mercoledì 28 gennaio 2009

Il card. Bertone: mons. Williamson un episodio dolorissimo che ha turbato il Papa. Concilio Vaticano II centrale nel Pontificato di Benedetto XVI

L'affaire Williamson, il vescovo lefebvriano negazionista al quale il Papa ha revocato la scomunica, è stato "un episodio dolorisissimo" secondo il card. Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI) che, però, considera chiuse le polemiche. "Le parole del Papa sono state chiarissime e quindi non ci dovrebbe più essere alcuna polemica", ha detto il segretario di Stato Vaticano, intervenendo al palazzo diaconale della chiesa romana di Santa Maria in Cosmedin. Il "processo di riavvicinamento" con i lefebvriani "è ancora lungo", ha spiegato Bertone. "Il resto è un episodio dolorosissimo che ha turbato il Papa e la Chiesa, ma non deve essere enfatizzato più di quello che vale in sè, perchè le chiarificazioni sono state nette e precise". Le dichiarazioni negazioniste rilasciate da Richard Williamson alla televisione svedese sono state "un intralcio nell'avvicinamento, un fatto anomalo, improvviso e inaspettato, che non poteva, però, fermare la revisione della scomunica". Il Concilio Vaticano II è, secondo Bertone , "un'affermazione centrale nel Pontificato di Papa Benedetto XVI, che dovrebbe sgombrare il campo da sospetti e critiche emerse anche in questi giorni". Illustrando "Le linee portanti del Magistero di Papa Benedetto XVI" ad una conferenza organizzata dal Circolo di Roma, nel Palazzo Diaconale di Santa Maria in Cosmedin, il segretario di Stato vaticano ha sottolineato, tra i punti qualificanti del Pontificato di Papa Ratzinger, "l'incessante sforzo per la riconciliazione e l'unità" del Papa, "sia all'interno della Chiesa che, nell'ecumenismo, con le altre Chiese e comunità ecclesiali, che, infine, con le altre religioni, a partire dall'ebraismo". "Gli operatori ebrei più acuti e meno condizionati - ha detto citando, su quest'ultimo punto, un documento su 'Il popolo ebraico e le sue Sacre scritture nella Bibbia cristiana' approvato dall'allora card. Ratzinger - hanno riconosciuto l'alto livello del dialogo portato avanti da Benedetto XVI". Quanto al perseguimento di "riconciliazione e unità" tra i cattolici, il porporato ha ricordato, prima della revoca della scomunica ai lefebvriani e del Motu Proprio "Summorum Pontificum" sulla Messa Tridentina, la lettera ai cattolici cinesi.

Il rabbinato di Israele fa marcia indietro sui rapporti con il Vaticano e plaude alle parole del Papa sulla Shoah

"Non abbiamo interrotto i rapporti con il Vaticano anche perché credo sia fondamentale tanto per noi quanto per il Vaticano stesso". Così il direttore generale del rabbinato d'Israele Oded Wiener smentisce, a SKYTG24, di voler interrompere i rapporti con la Santa Sede in seguito alle dichiarazioni del vescovo lefebvriano Richard Williamson. "Credo comunque che le parole del Papa di questa mattina - sottolinea Wiener - siano state estremamente importanti. Non c'è posto per persone come Williamson che negano l'esistenza dell'Olocausto. Credo sia un grande passo in avanti per risolvere questa questione ma dobbiamo ancora discutere con i membri della Commissione della Santa Sede e del governo d'Israele cosa dovrebbe essere fatto per porre fine a questa problematica. Il fatto che questa persona - ha aggiunto Wiener - sia stata scomunicata e successivamente riaccolta dalla Chiesa dopo 20 anni proprio quando ricorre la giornata della memoria, nella settimana dichiarata dalle Nazioni Unite come commemorativa dell'Olocausto, è davvero incredibile. Questo individuo dovrebbe essere respinto da qualsiasi luogo pubblico". Wiener spiega anche perché l'incontro fissato a Roma per il 2 marzo con la Commissione della Santa Sede per i rapporti con gli ebrei è stato rimandato: "questa questione deve essere discussa. Abbiamo posticipato l'incontro fino a quando non parleremo di tutto ciò con le persone della Santa Sede. Sicuramente in un tale momento storico e in un ambito così sensibile, tutto il mondo ebraico è scioccato da questa vicenda. Dobbiamo capire cosa fare per risolverla".

