mercoledì 7 settembre 2011

XXV Congresso Eucaristico Nazionale. La quarta giornata dedicata al lavoro e alla festa. Giunta a Osimo, da Falconara, la fiaccola dell'evento

È stata dedicata agli ambiti del lavoro e della festa, la quarta giornata del XXV Congresso Eucaristico Nazionale che si è aperta oggi con una Messa celebrata nella Basilica di Loreto dall’arcivescovo emerito di Torino, card. Severino Poletto, che ha definito il lavoro “la capacità della nostra intelligenza di realizzare quanto serve” e la festa “un’occasione di crescita spirituale”. Poiché il lavoro è “una componente essenziale della vita umana” coloro che hanno responsabilità sociali devono favorire l’accesso a un posto “stabile”, pur con la nuova regola della flessibilità che il mercato di oggi impone. Questo l’auspicio del card. Poletto, cui fanno eco le parole del vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri, che nel corso della celebrazione nella chiesa del Santissimo. Sacramento ad Ancona ha espresso preoccupazione per il fenomeno crescente della disoccupazione, che stende la sua “ala nera” sulla società. L’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa, ha ricordato il vescovo di Fidenza, mons. Carlo Mazza da Jesi, istruisce una “visione del lavoro che privilegia i diritti umani delle persone” perché “il lavoro è per l’uomo, non l’uomo per il lavoro”. Del gioco come via di evangelizzazione ha parlato invece il presidente del Forum oratori italiani: “Il gioco non finisce mai – ha detto – e come il Vangelo tutte le volte produce qualcosa di diverso e lo si gusta ricominciando da capo”. Alla Messa nella cattedrale di San Ciriaco erano presenti 600 militari delle diverse Forze armate, accompagnati da oltre 50 cappellani. A loro il vescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli, ha ricordato che “alimentarsi di Gesù significa associare la propria vita alla Sua”. L’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, ha invece sottolineato l’invito che l’Eucaristia fa anche a chi sta male, a chi è povero, si sente piccolo e solo: “Chi riconosce Gesù nell’Ostia Santa, lo riconosce nel fratello che soffre”, ha detto riallacciandosi al tema che ha caratterizzato per i congressisti la giornata di ieri, cioè quello della fragilità. È giunta stasera nella piazza del Duomo a Osimo la fiaccola del Congresso Eucaristico Nazionale, portata dai tedofori provenienti da Falconara. A conclusione di questa giornata, dedicata al tema del lavoro e della festa, la messa solenne nella concattedrale di San Leopardo è stata presieduta da mons. Luigi Conti, vescovo di Fermo. Come sigillo del tema della giornata, il vescovo ha invitato a leggere la scritta in latino che cinge l’abside dietro l’altare della cattedrale: “Esultino i giusti al cospetto di Dio e facciano festa in letizia”. Mons. Conti ha sottolineato nell’omelia che “il compito al quale è chiamata oggi la Chiesa di questa metropolia è quello di ricordare a noi tutti che non possiamo fare a meno di Dio”. Dopo la cerimonia le tre bande musicali della città hanno accolto in piazza la fiaccola, “simbolo del tema della giornata di oggi”, ha detto il vescovo Francesco Canalini, che ha impartito la benedizione. E l’assessore comunale allo sport, Sandro Antonelli, l’ha dedicata “ai bambini presenti, affinché essa rimanga non solo un ricordo ma anche presenza nel loro cuore”.

Radio Vaticana, SIR

Il Papa ad Ancona. Mille uomini vigileranno sulla sicurezza di Benedetto XVI. Pranzo con piatti della cucina tipica maceratese e un dessert speciale

