martedì 11 maggio 2010

Messa a Lisbona. Il Papa: annunziate con vigore e gioia la risurrezione di Cristo, sostegno della nostra fede che spazza via paure, indecisioni, dubbi

Sono circa 200 mila i fedeli che hanno assistito alla Santa Messa celebrata questo pomeriggio dal Papa al centro di Lisbona. Sono gremite infatti sia Piazza Terreiro do Paco, dove è stato allocato il palco con l’altare, che Ppiazza Restauradores e le altre vie e piazza limitrofe, dove il rito viene seguito su maxi schermi. Il Papa è giunto poco dopo le 18.00 ora locale, le 19.00 in Italia, nella celebre Piazza del Terreiro do Paco nel cuore di Lisbona, sulle sponde del Tago. Benedetto XVI ha attraversato il centro di Lisbona in ‘Papamobile’ dalla Nunziatura, dove risiede durante il soggiorno nella capitale, fino al Terreiro, salutato lungo il percorso da migliaia di persone, che gridavano ‘Viva o Papa’ e sventolavano bandierine con la foto del Pontefice o con i colori del Vaticano. Prima della celebrazione, due calciatori della squadra del Benfica, Rui Costa e Nuno Gomes, hanno regalato al Papa una maglia della loro équipe: sorridendo, se l'è poggiata sul petto, suscitando un tripudio di applausi dai fedeli. La Messa è stata concelebrata da 400 sacerdoti, protetta da misure di sicurezza eccezionali. Dal fiume la Messa del Papa è stata seguita anche da molti fedeli a bordo di circa 120 imbarcazioni.
Nell'omelia, il Papa ha esortato il Portogallo a portare il "contributo" della propria "identità culturale e religiosa" nella "edificazione della Comunità europea".
Il Papa ha ricordato il “glorioso posto che il Portogallo si è guadagnato in mezzo alle nazioni per il servizio offerto alla diffusione della fede: nelle cinque parti del mondo ci sono Chiese locali che hanno avuto origine dall’azione missionaria portoghese”. "In passato - ha detto Benedetto XVI - la vostra partenza alla ricerca di altri popoli non ha impedito né distrutto i vincoli con ciò che eravate e credevate, anzi, con cristiana saggezza, siete riusciti a trapiantare esperienze e particolarità, aprendovi al contributo degli altri per essere voi stessi, in un'apparente debolezza che è forza. Oggi, partecipando all'edificazione della Comunità europea - ha aggiunto il Papa - portate il contributo della vostra identità culturale e religiosa". "Sappiamo che non le mancano figli riottosi e persino ribelli, ma è nei Santi che la Chiesa riconosce i propri tratti caratteristici e, proprio in loro, assapora la sua gioia più profonda", ha detto Benedetto XVI. L’esempio dei Santi portoghesi, Verissimo, Massima e Giulia, San Vincenzo, Sant’Antonio, San Giovanni di Brito o San Nuno di Santa Maria, è stato additato dal Papa alla Chiesa lusitana per ricordarle che “chi crede in Gesù non resterà deluso: è Parola di Dio, che non si inganna né può ingannarci”. "Fissando lo sguardo sui propri Santi, questa Chiesa locale ha giustamente concluso che oggi la priorità pastorale è quella di fare di ogni donna e uomo cristiani una presenza raggiante della prospettiva evangelica in mezzo al mondo, nella famiglia, nella cultura, nell'economia, nella politica".
"Spesso - ha però aggiunto Papa Ratzinger - ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido?". Perché ciò non accada, “bisogna annunziare di nuovo con vigore e gioia l’evento della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della nostra fede, leva potente delle nostre certezze, vento impetuoso che spazza via qualsiasi paura e indecisione, qualsiasi dubbio e calcolo umano. La risurrezione di Cristo ci assicura che nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa. Quindi la nostra fede ha fondamento, ma c’é bisogno che questa fede diventi vita in ognuno di noi. C’è dunque un vasto sforzo capillare da compiere affinché ogni cristiano si trasformi in un testimone in grado di rendere conto a tutti e sempre della speranza che lo anima: soltanto Cristo può soddisfare pienamente i profondi aneliti di ogni cuore umano e dare risposte ai suoi interrogativi più inquietanti circa la sofferenza, l’ingiustizia e il male, sulla morte e la vita nell’Aldilà”. Quindi ha invitato in particolare i giovani ad annunciare Cristo ai loro coetanei: “Dite loro che è bello essere amico di Gesù e vale la pena seguirlo. Con il vostro entusiasmo mostrate che, fra tanti modi di vivere che il mondo oggi sembra offrici – apparentemente tutti dello stesso livello –, l’unico in cui si trova il vero senso della vita e quindi la gioia vera e duratura è seguendo Gesù”.