venerdì 24 luglio 2009

Dopo la visita ad Aosta il saluto agli anziani della casa di accoglienza di Introd

Benedetto XVI è rientrato a Les Combes intorno alle 19.30 dopo la sua visita ad Aosta, fermandosi brevemente, come era stato annunciato, alla casa d'accoglienza per anziani di Introd. Giunto sotto la pioggia, il Pontefice non è sceso dall'automobile, che ha percorso però il breve tratto davanti all'istituto a passo d'uomo, consentendo al Papa di salutare le persone, una trentina, che lo attendevano davanti alla struttura insieme al sindaco di Introd, Osvaldo Naudin. Presenti anche alcuni bambini, il sindaco ha presentato uno ad uno gli ospiti della casa. Uno di loro, un anziano malato, ha voluto far dono a Benedetto XVI di un libro.

Ansa

I Vespri ad Aosta. Il Papa: il vero potere è nella misericordia e nel perdono. Senza Dio manca la bussola. Vi auguro buone vacanze senza incidenti!

Benedetto XVI ha visitato questo pomeriggio Aosta, dove ha presieduto la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale. Il Pontefice è arrivato all'Arco di Augusto a bordo di un'automobile insieme al suo segretario Georg Gänswein e ha salutato le autorità che erano ad attenderlo. Poi è salito a bordo di una jeep con targa vaticana, la stessa usata per il giro tra la folla di domenica scorsa a Romano Canavese. Il Papa non indossava il tutore che portava in questi giorni per sostenere il braccio ingessato ed ha salutato la folla con la mano sinistra, tenendo il braccio destro appoggiato. Ad attenderlo, il presidente della Regione Valle D'Aosta Augusto Rollandin, il presidente del Consiglio regionale Albert Cerise, il sindaco di Aosta Guido Grimod e il vescovo, mons. Giuseppe Anfossi. Il Pontefice li ha salutati porgendo la mano sinistra. Poco dopo il Papa è giunto nella piazza antistante la Cattedrale di Aosta, dove ha effettuato un giro completo per salutare la folla che lo ha accolto con applausi al grido di "viva il Papa". Prima di entrare in Cattedrale, Benedetto XVI ha salutato alcuni religiosi e poi ha fatto ingresso accolto dall'applauso di circa 400 persone presenti. Il Pontefice è stato poi accompagnato all'interno della Chiesa dai canonici del Capitolo della Cattedrale e dal vescovo, fermandosi ancora un istante a benedire la folla prima di entrare.
''Se Dio manca, si prescinde da Dio e Dio è assente manca la bussola, manca l'orientamento e la strada dove andare". “Ma come farlo conoscere?”. Nelle visite ad limina, ha raccontato il Papa nell'omelia tenuta a braccio, in occasione di incontri con vescovi dell’Asia e dell’Africa si parla delle religioni tradizionali: “ci sono elementi comuni, tutti sanno che c’e Dio un solo Dio, gli dei non sono Dio”. "L'occhio che ci vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma di un amore che non ci abbandona mai", ha aggiunto. "Dio sembra assente, molto lontano, si nasconde, non conosciamo il suo volto'', ha detto Benedetto XVI, ricordando che ''l'evangelizzazione consiste nel fatto che il Dio lontano si avvicina''. ''Dobbiamo di nuovo portare Dio in questo nostro mondo, e farlo conoscere, e farlo presente'', ha affermato quindi Papa Ratzinger, spiegando come, a quel punto "Dio non è più lontano, Dio è vicino'' e da sconosciuto che era ''si fa conoscere, e mostra il suo volto, si rivela, entra nel nostro mondo, e dunque non bisogna più arrangiarsi con altri poteri perchè Lui è il potere vero, è l'Onnipotente" e ''l'Onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perchè Dio è il bene, è la verità, può tutto ma non può agire contro l'amore e contro la libertà, perchè egli stesso è il bene, è l'amore è la vera libertà. Non può mai essere in costrasto con la verità, con l'amore, con la libertà. Egli è il custode della nostra libertà, dell'amore della verità". Il mondo è abituato a pensare al ''potere pericoloso'', che ''può minacciare, può distruggere'', al ''potere militare'' o al ''potere di chi dispone di grandi capitali'', ma ''il vero potere è il potere di grazia e di misericordia''. La "domanda di Stalin 'Quante divisioni ha il Papa' ancora caratterizza l'opinione dei media", ma è ''nella misericordia'' che ''si mostra il vero potere'', ha spiegato, parlando a braccio, Benedetto XVI, sottolineando che ''Dio è capace di soffrire con noi, e così dimostra il vero potere''. Dio “ha sofferto” e “nel Figlio soffre con noi” e questo è l’ultimo apice del suo potere, che è capace di soffrire con noi e così dimostra il vero potere di Dio, nelle nostre sofferenze non siamo mai lasciati soli”. “Tuttavia rimane una questione difficile, perché era necessario soffrire per salvare il mondo”.
La risposta di Benedetto XVI è che “nel mondo esiste un oceano di male, un oceano di ingiustizia, di odio, di violenza. Le tante vittime hanno diritto che sia creata giustizia, Dio non può ignorare il grido dei sofferenti che sono oppressi”. E poiché “perdonare non è ignorare, ma trasformare, Dio deve entrare e opporre all’oceano di di male uno piu grande”, un “fiume infinito” di bene, “sempre più grande di tutte le ingiustizie del mondo, un fiume di bontà, di verità, di amore”. “Cosi Dio traforma il nosto mondo” perché “ci sia un fume di bene più grande di tutto il male che può esistere”. Da qui viene un “invito a tutti noi, a uscire dall’oceano del male ed entrare nel fiume del suo amore”. E’ una domanda che interroga anche i sacerdoti. “Come sacerdoti, abbiamo la funzione di consacrare il mondo, perché diventi ostia vivente, diventi liturgia, il cosmo diventi ostia vivente”. “Pregiamo perché Dio ci aiuti ad essere sacerdoti in questo senso”, “che la nostra vita parli di Dio che sia veramente liturgia, annuncio di Dio e realmente dono di noi stessi a Dio”.
L’incontro in Cattedrale è stata anche l’occasione per uno scambio di doni: il Papa ha regalato un calice al vescovo di Aosta, ricevendo dalle mani di Mons. Anfossi i paramenti sacri. A chiudere la celebrazione dei Vespri è stato forse il canto più tradizionale della chiesa valdostana, l’inno alla Vergine Maria “O Reine Immaculée”.
''Grazie per la simpatia e per l'affetto che mi dimostrate. Vi auguro buone vacanze come io sono in vacanza, ma senza incidenti per voi...". Cosi' ha scherzato il Papa salutando la folla di fedeli che lo attendeva nella piazza davanti alla cattedrale di Aosta. Benedetto XVI è poi montato sulla vettura coperta che lo deve riportare, dopo una breve sosta alla casa di riposo di Introd, allo chalet di Les Combes.

Ansa, Apcom, Adnkronos


Il Papa in Terra Santa. Dopo due mesi lo Yad Vashem definisce storica la visita di Benedetto XVI: aumenterà la consapevolezza dell'Olocausto nel mondo

La sua tappa al memoriale della Shoah di Gerusalemme aveva suscitato malumori sommessi e critiche aperte, ma oggi, a distanza di qualche mese, il Papa incassa l'apprezzamento dello Yad Vashem che sottolinea come la sua visita "aumenterà sicuramente la consapevolezza dell'Olocausto nel mondo". "Anche se i riferimenti all'antisemitismo e all'identità degli assassini nazisti e dei loro complici sono mancate nel suo discorso - scrive ora lo Yad Vashem nel suo bollettino estivo - la visita di Papa Benedetto XVI è stata un evento significativo e positivo che aumenterà sicuramente la consapevolezza dell'Olocausto nel mondo. Le sue osservazioni sull'olocausto nel corso della sua visita in Israele rafforzano il suo messaggio globale: onorare e rispettare le vittime e i sopravvissuti della Shoah - prosegue lo Yad Vashem Quarterly magazine nel numero che mostra la foto del Papa in prima pagina col titolo 'Una visita storica' - e l'impegno per valori umani fondamentali che puntellano la coesistenza dell'umanità".

