domenica 15 luglio 2012

Rapporto Moneyval: Santa Sede non ancora trasparente ma quasi. Superata la prima fase verso l'inserimento nella lista dei Paesi virtuosi

Non è ancora trasparente ma quasi. Il Vaticano pare sia riuscito a superare la prima fase che dovrebbe condurlo nella White List. Il cammino da fare non è terminato ma lo Stato pontificio, sospettato da più parti di avere accolto denaro sporco, ha davanti a sé un anno di tempo per ritornare a Strasburgo davanti a Moneyval per un ulteriore esame. Attualmente i punti ancora negativi sono sette (sono scesi di uno) e allo stato delle cose la realizzazione dell’obiettivo finale, l’inserimento della Santa Sede nei Paesi virtuosi, dipenderà dalle informazioni che le autorità d’Oltretevere daranno sulle operazioni finanziarie, dimostrando che lo Ior è un istituto (sui generis) nato solo per servire le diocesi del mondo e non per riciclare denaro di dubbia provenienza. Più o meno sarebbero questi i contenuti che si leggeranno mercoledì prossimo, 18 luglio, all’interno del primo rapporto del comitato Moneyval, la divisione del Consiglio d'Europa competente per la valutazione dei sistemi antiriciclaggio dei Paesi membri, sulla Santa Sede e la Città del Vaticano. Il rapporto di valutazione delle norme antiriciclaggio vaticane era stato "adottato" da Moneyval il 4 luglio scorso durante la sua 39° assemblea plenaria. In quei giorni una delegazione diplomatica guidata dal sottosegretario agli esteri, mons. Ettore Ballestrero era volata in Francia per seguire da vicino le fasi d’esame. I valutatori europei nel frattempo hanno formulato un giudizio sulle norme antiriciclaggio varate dal Vaticano e sulla loro conformità agli standard internazionali, un passaggio decisivo per essere considerati trasparenti. In quei giorni aveva provocato non poche polemiche la notizia che (dietro suggerimento del ministero dell’Economia) i tecnici finanziari dell’Uif (l’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia) non sarebbero intervenuti a Strasburgo, davanti a Moneyval, per non mettere i bastoni tra le ruote al Vaticano. "Siamo sereni: ci sembra di essere sulla buona strada", aveva commentato all'indomani dell'approvazione del rapporto il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. "È un cammino e questa è una tappa importante" aveva aggiunto. Il test era molto atteso visto il percorso di trasparenza intrapreso con la legge 127 sull'anti-riciclaggio entrata in vigore il primo aprile dell'anno scorso (poi ritoccata quest'anno con la 166, ritenuta da più parti più debole). Gli esperti europei hanno fatto due visite in Vaticano nel novembre e nel marzo scorsi con colloqui con le varie autorità competenti (Segreteria di Stato, Aif, Apsa, Ior, Governatorato, Prefettura degli Affari economici). Nella prima relazione avevano inizialmente espresso una valutazione di "non conformità" o "parziale conformità" su otto delle 16 "raccomandazioni" del Gafi in tema di anti-riciclaggio. Oggi sono scese a sette. Un altro passo verso la meta.

Franca Giansoldati, Il Messaggero.it

L’abbraccio della gente di Frascati: facciam sentire al Papa il nostro calore in cambio del sostegno spirituale che lui sa donarci quotidianamente

