martedì 11 maggio 2010

Il Papa ai giovani: grazie per la gioiosa testimonianza a Cristo, conto su di voi e sulle vostre preghiere. E scherza: lasciatemi andare a dormire

La prima giornata del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Portogallo si è conclusa con il festoso incontro con i giovani, raccolti in attesa del suo saluto davanti alla Nunziatura apostolica di Lisbona, dove il Papa ha alloggiato per la notte. C’era tanta gioia e affetto tra i giovani riuniti per aspettare il Papa. Hanno cantano, pregato, meditato sul Vangelo: è il passo di Luca in cui Gesù chiama i primi discepoli presso il Lago di Genèsaret, invitando Pietro a prendere il largo e calare le reti per la pesca. Pietro è dubbioso: ormai è giorno, e loro hanno faticato tutta la notte senza prendere nulla. Ma sulla parola del Signore getta le reti. E presero una quantità enorme di pesci. Dopo la lettura del Vangelo, i giovani riprendono a cantare e il Papa si affaccia per salutarli. “Cari amici – ha deto il Papa - ho apprezzato la viva e numerosa partecipazione dei giovani all’Eucaristia” in questa prima giornata in Portogallo. Avete dato prova della vostra fede e della vostra volontà “di costruire il futuro sul Vangelo di Gesù Cristo". "Grazie per la gioiosa testimonianza che offrite a Cristo, l’eternamente giovane, e per la premura manifestata al suo povero Vicario in terra con questo incontro serale. Siete venuti ad augurarmi la buona notte e di cuore vi ringrazio – ha proseguito il Papa in tono più scherzoso - ma adesso dovete lasciarmi andare a dormire, altrimenti la notte non sarebbe buona, e ci aspetta il giorno di domani”. Tra l’entusiasmo dei ragazzi Benedetto XVI ha espresso la sua “grande gioia” nel potersi unire alla moltitudine dei pellegrini di Fatima in occasione del decimo anniversario della Beatificazione di Francesco e di Giacinta. “Essi – ha sottolineato - con l’aiuto della Madonna, hanno imparato a vedere la luce di Dio nell’intimo dei loro cuori e ad adorarla nella loro vita. Che la Vergine Maria vi ottenga la stessa grazia e vi protegga!”. E ha concluso: “Continuo a contare su di voi e sulle vostre preghiere, affinché questa Visita in Portogallo sia ricolma di frutti….Buona notte! A domani. Grazie tante”.

Il Papa: guardando all'immagine di Cristo Re promuovete l'edificazione dell'amore, della giustizia e della pace in favore dei poveri e degli oppressi

Al termine della Santa Messa nel Terreiro do Paço di Lisbona, Benedetto XVI ha ricordato il monumento a Cristo Re, “quasi nella chiusura delle celebrazioni per i suoi 50 anni”. Eretto alle porte di Lisbona, il Cristo Re nasce come un progetto nazionale con il voto formulato dai vescovi portoghesi che a Fatima, il 20 aprile 1940, si impegnarono a costruire una grande opera dedicata al Sacro Cuore di Gesù se il Portogallo non fosse entrato in guerra. Il voto fu esaudito. “Vorrei additare alle nuove generazioni – ha detto il Papa - gli esempi di speranza in Dio e lealtà al voto fatto, che in esso ci hanno lasciato scolpiti i vescovi e i fedeli cristiani di allora, in segno di amore e riconoscenza per la preservazione della pace in Portogallo. Di là l’immagine di Cristo stende le braccia all’intero Portogallo, quasi a ricordargli la Croce dove Gesù ha ottenuto la pace dell’universo e si è manifestato Re e servo, perché è il vero Salvatore dell’umanità”. “Nella sua funzione di Santuario – ha concluso - diventi sempre più un luogo in cui ogni fedele possa verificare come i criteri del Regno di Cristo siano impressi nella sua vita di consacrazione battesimale, per promuovere l’edificazione dell’amore, della giustizia e della pace con interventi nella società a favore dei poveri e degli oppressi, per focalizzare la spiritualità delle comunità cristiane in Cristo, Signore e Giudice della storia". "Su quanti operano e servono nel Santuario di Cristo Re, sui suoi pellegrini e su tutti i fedeli della diocesi di Setubal imploro - ha concluso - abbondanti benedizioni del Cielo, creatrici di speranza e di pace durature nei cuori, nelle famiglie e nella società".

