domenica 24 maggio 2009

Visita al cimitero militare polacco. Il Papa: dona o Dio a quanti soffrono a causa di guerre fratricide la speranza e il coraggio di azioni di pace

La pace "è più preziosa di ogni tesoro corruttibile": è questa la raccomandazione che il Papa ha pronunciato al cimitero militare polacco di Cassino, ricordando i morti di ogni nazionalità che perirono in questa località del Frusinate nella seconda guerra mondiale e sottolineando che, ancora oggi, il mondo è marcato da "guerre fratricide". Nelle diverse battaglie che si svolsero morirono migliaia di soldati. La città fu rasa al suolo e così l'abbazia di Montecassino. Nell'area oggi sorgono cinque cimiteri - tedesco, francese, italiano, uno del Commonwealth e uno polacco - e il Papa ha visitato quest'ultimo, ultima tappa della visita pastorale a Cassino e Montecassino. Il Papa si è portato sul piazzale centrale dove ha acceso una lampada votiva e ha recitato la preghiera per i caduti di tutte le guerre e di tutte le Nazioni. "O Dio, nostro Padre, fonte inesauribile di vita e di pace, accogli nel tuo abbraccio misericordioso i caduti della guerra che qui ha infuriato, i caduti di ogni guerra che ha insanguinato la terra", è la preghiera pronunciata da Papa Ratzinger.
"Concedi loro di godere la luce senza tramonto, che nella fede hanno intravisto e desiderato durante il loro pellegrinaggio terreno. Tu, che in Gesù Cristo, tuo Figlio, hai offerto all'umanità sofferente la più alta testimonianza del tuo amore, e mediante la sua Croce hai redento il mondo dal dominio del peccato e della morte, dona a quanti ancora soffrono a causa di guerre fratricide la forza della speranza invincibile, il coraggio di quotidiane azioni di pace, l'operosa fiducia nella civiltà dell'amore. Effondi il tuo Spirito Santo Paraclito sugli uomini del nostro tempo, possano comprendere - ha detto Benedetto XVI - che il dono della pace è più prezioso di ogni tesoro corruttibile, e lavorino tutti insieme instancabilmente per preparare alle nuove generazioni un mondo dove regnino la giustizia e la pace. Padre buono e misericordioso fa' di noi, tuoi figli in Cristo, perseveranti costruttori della pace e servitori infaticabili della vita - ha concluso il Papa - dono inestimabile del tuo amore". Conclusa la visita al cimitero, il Papa ha raggiunto in auto il piazzale Pax dell'abbazia di Montecassino e da qui, preso congedo dalle autorità che lo avevano accolto al mattino, è partito in elicottero alla volta del Vaticano, dove è giunto circa mezz'ora dopo.

Vespri a Montecassino. Il Papa: l'Europa sappia valorizzare la ricchezza spirituale e culturale dei principi e ideali cristiani

