venerdì 22 luglio 2011

Il Papa: risvegliare l'anima cristiana e umana nel mondo dell'educazione e della cultura per la promozione integrale della persona

Benedetto XVI ha inviato il suo saluto e la sua benedizione all’Istituzione Teresiana a cento anni dalla sua nascita. In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, letto durante la plenaria dell’Istituzione in corso nei pressi di Madrid, il Papa ricorda con gratitudine i buoni frutti raccolti da questa associazione internazionale di laici fondata nel 1911 da San Pedro Poveda, invitandola a rinnovare l’impegno a “risvegliare l'anima cristiana e umana” nel mondo dell'educazione e della cultura per “la promozione integrale della persona”. San Pedro Poveda, sottolinea il Papa, fu ispirato dallo “sguardo amorevole della Madonna di Covadonga” a mettere in pratica “la buona idea di dare nuovo impulso a una vita cristiana autentica e alla missione di evangelizzare e umanizzare i vari settori della società”. San Pedro Poveda, uomo dolce ma determinato, fu uno dei primi martiri dell’odio antireligioso scoppiato durante la guerra civile spagnola. Fu ucciso a Madrid il 28 luglio 1936 a 61 anni, dicendo queste ultime parole a chi lo aveva condannato a morte: “Sono sacerdote di Cristo”.

Radio Vaticana

La Chiesa e la Cina, il grande gelo. Altri vescovi pronti all'ordinazione senza il mandato papale. Sui poteri dei presuli il Vaticano II vide lontano

La Chiesa e la Cina, il grande gelo

Cina, altri vescovi pronti all'ordinazione

Cina. Sui poteri dei vescovi il Concilio vide lontano

Messaggio del Papa al card. Bertone per la morte del fratello Paolo: fervide preghiere affinché condivida con il Signore la gioia e la pace senza fine

Papa Benedetto XVI ha espresso in un messaggio inviato al card. Tarcisio Bertone (foto), Segretario di Stato, il suo cordoglio per la morte del fratello del porporato, avvenuta questa mattina. ''Appresa la dolorosa notizia della morte del Suo amato fratello Paolo - si legge nel messaggio -, desidero manifestare l'espressione della mia vicinanza e del mio sentito cordoglio a Lei e a tutti i familiari, in particolare alla moglie Sig.ra Pina, ai figli Cristiano e Stefania con le loro famiglie, ai fratelli Valeriano e Mariuccia''. ''Mentre assicuro la mia partecipazione spirituale alla liturgia funebre, elevo fervide preghiere affinchè il caro defunto possa condividere con il Signore Risorto la gioia e la pace senza fine - prosegue il testo -. Con tali sentimenti, di vero cuore imparto a Lei, venerato fratello e a tutti coloro che ne piangono la dipartita, la confortatrice Benedizione Apostolica''. Paolo Bertone, fratello del cardinale è morto all'età di 81 anni, in seguito a una lunga malattia. Proprio ieri, informa L'Osservatore Romano, prima di partire per Les Combes di Introd, il segretario di Stato vaticano era passato a salutarlo alla Casa di cura Mons. Luigi Novarese, dei Silenziosi operai della Croce, presso il Santuario di Trompone a Moncrivello, nel Vercellese, dove era stato ricoverato in questi ultimi giorni. La malattia lo aveva colpito nel marzo 2009. Terzo di otto figli, Paolo Bertone era un ex allievo di don Bosco. Le esequie saranno celebrate lunedì' mattina, 25 luglio, alle ore 11.30, nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Solutore, a Romano Canavese.

