venerdì 10 luglio 2009

Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sull'aborto procurato dopo il caso della bambina brasiliana e l'articolo di mons. Fisichella

La Congregazione della Dottrina della Fede deplora oggi in una "chiarificazione" pubblicata da L'Osservatore Romano "la confusione creatasi in vari Paesi, soprattutto in America Latina, a seguito della manipolazione e strumentalizzazione di un articolo di mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, sulla triste vicenda della bambina brasiliana" di 9 anni che era stata violentata dal patrigno e ha poi abortito due gemelli. In proposito, la nota ricorda che l'articolo "proponeva la dottrina della Chiesa, pur tenendo conto della situazione drammatica della suddetta bambina, che, come si poteva rilevare successivamente, era stata accompagnata con ogni delicatezza pastorale, in particolare dall'allora arcivescovo di Olinda e Recife, mons. Josè Cardoso Sobrinho", che alcuni giorni fa, all'indomani del suo 76esimo compleanno, e' stato avvicendato alla guida della diocesi per decisione del Papa. "La Congregazione per la Dottrina della Fede ribadisce - si legge nella nota - che la dottrina della Chiesa sull'aborto provocato non è cambiata nè può cambiare". L'articolo di mons. Fisichella, pubblicato su L'Osservatore Romano del 15 marzo scorso, rispondeva a sua volta a violenti attacchi mossi al Papa e alla Chiesa, in Brasile e in Europa, a causa di dichiarazioni dell'arcivescovo che aveva annunciato la scomunica per la mamma della piccola e per i medici. Ma in merito alla scomunica l'articolo del presidente dell'Accademia della Vita era chiarissimo la sanzione canonica è prevista per chi in modo consapevole compie o coadiuva un aborto: "Non c'era bisogno - scriveva semplicemente l'arcivescovo Fisichella - di tanta urgenza e pubblicità nel dichiarare un fatto che si attua in maniera automatica. Tecnicamente, il Codice di diritto canonico usa l'espressione latae sententiae per indicare che la scomunica si attua appunto nel momento stesso in cui il fatto avviene". Secondo mons. Fisichella, però, "ciò di cui si sente maggiormente il bisogno in questo momento è il segno di una testimonianza di vicinanza con chi soffre, un atto di misericordia che, pur mantenendo fermo il principio, è capace di guardare oltre la sfera giuridica per raggiungere ciò che il diritto stesso prevede come scopo della sua esistenza: il bene e la salvezza di quanti credono nell'amore del Padre e di quanti accolgono il vangelo di Cristo come i bambini, che Gesù chiamava accanto a sè e stringeva tra le sue braccia dicendo che il regno dei cieli appartiene a chi è come loro". "Fin dal primo secolo - ricorda la nota dell'ex Sant'Uffizio - la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L'aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale". Ed anche "la cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave" che "la Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica", ricorda la chiarificazione della Congregazione della Dottrina della Fede citando il Codice di Diritto Canonico che recita: "Chi procura l'aborto, se ne consegue l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae", "per il fatto stesso d'aver commesso il delitto e alle condizioni previste dal diritto". "La Chiesa - ricorda la Congregazione - non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causatoall'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società". La nota pubblicata oggi da L'Osservatore Romano distingue anche "tra due fattispecie diverse: da una parte un intervento che direttamente provoca la morte del feto, chiamato talvolta in modo inappropriato aborto 'terapeutico', che non può mai essere lecito in quanto è l'uccisione diretta di un essere umano innocente; dall'altra parte un intervento in sè non abortivo che può avere, come conseguenza collaterale, la morte del figlio". Quanto alla responsabilità degli operatori sanitari, la nota ricorda le parole di Giovanni Paolo II: "La loro professione li vuole custodi e servitori della vita umana. Nel contesto culturale e sociale odierno, nel quale la scienza e l'arte medica rischiano di smarrire la loro nativa dimensione etica, essi possono essere talvolta fortemente tentati di trasformarsi in artefici di manipolazione della vita o addirittura in operatori di morte. Di fronte a tale tentazione la loro responsabilità è oggi enormemente accresciuta e trova la sua ispirazione più profonda e il suo sostegno più forte proprio nell'intrinseca e imprescindibile dimensione etica della professione sanitaria, come già riconosceva l'antico e sempre attuale giuramento di Ippocrate, secondo il quale ad ogni medico è chiesto di impegnarsi per il rispetto assoluto della vita umana e della sua sacralità".

