sabato 28 febbraio 2009

Ultimatum di mons. Fellay a Williamson: se non ritratterà sarà espulso dalla Fraternità San Pio X. Se tace per un buon periodo è meglio per tutti

Le scuse sono un passo importante nella giusta direzione, ma se il vescovo negazionista Richard Williamson tornerà a negare l'Olocausto, "verrà espulso dalla Fraternità San Pio X": è l'ultimatum lanciato dal superiore generale dei lefebvriani, mons. Bernard Fellay, in un'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel in edicola lunedì. Fellay ha definito le scuse presentate da Williamson - diffuse alcuni giorni fa dal sito Zenit ma ritenute dal Vaticano insufficienti - un "importante passo nella giusta direzione", sebbene siano una "prima richiesta di perdono". Ciononostante si può trovare "una migliore formulazione", ha aggiunto Fellay, uno dei quattro vescovi a cui il Papa ha revocato la scomunica. Ma non si può tollerare che Williamson continui a negare la Shoah: "Se tace, se rimane in un qualsiasi angolo, forse è meglio per tutti", ha detto il prelato, invitando il vescovo britannico a sparire "per un buon periodo" dalla vita pubblica.

Il Papa in Camerun e Angola. Conferenza stampa dell'arcivescovo di Yaoundé sulla preparazione al viaggio di Benedetto XVI

Appello ai media di mons. Victor Tonye Bakot, arcivescovo di Yaoundé e presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Camerun (CENC), al rispetto delle regole deontologiche in vista del viaggio apostolico di Benedetto XVI nel Paese. Il presule, ha riferito la Radio diocesana di Yaoundé, ha invitato ieri i giornalisti, nel corso di una conferenza stampa tenuta al Centro Giovanni XXIII di Mvolyé, ad avere una certa sensibilità nell’approccio con tale avvenimento storico e a cercare di svolgere al meglio il loro compito di cronisti. L’arcivescovo di Yaoundé ha illustrato i lavori in corso nella capitale per accogliere al meglio il Papa. Il Camerun si prepara ad accogliere il seguito papale, i rappresentanti di circa 52 conferenze episcopali, più di 120 cardinali e vescovi, 800 delegati ufficiali di 25 diocesi del Camerun, corali e delegati dai Paesi vicini. Saranno necessari più di mille paramenti liturgici ed altrettante tenute civili. Il presidente della Conferenza Episcopale camerunense ha spiegato inoltre le modalità per prendere parte agli incontri con il Papa ed ha sottolineato che i biglietti per l’accesso alle apposite aree organizzate per l’occasione sono gratuiti. “Il Camerun è un Paese che si considera particolarmente benedetto – ha dichiarato mons. Eliséo Antonio Ariotti, nunzio apostolico in Camerun e Guinea Equatoriale – Paese di pace e d’unità nella diversità, Paese di libertà religiosa, il Camerun è un ‘quadro ideale per rivolgersi all’Africa’". Intanto cresce l’attesa e l’entusiasmo nel Paese per l’imminente arrivo di Benedetto XVI. Istituti religiosi, movimenti, confraternite ed associazioni laiche stanno vivendo con slancio e particolare gioia questi momenti, ed organizzano conferenze, incontri, trasmissioni radiofoniche e televisive per preparare al meglio il Camerun ad accogliere la parola del Pontefice.

Mons. Marini e la Comunione in ginocchio nelle liturgie di Benedetto XVI: mette meglio in luce la presenza di Gesù nell’Eucaristia

"Benedetto XVI, cominciando a distribuire la Comunione in bocca e in ginocchio in occasione della solennità del 'Corpus Domini' dello scorso anno, in piena consonanza con quanto previsto dalla normativa liturgica attuale, ha inteso forse sottolineare una preferenza per questa modalità. D'altra parte si può anche intuire il motivo di tale preferenza: si mette meglio in luce la verità della presenza reale nell'Eucaristia, si aiuta la devozione dei fedeli, si introduce con più facilità al senso del mistero". Lo afferma il Maestro delle Cerimonie Pontificie, mons. Guido Marini (nella foto con Benedetto XVI), in un'intervista alla rivista Radici Cristiane. Il sacerdote genovese chiamato da dal Papa a curare le liturgie papali definisce nell'intervista "un passo molto significativo nella direzione di una riconciliazione all'interno della Chiesa", il Motu Proprio che liberalizza l'uso del messale tridentino "non solo perchè esprime il desiderio che si arrivi a un reciproco arricchimento tra le due forme del rito romano, quello ordinario e quello straordinario, ma anche perchè è l'indicazione precisa, sul piano normativo e liturgico, di quella continuità teologica che il Santo Padre aveva presentato come l'unica corretta ermeneutica per la lettura e la comprensione della vita della Chiesa e, in specie, del Concilio Vaticano II".