SIR, Agi

Messa a Lisbona. Il Papa: annunziate con vigore e gioia la risurrezione di Cristo, sostegno della nostra fede che spazza via paure, indecisioni, dubbi

Sono circa 200 mila i fedeli che hanno assistito alla Santa Messa celebrata questo pomeriggio dal Papa al centro di Lisbona. Sono gremite infatti sia Piazza Terreiro do Paco, dove è stato allocato il palco con l’altare, che Ppiazza Restauradores e le altre vie e piazza limitrofe, dove il rito viene seguito su maxi schermi. Il Papa è giunto poco dopo le 18.00 ora locale, le 19.00 in Italia, nella celebre Piazza del Terreiro do Paco nel cuore di Lisbona, sulle sponde del Tago. Benedetto XVI ha attraversato il centro di Lisbona in ‘Papamobile’ dalla Nunziatura, dove risiede durante il soggiorno nella capitale, fino al Terreiro, salutato lungo il percorso da migliaia di persone, che gridavano ‘Viva o Papa’ e sventolavano bandierine con la foto del Pontefice o con i colori del Vaticano. Prima della celebrazione, due calciatori della squadra del Benfica, Rui Costa e Nuno Gomes, hanno regalato al Papa una maglia della loro équipe: sorridendo, se l'è poggiata sul petto, suscitando un tripudio di applausi dai fedeli. La Messa è stata concelebrata da 400 sacerdoti, protetta da misure di sicurezza eccezionali. Dal fiume la Messa del Papa è stata seguita anche da molti fedeli a bordo di circa 120 imbarcazioni.
Nell'omelia, il Papa ha esortato il Portogallo a portare il "contributo" della propria "identità culturale e religiosa" nella "edificazione della Comunità europea".
Il Papa ha ricordato il “glorioso posto che il Portogallo si è guadagnato in mezzo alle nazioni per il servizio offerto alla diffusione della fede: nelle cinque parti del mondo ci sono Chiese locali che hanno avuto origine dall’azione missionaria portoghese”. "In passato - ha detto Benedetto XVI - la vostra partenza alla ricerca di altri popoli non ha impedito né distrutto i vincoli con ciò che eravate e credevate, anzi, con cristiana saggezza, siete riusciti a trapiantare esperienze e particolarità, aprendovi al contributo degli altri per essere voi stessi, in un'apparente debolezza che è forza. Oggi, partecipando all'edificazione della Comunità europea - ha aggiunto il Papa - portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa". "Sappiamo che non le mancano figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda", ha detto Benedetto XVI. L’esempio dei Santi portoghesi, Verissimo, Massima e Giulia, San Vincenzo, Sant’Antonio, San Giovanni di Brito o San Nuno di Santa Maria, è stato additato dal Papa alla Chiesa lusitana per ricordarle che “chi crede in Gesù non resterà deluso: è Parola di Dio, che non si inganna né può ingannarci”. "Fissando lo sguardo sui propri Santi, questa Chiesa locale ha giustamente concluso che oggi la priorità pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell'economia, nella politica".
"Spesso - ha però aggiunto Papa Ratzinger - ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?". Perché ciò non accada, “bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano. La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. Quindi la nostra fede ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi. C’è dunque un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni cristiano si trasformi in un testimone in grado di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima: soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà”. Quindi ha invitato in particolare i giovani ad annunciare Cristo ai loro coetanei: “Dite loro che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo. Con il vostro entusiasmo mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici – apparentemente tutti dello stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo Gesù”.

Il Papa in Portogallo. Vian: guarda alla storia con uno sguardo positivo e sereno che non ignora i drammi e le tragedie ma sa che Dio è più forte

