martedì 26 giugno 2012

Card. Herranz: lavoro della commissione intenso ma proficuo e incontra molta collaborazione da parte di tutti. Presto ci sarà qualche sorpresa

Grandi manovre nella Santa Sedeper fare luce sulle fughe di documenti. Il card. Julian Herranz, a capo della commissione d'inchiesta dei tre cardinali nominati dal Papa, ha affermato che il lavoro d'indagine "é intenso ma proficuo" e "incontra molta collaborazione da parte di tutti". "Sono molto sereno, le cose vanno bene", ha dichiarato Herranz. Il cardinale, proveniente dalle fila dell'Opus Dei, ha spiegato che le audizioni stanno avvenendo "a ritmo molto intenso: le persone sentite sono più di quattro, cinque a settimana". Si tratta di «ecclesiastici e laici, soprattutto officiali dei dicasteri di Curia". "Le persone - ha spiegato ancora «- uando vengono da noi parlano con tutta sincerità, con tutta apertura, é un colloquio, diciamo un'audizione. Noi facciamo le domande, loro parlano di quello di cui vogliono parlare". "È chiaro che in questa fase" ha proseguito Herranz "è necessaria un'assoluta riservatezza perché le persone coinvolte ne hanno diritto fino alla conclusione delle indagini". E sulle tempistiche dell'inchiesta ha affermato: "Questo non dipende da noi. Noi porteremo le nostre conclusioni a chi di dovere e poi decideranno, quello che dobbiamo fare è cercare di concludere con il maggior numero di dati e di elementi sufficienti". Certamente, ha osservato, «stiamo lavorando con rapidità", ma i tempi definitivi dell'indagine "ora non si possono prevedere". E ha concluso: "Tutto va molto bene, presto ci sarà qualche sorpresa".

Lettera 43

Vescovo di Carpi: il 'grazie' al Papa la parola ricorrente tra la gente che sta soffrendo. Si è speso per incontrarli senza impedimenti

Un incontro “andato veramente al di là delle nostre aspettative”. È affaticato da oltre un mese di “gestione” della diocesi facendo i conti con il terremoto, ma soddisfatto mons. Francesco Cavina, vescovo di Carpi, tracciando all'agenzia SIR un bilancio della visita odierna di Benedetto XVI. “Il Santo Padre è rimasto molto colpito dal calore, dall’affetto e dalla gioia con cui la gente l’ha accolto”, racconta, pensando a quei “grazie” all’indirizzo del Pontefice che “erano la parola ricorrente tra gente che sta soffrendo” e per i quali lo stesso Papa, facendo ritorno all’elicottero in attesa al campo sportivo di San Marino di Carpi, si è detto positivamente “stupito”. Mons. Cavina parla di una “forte comunione dei cuori tra il Santo Padre e i nostri fedeli”, trovando il senso della visita in quelle parole che Benedetto XVI ha pronunciato all’inizio del suo discorso: “Avrei voluto visitare tutte le comunità per rendermi presente in modo personale e concreto…”. “È il cuore del padre che ha premura per tutti i suoi figli”, riprende il vescovo sottolineando come lo stesso Pontefice si sia speso per “incontrare la gente senza impedimenti”, e così gli sono andate incontro “tante persone semplici, terremotati, o ancora volontari che si sono spesi al servizio delle necessità della nostra gente”. Proprio ai tanti volontari impegnati a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto - diversi dei quali erano presenti e prestavano servizio anche questa mattina - il Papa ha rivolto un pensiero particolare, parlando della loro “grande testimonianza”. “Lo scopo della visita - precisa il vescovo di Carpi - era proprio quello di far incontrare al Papa la gente e mettere in evidenza la ricchezza del volontariato: persone che lavorano, soffrono, sudano, si spendono sempre senza chiedere nulla in cambio” e verso le quali “era doveroso anche un riconoscimento pubblico”. Infine, il presule rivolge un pensiero al futuro. “A fine luglio la Protezione civile, secondo quanto sappiamo al momento, abbandonerà la zona e poi inizierà il lavoro di ricostruzione del commissario. A quel tempo i riflettori si saranno spenti e noi dovremo confrontarci con le difficoltà facendo conto sulle nostre forze”, riflette il vescovo auspicando “che le istituzioni facciano appieno il loro dovere non tralasciando, nella ricostruzione, alcuna componente del patrimonio sociale, culturale, storico e di fede di questa gente”.

