martedì 8 marzo 2011

Quaresima 2011. La teologia dei Santi al centro delle meditazioni di padre Léthel degli Esercizi spirituali alla presenza del Papa e della Curia

Da domenica 13 fino a sabato 19 marzo, si terranno in Vaticano, gli Esercizi spirituali alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI e della Curia romana. Le meditazioni saranno proposte dal Padre François-Marie Léthel, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, professore alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum, Prelato Segretario della Pontificia Accademia di Teologia, sul tema: “La luce di Cristo nel cuore della Chiesa – Giovanni Paolo II e la Teologia dei Santi”. Gli Esercizi iniziano domenica alle ore 18.00 nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico, con la celebrazione dei Vespri, la meditazione introduttiva, l’Adorazione e la Benedizione Eucaristica. Ogni giornata verrà scandita dalla celebrazione delle lodi alle 9, seguita da una meditazione; alle 10.15 ci sarò la celebrazione dell’ora media e una seconda meditazione; alle 17 una terza meditazione, seguita alle 17.45 dalla recita dei Vespri, dall’adorazione e dalla benedizione eucaristica. Nell’ultima giornata, che coincide con la solennità di San Giuseppe, alle 9 verranno celebrate le lodi, seguite dalla meditazione conclusiva. Durante la settimana saranno sospese tutte le udienze pontificie, compresa quella generale di mercoledì 16 marzo. In un libretto pubblicato dalla Prefettura della Casa Pontificia, che riporta il calendario dettagliato delle giornate e una cronologia dei predicatori degli Esercizi spirituali in Vaticano (dai gesuiti Giovanni Oldrà e Alessio Magni, nel 1925, al salesiano Enrico dal Covolo, lo scorso anno), padre Léthel spiega il tema scelto quest’anno e sottolinea che si tratta di una ideale preparazione, nello spirito di conversione quaresimale, alla Beatificazione di Giovanni Paolo II il prossimo 1° maggio. Il religioso, secondo quanto riferito da L'Osservatore Romano, ricorda che Papa Wojtyła “è stato inseparabilmente un pastore, un missionario, un mistico, un pensatore e un poeta. Formato alla scuola dei Santi (specialmente san Luigi Maria di Montfort, San Giovanni della Croce e san Tommaso), ha dato nel suo Pontificato un nuovo posto ai Santi, considerati non solo come esempi di perfezione cristiana, ma come i migliori teologi, cioè conoscitori di Dio, anche se non avevano studiato la teologia accademica”. Léthel cita in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica e, soprattutto, la proclamazione di Santa Teresa di Lisieux a dottore della Chiesa “come esperta della scientia amoris”. Proprio in quella occasione Giovanni Paolo II, ricorda il predicatore, ha accostato Santa Teresa a un’altra donna dottore della Chiesa, Santa Caterina da Siena, definita “rappresentante eminente della teologia vissuta dei Santi” e “considerata accanto all’indagine teologica, cioè alla teologia pensata di cui parlava l’Enciclica 'Fides et Ratio' citando l’esempio di due altri grandi dottori della Chiesa: Sant’Anselmo e San Tommaso, maestri della scientia fidei, della fides quaerens intellectum”. Dopo Giovanni Paolo II, nota il religioso, Benedetto XVI “non ha smesso di sviluppare questa teologia dei Santi in modo continuo nelle sue catechesi al Popolo di Dio, ma anche proponendola ai teologi (1° dicembre 2009) e ai sacerdoti (10 giugno 2010). È evidentemente una delle linee fondamentali del suo Magistero. I Santi infatti ci aiutano a riscoprire inseparabilmente la 'grande ragione' e il 'grande amore', a non soccombere alla tentazione del relativismo, caratterizzato invece dalla 'piccola ragione', dal 'pensiero debole' e anche dall’amore debole”. Durante gli Esercizi, spiega ancora Léthel, i Santi saranno il punto di riferimento a cui guardare e la voce da ascoltare, con particolare attenzione rivolta alle donne. Un’immagine, a suo giudizio, rende bene l’idea di questo guardare ai Santi: quella del Giudizio universale del Beato Angelico, che si trova nel museo di San Marco di Firenze, riprodotto è anche sulla copertina della pubblicazione della Prefettura della Casa Pontificia, dove i Santi “si danno la mano e ci danno la mano, facendoci entrare in questo meraviglioso 'girotondo'”. Tra le figure che verranno prese in considerazione, ci saranno due Santi particolarmente cari a Giovanni Paolo II: Luigi Maria Grignion de Montfort, ispiratore del suo motto Totus tuus, e Teresa di Lisieux, che sarà la voce dominante degli esercizi: “Dottore della scientia amoris - spiega Léthel - la piccola Teresa dà la mano ai due grandi dottori della scientia fidei, Sant’Anselmo, il teologo della Croce, e San Tommaso, il teologo della luce di Cristo”. Altre due figure di santità al femminile saranno oggetto di riflessione: Caterina da Siena, “nel suo impegno per la riforma della Chiesa, profondamente ferita dal peccato delle sue membra”, e Giovanna d’Arco, “nella sua passione e morte per colpa di sacerdoti e teologi”. Alla figura di quest’ultima si è ispirato Charles Péguy per il Mistero della sua carità, vera e propria “teologia poetica della comunione dei Santi e della speranza”. Dopo tre consacrate nella verginità, padre Léthel propone una sposa e madre di famiglia, Concepción Cabrebra de Armida, grande mistica del XX secolo, dichiarata venerabile da Giovanni Paolo II nel 1999: donna che “ci offre un’altissima dottrina riguardo alla maternità con la sua duplice esperienza di maternità naturale e di maternità spirituale”. Per ricordare il posto che i laici e, in particolare, i giovani avevano nel cuore di Papa Wojtyła, verrà poi presentata una giovane laica, la Beata Chiara Luce Badano, che è morta nel 1990, ad appena 18 anni, offrendo le sue sofferenze per il Papa, i giovani e tutto il mondo. Infine, il predicatore chiuderà gli esercizi con le figure di San Giuseppe, Redemptoris custos, e del venerabile Giuseppe Quadrio, sacerdote e teologo salesiano, morto nel 1963 dopo una vita trascorsa al servizio degli studi e dell’insegnamento.