Mille uomini vigileranno sulla sicurezza del Papa quando domenica sarà ad Ancona per la conclusiva del XV Congresso Eucaristico Nazionale. Appartengono sia alle guardie personali del Pontefice, che ai reparti speciali delle forze dell'ordine, tiratori scelti, sommozzatori, artificieri, agenti con le unità cinofile. Del dispositivo faranno parte anche 52 telecamere e due elicotteri che monitoreranno dall'alto la situazione. Il pranzo domenicale del Papa ad Ancona sarà preparato da un’azienda, che offrirà prelibatezze della cucina tipica maceratese, Ars Cibaria, con sede a Macerata. Top secret ogni dettaglio in merito del menù che delizierà il Papa. L’Ars Cibaria comunque si ispira alla cucina marchigiana ed usa ingredienti genuini e semplici, è quindi facile immaginare che le caratteristiche dei piatti proposti rispetteranno la tradizione territoriale. Zucchero ricamato, marzapane, decorazioni classiche e stemma papale. Il dessert per Benedetto XVI lo firma Salvatore Lo Faro, il rinomato pasticcere che da anni fa leccare i baffi a tutta Ancona. Dal 1982 e per ogni visita dei Pontefici che sono passati per il capoluogo marchigiano si propone per realizzare la torta papale. “All’inizio mi chiedevano di fare un sacco di controlli - descrive Lo Faro - facevano tantissime verifiche come è giusto che sia, poi ormai mi conoscono, sanno chi sono, si fidano”. Stavolta però Lo Faro per il Papa ne ha preparate due di torte: “La prima è una torta deliziosa, il genere che io faccio sempre, somiglia a una crostata. C’è sopra lo stemma del Papa, ricamato con dello zucchero, all’interno marzapane e ghiaccia reale. La decorazione è quella classica delle torte reali. La seconda è molto simile alla prima solo che è - sottolinea - incastonata all’interno di una specie di contenitore. Il diametro è di una settantina di centimetri. Tra le scritte - racconta ancora - c’è anche quella che ricorda l’evento, ovvero il Congresso eucaristico e quindi la città di Ancona che lo ospita”. Per Lo Faro, ovviamente, “è motivo di orgoglio poter decorare con le mie mani la torta per il Papa, non vedo l’ora di fargliela assaggiare”. Ma non nasconde nemmeno il lato pratico della vicenda. “Essere il pasticcere del Papa - dice vantandosi - mi porta un sacco di pubblicità e ne sono davvero contento”.

Agi, Korazym.org, Il Resto del Carlino

Su Facebook il sostegno dei cattolici croati a Benedetto XVI per la disobbedienza di alcuni vescovi, schierati con i media, sulla vicenda di Dajla

Dopo il dissenso pubblico del vescovo di Parenzo-Pola e di altri alti prelati della Croazia contro la decisione papale in merito alla controversia proprietà che circonda il monastero benedettino di Dajla, alcuni laici cattolici hanno iniziato una dimostrazione di sostegno pubblico per il Santo Padre. A seguito della decisione papale nel luglio di quest'anno sulla base del funzionamento di una commissione speciale composta da tre cardinali per un periodo di due anni e mezzo, di restituire i beni ai proprietari iniziali, è stata manipolata l'intera situazione da uomini di Chiesa che sono stati sostenuti da politici e media, ben felici di vedere una spaccatura tra la Santa Sede e Croazia. La maggior parte dei laici cattolici sono rimasti colpiti da certi sviluppi che hanno indebolito l'immagine della Chiesa e fonti vaticane hanno confermato che anche il Papa ne è stato 'rattristato'. La Chiesa in Croazia è diventata 'un problema' in Vaticano a causa di alcuni ecclesiastici che si sono schierati attivamente e hanno cercato il supporto dello stato croato e dei mass media in diretta opposizione e disobbedienza al Santo Padre. E per che cosa? Una questione di proprietà! Un gruppo di laici cattolici allora ha deciso di creare una rete in Croazia. Scelgono liberamente di essere obbedienti al Vicario di Cristo, in questa decisione e in tutte le decisioni. E così hanno aperto una pagna su Facebook. Si chiama Katolici ZA Papu (Cattolici per il Papa) e i sostenitori possono dare il loro sostegno semplicemente 'liking' la pagina. Possono scrivere commenti o partecipare alle discussioni. "Da cattolici praticanti vogliono dimostrare la loro solidarietà e lanciare un appello per l'unità della Chiesa in Croazia, in opposizione alla disobbedienza verso il Santo Padre da parte di alcuni chierici e la manipolazione ripugnante della situazione da parte di alcuni giornalisti". Nella 'descrizione' si invitano i cattolici a “liking” la pagina se stanchi della manipolazione pubblica della situazione di Dajla e se vogliono una Chiesa cattolica, fedele a Cristo e al Papa e unita per l'evangelizzazione e la lotta per la cultura della vita. C’è una dichiarazione in sette punti tra i quali una famosa frase latina di Sant' Agostino, "Roma locuta est, Causa finita est" (Roma ha parlato, il caso è chiuso), e si chiede discrezione da parte dei cherici per risolvere la situazione in casa e non in pubblico, facendo indebolire il potere di Evangelizzazione della Chiesa. Si dichiara anche che la Chiesa Cattolica in Croazia non è una Chiesa nazionale come voleva sostenere il dittatore yugoslavo Tito, motivo per il quale il Beato card. Stepinac fu imprigionato. Al momento la pagina sta “facendo il giro” delle organizzazioni laicali cattoliche, ed è vista come una correzione a fronte agli articoli negativi contro il Papa e il Vaticano da parte dei Media croati. Le statische dimostrano che i supporters sono giovani tra i 18 e i 35 anni. In soli 4 giorni e senza aiuto dei medi ci sono stati ben 250 “likes”, e crescono continuamente. Gli amministratori croati della pagina sarebbero felici di avere sostegno anche dai cattolici italiani.