SIR

Benedetto XVI accetta la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Merlo-Moreno del vescovo immortalato in vacanza con una donna

Papa Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Merlo-Moreno, in Argentina, di mons. Fernando Marìa Bargallò. Al suo posto, il Pontefice ha nominato Amministratore Apostolico "ad nutum Sanctae Sedis" della medesima diocesi di mons. Alcides Jorge Pedro Casaretto, 76enne vescovo emerito della diocesi di San Isidro. Mons. Bargallò, che era anche presidente di Caritas America Latina, aveva presentato le sue dimissioni dopo che un canale televisivo argentino aveva mandato in onda un video in cui si scambiava effusioni con una donna durante un bagno in una lussuosa località di mare messicana. Il presule si era inizialmente difeso dicendo che si trattava di una amica d'infanzia.

Asca

RINUNCIA DEL VESCOVO DI MERLO-MORENO (ARGENTINA) E NOMINA DELL’AMMINISTRATORE APOSTOLICO AD NUTUM SANCTAE SEDIS

Mons. Di Noia nominato vicepresidente Commissione 'Ecclesia Dei'. Dottrina della Fede: segno di sollecitudine pastorale del Papa per tradizionalisti

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato vice presidente della Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" mons. Joseph Augustine Di Noia (foto), arcivescovo titolare di Oregon City, finora segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. La nomina di mons. Di Noia è stata accompagnata da una nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella quale si afferma come la scelta di destinare a tale ruolo una personalità di così alto profilo sia “segno di sollecitudine pastorale del Santo Padre per i cattolici tradizionalisti in comunione con la Santa Sede” e insieme del “suo forte desiderio di riconciliazione con le comunità tradizionaliste non unite alla Sede di Pietro”. La nota prosegue ricordando che la Pontificia Commissione "Ecclesia Dei", guidata dal cardinale William J. Levada, è stata fondata nel 1988 dal Beato Giovanni Paolo II per facilitare la “piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi fino ad oggi in vario modo legati alla Fraternità fondata da mons. Lefebvre” e per promuovere la cura pastorale dei fedeli legati all'antica tradizione liturgica latina della Chiesa cattolica. Nel 2009, la Pontificia Commissione era strutturalmente collegata alla Congregazione per la Dottrina della Fede per affrontare le questioni dottrinali nel dialogo in corso tra la Santa Sede e la Fraternità Sacerdotale San Pio X.“Come rispettato teologo domenicano – si legge ancora nella nota della Dottrina della Fede – l’arcivescovo Di Noia ha dedicato molta attenzione a questi temi dottrinali, nonché alla priorità dell’ermeneutica della continuità e della riforma nella giusta interpretazione del Concilio Vaticano II, un’area di importanza cruciale nel dialogo tra le Santa Sede e la Fraternità Sacerdotale”. Tale dialogo, si precisa, “è proseguito negli ultimi tre anni” sotto la guida del card. Levada, con l'assistenza di mons. Guido Pozzo, segretario della Pontificia Commissione. La nota ricorda i passati incarichi di mons. Di Noia, in precedenza segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. In tale dicastero, si rammenta, il presule, assieme al cardinale prefetto Antonio Canizares, ha “supervisionato la riorganizzazione del dicastero e la preparazione di un nuovo Regolamento seguendo le indicazioni di Papa Motu Proprio di Benedetto XVI del 30 agosto 2011, 'Quaerit Semper'. L’esperienza di mons. Di Noia e il continuo legame con la Congregazione per il Culto Divino faciliteranno lo sviluppo di alcune desiderate disposizioni liturgiche nella celebrazione del Missale Romanum del 1962”. Inoltre, conclude la nota, “il rispetto ampio che l'arcivescovo Di Noia gode nella comunità ebraica aiuterà a risolvere alcuni problemi sorti in materia di relazioni cattolico-ebraiche, allo steso modo in cui è progredito il cammino verso la riconciliazione delle comunità tradizionaliste”.