“Nella storia il male non avrà l'ultima parola, nonostante difficoltà e dolore, nonostante l'ingiustizia, nonostante la stessa morte”: si apre con queste parole la nota a firma del direttore Giovanni Maria Vian su L’Osservatore Romano in edicola questa sera. Il titolo è “L'ottimismo di Benedetto XVI” e fa riferimento alle parole del Papa, pronunciate questa mattina sull’aereo che lo portava in Portogallo, nel consueto incontro con i giornalisti al suo seguito. L’ottimismo, scrive Vian, è “una chiave di lettura che gli è propria da sempre, "contrariamente a tenaci pregiudizi che da decenni ormai accompagnano la rappresentazione mediatica di Joseph Ratzinger". “Benedetto XVI guarda alla storia con occhi cristiani. Con uno sguardo positivo e sereno che non ignora i drammi e le tragedie della storia, gli abissi del male spalancati dal Novecento, il limite e la colpa originaria dell'uomo, il peccato degli stessi cristiani che mostra la continua necessità di rinnovamento della Chiesa (Ecclesia semper reformanda). Il suo ottimismo è dunque realista perché sa che il male attacca sempre, ma sa anche che le forze del bene sono presenti e che il Signore è più forte del male”. Vian cita al riguardo la crisi economica odierna “come un esempio chiarissimo della necessità di riaprire il pragmatismo dell'economia alle ragioni dell'etica”. Ancora, “segnata dall'ottimismo si è rivelata la considerazione del secolarismo da parte del Papa” perché, aggiunge il direttore, “per lo sguardo ottimista di Benedetto XVI, infatti, la presenza del secolarismo è di per sé normale, mentre anomale e negative sono invece la contrapposizione e l'esclusione di Dio dall'orizzonte dell'uomo”. "Volando sul Mediterraneo verso il Portogallo, nel consueto incontro con i giornalisti il Papa ha dato la chiave di lettura di questo suo nuovo viaggio internazionale diretto soprattutto a Fatima, il Santuario mariano che è divenuto uno dei luoghi simbolici più evocativi del cattolicesimo contemporaneo", scrive Giovanni Maria Vian. Quanto alla pedofilia, "a proposito del messaggio di Fatima il Papa si è ricollegato alle sofferenze attuali della Chiesa. Il Signore ha detto che la Chiesa sarà sofferente sino alla fine del mondo. E oggi - ha aggiunto il Pontefice - lo si vede in modo particolare. Oltre alla sofferenza come missione del Papa - esemplare in questo senso Giovanni Paolo II vittima dell'attentato - Papa Ratzinger ha spiegato che nel messaggio di Fatima ci sono indicazioni precise su realtà e futuro della Chiesa".

SIR, Apcom

Il Papa in Portogallo. Le carmelitane scalze compagne di suor Lucia: accanto a lui attraverso la tv. Il convento visitato nel 1996 dal card. Ratzinger

Per il viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI in Portogallo, le suore carmelitane scalze di Coimbra, compagne di Lucia dos Santos, la terza pastorella e custode dei segreti di Fatima morta nel 2005, hanno deciso di rinunciare alla clausura per quattro giorni e di seguire il Pontefice in tv: "Staremo accanto a lui, lo accompagneremo ovunque attraverso la televisione" ha spiegato Lusa suor Maria Celina. Il carmelo di Santa Teresa a Coimbra era stato visitato dall'allora card. Joseph Ratzinger accompagnato dal fratello Georg nell'ottobre del 1996. Nei giorni precedenti il cardinale aveva presieduto a Fatima le cerimonie per l'anniversario dell'ultima apparizione della Madonna ai Pastorelli, il 13 ottobre 1917.

Libero-news.it

Visita di cortesia e colloquio privato con il presidente della Repubblica. Il Papa firma il Libro d'oro e saluta il personale del Palacio de Belém

Conclusa la visita al Mosteiro dos Jerónimos il Pontefice, scortato da guardie a cavallo, si è trasferito al Palacio de Belém, noto anche come Palazzo Cor de Rosa, per il colore della facciata. È stato residenza dei sovrani del Portogallo fino alla proclamazione della Repubblica, quando è diventato sede dei presidenti. Benedetto XVI è stato accolto dal capo dello Stato nel Patio dos Bichos e accompagnato al piano superiore, dove ha firmato nel Libro d'oro. Il Pontefice ha lasciato in dono al presidente un quadro in mosaico raffigurante una benedizione di Gregorio XVI, dalla Loggia della Basilica in Piazza San Pietro. L'opera realizzata dallo Studio del Mosaico Vaticano in smalti policromi, applicati con stucco oleoso su base metallica. Successivamente si è svolto un colloquio privato con il presidente della Repubblica. Al termine il Papa, dalla veranda dello studio, ha rivolto un saluto al personale riunito in giardino, quindi ha raggiunto la Nunziatura apostolica, dove ha trascorso la pausa del pranzo e pernotterà oggi.