Asca

MESSAGGIO DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE AL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO TARCISIO BERTONE PER LA MORTE DEL FRATELLO PAOLO

Memoria di Santa Maria Maddalena. Il Magistero del Papa: la fede nasce dall'incontro personale con Cristo risorto, slancio di coraggio e libertà

La Chiesa celebra oggi la memoria di Santa Maria Maddalena, discepola del Signore e prima testimone del Risorto. Benedetto XVI l’ha definita una donna sincera, anche nella sua debolezza, una donna che continua ad amare quando tutte le ragioni dell’amore sembrano finite. Maria di Magdala era una peccatrice: ma lo sapeva, lo riconosceva, per questo l’incontro con Cristo la cambia profondamente. Da lei escono sette demoni. La sua storia, afferma il Papa, richiama a tutti una verità fondamentale: “Discepolo di Cristo è chi, nell’esperienza dell’umana debolezza, ha avuto l’umiltà di chiedergli aiuto, è stato da Lui guarito e si è messo a seguirLo da vicino, diventando testimone della potenza del suo amore misericordioso, più forte del peccato e della morte” (Angelus, 23 luglio 2006).
E’ facile seguire Gesù quando compie miracoli e tutti lo osannano. La Maddalena lo segue anche quando viene arrestato, deriso, ucciso sulla croce, mentre perfino i discepoli fuggono. Ma lei sarà anche la prima a incontrare il Cristo risorto e a correre ad annunciarlo al mondo: “La fede nasce dall’incontro personale con Cristo risorto, e diventa slancio di coraggio e di libertà che fa gridare al mondo: Gesù è risorto e vive per sempre. E’ questa la missione dei discepoli del Signore di ogni epoca e anche di questo nostro tempo” (Udienza generale, 19 aprile 2006).
Maria Maddalena non ha mai smesso di cercare il Signore, anche quando ogni speranza sembra perduta. E la sua costanza viene premiata. Lo ritrova e lo riconosce quando viene da Lui chiamata per nome: “Anche noi, se cerchiamo il Signore con animo semplice e sincero, lo incontreremo, anzi sarà Lui stesso a venirci incontro; si farà riconoscere, ci chiamerà per nome, ci farà cioè entrare nell’intimità del suo amore” (Udienza generale, 11 aprile 2007).
La sua gioia nel ritrovare il Maestro è grande, vorrebbe riabbracciarlo, come un tempo, ma Gesù la ferma. “Ormai – osserva il Papa - non c’è più posto per un rapporto con il Risorto che sia meramente umano”, occorre uno sguardo totalmente nuovo: “Per incontrarlo non bisogna tornare indietro, ma porsi in modo nuovo in relazione con Lui: bisogna andare avanti! Lo sottolinea San Bernardo: Gesù ci invita tutti a questa vita nuova, a questo passaggio… Noi non vedremo il Cristo voltandoci indietro" (Udienza generale, 11 aprile 2007).

Radio Vaticana

Lombardi: la Santa Sede risponderà alla domanda del Governo irlandese sul Rapporto di Cloyne. Il dibattito contruisca alla salvaguardia dei bambini

La diplomazia pontificia replicherà alle accuse contro il Vaticano formulate da alcuni esponenti governativi irlandesi in seguito alla pubblicazione del Rapporto sugli abusi sessuali commessi dai preti nella diocesi di Cloyne. A ribadirlo ieri ad alcuni giornalisti, dopo averlo già preannunciato il 19 luglio scorso, è stato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI). “Confermo, come già detto, che la Santa Sede risponderà opportunamente alla domanda posta dal Governo irlandese a proposito del Rapporto sulla diocesi di Cloyne”, ha detto il sacerdote gesuita. Nella sua dichiarazione padre Lombardi ha aggiunto che “in ogni caso, ci si augura che il dibattito in corso su temi così drammatici si sviluppi con la necessaria obiettività, in modo da contribuire alla causa che deve stare maggiormente a cuore a tutti, cioè la salvaguardia dei bambini e dei giovani e il rinnovamento di un clima di fiducia e collaborazione a questo fine, nella Chiesa e nella società, come auspicato dal Papa nella sua Lettera ai cattolici dell’Irlanda”.