All'inizio del Pontificato una certa "vulgata" dei mass media ripeteva che Benedetto XVI fosse un Papa "freddo", incapace di scaldare i cuori delle masse. Per polverizzare questo luogo comune bastava incolonnarsi stamattina all'alba sulla Tuscolana per arrampicarsi, tra file di pullman e automobili, fino alla rocca di Frascati. Sono molte più del previsto, infatti, le persone che hanno preferito l'incontro con il Pontefice ad una domenica al mare. Nella città che dopo Roma ha dato più Papi alla Chiesa, Joseph Ratzinger è stato accolto come un amico, ma soprattutto come una guida dalla quale si è certi di ricevere parole di verità e di conforto, tanto più necessarie in un momento di grave crisi economica per un territorio un tempo florido e ricco di attività imprenditoriali. Adesso la recessione morde anche qui e si vede ad occhio nudo. "Ci siamo organizzati per far sentire a Benedetto XVI il nostro calore in cambio del sostegno spirituale che lui sa donarci quotidianamente con la sua predicazione", spiega Mara Cancellieri, che con alcuni amici dei castelli di Roma ha allestito una sorta di "staffetta" papale per arrivare tutti insieme fino al sagrato della Cattedralededicato al primo vicario di Cristo, San Pietro. In tanti sono arrivati da fuori regione. "Siamo partiti in nottata pervenire ad ascoltare il Santo Padre - racconta Silvia Simoncini, 35 anni, presidente dello Iuter club di Osimo, in provincia di Ancona -. Personalmente ho colto l'opportunità anche perché ho numerosi parenti a Frascati, però il significato di questa trasferta è molto più profondo di un saluto a zii e cugini. E' una fase storica molto delicata per il Paese e, come associazione di giovani cattolici, abbiamo ritenuto giusto dare con la nostra presenza a Frascati un piccolo contributo stringendoci attorno al primate d'Italia, portavoce di chi non ha voce. Tra noi c'è chi ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo. Pregare con Benedetto è un'iniezione di fiducia ed esprime la volontà di rialzarci dalle difficoltà attuali. Il Papa ci aiuta a non perderci d'animo e a ripartire dal punto in cui ci siamo fermati". La rinascita di Frascati dopo la seconda guerra mondiale appare come il simbolo tangibile della possibilità di risorgere dalle proprie macerie. Qui si trovava il comando supremo tedesco per il Mediterraneo, perciò dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, 130 quadrimotori americani la rasero al suolo. E' stata ricostruita pietra su pietra e oggi il Pontefice della "purificazione" l'ha scelta come luogo-simbolo del proprio messaggio di rigenerazione e di speranza. Davanti Villa Aldobrandini si è appostato con una grande bandiera gialla e bianca (i colori della Santa Sede) Gianluca Franco, ingegnere quarantenne con moglie e figlia al seguito. "In una fase delicata della mia vita ho beneficiato in maniera speciale dell'orientamento di Benedetto XVI - afferma -. Non trovavo più senso nella quotidianità e ho cominciato, quasi per caso, a leggere il suo 'Gesù di Nazaret' e sono rimasto catturato dalla chiarezza e pervasività della sua parola. Ormai lo sento come una persona di famiglia ed essere qui è il minimo. Eravamo anche al meeting di Milano a inizio giugno. Ogni volta che posso, partecipo alle sue catechesi ed è un modo per 'ricaricare le batterie', è come se vederlo e sentirlo direttamente rappresenti un rafforzamento della fede e un incentivo a superare debolezze e cadute. Per capire la grandezza del Magistero di Papa Ratzinger la maniera più efficace è lasciarsi invadere dalla sua predicazione".

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

Benedetto XVI: Maria, la più buona delle madri, vi avvolga con il suo manto nella lotta contro il male, vi mostri le strade che conducono a Dio

Nei saluti in varie lingue, in francese il Santo Padre ha sottolineato che il periodo estivo, oltre a offrirci una possibilità di riposo, può essere per ciascuno “un momento favorevole per riflettere sulla propria vita e rendere il proprio cuore disponibile agli altri e a Dio”. Di qui l’invito a essere vicini a “tutti coloro che soffrono la solitudine e l’abbandono” e a fare loro visita. Anche in slovacco ha invitato ad approfittare “di questo periodo per il riposo e per ritemprare le forze del corpo e dello spirito”. In spagnolo ha incoraggiato tutti i membri della Chiesa e in special modo i laici “a rispondere con generosità e prontezza di cuore alla voce di Cristo, per unirsi più intimamente a Lui e collaborare con la sua missione salvifica”. Un pensiero, in polacco, alla celebrazione domani della memoria liturgica della B.V. Maria del Monte Carmelo – la Madre di Dio dello Scapolare. “Il segno del personale affidamento a Lei – lo scapolare – lo portava e lo stimava tanto il Beato Giovanni Paolo II – ha detto Benedetto XVI -. A tutti i suoi connazionali – in Polonia, nel mondo, a voi qui presenti oggi a Castel Gandolfo – auguro che Maria, la più buona delle madri, vi avvolga con il suo manto nella lotta contro il male, interceda nella richiesta delle grazie, vi mostri le strade che conducono a Dio”.