L'ambasciatore Lewy: Benedetto XVI resta il benvenuto in Israele. Sulle dichiarazioni del rabbino Rosen: non rappresenta il governo

Il Papa "era e resta il benvenuto" in Israele: lo afferma l'ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Mordechay Lewy (nella foto con Benedetto XVI), che, a commento delle dichiarazioni odierne di Benedetto XVI su shoah e lefebvriani, afferma: "Sono molto contento di una dichiarazione di così alto livello da parte della Santa Sede, che chiarisce molte cose e aiuta a superare gli equivoci". "Penso che sia sbagliato, ora, personalizzare la vicenda concentrandosi su un singolo vescovo", precisa Lewy interpellato per un commento. Il problema "è noto e il Papa lo ha affrontato in modo chiaro. Ogni ulteriore discussione sul negazionismo e sulla dichiarazione del Concilio Vaticano II "Nostra aetate" dovrebbe essere affrontata senza personalizzazioni". Quanto alla richiesta avanzata dal rabbino David Rosen di ulteriori scuse da parte di Williamson, l'ambasciatore d'Israele afferma: "Il rabbino Rosen rappresenta l'Ajc (American Jewish Committee) e l'Ijcic (Jewish Committee for Inter-religious Consultations), due istituzioni di dialogo molto autorevoli che non rappresentano, però, il governo israeliano". "Il Papa è benvenuto in Israele oggi, così come era benvenuto ieri e l'altroieri", puntualizza il rappresentante diplomatico d'Israele presso il Palazzo apostolico. Benedetto XVI dovrebbe recarsi a maggio in Terra Santa. La beatificazione di Pio XII? "Non è mai stato un argomento bilaterale tra Israele e Vaticano", spiega Lewy. Il pendente negoziato sullo statuto giuridico e fiscale della Chiesa cattolica in Terra Santa, allora? "Stiamo facendo progressi. Progressi che, ad ogni modo, non sono connessi con una visita del Papa che, peraltro, non è ancora stata ufficializzata". L'ambasciatore israeliano spiega: "Apprezziamo molto la statura morale del Papa e sappiamo che la Terra Santa è santa per le tre religioni monoteistiche". Il paragone fatto di recente dal card. Renato Raffaele Martino tra la Striscia di Gaza e un campo di concentramento? "Il portavoce vaticano ha già chiuso con successo quel capitolo".

Il rabbino Rosen: le parole del Papa sulla Shoah fatto importante e utile. Ma vuole un'altra dichiarazione del Vaticano

La solidarietà espressa dal Papa agli ebrei e il suo appello a considerare la shoah "un monito contro l'oblio, la negazione o il riduzionismo", dopo lo scandalo del vescovo lefebvriano negazionista Richard Williamson, sono "un fatto importante, buono e utile", secondo il rabbino David Rosen (nella foto con Benedetto XVI), consulente del Gran rabbinato di Israele. "Ma senza le scuse da parte di Williamson o una dichiarazione del Vaticano che egli non sarà più accettato come vescovo nella Chiesa fintantoché esprime opinioni del genere - prosegue il rabbino da Davos, in Svizzera, dove partecipa al World Economic Forum - la situazione resta ambigua".

