sabato 12 giugno 2010

Il Papa: il cristianesimo fonte dei valori spirituali e morali, patrimonio comune dell'Europa. Marginalizzarlo l'amputerebbe della sua identità

Di fronte alla crisi economica, bisogna ripartire dai valori cristiani, vero motore per un autentico sviluppo: è l’esortazione di Benedetto XVI ai partecipanti alla 45° riunione comune della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, ricevuti stamani in Vaticano. Il Papa ha invitato i popoli del Vecchio Continente a non marginalizzare le proprie radici cristiane. Quindi, ha auspicato che la fraternità e la logica del dono trovino sempre più spazio nelle dinamiche economiche e finanziarie. Il Papa ha invitato la Banca di Sviluppo a rinforzare l’integrazione sociale, all’insegna della solidarietà verso i più bisognosi. Gli avvenimenti politici avvenuti in Europa alla fine del secolo scorso, ha esordito Benedetto XVI, hanno permesso all’Europa “di respirare con due polmoni”. E tuttavia, ha constatato, “c’è ancora un lungo cammino da percorrere per rendere effettiva questa realtà”. “Certo si sono sviluppati gli scambi economico-finanziari tra est e ovest dell’Europa, ma – si è chiesto il Papa - c’è stato un reale progresso umano”? “La liberazione dalle ideologie totalitarie – è l’interrogativo posto dal Papa – non è stata utilizzata unilateralmente per il solo progresso economico a detrimento di uno sviluppo più umano che rispetti la dignità e la nobiltà dell’uomo”? Ancora, non sono state dimenticate quelle “ricchezze spirituali che hanno modellato l’identità europea?”. Attualmente, ha proseguito, l’Europa e il mondo attraversano un momento di grave crisi economica. Ma, ha avvertito, non bisogna valutare questa situazione solo attraverso un’analisi strettamente finanziaria. Ha così richiamato l'Encicliaca "Caritas in veritate" dove, ha detto, si mostra che l’amore di Dio e del prossimo è un motore potente capace di offrire autentica energia all’ambiente sociale, politico ed economico. Nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa, il Pontefice ha messo in evidenza che la relazione tra carità e verità è “una forza dinamica che rigenera l’insieme dei legami interpersonali” per orientare la vita economica e finanziaria “al servizio dell’uomo e della sua dignità”. “Questo – ha affermato – è il solo capitale che conviene salvare e in questo capitale si trova la dimensione spirituale della persona umana”. L’economia e la finanzia, ha ribadito, non esistono per se stesse. Non sono che uno strumento. “Il Cristianesimo – ha poi aggiunto - ha permesso all’Europa di comprendere ciò che è la libertà, la responsabilità e l’etica che impregna le sue leggi e le strutture sociali”. ““Marginalizzare il Cristianesimo, anche attraverso l’esclusione dei simboli che lo manifestano - è stato il suo richiamo - contribuirebbe ad amputare il nostro continente della sua origine fondamentale che lo nutre instancabilmente e che contribuisce alla sua vera identità”. “Effettivamente – ha detto il Papa – il Cristianesimo è la fonte dei valori spirituali e morali che sono patrimonio comune dei popoli europei”. Valori ai quali gli Stati membri del Consiglio d’Europa hanno manifestato il loro attaccamento nel Preambolo dello Statuto dell’organismo continentale. Ribadendo la natura sociale della Banca di Sviluppo, Benedetto XVI ha quindi offerto una riflessione sulla fraternità nell’economia. “La fraternità – ha constatato – permette degli spazi di gratuità, che pur essendo indispensabili” sono difficilmente riscontrabili quando il fine è soltanto l’efficacia e il profitto. Tale dualismo, ha proseguito, non è però assoluto e insormontabile. Per questo bisognerebbe “introdurre una logica che faccia della persona umana e più specificamente delle famiglie di quanti sono nel bisogno, il centro e il fine dell’economia”. In Europa, ha ricordato il Papa, esiste un passato di esperienze di sviluppo economico fondato sulla fraternità, come le imprese sociali e mutualistiche. Bisogna, dunque, tornare alla generosità delle origini. Il Papa non ha mancato di rammentare che la Santa Sede fa parte della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa dal 1973. Un istituto, ha affermato, chiamato ad esplorare gli spazi dove possono esprimersi la fraternità e la logica del dono.