Papa Benedetto XVI ha visitato l'abbazia di Montecassino nel 65° anniversario della sua distruzione. Dopo la visita mattutina alla città di Cassino, il Pontefice è salito all'abbazia, accolto dall'abate, padre Pietro Vittorelli, con il rito della lavanda delle mani, secondo la 'Regola' di San Benedetto. Qui, dopo il pranzo e la sosta di riposo, il Santo Padre ha incontrato la comunità monastica di Montecassino. Nella Basilica, il Pontefice ha presieduto la celebrazione dei Vespri, terminata la quale si è raccolto in preghiera davanti alle spoglie mortali di San Benedetto e ha acceso una lampada votiva. Dell’avvenuta venerazione è stato letto il “Rogito”.
Nell'omelia della celebrazione vespertina, il Papa ha paragonato l'abbazia di Montecassino a una "quercia secolare" che è stata "sfrondata" dalla seconda guerra mondiale ma è poi "risorta più vigorosa". "Quasi a conclusione dell'odierna mia visita - ha detto Benedetto XVI - mi è particolarmente gradito sostare in questo luogo sacro, in questa Abbazia, quattro volte distrutta e ricostruita, l'ultima volta dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale di 65 anni fa. Montecassino, come secolare quercia piantata da San Benedetto, è stata 'sfrondata' dalla violenza della guerra, ma è risorta più vigorosa". Richiamando la parola apposta all'ingresso di ogni monastero benedettino, 'pax', pace, il Papa ha sottolineato: "Essa si eleva come silenzioso monito a rigettare ogni forma di violenza per costruire la pace: nelle famiglie, nelle comunità, tra i popoli e nell'intera umanità. San Benedetto invita ogni persona che sale su questo Monte a cercare la pace e a seguirla: 'inquire pacem et sequere eam'". "Più di una volta - ha ricordato Papa Ratzinger - ho avuto modo anch'io di godere dell'ospitalità dei monaci, e in questa Abbazia ho trascorso momenti indimenticabili di quiete e di preghiera".
"Grazie all’attività dei monasteri, articolata nel triplice impegno quotidiano della preghiera, dello studio e del lavoro, interi popoli del continente europeo hanno conosciuto un autentico riscatto e un benefico sviluppo morale, spirituale e culturale, educandosi al senso della continuità con il passato, all’azione concreta per il bene comune, all’apertura verso Dio e la dimensione trascendente. Preghiamo perché l’Europa sappia sempre valorizzare questo patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un’immensa ricchezza culturale e spirituale", ha continuato Benedetto XVI. “Ciò è possibile però soltanto se si accoglie il costante insegnamento di San Benedetto, ossia il 'quaerere Deum', cercare Dio, come fondamentale impegno dell’uomo”, ha dichiarato il Papa. L’essere umano, ha chiarito Benedetto XVI, “non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio. Tocca in particolare a voi, cari monaci, essere esempi viventi di questa interiore e profonda relazione con Lui, attuando senza compromessi il programma che il vostro fondatore ha sintetizzato” nel “nulla anteporre all’amore di Cristo”. In questo, ha sottolineato il Pontefice, “consiste la santità, proposta valida per ogni cristiano, più che mai nella nostra epoca, in cui si avverte la necessità di ancorare la vita e la storia a saldi riferimenti spirituali”. “Da questo luogo dove riposano le sue spoglie mortali - ha proseguito -, il santo patrono d’Europa continua ad invitare tutti a proseguire la sua opera di evangelizzazione e di promozione umana. Incoraggia in primo luogo voi, cari monaci, a restare fedeli allo spirito delle origini e ad essere interpreti autentici del suo programma di rinascita spirituale e sociale”. Quindi ha aggiunto: "Non vivere più per se stessi, ma per Cristo: ecco ciò che dà senso pieno alla vita di chi si lascia conquistare da Lui. Lo manifesta chiaramente la vicenda umana e spirituale di San Benedetto, che, abbandonato tutto, si pose alla fedele sequela di Gesù. L’essere umano non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio".

Adnkronos, Apcom, Radio Vaticana, SIR


Il segretario della Cisl: la forte solidarietà del Papa ai precari un incoraggiamento a chiedere misure importanti

