sabato 31 gennaio 2009

La minaccia di Israele: rompere i rapporti con la Santa Sede, organizzazione con rappresentanti antisemiti. Ma il ministero degli esteri smentisce

Israele minaccia di rompere i rapporti diplomatici con il Vaticano, a seguito della riabilitazione del vescovo negazionista Richard Williamson. A suggerire tale passo è il ministro israeliano per le questioni religiose, Yitzhak Cohen, in un'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel. Cohen ha consigliato di "rompere completamente i rapporti con un'organizzazione in cui sono rappresentati antisemiti e persone che negano l'Olocausto". "L' ipotetica questione di una rottura delle relazioni con il Vaticano non è affatto all'ordine del giorno": Lo ha detto all'ANSA il portavoce del ministero israeliano degli Esteri Igal Palmor. Nello Stato di Israele le relazioni diplomatiche sono prerogativa del ministero degli Esteri, e non del ministero degli Affari religiosi" ha notato Palmor. Nella revoca della scomunica dei vescovi lefebvriani, ha ribadito il portavoce, il ministero degli Esteri israeliano non intende pronunciarsi in quanto essa esula dal campo delle relazioni fra Stati. In risposta ad una domanda, Palmor ha confermato che "i preparativi della visita in Israele di Papa Benedetto XVI proseguono in buon ordine". "Il Papa - ha assicurato - sarà accolto qua con gioia".

Anticipazione della stampa anglosassone: i tradizionalisti anglicani verso la comunione con la Chiesa Cattolica

Secondo anticipazioni circolate sulla stampa anglosassone, Papa Benedetto XVI si starebbe preparando ad accogliere nella Chiesa Cattolica un gruppo scismatico anglicano, la Traditional Anglican Communion, che si è distaccata dalla comunità mondiale anglicana, guidata dell'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, in polemica con l'ordinazione di donne e omosessuali in alcune Chiese anglicane. La Traditional Anglican Communion (Tac), nel 2007, ha compiuto il passo senza precedenti di chiedere la ''piena comunione ecclesiale e sacramentale'' con la Chiesa Cattolica: è la prima volta che un'intera comunità cristiana nata dopo la Riforma, e non singoli credenti, chiede di essere accolta dalla Santa Sede. A quanto scrive il settimanale cattolico australiano The Record, la Congregazione per la Dottrina della Fede avrebbe espresso lo scorso ottobre parere favorevole sul rientro, consigliando l'erezione di una prelatura personale in stile Opus Dei per gli ex-anglicani. Si tratta della stessa soluzione ventilata in questi giorni per il ritorno in ''piena comunione'' dei tradizionalisti lefebvriani della Fraternità Sacerdotale San Pio X. I fedeli 'anglicani tradizionali' sarebbero circa mezzo milione. Preti e vescovi sono, nella maggior parte dei casi, sposati, come avviene in tutta la Comunione anglicana. Il loro primate, l'arcivescovo John Hepworth, indica che il rientro potrebbe concludersi già entro Pasqua, prima della fine dell'Anno Paolino. Gli ex-anglicani dovrebbero comunque rientrare nella Chiesa Cattolica in tempo per la beatificaizone di John Henry Newman, un anglicano convertitosi al cattolicesimo e diventato poi cardinale. Ma il ritorno della Tac potrebbe incontrare alcuni ostacoli. Fonti vaticane vicine al Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, il ministero vaticano preposto al dialogo ecumenico, ricordano che ''la conversione è un fatto strettamente personale''. ''Non siamo stati consultati - aggiungono - ma non saremmo d'accordo a un rientro come gruppo''. La Comunione anglicana, già profondamente divisa al suo interno per dissensi sul ruolo delle donne e degli omosessuali nella Chiesa, riceverebbe dal rientro della Tac nella Chiesa cattolica un colpo durissimo, aprendo le porte e nuovi esodi in massa verso Roma.

Il Papa alla Cisl: per uscire dalla crisi è necessario superare gli interessi particolaristici e di settore. Il ruolo dei sindacati è fondamentale

Per uscire dalla crisi, ''è necessario superare gli interessi particolaristici e di settore, così da affrontare insieme ed uniti le difficoltà che investono ogni ambito della società, in modo speciale il mondo del lavoro'': lo ha detto questa mattina Papa Benedetto XVI, ricevendo in udienza i dirigenti della CISL, la Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori, guidata dal segretario generale Raffaele Bonanni, in occasione del 60° anniversario della sua fondazione. Per il Pontefice, ''per superare la crisi economica e sociale che stiamo vivendo, sappiamo che occorre uno sforzo libro e responsabile da parte di tutti''. ''Le difficoltà che travagliano il mondo del lavoro - ha aggiunto - spingono ad una effettiva e più serrata concertazione tra le molteplici e diverse componenti della società''. I sindacati dei lavoratori svolgono "un ruolo fondamentale" e la Chiesa è "pronta" ad aiutarli e sostenerli. "La Chiesa, che apprezza il ruolo fondamentale dei sindacati, vi è vicina oggi come ieri, ed è pronta ad aiutarvi, perché possiate adempiere al meglio il vostro compito nella società", ha assicurato Benedetto XVI. "Cari amici - ha affermato il Pontefice - la celebrazione del 60° anniversario di fondazione della vostra organizzazione sindacale sia motivo per rinnovare l'entusiasmo degli inizi e riscoprire ancor più il vostro originario carisma". "Il mondo - ha aggiunto il Papa - ha bisogno di persone che si dedichino con disinteresse alla causa del lavoro nel pieno rispetto della dignita' umana e del bene comune. La Chiesa, che apprezza il ruolo fondamentale dei sindacati, vi è vicina oggi come ieri, ed è pronta ad aiutarvi, perche' possiate adempiere al meglio il vostro compito nella società". "Nell'odierna festa di San Giovanni Bosco - ha poi concluso Papa Ratzinger - desidero infine affidare l'attività e i progetti del vostro sindacato a questo Apostolo dei giovani, che con grande sensibilità sociale fece del lavoro un prezioso strumento di formazione e di educazione delle nuove generazioni".

UDIENZA AI DIRIGENTI DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA SINDACATI LAVORATORI (CISL) - il testo integrale del discorso del Papa