Il card. Kasper domenica a Mosca per l'intronizzazione del nuovo Patriarca Kirill: è presto per parlare di un incontro con Benedetto XVI

Il Presidente del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, card. Walter Kasper (foto), sarà a Mosca domenica 1° febbraio per la solenne cerimonia di intronizzazione del nuovo Patriarca della Chiesa Ortodossa russa Kirill. Intervistato dalla Radio Vaticana, Kasper ha espresso la soddisfazione vaticana per l'elezione dell'ex ''ministro degli esteri' del Patriarcato di Mosca, ma ha detto che è presto per parlare di un possibile futuro incontro tra Sua Santità Kirill e Papa Benedetto XVI. ''Siamo molto contenti di questa elezione - ha detto Kasper - e ci congratuliamo con la Chiesa ortodossa russa per questa elezione. Noi conosciamo da molti anni Kirill: io ho avuto molti incontri con lui. Ha una posizione ferma, ma con lui si può dialogare. E' già stato tre volte qui a Roma ed ha incontrato Benedetto XVI immediatamente dopo la sua elezione, nel 2005, poi nel 2006 e nel 2007; ci sono stati incontri e rapporti e noi speriamo di poter continuare il nostro dialogo con lui. La sua elezione rappresenta anche una nuova fase per la Chiesa Ortodossa russa''. Kasper ha ricordato come per Kirill oggi non basti ''restaurare i muri delle chiese'' ma sia necessario ''un rinnovamento spirituale''. In occasione della cerimonia di intronizzazione, Kasper ha anticipato che avrà' con il nuovo Patriarca solo ''un breve incontro, perchè ci saranno molti ospiti''. ''Non penso - ha aggiunto - che in questo momento parleremo un incontro tra il Papa e il Patriarca. Il Patriarca dapprima dovrà visitare gli altri Patriarchi Ortodossi. Ha bisogno di tempo e noi non vogliamo mettergli fretta''.

Il vescovo di Ratisbona vieta l'accesso a Williamson alle chiese locali e i vescovi francesi ribadiscono l'amicizia con gli ebrei e la fedeltà al Papa

Il vescovo di Regensburg (Ratisbona), in Germania, mons. Gerhard Ludwig Mueller, ha disposto il divieto di accesso a tutte le chiese e a tutte le istituzioni della diocesi per il vescovo negazionista lefebvriano Richard Williamson. Lo ha reso noto un portavoce della diocesi, Jakob Schoeltz. Vicino Regensburg, a Zaitzkofen, la Fraternità Sacerdotale San Pio X ha la sede di un seminario. E proprio in occasione di una sua visita il vescovo Williamson, che normalmente risiede in Argentina, ha rilasciato l'intervista alla televisione svedese nella quale ha negato l'esistenza delle camere a gas naziste. Per competenza territoriale la procura di Regensburg ha aperto un'inchiesta a carico di Williamson per istigazione all'odio razziale.
Anche i vescovi francesi “condannano fermamente le parole inaccettabili e scandalose di mons. Williamson” e “ribadiscono alla comunità ebraica francese il loro impegno al dialogo e di amicizia”, ricordando anche che “Benedetto XVI non cessa di dimostrare il suo impegno per una relazione fruttuosa tra ebrei e cristiani”: è quanto si legge in una nota diffusa dal Consiglio permenente della Conferenza episcopale francese. “La revoca, da parte della Santa Sede, della scomunica dei quattro vescovi della Fraternità S. Pio X suscita numerose reazioni nell’opinione pubblica e nella società - scrivono i vescovi d’Oltralpe -. La coincidenza di questo annuncio con la rivelazione delle affermazioni di mons. Williamson, che nega il dramma dello sterminio degli ebrei, provoca una condanna che non può che essere legittima. I vescovi francesi condannano fermamente le parole inaccettabili e scandalose di mons. Williamson”. “Essi - continua la nota - ribadiscono alla comunità ebraica francese il loro impegno al dialogo e di amicizia. Ricordano che Benedetto XVI non cessa di dimostrare il suo impegno per una relazione fruttuosa tra ebrei e cristiani”. I vescovi francesi precisano inoltre che “togliere la scomunica non è una riabilitazione. Questo è un punto di partenza di un lungo cammino che presuppone un dialogo specifico. In alcun caso il Concilio Vaticano II sarà negoziabile. Alcuni gruppi ecclesiali non possono sostituirsi al magistero. I vescovi accolgono la volontà del Papa di andare fino in fondo a quel che può fare come invito alla riconciliazione. Sono in comunione con lui nell’esercizio della vigilanza episcopale. Esprimono il loro sostegno e la loro riconoscenza ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e ai laici che compongono la Chiesa cattolica in Francia e incoraggiano fedelmente le comunità cristiane vive e vicine agli uomini di questi tempi”.