Radio Vaticana

NOTA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Giro di nomine nella Curia romana tra cui mons. Bruguès archivista e bibliotecario della Chiesa, mons. Roche segretario del dicastero del Culto Divino

Giornata importante per la Curia romana che, oltre al dicastero della Famiglia, vede rinnovate molte cariche di primo piano. Benedetto XVI ha chiamato a ricoprire il ruolo di archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa l’arcivescovo Jean-Louis Bruguès, finora segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica. Inoltre, il Papa ha nominato segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti mons. Arthur Roche, finora vescovo di Leeds e ora elevato alla dignità di arcivescovo. Benedetto XVI ha poi accolto la rinuncia presentata per raggiunti limiti di età dall’arcivescovo Piergiuseppe Vacchelli all'incarico di segretario aggiunto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e di presidente delle Pontificie Opere Missionarie, chiamando a succedergli negli stessi incarichi il vescovo di Kigoma, Protase Rugambwa, ed elevandolo in pari tempo alla dignità di arcivescovo. Infine, Benedetto XVI ha accolto la rinuncia presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Gianfranco Girotti, all'incarico di reggente della Penitenzieria Apostolica e ha chiamato al suo posto mons. Krzysztof Józef Nykiel, finora officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Radio Vaticana

RINUNCE E NOMINE

Il Papa nomina mons. Vincenzo Paglia presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia: cerco di rispondere con prontezza alla chiamata del Signore

Il Papa ha accolto la rinuncia presentata, per raggiunti limiti di età, dal card. Ennio Antonelli all’incarico di presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ed ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico mons. Vincenzo Paglia (foto), finora vescovo di Terni-Narni-Amelia, elevandolo in pari tempo alla dignità di arcivescovo. "Non c'è dubbio che ancora una volta, come già altre volte nella mia vita, sono chiamato a nuove responsabilità. Cerco, come ho sempre cercato di fare, di rispondere con prontezza alla chiamata del Signore", afferma Paglia in un'intervista a Radio Vaticana. "Questa volta il Papa mi chiede di prendere l'incarico del Pontificio Consiglio che ha come tema la famiglia, con tutte le sue molteplici sfaccettature, e per me ha un significato il fatto che me lo chieda nel giorno nel quale Benedetto XVI è in visita alle famiglie dei terremotati in Emilia. E' come dire che debbo seguire questo esempio: di stare su questa frontiera con la stessa passione con cui Benedetto XVI sta in questo giorno e da sempre. Penso anche a cosa è stata l'esperienza a Milano sulla frontiera della famiglia. E poi c'è gratitudine al Signore, un ringraziamento al Papa e una preghiera, perché questo ministero possa essere al servizio della Chiesa e delle famiglie". “Papa Benedetto XVI si avvarrà della preziosa collaborazione del nostro confratello Vincenzo chiamato a guidare uno degli organismi più significativi della Curia Romana presieduto fino ad oggi dal card. Ennio Antonelli, figlio insigne della Chiesa umbra”. È quanto si legge in una nota della Conferenza Episcopale umbra, in cui i presuli formulano a mons. Paglia “gli auguri più sinceri per questo suo nuovo incarico”. “Mons. Paglia - ricordano i vescovi - ha contribuito a rendere ancor più fecondo nella nostra regione lo ‘spirito’ della Comunità di Sant'Egidio, della quale è stato per anni assistente ecclesiastico generale. Il popolo dell’Umbria lo apprezza per essere pastore alla ricerca costante del dialogo in ambito ecumenico ed interreligioso e sociale, prodigandosi molto nella risoluzione di annose vertenze anche in campo occupazionale, come nel caso delle Acciaierie di Terni, e nel dare un concreto sostegno a tante famiglie in difficoltà a causa della crisi economica rilanciando l’iniziativa del Fondo di solidarietà delle nostre Chiese”.

TMNews, SIR

RINUNCIA DEL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA E NOMINA DEL SUCCESSORE

Mons. Paglia neopresidente del dicastero della Famiglia: è al centro della nuova evangelizzazione

Fratello adottivo di don Ivan: il Papa mi ha detto che è dispiaciuto per la sua morte e che pregherà per lui. Gli ho dato un suo 'santino'

"Il Papa mi ha detto che è dispiaciuto per la morte di don Ivan e mi ha detto che pregherà per lui". Così il fratello adottivo di don Ivan Martini, Salvatore Catozzi, al termine della visita di Benedetto XVI a Rovereto di Novi. "Gli ho dato un santino di mio fratello - ha aggiunto - e mi ha detto che pregherà per lui". Il fratello di don Ivan, parroco del paese morto travolto dalle macerie della chiesa mentre cercava di mettere in salvo una statua della Madonna ha anche "ricevuto una lettera di ringraziamento dal vigile del fuoco di Savona" che ha estratto il corpo del parroco dalle macerie. "E' una lettera di ringraziamento - ha aggiunto - per aver conosciuto anche solo per cinque minuti una persona eccezionale come mio fratello".

