cattolicesimo a corrispondenti nuovi del campo. Per questo abbiamo esaminato gli archivi dei più importanti giornali e delle maggiori emittenti per trasmettervi gli insegnamenti di colleghi più anziani. Condividendo queste linee guida di buona prassi speriamo di poter aiutare i corrispondenti a tenere alta la tradizione del giornalismo equilibrato e corretto su questioni cattoliche per cui la stampa britannica è giustamente nota. Ecco allora i nostri principali consigli per il successo. Qualunque sia l’evento a cui il Papa partecipa, gonfiate sempre le cifre di quanti protestano. Quest’anno, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, il numero di persone che protestavano era meno dello 0,04 per cento di quello dei sostenitori, cinquemila contro un milione e mezzo, ma questo non ha impedito alle teste pensanti della Bbc di concentrarsi quasi esclusivamente sui contestatori e di ignorare la dimensione e il successo della gioiosa celebrazione dei giovani cattolici. Nello stesso modo, la scorsa settimana, in un altro servizio della Bbc sul viaggio del Papa in Germania, un paio di centinaia di contestatori sono diventati "diverse migliaia". Parole come "diverse" sono utili perché sono più evasive delle cifre vere. Se siete in dubbio, siate vaghi e approssimativi sul motivo di qualsiasi contestazione, in particolare se sembra che non ce ne sia nessuna, tanto quei simpatici cristiani "porgono sempre l’altra guancia", non come i contestatori che, se non ottengono i doverosi omaggi e la dovuta copertura mediatica, vi bombardano il centralino di lamentele angosciose e inondano la blogsfera di speciose contumelie per la vostra mancanza di precisione. Qualsiasi voce su possibili disaccordi da parte di politici o di altri leader religiosi su una visita del Papa deve essere raccontata come un fatto, in altre parole come se fosse già accaduto. Non correggete la storia se poi viene fuori che solo una piccola parte di rappresentanti del Governo non ha partecipato all’evento. Non spaccate il capello in quattro! Usate la triade "divisa", "dividente" e "divisione". Abbiate queste parole sempre sulla punta della lingua. Ricordate che le opinioni del Papa sono sempre pericolose e allarmanti. Non permettete che la passi liscia ed esprima un’opinione senza che voi inseriate nel vostro pezzo una fulminante invettiva. È anche utile mischiare vari tipi di cristianesimo, tanto i lettori non conoscono la differenza fra l’arcivescovo Rowan Williams e l’arcivescovo Vincent Nichols, e questo contribuisce a trasmettere l’immagine di una Chiesa divisa e malridotta. Ci sono molti aggettivi che si possono usare in modo suggestivo. Esagerate pure. Il vostro professore di giornalismo vi avrà insegnato a essere cauti con gli aggettivi, ma non si riferiva alle cronache religiose. Non fa niente se la vostra prosa elaborata rende il titolo sgraziato e nemmeno se non potete provare le accuse. Prendete in giro e sminuite la posizione della Chiesa su questioni morali definendola "la politica della Chiesa", implicando così in modo erroneo che per esempio, come le politiche di un qualsiasi Governo, anche quelle della Chiesa potrebbero essere cambiate da un momento all’altro, se solo quei tizi in tonaca si preoccupassero veramente della gente comune. Assicuratevi di far notare come gli insegnamenti della Chiesa contrastino con la morale di moda oggi, che si tratti di contraccezione, di cambiamento climatico o di immigrazione. Se potete, cercate di impadronirvi del linguaggio della Chiesa, leggete i discorsi dei vescovi e subordinateli al vostro lessico urbano e politicamente corretto di uguaglianza, correttezza e "giustizia sociale". Non affidatevi solo alle tensioni percepite, ma fomentate attivamente il malcontento cercando su Google quante più storie negative riuscite a trovare sulla Chiesa e sintetizzate le lamentele che vi sono contenute. I paragrafi dal nono al diciottesimo del vostro articolo sono perfetti per infervorarvi, rivangando qualunque risibile tirata di Johann Hari o qualsiasi infantile e rozza trovata di Richard Dawkins abbiate a disposizione. Se non avete tempo per approfondire il senso di alcuni passaggi più significativi del discorso del Papa, dite semplicemente che esso "ha virato verso il tono accademico". Nessuno vi accuserà di non prestare attenzione perché c’era qualcosa di meglio da un’altra parte e in più potrete dare l’impressione che il Papa è un oratore noioso. Goal!
Raccogliere dichiarazioni può essere difficile. La regola aurea è non raccogliere mai e poi mai dichiarazioni dai sostenitori, ma solo da chi protesta. Andate dalla femminista più arrabbiata che potete trovare e provocatela sull’egemonia patriarcale e sul sacerdozio solo maschile. Se includerete soltanto dichiarazioni negative, sembrerà che tutte le persone corrette si oppongono alla presenza del Papa. Faticate a dimostrare abbastanza falsa indignazione? Provate questa nuova tattica, sperimentata da The Guardian: insinuate che sia i cattolici sia i non cattolici sono stufi di baracca e burattini. Se possibile, usate foto con il Papa di schiena. Sono fantastiche perché implicano che è isolato e impopolare. Non lasciatevi convincere dalle testimonianze oculari che lo descrivono come una persona energica e circondata da migliaia di sostenitori. Infine, ed è molto importante, usate generosamente Adolf Hitler. Hitler è un ingrediente principale della dieta di qualsiasi moderno corrispondente di cronache religiose. Nessuna cronaca su Benedetto XVI o sulla Chiesa Cattolica è completa senza un riferimento ai nazisti, e soprattutto al fatto che il Papa è stato membro della Gioventù hitleriana. Non perdete tempo a leggere le sue dichiarazioni in proposito o a chiedere a qualcuno che conosca bene la storia di quel periodo. Potreste scoprire che Ratzinger era un giovane riluttante, obbligato a far parte di quel gruppo equivalente a un servizio militare in un periodo in cui tutti i giovani erano costretti a far parte di qualche organizzazione statale. Cosa avreste fatto voi? No, ricordatevi soltanto che ne faceva parte. Otterrete un bonus se riuscirete a nominare Hitler o i nazisti due volte nello stesso paragrafo.

