venerdì 10 luglio 2009

L'incontro tra Benedetto XVI e Barack Obama. Il Papa: prego per lei. Il presidente USA: un grande onore, mi aspetto un rapporto molto forte tra noi

L'arrivo. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è arrivato in Vaticano alle 16, con cinque minuti di ritardo sulla tabella di marcia. Il corteo presidenziale è sfilato per via della Conciliazione. La folla, assiepata sui marciapiedi, ha applaudito il presidente USA che ha salutato da dietro i vetri della limousine. Il presidente Obama è stato accolto nel cortile di San Damaso dai gentiluomini di Sua Santità, che ha salutato uno per uno. Quindi, scortato dal prefetto e dal reggente della Casa Pontificia, mons. James Harvey e mons. Paolo De Nicolò, Obama si è recato nella Sala dell'Angolo del Palazzo Apostolico, dove si è intrattenuto a colloquio con il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone.
L'incontro e il colloquio. Con una stretta di mano calorosa il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato accolto da Papa Benedetto XVI. "E' una grande onore per me", ha detto Obama, "grazie molte", ha aggiunto. Sorridenti, uno accanto all'altro sulla soglia della Biblioteca privata pontificia, Barack Obama e Benedetto XVI, si sono sottoposti al fuoco di fila di fotografi e cineoperatori. Sedendosi ala tavolo, il presidente statunitense ha commentato con una battuta "Sono sicuro che lei è abituato a farsi fotografare... Anche io lo sono". Poi alle 16.25 si sono richiuse le porte dello studio, dove è cominciato il colloquio privato a quattro occhi. Il colloquio è durato 40 minuti.
Prima che il Papa e Obama venissero lasciati soli, le telecamere presenti hanno registrato le prime parole che si scambiati. "È un grande onore, grazie davvero" ("It’s a great honour, thank you so much!"), ha detto Obama, in completo scuro, accolto dal Papa nella sala del tronetto con la mozzetta di raso rosso. Seduti l’uno davanti all’altro, nella biblioteca del Papa, Obama ha spiegato a Papa Ratzinger che il G8 è stato "molto proficuo" ("very productive"). "Abbiamo deciso - ha proseguito il presidente USA, sempre in inglese - 20 miliardi per i paesi poveri, qualcosa di concreto". Il colloquio è poi proseguito alla presenza di una traduttrice simultanea, anche se il Pontefice parla prefettamente l'inglese. "Dev’essere molto stanco dopo questi colloqui...", ha detto il Papa ad Obama, informandosi dei lavori del G8. Obama ha parlato di "grandi progressi" al summit de L’Aquila.
Lo scambio dei doni. Al termine del colloquio, il tradizionale scambio di doni, alla presenza della moglie Michelle e della delegazione americana. Le figlie di Barack Obama, Malia e Sasha, sono state presentate a Benedetto XVI insieme alla nonna materna Marian Robinson, ma prima dell'incontro ufficiale del seguito presidenziale con il Pontefice; la breve presentazione è avvenuta senza telecamere, per rispetto per le due bambine.
L'inquilino della Casa Bianca ha portato in dono al Pontefice la stola liturgica che dal 1988 al 2007 è stata posata sul corpo di San Giovanni Nepomuceno Neumann, le cui spoglie sono custodite nel Santuario di Philadelphia. ''Avrò qualcosa da leggere sull'aereo'': il presidente Barack Obama ha accolto così il dono di una copia autografa dell'Enciclica "Caritas in veritate" da parte di Benedetto XVI. Ma il presidente ha ricevuto anche un altro libro: una copia dell'istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede "Dignitas Personae" dedicata ai temi della bioetica. Obama ha commentato semplicemente: "Di questi temi abbiamo parlato". Il Pontefice ha regalato a Obama anche un mosaico raffigurante Piazza San Pietro e la Basilica di San Pietro. ''E' bello - ha commentato Obama - dovremo trovargli un posto nella Casa Bianca''. La delegazione statunitense ha invece ricevuto in dono le medaglie del pontificato e rosari.
Il congedo. "Presidente io prego per lei e benedico il suo lavoro". Con queste parole il Papa si è congedato da Barack Obama. "Le sono molto grato. Santità, mi aspetto un rapporto molto forte tra Stati Uniti e Santa Sede", ha detto Obama, salutando il Papa. Il presidente americano è salito a bordo dell'auto presidenziale, la 'Beast' nera, dopo aver salutato la delegazione pontificia. Nel cortile di San Damaso, lo schieramento di un drappello di 20 guardie svizzere, per il saluto al presidente Obama, che lascia così anche l'Italia.

Adnkronos, Asca, Agi