Il Papa nella Repubblica Ceca. Benedetto XVI incontra il ministro della giustizia del Paese

In vista del viaggio che dovrebbe compiere in Repubblica Ceca, a fine settembre, il Papa ha ricevuto oggi il ministro della Giustizia del Paese, Jiri Pospisil, alla conclusione dell'udienza generale in Vaticano. Pospisil ha consegnato al Pontefice una lettera e un dono del Primo ministro della Repubblica Ceca, Mirek Topolanek, che in questo semestre detiene la presidenza del Consiglio Ue. Il ministro ceco è in Vaticano per una due-giorni di incontri. Nel corso della visita - ha fatto sapere l'Ambasciata della Repubblica Ceca presso la Santa sede con una nota diffusa nella sala stampa vaticana - incontrerà rappresentanti della Segreteria di Stato, di alcuni Pontifici Consigli e del Governatorato. Domani sarà la volta del Presidente della Corte d'Appello dello Stato della Città del Vaticano, del Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, mons. Francesco Coccopalmerio, e del Presidente del Consiglio per la Famiglia, card. Ennio Antonelli.

Il telegramma del Papa al Patriarca di Mosca Kirill: cooperarazione tra le due Chiese sui valori del messaggio cristiano e sulla piena unità

Collaborazione sui ''valori'' e nella ricerca della ''piena comunione'' tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa russa: sono gli auspici espressi da Papa Benedetto XVI al nuovo Patriarca di Mosca Kirill (foto), in un telegramma inviatogli oggi a seguito della sua elezione. ''Ho ricevuto con gioia - si legge nel telegramma - la notizia della tua elezione a Patriarca di Mosca e di tutta la Russia. Mi congratulo caldamente con te e ti auguro ogni forza e gioia nel compimento del grande impegno che ti attende come guida della Chiesa che presiedi sul cammino della crescita spirituale e dell'unità''. ''Chiedo al Signore con la preghiera - prosegue - di assicurarti abbondanza di saggezza per discernere la sua volontà, per perservare nel servizio di amore al popolo affidato al tuo ministero patriarcale e per sostenerlo nella fedelta' al Vangelo e alle grandi tradizione dell'Ortodossia russa''. Il Pontefice augura la benedizione divina sugli sforzi Kirill ''per conservare la comunione tra le Chiese Ortodosse e per cercare quella pienezza della comunione che è l'obiettivo della collaborazione e del dialogo cattolico-ortodosso''. ''Ti assicuro - conclude - la mia vicinanza spirituale e l'impegno della Chiesa Cattolica a cooperare con la Chiesa Ortodossa russa per una testimonianza sempre più chiara della verità del messaggio cristiano e di quei valori che sono i soli a poter sostenere il mondo odierno sulla via della pace, della giustizia, dell'amorevole cura degli emarginati''.