L'Osservatore Romano

IL DECALOGO DE IL BLOG DEGLI AMICI DI PAPA RATZINGER PER GIORNALISTI CHE VOGLIONO DEPOTENZIARE O CANCELLARE L'EFFETTO DELLE PAROLE DI BENEDETTO XVI

Il card. Peter Erdo confermato presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa. Il card. Angelo Bagnasco nominato vice-presidente

C’è anche il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI) tra i nuovi vertici delle Conferenze Episcopali europee. I presidenti delle Conferenze Episcopali d’Europa, membri di diritto del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, hanno eletto la nuova presidenza CCEE per il quinquennio 2011-2016. Alla presidenza è stato riconfermato per un secondo mandato, il card. Peter Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest, Primate d’Ungheria e presidente della Conferenza Episcopale ungherese. Alla carica di vice-presidenti sono stati eletti, invece, il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale italiana e mons. Jozef Michalik, arcivescovo di Przemysl e presidente della Conferenza Episcopale polacca. I due vice-presidenti vengono così a sostituire i cardinali Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e Josip Bozanic, arcivescovo di Zagabria. L’Assemblea plenaria ha ringraziato i neo-eletti per la loro disponibilità e ha augurato un “proficuo lavoro a servizio dell’evangelizzazione e della Chiesa in Europa”. Nello stesso tempo, i partecipanti hanno ringraziato i membri della presidenza uscente per il lavoro svolto per il bene della Chiesa e per la dedizione nel promuovere la comunione fraterna tra gli episcopati europei. La nuova presidenza entrerà effettivamente in carica al termine di questa Assemblea plenaria, in corso fino a domani a Tirana.

