domenica 24 maggio 2009

Messa a Cassino. Il Papa: nel nome di Cristo e fedeli a San Benedetto costruite una nuova umanità accogliente e che dia aiuto ai più deboli

Accolto dal sottosegretario Gianni Letta, dall’abate di Montecassino don Pietro Vittorelli e dal sindaco di Cassino Bruno Scittarelli, Papa Benedetto XVI è arrivato intorno alle 9.30 in elicottero a Cassino per una visita pastorale alla città e al monastero di Montecassino. Il primo appuntamento è stato nella grande piazza che da oggi si intitolerà piazza Benedetto XVI per ricordare l’evento odierno. Un lungo applauso delle migliaia di fedeli che hanno assistito al rito ha salutato l’annuncio di questa decisione da parte del sindaco che a nome della città ha anche donato al Pontefice una Croce astile romana del 1633. Dopo aver ricevuto il saluto ufficiale il Pontefice è sceso dal palco e ha attraversato la piazza gremita per raggiungere a piedi la scarestia e indossare le vesti liturgiche. E nuovamente ha poi compiuto lo stesso percorso per guidare la processiona dei concelebranti, tra i quali ci sono il vicario di Roma, card. Agostino Vallini, e tutti i vescovi del Lazio.
Nell'omelia, il Papa ha auspicato che Stato e imprenditori trovino "valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie". Ricordando la lezione del padre del monachesimo europeo, San Benedetto, il Papa ha sottolineato l'importanza del lavoro, "cardine" della spiritualità benedettina insieme alla preghiera.
"Umanizzare il mondo lavorativo - ha detto Papa Ratzinger - è tipico dell'anima del monachesimo, e questo è anche lo sforzo della vostra Comunità che cerca di stare a fianco dei numerosi lavoratori della grande industria presente a Cassino e delle imprese ad essa collegate. So - ha sottolineato il Papa tra gli applausi dei fedeli - quanto sia critica la situazione di tanti operai. Esprimo la mia solidarietà a quanti vivono in una precarietà preoccupante, ai lavoratori in cassa-integrazione o addirittura licenziati. La ferita della disoccupazione che affligge questo territorio induca i responsabili della cosa pubblica, gli imprenditori e quanti ne hanno la possibilità - ha scandito il Papa - a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie".
Il Papa ha poi ricorda le vittime della seconda guerra mondiale:Cassino infatti fu teatro di battaglie e bombardamenti. "Saluto i catechisti, gli operatori pastorali, i giovani e quanti in vario modo si prendono cura della diffusione del Vangelo in questa terra carica di storia, che ha conosciuto durante la seconda guerra mondiale momenti di grande sofferenza", ha detto Benedetto XVI. "Ne sono silenziosi testimoni i tanti cimiteri che circondano la vostra risorta città, tra i quali ricordo in particolare quello polacco, quello tedesco e quello del Commonwealth".
Il Pontefice ha parlato della necessità di "trasmettere ai giovani i valori irrinunciabili del nostro patrimonio umano e cristiano. Nell'odierno sforzo culturale teso a creare un nuovo umanesimo, fedeli alla tradizione benedettina - ha detto il Papa nella messa mattutina - voi intendete giustamente sottolineare anche l'attenzione all'uomo fragile, debole, alle persone disabili e agli immigrati. E vi sono grato che mi diate la possibilità di inaugurare quest'oggi la 'Casa della Carità', dove si costruisce con i fatti una cultura attenta alla vita". Quindi ha aggiunto: “questa porzione di Chiesa che vive attorno a Montecassino, è erede e depositaria della missione, impregnata dello spirito di san Benedetto, di proclamare che nella nostra vita nessuno e nulla devono togliere a Gesù il primo posto; la missione di costruire, nel nome di Cristo, una nuova umanità all’insegna dell’accoglienza e dell’aiuto ai più deboli”. Parlando dell’odierna Solennità dell’Ascensione ha detto: “Nel Cristo asceso al cielo, l’essere umano è entrato in modo inaudito e nuovo nell'intimità di Dio; l'uomo trova ormai per sempre spazio in Dio. Il “cielo” non indica un luogo sopra le stelle, ma qualcosa di molto più ardito e sublime: indica Cristo stesso, la Persona divina che accoglie pienamente e per sempre l’umanità, Colui nel quale Dio e uomo sono per sempre inseparabilmente uniti. E noi ci avviciniamo al cielo, anzi, entriamo nel cielo, nella misura in cui ci avviciniamo a Gesù ed entriamo in comunione con Lui. Pertanto, 1'odierna solennità dell’Ascensione ci invita a una comunione profonda con Gesù morto e risorto, invisibilmente presente nella vita di ognuno di noi”.

Quotidiano Nazionale, Apcom, Radio Vaticana