LaPresse News

Conclusa la visita alle zone terremotate: il Papa lascia Rovereto di Novi tra gli applausi delle gente e in elicottero fa rientro in Vaticano

Papa Benedetto XVI ha lasciato Rovereto di Novi, in provincia di Modena tra gli applausi delle oltre 6mila persone presenti in via Garibaldi. Quindi si è trasferito in auto al campo sportivo di San Marino di Carpi da dove è partito in elicottero per rientrare a Roma. Il Papa è giunto in Vaticano poco dopo le 13.30. Si è così conclusa la visita nelle zone terremotate dell’Emilia-Romagna.

LaPresse News

Benedetto XVI saluta i vescovi delle diocesi colpite dal sisma, le autorità e una rappresentanza di soccorritori e di cittadini dei diversi paesi

Una volta terminato il suo discorso, il Papa ha salutato i molti vescovi delle diocesi dell'Emilia, della Lombardia e del Veneto colpite dal terremoto, le autorità civili, tra cui il ministro del Turismo e dello Sport, Piero Gnudi, intervenuto in rappresentanza del governo. Poi il Pontefice ha salutato una rappresentanza delle diverse categorie di soccorritori e un centinaio di cittadini di Rovereto, Carpi e dei paesi vicini. Due parrocchiane hanno consegnato a Benedetto XVI una lettera in cui è scirtta la loro voglia di lavorare e ripartire, ma anche la forte mancanza per la perdita di don Ivan Martini, morto per salvare la statua della madonna nella chiesa di Santa Caterina. La lettera è firmata da tutti i parrocchiani.I volontari dell'associazione 'Vola nel cuore' di Ferrara, che stanno operando nei campi della Protezione civile, hanno portato al papa un naso rosso da clown e un cappellino dell'associazione. "Ho chiesto al Papa di pregare per i bambini di cui ci occupiamo - ha detto Monica Lodi, la volontaria che gli ha portato l'insolito dono - e gli ho chiesto di essere con le sue preghiere di sostegno per noi". Christian Lanno, quattro anni, è tra i bimbi portati a parlare col Papa. Da quando è crollata la sua casa di Rovereto chiede a tutti: ''E' caduta la tua casa? La mia sì", racconta la mamma Reanna Mazzola. La casa di Christian è crollata alle 9 del mattino del 29 maggio. ''Mi sono salvata per un soffio - ha spiegato Reanna - la porta era già bloccata dal crollo, ho anche un sistema automatico che si era disattivato e non la faceva aprire. Ma sono riuscita a uscire e a correre fuori col bambino''. Qualche minuto dopo è arrivata anche la madre di Reanna, Lucy Galavotti. ''Pensavo che mia figlia fosse lì sotto, ho incominciato a urlare. Poi è arrivato un vicino che mi ha detto che era riuscita a scappare. E' stato terribile. Poco dopo ho saputo che don Ivan era morto cercando di portare fuori la Madonnina, mia figlia era svenuta e per lo spavento le è venuta una trombosi. Lei ha perso tutto, la casa e anche quattro capannoni''. ''Ma non ho perso Christian'', dice Reanna sorridendo. Dal Papa anche Valerio, un bimbo che "sta in sedia a rotelle e quando non c'era il terremoto passava per la piazza di Novi andando a supervelocità. E spero torni presto a farlo'', racconta Luisa Turci, sindaco di Novi. Quattro famiglie tra Rovereto e Novi sono state scelte da Italo Malagola, vicesindaco, per incontrare il Papa oggi. Tutte hanno la casa distrutta o seriamente lesionata dal sisma, e tutte hanno bambini.''Sono soddisfatta di come è andata la giornata soprattutto perchè dal punto di vista organizzativo e della sicurezza tutto ha funzionato. Ora siamo in serenità e tranquillità, ieri ero preoccupata soprattutto per il numero delle persone che avrebbero inciso su questo paese. Sa, noi adesso siamo molto 'delicati'''. ''Per me è stato un momento molto emozionante incontrare il Papa - ha concluso il sindaco Turci - è una persona di grande spiritualità, anche se io non sono credente mi ha molto emozionata. L'ho ringraziato per la speranza che ci è venuto a portare e lui mi ha risposto (almeno così io ho capito nella confusione), 'forza, forza' ''.

