domenica 13 giugno 2010

I Mondiali di calcio in Sudafrica 'catturano' anche il Vaticano. Nel 2006 Benedetto XVI fece raffreddare la cena per seguire la partita della Germania

I Mondiali di calcio di Sudafrica 2010 (nella foto il logo) non lasciano indifferente nemmeno il Vaticano dove tantissimi prelati resternanno incollati allo schermo per vedere le partite. Nonostante l'agenda colma di impegni, è facilmente immaginabile che il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato della Santa Sede, juventino dichiarato nonchè telecronista di grande competenza, domani guarderà l'esordio della Nazionale contro il Paraguay. Appartamento papale, ore 20.30 di questa sera. Che accadrà? Non è da escludere che Papa Ratzinger e il suo segretario particolare don Georg Ganswein, tifosissimo della Germania, sosterranno la squadra del cuore che dovrà affrontare l'Australia. Del resto, in occasione dei Mondiali 2006, il Pontefice, come confessò don Georg, fece raffreddare la cena: la Germania era finita ai rigori con l'Argentina. Sicuramente incollato alla tv per vedere la sfida di questa sera ci sarà mons. Joseph Clemens, per quindici anni segretario di Joseph Ratzinger, che confida: "Io la vedrò sicuramente e farò il tifo per la squadra migliore in campo". Tra i tifosi di lungo corso il romanissimo card. Fiorenzo Angelini, di fede romanista nel corso del campionato, farà un tifo sfegatato per gli Azzurri di Lippi. E non perderà le varie sfide nemmeno il card. Josè Saraiva Martins, già prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi di origini portoghesi. Se il Papa vedrà o meno le partite, almeno quelle che vedranno in campo l'Italia e la Germania, è indubbio che il Pontefice, oltre all'altissima competenza teologica vanti anche una privata competenza calcistica. Sia come tifoso del Bayern sia come tedesco che da tempo segue le vicende della nazionale. Ne fu diretto testimone Franz Beckenbauer quando quattro anni fa andò all'Udienza generale in Piazza San Pietro a consegnare al Papa il gagliardetto dei Mondiali. Benedetto XVI non si limitò a chiedere notizie della organizzazione del grande evento calcistico ma s'informò sulle ultime prestazioni della nazionale tedesca. "Adesso mi sembra che la squadra tedesca stia facendo bene", disse il Papa.

Adnkronos

Anno Sacerdotale. Hummes: sia per i preti un nuovo stimolo allo slancio missionario e per i giovani un incoraggiamento a seguire la propria vocazione

L’Anno Sacerdotale appena concluso deve rappresentare per i sacerdoti un nuovo stimolo allo slancio missionario e per i giovani un incoraggiamento a seguire la propria vocazione. Lo ha detto il card. Claudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero. In una intervista alla Radio Vaticana, il porporato ha detto che il bilancio di questo Anno Sacerdotale è stato “positivo, molto positivo. Soprattutto, siamo anche molto felici che sia stato celebrato nelle comunità locali. Fin dall’inizio, è stato un impegno a fare in modo che l’Anno scendesse fino in mezzo alla gente, nelle comunità locali. Questo è stato fatto, in tutto il mondo. Credo che sia stato un anno bellissimo!”.Il porporato ha quindi incoraggiato i sacerdoti “a continuare ad essere questo corpo presbiterale così importante, prezioso e insostituibile di ministri in tutto il mondo, soprattutto dove sono inseriti nelle comunità locali”. A continuare, ha aggiunto, “con coraggio e con fiducia, con gioia nel donarsi ai compiti del ministero sacerdotale, riflettendo e sempre di nuovo prendendo una coscienza via via più profonda della loro identità sacerdotale: cosa vuol dire essere sacerdote e a cosa sia veramente necessario essere attenti affinché possiamo vivere questa vocazione e la missione, che è la spiritualità”. “La spiritualità dev’essere costantemente approfondita, la vita di preghiera non può mancare al sacerdote affinché possa veramente con gioia e con sicurezza e con serenità vivere la sua vocazione, la sua missione”, ha proseguito il card. Hummes. “La seconda cosa che avrei molto a cuore di dire ai sacerdoti – ha sottolineato – è che risveglino in loro lo slancio missionario: di non limitarsi ad essere 'al servizio' della comunità nella quale vivono, che già c'è. Ma che abbiano anche un grande impegno missionario per andare alla gente, là dove la gente è, soprattutto a quei battezzati che si sono allontanati per tanti motivi ma anche a quei molti che non conoscono Gesù Cristo”. “Questa 'missione' oggi è urgentissima! Questo farà ritrovare anche ai sacerdoti stessi più profondamente la loro identità sacerdotale, perché la missione rinnova costantemente in noi la nostra identità”. “Poi – ha continuato ancora –, ai giovani vorrei dire che se si sentono chiamati, abbiano il coraggio di rispondere di 'sì', perché vale la pena essere sacerdoti, anche se ci sono tante cose nel mondo, oggi, che farebbero dire il contrario e che dicono il contrario!”. “Ma noi tutti che siamo sacerdoti sappiamo quanto questo sia importante, quanto questo sia anche un segno della predilezione e di elezione da parte di Dio, quando Lui chiama un giovane: accettare questa vocazione”. “Vorrei dire loro che abbiano il coraggio di farlo: si sentiranno poi grati nei riguardi di Dio per la predilezione con cui Dio li chiama”, ha concluso.