Zenit

Inaugurata dal card. Sarah la scuola elementare a Muyaga, in Burundi, intitolata a Benedetto XVI e donata dallo stesso Pontefice

Il card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum", ha inaugurato il 5 marzo la scuola elementare intitolata a Benedetto XVI che sorge a Muyaga, in provincia di Cankuzo, diocesi di Ruyigi (Burundi), la cui costruzione è stata finanziata dallo stesso Sommo Pontefice. Secondo le informazioni inviate all’agenzia Fides dalla nunziatura apostolica, il card. Sarah ha ricordato che la struttura scolastica è stata realizzata in due fasi. La prima ha comportato la costruzione della scuola, con un dono di 180mila dollari americani. La seconda ha visto la realizzazione di una struttura per gli insegnanti ed altre opere per un valore di 157mila dollari, per un totale di 327mila dollari donati da Papa Benedetto XVI. Il card. Sarah ha sottolineato che la scuola rappresenta un gesto concreto di solidarietà ed ha chiesto che le sue strutture siano protette dai malviventi perché possano essere realmente messe al servizio degli alunni, degli insegnanti e dei genitori. Il ministro dell’Istruzione del Burundi nel ringraziare il Papa e il card. Sarah, ha sottolineato che il dono è di importanza capitale perché offre un sostegno concreto alla decisione presidenziale di rendere gratuito e obbligatorio l’insegnamento elementare per tutti i bambini di età scolare. Il 3 marzo il card. Sarah è stato ricevuto dal presidente Pierre Nkurunziza.

Fides

Il Papa in Germania. Si tratta affinchè la Messa di Benedetto XVI a Berlino il 22 settembre sia tenuta nella cornice del castello di Charlottenburg

Nella tappa a Berlino del viaggio apostolico in Germania Papa Benedetto XVI potrebbe presiedere la Santa Messa nella splendida cornice del Castello di Charlottenburg (foto), il più grande palazzo storico rimasto nella capitale tedesca dopo la seconda guerra mondiale. "Il Vaticano ha un grande interesse nel fare una Messa davanti al bel Castello di Charlottenburg", ha rivelato un collaboratore che fa parte dell'organizzazione del viaggio papale al quotidiano tedesco Tagesspiegel. La Messa è in programma per giovedì 22 settembre, primo giorno del viaggio. Il parco è interessante dal punto di vista della sicurezza, ben riparato, ha continuato la fonte, dalla ferrovia a nord, dalla Sprea a ovest e dagli alberi a est. Non è chiaro tuttavia quante persone potranno partecipare al grande evento. Una guida vaticana settimane fa è stata a Berlino per valutare diversi posti dove svolgere la funzione papale, tra cui l'Olympiastadion, la Waldbuehne, ma anche la Bebelplatz o il Gendarmenmarkt. Papa Benedetto XVI sarà in Germania dal 22 al 25 settembre.