Benedetto XVI e Kirill teologi 'mariani' sulla via della riconciliazione tra i fratelli di Roma e Mosca

di LDCaterina63

Mi piace l'idea che di fatto e a differenza del passato, sia il nuovo Patriarca di Mosca che Benedetto XVI già si sono incontrati. Si sono già parlati, si sono già stretti la mano, si sono già scambiati opinioni di stima e di fiducia reciproca.
Ecco cosa vuol dire: spianate la strada al Signore che viene!
Erroneamente pensiamo che l'Ecumenismo, il dialogo, siano strumenti che tendono a confondere la Verità che siamo chiamati ad annunciare, ma non è così quando le cose sono fatte bene con il supporto della Provvidenza.
Qui abbiamo due Persone che con il dialogo avevano pianato questa strada, ed ecco uno è il nostro Sommo Pontefice, Successore di Pietro, l'altro è il Patriarca di Mosca, della Chiesa Ortodossa la quale è stata unita a Roma e a Pietro nei primi Mille anni di questa grande avventura. Come non vedere la mano della Provvidenza che agisce l'ha dove trova le Persone miti ed umili, pronte a lavorare con infinita pazienza alla trama della storia, a ricucire la tunica strappata.
Un altro aspetto che mi piace è questo: sia Benedetto XVI quanto Kirill sono profondamente "teologi mariani"; Benedetto XVI ci sta facendo amare profondamente la cultura stessa mariana, non l'inseguire una semplice devozione popolare (apprezzabilissima e importante) quanto quell'agire con Maria in ogni cosa.
Ecco, anche il Patriarca Kirill è un profondo teologo mariano, sappiamo infatti la grande e profonda devozione mariana del Popolo Russo ed Ortodosso: e chi ha Maria per Madre non può che essere davvero fratello e questa stessa ed unica Madre del Verbo non potrà fare altro che volere la riconciliazione dei fratelli.
Madre della Chiesa, Aiuto dei Cristiani, Regina Apostolorum: prega per noi! Guida i passi dei nostri Pastori, tienici uniti ai piedi della croce, tienici uniti davanti al Tuo Figlio Risorto.

La gioia del Papa per l'elezione di Kirill a Patriarca di Mosca. Gli auguri del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani e di mons. Pezzi

Il Papa al termine dell'Udienza generale ha inviato i suoi auguri a Kirill (nella foto con Benedetto XVI), nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. "Ho appreso con gioia la notizia dell'elezione del metropolita Kirill a nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie", ha detto Benedetto XVI. "Invoco su di lui la luce dello Spirito santo per un generoso servizio alla Chiesa russa, affidandolo alla protezione della madre di Dio".
“Siamo lieti di avere un Patriarca, con il quale abbiamo intrattenuto relazioni fraterne da molti anni, e che ha incontrato il Santo Padre già immediatamente dopo la sua elezione nell’aprile 2005 e poi nuovamente nei mesi di maggio 2006 e dicembre 2007”. Con queste parole il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani saluta l’elezione di Kirill a Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. “Confidiamo – si legge nella nota del Pontificio Consiglio - di poter continuare il cammino comune di ravvicinamento che abbiamo iniziato”. “Non vogliamo certo perdere di vista le difficoltà che ancora permangono – precisano dal dicastero vaticano - ma siamo disposti e desiderosi a cooperare nel campo sociale e culturale per testimoniare i valori cristiani, senza tuttavia dimenticare che lo scopo ultimo del dialogo è la realizzazione del testamento di Gesù Cristo, nostro Signore, e cioè la piena comunione di tutti i suoi discepoli”. “Auspichiamo e preghiamo – la conclusione del comunicato - affinché Dio doni al nuovo Patriarca abbondanti benedizioni e lo guidi con il dono della fortezza e della sapienza”.
“Spero fermamente che le relazioni di fraterna comprensione vicendevole, di fiducia e di collaborazione che si sono sviluppate fra le nostre Chiese negli ultimi anni del servizio del compianto Santissimo Patriarca Alessio II, possano avere un approfondimento e uno sviluppo ulteriore. Perché questo possa succedere, da parte nostra, siamo disposti a fare tutto quello che dipende da noi”. E’ l’augurio che mons. Paolo Pezzi, arcivescovo dell’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, ha inviato al nuovo Patriarca Kirill. Nel suo augurio, l’arcivescovo cattolico esprime la “sua gioia” “all’episcopato, al clero e ai laici della Chiesa russa ortodossa per questo evento – aggiunge - così importante per la Chiesa e per tutto il popolo russo”. “Prego affinché il servizio del nuovo Patriarca eletto, con l’aiuto della grazia divina, possa servire per il rafforzamento nei fedeli della loro fede e devozione e anche per il bene e lo sviluppo di tutto il popolo russo e il suo Stato”.