Agi

Ritrattazioni. Il Sant'Uffizio dà una lezione a monsignor Fisichella - la vicenda riassunta da Sandro Magister e il testo integrale della nota chiarificatrice

Barack Obama chiede a Benedetto XVI di proseguire nell'impegno per la pace in Medio Oriente. E gli consegna una lettera di Ted Kennedy

Nel corso del suo incontro con Papa Benedetto XVI il presidente Usa Barack Obama (foto) ha chiesto al Pontefice di proseguire nel suo impegno per la pace in Medio Oriente, continuando a ricordare alle parti in causa le loro ''responsabilità''. Il presidente americano, come ha riferito ai giornalisti a bordo dell'Air Force One il vice consigliere nazionale per la sicurezza nazionale Denis McDonough, ''ha espresso apprezzamento per gli sforzi che la Santa Sede e il Papa stesso hanno intrapreso da molto tempo'' ed ha espresso ''la speranza che il Santo Padre continui a farlo, sottolineando le responsabilità di ognuno, di Israele come dei paesi arabi confinanti''. Barack Obama ha consegnato a Papa Benedetto XVI anche una lettera di Ted Kennedy, il vecchio leone democratico malato di cancro. Il contenuto della missiva scritta dal capo della più nobile dinastia politica americana è rimasto segreto. Ma uno dei funzionari della Casa Bianca al seguito del presidente USA ha detto che il colloquio è terminato proprio parlando del senatore democratico, patriarca di una delle più leggendarie famiglie cattoliche americane. E non appena è terminato l'incontro in Vaticano, prima di lasciare Roma alla volta del Ghana, Obama ha telefonato a Kennedy per rassicurarlo della "missione compiuta".

Asca, Agi

Padre Lombardi sull'incontro tra il Papa e Obama: atmosfera di grande serenità e soddisfazione. L'impegno del presidente a diminuire gli aborti

''I colloqui tra il Papa e il presidente USA sono stati veramente cordiali, e condotti in un'atmosfera di grande serenità''. Lo ha detto durante un briefing con i giornalisti il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, al termine dell'atteso incontro di oggi pomeriggio tra Benedetto XVI e Barack Obama. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha descritto Papa Ratzinger ''estremamente soddisfatto, estremamente sereno e contento del risultato'' dell'incontro. "Benedetto XVI ha messo tutti i temi sul tappeto, ma sarebbe sbagliato pensare che volesse sottolineare le divergenze. Sulle divergenze che esistono si possono cercare cammini comuni". ''Da parte di Obama è stata ribadito l'impegno a diminuire il numero degli aborti, con una personale dimostrazione di impegno e attenzione alle posizioni e alla preoccupazioni della Chiesa''. Il Papa, ha spiegato Lombardi, ha manifestato ''le preoccupazioni per la difesa della vita'' da parte della Chiesa; preoccupazioni ''che hanno trovato un interlocutore attento e pronto ad ascoltare e a tradurre in pratica con l'impegno'' la sua attenzione. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha poi ribadito le ''convergenze'' tra Stati Uniti e Santa Sede sulla situazione in Medio Oriente, sottolineate anche dal comunicato ufficiale vaticano emesso al termine del colloquio. Lombardi ha ricordato il recente viaggio del Pontefice in Terra Santa e il discorso di Obama al Cairo, citando in particolare la convergenza delle due parti sull'importanza di ''arrestare gli insediamenti'' israeliani nei Territori. Il portavoce vaticano ha anche sottolineato la necessità di chiedere ''un impegno per la pace ad entrambi, non solo da parte di Israele ma anche da parte dei Paesi arabi''.