Ivan Horvat, Korazym.org

Il Papa in Germania. I numeri, i temi e i retroscena. Il viaggio presentato dai vescovi tedeschi: un segnale di rafforzamento e incoraggiamento

Un segnale di “rafforzamento e incoraggiamento” in direzione della Chiesa tedesca, che attraversa “una fase difficile”. È la speranza che il presidente della Conferenza Episcopale tedesca e arcivescovo di Friburgo, Robert Zollitsch, nutre per il primo viaggio ufficiale di Benedetto XVI nel suo Paese natale in programma dal 22 al 25 settembre. Tale viaggio "cade nel momento giusto per rafforzare i fratelli e le sorelle in Germania", ha detto Zollitsch durante una conferenza stampa a Berlino. Il capo dei vescovi tedeschi ha poi respinto le critiche ai costi del viaggio, che si aggireranno per la Chiesa tedesca tra 25 e 30 milioni di euro, come comunicato dal coordinatore generale del viaggio, padre Hans Langendörfer. 3,5 milioni saranno spesi solo a Berlino. Di questi, 400.000 euro sono stati investiti per l'altare usato per la Messa che Benedetto XVI celebrerà allo Stato Olimpico. A tali costi si aggiungono quelli per la sicurezza, di cui si farà carico però la Repubblica federale, in quanto il Pontefice sarà in Germania in visita ufficiale su invito del presidente tedesco, Christian Wulff. I costi per la Chiesa Cattolica sono giustificabili, in quanto "una festa di fede per circa 250.000 partecipanti con cinque eventi diversi in quattro giorni costa anche dei soldi", ha ricordato Zollitsch. "Non taglieremo i fondi al Terzo mondo a causa della visita del Papa in Germania", ha aggiunto, annunciando anche la creazione di un apposito “fondo-Benedetto” per aiutare le popolazioni colpite dalla carestia nel Corno d'Africa. Sulla dotazione del fondo, in cui confluiranno collette ma non solo, Zollitsch non si è espresso: "Non abbiamo fissato nessuna cifra specifica". Il capo della Conferenza Episcopale tedesca è poi tornato sulle proteste annunciate dentro e fuori il Bundestag in occasione del discorso del Papa davanti i deputati tedeschi, previsto il 22 settembre. Mi spiace per le proteste, ma il Pontefice "non si farà impressionare", ha chiarito. A Berlino l'intervento di Benedetto XVI al Bundestag viene percepito in parte come “problematico”, ma guardiamo alle proteste "con tranquillità, visto che viviamo in un Paese in cui regna la libertà d'opinione", ha notato l'arcivescovo della capitale tedesca, Rainer Maria Woelki. Sarebbe però meglio ascoltare quello che il Papa ha da dire prima di criticarlo, ha aggiunto. L'importante è che le dimostrazioni restino pacifiche e che "non ci siano scontri come avvenuto in Spagna", ha spiegato il coordinatore Langendörfer, incontrando la stampa estera a Berlino. Quanto ai contenuti dell'atteso discorso al Bundestag Zollitsch ha schizzato una serie di possibili temi generali: l'idea di Europa e il ruolo della Germania come motore dell'integrazione europea, nonché il rapporto tra Stato e religione. È invece improbabile che durante il viaggio venga affrontato un tema molto sentito in Germania: l'esclusione dei divorziati dalla