domenica 16 dicembre 2012

Benedetto XVI: mentre benedico le statuine di Gesù che metterete nei vostri presepi, benedico di cuore ciascuno di voi e le vostre famiglie, gli educatori e il Centro Oratori Romani

Al momento dei saluti, dopo l’Angelus, il Papa ha rivolto un pensiero speciale ai bambini che oggi erano in Piazza San Pietro per la tradizionale benedizione dei “Bambinelli” dei presepi. “Carissimi – ha detto -, mentre benedico le statuine di Gesù che metterete nei vostri presepi, benedico di cuore ciascuno di voi e le vostre famiglie, come pure gli educatori e il Centro oratori romani”. Prima dell’Angelus, i piccoli del Centro Oratori Romani e i loro genitori avevano partecipato alla Messa nella Basilica Vaticana presieduta dal card. Angelo Comastri. “Il Signore ci manda continuamente delle persone che ci ricordano che se vogliamo incontrare Gesù dobbiamo cambiare il cuore. Recentemente ci ha mandato una donna che come una stella cometa ci ha indicato la strada verso Betlemme, Madre Teresa di Calcutta”: così il porporato ha spiegato a bambini e adulti presenti alla celebrazione eucaristica, che il cammino verso la Grotta non lo percorriamo da soli, ma c’è chi illumina i nostri passi nella notte: “Mentre Madre Teresa moriva, a Calcutta ci fu un terribile temporale e nella zona dove stava la Madre ci fu un blackout, e così la donna che ha mandato tanta luce è morta al buio. E la suora che la teneva tra le braccia – suor Gertrude – disse: ‘Forse anche questo è un segno’. Gesù ha voluto dirci: ‘Con la morte di Madre Teresa si spegne una luce in questo mondo. Ora sta a voi, riaccenderla. Ognuno sia una luce che indica la strada di Betlemme’”. E il porporato ha ripercorso alcuni dei passaggi più importanti della vita di Madre Teresa, dalla promessa al Signore di spendere tutta la sua esistenza per seminare briciole d’amore, a quella luce speciale che emanavano i suoi occhi, che un giorno colpirono tanto un fotografo che le chiese quale fosse il suo segreto: “Madre Teresa rispose testualmente: ‘Il segreto è tanto semplice. I miei occhi sono felici perché le mia mani asciugano tante lacrime. E’ l’egoismo che rende infelici: glielo assicuro, si informi bene. Lei non troverà mai un egoista felice!’”. E il cardinale ha invitato i presenti a seguire l’esempio di Madre Teresa, e di divenire una piccola stella cometa che con la luce della carità, indica la strada che porta a Gesù.

Radio Vaticana

Il Papa: le famiglie di Roma accolgano i giovani che giungeranno l’Incontro europeo promosso dalla comunità di Taizé, affinchè possano fare questa bella esperienza di amicizia cristiana

Dopo l’Angelus, il Papa ha rammentato che, dal 28 dicembre al 2 gennaio prossimi, si terrà a Roma l’Incontro europeo dei giovani promosso dalla comunità di Taizé. “Ringrazio le famiglie che, secondo la tradizione romana di accoglienza, si sono rese disponibili ad ospitare questi giovani – ha affermato -. Poiché, grazie a Dio, le richieste sono superiori alle attese, rinnovo l’appello già rivolto nelle parrocchie, affinché altre famiglie, con grande semplicità, possano fare questa bella esperienza di amicizia cristiana”. Benedetto XVI ai fedeli polacchi ha rivolto “parole di saluto e spirituale vicinanza, in modo particolare verso coloro che in Polonia fanno parte dell’‘Opera natalizia aiuto ai bambini’”, auspicando che questa iniziativa caritativa ed ecumenica, un gesto di concreto aiuto offerto ai bisognosi, porti la gioia nei cuori di molti bambini. La fiamma delle candele accese nelle famiglie durante la cena della vigilia di Natale sia il simbolo di tale iniziativa”.

SIR

Benedetto XVI: profondamente addolorato per la violenza insensata a Newtown. Possa il Dio della consolazione toccare i cuori delle famiglie che hanno perso un figlio e alleviare la loro sofferenza

Nei saluti in varie lingue dopo la recita dell'Angelus, Benedetto XVI in inglese ha rivolto un pensiero alla strage avvenuta negli Stati Uniti: “Sono rimasto profondamente addolorato per la violenza insensata di venerdì a Newtown, in Connecticut – ha dichiarato -. Assicuro alle famiglie delle vittime, soprattutto a quelle che hanno perso un figlio, la mia vicinanza nella preghiera. Possa il Dio della consolazione toccare i loro cuori e alleviare la loro sofferenza. Durante questo tempo di Avvento, dedichiamoci con più fervore alla preghiera e ad azioni di pace”. Il Santo Padre ha, quindi, invocato la benedizione di Dio “su coloro che sono stati colpiti da questa tragedia e su ciascuno”.