Asca

I temi del colloquio tra il Papa e Obama: la difesa della vita, il Medio Oriente e l'Africa, la crisi economica alla luce dei risultati del G8

Nell'udienza concessa oggi pomeriggio da Papa Benedetto XVI al presidente Usa Barack Obama (foto) si è parlato ''innanzitutto'' della ''difesa'' e della ''promozione della vita'' e del ''diritto all'obiezione di coscienza''. Lo rende noto la Sala Stampa vaticana in comunicato. ''Nel corso dei cordiali colloqui - si legge nel testo -, ci si è soffermati innanzitutto su questioni che sono nell'interesse di tutti e costituiscono la grande sfida per il futuro di ogni Nazione e per il vero progresso dei popoli, quali la difesa e la promozione della vita ed il diritto all'obiezione di coscienza''. ''Si è anche accennato - prosegue il comunicato - all'immigrazione, con particolare attenzione all'aspetto del ricongiungimento familiare''. Nei colloqui però non sono mancati anche i temi di politica internazionale, ''alla luce dei risultati del vertice del G8''. ''Ci si è soffermati sulle prospettive di pace in Medio Oriente - comunica la Sala Stampa vaticana - su cui si registrano convergenze, e su altre situazioni regionali''. ''Sono stati poi - prosegue il testo - passati in rassegna alcuni argomenti di maggiore attualità come il dialogo tra culture e religioni, la crisi economico-finanziaria a livello globale e le sue implicazione etiche, la sicurezza alimentare, l'aiuto allo sviluppo soprattutto all'Africa e all'America Latina, ed il problema del narcotraffico''. ''Infine - conclude il comunicato - si è sottolineata l'importanza dell'educazione alla tolleranza in ogni Paese''.

Asca

L'incontro tra Benedetto XVI e Barack Obama. Il Papa: prego per lei. Il presidente USA: un grande onore, mi aspetto un rapporto molto forte tra noi