TMNews

Per la prima volta un Papa in una trasmissione tv: Benedetto XVI risponderà a domande su Gesù nello speciale del Venerdì Santo di 'A Sua Immagine'

Per la prima volta nella storia del Papato e della televisione, un Pontefice risponderà alle domande dei fedeli in un programma tv. Succederà venerdì 22 aprile, per la Chiesa Cattolica Venerdì Santo. L'appuntamento è alle 14.10 di quel giorno su Rai Uno, la stessa ora della morte sulla Croce, durante la trasmissione di informazione religiosa "A sua immagine - Domande su Gesù". Il tema sarà la figura del Cristo al quale Papa Ratzinger ha già dedicato un primo suo libro, "Gesù di Nazaret". Il secondo sta per uscire e un terzo è in preparazione. A condurre il programma e a presentare le domande, in tutto tre, sarà l'autore-conduttore Rosario Carello, 37 anni, alla guida del programma dal 2008 dopo anni di lavoro per Tv2000, una rubrica su Famiglia Cristiana, cattolico praticante. La regia sarà affidata a Marco Brigliadori e alla co-regista Gaia Rosa mentre la troupe sarà del Centro Televisivo Vaticano. Lo spiega proprio Carello: "Il Papa registrerà il suo intervento due o tre giorni prima del venerdì Santo nel Palazzo Apostolico, probabilmente nel suo studio privato o nella Cappella: la decisione dev'essere ancora presa. Quando le riprese avvengono all'interno del Vaticano è regola che vengano affidate al CTV". Non sarà solo la prima volta di un Papa in un programma Rai. C'è anche un altro esordio, cioè la scelta dei tre quesiti ai quali Benedetto XVI replicherà. Da domenica "A sua immagine" aprirà un sito che raccoglierà le domande dei telespettatori. Nelle prossime settimane, spiega Carello, si procederà alla scelta: "Potremmo individuare tre interrogativi particolarmente significativi. Oppure raggruppare il materiale per aree omogenee e capire i punti più salienti e evidentemente più sentiti dal pubblico". L'idea dell'appuntamento è dello stesso Carello che si è messo in contatto con i più stretti collaboratori del Pontefice: "Non desidero fare nomi ma si tratta di persone assai prossime al Papa, che ha manifestato una totale disponibilità a spiegare e a far capire chi sia davvero Gesù Cristo". Impossibile stabilire ora quanto durerà lo spazio del Papa: "Noi abbiamo a disposizione 80 minuti di trasmissione. Il Pontefice utilizzerà ciò che crederà opportuno. Finita la registrazione riordineremo il materiale e lo manderemo in onda, appunto, il Venerdì Santo". La notizia è rimasta riservatissima fino a poche ore fa. Per questa ragione mancano ancora reazioni dai vertici della Rai, comunque informati ed entusiasti dell'appuntamento. È prevedibile che molti network del mondo vorranno ottenere il materiale e trasmetterlo nei propri Paesi: è comunque l'esordio di un Pontefice Romano in un set televisivo, anche se approntato nei Sacri Palazzi della Città del Vaticano. Carello aggiunge un particolare: "Un tempo, il Venerdì Santo rappresentava per la Rai uno spazio destinato alla riflessione, una specie di pausa nella normale programmazione. Oggi tutto questo si è perso e quel giorno c'è il solito ingorgo di pettegolezzi, liti e tafferugli. Noi intendiamo riportare nel palinsesto Rai anche il "sentimento di diversità" di questo giorno che ricorda la morte di Gesù. Lo facciamo con il Papa che risponde alle domande dei suoi fedeli. Mi pare del tutto chiaro che io mi sento emozionato e consapevole del compito che devo affrontare...".

Paolo Conti, Corriere della Sera

Istruzione per l'applicazione del 'Summorum Pontificum': nessuna restrizione dai vescovi, Nei seminari l'insegnamento della forma straordinaria