Zenit

Domani a Milano i funerali di mons. Padovese. Il Papa, sempre informato sulle indagini, sarà rappresentato da mons. Farhat e invierà un messaggio

L'arcivescovo Edmond Y. Farhat rappresenterà la Santa Sede al funerale di mons. Luigi Padovese (nella foto con Benedetto XVI), in programma per domani alle ore 10.30 nel Duomo di Milano. Secondo quanto confermato all'agenzia Zenit da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, al funerale “vi sarà un messaggio del Papa all’arcivescovo di Milano, il card. Dionigi Tettamanzi”. “Il Papa ha dimostrato la sua partecipazione e il suo dolore in occasione del viaggio a Cipro e continua a tenersi informato – ha aggiunto padre Lombardi –. Del resto la Segreteria di Stato rispetta le competenze della magistratura turca, che ha assunto le indagini sull’assassinio”. Mons. Farhat è stato Nunzio in Turchia dal 2002 fino al 2005, quando è stato nominato mons. Padovese, e il 7 novembre del 2004 ha consacrato il vVescovo barbaramente ucciso lo scorso 3 giugno.

Zenit

Messaggio del Papa al pellegrinaggio Macerata-Loreto: sull'esempio di Matteo Ricci susciti rinnovata adesione e testimonianza a Gesù, amore per Maria

Da Macerata verso la Casa di Loreto. Decine di migliaia di persone giunte da tutta Italia hanno partecipato ieri sera al Pellegrinaggio a piedi, partito dallo stadio di Helvia Recina, nella città marchigiana, dove il vescovo di Macerata, Claudio Giuliodori, all’inizio della Messa d’apertura presieduta dal card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha letto un messaggio del Santo Padre, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Rivolto “ai numerosi giovani e adulti”, incamminati “in silenzio, preghiera e meditazione” verso la Casa Loretana, Benedetto XVI auspica che questo “significativo evento” “susciti rinnovata adesione a Cristo e una sempre più incisiva testimonianza cristiana sull’esempio di padre Matteo Ricci illustre figlio” della terra marchigiana” e incoraggi “ad approfondire l’amore filiale” per la Madonna. Giunto alla 32° edizione, il pellegrinaggio ha portato nella Santa Casa la Fiaccola della Pace che era stata accesa dal Papa il 29 maggio scorso, durante l’incontro con tutte le diocesi delle Marche, poi portata lo stesso giorno a Rieti, dove è rimasta fino a mercoledì scorso per raggiungere quindi la città de L’Aquila, in omaggio alla popolazione colpita un anno fa dal terremoto, ed arrivare giovedì a Macerata diretta infine a Loreto. Fiaccola della Pace che il prossimo anno si unirà al pellegrinaggio della Madonna di Loreto per arrivare a Madrid in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, in programma dal 16 al 21 agosto 2011.