LaPresse News, Il Resto del Carlino

Il Papa: rimanete fedeli alla vocazione di gente fraterna e solidale, affronterete tutto con pazienza e determinazione. Non siete e non sarete soli!

Introdotto dai saluti del presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e del cardinale arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra, il Papa ha pronunciato il suo discorso. "Fin dai primi giorni sono stato sempre vicino a voi con la preghiera e con l'interessamento. Ma quando ho visto che la prova era diventata più dura ho sentito più forte il bisogno di venire di persona in mezzo a voi", ha esordito Benedetto XVI. "Avrei voluto visitare tutte le comunità per rendermi presente in modo personale e concreto, ma voi sapete bene quanto sarebbe stato difficile. In questo momento, però, vorrei che tutti, in ogni paese, sentiste come il cuore del Papa è vicino al vostro cuore per consolarvi, ma soprattutto per incoraggiarvi e per sostenervi". Il Papa ha saluto vescovi e sacerdoti, i rappresentanti delle diverse realtà religiose e sociali, le dorze dell’ordine, i volontari: "E' importante offrire una testimonianza concreta di solidarietà e di unità. Ringrazio per questa grande testimonianza, soprattutto dei volontari!". "Quando sono stato a Milano, all’inizio di questo mese, per l’Incontro Mondiale delle Famiglie, avrei voluto passare a visitarvi, e il mio pensiero andava spesso a voi". Il Papa sapeva che "oltre a patire le conseguenze materiali, eravate messi alla prova nell’animo, per il protrarsi delle scosse, anche forti; come pure dalla perdita di alcuni edifici simbolici dei vostri paesi, e tra questi in modo particolare di tante chiese. Qui a Rovereto di Novi, nel crollo della chiesa – che ho appena visto – ha perso la vita Don Ivan Martini. Rendendo omaggio alla sua memoria, rivolgo un particolare saluto a voi, cari sacerdoti, e a tutti i confratelli, che state dimostrando, come già è avvenuto in altre ore difficili della storia di queste terre, il vostro amore generoso per il popolo di Dio”. Nei giorni scorsi il Papa, pregando il Breviario, si è soffermando sul Salmo 46: "Dio è per noi rifugio e fortezza, / aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. / Perciò non temiamo se trema la terra, / se vacillano i monti nel fondo del mare". "Cari fratelli e sorelle - ha continuato - queste parole sembrano in contrasto con la paura che inevitabilmente si prova dopo un'esperienza come quella che voi avete vissuto. Una reazione immediata, che può imprimersi più profondamente, se il fenomeno si prolunga. Ma, in realtà, il Salmo non si riferisce a questo tipo di paura, e la sicurezza che afferma non è quella di super-uomini che non sono toccati dai sentimenti normali". “La sicurezza - ha proseguito - di cui parla è quella delle fede, per cui, sì, ci può essere la paura, l’angoscia – le ha provate anche Gesù – ma c’è soprattutto la certezza che Dio è con noi; come il bambino che sa sempre di poter contare sulla mamma e sul papà, perché si sente amato, voluto, qualunque cosa accada. Così siamo noi rispetto a Dio: piccoli, fragili, ma sicuri nelle sue mani, cioè affidati al suo Amore che è solido come una roccia. Questo Amore noi lo vediamo in Cristo Crocifisso, che è il segno al tempo stesso del dolore e dell'amore. E' la rivelazione di Dio Amore, solidale con noi fino all'estrema umiliazione. Su questa roccia, con questa ferma speranza, si può costruire, si può ricostruire". “Sulle macerie del dopoguerra – non solo materiali – l’Italia è stata ricostruita certamente grazie anche ad aiuti ricevuti, ma soprattutto grazie alla fede di tanta gente – ha evidenziato il Pontefice –, animata da spirito di vera solidarietà, dalla volontà di dare un futuro alle famiglie, un futuro di libertà e di pace”. “Voi – ha aggiunto – siete gente che tutti gli italiani stimano per la vostra umanità e socievolezza, per la laboriosità unita alla giovialità. Tutto ciò è ora messo a dura prova da questa situazione, ma essa non deve e non può intaccare quello che voi siete come popolo, la vostra storia e la vostra cultura. Rimanete fedeli alla vostra vocazione di gente fraterna e solidale, e affronterete ogni cosa con pazienza e determinazione, respingendo le tentazioni che purtroppo sono connesse a questi momenti di debolezza e di bisogno”. “Non siete e non sarete soli! In questi giorni, in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimervi vicinanza, solidarietà e affetto; e questo attraverso tanti segni e aiuti e concreti. La mia presenza in mezzo a voi vuole essere uno di questi segni di amore e di speranza”, ha aggiunto esprimendo “profonda commozione davanti a tante ferite”, assieme al riconoscimento di “tante mani che le vogliono curare insieme a voi”, “che la vita ricomincia, vuole ricominciare con forza e coraggio”. Infine, dal Pontefice “un forte appello alle istituzioni” e “a ogni cittadino a essere, pur nelle difficoltà del momento, come il buon samaritano del Vangelo che non passa indifferente davanti a chi è nel bisogno, ma, con amore, si china, soccorre, rimane accanto, facendosi carico fino in fondo delle necessità dell’altro”. E ha assicurato che la Chiesa sarà sempre vicina alle loro sofferenze: “La Chiesa – ha concluso – vi è vicina e vi sarà vicina con la sua preghiera e con l’aiuto concreto delle sue organizzazioni, in particolare della Caritas, che s’impegnerà anche nella ricostruzione del tessuto comunitario delle parrocchie”.