L'arrivo. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è arrivato in Vaticano alle 16, con cinque minuti di ritardo sulla tabella di marcia. Il corteo presidenziale è sfilato per via della Conciliazione. La folla, assiepata sui marciapiedi, ha applaudito il presidente USA che ha salutato da dietro i vetri della limousine. Il presidente Obama è stato accolto nel cortile di San Damaso dai gentiluomini di Sua Santità, che ha salutato uno per uno. Quindi, scortato dal prefetto e dal reggente della Casa Pontificia, mons. James Harvey e mons. Paolo De Nicolò, Obama si è recato nella Sala dell'Angolo del Palazzo Apostolico, dove si è intrattenuto a colloquio con il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone.
L'incontro e il colloquio. Con una stretta di mano calorosa il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato accolto da Papa Benedetto XVI. "E' una grande onore per me", ha detto Obama, "grazie molte", ha aggiunto. Sorridenti, uno accanto all'altro sulla soglia della Biblioteca privata pontificia, Barack Obama e Benedetto XVI, si sono sottoposti al fuoco di fila di fotografi e cineoperatori. Sedendosi ala tavolo, il presidente statunitense ha commentato con una battuta "Sono sicuro che lei è abituato a farsi fotografare... Anche io lo sono". Poi alle 16.25 si sono richiuse le porte dello studio, dove è cominciato il colloquio privato a quattro occhi. Il colloquio è durato 40 minuti.
Prima che il Papa e Obama venissero lasciati soli, le telecamere presenti hanno registrato le prime parole che si scambiati. "È un grande onore, grazie davvero" ("It’s a great honour, thank you so much!"), ha detto Obama, in completo scuro, accolto dal Papa nella sala del tronetto con la mozzetta di raso rosso. Seduti l’uno davanti all’altro, nella biblioteca del Papa, Obama ha spiegato a Papa Ratzinger che il G8 è stato "molto proficuo" ("very productive"). "Abbiamo deciso - ha proseguito il presidente USA, sempre in inglese - 20 miliardi per i paesi poveri, qualcosa di concreto". Il colloquio è poi proseguito alla presenza di una traduttrice simultanea, anche se il Pontefice parla prefettamente l'inglese. "Dev’essere molto stanco dopo questi colloqui...", ha detto il Papa ad Obama, informandosi dei lavori del G8. Obama ha parlato di "grandi progressi" al summit de L’Aquila.
Lo scambio dei doni. Al termine del colloquio, il tradizionale scambio di doni, alla presenza della moglie Michelle e della delegazione americana. Le figlie di Barack Obama, Malia e Sasha, sono state presentate a Benedetto XVI insieme alla nonna materna Marian Robinson, ma prima dell'incontro ufficiale del seguito presidenziale con il Pontefice; la breve presentazione è avvenuta senza telecamere, per rispetto per le due bambine.
L'inquilino della Casa Bianca ha portato in dono al Pontefice la stola liturgica che dal 1988 al 2007 è stata posata sul corpo di San Giovanni Nepomuceno Neumann, le cui spoglie sono custodite nel Santuario di Philadelphia. ''Avrò qualcosa da leggere sull'aereo'': il presidente Barack Obama ha accolto così il dono di una copia autografa dell'Enciclica "Caritas in veritate" da parte di Benedetto XVI. Ma il presidente ha ricevuto anche un altro libro: una copia dell'istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede "Dignitas Personae" dedicata ai temi della bioetica. Obama ha commentato semplicemente: "Di questi temi abbiamo parlato". Il Pontefice ha regalato a Obama anche un mosaico raffigurante Piazza San Pietro e la Basilica di San Pietro. ''E' bello - ha commentato Obama - dovremo trovargli un posto nella Casa Bianca''. La delegazione statunitense ha invece ricevuto in dono le medaglie del pontificato e rosari.
Il congedo. "Presidente io prego per lei e benedico il suo lavoro". Con queste parole il Papa si è congedato da Barack Obama. "Le sono molto grato. Santità, mi aspetto un rapporto molto forte tra Stati Uniti e Santa Sede", ha detto Obama, salutando il Papa. Il presidente americano è salito a bordo dell'auto presidenziale, la 'Beast' nera, dopo aver salutato la delegazione pontificia. Nel cortile di San Damaso, lo schieramento di un drappello di 20 guardie svizzere, per il saluto al presidente Obama, che lascia così anche l'Italia.

Adnkronos, Asca, Agi

Le vacanze del Papa. Il settimanale diocesano di Aosta dedica uno speciale a Benedetto XVI in vacanza a Les Combes per la terza volta

“La Valle d’Aosta si prepara ad accogliere il Papa”. È il titolo dello “speciale” che il settimanale della diocesi di Aosta, Corriere della Valle, dedica all’ormai imminente arrivo di Benedetto XVI in Valle dove, dal 13 al 29 luglio, trascorrerà un periodo di riposo. Lo speciale della testata cattolica, in allegato con il numero in distribuzione da oggi, si apre con una nota del vescovo Giuseppe Anfossi e prosegue con un servizio del direttore Fabrizio Favre e con un diario delle precedenti vacanze del Papa in Valle d’Asota. “Benedetto XVI – ricorda il direttore – trascorrerà per la terza volta un periodo di riposo in Valle, nella residenza di Les Combes di Introd”. Il Pontefice, assicura Favre, “troverà lo stesso ambiente confortevole che lo accolse nelle sue precedenti vacanze con alcune piccole variazioni”. Infatti, spiega al giornale Renzo Besanzini, che si occupa da sempre dell’allestimento del Foyer, “è stata cambiata la croce del belvedere sostituita con un’altra, sempre lignea, realizzata dagli studenti dell’istituto salesiano di Châtillon e la statua del Cristo, sino ad ora posizionata in giardino, è stata spostata nel bosco in modo da creare, con l’aggiunta di alcune panche, un’altra oasi di riflessione visto che il Papa ama spesso passeggiare immerso nel silenzio della natura circostante”. Nello speciale del Corriere della Valle vengono anche proposte alcune riflessioni di don Aldo Armellin, referente diocesano per le vacanze del Santo Padre. “Il Pontefice viene qui – racconta don Armellin che si occupò delle vacanze di Benedetto XVI anche nel 2005 e nel 2006 – principalmente alla ricerca di quella quiete e tranquillità grazie alle quali prepararsi al meglio ai prossimi impegni del pontificato. In questi giorni i ritmi del suo pontificato si fanno meno intensi”. Il Papa arriverà a Les Combes il 13 luglio, intorno alle 12. Ad accoglierlo, tra gli altri, ci sarà il vescovo Anfossi. “Come sempre – si legge sul settimanale diocesano – riceverà il benvenuto della popolazione di Les Combes e, in particolare, dei bambini della scuola materna che, dopo il consueto omaggio floreale, reciteranno una breve poesia. Ad attenderlo anche il rettore dei salesiani con i responsabili della colonia”.