SIR

Il Papa: lo Spirito Santo non finisce mai di rivelare e attualizzare il mistero di Dio, l’opera di Cristo e della Chiesa non regredisce ma progredisce

Al rientro da Frascati, dove questa mattina si è recato in Visita Pastorale, qualche minuto dopo mezzogiorno il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e recita l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti. Acclamato dai fedeli, ha osservato: “Vedo che mi avete perdonato il ritardo, ho celebrato la Santa Messa a Frascati e siamo stati in preghiera forse un po’ troppo a lungo e quindi siamo in ritardo”. Ha quindi ricordato che oggi nel calendario liturgico “è la memoria di San Bonaventura da Bagnoregio, francescano, dottore della Chiesa, successore di San Francesco d’Assisi alla guida dell’Ordine dei frati minori. Egli scrisse la prima biografia ufficiale del Poverello, e alla fine della vita fu anche vescovo di questa diocesi di Albano”. Riprendendo il Vangelo di questa domenica, che presenta il primo invio in missione dei dodici Apostoli da parte di Gesù, il Papa ha sottolineato che “Francesco d’Assisi, dopo la sua conversione, praticò alla lettera questo Vangelo, diventando un testimone fedelissimo di Gesù; e associato in modo singolare al mistero della Croce, fu trasformato in un ‘altro Cristo’, come proprio San Bonaventura lo presenta”. D’altra parte, “tutta la vita di San Bonaventura, come pure la sua teologia hanno quale centro ispiratore Gesù Cristo”. Questa centralità di Cristo si trova nel “celebre inno della Lettera di San Paolo agli Efesini”. Questo inno paolino, ha posto in evidenza il Pontefice, “contiene la visione della storia che San Bonaventura ha contribuito a diffondere nella Chiesa: tutta la storia ha come centro Cristo, il quale garantisce anche novità e rinnovamento ad ogni epoca. In Gesù Dio ha detto e dato tutto, ma poiché Egli è un tesoro inesauribile, lo Spirito Santo non finisce mai di rivelare e di attualizzare il suo mistero. Perciò l’opera di Cristo e della Chiesa non regredisce mai, ma sempre progredisce”. Di qui l’invocazione a “Maria Santissima, che domani celebreremo quale Vergine del Monte Carmelo, affinché ci aiuti, come san Francesco e San Bonaventura, a rispondere generosamente alla chiamata del Signore, per annunciare il suo Vangelo di salvezza con le parole e prima di tutto con la vita”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Mons. Martinelli al Papa: il nostro inno di grazie, in questo straordinario incontro, è ricco e motivato. Il sindaco gli dona le chiavi della città