Zenit

Entro l'estate il Papa potrebbe completare la stesura del terzo e ultimo libro su Gesù. Poi il lavoro per farlo uscire entro il suo 85° compleanno


Nella valigia che Benedetto XVI chiuderà il prossimo 22 settembre per affrontare il viaggio in Germania ci sarà anche l'ultima fatica teologico-letteraria del Papa. Dopo un'estate passata a limarne il testo (ma anche, con tutte le probabilità, a mettere a punto l'Enciclica sulla fede, che in molti danno per imminente), Benedetto XVI porterà nel viaggio di ritorno alla sua terra natale il manoscritto dell'ultimo volume della trilogia su Gesù di Nazaret, e lo consegnerà nelle mani dell'editore tedesco Herder. Nel frattempo, i traduttori della Segreteria di Stato, coordinati da Ingrid Stampa, avranno cominciato il lavoro di traduzione del testo nelle lingue principali. L'edizione italiana sarà curata dalla Libreria Editrice Vaticana. I ritmi saranno serratissimi. Il volume vuole essere presentato e lanciato sul mercato entro il 16 di aprile, giorno dell'85° compleanno di Benedetto XVI. Buona parte del libro, in realtà, è già pronto. Inizialmente, la serie di libri sulla figura storica di Gesù doveva fermarsi con il secondo volume, quello sulla Passione e Resurrezione. Un volume fondamentale per Joseph Ratzinger, che ci ha lavorato con cura maniacale, in particolare il capitolo sulla Resurrezione. Ma nell'ambito delle ricerche, come succede a tutti gli studiosi che si fanno prendere dalle materie che amano, Benedetto XVI si è ritrovato con molto materiale riguardante l'infanzia di Gesù. E ha cominciato, quasi per diletto, ad appuntare le sue riflessioni, come di consueto a matita, diviso tra la volontà di pubblicare e il rischio per un Papa di cimentarsi con una materia così scivolosa anche per un teologo. Gli episodi dell'infanzia di Gesù, infatti, sono raccontati solo nei Vangeli di Matteo e Luca, ma non in quelli di Marco e Giovanni. Tra l'altro i due Vangeli hanno punti di accordo e di disaccordo. Entrambi, ad esempio, raccontano che Gesù è nato a Betlemme, fanno coincidere la nascita con il regno di Erode il Grande, e concludono i racconti dell'infanzia nel momento in cui Gesù va a risiedere a Nazaret. Ma i racconti di base della nascita e del dopo nascita sono del tutto diversi: Matteo descrive la stella, l'arrivo dei Magi prima presso Erode a Gerusalemme poi verso la casa di Gesù, la fuga in Egitto; Luca il censimento, la nascita del bambino, la deposizione in una mangiatoia, l'annuncio degli angeli ai pastori, la presentazione di Gesù al tempio. Come venire a capo di queste incoerenze? Per ricostruire alcuni pezzi di infanzia ci si deve affidare anche ai Vangeli apocrifi, materiale "spurio", considerato non completamente affidabile dalla Chiesa e per questo messi fuori canone, anche se, ad esempio, i nomi dei genitori di Maria, Gioacchino ed Anna, venerati come santi e protettori dei nonni, sono presi proprio dai Vangeli apocrifi. Poteva un Papa affrontare una simile materia, anche se in realtà pubblica il libro come Joseph Ratzinger, sganciandolo di fatto dal magistero e aprendo ogni idea alla discussione? Nel frattempo, gli appunti erano diventati un fascicoletto di una quarantina di pagine, e il materiale diventava sempre di