SIR

Il Papa incontra Barack Obama. Il card. Comastri: il presidente una grande speranza per il mondo. L'incontro dimostra sensibilità verso la Chiesa

“Obama è una grande speranza per il mondo come lo è stato Kennedy”: così il card. Angelo Comastri (nella foto con Benedetto XVI), vicario papale per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro in una intervista a La Stampa. Oggi pomeriggio sarà lui ad accompagnare la first lady Michelle nella sua visita alla Basilica Vaticano. “Si è creato un clima di speranza, è un momento favorevole da non vanificare". "Lo spirito dell’udienza ad Obama - afferma il porporato - è orientato più su ciò che unisce che su ciò che divide. Il presidente americano vuole avere un atteggiamento di ascolto della Chiesa. È un uomo estremamente intelligente, quindi non può non stare attento al messaggio cattolico anche sui temi della salvaguardia della vita”. Sui quali i vescovi americani lo hanno più volte criticato. “Criticare è lecito, a maggior ragione sulle questioni eticamente sensibili alle quali nessuno è indifferente. Però l’importante è dialogare, capire, cercare insieme il meglio. Il fatto che Obama venga da Benedetto XVI e che abbia voluto questo incontro dimostra che esiste un’apprezzabile sensibilità da parte sua”. Del resto “si vede che è un saggio, un uomo che ascolta. Con lui si è creato un utile spazio di dialogo, è un uomo con cui si può parlare e ciò è un elemento nuovo e positivo per il mondo. Io sono convinto che noi dobbiamo necessariamente sperare. In qualche modo sperare è già cambiare le cose. Adesso si avverte un generale bisogno di fare un passo avanti. C’è la possibilità di una svolta epocale”. Per Comastri “avere sulla scena mondiale un presidente così giovane, ricco di talento e carisma è una straordinaria opportunità. Obama nello stile e in molti altri aspetti assomiglia al cattolico John Fitzgerald Kennedy. Ha una proposta forte, una volontà concreta di intervenire per correggere dinamiche ingiuste a livello planetario. Ha la preziosa capacità di saper cogliere nel mondo odierno una pluralità di segni di speranza. Lui vorrebbe farli propri e volgerli al bene. Ciò è lodevole”.