Radio Vaticana

Un prete pedofilo di Bologna ridotto allo stato laicale dal Papa a gennaio. Condannato nel 2008 dal tribunale civile, era sospeso 'a divinis' dal 2005

Andrea Agostini, sacerdote della Curia di Bologna, il 22 gennaio scorso è stato "dimesso dallo stato clericale" da Benedetto XVI. A rendere nota la riduzione allo stato laicale è stato “Bologna sette”, inserto domenicale del quotidiano Avvenire, sotto il titolo “Comunicazione del cancelliere arcivescovile”. Agostini gestiva un asilo cattolico nel Ferrarese, ed era stato condannato nell'aprile 2008 dal Tribunale di Ferrara a 6 anni e 10 mesi di pena per molestie sessuali su una decina di bambine e al pagamento di una provvisionale esecutiva di 28.000 euro. Il processo d'appello è fissato per il gennaio 2012. Nell'inserto di Avvenire si legge che il provvedimento pontificio è stato trasmesso al card. Carlo Caffarra il 4 marzo ed è stato notificato all'interessato il 9 marzo, e si ricorda che dopo la denuncia di abusi su minori al Tribunale ferrarese, Agostini era stato sospeso in via cautelare dall'esercizio di tutte le facoltà sacerdotali, come celebrare Messa e confessare, l'11 aprile 2005. "Terminato il periodo degli arresti domiciliari - prosegue la nota - l'arcivescovo di Bologna, senza abrogare la sospensione di cui sopra, gli impose la residenza presso il Santuario della Madonna di San Luca. Terminato il primo grado di giudizio di fronte all'autorità statale si è potuto aprire il processo canonico nel dicembre 2008, conclusosi con l'invio degli atti alla Congregazione per la Dottrina della Fede competente nel merito nell'ottobre 2009". In una nota di commento l'arcidiocesi rileva che "alla luce delle polemiche che a partire dal 10 febbraio trovarono spazio sulla stampa, e che in qualche modo riflettevano l'accusa alla Chiesa di Bologna di una sostanziale insensibilità se non addirittura di una copertura offerta al sacerdote, le date dei provvedimenti sono importanti. La riduzione allo stato laicale era già avvenuta quando furono accese quelle polemiche. Non solo, ma il divieto di esercitare il sacerdozio risale addirittura a quasi cinque anni prima. Perchè tutto si apprende solo ora? La logica della giustizia penale ecclesiale è diversa da quella della giustizia penale statuale, come ogni vero laico riconosce, ed inoltre si è voluto attendere la conclusione dell'Anno Sacerdotale".

Il Messaggero.it

Anno Sacerdotale. Padre Lombardi: per il Papa il sacerdozio è un dono di Dio da accogliere con umiltà e coraggio, da custodire con impegno dal peccato

Gli abusi sessuali da parte di alcuni membri della Chiesa hanno mostrato che il sacerdozio è un dono di Dio nascosto in “vasi di creta”. E' questo l'insegnamento di Benedetto XVI, ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, nell'editoriale dell'ultimo numero di "Octava Dies", il settimanale del Centro Televisivo Vaticano. “La conclusione dell’Anno Sacerdotale – ha commentato il sacerdote gesuita – è stata una vera grande festa dei sacerdoti del mondo con il Papa. I diecimila che sono venuti a Roma ne rappresentano moltissimi altri che ne condividono gli stessi sentimenti. Una festa nella fede e nella preghiera”. “Il Papa – ha continuato – è stato chiarissimo nell’invitarci con forza a riconoscere il sacerdozio non come un ufficio, un mestiere umano, ma come un dono di Dio, di un Dio che si affida “con audacia” a degli esseri umani perché dicano le sue parole di perdono e lo rendano presente nel mondo con il suo Corpo e il suo Sangue”. “Uomini che – ha detto il Papa nella Veglia – vengono “tirati” in lui, nella persona di Cristo, verso 'il mondo della risurrezione. Testimoni di un mondo che non è solo quello di un oggi in cui Dio non c’entra, ma piuttosto quello futuro, che viene appunto reso presente fin d’ora nelle parole e negli atti sacramentali del sacerdote”. “Il Papa – ha proseguito padre Lombardi – ha osservato che gli scandali degli abusi sessuali compiuti da sacerdoti hanno messo ancor più in rilievo che il dono di Dio si nasconde in 'vasi di creta' – come dice San Paolo -, che va quindi riconosciuto appunto come un dono e non come una gloria umana, e va accolto con umiltà e coraggio, custodito con impegno domandando la protezione del Signore affinché non venga stravolto dal peccato e simili abusi non avvengano mai più. Gratitudine, umiltà, fiducia, in una prospettiva di fede”. “La Chiesa non può vivere senza il dono del sacerdozio – ha concluso il portavoce vaticano –. Bisogna chiederlo a Dio con intensità ed insistenza. L’immagine dell’adorazione notturna sulla Piazza di San Pietro deve continuare ad accompagnarci”.

