mercoledì 28 gennaio 2009

Il vescovo di Ratisbona vieta l'accesso a Williamson alle chiese locali e i vescovi francesi ribadiscono l'amicizia con gli ebrei e la fedeltà al Papa

Il vescovo di Regensburg (Ratisbona), in Germania, mons. Gerhard Ludwig Mueller, ha disposto il divieto di accesso a tutte le chiese e a tutte le istituzioni della diocesi per il vescovo negazionista lefebvriano Richard Williamson. Lo ha reso noto un portavoce della diocesi, Jakob Schoeltz. Vicino Regensburg, a Zaitzkofen, la Fraternità Sacerdotale San Pio X ha la sede di un seminario. E proprio in occasione di una sua visita il vescovo Williamson, che normalmente risiede in Argentina, ha rilasciato l'intervista alla televisione svedese nella quale ha negato l'esistenza delle camere a gas naziste. Per competenza territoriale la procura di Regensburg ha aperto un'inchiesta a carico di Williamson per istigazione all'odio razziale.
Anche i vescovi francesi “condannano fermamente le parole inaccettabili e scandalose di mons. Williamson” e “ribadiscono alla comunità ebraica francese il loro impegno al dialogo e di amicizia”, ricordando anche che “Benedetto XVI non cessa di dimostrare il suo impegno per una relazione fruttuosa tra ebrei e cristiani”: è quanto si legge in una nota diffusa dal Consiglio permenente della Conferenza episcopale francese. “La revoca, da parte della Santa Sede, della scomunica dei quattro vescovi della Fraternità S. Pio X suscita numerose reazioni nell’opinione pubblica e nella società - scrivono i vescovi d’Oltralpe -. La coincidenza di questo annuncio con la rivelazione delle affermazioni di mons. Williamson, che nega il dramma dello sterminio degli ebrei, provoca una condanna che non può che essere legittima. I vescovi francesi condannano fermamente le parole inaccettabili e scandalose di mons. Williamson”. “Essi - continua la nota - ribadiscono alla comunità ebraica francese il loro impegno al dialogo e di amicizia. Ricordano che Benedetto XVI non cessa di dimostrare il suo impegno per una relazione fruttuosa tra ebrei e cristiani”. I vescovi francesi precisano inoltre che “togliere la scomunica non è una riabilitazione. Questo è un punto di partenza di un lungo cammino che presuppone un dialogo specifico. In alcun caso il Concilio Vaticano II sarà negoziabile. Alcuni gruppi ecclesiali non possono sostituirsi al magistero. I vescovi accolgono la volontà del Papa di andare fino in fondo a quel che può fare come invito alla riconciliazione. Sono in comunione con lui nell’esercizio della vigilanza episcopale. Esprimono il loro sostegno e la loro riconoscenza ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e ai laici che compongono la Chiesa cattolica in Francia e incoraggiano fedelmente le comunità cristiane vive e vicine agli uomini di questi tempi”.