Il Velino

Il Papa all'ambasciatore messicano: la libertà religiosa fa parte della persona. Rinnovamento morale e educazione contro violenza e disuguaglianze

La libertà religiosa ''non è un diritto in più nè un privilegio reclamato dalla Chiesa Cattolica'' ma ''appartiene alla parte più essenziale della persona, di ogni popolo e nazione'': lo ha ribadito oggi Papa Benedetto XVI, ricevendo in udienza l'ambasciatore del Messico Héctor Federico Ling Altamirano (foto), in occasione della presentazione delle lettere credenziali. Il ''nucleo significativo'' della libertà religiosa, ha precisato il Pontefice, ''non consente di limitarla ad una mera convivenza di cittadini che praticano privatamente la propria religione, o di restringerla al libero esercizio del culto''. Deve invece ''assicurare ai credenti la piena garanzia di manifestare pubblicamente la propria religione, offrendo anche il proprio apporto all'edificazione del bene comune e del retto ordine sociale in ogni ambito della vita, senza nessuna forma di restrizione o coazione''. In questo senso, ha puntualizzato, ''mentre la Chiesa Cattolica sostiene e promuove questa visione positiva del compito della religione nella società, non desidera interferire nella necessaria autonomia delle istituzioni civili''. A proposito della situazione sociale in Messico Papa Ratzinger ha accennato a ''questioni molto gravi come la violenza, il narcotraffico, le disuguaglianze e la povertà''. ''E' buono sapere - ha affermato - che per una soluzione efficace e duratura di questi problemi non bastano mezzi tecnici o di sicurezza. Serve uno sguardo più ampio e una efficace unione di sforzi, per propiziare un necessario rinnovamento morale, l'educazione delle coscienze e la costruzione di una vera cultura della vita''. A questo proposito Benedetto XVI ha elogiato l'iniziativa del Messico, nel 2005, di ''eliminare dalla propria legislazione la pena capitale, e i recenti strumenti adottati da alcuni Stati interni per proteggere la vita umana fin dai suoi inizi''.

Le vacanze del Papa. Mons. Anfossi: un momento di grazia. La diocesi lo accoglierà di nuovo con grande affetto e valore più grande

“Un momento di grazia”. Mons. Giuseppe Anfossi, vescovo di Aosta, sintetizza in questi termini l’ormai imminente arrivo di Benedetto XVI in Valle d’Aosta dove, dal 13 al 29 luglio – “dopo due estati di assenza”, dice il vescovo – trascorrerà un periodo di riposo. “Lo ringraziamo di cuore per aver scelto di nuovo la nostra diocesi”, scrive mons. Anfossi in un nota pubblicata sull’ultimo numero del settimanale diocesano Corriere della Valle, in distribuzione da oggi. “Nella sua presenza fra noi – prosegue il vescovo – vogliamo leggere una nota di gradimento per l’armonioso contesto naturale e per l’accoglienza ricevuta in passato. Sarà nostra cura offrire al Santo Padre tutta la disponibilità necessaria per assicurargli un sereno periodo di riposo nel rispetto di ogni sua esigenza, così come abbiamo fatto nelle altre dodici occasioni in cui abbiamo avuto l’onore di ospitare il Successore di Pietro”. Mons. Anfossi spiega che “per chi professa la fede in Gesù Cristo, accogliere un Papa mette in movimento soprattutto il livello interiore della vita, in particolare gli è chiesto di accompagnare la sua persona e il suo ministero nella preghiera, in un atto che supera di per sé la presenza fisica”. Mons. Anfossi sottolinea “la fortuna e la grazia” riservate alla diocesi: “Ricevere per il riposo estivo sulle nostre montagne un Papa per la tredicesima volta! Per dimostrargli il nostro affetto e la nostra gratitudine offriremo il massimo di presenza possibile in occasione dell’Angelus” del 26 luglio. “La storia – prosegue – è fatta di queste piccole e semplici cose, che però, raccontate a distanza di tempo dopo averle vissute, acquistano un valore più grande”. La diocesi, assicura il vescovo, accoglierà “di nuovo con grande affetto e immutata stima Benedetto XVI”. Due i “momenti pubblici” del soggiorno in Valle d’Aosta: domenica 19 luglio il Santo Padre guiderà la preghiera mariana dell'Angelus da Romano Canavese in piazza Ruggia, davanti alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, nella diocesi di Ivrea. Domenica 26 luglio la recita dell’Angelus, alle ore 12, avverrà dalla residenza di Les Combes.