L'Osservatore Romano

La cerimonia di benvenuto a Benedetto XVI, primo Papa ad assistere a una parata militare. La breve visita al Mosteiro dos Jerónimos

Salutato da migliaia di fedeli che lo attendevano lungo le strade di Lisbona, Benedetto XVI ha attraversato la città lusitana per giungere al 'Mosteiro dos Jeronimos', un monastero costruito sul piccolo eremo di Santa Maria de Belem dove, per le cerimonie ufficiali della presidenza della Repubblica, si è svolta la cerimonia di benvenuto da parte del presidente della Repubblica, Anibal Cavaco Silva. Il Papa è giunto in vettura coperta dalla Nunziatura e ha preso posto al centro della tribuna delle autorità. Una grande folla lo ha acclamato nella piazza antistante con bandiere vaticane e portoghesi e cartelli con la scritta "Il Portogallo saluta il Papa". Ventuno salve di cannone hanno salutato l'arrivo di Benedetto XVI, dopo l'esecuzione degli inni nazionali e gli onori militari. Benedetto XVI e il presidente Cavaco Silva hanno poi assistito insieme alla sfilata della Guardia presidenziale. E' la prima volta che un Papa assiste a una parata militare, fanno notare le emittenti televisive locali. Il Papa, accompagnato dal Patriarca di Lisbona card. José da Cruz Policarpo, ha poi visitato il Monastero, luogo di particolare importanza per i portoghesi, perché ricorda i grandi viaggi di esplorazione del XVI secolo e, in epoca più recente, ha ospitato la cerimonia per la firma del Trattato di Lisbona dell'Unione Europea. Nello storico edificio sono conservati i resti mortali di Vasco de Gama, Luís de Camões, re, principi e i discendenti di Manuel I. Il Papa ha sostato alcuni minuti in adorazione davanti al Santissimo Sacramento esposto nella chiesa vuota di Santa Maria di Belém.

Apcom, Agi, L'Osservatore Romano

L'arrivo a Lisbona. Il Papa: qui come pellegrino alla Madonna di Fatima. La Chiesa collabora con chi non marginalizza il dare un senso umano alla vita