Vatican Insider

Segretario CEI: per ora nessun responsabile nazionale per i casi di pedofilia. Al prossimo Consiglio permanente l'approvazione delle linee guida

La Conferenza Episcopale italiana non intende per ora nominare un responsabile nazionale per trattare a livello centrale il problema degli abusi sessuali compiuti dai religiosi, così come ha fatto invece, ad esempio, l'Episcopato tedesco. "Il tema di un responsabile per il problema degli abusi - ha spiegato in merito il segretario generale della CEI, mons. Mariano Crociata - è emerso anche in altre circostanze ma i vescovi ritengono che non c'è ragione di per sè - anche se altri hanno compiuto scelte diverse, che definerei integrative rispetto alle norme vigenti - di istituire figure di questo tipo. La competenza è infatti di ogni singolo vescovo, ed è attorno al vescovo o al più a tutti i vescovi riuniti nella CEI che si determinano le scelte". E l'esperienza, secondo mons. Crociata, conferma "l'efficacia del rapporto diretto dei vescovi in questi casi laddove si presentano". Il segretario CEI ha riferito che nella riunione del Consiglio Episcopale permanente è stata esaminata una bozza delle linee guida nazionali sulla prevenzione e repressione degli abusi, richieste dalla Santa Sede che recentemente ha pubblicato le proprie. "Si tratta - ha spiegato Crociata - di linee nazionali che consentano un'applicazione completa, piena e adattata ai contesti nazionali di quelle della Santa Sede". Il lavoro procede speditamente: "La prima bozza è stata esaminata e ora le osservazioni raccolte saranno recepite e rielaborate in vista del prossimo Consiglio Episcopale permanente per una valutazione ulteriore e per l'approvazione definitiva".

Agi

Il Concistoro e il rebus italiano. Si celebrerà nel 2012, a febbraio o giugno, la quarta creazione di nuovi porporati del Pontificato di Benedetto XVI