più. A quel punto, era diventato evidente per Benedetto XVI che ci voleva un ulteriore volume per completare l'opera, e rendere il suo lavoro sul Gesù storico affrontato dai Vangeli completo. Tra gli episodi che saranno al centro della riflessione teologica di Joseph Ratzinger ci sarà sicuramente la fuga in Egitto. Il Papa, anche da teologo, ne ha rivendicato il carattere di evento storico, e non di mero simbolo. E ne ha parlato anche nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante del 2007, e ne ha fatto un paradigma della condizione umana. Nel dramma della fuga in Egitto, aveva detto Benedetto XVI "intravediamo la dolorosa condizione di tutti i migranti, specialmente dei rifugiati, degli esuli, degli sfollati, dei profughi, dei perseguitati. Intravediamo le difficoltà di ogni famiglia migrante, i disagi, le umiliazioni, le strettezze e la fragilità di milioni e milioni di migranti, profughi e rifugiati. La Famiglia di Nazaret riflette l'immagine di Dio custodita nel cuore di ogni umana famiglia, anche se sfigurata e debilitata dall'emigrazione". C'è poi il discorso nella sinagoga di Nazaret, raccontato da Luca. Gesù vi parla da profeta e si mette in continuità di compimento e di rottura con i profeti antichi. In questa "coerenza" che dà senso alle "incoerenze" sta la solidità del Vangelo di Luca, e sarà oggetto delle riflessioni del Papa, che parte proprio dalla figura di Gesù messa in luce dai Vangeli, considerati in tutta la loro potenza "storica". Grande attenzione dovrebbe essere prestata alla nascita di Gesù. Come la Resurrezione è il compimento della storia, la nascita ne rappresenta l'inizio. In "Immagini di speranza. Le feste cristiane in compagnia del Papa" (Edizioni Paoline), Joseph Ratzinger si chiede chi riconobbe Gesù. E trova la risposta nel Vangelo di Matteo: a non riconoscere fu Erode e "tutta Gerusalemme con lui", ovvero i dotti, gli specialisti dell'interpretazione. "E la nostra posizione qual è? - si chiede Joseph Ratzinger - Siamo tanto lontani dalla stalla appunto perché siamo troppo raffinati e intelligenti per questo? Non ci perdiamo anche noi in una dotta esegesi biblica, nei tentativi di dimostrare l'inautenticità o l'autenticità storica di un certo passo, al punto da divenire ciechi nei confronti del Bambino e non percepire più nulla di lui? Non viviamo anche noi troppo in 'Gerusalemme', nel palazzo, racchiusi in noi, nella nostra autonomia, nella nostra paura di persecuzione, sì da non riuscire più a percepire di notte la voce degli angeli, unirci ad essa e adorare?". È, questo, un nodo centrale nel percorso teologico di Benedetto XVI su Gesù di Nazaret, che lui considera il coronamento del suo lavoro di teologo. Vedere quest'ultimo volume pubblicato sarà il regalo più gradito dal Papa per i suoi 85 anni. Ma la Conferenza Episcopale tedesca sta pensando ad un altro regalo per il Papa per il prossimo 16 aprile. D'accordo con il card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, e con i vari responsabili del Vaticano, vogliono regalare a Benedetto XVI un giro d'eccezione per tutto il Vaticano. Perché il Vaticano è così denso di storia che nemmeno chi lo frequenta da oltre trent'anni riesce a conoscerne davvero tutti i dettagli e gli anfratti.