comunione. C'è bisogno di discutere ancora alcuni punti, "non vogliamo rimandare la questione alle calende greche, ma abbiamo bisogno di tempo per risolverla in modo serio", ha sostenuto Zollitsch in un'intervista concessa oggi al quotidiano Die Welt. Non è ancora chiaro se il Pontefice vedrà alcune vittime di abusi sessuali ad opera di sacerdoti ed esponenti di ordini religiosi, un tema che nell'ultimo anno ha polarizzato l'interesse del mondo cattolico e non solo in Germania. Nel corso delle passate visite sono stati organizzati incontri molto discreti con le vittime, per cui è “pensabile” che ciò avvenga anche nella Repubblica federale, ma al momento non c'è nessuna informazione comunicabile a riguardo, ha precisato Langendörfer. Il quale ha rivelato anche un retroscena su un dettaglio che in Germania ha sollevato un certo interesse: il colloquio tra il Papa e l'ex cancelliere cristiano-democratico Helmut Kohl. È stato lo stesso Pontefice a esprimere, sin dall'inizio dei preparativi del viaggip, il desiderio di incontrare Kohl, ha detto Langendörfer. In totale, per i cinque eventi pubblici previsti a Berlino, in Turingia, nell'Est della Germania, e a Friburgo, si sono registrate circa 245.000 persone. Di queste, oltre 70.000 prenderanno posto allo Stadio Olimpico di Berlino, che sarà pieno. Dall'estero arriveranno circa 6.000 persone. La parte del leone la faranno i francesi, con circa 2.500 fedeli, concentrati soprattutto a Friburgo, seguiti da 1.800 polacchi, che sceglieranno per lo più Berlino, e 1.200 italiani, la maggior parte di cui andrà a Friburgo, molti opteranno per Berlino, mentre in pochi hanno scelto gli appuntamenti in Turingia. Per il viaggio verranno srotolati 620 chilometri di cavi e montate 7.500 lampadine. Già pronte, inoltre, 2.500 ostie.

Alessandro Alviani, Vatican Insider

Il Papa ad Ancona. Spacca: la visita ci riempie il cuore di speranza, avremo più forza per iniziare la risalita dalla crisi e dalla disoccupazione

"Siamo fiduciosi che dopo la visita di Papa Benedetto XVI avremo più forza per iniziare la risalita, avviando progressivamente a soluzioni le principali vertenze delle più grandi aziende della nostra economia". Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, intervenendo oggi all'incontro che il XXV Congresso Eucaristico Nazionale ha dedicato al tema del lavoro. "Una giornata - ha spiegato il governatore - che ci riempie il cuore di speranza: ne abbiamo particolarmente bisogno in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo". Il governatore ha evidenziato anche che "gli ultimi 40 anni di sviluppo delle Marche sono avvenuti proprio sul senso di responsabilità, sul lavoro, sulla coesione sociale". Riferendosi alla visita del Santo Padre, che domenica celebrerà la Messa nell'area della Fincantieri e incontrerà i lavoratori in condizione di precarietà, Spacca ha detto che "oltre alla preghiera, arriverà una speciale benedizione dalla quale ci auguriamo possano prendere il via le soluzioni che riguardano gli aspetti più difficili e drammatici legati all'occupazione in questa terra".

