lunedì 27 settembre 2010

ll Papa nel Regno Unito. Lord Patten: il viaggio un trionfo, da ricordare nel senso più profondo del termine. I suoi messaggi risuoneranno negli anni

“E' opinione unanime che la visita di Papa Benedetto XVI in Gran Bretagna sia stata un grande successo”. Lo ha confessato all'agenzia Zenit Lord Christopher Patten, incaricato del Primo Ministro britannico per il viaggio papale nel Regno Unito. “I suoi quattro giorni con noi sono stati un trionfo per Sua Santità, per la Chiesa Cattolica e per le denominazioni cristiane, per altri gruppi di fede nel Paese e per tutti coloro che hanno aiutato a organizzare la sua visita”, ha aggiunto. Il Pontefice è stato salutato da grandi folle, di cattolici e non. “Ricorderò a lungo la gente a Edimburgo quando è arrivato, la folla lungo il Mall a Londra mentre andava alla Veglia di Preghiera a Hyde Park e i tanti fedeli – giovani, anziani, di ogni razza e classe – in tutte le occasioni pastorali”. “La visita ci ha ricordato, nel caso in cui l'avessimo dimenticato, il ruolo che i gruppi di fede giocano nella nostra vita”, ha sottolineato Lord Patten. Il Papa, ha aggiunto, “è rimasto chiaramente colpito dalla prova che l'eredità cristiana è (sono parole sue) 'ancora forte e tuttora attiva in ogni strato della vita sociale' in Gran Bretagna. Abbiamo una tradizione di tolleranza e moderazione che riconosce il ruolo della religione nella vita pubblica”. Lord Patten ha quindi sottolineato che “in una serie di notevoli discorsi e omelie Papa Benedetto ha sfidato tutti noi a considerare il rapporto tra ragione e religione e l'importanza di stabilire una base etica per l'azione politica”. A suo avviso, “il discorso di Papa Benedetto nella Westminster Hall, teatro di tanta storia inglese, avrà un impatto sostanziale sul dibattito pubblico per molti anni a venire”. “Quella di Papa Benedetto tra noi è stata nel senso più profondo del termine una visita da ricordare – ha concluso –. Alcuni dei suoi messaggi e delle sue lezioni risuoneranno negli anni”.

Zenit

Prolusione del card. Bagnasco: guardare al Papa nell'essere determinati a rimuovere dal costume ecclesiale un delitto angosciante come la pedofilia