Giornata della Memoria. Il Papa: piena e indiscutibile solidarietà agli ebrei. Nessuno neghi la tragedia dell'Olocausto

Papa Benedetto XVI ha rinnovato oggi, al termine dell'Udienza generale del mercoledì, la sua ''piena e indiscutibile solidarieta''' con gli ebrei. ''Mentre rinnovo con affetto l'espressione della mia piena e indiscutibile solidarietà con i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza - ha detto il -ontefice -, auspico che la memoria della Shoah induca l'umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo''. ''In questi giorni, nei quali ricordiamo la Shoah, mi ritornano alla memoria le immagini delle mie ripetute visite ad Auschwitz'', ha detto il Santo Padre, ricordando le ''vittime innocenti di un cieco odio razziale e religioso''. Per Benedetto XVI, la Shoah deve essere ''per tutti monito contro l'oblio, la negazione o il riduzionismo, perchè la violenza fatta contro un solo essere umano è violenza contro tutti''.

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Revoca della scomunica ai lefebvriani. Benedetto XVI: fedeltà al Magistero e all'autorità del Papa e del Concilio Vaticano II

Il Papa è tornato sulla decisione di revocare la scomunica ai Lefebvriani e, in occasione dell'Udienza generale del mercoledì, ha chiesto loro di riconoscere il Concilio Vaticano II. "In adempimento di questo servizio all'unità che qualifica in modo specifico il mio ministero - ha detto Benedetto XVI - ho deciso giorni fa di concedere la remissione della scomunica in cui erano incorsi quattro vescovi ordinati nel 1988 da mons. Lefebvre senza mandato pontificio. Ho compiuto questo atto di paterna misericordia - ha sottolineato il Papa - perché ripetutamente questi presuli mi hanno manifestato la loro viva sofferenza per la situazione in cui si erano venuti a trovare. Auspico - ha proseguito Papa Ratzinger - che a questo mio gesto faccia seguito il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa, testimoniando così vera fedeltà e vero riconoscimento del Magistero e dell'autorità del Papa e del Concilio Vaticano II".

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Il Papa all'Udienza generale: i pastori della Chiesa siano teneri e forti come padri. Scrittura e Tradizione fondamento della fede