Un cesto contenente le buste che varie istituzioni e singole persone hanno donatoal Papa per le sue numerose attivitàcaritative internazionali. È il "piccolo segno, di comunione affettuosa e solidale" che la diocesi di Frascati ha lasciato a Benedetto XVI. Il vescovo Raffaello Martinelli lo ha spiegato durante il saluto rivolto prima dell’inizio della Santa Messa celebrata dal Pontefice. "Il Signore Dio - ha detto il presule - ci dona oggi la gioia speciale di stringerci a Vostra Santità, roccia su cui Cristo ha fondato e mantiene la sua Chiesa, per celebrare l’Eucaristia, l’azione sublime di grazie, che Cristo innalza al Padre, offrendo se stesso in sacrificio di morte e di risurrezione, per fare di tutti noi il suo Corpo. Ci uniamo con intensa letizia a Cristo Signore, consapevoli che il nostro inno di grazie, in questo straordinario incontro, è particolarmente ricco e motivato". Quindi ha ricordato come la celebrazione presieduta dal Successore di Pietro avvenga davanti alla Cattedrale e sulla piazza di Frascati che sono dedicate proprio a San Pietro. "Concelebrano - ha aggiunto - alcuni successori degli apostoli, tra cui il segretario di Stato e nostro cardinale titolare Tarcisio Bertone e numerosi sacerdoti, collaboratori indispensabili e fedeli del vescovo: quel vescovo che, dopo aver sperimentato, per oltre un ventennio, l’amorevole e indefettibile servizio a Cristo e alla Chiesa vissuto quotidianamente da parte di vostra Santità, circa tre anni fa, fu scelto e consacrato da vostra Santità per sposare questa meravigliosa Chiesa locale". La stessa diocesi che, come ha ricordato ancora il vescovo Martinelli, abbraccia anche alcuni popolosi quartieri di Roma, "desidera, oggi ancor di più, rendere grazie a Dio per gli innumerevoli benefici ricevuti, non ultimo quello di essere da sempre legata alla Sede di Pietro, come antica diocesi suburbicaria, che ha goduto, in più occasioni, durante la sua storia bimillenaria, della presenza, azione, residenza di numerosi Papi". Quindi il presule ha chiesto al Pontefice di confermare e rafforzare la fede in ciascuno dei presenti: nelle famiglie e nelle comunità parrocchiali. "Ne avvertiamo un immenso bisogno - ha proseguito - anche per vivere nel migliore dei modi quell’Anno della fede che ella ha indetto per tutta la Chiesa. Solo così questo terreno, ricco di bellezze naturali e fecondato dallo Spirito di Cristo, potrà fruttificare in nuove e abbondanti vocazioni religiose e sacerdotali, senza le quali non esistono né Eucaristia, né comunità ecclesiale, e potrà fiorire in Chiese domestiche che, unite nella comunione sponsale dal sacramento del matrimonio, donino, alla Chiesa e alla società, figli che siano testimoni gioiosi del Signore". Infine il vescovo ha concluso ricordando che a questa preghiera si uniscono in modo particolare gli ammalati, "che offrono la loro sofferenza per la missione di vostra Santità e per la crescita, nella santità, di tutti noi". In precedenza il sindaco di Frascati, Stefano Di Tommaso, aveva salutato il Pontefice a nome delle amministrazioni municipali e delle comunità parrocchiali della diocesi, che oltre il suo comune, comprende Colonna, Grottaferrata, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Rocca di Papa, Rocca Priora, e una porzione di Roma. Quindi ha ricordato che Frascati l’8 settembre 1943 fu colpita da un tremendo bombardamento che provocò centinaia di vittime e tante distruzioni, da cui la popolazione seppe risollevarsi grazie anche all’importante contributo, insieme ai tanti laici e cittadini "di grandi indimenticabili religiosi come il vescovo Biagio Budelacci, padre Alvarez, don Giuseppe Buttarelli" e molti altri. Poi ha sottolineato come Frascati sia "una città che ha sempre saputo e sa riconoscere il valore intrinseco della religiosità. Dietro questa magnifica basilica cattedrale, dedicata a san Pietro apostolo, dove suo fratello Georg ha avuto modo di ammirare il monumentale organo, ci sono le scuole Pie dei padri Scolopi, con la scuola popolare più antica d’Europa, fondata nel 1616 da San Giuseppe Calasanzio". Essa inoltre ospita a Villa Sora, "una delle famose ville rinascimentali che le fanno da corona, la comunità dei padri Salesiani, che esercita un’importante azione educatrice". Infine il sindaco ha consegnato simbolicamente al Papa le chiavi della città, un dono, ha concluso, "che vuole essere il segno dell’antica storia di Frascati e un segno di speranza per un futuro migliore".