Agi

Benedetta dal Papa la nuova corona della Madonna Immacolata del rione Cocuzzo di Potenza. Il sindaco: la città e la Basilicata desiderano una visita

“Un momento di grande emozione e di grande intensità e partecipazione che esprime non solo l’identità religiosa ma anche il forte radicamento del culto mariano nella comunità potentina e per il quale occorre ringraziare don Donato Lauria e l’intera comunità della Santissima Immacolata della Chiesa del rione Cocuzzo”. Così il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero che ha partecipato questa mattina all'Udienza generale di Papa Benedetto XVI nel corso della quale si è tenuta la benedizione della nuova corona, realizzata con l’oro donato dai fedeli, e l’imposizione del diadema sul capo della Madonna Maria Santissima Immacolata del Rione Cocuzzo. Santarsiero, che ha accompagnato il parroco don Donato Lauria ed i tantissimi fedeli del rione giunti a Roma, ha donato al Papa il medagliere della Città di Potenza. “Ancora oggi –ha detto Santarsiero - ricordiamo le visite Benedetto XVI nella nostra comunità, in occasione della consegna del Premio Basilicata e della lectio magistrali presso l’Università di Basilicata”. Incontrando il Papa questa mattina il sindaco ha altresì espresso il desiderio di tutta la comunità potentina e regionale di riaverlo in Basilicata.

Basilicatanet.it

Il Papa: la preghiera esprime la certezza di una presenza divina già sperimentata e creduta, nella risposta salvifica di Dio si manifesta in pienezza