"Preghiamo perché anche noi, come cristiani, possiamo sempre più caratterizzarci, in rapporto alla società in cui viviamo, come membri della famiglia di Dio e pastori della Chiesa sempre più dotati di sentimenti paterni, insieme teneri e forti, nella formazione della comunità di Dio, della Chiesa”. Con queste parole il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alle lettere pastorali di San Paolo: due a Timoteo e una a Tito, “collaboratori stretti” dell’apostolo. In esse, ha fatto notare Benedetto XVI, “la Chiesa comprende se stessa in termini molto umani, in analogia con la casa e la famiglia”. In particolare, San Paolo scrive che “il vescovo deve essere irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, capace di insegnamento, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro”, e deve godere “di buona testimonianza presso i non cristiani”: in una parola, “il vescovo deve essere attento all’insegnamento e alla paternità”, perché “è considerato il padre della comunità cristiana”. Nelle lettere citate, ha fatto notare Benedetto XVI, “appare per la prima volta il triplice ministero del vescovo, del presbitero e del diacono”, anche se “rimane dominante la figura dell’apostolo”. Le lettere “non sono più indirizzate a comunità, ma a persone,che cominciano a stare al posto dell’apostolo”, prefigurando “una realtà che più tardi si chiamerà successione apostolica”. Nelle lettere pastorali di San Paolo, c’è “l’essenziale Della struttura cattolica”, e cioè l’affermazione che “Scrittura e annuncio formano un insieme ” e che “accanto alla struttura dottrinale deve essere presente la struttura personale, l’apostolo come testimone dell’annuncio evangelico”. Due i “richiami” di fondo dei testi paolini secondo Benedetto XVI: l’invito a “leggere la Scrittura in modo spirituale”, ossia come “parola dello Spirito Santo attraverso cui possiamo conoscere il Signore e la sua presenza nella storia”, e non come “oggetto di curiosità”, ha ammonito il Papa a braccio. Il secondo invito di Paolo è quello a prestare attenzione al “buon deposito”, cioè alla tradizione della fede apostolica, “da custodirsi con l’aiuto dello Spirito Santo che abita in noi, da considerarsi come criterio di fedeltà all’annuncio del Vangelo”. “Scrittura e tradizione formano insieme il fondamento saldo gettato da Dio”, come si legge nella lettera a Timoteo. “L’annuncio apostolico è necessario per entrare nelle Scritture e vedere qui la voce di Cristo”, ha aggiunto Benedetto XVI sempre fuori testo.
C'è stato anche un incontro ravvicinato con un cucciolo di leone nella mattinata di Papa Benedetto XVI: al termine dell'Udienza generale nell' Aula Paolo VI, infatti, un gruppo di artisti del Circo Medrano, dopo aver presentato al Pontefice un breve spettacolo da giocolieri, ha portato al Papa un cucciolo di leone. Papa Ratzinger è sembrato divertito ed ha accarezzato brevemente il leoncino.

Il rabbinato di Israele interrompe i rapporti ufficiali con la Santa Sede. Padre Lombardi: le parole del Papa più che sufficienti per smentire i dubbi

Il Gran Rabbinato di Israele ha deciso di rompere a tempo indefinito le relazioni con il Vaticano, a seguito della revoca della scomunica da parte di Benedetto XVI al vescovo lefebvriano negazionista Richard Williamson. Lo riporta il sito web del Jerusalem Post. Il Gran Rabbinato ha anche cancellato un incontro con la Commissione per i rapporti con l'ebraismo della Santa Sede, in programma a Roma dal 2 al 4 marzo. In una lettera al card. Walter Casper, presidente della Commissione per le relazioni religiose con l'ebraismo della Santa Sede, il direttore generale del Gran Rabbinato di Israele, Oded Weiner, ha affermato che "senza unapubblica scusa e una ritrattazione sarà difficile proseguire il dialogo". Secondo una fonte del Gran Rabbinato, il contenuto della lettera è stato divulgato alla stampa israeliana prima che la missiva giungesse al Vaticano, e ciò potrebbe ulteriormente complicare le relazioni tra il Gran Rabbinato e la Santa Sede.
Il Vaticano risponde al Rabbinato di Israele per bocca del portavoce, padre Federico Lombardi, auspica che “il dialogo della Chiesa Cattolica con l’ebraismo possa continuare con frutto e serenità”. ”Le parole del Papa, nelle diverse occasioni in cui già in passato si è espresso, e che oggi sono state pronunciate ancora una volta sul tema della Shoah, dovrebbero essere più che sufficienti per rispondere alle attese di chi esprime dubbi sulle posizioni del Papa e della Chiesa cattolica sull’argomento”, afferma Lombardi. “Ci auguriamo quindi che, anche alla luce di esse, le difficoltà presentate dal Rabbinato di Israele possano essere oggetto di ulteriore e più approfondita riflessione, in dialogo con la Commissione per i rapporti con l’ebraismo del Consiglio per l’unità dei cristiani, in modo che il dialogo della Chiesa cattolica con l’ebraismo possa continuare con frutto e serenità”.