L'Osservatore Romano

Il Papa: i discepoli parlino a nome di Gesù e predichino il Regno di Dio senza preoccuparsi di avere successo, anche se contro applausi e potere umano

Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha lasciato in auto il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per recarsi in Visita Pastorale alla diocesi suburbicaria di Frascati. Davanti al cancello di Villa Aldobrandini in Piazza Roma a Frascati, il Papa è salito sull’auto scoperta e, attraversando i vari reparti occupati dai fedeli, è arrivato in Piazza San Pietro, accolto dal vescovo e dalle autorità civili. Sul sagrato della Cattedrale il Papa ha ricevuto il saluto del sindaco Stefano Di Tommaso, e del vescovo mons. Raffaello Martinelli, che ha offerto, a nome della diocesi, un cesto con buste di offerte per la carità del Papa. Quindi è entrato in Cattedrale dove si è soffermato in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento. Dopo la vestizione dei paramenti sacri, Benedetto XVI ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica.
All’inizio dell’omelia, Benedetto XVI ha in primo luogo ringraziato il card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato e titolare della diocesi, mons. Martinelli, il sindaco Di Tommaso e tutte le autorità presenti. Il Pontefice, a braccio, ha speso alcune parole per ricordare l’impegno di mons. Martinelli quando per 20 anni è stato suo “fedelissimo molto capace collaboratore” nella Congregazione per la Dottrina della Fede, "dove ha lavorato soprattutto nel settore del catechismo e della catechesi con grande silenzio e discrezione: ha contribuito al Catechismo della Chiesa Cattolica e al Compendio del Catechismo. In questa grande sinfonia della fede anche la sua voce è molto presente". Quindi il Papa ha commentato il Vangelo odierno, riguardante l’invio in missione degli apostoli da parte di Gesù: "Il fatto che Gesù chiami alcuni discepoli a collaborare direttamente alla sua missione, manifesta un aspetto del suo amore: Egli non disdegna l’aiuto che altri uomini possono recare alla sua opera; conosce i loro limiti, le loro debolezze, ma non li disprezza, anzi, conferisce loro la dignità di essere suoi inviati". Una missione che richiede alcune istruzioni: l’essere distaccati dal denaro e dalle comodità e mettere nel conto la possibilità di essere respinti ma anche perseguitati. “Essi devono parlare a nome di Gesù – ha detto il Papa – e predicare il Regno di Dio, senza essere preoccupati di avere successo”. Come accadde al profeta Amos, chiamato da Dio a predicare contro i soprusi e le ingiustizie, e cacciato dal sacerdote Amasia. Un rifiuto che non intacca la sua missione. “Egli – ha sottolineato Benedetto XVI – continuerà a profetizzare, predicando ciò che Dio dice e non ciò che gli uomini vogliono sentirsi dire”: "E questo rimane il mandato della Chiesa: non predica ciò che vogliono sentirsi dire i potenti Il loro criterio è la verità e la giustizia anche se sta contro gli applausi e contro il potere umano". E’ nel gesto di scuotere la polvere dai piedi, davanti alla gente che rifiuta l’annuncio, che si esprime il distacco morale e materiale. Un annuncio che va accompagnato, dice Gesù ai Discepoli, sempre dal servizio e dalla cura dei malati: "Cura dei malati corporale e spirituale. Parla delle guarigioni concrete delle malattie, parla anche dello scacciare i demoni, cioè purificare la mente umana, pulire, pulire gli occhi dell’anima che sono oscurati dalle ideologie e perciò non possono vedere Dio, non possono vedere la verità e la giustizia. Questa duplice guarigione corporale e spirituale è sempre il mandato dei discepoli di Cristo. Quindi la missione apostolica deve comprendere due aspetti di predicazione della parola di Dio e di manifestazione della sua bontà con gesti di