Il Papa nomina mons. Franeschini amministratore apostolico del vicariato di Anatolia. Ha denunciato le falsificazioni sul delitto di mons. Padovese

A pochi giorni dall'assassinio in Turchia del vicario dell'Anatolia, mons. Luigi Padovese, avvenuto il 3 giugno scorso, Benedetto XVI ha nominato amministratore apostolico "sede vacante ed at nutum Sanctae Sedis", del vicariato apostolico di Anatolia (Turchia) l'arcivescovo di Smirne, mons. Ruggero Franceschini. Ne dà notizia la sala stampa vaticana in una nota. Franceschini il 7 giugno scorso aveva celebrato a Iskenderun i funerali di mons. Padovese chiedendo chiarezza sulle circostanze dell'omicidio, e anche nei giorni successivi ha denunciato in varie sedi le falsificazioni riguardo al movente del delitto e rilevando come esso sia avvenuto secondo le modalità e il rituale degli estremisti islamici. Una nomina che il vescovo ha accolto ''con gratitudine e spirito di servizio. Sarà difficile, difficilissimo, perchè la comunità cristiana è prostrata - ha spiegato ai microfoni della Radio Vaticana - però è anche una comunità cristiana che è giovane e, quindi, ha voglia di riuscire a superare questi momenti. Io ho parlato con i giovani che sono un po' divisi perche' si sono infiltrati tanti musulmani e, forse, bisognava essere più attenti su questo ma non ci perderemo d'animo, faremo il possibile''. Nato nel 1939 a Saltino (Reggio Emilia), mons. Franceschini, frate cappuccino, ha diverse lauree, è stato nominato vescovo nel 1993 da Giovanni Paolo II ottenendo subito l'incarico di vicario apostolico di Anatolia. L'11 ottobre del 2004 è stato trasferito alla sede metropolitana di Izmir (Smirne). È stato anche presidente della Conferenza Episcopale turca, ruolo, anche questo, ricoperto, fino alla sua morte, da mons. Padovese.

Avvenire, Adnkronos

Il Papa nel Regno Unito. Nel Bellahouston Park la Messa a Glasgow. Il corteo papale si unirà alla tradizionale sfilata con scolaresche e cornamuse

Papa Benedetto XVI celebrerà la Messa all'aperto prevista per giovedì 16 settembre, primo giorno del viaggio apostolico nel Regno Unito, nel Bellahouston Park di Glasgow (foto). Lo hanno confermato mercoledì i vescovi scozzesi con una nota, dopo la riunione di una delegazione della Conferenza Episcopale di Scozia con il Comune di Glasgow il 4 giugno scorso. "La Chiesa Cattolica festeggia la conferma data dal Comune di Glasgow che Bellahouston Park sarà disponibile e allestito per la visita di Papa Benedetto XVI", si legge nel testo. Il parco "è un luogo meraviglioso, quindi sarà un grande successo", assicurano i vescovi. "La città di Glasgow godrà di molti benefici come risultato della visita". Questo luogo, spiegano, "ha una grande risonanza per i cattolici scozzesi, molti dei quali ricordano con affetto la meravigliosa giornata del 1982 in cui Papa Giovanni Paolo II celebrò lì una Messa". I vescovi chiedono ai cattolici scozzesi di iniziare a organizzare, attraverso le parrocchie, la propria partecipazione agli atti previsti. Tra questi, informano, la scorta al gruppo papale, che attraverserà Edimburgo il giorno in cui gli scozzesi festeggiano San Ninian, evangelizzatore della Scozia. La carovana papale si unirà alla sfilata tradizionale, insieme a scolaresche e bande di cornamuse. Bellahouston Park è un enorme parco a circa tre miglia a sud-est di Glasgow, famoso per la sua bellezza, creato nel 1895 su quelle che erano tre tenute nobili. In genere viene utilizzato per grandi eventi culturali, concerti di cornamuse e prove sportive.

Zenit