SIR

Il Papa: la giustizia chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario, la carità spinge ad essere attento all’altro e ad andare incontro al suo bisogno. Entrambe non si oppongono, ma sono entrambe necessarie e si completano a vicenda

Di ritorno dalla visita pastorale alla Parrocchia romana di San Patrizio a Colle Prenestino, a mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Il Papa ha evidenziato l’attualità dei dialoghi tra Giovanni Battista e la gente che si reca da lui al fiume Giordano per farsi battezzare. Nel dialogo con le folle, il profeta offre come indicazione “un criterio di giustizia, animato dalla carità”. “La giustizia – ha chiarito il Santo Padre - chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario; la carità spinge ad essere attento all’altro e ad andare incontro al suo bisogno, invece di trovare giustificazioni per difendere i propri interessi. Giustizia e carità non si oppongono, ma sono entrambe necessarie e si completano a vicenda”. Parlando ai pubblicani, cioè esattori delle tasse per conto dei Romani, che spesso approfittavano della loro posizione per rubare, il Battista “non dice di cambiare mestiere, ma di non esigere nulla di più di quanto è stato fissato”, cioè “non chiede gesti eccezionali, ma anzitutto il compimento onesto del proprio dovere. Il primo passo verso la vita eterna è sempre l’osservanza dei comandamenti; in questo caso il settimo: ‘Non rubare’”. Ai soldati Giovanni chiede di non maltrattare ed estorcere, approfittando del loro potere: “Anche qui, la conversione comincia dall’onestà e dal rispetto degli altri: un’indicazione che vale per tutti, specialmente per chi ha maggiori responsabilità”. Secondo Benedetto XVI, “colpisce la grande concretezza delle parole di Giovanni: dal momento che Dio ci giudicherà secondo le nostre opere, è lì, nei comportamenti, che bisogna dimostrare di seguire la sua volontà. E proprio per questo le indicazioni del Battista sono sempre attuali: anche nel nostro mondo così complesso, le cose andrebbero molto meglio se ciascuno osservasse queste regole di condotta”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Il Papa: Gesù reca agli uomini la salvezza, una nuova relazione con Dio che vince il male e la morte, e porta la vera gioia per questa presenza del Signore che viene a illuminare il nostro cammino che spesso è oppresso dalle tenebre dell’egoismo