La Cisl auspica che l'Enciclica sociale del Papa giunga "al più presto" ad illuminare la strada di chi "aspira ad una nuova economia e a una nuova democrazia": lo ha detto all'Ansa il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, a Cassino dove ha assistito alla Messa di Benedetto XVI. Commentando le parole pronunciate dal Papa nell'omelia a proposito di quanti hanno difficoltà nel lavoro in questo periodo di crisi, Bonanni ha espresso soddisfazione "perché una solidarietà così forte da parte del Papa - ha detto - è per noi un incoraggiamento a chiedere misure sempre più importanti a favore dei precari, dei disoccupati e di quanti vedono a rischio il proprio posto di lavoro". Il leader delal Cisl ha anche sottolineato il senso dell'aver pronunciato quelle parole a Cassino, un'area "particolarmente sensibile" dove la Fiat e il suo indotto danno lavoro a migliaia di persone. "Le sue parole - ha auspicato Bonanni - danno più forza alla nostra richiesta di incontro e di massima attenzione da parte del governo e della stessa Fiat". Rispondendo poi a una domanda sull'annunciata Enciclica sociale del Papa, il leader del sindacato cattolico ha detto: "spero che venga al più presto perché serve una parola forte e autorevole che illumini la strada a chi, come noi, vuole una nuova economia e una nuova democrazia". Ha infine ribadito la sua gratitudine al Pontefice "per le sue parole di vicinanza al lavoro, alla nostra esperienza e alla nostra fatica". Dopo la Messa, Bonanni ha raggiunto l'abbazia dove il Papa ha pranzato con l'abate don Pietro Vittorelli e altre persone, ma non ha voluto precisare se abbia avuto o meno un colloquio con il Pontefice.

Il Sussidiario.net

Il saluto dell'abate di Montecassino al Papa: la pace il nostro orgoglio e la carità il tratto distintivo più forte della nostra cristianità

"Un Papa di nome Benedetto che visita la terra di San Benedetto è un simbolo fin troppo eloquente". Con queste parole l'abate di Montecassino, padre Pietro Vittorelli (nella foto con Benedetto XVI), ha salutato Papa Joseph Ratzinger, all'inizio della Celebrazione Eucaristica presieduta dal Pontefice in Piazza Miranda a Cassino. "Questa terra - ha ricordato l'abate - ha visto distruzioni e ricostruzioni; la nostra abbazia di Montecassino è stata distrutta quattro volte e per altrettante volte è stata ricostruita. Noi, la nostra comunità, nel progetto di San Benedetto, abbiamo fatto della pace il nostro orgoglio e della carità il tratto distintivo più forte della nostra cristianità. Oggi -conclude padre Vittorelli- resta sempre da ricostruire giorno per giorno il nostro tessuto spirituale, alimentato dalla speranza cristiana".

Adnkronos

Benedetto XVI inaugura a Cassino la Casa della Carità, un centro d'accoglienza per immigrati, poveri e bisognosi

Conclusa la Messa in piazza Miranda a Cassino, il Papa è partito in auto per l'abbazia di Montecassino. Lungo il tragitto, si è fermato alla 'Casa della Carità' in via Casilina, voluta dalla stessa abbazia - e creata con l'aiuto della Regione Lazio - per accogliere persone bisognose di aiuto, poveri e immigrati. Qui è stato salutato da Pietro Marrazzo, presidente della Regione Lazio, e da Bruno Scittarelli, sindaco di Cassino. Benedetto XVI ha poi scoperto la targa a ricordo dell'evento, e, con una preghiera, ha benedetto e inaugurato la struttura. Il Pontefice è quindi risalito a bordo della Papamobile per salire all'abbazia di Montecassino. "L'iniziativa - ha spiegato il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo - è partita da un'intuizione dell'abate di Montecassino, padre Vittorelli e noi l'abbiamo subito accolta, perche' ci sembrava che una struttura come quella del vecchio ospedale civico, nella logica dei tempi della pubblica amministrazione potesse andare perduta e non dare risposte immediate per il territorio". Continua Marrazzo: "Stressando gli uffici regionali, siamo riusciti a consegnare la struttura per il Centro Caritas che sarà la prima 'frontiera' alle nuove povertà. L'accoglienza, in primo luogo, deve esercitarci con la carità e la solidarietà, nello spirito di sussidiarietà". Per il governatore del Lazio, "proprio la sussidiarietà è il punto di incontro tra il credente e il non credente, fra le istituzioni pubbliche e il volontariato". Punto di incontro inaugurato al massimo livello con la presenza di Papa Benedetto XVI: "E' stata davvero la più felice delle intuizioni", ha sottolineato ancora Marrazzo osservando che "nella sua omelia durante la Celebrazione Liturgica nella piazza di Cassino, proprio il Santo Padre ha evidenziato l'importanza che, secondo la regola benedettina, lo spessore della preghiera e del momento spirituale deve essere radicato nel territorio".