AsiaNews, SIR, Radio Vaticana

VISITA NELLE ZONE TERREMOTATE DELL’EMILIA-ROMAGNA - il testo integrale del discorso del Papa

Caffarra al Papa: profondamente grati, ci aiuti a vivere questo momento triste nella luce della fede e nella certezza della speranza che non delude

"Santo Padre, questo popolo è profondamente grato alla Santità Vostra per essere venuto a visitarci. Siamo stati investiti da un'immane tragedia. Questo popolo ha perduto ciò che aveva di più caro: le sue case, le sue chiese, i suoi municipi, i luoghi del lavoro". Lo ha detto l'arcivescovo di Bologna, il card. Carlo Caffarra, in un passaggio del suo saluto a Benedetto XVI, in visita alle popolazioni terremotate dell'Emilia Romagna. "Siamo certi, Santità, che la sua presenza, segno di una vicinanza che durante queste settimane ci ha profondamente commossi - ha aggiunto - e la sua parola saranno di conforto, di consolazione, e di speranza. Per i nostri sacerdoti, che stanno dando una testimonianza eroica di condivisione della sofferenza dei loro fedeli; per le autorità civili e militari tutte che con sapienza e instancabile dedizione cercano in ogni modo di rendere meno disagevole l'attuale situazione; per i meravigliosi volontari che si spendono senza misura". Ha poi riportato le parole che gli ha rivolto un bambino. "Ci sono molte crepe nelle nostre case ma non ce ne sono nei nostri cuori". Il card. Caffarra ha anche citato una frase di Giovannino Guareschi, che parlando dell'alluvione del Po dice: "Le acque escono tumultuose dal letto del loro fiume e tutto travolgono e se un giorno ritorneranno placide nel loro alveo e il sole ritornerà a splendere e anche se avrete perso ogni cosa sarete ancora ricchi se non avrete perso la fede". Il cardinale ha infine ricordato che "pur se flagellato questo popolo sta ritrovando una unità vera e profonda". "Ci aiuti, Santo Padre, con la sua presenza e con le sue parole a vivere questo momento così triste - ha concluso - e faticoso nella luce della fede e della speranza che non delude".

LaPresse News

Errani al Papa: vede una comunità che tra difficoltà e disagi vuol essere solidale e al lavoro, che vuole costruire qualcosa per domani meglio di ieri