Andrea Gagliarducci, Il Tempo

Conservatori ma creativi: le nomine del Papa sempre più sotto il segno della fedeltà, più aperta verso il mondo e le sue istanze, alla dottrina

Conservatori aperti al mondo contro conservatori in ritirata. Conservatori moderni contro ultra tradizionalisti. Se fino a qualche anno fa la leadership della Chiesa Cattolica, cardinali e vescovi insieme, vedeva contrapposti due fronti, quello conservatore e quello progressista, oggi le cose non sembrano essere più così. Le ultime nomine di Papa Ratzinger spostano “a destra” le gerarchie e ridisegnano il fronte del comando in modo diverso rispetto al passato. Alla guida delle Chiese locali che contano è sempre più difficile che da Roma vengano inviati preti cosiddetti del dissenso o della disobbedienza. Piuttosto le nuove nomine sono sempre più sotto il segno della fedeltà (più aperta verso il mondo e le sue istanze) alla dottrina di sempre. Tre giorni fa Benedetto XVI ha nominato Charles J. Chaput nuovo arcivescovo di Filadelfia. Nato in una famiglia contadina del Kansas, della tribù pellerossa dei Prairie Band Potawatomi, francescano cappuccino, era dal 1997 vescovo di Denver, nel Colorado. Sandro Magister di lui dice che fa parte della schiera dei vescovi “ortodossi affermativi”, e cioè “molto decisi nell’affermare la presenza della Chiesa Cattolica nella società, senza compromessi né annacquamenti”. John Allen, invece, parla di Chaput come di un “conservatore creativo”. Ed è lo stesso Chaput che a John Allen dice: “Spero di essere creativo e contemporaneo, applicando tuttavia quell’insegnamento e quella vita strutturale alla Chiesa locale”. Di conservatori siffatti Benedetto XVI sta riempiendo le diocesi statunitensi. A Los Angeles ha mandato José H. Gómez. “A conservative bishop for Los Angeles”, titolarono i giornali quando Gómez ad aprile 2010 venne indicato come futuro successore del cardinale Roger Mahony. L’attesa era tanta. Tutti aspettavano di vedere quale direzione il Papa avrebbe voluto prendere. Se dare una nomina di continuità con Mahony, uno dei cardinali ritenuti più liberal degli Stati Uniti. Oppure se cambiare registro. Gómez fu una scelta di discontinuità. Messicano, fa parte dell’Opus Dei. Leader dei cattolici ispanici americani, nel 2005, quando era arcivescovo di Sant’Antonio, venne nominato dal Time Magazine tra i più influenti ispanici degli Stati Uniti. Gómez deve molto al periodo in cui ha collaborato come ausiliare dell’arcivescovo di Denver Charles Chaput. Questi ha lavorato per “sponsorizzarlo” a Roma. Anche Timothy Dolan, arcivescovo di New York, deve a Chaput qualche voto quando, in lizza per diventare presidente della Conferenza Episcopale americana il vescovo pellerossa dirottò i suoi voti su di lui. Chi è Dolan? Per Michael Sean Winters, commentatore per il National Catholic Reporter, è un vescovo prestigioso, energico e combattivo, di linea conservatrice ma senza eccessi. Fuori dagli Stati Uniti sono tante le nomine di Papa Ratzinger di conservatori “moderni”. Tra le ultime André-Mutien Léonard a Malines-Bruxelles, Willem Jacobus Eijk a Utrecht, Javier Augusto Del Río Alba ad Arequipa (Perù), Fernando Natalio Chomalí Garib a Concepción (Cile).

Paolo Rodari, Il Foglio

L'Ordinariato di Nostra Signora di Walsingham accoglie il primo sacerdote ex anglicano scozzese. Con lui si uniranno una dozzina di suoi parrocchiani

L'Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham ha accolto il suo primo sacerdote scozzese. Padre Len Black, di 61 anni, è stato ordinato domenica presso la chiesa di St. Mary a Greenock. Il vescovo ordinante è stato Philip Tartaglia, di Paisley. Padre Black è stato un ministro episcopaliano per 30 anni. E' stato anche decano regionale di “Forward in Faith”, un gruppo di anglicani che desiderano aderire all'insegnamento tradizionale della Comunione. Si pensa che circa una dozzina dei suoi parrocchiani si uniranno all'Ordinariato insieme a lui, ha riferito lo Scotsman. Parlando al margine della cerimonia, il sacerdote ha affermato che “il dono dell'ordinazione è un grande privilegio e onore, e per me è anche il culmine di un lungo viaggio verso la piena comunione con la Chiesa Cattolica resa possibile dalla generosità di Papa Benedetto”. Secondo lo Scotsman, il vescovo Tartaglia, che supervisiona questioni relative all'Ordinariato in Scozia, ha visto l'ordinazione come un segno di progresso ecumenico. “Anche se il gruppo in Scozia è molto esiguo se paragonato a gruppi di fedeli e di clero molto più consistenti in Inghilterra e Galles – e con applicazioni dell'Ordinariato che verranno poste in essere presto negli Stati Uniti e probabilmente poi in Australia –, inizia a sembrare un modo nuovo per ricreare l'unità cristiana dopo anni di stallo ecumenico”, ha detto. “Ciò è caratterizzato dalla straordinaria originalità, semplicità e generosità di un'iniziativa di Papa Benedetto XVI”, ha aggiunto.

Zenit