Apcom, Adnkronos

Regina Caeli a Cassino. Il Papa: la pace è un dono di Dio affidato all'impegno umano contro ogni egoismo e ingiustizia. Il saluto ai cattolici cinesi

La pace nel mondo può essere raggiunta solo se i cristiani compiono, attraverso la preghiera, "uno sforzo personale e comunitario di lotta contro ogni forma di egoismo e di ingiustizia", secondo il Papa. Al Regina Caeli recitato da Cassino, a conclusione della Celebrazione Eucaristica presieduta in Piazza Mirana, Benedetto XVI ha ricordato la lezione di San Benedetto a favore della pace, per poi affermare: "La pace è in primo luogo dono di Dio, e dunque la sua forza sta nella preghiera. E' dono affidato, però, all'impegno umano. Anche l'energia necessaria per attuarlo - ha detto - si può attingere dalla preghiera. E' pertanto fondamentale - per Benedetto XVI - coltivare un'autentica vita di preghiera per assicurare il progresso sociale nella pace. Ancora una volta la storia del monachesimo ci insegna che una grande crescita di civiltà si prepara nel quotidiano ascolto della Parola di Dio, che spinge i credenti ad un sforzo personale e comunitario di lotta contro ogni forma di egoismo e di ingiustizia. Solo imparando, con la grazia di Cristo, a combattere e vincere il male dentro di sé e nelle relazioni con gli altri - conclude il Papa - si diventa autentici costruttori di pace e di progresso civile".
Il Papa ha poi pregato per i cattolici cinesi. "Oggi, 24 maggio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani - che è venerata con grande devozione nel santuario di Sheshan a Shanghai -, si celebra la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina", ha ricordato Benedetto XVI. "Il mio pensiero va a tutto il Popolo cinese. In particolare saluto con grande affetto i cattolici in Cina e li esorto a rinnovare in questo giorno la loro comunione di fede in Cristo e di fedeltà al Successore di Pietro. La nostra comune preghiera - ha concluso il Papa - ottenga un 'effusione dei doni dello Spirito Santo, affinché l'unità fra tutti i cristiani, la cattolicità e l'universalità della Chiesa siano sempre più profonde e visibili".
"In questo luogo, dove hanno perso la loro vita così tante vite nel corso di battaglie durante la seconda guerra mondiale, preghiamo specialemente per l'anima di coloro che sono caduti, lodando Dio per la sua infinita grazie, e preghiamo perché finiscano le guerra che continuano ad affliggere il nostro mondo", ha detto il Papa rivolgendosi ai fedeli di lingua inglese. Poi, indirizzato ai pellegrini tedeschi, ha auspicato, nella sua lingua, "per la pace in questo continente e in tutto il mondo". Ricordando la figura di San Benedetto patrono d'Europa il Papa ha detto in francese: "Che la sua testimonianza spirituale aiuti i popoli che vivono su questo continente a restare fedeli alle loro radici cristiane, e a edificare un'Europa unita e solidale, fondata sulla ricerca della giustizia e della pace".

Apcom, Adnkronos


Messa a Cassino. Il Papa: nel nome di Cristo e fedeli a San Benedetto costruite una nuova umanità accogliente e che dia aiuto ai più deboli

