sabato 4 agosto 2012

Benedetto XVI nomina padre Leonardo Sapienza reggente della Prefettura della Casa Pontificia. Il segretario del Papa e il probabile nuovo organigramma

È Leonardo Sapienza (nella foto con Benedetto XVI) il nuovo reggente della Prefettura della Casa Pontificia. La nomina è stata resa ufficiale oggi, ma era già nell’aria da tempo. Il vescovo Paolo De Nicolò, che finora ha ricoperto l’incarico di reggente, aveva compiuto 75 anni, l’età della pensione. E Leonardo Sapienza, da anni officiale della Prefettura della Casa Pontificia, dove era addetto al protocollo, era di certo il candidato ideale per prenderne il posto. E un segnale che la nomina sarebbe avvenuta a breve si poteva già riscontrare aieri lla festa bavarese in onore di Benedetto XVI organizzata dalla diocesi di Monaco e Frisinga nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Sapienza è apparso vicino a Benedetto XVI, in un posto tradizionalmente destinato al reggente. Sacerdote rogazionista, Leonardo Sapienza è uno scrittore prolificissimo: ha all’attivo numerosi libri di preghiera e di catechesi sulla vocazione e le vocazioni, tradotti in varie lingue. Ha curato la pubblicazione di raccolte di massime e pensieri spirituali, e di antologie sulla figura e gli scritti di Papa Paolo VI e Giovanni Paolo II. Antologie scritte e raccolte senza l’ausilio del computer, una caratteristica che colpì particolarmente Giulio Andreotti, che lo volle sottolineare in un articolo su 30Giorni, la rivista che ha diretto fino alla recente sospensione. Se il pensionamento di De Nicolò era atteso, e la nomina di Sapienza praticamente scontata, è da vedere se ci saranno ulteriori cambiamenti all’interno della Prefettura della Casa Pontificia, un organismo importante all’interno della Santa Sede, perché svolge un servizio diretto alla persona del Papa, occupandosi dell’ordine della Casa Pontificia ma anche curando le cerimonie pontificie (esclusa la parte strettamente liturgica). Per il suo carattere di servizio personale al Papa, i membri della Prefettura lavorano in stretto contatto con i segretari del Pontefice. E si parla da tempo di un inserimento “formale” nei ranghi della Prefettura della Casa Pontificia di mons. Georg Gänswein, segretario particolare di Sua Santità. Gänswein potrebbe essere nominato “prefetto aggiunto”, ottenendo anche la promozione a vescovo. Un dato, questo, che sarebbe confermato dal fatto che Sapienza è stato, sì, nominato reggente, ma non ordinato vescovo. L’inserimento di Gänswein nell’organigramma della Prefettura sarebbe un modo, per Benedetto XVI, di dare un maggior peso al suo segretario all’interno della Casa Pontificia. La figura di Gänswein è stata, infatti, fortemente attaccata anche attraverso il recente scandalo della fuga di documenti, il cosiddetto Vatileaks. E le voci su una “fronda” ostile al segretario del Papa, reo di essere eccessivo filtro per l’accesso al Pontefice, sono diventate più insistenti nelle ultime settimane, con una serie di articoli smentiti accuratamente da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Si tratta, ovviamente, solo di voci. Ma il fatto che molte di queste voci si siano concentrate sulla Prefettura della Casa Pontificia e sul suo nuovo organigramma sembrano testimoniare che tutto si gioca intorno alla figura del Papa. E Vatileaks sembra avere due obiettivi: o rendere accessibile il Papa a quanti si sentono messi da parte, e sono ancora interessati a tenere le fila del potere; oppure, se questo non fosse possibile, isolare Benedetto XVI. Mettendo in cattiva luce persino i suoi più stretti collaboratori, come Georg Gänswein. Al quale sembra si voglia far pagare la funzione, tra l'altro nelle prerogative di un segretario particolare, di filtro e protezione che ha sempre esercitato nei confronti del Papa.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

RINUNCE E NOMINE

Memoria di San Giovanni Maria Vianney. Il Papa: sacerdoti, lasciatevi conquistare da Cristo e sarete messaggeri di sperenza, riconciliazione e pace