Benedetto XVI, nell’omelia della Messa nella parrocchia di San Patrizia, ha ricordato che questa terza domenica di Avvento viene chiamata domenica "Gaudete", in quanto la Liturgia invita alla gioia. “L’Avvento – ha ricordato il Papa nell’omelia della messa - è anche tempo di gioia, perché in esso si risveglia nei cuori dei credenti l’attesa del Salvatore, e attendere la venuta di una persona amata è sempre motivo di gioia”. Gesù, inoltre, “reca agli uomini la salvezza, una nuova relazione con Dio che vince il male e la morte, e porta la vera gioia per questa presenza del Signore che viene a illuminare il nostro cammino che spesso è oppresso dalle tenebre dell’egoismo”. Il nostro, ha aggiunto a braccio, “non è un Dio lontano, ma è un Dio che sta con noi nella Santa Eucaristia e nella Chiesa viva. Anche noi dobbiamo essere portatori di questa presenza di Dio”. Di qui l’invito a “rallegrarci per questa sua vicinanza, per questa sua presenza”. Solo il peccato “ci allontana da Lui”, ma il Signore “non cessa di amarci e continua ad esserci vicino con la sua misericordia, con la sua disponibilità a perdonare e a riaccoglierci nel suo amore”. In realtà, “chi accoglie i doni di Dio in modo egoistico, non trova la vera gioia; invece chi trae occasione dai doni ricevuti da Dio per amarlo con sincera gratitudine e per comunicare agli altri il suo amore, questi ha il cuore veramente pieno di gioia”.
In questa domenica, attraverso le parole di Giovanni Battista, c’è anche un invito alla conversione: “Dio si fa uomo come noi per donarci una speranza che è certezza: se lo seguiamo, se viviamo con coerenza la nostra vita cristiana, Egli ci attirerà a Sé, ci condurrà alla comunione con Lui; e nel nostro cuore ci sarà la vera gioia e la vera pace, anche nelle difficoltà, anche nei momenti di debolezza”, ha sottolineato il Pontefice. “La vostra parrocchia – ha detto - formatasi sul Colle Prenestino tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ’80, dopo le difficoltà iniziali dovute alla mancanza di strutture e di servizi, si è dotata di una nuova bella chiesa, inaugurata nel 2007 dopo una lunga attesa. Questo edificio sacro sia pertanto uno spazio privilegiato per crescere nella conoscenza e nell’amore di Colui che tra pochi giorni accoglieremo nella gioia del suo Natale come Redentore del mondo e nostro Salvatore. Non mancate di venirlo a trovare spesso, per sentire ancora di più la sua presenza che dona forza. Mi rallegro per il senso di appartenenza alla comunità parrocchiale che, nel corso di questi anni, è venuto sempre più maturando e consolidandosi. Vi incoraggio affinché cresca sempre più la corresponsabilità pastorale in una prospettiva di autentica comunione fra tutte le realtà presenti, chiamate a vivere la complementarietà nella diversità. In modo particolare, desidero richiamare a voi tutti l’importanza e la centralità dell’Eucaristia nella vita personale e comunitaria".
"La Santa Messa sia al centro della vostra domenica, che va riscoperta e vissuta come giorno di Dio e della comunità, giorno in cui lodare e celebrare Colui che è morto e risorto per la nostra salvezza e ci chiede di vivere insieme nella gioia di una comunità aperta e pronta ad accogliere ogni persona sola o in difficoltà. Allo stesso modo, vi esorto ad accostarvi con regolarità al sacramento della Riconciliazione, soprattutto in questo tempo di Avvento”. Si è quindi rallegrato per quanto si fa nella preparazione dei ragazzi e dei giovani ai Sacramenti della vita cristiana. “L’Anno della fede, che stiamo vivendo – ha osservato - deve diventare un’occasione per far crescere e consolidare l’esperienza della catechesi, in modo da permettere a tutto il quartiere di conoscere e approfondire il Credo della Chiesa e incontrare il Signore come una Persona viva. Rivolgo uno speciale pensiero alle famiglie, con l’augurio che possano pienamente realizzare la propria vocazione all’amore con generosità e perseveranza. E una speciale parola di affetto e di amicizia il Papa vuole dirigerla anche a voi, carissimi ragazzi, ragazze e giovani che mi ascoltate, ed ai vostri coetanei che vivono in questa parrocchia. Sentitevi veri protagonisti della nuova evangelizzazione, mettendo le vostre fresche energie, il vostro entusiasmo e le vostre capacità a servizio di Dio e degli altri, nella comunità”. Il Papa ha così concluso la sua omelia: “La liturgia odierna ci chiama alla gioia e alla conversione. Apriamo il nostro spirito a questo invito; corriamo incontro al Signore che viene, invocando e imitando san Patrizio, grande evangelizzatore, e la Vergine Maria, che ha atteso e preparato, silenziosa e orante, la nascita del Redentore!”.

SIR, Radio Vaticana
 
VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA DI SAN PATRIZIO A COLLE PRENESTINO - il testo integrale dell'omelia del Papa
 

Benedetto XVI in visita pastorale alla parrocchia di San Patrizio a Colle Prenestino, nel settore est della diocesi di Roma. Prima della Messa il saluto alle giovani coppie: il Papa ha accarezzato e benedetto uno per uno i bambini battezzati nell'ultimo anno

Nella mattinata di oggi, III Domenica di Avvento, Domenica "Guadete", il Santo Padre Benedetto XVI ha lasciato il Vaticano per recarsi in visita pastorale alla parrocchia di San Patrizio a Colle Prenestino, nel settore est della diocesi di Roma. L'accoglienza è stata calorosa: al suo arrivo dinanzi al moderno edificio di culto, il Papa è stato accolto dal cardinale vicario Agostino Vallini, dal vescovo ausiliare mons. Giuseppe Marciante e dal parroco don Giuseppe Fasciani. Si tratta della quattordicesima visita di Papa Ratzinger a una parrocchia romana. Nell'edificio parrocchiale, accolto dall'applauso dei fedeli, il Papa ha salutato i sacerdoti, compreso mons. Arnaldo D'Innocenzo, parroco di San Patrizio per 36 anni. Quindi anche i diaconi e i chierichetti. Poi, il Pontefice si è intrattenuto con le giovani coppie, accarezzando e benedicendo uno per uno i bambini battezzati nell'ultimo anno. Di tutti i piccoli ha chiesto il nome, ha scambiato brevi parole di saluto, benedicendo in particolare una mamma già in attesa di un altro figlio. Terminata la celebrazione eucaristica, prima di rientrare in Vaticano per la recita dell’Angelus, il Santo Padre ha salutato gli anziani e gli ammalati raccolti nella cappella feriale.

