venerdì 10 luglio 2009

Il Papa incontra Barack Obama. Il card. Comastri: il presidente una grande speranza per il mondo. L'incontro dimostra sensibilità verso la Chiesa

“Obama è una grande speranza per il mondo come lo è stato Kennedy”: così il card. Angelo Comastri (nella foto con Benedetto XVI), vicario papale per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro in una intervista a La Stampa. Oggi pomeriggio sarà lui ad accompagnare la first lady Michelle nella sua visita alla Basilica Vaticano. “Si è creato un clima di speranza, è un momento favorevole da non vanificare". "Lo spirito dell’udienza ad Obama - afferma il porporato - è orientato più su ciò che unisce che su ciò che divide. Il presidente americano vuole avere un atteggiamento di ascolto della Chiesa. È un uomo estremamente intelligente, quindi non può non stare attento al messaggio cattolico anche sui temi della salvaguardia della vita”. Sui quali i vescovi americani lo hanno più volte criticato. “Criticare è lecito, a maggior ragione sulle questioni eticamente sensibili alle quali nessuno è indifferente. Però l’importante è dialogare, capire, cercare insieme il meglio. Il fatto che Obama venga da Benedetto XVI e che abbia voluto questo incontro dimostra che esiste un’apprezzabile sensibilità da parte sua”. Del resto “si vede che è un saggio, un uomo che ascolta. Con lui si è creato un utile spazio di dialogo, è un uomo con cui si può parlare e ciò è un elemento nuovo e positivo per il mondo. Io sono convinto che noi dobbiamo necessariamente sperare. In qualche modo sperare è già cambiare le cose. Adesso si avverte un generale bisogno di fare un passo avanti. C’è la possibilità di una svolta epocale”. Per Comastri “avere sulla scena mondiale un presidente così giovane, ricco di talento e carisma è una straordinaria opportunità. Obama nello stile e in molti altri aspetti assomiglia al cattolico John Fitzgerald Kennedy. Ha una proposta forte, una volontà concreta di intervenire per correggere dinamiche ingiuste a livello planetario. Ha la preziosa capacità di saper cogliere nel mondo odierno una pluralità di segni di speranza. Lui vorrebbe farli propri e volgerli al bene. Ciò è lodevole”.

Il Velino