Il Papa è giunto a Lisbona, prima tappa del suo viaggio in Portogallo. L'aereo papale, partito verso le 9.15 dall'aeroporto romano di Fiumicino, è atterrato nell'aeroporto di Lisbona alle 10.57 ora locale, le 11.57 in Italia. Ad accoglierlo è stato il presidente portoghese Anibal Cavaco Silva.
“Vengo nelle vesti di pellegrino della Madonna di Fatima, investito dall’Alto nella missione di confermare i miei fratelli che avanzano nel loro pellegrinaggio verso il Cielo”. Così Benedetto XVI nel suo primo discorso in terra portoghese dove ha salutato tutti “indipendentemente dalla loro fede e religione”. Il Papa ha ricordato l’evento successo a Fatima 93 anni fa, “quando il Cielo – ha affermato - si è aperto proprio sul Portogallo – come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo Gli chiude la porta – per ricucire, in seno alla famiglia umana, i vincoli della solidarietà fraterna che poggiano sul reciproco riconoscimento dello stesso ed unico Padre”. Si tratta, ha detto, di un amorevole disegno di Dio che non è dipeso né dal Papa, né da qualsiasi altra autorità ecclesiale: “Non fu la Chiesa che ha imposto Fatima – direbbe il cardinale Manuel Cerejeira, di venerata memoria –, ma fu Fatima – ha detto - che si impose alla Chiesa”. “La Vergine Maria è venuta dal Cielo – ha detto Benedetto XVI - per ricordarci verità del Vangelo che costituiscono per l’umanità, fredda di amore e senza speranza nella salvezza, sorgente di speranza”.
Benedetto XVI ha voluto poi sottolineare come “la relazione con Dio è costitutiva dell’essere umano: questi è stato creato e ordinato verso Dio, cerca la verità nella propria struttura conoscitiva, tende verso il bene nella sfera volitiva, ed è attratto dalla bellezza nella dimensione estetica. La coscienza è cristiana nella misura in cui si apre alla pienezza della vita e della sapienza, che abbiamo in Gesù Cristo. La visita, che ora inizio sotto il segno della speranza, intende essere una proposta di sapienza e di missione”. Benedetto XVI non ha mancato di ribadire alle autorità politiche che “da una visione sapiente sulla vita e sul mondo deriva il giusto ordinamento della società. Posta nella storia, la Chiesa è aperta per collaborare con chi non marginalizza né riduce al privato l’essenziale considerazione del senso umano della vita. Non si tratta di un confronto etico fra un sistema laico e un sistema religioso, bensì di una questione di senso alla quale si affida la propria libertà. Ciò che distingue è il valore attribuito alla problematica del senso e la sua implicazione nella vita pubblica". Inoltre ha osservato che la svolta repubblicana di 100 anni fa, “ha aperto, nella distinzione fra Chiesa e Stato, un nuovo spazio di libertà per la Chiesa, a cui i due Concordati del 1940 e del 2004 avrebbero dato forma, in ambiti culturali e prospettive ecclesiali assai segnate da rapidi cambiamenti. Le sofferenze causate dalle trasformazioni – ha affermato - sono state in genere affrontate con coraggio. Il vivere nella pluralità di sistemi di valori e di quadri etici richiede un viaggio al centro del proprio io e al nucleo del cristianesimo per rinforzare la qualità della testimonianza fino alla santità, trovare sentieri di missione fino alla radicalità del martirio”.
Dal canto suo il presidente della Repubblica Cavaco Silva, accogliendo il Pontefice ha affermato che il Portogallo si attende da questo viaggio un messaggio di speranza in questi tempi di incertezza per il Paese. "La riceviamo in un'epoca di incertezze che mettono alla prova la solidità delle convinzioni e la forza dei legami che uniscono la comunità", ha detto Cavaco Silva. "In questi momenti, gli uomini hanno bisogno di chi porti un messaggio di speranza alla loro sete di giustizia e solidarietà. Solidarietà fra le nazioni, in un mondo segnato da abissali disparità di benessere e di prosperità. Solidarietà fra le persone, nei loro stessi Paesi, in particolare quando si fanno sentire, tante volte in una forma brutale e ingiusta, gli effetti di una crisi economica di dimensioni globali. Solidarietà - ha sottolineato il Presidente portoghese - che è alla base dello straordinario progetto di pace e di sviluppo che è la costruzione dell'unità europea. Solidarietà, valore che contraddistingue gli uomini di bene, indipendentemente dalla loro fede, e componente essenziale del 'comandamento nuovo' dell'amore verso il prossimo". Dall’aeroporto, tra due ali di folla festante, il Papa si è poi trasferito al Monastero di Jerónimos, storico complesso da dove partivano nel ‘500 i grandi esploratori ed i missionari portoghesi e che oggi è utilizzato dal Cerimoniale per l’accoglienza dei Capi di Stato.

Apcom, Radio Vaticana


L'intervista al Papa verso Lisbona: nel messaggio di Fatima le sofferenze della Chiesa per i suoi peccati, secolarizzazione e fede, la crisi economica