carità di servizio e di dedizione". "Rendo grazie a Dio che mi ha mandato oggi a ri-annunciarvi questa Parola di salvezza! Una Parola che è alla base della vita e dell’azione della Chiesa, anche di questa Chiesa che è in Frascati", il cui impegno pastorale "è in sostanza un impegno formativo, rivolto prima di tutto ai formatori: formare i formatori. E’ proprio quello che ha fatto Gesù con i suoi discepoli: li ha istruiti, li ha preparati, li ha formati anche mediante il 'tirocinio' missionario, perché fossero in grado di assumere la responsabilità apostolica nella Chiesa". Nella comunità cristiana, “questo è sempre il primo servizio che i responsabili devono offrire: a partire dai genitori, che nella famiglia compiono la missione educativa verso i figli; pensiamo ai parroci, che sono responsabili della formazione nella comunità, a tutti i sacerdoti, nei diversi campi di lavoro: tutti vivono una prioritaria dimensione educativa; e i fedeli laici, oltre al ruolo già ricordato di genitori, sono coinvolti nel servizio formativo con i giovani o gli adulti, come responsabili nell’Azione cattolica e in altri movimenti ecclesiali, o impegnati in ambienti civili e sociali, sempre con una forte attenzione alla formazione delle persone”. “Il Signore – ha sottolineato il Santo Padre - chiama tutti, distribuendo diversi doni per diversi compiti nella Chiesa. Chiama al sacerdozio e alla vita consacrata, e chiama al matrimonio e all’impegno come laici nella Chiesa stessa e nella società”. Benedetto XVI ha precisato: “La verginità per il Regno di Dio e il matrimonio sono entrambe vocazioni, chiamate di Dio a cui rispondere con e per tutta la vita. Dio chiama: occorre ascoltare, accogliere, rispondere. Come Maria: Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola”. Anche qui, ha evidenziato il Papa, “nella comunità diocesana di Frascati, il Signore semina con larghezza i suoi doni, chiama a seguirlo e a prolungare nell’oggi la sua missione. Anche qui c’è bisogno di una nuova evangelizzazione, e per questo vi propongo di vivere intensamente l’Anno della fede che inizierà ad ottobre, a 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II”. “I documenti del Concilio – ha proseguito il Pontefice - contengono una ricchezza enorme per la formazione delle nuove generazioni cristiane, per la formazione della nostra coscienza. Quindi leggeteli, leggete il Catechismo della Chiesa Cattolica e così riscoprite la bellezza di essere cristiani, di essere Chiesa, di vivere il grande ‘noi’ che Gesù ha formato intorno a sé, per evangelizzare il mondo: il ‘noi’ della Chiesa, mai chiuso, ma sempre aperto e proteso all’annuncio del Vangelo a tutti.”. Ancora un’esortazione ai fedeli di Frascati: “Siate uniti tra voi e al tempo stesso aperti, missionari. Rimanete saldi nella fede, radicati in Cristo mediante la Parola e l’Eucaristia; siate gente che prega, per rimanere sempre legati a Cristo, come tralci alla vite, e al tempo stesso andate, portate il suo messaggio a tutti, specialmente ai piccoli, ai poveri, ai sofferenti. In ogni comunità vogliatevi bene tra voi, non siate divisi ma vivete da fratelli, perché il mondo creda che Gesù è vivo nella sua Chiesa e il Regno di Dio è vicino”. I patroni della diocesi di Frascati sono due Apostoli: Filippo e Giacomo. Alla loro intercessione il Santo Padre ha affidato il cammino della comunità, “perché si rinnovi nella fede e ne dia chiara testimonianza con le opere della carità”.
Terminata la celebrazione della Santa Messa, il Papa ha salutato alcuni organizzatori della visita, quindi in auto è rientrato al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dove lo attendevano fedeli e pellegrini per la recita dell’Angelus.


Radio Vaticana, SIR

VISITA PASTORALE DEL A FRASCATI - il testo integrale dell'omelia del Papa