Benedetto XVI autorizza la celebrazione di due Messe in rito tridentino nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Benedetto XVI non ha ancora celebrato, dalla pubblicazione del Motu Proprio "Summorum Pontificum" che liberalizza ulteriormente la cosiddetta "Messa in latino" un sacrificio eucaristico seguendo il vecchio rituale. Ma secondo un sito di appassionati del rito preconciliare avrebbe autorizzato la celebrazione di due Sante Messe con il rito antico nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Giovedì 16 aprile, alle 10, sarà padre Stefano Maria Manelli, superiore dell'ordine dei frati francescani dell'Immacolata, a celebrare la Messa Tridentina; mentre martedì 21 aprile, sempre alle 10, a celebrare con lo stesso rito sarà invece il cardinale Antonio Canizares Llovera, già arcivescovo di Toledo e neoprefetto della congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, quello che era soprannominato "il Ratzinger spagnolo", sia per una lieve somiglianza fisica, sia per il rigore teologico. La notizia viene dal sito blog.messainlatino.it , solitamente ben informato sul mondo tradizionale e sulle attività della società di San Pio X, i cosiddetti lefebvriani, e sulla nebulosa dei tradizionalisti. Il sito annuncia anche una celebrazione con il vecchio rito prevista per il 25 marzo nella chiesa di S. Francesco a Tarquinia, in provincia di Viterbo, presieduta dal Presidente del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, l'arcivescovo Raymond William Burke, un presule molto noto in Usa per le sue posizioni anti-abortiste e ostili ai cattolici 'pro choice'.

Presentato al Papa l'Annuario Pontificio 2009: cattolici in aumento soprattutto in Oceania e Africa. Vocazioni in calo in Europa

I cattolici aumentano nel mondo, in particolare in Oceania e Africa: lieve flessione invece in America. Sono i dati rilevati dall’Annuario Pontificio 2009, presentato questa mattina in Vaticano al Papa dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e dal sostituto, mons. Fernando Filoni. La redazione del nuovo Annuario è stata curata da mons. Vittorio Formenti, incaricato dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, dal prof. Enrico Nenna e dai loro collaboratori. Il complesso lavoro di stampa è stato invece curato da don Pietro Migliasso, dal comm. Antonio Maggiotto e dal comm. Giuseppe Canesso, rispettivamente direttore generale, direttore commerciale e direttore tecnico della Tipografia Vaticana. Il volume sarà prossimamente in vendita nelle librerie. Il Papa ha mostrato vivo interesse per i dati illustrati e ha ringraziato per l’omaggio tutti coloro che hanno collaborato alla nuova edizione dell’Annuario.
I cattolici nel mondo, secondo i dati che si riferiscono al 2007, sono aumentati a un miliardo e 147 milioni circa (nel 2006 erano un miliardo e 131 milioni) seguendo sostanzialmente il ritmo dell’incremento demografico (1,1%), stabile dunque a livello di percentuale, attorno al 17,3%. Rilevante l’incremento dei fedeli battezzati in Oceania (+4,7%) e in Africa (+3,0%). Positivi i dati dell’Asia (+1,7%) e dell’Europa (+0,8%) mentre lievemente negativo quello dell’America (–0,1%) che tuttavia conta la metà dei cattolici di tutto il Pianeta. I vescovi sono passati, dal 2006 al 2007, da 4.898 a 4.946. Il numero dei sacerdoti si mantiene sul trend di crescita moderata inaugurato nel 2000, dopo oltre un ventennio di performance piuttosto deludente. I sacerdoti, infatti, sono aumentati nel corso degli ultimi otto anni, passando dai circa 405 mila nel 2000 agli oltre 408 mila nel 2007. I sacerdoti aumentano soprattutto in Africa e Asia (nel periodo 2000-2007, +27,6% e +21,2%); stabile la situazione in America, mentre Europa e Oceania registrano (nello stesso periodo) una forte diminuzione (-6,8% e -5,5%). Il numero dei diaconi permanenti continua a mostrare una significativa dinamica evolutiva. Aumentano, al 2007, di oltre il 4,1%, rispetto al 2006, passando da 34.520 a 35.942. La consistenza dei diaconi migliora a ritmi sostenuti sia in Africa, Asia e Oceania, dove essi non raggiungono ancora il 2% del totale, sia in aree dove la loro presenza è quantitativamente più rilevante. In America ed in Europa, dove al 2007 risiede circa il 98% della popolazione complessiva, i diaconi sono aumentati, dal 2006 al 2007, del 4,0% . Infine, a livello globale, il numero dei candidati al sacerdozio è aumentato dello 0,4% raggiungendo quasi quota 116 mila. Anche in questo caso, Africa e Asia hanno mostrato una sensibile crescita, mentre l’Europa e l’America hanno registrato una contrazione, rispettivamente, del 2,1 e dell’1 per cento.