Udienza Generale questa mattina, svoltasi nuovamente in Piazza San Pietro dove Benedetto XVI, proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo, ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa, continuando il ciclo sulla preghiera, ha concentrato la sua meditazione sul Salmo 3, riferito dalla tradizione ebraica a Davide nel momento in cui fugge dal figlio Assalonne. La situazione di pericolo e di angoscia sperimentata da Davide fa “da sottofondo a questa preghiera e aiuta a comprenderla, presentandosi come la situazione tipica in cui un tale Salmo può essere recitato. Nel grido del Salmista – ha evidenziato il Pontefice -, ogni uomo può riconoscere quei sentimenti di dolore, di amarezza e insieme di fiducia in Dio che, secondo la narrazione biblica, avevano accompagnato la fuga di Davide dalla sua città”. La descrizione che l’orante fa della sua situazione “è segnata da toni fortemente drammatici”: “Una moltitudine – ricorda il Santo Padre - incombe e insorge contro di lui, generando una paura che ingigantisce la minaccia facendola apparire ancora più grande e terrificante; ma l’orante non si lascia vincere da questa visione di morte, mantiene saldo il rapporto con il Dio della vita e a Lui per prima cosa si rivolge, in cerca di aiuto”. Però “i nemici tentano anche di spezzare questo legame con Dio” e “insinuano che il Signore non può intervenire, affermano che neppure Dio può salvarlo”. “L’aggressione – ha spiegato Benedetto XVI - non è solo fisica, ma tocca la dimensione spirituale, il nucleo centrale dell’animo del Salmista. È l’estrema tentazione a cui il credente è sottoposto, la tentazione di perdere la fede, la fiducia nella vicinanza di Dio”. Ma “il giusto supera l’ultima prova”, “resta saldo nella certezza della verità e nella piena fiducia in Dio e proprio così trova la vita e la verità e mi sembra che qui il Salmo ci tocchi molto personalmente in tanti problemi. Siamo tentati di pensare che forse Dio non mi salva, non mi conosce, forse non ha la possibilità. La tentazione contro la fede è l'ultima aggressione del nemico e a questo dobbiamo resistere, così troviamo Dio e troviamo la vita”. Anche l’orante del Salmo 3 “è chiamato a rispondere con la fede agli attacchi degli empi: i nemici negano che Dio possa aiutarlo, egli invece Lo invoca, Lo chiama per nome, ‘Signore’, e poi si rivolge a Lui con un ‘tu’ enfatico, che esprime una rapporto saldo, solido, e racchiude il sé la certezza della risposta divina”. Il Signore “è aiuto, difesa, salvezza; come scudo protegge chi si affida a Lui”. La visione dei nemici ora scompare, “essi non hanno vinto perchè chi crede in Dio è sicuro che Dio è il suo amico”. Il Signore “è aiuto, difesa, salvezza; come scudo protegge chi si affida a lui”. “L’uomo non è più solo, i nemici non sono imbattibili come sembravano, perché il Signore ascolta il grido dell’oppresso e risponde dal luogo della sua presenza, dal suo monte santo. L’uomo grida, nell’angoscia, nel pericolo, nel dolore; l’uomo chiede aiuto, e Dio risponde – ha affermato Benedetto XVI -. Questo intrecciarsi di grido umano e risposta divina è la dialettica della preghiera e la chiave di lettura di tutta la storia della salvezza. Il grido esprime il bisogno di aiuto e si appella alla fedeltà dell’altro; gridare vuol dire porre un gesto di fede nella vicinanza e nella disponibilità all’ascolto di Dio”. La preghiera esprime “la certezza di una presenza divina già sperimentata e creduta, che nella risposta salvifica di Dio si manifesta in pienezza. Questo è importante: che nella nostra preghiera ci sia la certezza della presenza di Dio”. Nel Salmo “alla visibilità dell’assalto nemico, massiccio, imponente, si contrappone l’invisibile presenza di Dio, con tutta la sua invincibile potenza”. Perciò il Salmo si chiude “con la visione della liberazione dal pericolo che uccide e dalla tentazione che può far perire”. L’orante descrive la vittoria divina: i nemici che “sono simbolo di tutto ciò che si oppone a Dio e al suo piano di salvezza vengono sconfitti. Colpiti alla bocca, non potranno più aggredire con la loro distruttiva violenza e non potranno più insinuare il male del dubbio nella presenza e nell’azione di Dio: il loro parlare insensato e blasfemo è definitivamente smentito e ridotto al silenzio dall’intervento salvifico del Signore”. “Il Salmo 3 ci ha presentato una supplica piena di fiducia e di consolazione – ha osservato il Papa -. Pregando questo Salmo, possiamo fare nostri i sentimenti del Salmista, figura del giusto perseguitato che trova in Gesù il suo compimento. Nel dolore, nel pericolo, nell’amarezza dell’incomprensione e dell’offesa, le parole del Salmo aprono il nostro cuore alla certezza confortante della fede”. “Dio è sempre vicino - anche nelle difficoltà, nei problemi, nelle oscurità della vita - ascolta, risponde e salva nel suo modo – ha ricordato il Pontefice -. Ma bisogna saper riconoscere la sua presenza e accettare le sue vie, come Davide nella sua fuga umiliante dal figlio Assalonne, come il giusto perseguitato del Libro della Sapienza e, ultimamente e compiutamente, come il Signore Gesù sul Golgota”. Così “quando, agli occhi degli empi, Dio sembra non intervenire e il Figlio muore, proprio allora si manifesta, per tutti i credenti, la vera gloria e la definitiva realizzazione della salvezza”. “Che il Signore ci doni fede, venga in aiuto della nostra debolezza e ci renda capaci di credere e di pregare in ogni angoscia, nelle notti dolorose del dubbio e nei lunghi giorni del dolore, abbandonandoci con fiducia a Lui, nostro ‘scudo’ e nostra ‘gloria’”, ha concluso Benedetto XVI.
Nelle catechesi in sintesi, pronunciate in varie lingue, il Papa ha ricordato in polacco i funerali del card. Andrzej Maria Deskur, celebrati ieri. Riferendosi alla stretta amicizia che il porporato mantenne in vita con il Beato Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha concluso: “Con la preghiera e con le sofferenze, egli ha sostenuto il suo servizio papale, affidando sempre la propria vita all’Immacolata”.