Accolto dal sottosegretario Gianni Letta, dall’abate di Montecassino don Pietro Vittorelli e dal sindaco di Cassino Bruno Scittarelli, Papa Benedetto XVI è arrivato intorno alle 9.30 in elicottero a Cassino per una visita pastorale alla città e al monastero di Montecassino. Il primo appuntamento è stato nella grande piazza che da oggi si intitolerà piazza Benedetto XVI per ricordare l’evento odierno. Un lungo applauso delle migliaia di fedeli che hanno assistito al rito ha salutato l’annuncio di questa decisione da parte del sindaco che a nome della città ha anche donato al Pontefice una Croce astile romana del 1633. Dopo aver ricevuto il saluto ufficiale il Pontefice è sceso dal palco e ha attraversato la piazza gremita per raggiungere a piedi la scarestia e indossare le vesti liturgiche. E nuovamente ha poi compiuto lo stesso percorso per guidare la processiona dei concelebranti, tra i quali ci sono il vicario di Roma, card. Agostino Vallini, e tutti i vescovi del Lazio.
Nell'omelia, il Papa ha auspicato che Stato e imprenditori trovino "valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie". Ricordando la lezione del padre del monachesimo europeo, San Benedetto, il Papa ha sottolineato l'importanza del lavoro, "cardine" della spiritualità benedettina insieme alla preghiera.
"Umanizzare il mondo lavorativo - ha detto Papa Ratzinger - è tipico dell'anima del monachesimo, e questo è anche lo sforzo della vostra Comunità che cerca di stare a fianco dei numerosi lavoratori della grande industria presente a Cassino e delle imprese ad essa collegate. So - ha sottolineato il Papa tra gli applausi dei fedeli - quanto sia critica la situazione di tanti operai. Esprimo la mia solidarietà a quanti vivono in una precarietà preoccupante, ai lavoratori in cassa-integrazione o addirittura licenziati. La ferita della disoccupazione che affligge questo territorio induca i responsabili della cosa pubblica, gli imprenditori e quanti ne hanno la possibilità - ha scandito il Papa - a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie".
Il Papa ha poi ricorda le vittime della seconda guerra mondiale:Cassino infatti fu teatro di battaglie e bombardamenti. "Saluto i catechisti, gli operatori pastorali, i giovani e quanti in vario modo si prendono cura della diffusione del Vangelo in questa terra carica di storia, che ha conosciuto durante la seconda guerra mondiale momenti di grande sofferenza", ha detto Benedetto XVI. "Ne sono silenziosi testimoni i tanti cimiteri che circondano la vostra risorta città, tra i quali ricordo in particolare quello polacco, quello tedesco e quello del Commonwealth".
Il Pontefice ha parlato della necessità di "trasmettere ai giovani i valori irrinunciabili del nostro patrimonio umano e cristiano. Nell'odierno sforzo culturale teso a creare un nuovo umanesimo, fedeli alla tradizione benedettina - ha detto il Papa nella messa mattutina - voi intendete giustamente sottolineare anche l'attenzione all'uomo fragile, debole, alle persone disabili e agli immigrati. E vi sono grato che mi diate la possibilità di inaugurare quest'oggi la 'Casa della Carità', dove si costruisce con i fatti una cultura attenta alla vita". Quindi ha aggiunto: “questa porzione di Chiesa che vive attorno a Montecassino, è erede e depositaria della missione, impregnata dello spirito di san Benedetto, di proclamare che nella nostra vita nessuno e nulla devono togliere a Gesù il primo posto; la missione di costruire, nel nome di Cristo, una nuova umanità all’insegna dell’accoglienza e dell’aiuto ai più deboli”. Parlando dell’odierna Solennità dell’Ascensione ha detto: “Nel Cristo asceso al cielo, l’essere umano è entrato in modo inaudito e nuovo nell'intimità di Dio; l'uomo trova ormai per sempre spazio in Dio. Il “cielo” non indica un luogo sopra le stelle, ma qualcosa di molto più ardito e sublime: indica Cristo stesso, la Persona divina che accoglie pienamente e per sempre l’umanità, Colui nel quale Dio e uomo sono per sempre inseparabilmente uniti. E noi ci avviciniamo al cielo, anzi, entriamo nel cielo, nella misura in cui ci avviciniamo a Gesù ed entriamo in comunione con Lui. Pertanto, 1'odierna solennità dell’Ascensione ci invita a una comunione profonda con Gesù morto e risorto, invisibilmente presente nella vita di ognuno di noi”.

Quotidiano Nazionale, Apcom, Radio Vaticana