SIR

Il Papa incontra Barack Obama. 'Washington Post': a differenza della minoranza conservatrice cattolica Benedetto apprezza il presidente degli USA

Diversamente dalla destra cattolica negli Stati Uniti, il Papa guarda con interesse al presidente americano Barack Obama. Lo scrive ieri il Washington Post alla vigilia dell'incontro che si svolgerà oggi in Vaticano fra Benedetto XVi e il capo della Casa Bianca. "La minoranza conservatrice fra i vescovi e gli attivisti della destra cattolica hanno insistito a giudicare il presidente solo sulla base del suo sostegno all'aborto legale e alla ricerca sulle cellule staminali - nota il quotidiano - ma il Vaticano vede chiaramente Obama attraverso un prisma più ampio. L'arcivescovo Pietro Sambi, nunzio papale a Washington, ha privatamente avvertito i vescovi americani che duri attacchi al presidente rischiano di far apparire la Chiesa di parte". "Nessuno pretende che il Papa sia in pace con Obama" sulle questioni etiche, continua il giornale, ma Benedetto XVI "considera Obama un alleato potenziale" sulle questioni dello sviluppo del Terzo mondo, il Medio oriente e il dialogo con l'Islam". L'atteggiamento del Vaticano e la risposta positiva al discorso di Obama all'università cattolica americana di notre Dame hanno fermato l'opposizione dei vescovi più conservatori, aggiunge il Washington Post, ricordando che parte della gerarchia cattolica lavora strettamente con l'amministrazione Obama sulla riforma sanitaria, l'immigrazione e la lotta ai cambiamenti climatici. La nuova enciclica del Papa, con la sua critica del capitalismo, pone fra l'altro Obama più a destra del Pontefice, nota ironicamente il quotidiano.

Adnkronos

Il Papa incontra Barack Obama. Denis McDonough: da tempo il presidente cercava di incontrarlo. A Benedetto XVI la stola di San John Neumann

Il presidente americano Barack Obama "è estremamente lieto" per il suo incontro di questo pomeriggio con Papa Benedetto XVI, ha detto oggi la Casa Bianca. "Da tempo il presidente Obama cercava un'opportunità di incontrare il Santo Padre", ha detto oggi il funzionario della Casa Bianca Denis McDonough. Obama e il Papa hanno avuto una conversazione telefonica dopo che Obama è diventato il presidente eletto ma non si sono mai incontrati faccia a faccia. "Il presidente Obama è consapevole del fatto che le parole del Papa hanno un profondo effetto in tutto il mondo", ha aggiunto il funzionario della Casa Bianca.
Una stola color avorio e ricamata in oro, porpora e blu, che per vent'anni ha 'vestito' il corpo del primo vescovo statunitense diventato santo, San John Neumann: sarà questo il regalo che Obama porterà a Benedetto XVI. Un dono scelto con cura perchè rappresentasse la storia del cattolicesimo negli Stati Uniti. San John Neumann, nato in Boemia nel 1811, emigrò con la famiglia negli Stati Uniti e nel 1852 divenne vescovo di Philadelphia, fino alla morte nel 1860. Missionario redentorista, fondò ben 35 scuole durante la sua vita e contribuì quindi alla creazione dell'importante sistema educativo cattolico negli Stati Uniti. Beatificato durante il Concilio Vaticano II, è stato canonizzato da Paolo VI nel 1977, primo vescovo Usa a salire all'onore degli altari. La stola che Obama porterà in dono al Pontefice è stata per quasi 20 anni, dal 1989 al 2007, drappeggiata sul corpo di Neumann, nella teca di vetro della National Shrine di Philadelphia a lui dedicata. Da parte del Pontefice, invece, con ogni probabilità verrà regalata ad Obama, come agli altri leader mondiali che si sono recati in visita in Vaticano in questi giorni, una copia autografa dell'Enciclica "Caritas in veritate", rilegata in pelle bianca.

L'Occidentale, Asca