La Repubblica

Le conclusioni della Santa Sede sugli abusi sessuali avvenuti all’Istituto Provolo che accoglie ragazzi sordi: un prete sanzionato e uno ammonito, altri due ancora sotto indagine, svolta da un ex giudice del Tribunale di Verona del tutto estraneo alla Chiesa

Un prete sanzionato e uno ammonito; altri due sacerdoti ancora sotto indagine; un teste ritenuto "incoerente e contraddittorio", quindi inattendibile; e il vescovo dell’epoca, Giuseppe Carraro, completamente scagionato, tanto che il processo di Beatificazione va avanti. Queste le conclusioni della Santa Sede sulla base dell’indagine del magistrato Mario Sannite, ex giudice del Tribunale di Verona, del tutto esterno alla Chiesa, incaricato dalla diocesi di far luce sui presunti abusi sessuali avvenuti decenni fa all’Istituto Provolo che accoglie persone sorde. Le misure sono state comunicate a Paolo Tacchi Venturi, legale rappresentante dell’"Associazione Sordi A. Provolo" dal vicario giudiziale di Verona mons. Giampietro Mazzoni. L’associazione, a suo tempo, aveva denunciato alcuni sacerdoti per 'rapporti particolari' intrattenuti con gli assistiti. L’inchiesta non è definitivamente conclusa; la Santa Sede, infatti, ha proposto un approfondimento di alcuni dettagli. Ma alla luce di quanto emerso, oltre ai provvedimenti del Vaticano, la diocesi scaligera esprime anzitutto "profonda solidarietà" nei confronti delle vittime di abuso che, "anche in ragione della loro particolare condizione, hanno portato dentro di sé per lunghi anni in silenzio una sofferenza difficilmente descrivibile". Di più, il vicario giudiziale rivolge alle vittime e alle loro famiglie "una umile richiesta di perdono". E questo perché "la vicenda suscita una grande amarezza: alcuni di coloro che erano chiamati a custodire e proteggere dei ragazzi particolarmente provati dalla vita ne hanno vergognosamente abusato". Un’indagine "inevitabilmente complessa", quella del Provolo; se c’è stato qualche ritardo negli accertamenti, questo è avvenuto per le "tardive denunce". Alcuni religiosi, tra i più pesantemente accusati, erano già stati dimessi dall’Istituto proprio in ragione dei loro comportamenti; molti nel frattempo erano deceduti. Una complessità resa ancora più acuta da alcuni fraintendimenti iniziali per il sovrapporsi di denunce. "Ciò non ha impedito, pur con lentezze forse eccessive – sottolinea mons. Mazzoni – che la Chiesa prendesse in seria considerazione le accuse, pur essendo stati superati non solo per la giustizia penale vigente in Italia, ma anche in ambito canonico, i termini della prescrizione". Il "segno inequivocabile" dell’impegno della Chiesa nel fare piena luce su questa vicenda si evidenzia dal fatto che, unico caso in Italia, sia stato incaricato dell’indagine, su suggerimento del vescovo di Verona alla Santa Sede, una persona estranea agli organismi ecclesiastici, il dottor Mario Sannite, magistrato in quiescenza la cui professionalità e imparzialità è unanimemente riconosciuta. Sulla base delle conclusioni a cui è pervenuto Sannite, la Santa Sede ha sanzionato con precetto penale, considerati i suoi 84 anni, don Eligio Piccoli, che dovrà dedicarsi alla preghiera e alla penitenza e a cui è fatto divieto di qualsiasi contatto con minori. A carico di don Danilo Corradi, invece, le accuse "non risultano provate" ma, stante il dubbio, la Santa Sede ha formulato nei suoi confronti una formale "ammonizione canonica", che comporta una stretta vigilanza sui suoi comportamenti. Supplemento d’indagini per don Agostino Micheloni e don Rino Corradi, che all’epoca dei fatti forse risiedevano altrove. Nessun provvedimento per fratel Lino Gugole, la cui posizione non è più accertabile perché "affetto da una grave forma di Alzheimer". Per quanto riguarda le pesanti accuse formulate da Gianni Bisoli nei confronti sia di ben 29 religiosi dell’"Istituto Don Provolo", che dell’allora vescovo di Verona Giuseppe Carraro, Sannite ha concluso, dopo tre udienze, che le affermazioni dell’interessato sono "affette da incoerenze e contraddizioni", e quindi non attendibili. Con ciò non si esclude che Bisoli abbia subito degli abusi, ma gli viene contestato che la realtà complessiva da lui descritta corrisponda a verità. Quanto poi alle "accuse pesantissime e raccapriccianti" rivolte dal Bisoli al vescovo mons. Giuseppe Carraro, la finalità delle quali permane "oscura e ambigua", dall’indagine risulta evidente l’assoluta mancanza di ogni fondamento. La stessa Congregazione per la Dottrina della Fede, che aveva disposto di sospendere il processo di Beatificazione di mons. Carraro in seguito alle predette accuse, ha quindi concluso: "Questa Congregazione, valutata la documentazione trasmessale afferente l’espletata investigatio , ritenendo non fondate le predette accuse, invita codesto dicastero (per le Cause dei Santi, ndr) a procedere al completamento della 'Positio' in questione".

Francesco Dal Mas, Avvenire