mercoledì 7 settembre 2011

Su Facebook il sostegno dei cattolici croati a Benedetto XVI per la disobbedienza di alcuni vescovi, schierati con i media, sulla vicenda di Dajla

Dopo il dissenso pubblico del vescovo di Parenzo-Pola e di altri alti prelati della Croazia contro la decisione papale in merito alla controversia proprietà che circonda il monastero benedettino di Dajla, alcuni laici cattolici hanno iniziato una dimostrazione di sostegno pubblico per il Santo Padre. A seguito della decisione papale nel luglio di quest'anno sulla base del funzionamento di una commissione speciale composta da tre cardinali per un periodo di due anni e mezzo, di restituire i beni ai proprietari iniziali, è stata manipolata l'intera situazione da uomini di Chiesa che sono stati sostenuti da politici e media, ben felici di vedere una spaccatura tra la Santa Sede e Croazia. La maggior parte dei laici cattolici sono rimasti colpiti da certi sviluppi che hanno indebolito l'immagine della Chiesa e fonti vaticane hanno confermato che anche il Papa ne è stato 'rattristato'. La Chiesa in Croazia è diventata 'un problema' in Vaticano a causa di alcuni ecclesiastici che si sono schierati attivamente e hanno cercato il supporto dello stato croato e dei mass media in diretta opposizione e disobbedienza al Santo Padre. E per che cosa? Una questione di proprietà! Un gruppo di laici cattolici allora ha deciso di creare una rete in Croazia. Scelgono liberamente di essere obbedienti al Vicario di Cristo, in questa decisione e in tutte le decisioni. E così hanno aperto una pagna su Facebook. Si chiama Katolici ZA Papu (Cattolici per il Papa) e i sostenitori possono dare il loro sostegno semplicemente 'liking' la pagina. Possono scrivere commenti o partecipare alle discussioni. "Da cattolici praticanti vogliono dimostrare la loro solidarietà e lanciare un appello per l'unità della Chiesa in Croazia, in opposizione alla disobbedienza verso il Santo Padre da parte di alcuni chierici e la manipolazione ripugnante della situazione da parte di alcuni giornalisti". Nella 'descrizione' si invitano i cattolici a “liking” la pagina se stanchi della manipolazione pubblica della situazione di Dajla e se vogliono una Chiesa cattolica, fedele a Cristo e al Papa e unita per l'evangelizzazione e la lotta per la cultura della vita. C’è una dichiarazione in sette punti tra i quali una famosa frase latina di Sant' Agostino, "Roma locuta est, Causa finita est" (Roma ha parlato, il caso è chiuso), e si chiede discrezione da parte dei cherici per risolvere la situazione in casa e non in pubblico, facendo indebolire il potere di Evangelizzazione della Chiesa. Si dichiara anche che la Chiesa Cattolica in Croazia non è una Chiesa nazionale come voleva sostenere il dittatore yugoslavo Tito, motivo per il quale il Beato card. Stepinac fu imprigionato. Al momento la pagina sta “facendo il giro” delle organizzazioni laicali cattoliche, ed è vista come una correzione a fronte agli articoli negativi contro il Papa e il Vaticano da parte dei Media croati. Le statische dimostrano che i supporters sono giovani tra i 18 e i 35 anni. In soli 4 giorni e senza aiuto dei medi ci sono stati ben 250 “likes”, e crescono continuamente. Gli amministratori croati della pagina sarebbero felici di avere sostegno anche dai cattolici italiani.

Ivan Horvat, Korazym.org