Il rapporto tra secolarizzazione e fede, la crisi economica e i suoi influssi sull’Europa, il senso dell’imminente pellegrinaggio a Fatima, con una riflessione sulle ferite più recenti patite dalla Chiesa, come quella degli abusi sessuali, che trovano eco nel messaggio stesso di Fatima. Sono i temi affrontati questa mattina da Benedetto XVI nell’incontro con i giornalisti a bordo del volo papale diretto a Lisbona. Le parole di Benedetto XVI echeggiano chiare e incisive all’interno dell’Airbus 320 dell’Alitalia, gremito dai giornalisti come sempre ansiosi di ascoltare le prime considerazioni del Papa all’inizio di un viaggio apostolico. La terza domanda dei cronisti tocca uno dei punti nevralgici: è possibile cogliere nel Messaggio di Fatima, chiedono, oltre a ciò che riguardò Giovanni Paolo II e l’attentato subito, anche il senso delle sofferenze che vive la Chiesa contemporanea, scossa dalle vicende degli abusi sessuali sui minori? La replica di Benedetto XVI è netta. Ciò che di nuovo si può scoprire oggi nel Messaggio di Fatima è che in esso, dice, si vede la “passione” che vive la Chiesa che “si riflette sulla persona del Papa”: “Non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione alla Chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa, e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di reimparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”. Detto questo, ha ribadito il Papa, dobbiamo ricordare che “il Signore è più forte del male e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia”. In precedenza, il Pontefice aveva risposto a una domanda sulla realtà di secolarizzazione del Portogallo, Paese un tempo profondamente cattolico. Benedetto XVI ha riconosciuto anzitutto la presenza lungo i secoli di una “fede coraggiosa, intelligente e creativa”, testimoniata dalla nazione lusitana anche in molte parti del mondo, come in Brasile. Pur notando come “la dialettica tra fede e secolarismo in Portogallo” conti “una lunga storia”, tuttavia non sono mancate persone, ha detto, intenzionate a “creare dei ponti”, a “creare un dialogo” tra le due posizioni. Un compito che non è mai tramontato ed è tuttora attuale: “Penso che proprio il compito, la missione dell’Europa in questa situazione è trovare questo dialogo, integrare fede e razionalità moderna in un'unica visione antropologica che completa l’essere umano e rende così anche comunicabile le culture umane. La presenza del secolarismo è una cosa normale, ma la separazione, la contrapposizione tra secolarismo e cultura della fede è anomala e deve essere superata. La grande sfida di questo momento è che i due si incontrino, così che trovino la loro vera identità. E’ una missione dell’Europa e una necessità umana in questa nostra storia.”Benedetto XVI ha pure risposto a una domanda sulla crisi economica che metterebbe a rischio, per alcuni, la stabilità stessa dell’Europa comunitaria. Prendendo spunto dalla Dottrina sociale della Chiesa, che invita il positivismo economico a entrare in dialogo con una visione etica dell’economia, il Papa ha anche confessato che la fede cattolica ha “spesso” lasciato, in passato, le questioni economiche al mondo pensando solo “alla salvezza individuale”. Ed ha concluso: “Tutta la tradizione della Dottrina sociale della Chiesa va nel senso di allargare l’aspetto etico e della fede, oltre l'individuo, alla responsabilità del mondo, a una razionalità 'performata' dall’etica. E d’altra parte, gli ultimi avvenimenti sul mercato in questi ultimi due-tre anni hanno dimostrato che la dimensione etica è interna e deve entrare nell’interno dell’agire economico...Solo così, l’Europa realizza la sua missione”.

Il Papa in volo verso il Portogallo. Lo scambio di messaggi con il presidente della Repubblica Napolitano

''Nel lasciare il suolo italiano per recarmi in Portogallo mi è caro rivolgere a lei signor Presidente il mio deferente saluto e mentre mi accingo ad incontrare la comunità cattolica, le autorità e la gente di quel nobile Paese, come pure i pellegrini, specialmente malati, che da tutto il mondo accorrono al Santuario mariano di Fatima per trovare luce e speranza, invoco la benedizione del Signore sull'intera nazione italiana, in particolare su quanti soffrono nel corpo e nello spirito''. E' quanto scrive Benedetto XVI in un telegramma inviato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, prima di lasciare Roma per recarsi in Portogallo. Il Presidente della Repubblica a sua volta ha inviato a Papa Ratzinger ''il più sincero ringraziamento'' per il messaggio che ''ha voluto cortesemente indirizzarmi, nonchè per la sollecitudine e la vicinanza che ancora una volta ha voluto manifestare nei riguardi della Nazione italiana''. ''Trascorsi 10 anni dal viaggio compiuto dal Suo venerato predecessore - prosegue il messaggio di Napolitano al Papa - la missione apostolica che Vostra Santità si appresta a compiere in Portogallo in occasione del 10° anniversario della beatificazione di Giacinta e Francesco Marto rappresenta non solo il pellegrinaggio in uno dei luoghi più cari alla cristianità, ma anche una preziosa opportunità affinchè il Suo costante richiamo ai valori condivisi della pace, della libertà, del dialogo, della giustizia e della fraternità possa trovare ovunque rinnovata risonanza. Nell'augurarLe pieno successo per la Sua missione - conclude il Capo dello Stato - mi è gradito, Santità, rinnovarLe i sensi della mia profonda stima e considerazione''.