Apcom

Le vacanze del Papa. L'affetto dei valdostani per Benedetto XVI con messaggi, doni e dolci. Don Armellin: la sua presenza infonde nuove emozioni

Messaggi fatti recapitare a mano con la complicità di chi ha la fortuna di potersi accostare alla sua residenza, a Les Combes; ninnoli e altri oggetti dell'artigianato locale inviati come gesto d'omaggio all'illustre ospite; dolcetti e torte tipiche fatte in casa per esprimere l'atmosfera di familiarità con la quale viene vissuta la sua vicinanza. Così, sino a oggi, i valdostani hanno testimoniato, da lontano, il loro affetto rispettoso a Benedetto XVI. Ora si preparano a stringersi intorno a lui anche in modo più concreto quando, questo pomeriggio, scenderà in città per la preghiera dei Vespri. "La presenza del Pontefice in questi luoghi rimane, per tutti noi sempre un evento capace di infondere nuove emozioni", afferma don Aldo Armellin, il sacerdote incaricato dalla diocesi di tenere i contatti con la residenza di Les Combes, in una intervista a L'Osservatore Romano. "Il Papa - prosegue don Armellin - viene per un periodo di vacanza e la comunità aostana lo accompagna nella preghiera, rispettando il suo riposo e accogliendo le eventuali possibilità di incontro come un dono. E come si vede i doni del Papa non mancano mai. Anzi sono sempre più ricchi di quanto ci si possa aspettare. E sono in tanti a poterlo testimoniare anche in questi giorni".

Apcom

Le vacanze del Papa. 'Corriere della Valle': fine settimana significativo che deve interpellare la fede della diocesi di Aosta

