domenica 12 giugno 2011

Il Papa: invito i giovani a seguire l'esempio dei donatori di sangue. Il mio incoraggiamento ai giornalisti impegnati per la tutela dell'ambiente

Benedetto XVI ha ricordato oggi la Giornata Mondiale dei Donatori di Sangue, milioni di persone, che ricorre domani. I donatori, ha detto, "contribuiscono, in modo silenzioso, ad aiutare i fratelli in difficoltà. Invito i giovani a seguire il loro esempio". Al termine della preghiera del Regina Caeli, ha anche rivolto "un cordiale saluto ai giornalisti e ai relatori riuniti a Pistoia per il Forum dell'informazione cattolica per la salvaguardia del creato, organizzato dall'associazione Greenaccord sul tema: 'Lo spazio comune dell'uomo nel creato'". "Ai giornalisti impegnati per la tutela dell'ambiente va - ha detto - il mio incoraggiamento". Infine il Pontefice ha salutato i partecipato agli incontri promossi dal Movimento dell’Amore Familiare su "La preghiera del Padre Nostro e le radici cristiane della famiglia e della società". "A tutti - ha concluso - auguro una buona domenica".

Agi

Benedetto XVI: lo Spirito raddrizzi i cuori deviati dall’egoismo e aiuti la famiglia umana a riscoprire e custodire la sua fondamentale unità

Dopo la recita della preghiera mariana del Reginas Caeli, Benedetto XVI ha ricorda che domani a Dresda, in Germania, sarà proclamato Beato Alois Andritzki, sacerdote e martire, ucciso dai nazisti nel 1943, all’età di 28 anni, nel lager di Dachau: “Eroico testimone della fede, che si aggiunge alla schiera di quanti hanno dato la vita nel nome di Cristo nei campi di concentramento”. Il Papa, nella domenica di Pentecoste, ha affidato alla loro intercessione “la causa della pace nel mondo”. “Possa lo Spirito Santo ispirare coraggiosi propositi di pace e sostenere l’impegno di portarli avanti, affinché il dialogo prevalga sulle armi e il rispetto della dignità dell’uomo superi gli interessi di parte. Lo Spirito, che è vincolo di comunione, raddrizzi i cuori deviati dall’egoismo e aiuti la famiglia umana a riscoprire e custodire con vigilanza la sua fondamentale unità”.

Radio Vaticana

Il Papa: lo Spirito Santo riempie l’universo, genera la fede, trascina alla verità, predispone l’unità tra i popoli, dà vigore all'evangelizzazione

Conclusa la Celebrazione Eucaristica nella Basilica Vaticana per la Solennità di Pentecoste, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Caeli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Con la discesa dello Spirito "la voce di Dio divinizza il linguaggio umano degli Apostoli, i quali diventano capaci di proclamare in modo 'polifonico' l'unico Verbo divino". "Il soffio dello Spirito Santo riempie l'universo, genera la fede, trascina alla verità, predispone l'unità tra i popoli". In proposito il Pontefice ha citato il Beato filosofo e teologo Antonio Rosmini per il quale la verità della fede è stata impressa "per mezzo dello Spirito Santo non sulle tavole di pietra, ma nel cuore degli Apostoli, e per mezzo degli Apostoli comunicandola poi a tutta la Chiesa". "Proviene da Dio - ha ricordato Papa Ratzinger - come soffio della sua bocca e ha il potere di santificare, abolire le divisioni, dissolvere la confusione dovuta al peccato. Egli, incorporeo e immateriale, elargisce i beni divini, sostiene gli esseri viventi, perche' agiscano in conformità al bene. Come Luce intelligibile dà significato alla preghiera, dà vigore alla missione evangelizzatrice, fa ardere i cuori di chi ascolta il lieto messaggio, ispira l'arte cristiana e la melodia liturgica". "Cari amici - ha poi aggiunto Benedetto XVI rivolgendosi ai circa 50mila fedeli presenti - lo Spirito Santo, che crea in noi la fede nel momento del nostro Battesimo, ci permette di vivere quali figli di Dio, coscienti e consenzienti, secondo l'immagine del Figlio Unigenito. Anche il potere di rimettere i peccati è dono dello Spirito; infatti, apparendo agli Apostoli la sera di Pasqua, Gesà alitò su di loro e disse: 'Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati". "Alla Vergine Maria, tempio dello Spirito Santo, affidiamo la Chiesa - ha quindi concluso - perchè viva sempre di Gesù Cristo, della sua Parola, dei suoi comandamenti, e sotto l'azione perenne dello Spirito Paraclito annunci a tutti che 'Gesù è Signore!'".