Asca

ll Papa in volo verso il Portogallo. Interviste al patriarca di Lisbona, al rettore del Santuario di Fatima e all'ambasciatore in Vaticano

Da L'Osservatore Romano:

A colloquio con il cardinale patriarca di Lisbona: Evangelizzare la cultura è la nuova sfida

Da Avvenire:

Il rettore del santuario: Fatima altare del mondo

Il patriarca di Lisbona: «Fatima svela il senso della storia»

Da Zenit:

La visita del Papa avrà un "impatto speciale" sui cattolici portoghesi

Il Papa partito per il Portogallo. Buon viaggio, Benedetto XVI!

Papa Benedetto XVI è partito verso le 9.15 per il viaggio apostolico di quattro giorni in Portogallo, durante i quali visiterà Lisbona, Fatima e Porto. Il Pontefice è giunto all'aeroporto di Fiumicino a bordo di un elicottero dell'Aeronautica Militare atterrato a pochi metri della scaletta dell'aereo di Alitalia, un Airbus A320 battezzato "Giuseppe Ungaretti" entrato recentemente a far parte della flotta della compagnia. Qui è stato accolto, a nome del governo italiano, dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. All'aeroporto di Fiumicino, prima della partenza, il Papa ha ricevuto il saluto di autorità e personalità: oltre a Gianni Letta, tra gli altri, l'amministratore delegato di Aeroporti di Roma Giulio Maleci, il presidente di Alitalia Roberto Colaninno, il vescovo di Porto e Santa Rufina mons. Gino Reali e il presidente dell'Enac Vito Riggio. Quindi Letta ha accompagnato Benedetto XVI fin sotto la scaletta dell'Airbus A320. Prima che si chiudesse il portellone, il Papa ha rivolto un cenno di saluto a fotografie e cineoperatori. La delegazione pontificia che accompagna nel viaggio il Papa è guidata dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone. Particolarmente rigide le misure di sicurezza lungo tutta l'area perimetrale dello scalo, con il controllo sia dall'alto da parte di un elicottero della Polizia sia a terra con tiratori scelti e unità cinofile.

Leggo online

ll Papa in Portogallo. Il seguito papale, i giornalisti, i fotografi e gli operatori: le 95 persone che accompagnano in volo Benedetto XVI