Il quarto Concistoro di Benedetto XVI per la creazione dei nuovi cardinali sarà un rebus di non facile soluzione. Negli ultimi giorni in Vaticano sono circolate voci insistenti sulla possibilità che il Pontefice fosse sul punto di annunciare una nuova "infornata" di berrette rosse, in novembre, come accaduto l’anno scorso. L’idea però sembra definitivamente tramontata, anche se i tempi tecnici ci sono ancora: in genere trascorre un mese dall’annuncio alla celebrazione del Concistoro. Appare invece più probabile che la creazione dei nuovi "principi della Chiesa" avvenga nel 2012: in febbraio o a giugno. Attualmente i cardinali con diritto di ingresso in conclave sono 113, dunque ci sono sette posti vacanti, e diventeranno 110 entro fine anno: un Concistoro a novembre potrebbe dunque prevedere una decina di nuovi cardinali con meno di ottant’anni. A febbraio 2012 i posti disponibili saranno 12, e si potrebbe ipotizzare un Concistoro con una quindicina di nuovi cardinali votanti, mentre a giugno i posti diventerebbero 18. Infine, a novembre 2012 si potrebbe tenere un Concistoro con la creazione di 25 nuovi porporati. Uno dei problemi sarà rappresentato dall’alto numero italiani. Dei 13 cardinali che compiranno ottant’anni durante il 2012 perdendo così il diritto a entrare in conclave, soltanto uno, Renato Raffaele Martino, è italiano. E, a fronte di un solo italiano a uscire dal collegio dei votanti, gli ingressi si prevedono essere come minimo quattro o cinque, aumentando la pattuglia tricolore nel club più esclusivo del mondo, quello degli elettori del Papa. Ci sono già due arcivescovi residenziali del nostro Paese che attendono la porpora: Giuseppe Betori, di Firenze, che ha saltato il turno al Concistoro precedente, e Cesare Nosiglia di Torino, anch’egli nominato prima della creazione cardinalizia del novembre 2010. A questi due, nel caso si andasse a giugno, bisognerebbe anche aggiungere il nuovo patriarca di Venezia, successore del card. Angelo Scola trasferito a Milano, la cui nomina è attesa nei primi mesi del prossimo anno. Nell’ultimo Concistoro si è fatta valere la regola, tassativa e senza eccezione, di non inserire nella lista gli arcivescovi residenziali che abbiano il predecessore emerito con meno di ottant’anni, e dunque votante in conclave, anche nel caso questo fosse stato richiamato in Curia romana. Sarà curioso verificare in che modo si procederà nei confronti di queste e di altre importanti sedi episcopali tradizionalmente cardinalizie. La regola nuovamente applicata, escluderebbe infatti ancora Firenze e Torino, ma anche Toledo, Filadelfia, Malines-Bruxelles, Los Angeles, Santiago del Cile, Rio de Janeiro e Quebec. Tra i paradossi dell’applicazione ferrea della regola, il caso di Toledo: l’attuale arcivescovo, Braulio Rodríguez Plaza, ha 67 anni e mezzo ed è più anziano del predecessore, il card. Antonio Cañizares Llovera, 66 anni fra due settimane, chiamato a Roma come prefetto della Congregazione per il Culto Divino. Ciò significa che, in teoria Rodríguez Plaza non avrebbe mai la possibilità di entrare nel Collegio cardinalizio. Ma il sovraffollamento di candidati italiani alla berretta rossa è soprattutto nella Curia romana. Attendono infatti la porpora il prefetto di Propaganda Fide, Fernando Filoni, il presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, Domenico Calcagno, il nuovo presidente del Governatorato, Giuseppe Bertello e infine il nuovo presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, Giuseppe Versaldi (quest’ultimo è stato nominato alla guida della "Corte dei conti vaticana", ma non ha lasciato la diocesi, dove ha ottenuto di rimanere per alcuni mesi, facendo il doppio lavoro a motivo di progetti pastorali da lui intrapresi). Come si vede, sono già quattro, ai quali potrebbero aggiungersi l’arcivescovo Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per l’interpretazione dei Testi Legislativi, possibile candidato alla guida della Penitenzieria Apostolica, e in vista del Sinodo sulla nuova evangelizzazione, anche il presidente dell’omonino Pontificio Consiglio voluto da Papa Ratzinger, l’arcivescovo Rino Fisichella. In Curia romana, l’unico non italiano che si può dare per sicuro, è il brasiliano Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione dei religiosi. Come si vede, gli italiani, e gli italiani curiali, anche questa volta potrebbero fare la parte del leone, ipotecando una larga fetta dei nuovi posti in concistoro. C’è attesa anche per sapere come verrà considerata l’America Latina, penalizzata all’ultimo Concistoro. C’è chi auspica che, come ormai accade per le grandi sedi arcivescovili nel mondo, l’attesa di un turno possa riguardare anche i capi di alcuni uffici curiali. Benedetto XVI, al contrario del predecessore, ci tiene a non superare il numero di 120 cardinali elettori stabilito a suo tempo da Paolo VI. E pur essendo i Concistori per le creazioni cardinalizie atti totalmente dipendenti dalla volontà del Pontefice, che non deve rendere conto di scelte, preferenze o esclusioni, si è sempre cercato di mantenere un certo equilibrio nel formulare le liste dei nuovi porporati, segnalando personalità provenienti dai vari continenti e da Chiese che soffrono per vari motivi, come pure pastori che si sono distinti per la loro coraggiosa testimonianza. Un tempo la Curia romana era composta quasi totalmente da italiani ed esiste pure, secondo diversi studiosi di storia della Chiesa, una "vocazione italiana" alla Curia. Mentre si deve a Pio XII e alla sua straordinaria creazione cardinalizia del 1946 una spinta decisiva all’internazionalizzazione del Collegio cardinalizio, è soprattutto con Paolo VI che la Curia romana si apre al mondo.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Crociata: anche questa volta il card. Bagnasco ha parlato previamente con il Papa della prolusione. Ipotesi accorpamenti per piccole diocesi italiane

"Di prassi, e anche questa volta, il cardinale presidente parla previamente e personalmente con il Santo Padre". Il segretario generale della CEI, mons. Mariano Crociata, ha risposto così ad una domanda circa la prolusione del card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI) al Consiglio Episcopale permanente, letta da molti osservatori come una critica al premier Silvio Berlusconi. Alla cronista che, in conferenza stampa, domandava se anche il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, era stato coinvolto nella preparazione della prolusione, Crociata ha risposto anche che il testo di Bagnasco "viene pubblicato su L'Osservatore Romano". Il Vaticano potrebbe decidere di accorpare alcune piccole diocesi italiane. Le diocesi del nostro paese sono infatti 225. E la Congregazione dei vescovi chiese alla Conferenza Episcopale italiana nel 2006 un rapporto sulla situazione delle diocesi con meno di 90mila abitanti. La commissione di studio costituita all'epoca ha ora concluso i lavori individuando "i criteri in base ai quali - ha spiegato mons. Crociata - potrebbe essere valutata l'ipotesi di orientare accorpamenti, forme di collaborazione o tutto quello che si può decidere da parte della Congregazione dei vescovi".


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