Applausi scroscianti hanno accolto l'arrivo del Papa in via Garibaldi a Rovereto di Novi (Modena) dove Benedetto XVI rivolgerà un pensiero alla popolazione. Il Papa è arrivato a bordo di un'auto scoperta e al suo passaggio la folla ha scandito il suo nome, gridato 'Viva il Papa!' e 'Grazie!'. Erano presenti adi Bologna, card. Carlo Caffarra, i vescovi delle diocesi maggiormente colpite dal sisma, Carpi, Modena, Mantova, Ferrara, Reggio Emilia ed altri vescovi, oltre alle autorità civili e Militari, ai soccorritori e volontari ed ai fedeli. In rappresentanza del Governo Italiano era presente il ministro per gli Affari Regionali Piero Gnudi.
"La sua visita ci conforta". Lo ha detto il presidente dell'Emilia Romagna Errani, nell'indirizzo di saluto al Papa. "Santo Padre, lei ha visto e vedrà le offese del nostro patrimonio, storico, artistico, religioso. Ai servizi pubblici, alle imprese, alle abitazioni. Ma soprattutto lei vede qui una comunità che pure tra tante difficoltà e disagi vuol essere solidale e al lavoro. Una comunità che vuole costruire qualcosa per domani. Meglio di ieri, con sempre più qualità, umanità e passione". "Vogliamo ridare vita ai nostri luoghi, che sono luoghi di una terra che ci ha sempre dato tanto" ha sottolineato Errani. "Lo vogliamo fare presto e con ordine - ha aggiunto Errani - fissando priorità assieme ai sindaci, ai cittadini, rispettando le regole, ma senza burocrazia, in una situazione così straordinaria". "Affrontata la prima emergenza, il soccorso, il riparo, i servizi di base, con una grande solidarietà e una grande collaborazione davvero corale, abbiamo detto: prima di tutto le scuole". "Perché una società moderna e solidale si misura da come tratta anziani e bambini", ha detto Errani mentre Benedetto XVI annuiva con un gesto della testa. "Come abbiamo considerato sanità e assistenza una priorità nell'emergenza, così vogliamo essere pronti, in modo dignitoso, all'apertura del prossimo anno scolastico". Errani ha aggiunto che "nella pianura tra Reggio Parma Modena e Bologna si trova un concentrato di buona economia e buona occupazione che dobbiamo rilanciare per il bene dell'Italia e dell'Europa, che significa elevando subito, con interventi ad hoc, la tenuta degli edifici produttivi. Assieme a ciò si lavora sul patrimonio storico, artistico, - ha affermato - religioso, per ricostruire i nostri centri storici, tratto sostanziale della vita delle nostre comunità", "accelerando il riconoscimento dei danni e le misure di implementazione necessarie nei diversi casi, coinvolgendo i soggetti deputati: il tutto in trasparenza, sconfiggendo subito possibili infiltrazioni illegali o criminali, lavorando alla luce del sole, con una collaborazione essenziale con il governo nazionale e le istituzioni democratiche". "In questi giorni difficili, la sua preghiera, la sua solidarietà e la sua visita di oggi, ci confortano - ha proseguito il presidente Errani - e ci dicono che possiamo e dobbiamo vincere questa sfida. Non solamente per noi ma anche come ci ha indicato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per dimostrare a tutti che l'Italia ce la puo' fare".

LaPresse News, TMNews

Il saluto di Errani

L'arrivo a Rovereto di Novi. Benedetto XVI prega davanti alla chiesa di Santa Caterina per rendere omaggio al parroco don Ivan, morto nel crollo

L'elicottero bianco del Papa è atterrato intorno alle 10.30 sul prato del campo sportivo di San Marino di Carpi in provincia di Modena per la visita, che durerà tutta la mattinata, nelle zone dell'Emilia Romagna colpite dal terremoto. Ad accogliere Benedetto XVI, il vescovo di Carpi Francesco Cavina e il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. Alcuni bambini gli hanno consegnato un omaggio floreale, quindi è salito sul pullman della Protezione civile, verso Rovereto. Qui il Papa è giunto poco prima delle 11.00, e si è fermato alcuni minuti in preghiera davanti alla chiesa dove è morto il parroco don Ivan Martini. Sul sagrato era stata posta la statua della Madonna che il sacerdote aveva tentato di portare in salvo dal terremoto, finendo schiacciato dai detriti di una nuova scossa. Dopo la preghiera il Papa si è soffermato a salutare alcuni sopravvissuti della scossa sismica e collaboratori del defunto parroco. Con un gesto fuori programma, giunto sul piazzale della chiesa parrocchiale, Benedetto XVI si è diretto verso i fotografi e i cameramen per salutarli e incoraggiarli ad affrontare un lavoro che in questa situazione è particolarmente impegnativo. Il Papa è poi salito su una jeep della Protezione civile per recarsi all'area impianti sportivi.