Tutto pronto per il quindicesimo viaggio internazionale di Papa Benedetto XVI, che da oggi a venerdì 14 maggio sarà in Portogallo, nel decennale della beatificazione di Giacinta e Francisco, i pastorelli di Fatima. Sarà soprattutto un pellegrinaggio mariano, ma non mancherà l’aspetto istituzionale, con i tanti incontri con le autorità portoghesi. Fittissimo il programma, con un tema di riflessione per ogni tappa: Lisbona, "Santità ed Evangelizzazione", Fatima, “Condividere con gioia”, e Porto, ”Chiesa e missione”. La partenza del volo papale è prevista alle 8.50 di questa mattina, con l’Airbus A 320 “Giuseppe Ungaretti” dell’Alitalia, codice AZ 4000. A bordo, oltre il Santo Padre, il seguito papale, i giornalisti ammessi al volo, un funzionario della Sala stampa vaticana e uno dell’Alitalia. In tutto, viaggeranno con il Santo Padre 95 persone. Del seguito papale faranno parte due cardinali, due vescovi, sette sacerdoti e diciotto laici. A capo del seguito il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Sarà del seguito anche il card. José Saraiva Martins, portoghese, prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi. I vescovi saranno il sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Fernando Filoni e il segretario della Congregazione dei vescovi, mons. Manuel De Castro, anch’egli portoghese. Tra i sacerdoti, mons. Guido Marini, Maestro delle celebrazioni liturgiche, mons. Georg Gänswein, segretario particolare del Papa, coadiuvato da mons. Alfred Xuereb. Per la Segreteria di Stato, inoltre, sarà presente mons. Antonio Da Costa. Faranno parte del seguito anche i coadiutori del Maestro delle celebrazioni liturgiche, mons. Francesco Camaldo e mons. Konrad Krajewski. A curare i rapporti con gli operatori della comunicazione, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, del CTV e della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, e il funzionario della Sala Stampa, Vik van Brantegem. Tra i laici presenti il dott. Alberto Gasbarri, responsabile dell’organizzazione del viaggio, coadiuvato dal dott. Paolo Corvini e il prof. Giovanni Maria Vian, direttore de L'Osservatore Romano. Nel seguito anche il medico personale del Papa, dott. Patrizio Polisca, il dott. Giampiero Vetturini, Direttore dei servizi sanitari della Città del Vaticano e l’assistente di camera del Papa, Paolo Gabriele. La sicurezza personale del Santo Padre sarà garantita dei 5 della gendarmeria vaticana, guidati dal dott. Domenico Giani, oltre che dal tenente colonnello Jean-Daniel Pitteloud e dal sergente Daniel Koch della Guardia Svizzera pontificia. Per i media della Santa Sede, faranno parte del seguito il fotografo de L’Osservatore Romano, Francesco Sforza, due operatori del CTV e due della Radio Vaticana. L’assistente dall’Alitalia è Stefania Izzo, responsabile per i trasferimenti aerei. 64 i giornalisti accreditati viaggeranno con Benedetto XVI, di cui 29 per testate italiane e 4 per conto di media vaticani. Tra questi ultimi, ci saranno Simone Coali ed Alessandro di Bussolo per per il CTV, Nicola Gori e Simone Risoluti per L’Osservatore Romano. Gli altri giornalisti rappresentano le più importanti testate giornalistiche mondiali. Tra i giornalisti ammessi al volo papale, 6 sono photoreporter: Vincenzo Pinto per Afp, Ettore Ferrari per Ansa, Gregorio Borgia per Ap, Stefano Rellandini per Reuters, Gregorz Galazka per SIPA e Alessia Giuliani per Catholic Press Photo. Le testate televisive saranno rappresentate da 21, di cui 12 corrispondenti, 8 cameramen e un producer. Tra i corrispondenti, Cristiana Caricato di Tv2000, Giuseppe De Carli, direttore della Struttura Rai Vaticano, mons. Guido Todeschini di Telepace, mons. Jarorlaw Cielecki per Vatican Service News, e 1 giornalista rispettivamente per Televisiva, Zdf, Fox News, Abc News, KTO TV, Canal 13 TV UC Chile, RTP e SIC TV. Tra i cameramen gli inviati delle agenzie EU Pool TV (Stefano Belardini), AP-Reuters pool TV (Gabriele Pileri), Tv2000 (Andrea Tramontano) e Telepace (Antonio Ivan Russo). Il producer sarà Fabio Severo, per EU Pool TV. I redattori di giornali, agenzie e periodici saranno 33. Per i quotidiani italiani saranno presenti Marco Ansaldo per La Repubblica, Giacomo Galeazzi per La Stampa, Franca Giansoldati per Il Messaggero, Carlo Marroni per Il Sole 24 Ore, Salvatore Mazza per Avvenire, Andrea Tornielli per Il Giornale, Gian Guido Vecchi per il Corriere della Sera. Per i quotidiani stranieri Rachel Donadio per The New York Times, Jaen Marie Guénois per Le Figaro, Stéphanie Le Bars per Le Monde, Frederic Mounier per Le Croix e Maria Paixão de Magelhães Redmont per Diário de Notícias. Unico inviato italiano per le agenzie di stampa, Fausto Gasparroni per l’Ansa. Tra le altre agenzie, segnaliamo la ITAR-TASS, la EFE, la Promedia, la I.Media, CNS, la CIC, l’AFP, l’UCA News, la Reuters, l’Ap, la DPA e l’Agencia Ecclesia. Per i periodici saranno presenti 4 giornalisti, tra cui Ignazio Ingrao per Panorama e i corrispondenti di National Catholic Reporter, Sabado ed Expresso. Tra i tre giornalisti radiofonici, unico italiano Raffaele Luise per Rai – Gr; altre radio rappresentate Cadena Cope, Radio Renascença. Dopo un volo di 3 ore e 10 minuti, 1860 km percorsi, il volo papale atterrerà alle ore 11.00 ora locale all’aeroporto internazionale Portela di Lisbona, dopo aver attraversato Italia, Francia, Spagna e Portogallo. Venerdì pomeriggio, l’A320 della TAP “D. Alfonso Henriques” con numero TP9704 riporterà a Roma il Santo Padre,il seguito e i giornalisti ammessi, con partenza alle 14.00 dall’aeroporto internazionale “Francisco sa Cárneiro” di Porto, alla volta dell’aeroporto di Ciampino a Roma, dopo 1760 km percorsi.

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