SIR, AsiaNews, Radio Vaticana

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Benedetto al Convegno ecumenico di Bose: rinnovato impegno di comunione spirituale e testimonianza evangelica attingendo alla ricchezza della Bibbia

“Attingendo alla ricchezza della Sacra Scrittura amata tanto in Oriente quanto in Occidente auspico che il convegno susciti un rinnovato impegno di comunione spirituale e testimonianza evangelica”. E’ quanto augura Papa Benedetto XVI ai partecipanti all’incontro ecumenico di spiritualità ortodossa che si è aperto questa mattina a Bose su iniziativa del Monastero in collaborazione con i Patriarcati di Costantinopoli e di Mosca. In un telegramma firmato dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, il Papa invia ai partecipati e agli organizzatori del Convegno ecumenico internazionale la sua benedizione apostolica. L’incontro che raccoglie alcuni tra i maggiori biblisti e i più autorevoli esponenti delle diverse Chiese ortodosse, ha per tema quest’anno “La Parola di Dio nella vita spirituale”. Al Convegno hanno inviato il loro messaggio augurale anche il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill I. “La Parola di Dio – sottolinea Bartolomeo I - è davvero cruciale nella lotta spirituale, nella misura il cui spiana il cammino per l’intenerimento e il pentimento del cuore. Nel deserto egiziano, abba Poemen disse: ‘La natura dell’acqua è molle, quella della pietra dura. Ma un vaso appeso sopra la pietra, stillando acqua goccia a goccia, finisce per perforare la pietra. Così anche la Parola di Dio è tenera, ma il nostro cuore è duro. Tuttavia, chi ascolta spesso la Parola di Dio, apre il suo cuore a temere il Signore’. La nostra ardente preghiera per voi come partecipanti al Convegno e per tutti i fedeli – conclude il Patriarca di Costantinopoli - è che incontriamo la Parola vivente di Dio, così che essa – verso dopo verso e goccia dopo goccia – possa trasformare interamente le nostre vite in cellule viventi del Corpo di Cristo”. “La Chiesa – afferma nel suo messaggio Kirill I - vive e respira della Parola di Dio non solo perché la lettura dell’Antico e del Nuovo Testamento sono elementi essenziali della celebrazione liturgica, ma anche perché la stessa preghiera ecclesiale è intrisa della Parola divina, la quale istruisce per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù”, Ma “solo nella potenza dello Spirito Santo – conclude il Patriarca di Mosca - la Scrittura apre la nostra mente alla comprensione delle leggi celesti, medica l’anima e rinnova il cuore dell’uomo”.

SIR, Radio Vaticana

Telegramma del card. Tarcisio Bertone

Il card. Scola saluta Venezia: andare via mi costa. Ultimo giro sul Canal Grande con la 'disdotona', la Messa nella Basilica di San Marco

Oggi è l’ultimo giorno a Venezia del card. Angelo Scola (nella foto con Benedetto XVI) che, arcivescovo eletto di Milano, il 25 settembre farà l’ingresso ufficiale nella diocesi ambrosiana. Questo pomeriggio è in programma presso la Basilica della Salute, alle 15.30, l’incontro del card. Scola e del rettore mons. Lucio Cilia con i sacerdoti e i diaconi della diocesi, al quale parteciperanno anche numerosi vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto. Alle 17.15 il porporato sarà accolto, davanti alla Basilica della Salute, da una rappresentanza del Coordinamento delle Remiere cittadine che per l’occasione metterà in acqua la “disdotona”, suggestiva e speciale gondola da parata con 18 vogatori, per accompagnare il porporato nell’ultimo giro sul Canal Grande. Alle 18.00 è previsto l’arrivo al Molo di San Marco dove, accolto dai gondolieri e dal sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, entrerà nella Basilica Marciana per un momento di preghiera e per la solenne concelebrazione eucaristica di congedo. Infine il saluto informale a tutti coloro che lo vorranno in Piazzetta dei Leoncini, proprio davanti alla sede patriarcale. Negli ultimi anni Scola non ha mai nascosto che Venezia l'ha cambiato: "andare via mi costa" ha detto, e se costa "é perché lasci qualcosa che vale, qualcosa di prezioso". Il card. Scola, fa sapere il suo ufficio stampa, “ha esplicitamente chiesto che tutti coloro che avessero l’intenzione di fargli un regalo devolvano l’offerta al fondo destinato a sostenere un’opera di carità decisa dal patriarcato in occasione della chiusura della visita pastorale e della visita di Benedetto XVI dello scorso maggio”.

SIR, Ansa