TMNews, Il Resto del Carlino

L'attesa di tanta gente tra striscioni di ringraziamento e canti. I vescovi emiliani: Benedetto XVI aveva le lacrime agli occhi quando ha saputo

Intorno alle 9.00 di questa mattina è decollato dall'eliporto vaticano l'elicottero dell'Aeronautica Militare italiana che porta il Papa a Carpi (Modena), centro della sua visita alle popolazioni del Nord Italia colpite, poco più di un mese fa, da una ondata di terremoti che
hanno seminato lutti e notevole distruzione materiale di case e strutture produttive. Insieme al Papa nell'elicottero hanno preso posto il Sostituto della Segreteria di Stato mons. Angelo Becciu, il prefetto mons. James Harvey, mons. De Nicolò, mons. Georg Ganswein, padre Leonardo Sapienza e il medico personale Patrizio Polisca. Già dalla prima mattina tante le persone assiepate lungo la via principale di Rovereto per accogliere il Pontefice che visiterà l'Emilia ferita dal terremoto e renderà omaggio a don Ivan Martini, morto nel crollo della chiesa. Ci sono striscioni ovunque di ringraziamento (tra cui 'Sei tu Signore la nostra speranza' firmato 'Comunità Catecuminali della diocesi') e canti improvvisati dalla folla col cuore che risuonano per tutto il centro mentre le autorità sono in attesa al gazebo dove il Papa parlerà e incontrerà gli sfollati. Lì i circa 300 posti (riservati a bambini, anziani e disabili) sono già tutti occupati. Tra i presenti la maggior parte dei vescovi dell'Emilia Romagna, tra cui Paolo Rabitti, vescovo di Ferrara che racconta di un incontro con il Papa già dieci giorni fa: "Aveva le lacrime agli occhi quando ha saputo la situazione. Chiedere più di questo non si può, ma lui ha letto nei nostri volti la domanda 'venga a darci solidarietà', ed è venuto''. In prima fila anche Lucio Sorabito De Franceschi, vescovo di Rovigo. Spiega che si tratta un momento di forte solidarietà delle chiese tra loro e del Papa. "Dobbiamo godere della sua vicinanza e solidarietà e vivere tra le chiese colpite fratellanza e aiuto reciproco per far sì che non venga mai meno la speranza del futuro''. Nella zona gran dispiegamento di forze dell'ordine che hanno blindato completamente l'area per questioni di sicurezza.

Il Sismografo, Resto del Carlino

Gabrielli: la visita del Papa in Emilia ha un grandissimo significato, ribadire la vicinanza in questo momento così delicato. Unisce e non divide

La visita di Papa Benedetto XVI nelle zone dell'Emilia colpite dal terremoto ''ha un grandissimo significato'' perchè cade in giornate di grande importanza dove si assumeranno decisioni per la popolazione locale. Così, ai microfoni di Skytg24, il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli ha inquadrato l'arrivo, del Pontefice in Emilia. Una visita-lampo, ha poi spiegato Gabrielli, voluta dalle autorità vaticane ''proprio per non pesare sull'organizzazione'' ma per ribadire ''la vicinanza del Papa in questo momento così delicato nel quale si stanno definendo strategie e si prenderanno decisioni importanti per le popolazioni locali''. "C'è una percezione molto positiva, le visite del Santo Padre sono per loro natura momenti di unione e non di divisione e questa è la cosa che più ci interessava". "Il Papa fin da subito aveva espresso il suo desiderio di portare vicinanza a questi territori e a queste popolazioni - ha aggiunto Gabrielli - e di avere la possibilità di vedere e rendersi conto, in maniera parziale ovviamente". Il capo della protezione civile ha anche voluto ricordare la morte del parroco del paese, travolto dalle macerie della chiesa di Santa Caterina mentre tentava di mettere in salvo la statua della Madonna. Davanti alla chiesa, Papa Benedetto XVI si tratterrà qualche minuto in preghiera. "C'è questo evento così evocativo, così simbolico - ha concluso Gabrielli - per la chiesa dov'è morto don Ivan Martini e credo che anche questo sia un segno particolare". Per quanto riguarda, invece, l'opera di ricostruzione, il capo della Protezione civile ha parlato di ''particolarità'' della situazione emiliana ''perchè si tratta di rimettere in modo una economia importante per il paese e che costituisce, da sola, il 2% dell'intero Pil nazionale, e perchè dopo la seconda scossa che ha colpito soprattutto le abitazione già lesionate si è capito che non si potrà avere un rientro immediato in quegli edifici''.

Asca, LaPresse News