“Un fine settimana estremamente significativo” in cui per due volte “pregheremo con il Papa e ascolteremo il suo messaggio universale”. A descrivere “l’attesa” della diocesi di Aosta per il doppio appuntamento con Benedetto XVI – oggi per la preghiera dei Vespri in Cattedrale alle 17.30 e domenica per l’Angelus a Les Combes – è Fabrizio Favre, direttore del settimanale diocesano Corriere della Valle. L’incontro di oggi, spiega Favre, “va letto nella luce dell’anno sacerdotale, come suggerito dal vescovo, mons. Giuseppe Anfossi”. Si tratta, aggiunge il direttore, di “un appuntamento importante non solo per la diocesi, ma anche per la città che per la prima volta potrà accogliere Benedetto XVI. All’arrivo all’Arco di Augusto ci sarà il primo saluto della città e poi per le vie del centro il Pontefice potrà gioire della calorosa accoglienza dei valdostani”. L’appuntamento dell’Angelus, prosegue Favre, “è già da tempo nelle corde dei valdostani. Ci sarà offerta un’altra occasione per pregare con il Papa e ascoltare il suo messaggio”. Entrambi gli incontri, conclude il direttore, “ci devono interpellare sulla nostra fede. Il Papa non è soltanto un turista illustre che visita spesso la nostra Valle. Egli ci porta una Parola che, anche grazie all’affetto, che per lui proviamo, deve andare più a fondo nei nostri cuori per poi diventare pensiero e irradiarsi, finalmente, nella nostra vita”.
“La presenza del Papa nella cattedrale rende visibile il responsabile primo della Chiesa universale nel mondo e sollecita il risveglio della fede, della speranza e della carità”. È una delle riflessioni che il vescovo Anfossi propone al settimanale diocesano. Riflettendo sull’incontro di oggi, cui sarà presente tutto il presbiterio, i rappresentanti dei Consigli pastorali parrocchiali e quelli di associazioni e movimenti, mons. Anfossi ricorda che “la cattedrale è un luogo carico di significati simbolici. È prima di tutto la sede del vescovo. E quando in cattedrale si raccolgono tutti i preti della diocesi il legame con il vescovo rimanda alla comunione del vescovo con la Chiesa di Roma”. Ma per il vescovo “c’è di più”: “Benedetto XVI ha da pochi mesi indetto l’Anno Sacerdotale. Di conseguenza con questo appuntamento si chiede a tutti i fedeli di riscoprire la bellezza del ministero sacerdotale. Ma non solo. Anche il prete è invitato a prendere coscienza del suo ministero e dei rapporti che esso ha con gli altri servizi, carismi e ministeri”. “Il fatto che il Papa sia presente – prosegue mons. Anfossi – mette in evidenza che il compito primo del vescovo, dei preti, dei cristiani attivi è quello di risvegliare e mantenere viva la fede”. Per il vescovo, infatti, “la prima cosa importante oggi è la fede perché la crisi religiosa e anche la crisi pastorale che si vive nell’attuale società contemporanea è fondamentalmente una crisi di fede”. Mons. Anfossi anticipa anche alcuni passaggi del “saluto” che, a nome della diocesi, rivolgerà al Papa nei due incontri. “Gli dirò – dice il vescovo – che noi siamo molto felici che sia lui a organizzare le sue vacanze in proprio favore, occupando il tempo nel riposo e regalandosi momenti di serenità, di lettura e di riflessione”. Purtroppo “non potrà scrivere ma ci auguriamo che questa permanenza sia comunque fonte di ispirazione”. Per mons. Anfossi, “è molto importante che se lui viene per riposare possa farlo nel migliore dei modi, ma allo stesso tempo siamo molto felici che lui si affacci alla nostra vita e che lo possiamo incontrare. Gli dirò anche che pregando con Lui in quanto successore di Pietro ci sentiamo confermati nella fede, sostenuti nella speranza e coinvolti nella carità”.

SIR

Le vacanze del Papa. Mattinata tranquilla a Les Combes pensando alla celebrazione ad Aosta. La visita alla casa d'accoglienza per anziani

Per il Papa ''mattina tranquilla'' a Les Combes in Val d'Aosta, con una particolre attenzione all'incontro di questa sera con sacerdoti, religiosi e religiose nella Cattedrale di Aosta ''pensando all'omelia che terrà durante la celebrazione''. Lo ha rivelato il portavoce della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi che ha poi riferito che ieri sera il Papa ha fatto la sua breve passeggiata abituale nonostante la giornata piovosa. Sempre ieri sera il presidente della Regione Valle d'Aosta, Augusto Rolandin, con il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, hanno partecipato ''in clima di grande cordialità'' alla cena nella colonia salesiana, con il personale vaticano e della stessa casa religiosa. ''Il sindaco - ha rivelato padre Lombardi - ha offerto un'ottima polenta con capriolo, da lui stesso cucinata con grande maestria''. Benedetto XVI visiterà di ritorno da Aosta la Maison d'accueil (Casa d'accoglienza) per anziani di Introd, dove saluterà gli ospiti, tra i quali alcuni malati. L'istituto era stato visitato nel 1994 anche da Giovanni Paolo II, anch'egli, all'epoca, infortunato. Si era infatti da poco fratturato il femore per una caduta avvenuta a Roma.