Agi

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CAELI

Il Papa: lo Spirito Santo anima la Chiesa, essa abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione e unisce gli uomini

Questa mattina, Domenica di Pentecoste, Benedetto XVI ha presieduto nella Basilica Vaticana la Santa Messa della Solennità. Hanno oncelebrato con il Papa 40 cardinali e 50 tra arcivescovi e vescovi.
Rimanendo molto legato ai testi della liturgia, nell'omelia il Papa ha anzitutto sottolineato che “lo Spirito creatore di tutte le cose, e lo Spirito Santo che Cristo ha fatto discendere dal Padre sulla comunità dei discepoli, sono uno e il medesimo: creazione e redenzione si appartengono reciprocamente e costituiscono, in profondità, un unico mistero d’amore e di salvezza”. “Lo Spirito Santo – ha continuato - è innanzitutto Spirito Creatore e quindi la Pentecoste è festa della creazione. Per noi cristiani, il mondo è frutto di un atto di amore di Dio, che ha fatto tutte le cose e del quale Egli si rallegra perché è ‘cosa buona’, ‘cosa molto buona’. Dio perciò non è il totalmente Altro, innominabile e oscuro. Dio si rivela, ha un volto, Dio è ragione, Dio è volontà, Dio è amore, Dio è bellezza”. Passando poi alla seconda lettura il Papa ha aggiunto: “Lo Spirito Santo è Colui che ci fa riconoscere in Cristo il Signore, e ci fa pronunciare la professione di fede della Chiesa: ‘Gesù è Signore’. Signore è il titolo attribuito a Dio nell’Antico Testamento, titolo che nella lettura della Bibbia prendeva il posto del suo impronunciabile nome. Il Credo della Chiesa è nient’altro che lo sviluppo di ciò che si dice con questa semplice affermazione: ‘Gesù è Signore’”.
“L’espressione ‘Gesù è Signore’– ha spiegato il Pontefice - si può leggere nei due sensi. Significa: Gesù è Dio, e contemporaneamente: Dio è Gesù. Lo Spirito Santo illumina questa reciprocità: Gesù ha dignità divina, e Dio ha il volto umano di Gesù. Dio si mostra in Gesù e con ciò ci dona la verità su noi stessi. Lasciarsi illuminare nel profondo da questa parola è l’evento della Pentecoste”. Benedetto XVI si è poi soffermato sul Vangelo, che “ci offre poi una meravigliosa immagine per chiarire la connessione tra Gesù, lo Spirito Santo e il Padre: lo Spirito Santo è rappresentato come il soffio di Gesù Cristo risorto. L’evangelista Giovanni riprende qui un’immagine del racconto della creazione, là dove si dice che Dio soffiò nelle narici dell’uomo un alito di vita. Il soffio di Dio è vita - ha spiegato il Pontefice -. Ora, il Signore soffia nella nostra anima il nuovo alito di vita, lo Spirito Santo, la sua più intima essenza, e in questo modo ci accoglie nella famiglia di Dio. Con il Battesimo e la Cresima ci è fatto questo dono in modo specifico, e con i sacramenti dell'eucaristia e della Penitenza esso si ripete di continuo: il Signore soffia nella nostra anima un alito di vita". "Tutti i sacramenti, ciascuno in maniera propria, comunicano all'uomo la vita divina, grazie allo Spirito Santo che opera in essi". "Lo Spirito Santo anima la Chiesa. Essa non deriva dalla volontà umana, dalla riflessione, dall'abilità dell'uomo e dalla sua capacità organizzativa, poiché se così fosse essa già da tempo si sarebbe estinta, così come passa ogni cosa umana. Essa invece è il Corpo di Cristo, animato dallo Spirito Santo”. Con la Pentecoste “cadono tutti gli steccati” perché lo Spirito Santo comunica e diffonde “l’amore che abbraccia ogni cosa”. Per questo “la Chiesa è cattolica fin dal primo momento”. “Fin dal primo istante, infatti, lo Spirito Santo l’ha creata come la Chiesa di tutti i popoli; essa abbraccia il mondo intero, supera tutte le frontiere di razza, classe, nazione; abbatte tutte le barriere e unisce gli uomini nella professione del Dio uno e trino. Fin dall'inizio la Chiesa è una, cattolica e apostolica: questa è la sua vera natura e come tale deve essere riconosciuta. Essa è santa, non grazie alla capacità dei suoi membri, ma perché Dio stesso, con il suo Spirito, la crea e la santifica sempre", ha detto il Papa. “Infine – ha affermato il Papa - il Vangelo di oggi ci consegna questa bellissima espressione: ‘I discepoli gioirono al vedere il Signore’. Queste parole sono profondamente umane. L’Amico perduto è di nuovo presente, e chi prima era sconvolto si rallegra. Ma essa dice molto di più. Perché l’Amico perduto non viene da un luogo qualsiasi, bensì dalla notte della morte; ed Egli l’ha attraversata! Egli non è uno qualunque, bensì è l’Amico e insieme Colui che è la Verità che fa vivere gli uomini; e ciò che dona non è una gioia qualsiasi, ma la gioia stessa, dono dello Spirito Santo. Sì - ha concluso Benedetto XVI -, è bello vivere perché sono amato, ed è la Verità ad amarmi”.

AsiaNews, TMNews, Radio Vaticana

CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DI PENTECOSTE - il testo integrale dell'omelia del Papa