Benedetto XVI invita a pregare affinché il ruolo delle donne sia sempre più valorizzato in ogni parte del mondo

“Perché il ruolo delle donne sia più apprezzato e valorizzato in ogni nazione del mondo”: è l’intenzione per il mese di marzo che Benedetto XVI ha affidato all’Apostolato della preghiera. Il Papa rinnova dunque l’invito ai fedeli a pregare per il rispetto della dignità della donna, tema al quale ha dedicato catechesi e riflessioni.
L’uomo e la donna “uguali in dignità sono chiamati ad arricchirsi vicendevolmente in comunione e collaborazione” in famiglia come nelle altre dimensioni della società: Benedetto XVI lo sottolinea con forza il 15 novembre dell’anno scorso, parlando alla plenaria del Pontificio Consiglio dei Laici. Il Papa mette l’accento sul contributo delle donne nella diffusione del Vangelo. “Alle donne cristiane si richiedono consapevolezza e coraggio per affrontare compiti esigenti, per i quali tuttavia non manca loro il sostegno di una spiccata propensione alla santità, di una speciale acutezza nel discernimento delle correnti culturali del nostro tempo, e della particolare passione nella cura dell’umano che le caratterizza. Mai si dirà abbastanza di quanto la Chiesa riconosca, apprezzi e valorizzi la partecipazione delle donne alla sua missione di servizio alla diffusione del Vangelo”.
Al ruolo delle donne “effettivo e prezioso” per lo sviluppo del cristianesimo, Benedetto XVI dedica una catechesi, nell’udienza generale del 14 febbraio 2007. E sottolinea che tale testimonianza “non può essere dimenticata”. “La storia del Cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se non ci fosse stato il generoso apporto di molte donne. (...) La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del ‘genio’ femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e nazioni”.
Già, un anno prima, nella visita alla parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, il 5 febbraio 2006, Benedetto XVI aveva ringraziato le donne che si impegnano nella Chiesa: “… sono anima della famiglia, anima della parrocchia… un grazie sentito a tutte le donne che animano questa parrocchia, alle donne che servono in tutte le dimensioni, che ci aiutano sempre di nuovo a conoscere la Parola di Dio non solo con l’intelletto, ma col cuore”.
La dignità della donna è stata poi al centro del discorso per il 20° della Lettera Apostolica di Papa Wojtyla “Mulieris Dignitatem”, il 9 febbraio scorso. Un intervento tutto incentrato sull’uguaglianza in dignità dell’uomo e della donna, sulla loro vocazione alla reciprocità e alla complementarietà. In quest’occasione, Benedetto XVI ha criticato con vigore la persistenza di “una mentalità maschilista” che ignora la novità del cristianesimo che “riconosce e proclama l’uguale dignità e responsabilità della donna rispetto all’uomo”. “Ci sono luoghi e culture dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento nella pubblicità e nell'industria del consumo e del divertimento”. Dinanzi a “fenomeni così gravi e persistenti”, è stato il monito del Papa, è “ancor più urgente” l’impegno dei cristiani “perché diventino dovunque promotori di una cultura che riconosca alla donna, nel diritto e nella realtà dei fatti, la dignità che le compete”.
Benedetto XVI, nel suo prossimo viaggio apostolico in Camerun e Angola, incontrerà a Luanda i Movimenti cattolici per la promozione della donna.

Il Papa nomina mons. Vegliò presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti scisso dal dicastero Giustizia e Pace guidato dal card. Martino

Il Papa scinde il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e quello dei Migranti. Benedetto XVI, infatti, ha annunciato questa mattina che a guidare il Pontificio Consiglio per i Migranti sarà mons. Antonio Maria Vegliò, finora segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, al posto del card. Renato Raffaele Martino (foto), che lascia per raggiunti limiti di età. Il card. Martino rimane invece alla guida del dicastero Giustizia e Pace, almeno fino alla pubblicazione dell'Enciclica sociale, prevista entro l'estate. Mons. Agostino Marchetto rimane invece segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti. L'arcivescovo, protagonista recentemente di dure prese di posizioni sul tema della sicurezza e dell'immigrazione, resta il numero due del dicastero che si occupa di itineranti e migranti. Il card. Martino era stato nominato presidente del dicastero dei Migranti nel 2006, quando Papa Benedetto XVI accolse la rinuncia del card. Stephen Fumio Hamao, che lasciò per raggiunti limiti di età. In questo senso, dunque, anche se i due dicasteri vivevano di vita proprio, facevano capo allo stesso presidente, Martino appunto. Ora il porporato rimane alla guida di 'Giustizia e Pace', incarico che gli affidò Giovanni Paolo II e per per il quale circola già una rosa di nomi come successori, tra i quali l'attuale arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin e l'arcivescovo di Accra, mons. Charles Palmer-Buckle.