Asca, Ansa

Una delegazione del Vietnam in Vaticano e l'incontro del presidente con il Papa. Sullo sfondo il possibile viaggio di Benedetto XVI nel Paese

Relazioni diplomatiche e, magari, un invito a Benedetto XVI a recarsi l’anno prossimo in Vietnam, dove non è riuscito ad andare neppure Giovanni Paolo II. Sono le speranze dei cattolici vietnamiti che accompagnano la notizia, data dal card. JB. Pham Minh Man e confermata dalle autorità, che a novembre una delegazione del governo si recherà in visita in Vaticano e che il mese successivo il presidente incontrerà il Papa. La visita della delegazione vietnamita ha un importante precedente in quella compiuta il 25 gennaio 2007 dal primo ministro Nguyen Tan Dung. In quell’occasione sembrò che avrebbero potuto essere risolte le numerose questioni che dividono le due parti e che all’orizzonte ci fosse la possibilità di istituire normali relazioni diplomatiche. Così non è stato e i cattolici vietnamiti hanno continuato a vivere momenti difficili. I rapporti tra Vietnam e Vaticano, però non si sono interrotti e sono proseguite anche le periodiche visite di una delegazione della Santa Sede nel Paese. Ora dal governo si dice che “una delegazione del governo del Vietnam visiterà il Vaticano a novembre 2009, per discutere alcune questioni relative ai rapporti tra le due parti e nel dicembre 2009, il presidente del Vietnam si incontrerà per uno scambio di vedute con il Santo Padre Benedetto XVI per i rapporti in un prossimo futuro”. Per i cattolici vietnamiti, un momento particolarmente importante è stata la visita ad limina che i vescovi hanno potuto compiere a giugno di quest’anno. In tale occasione, il presidente della Conferenza Episcopale, mons. Pierre Nguyen Van Nhon, aveva espresso l’auspicio che il Papa possa un giorno visitare il Paese ed aveva ricordato che la Chiesa vietnamita celebrerà uno speciale anno giubilare dal 24 novembre 2009, solennità dei martiri del Paese, fino all’Epifania del 2011. Evidente la speranza dei cattolici di vedere il Papa in quel periodo, mentre in Vaticano si dice che l’anno prossimo Benedetto XVI ha la volontà di compiere un viaggio in Asia. La visita ad limina dei vescovi vietnamiti, peraltro, nelle parole del card. Pham Minh Man , ha portato importanti frutti alla Chiesa che “ha una nuova visione per portare la Buona Novella a tutti in un Paese socialista”. Il Papa ha parlato della Chiesa di Gesù che “vive con e tra il nostro popolo”. Questo ha un significato speciale, è anche un piano pastorale per i vescovi nel Vietnam di oggi. Il sito della Chiesa vietnamita ha annunciato che il messaggio del Papa sarà tradotto in vietnamita, per poter essere letto da tutti. Alcuni cattolici hanno avuto piacere nell’ascoltare che la Chiesa di Gesù “non intende sostituirsi al governo, ma ricerca unicamente - in spirito di dialogo e di cooperazione rispettosa - di prendere giusta parte alla vita della nazione, a servizio di tutto il popolo”. Essa annuncia la Buona Novella, in primo luogo attraverso lo stile di vita e i fondamentali valori della moralità nella vita. In ogni ambiente, in ogni ambito della società, economico e politico. Noi esprimiamo fede in Dio e la Chiesa segue l’amore di Gesù e serve per la vita nostra e dei fratelli. Attraverso questa lezione, i cattolici vietnamiti hanno avuto l’esperienza che si può comunicare e rispettarsi l’un l’altro. Il cardinale ha affermato che “dopo 30 anni abbiamo comunicazione col governo, dopo decenni di ‘via comune’, cattolici e comunisti si capiscono di più. Numerosi cattolici hanno riconosciuto che i comunisti sono uomini-cittadini e fratelli in una casa. Molti comunisti hanno capito che il vero cattolico non è ostile, ma è membro della comunità. Possiamo cooperare per uno sviluppo stabile”.

Thanh Thuuny, AsiaNews