Sarà pubblicata nelle prossime settimane, probabilmente agli inizi di aprile, l’istruzione della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, firmata dal card. William Levada, dal segretario Guido Pozzo e approvata da Benedetto XVI, che stabilisce alcuni criteri applicativi del Motu Proprio "Summorum Pontificum", promulgato da Papa Ratzinger nel 2007, che aveva sancito la liberalizzazione dell’antico Messale e la possibilità per gruppi di fedeli di chiedere direttamente ai parroci la celebrazione della Messa secondo il rito precedente alla riforma conciliare, il Messale romano del 1962. E’ inutile nascondersi che, a fronte di tante aperture e di un numero crescente di celebrazioni in rito antico, ci sono state anche molte reazioni di chiusura e restrizioni poste da alcuni vescovi. L’istruzione, in questo momento in via di traduzione in latino e nelle varie lingue (il testo di base è in italiano) è dunque un documento importante. Nelle scorse settimane, alcuni siti web e blog legati al mondo cosiddetto tradizionalista, o che comunque ne seguono con attenzione le attività, hanno mosso una serie di critiche preventive al documento, sostenendo che si tratterebbe in realtà di un annacquamento della volontà papale. Quell’interpretazione non corrisponde al vero. Per questi motivi. Innanzitutto l’istruzione con i suoi contenuti conferma che il Motu Proprio è legge universale della Chiesa e che tutti sono tenuti ad applicarla e a garantire che venga applicata. L’istruzione afferma che va assicurata la possibilità della celebrazione in rito antico dovunque vi siano dei gruppi di fedeli che la richiedono. Nel testo non viene precisato alcun numero minimo di fedeli che devono costituire il gruppo. Si dice invece che è bene, in accordo anche con l’Esortazione post-sinodale "Sacramentum caritatis", che i seminaristi studino il latino e conoscano la celebrazione secondo la forma antica. Il “sacerdos idoneus” per la celebrazione con il Messale preconciliare non occorre che sia un latinista provetto, ma che sappia leggere e capisca ciò che legge ed è chiamato a pronunciare durante il rito. La Pontificia commissione Ecclesia Dei, che da due anni è stata inglobata nella Congregazione per la Dottrina della Fede, viene costituita con l’istruzione come l’organismo chiamato a dirimere le questioni e le controversie, giudicando in nome del Papa. I vescovi non devono né possono promulgare norme che restringano le facoltà concesse dal Motu Proprio, o ne mutino le condizioni. Sono chiamati invece ad applicarlo. Può essere celebrato anche il Triduo Pasquale in rito preconciliare là dove ci sia un gruppo stabile di fedeli legati alla liturgia antica. Gli appartenenti agli ordini religiosi possono usare i Messali con i rispettivi riti propri preconciliari. Il rito ambrosiano non viene citato nell’istruzione: il Motu Proprio infatti si applica soltanto al rito romano, e Ecclesia Dei non è competente sul rito ambrosiano, sul quale ha invece giurisdizione la Congregazione del Culto divino. Ciò però non significa che il Motu Proprio, o meglio, che la chiara ed esplicita volontà papale non sarà applicata nella diocesi di Milano. E’ sempre accaduto, con la riforma liturgica, ma prima ancora con i cambiamenti introdotti nei riti della Settimana Santa del 1954 da Pio XII, che il rito ambrosiano abbia fatto proprie istanze e modifiche, seppure in tempi successivi. E’ probabile che, stante l’evidente volontà del Papa di rendere disponibile per tutti i fedeli il rito antico, visto l’inquadramento giuridico precisato nel documento sull’applicazione del Motu Proprio di imminente pubblicazione, in considerazione del fatto che anche l’ambrosiano è un rito latino riformato nel post-concilio, possa essere studiato un documento analogo che estenda il "Summorum Pontificum" anche alla diocesi di Milano.

GMG 2011-Il Papa a Madrid. L'incontro con mille giovani professori universitari: Benedetto XVI è consapevole della nostra speciale missione

Quasi 1.000 giovani professori universitari avranno un incontro con il Santo Padre nell’ambito della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. I professori universitari hanno ricevuto questo invito con grande gioia. Così dice Antonio Alonso, professore di relazioni internazionali, nell’università CEU San Pablo: “Alla notizia che il Papa desiderava organizzare un incontro con noi ho provato una grande gioia e un forte desiderio di essere uno dei fortunati”. “Il Santo Padre è consapevole della nostra speciale missione, poiché egli stesso è stato professore universitario e sa che entriamo in contatto ogni anno con un buon numero di giovani che assorbono conoscenze, ma anche valori”, ha commentato Alonso. L’incontro si terrà nella Basilica del Monastero di El Escorial (foto), situata nei dintorni della città di Madrid. “La storia del monastero come la sua realtà attuale è, in se stessa, una preziosa sintesi tra ragione e fede. È un luogo di grande bellezza artistica, formato da un centro universitario unito a una comunità religiosa, segno dell’unione dello studio con la spiritualità”, ha evidenziato Carla Díaz de Rivera, direttore del dipartimento di Cultura della GMG. Nessuno dubita che Benedetto XVI sia un grande innamorato del mondo universitario e un grande difensore del dialogo tra fede e ragione. A Westminster Hall durante la sua visita nel Regno Unito nel settembre 2010, Benedetto XVI ha affermato: “La religione...per i legislatori non è un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al dibattito pubblico nella nazione.” E ancora: “L’inadeguatezza di soluzioni pragmatiche, di breve termine, ai complessi problemi sociali ed etici è stata messa in tutta evidenza dalla recente crisi finanziaria globale...ogni decisione economica ha una conseguenza di carattere morale”. Il Santo Padre ha pure tenuto incontri con persone del mondo accademico e della cultura a Regensburg (Germania) nel 2006 e nel Collegio dei Bernardini (Parigi) nel 2008.

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