La Chiesa celebra oggi la memoria di San Giovanni Maria Vianney, figura luminosa di sacerdote e patrono di tutti i parroci del mondo. Al Santo Curato d’Ars, Benedetto XVI ha dedicato numerose riflessioni, indicandolo come modello sempre attuale per ogni sacerdote. A lui ha inoltre dedicato l’Anno Sacerdotale, nel 150° anniversario della sua morte. “Un buon pastore – diceva San Giovanni Maria Vianney – un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa concedere a una parrocchia”. Centocinquant’anni dopo, Benedetto XVI è convinto che questo semplice ma efficace pensiero del Curato d’Ars sia valido ancora oggi. Certo, sottolinea il Papa, i suoi metodi pastorali “potrebbero apparire poco adatti alle attuali condizioni sociali e culturali”. Ma in realtà, rileva, il suo essere “innamorato di Cristo” lo rende contemporaneo di ogni sacerdote: “Il vero segreto del suo successo pastorale è stato l’amore che nutriva per il Mistero eucaristico annunciato, celebrato e vissuto e che è diventato amore delle pecore di Cristo, delle persone che cercano di Dio” (5 agosto 2009).
Nella Francia post-rivoluzionaria, segnata dal razionalismo che voleva allontanare Dio dal cuore degli uomini, il Curato d’Ars attirò migliaia di anime al cuore di Dio. Ci riuscì non per le sue qualità umane, constata il Papa, ma perché si conformò al Buon Pastore fino a dare la vita per le sue pecore: “La sua esistenza fu una catechesi vivente, che acquistava un’efficacia particolarissima quando la gente lo vedeva celebrare la Messa, sostare in adorazione davanti al tabernacolo o trascorrere molte ore nel confessionale...riconosceva nella pratica del Sacramento della penitenza il logico e naturale compimento dell’apostolato sacerdotale” (5 agosto 2009).
L’amicizia con il Signore: ecco, evidenzia il Papa, il vero segreto del “successo” di San Giovanni Maria Vianney. Analfabeta fino all’età di 17 anni, giunse all’ordinazione dopo non poche traversie e incomprensioni. I suoi limiti umani però non lo fermarono. Anzi, lo spinsero ad affidarsi sempre più totalmente al Signore e a lasciarsi guidare da Lui. Questo completo affidamento, è l’esortazione del Papa, è proprio quanto devono fare i sacerdoti del nostro tempo: “Sull’esempio del Santo Curato d’Ars, lasciatevi conquistare da Cristo e sarete anche voi, nel mondo di oggi, messaggeri di speranza di riconciliazione, di pace” (31 marzo 2010).
In questo tempo, avverte ancora il Pontefice, si sente urgente il bisogno di sacerdoti santi, di testimoni credibili. Preti umili ed eccezionali al tempo stesso, proprio come San Giovanni Maria Vianney che seppe rispondere alla sete di verità degli uomini del suo tempo. Come lui, esorta il Papa, i sacerdoti devono coltivare e accrescere, giorno dopo giorno, “un’intima unione personale con Cristo e devono insegnare a tutti questa unione”: “Solo se innamorato di Cristo, il sacerdote potrà toccare i cuori della gente ed aprirli all’amore misericordioso del Signore” (5 agosto 2009).

Radio Vaticana

Settimana prossima la fine dell'istruttoria su Paolo Gabriele, probabile rinvio a giudizio. L'invito del Papa ai magistrati a proseguire con solerzia

Si conclude la settimana prossima la prima puntata della vicenda giudiziaria di Paolo Gabriele (nella foto con Benedetto XVI), il maggiordomo al centro della fuga di documenti riservati del Papa (Vatileaks). Nel corso della settimana, infatti, l'ex assistente di camera di Benedetto XVI sarà prosciolto o, più probabilmente, rinviato a giudizio dal giudice istruttore vaticano Piero Antonio Bonnet. Il magistrato sta preparando in questi giorni la sentenza conclusiva dell'istruttoria, mentre il "promotore di giustizia" Nicola Picardi sta ultimando la requisitoria. Paolo Gabriele, arrestato il 23 maggio, agli arresti domiciliari dal 21 luglio, rimane ad ogni modo l'unico indagato. Il capo d'accusa che gli viene contestato è il "furto aggravato" delle carte del Papa, non, dunque, la loro diffusione. Il legale del maggiordomo, Carlo Fusco, ha puntualizzato che il suo assistito non ha avuto mandanti e complici. I due documenti che la magistratura vaticana sta scrivendo, che potrebbero essere resi pubblici, potrebbero però contenere indicazioni sulla catena di persone che ha fatto filtrare i documenti fotocopiati da Paolo Gabriele sulla stampa italiana e, poi, nel libro di Gianluigi Nuzzi "Sua Santità". Nei 'rumors' di queste settimane in Vaticano si è parlato insistentemente di cittadini italiani coinvolti. Il giornale tedesco Die Welt ha recentemente fatto i nomi del cardinale italiano Paolo Sardi, ex 'ghostwriter' del Papa, del vescovo tedesco Josef Clemens, ex segretario personale di Joseph Ratzinger, e della sua ex governante, Ingrid Stampa, ma la Sala Stampa vaticana ha smentito che si tratti di sospettati, pur confermando che sono tre delle persone ascoltate in queste settimane. Da quel poco che è filtrato in queste settimane di istruttoria, si sa che i magistrati vaticani hanno interrogato tre volte il maggiordomo del Papa, hanno interrogato altre persone informate dei fatti ed hanno disposto alcune perquisizioni con la collaborazione della gendarmeria vaticana. Il Papa, poi, ha anche incaricato una commissione guidata dal card. Julian Herranz, composta dai cardinali Salvatore de Giorgi e Jozef Tomko, e assistita dal cappuccino Luigi Martignani, di una discreta indagine parallela, capace, in virtù del 'grado' porporato dei suoi componenti, di ascoltare anche cardinali e vescovi. Le "audizioni" sono state una trentina e la commissione ha consegnato le conclusioni al Papa in un'udienza a Castel Gandolfo che si è svolta lo scorso 27 luglio. In quell'occasione il Papa ha ricevuto, per circa 45 minuti, la commissione cardinalizia, i magistrati vaticani, accompagnato (una foto dell'incontro collettivo è stata pubblicata sulla prima pagina de L'Osservatore Romano) da mons. Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, mons. Georg Gänswein, segretario particolare del Papa, Domenico Giani, comandante della Gendarmeria vaticana, e Greg Burke, consulente per la comunicazione della Segreteria di Stato. Assente il card. Tarcisio Bertone, che si trova in vacanza. Il Papa, come ha reso noto la Sala Stampa della Santa Sede, ha invitato la magistratura vaticana a "proseguire il lavoro con solerzia". Un'espressione che fa intendere l'intenzione di Papa Ratzinger di andare fino in fondo alla vicenda. Se non è affatto escluso che, alla fine, Benedetto XVI conceda la grazia al suo ex maggiordomo, non sembra improbabile, insomma, che la vicenda di Paolo Gabriele continui con un processo, che potrebbe essere celebrato il prossimo autunno.

TMNews