Zenit

Il Papa: il prete è plasmato dalla carità di Cristo che donò la vita per gli amici e perdonò i nemici. Sono i primi operai della civiltà dell'amore

Benedetto XVI ha affidato al Cuore Immacolato di Maria, di cui ieri era la memoria liturgica, “tutti i sacerdoti del mondo, perché, con la forza del Vangelo, continuino a costruire in ogni luogo la civiltà dell’amore”. Lo ha fatto all’Angelus di questa mattina, coi pellegrini radunati in Piazza San Pietro, ricordando la conclusione dell’Anno Sacerdotale, avvenuta venerdì scorso, con la Santa Messa a cui hanno partecipato “oltre 15 mila sacerdoti di ogni parte del mondo”. L’11 giugno era la Solennità del Sacro Cuore di Gesù, giornata tradizionalmente dedicata alla “santificazione sacerdotale”. “Il sacerdote - ha affermato il Pontefice - è un dono del Cuore di Cristo: un dono per la Chiesa e per il mondo. Dal Cuore del Figlio di Dio, traboccante di carità, scaturiscono tutti i beni della Chiesa, e in modo particolare trae origine la vocazione di quegli uomini che, conquistati dal Signore Gesù, lasciano tutto per dedicarsi interamente al servizio del popolo cristiano, sull’esempio del Buon Pastore. Il sacerdote è plasmato dalla stessa carità di Cristo, quell’amore che spinse Lui a dare la vita per i suoi amici e anche a perdonare i suoi nemici. Per questo i sacerdoti sono i primi operai della civiltà dell’amore”. Benedetto XVI ha ricordato “tante figure di preti, noti e meno noti”, canonizzati o no, ma “il cui ricordo rimane indelebile nei fedeli”. Egli è tornato poi a citare il Santo Curato d’Ars, la cui figura ha accompagnato tutto l’Anno Sacerdotale, nei 150 anni dalla sua morte. “La sua preghiera – ha aggiunto -, il suo ‘Atto di amore’ che tante volte abbiamo recitato durante questo Anno Sacerdotale, continui ad alimentare il nostro colloquio con Dio”. Un’altra figura ricordata dal Pontefice è quella del sacerdote e martire polacco don Jerzy Popiełuszko, beatificato una settimana prima a Varsavia. Egli “ha esercitato il suo generoso e coraggioso ministero accanto a quanti si impegnavano per la libertà, per la difesa della vita e la sua dignità. Tale sua opera al servizio del bene e della verità era un segno di contraddizione per il regime che governava allora in Polonia. L’amore del Cuore di Cristo lo ha portato a dare la vita, e la sua testimonianza è stata seme di una nuova primavera nella Chiesa e nella società”. “Se guardiamo alla storia – ha concluso - possiamo osservare quante pagine di autentico rinnovamento spirituale e sociale sono state scritte con l’apporto decisivo di sacerdoti cattolici, animati soltanto dalla passione per il Vangelo e per l’uomo, per la sua vera libertà, religiosa e civile. Quante iniziative di promozione umana integrale sono partite dall’intuizione di un cuore sacerdotale!”. L’Anno Sacerdotale appena concluso è stato funestato spesso da notizie negative, legate agli scandali di preti pedofili. Ma il Pontefice, in un breve bilancio, ha detto: “Desidero rendere grazie a Dio per tutti i benefici che da questo Anno sono venuti alla Chiesa universale. Nessuno potrà mai misurarli, ma certamente se ne vedono e ancor più se ne vedranno i frutti”.
Dopo la recita della preghiera mariana, Benedetto ha auspicato che la penna dei giornalisti sia "al servizio della verità e delle cause nobili", ha affermato Benedetto XVI. Il Papa ha additato ad esempio lo spagnolo Lozano Garrido, primo cronista proclamato beato ieri. In Garrido "i giornalisti potranno trovare un testimone eloquente del bene che si può fare quando la penna riflette la grandezza dell'anima e si mette al servizio della verità e delle cause nobili". Garrido "seppe irradiare con l' esempio e gli scritti l'amore per Dio".

AsiaNews, Ansa