Il “grande fermento per l’avvio del nuovo anno pastorale” che stanno vivendo le comunità cristiane nel nostro Paese, la vitalità delle parrocchie anche nel periodo estivo appena trascorso, le problematiche della Chiesa universale e l’“evento storico” del viaggio papale nel Regno Unito: sono stati questi i temi trattati in apertura della prolusione ai lavori del Consiglio Episcopale permanente, che sono iniziati oggi pomeriggio a Roma, dal presidente della CEI card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI). Una prolusione nella quale il cardinale ha voluto riprendere alcune parole di Papa Benedetto di ritorno dal viaggio nel Regno Unito. “Il Papa stesso – ha detto il presidente della CEI - tracciando un primo bilancio, ha confidato che il viaggio confermava una sua ‘profonda convinzione’, ossia che ‘le antiche nazioni dell’Europa hanno un’anima cristiana, che costituisce un tutt’uno col ‘genio’ e la storia dei rispettivi popoli”. Così ha poi aggiunto: “Considerando che con i suoi discorsi egli ha inteso rivolgersi all’’intero Occidente, dialogando con le ragioni di questa civiltà’, ritengo che potrebbe essere utile riprendere – in una prossima circostanza, al di là dunque di quanto riusciremo a fare in questo Consiglio Permanente – alcuni nuclei tematici della visita e far sì che parlino alla nostra vita e alla missione delle nostre comunità”. Il ricordo del martirio del vescovo Luigi Padovese e degli otto medici occidentali uccisi in Afghanistan, oltre che di tanti altri cristiani in varie parti del mondo fa dire al card. Bagnasco, che “l’intolleranza religiosa assume allora la forma della cristianofobia. Uccidere appare l’unico modo per restare impermeabili al linguaggio dell’altruismo, che spaventa i violenti e inevitabilmente li eccita”. Così il cardinale aggiunge: “Vorremmo sperare che il mondo libero ed evoluto non continui a sottovalutare questa emergenza, ritenendola in fondo marginale o irrilevante”, auspicando quindi che i responsabili delle Nazioni Unite “garantiscano in modo reale, senza distinzioni e ovunque, la professione pubblica e comunitaria delle convinzioni religiose di ognuno”. Nel viaggio nel Regno Unito il Papa ha usato "parole nuove e dure di condanna per i responsabili" di abusi sessuali sui minori e a Benedetto XVI il card. Bagnasco invita i vescovi italiani a guardare nella rimozione di questo "delitto angosciante" dal "costume ecclesiale". "Come non pensare anche a quei sacerdoti che si sono macchiati di inqualificabili crimini, con abusi su bambini e ragazzi, segnando con ciò in maniera profonda le loro giovani esistenze?", si è domandato Bagnasco, che aveva appena sottolineato come "il vero pericolo viene da chi, insieme al corpo, uccide anche l'anima". Sulla lotta alla pedofilia del clero, Bagnasco ha elogiato il Papa con questi termini: "Il suo parlare sincero e disarmato, che nulla nasconde anche di ciò che è fortemente amaro; il suo rivelarsi realmente determinato a rimuovere dal costume ecclesiale un delitto angosciante; il suo umile metter mano alle regole, per renderle più cogenti, com'è accaduto con le nuove norme 'De gravioribus delictis', senza tuttavia mistificare i dati di una condizione - quella del pedofilo - esistenzialmente tragica...sono alcune delle vibrazioni che il Papa è riuscito a trasmettere, e che in una congiuntura particolarmente critica gli hanno procurato un raggio di interlocuzione per nulla scontato. E' ciò, d'altra parte, che lo rende sempre più caro al popolo cristiano e spinge anche impensabili osservatori ad apprezzarne il messaggio, secondo un profilo meno angusto". "Le sue parole - verso i responsabili e verso le vittime - sono anche le nostre, mentre come vescovi, sempre alla luce delle direttive della Santa Sede, continuiamo - ha concluso Bagnasco - quell'opera di più esigente discernimento e di rigorosa formazione dei candidati al sacerdozio, di accompagnamento del nostro clero, di decisa vigilanza, di intervento, di sostegno umano e cristiano per tutti". L’istituzione del “Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione” è stata messa in evidenza dal card. Bagnasco nella parte centrale della prolusione. Dopo aver richiamato l’esigenza di una “rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede”, il cardinale ha evidenziato la diffusione di un certo “indifferentismo religioso” auspicando che la Chiesa continui “ad offrire il proprio innamoramento per Dio come il suo unico tesoro”. Allo stesso modo, richiamando il Convegno ecclesiale di Verona dell’ottobre 2006, ha anche auspicato che “il cittadino italiano non accantoni la questione-Dio, non la rimuova ritenendola anti-umana, e lasci affiorare la nostalgia che si nasconde in essa”. A questo proposito ha rilanciato la proposta del Papa di dare vita all’esperienza del “cortile dei gentili”, come esperienze ed ambiti nei quali “le persone possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio”. Ha fatto quindi appello ai sacerdoti affermando: “Il sacerdozio comporta un continuo e costoso lavorìo interiore, al fine di perdere se stessi per ritrovarsi. Di più: il sacerdote deve arrivare all’identificazione di sè con l’ ‘io’ di Cristo”, parlando del celibato sacerdotale “come un andare ‘verso il mondo della risurrezione, verso la novità di Cristo, verso la nuova e vera vita’”.

SIR, Apcom

Il Papa a Santiago de Compostela e Barcellona. Aggiunto nel programma del viaggio un incontro di Benedetto XVI con il premier spagnolo Zapatero

Il premier socialista spagnolo Josè Luis Zapatero (foto) si incontrerà brevemente con Benedetto XVI a Barcellona il prossimo 7 novembre durante la tappa nella città del viaggio papale: lo ha annunciato oggi il vicepremier Maria de la Vega ai media spagnoli. L'incontro non era previsto dal programma ufficiale diffuso qualche giorno fa dalla Sala stampa della Santa Sede. Dopo aver incontrato oggi il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, De la Vega ha riferito che anche i re di Spagna saranno presenti a Barcellona per ricevere il Santo Padre, mentre il 6 novembre, quando il Papa sarà a Santiago de Compostela, in Galizia, verrà accolto da lei stessa e dai principi di Spagna. De la Vega ha definito molto cordiale l'incontro con Bertone, al quale ha anche regalato una maglietta della nazionale spagnola, attuale campione del mondo.

Ansa

Il Papa: vivo il mio ministero con i sentimenti del pellegrino sulle vie del mondo con speranza e semplicità portando il messaggio salvifico di Cristo

“Fin dall’inizio del mio pontificato, ho inteso vivere il mio ministero di successore di Pietro con i sentimenti del pellegrino che percorre le vie del mondo con speranza e semplicità, portando sulle labbra e nel cuore il messaggio salvifico del Cristo Risorto e confermando nella fede i propri fratelli”. A rivelarlo è il Papa, nella lettera inviata oggi a mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e a mons. Julian Barrio Barrio, arcivescovo di Santiago de Compostela, in occasione del II Congresso Mondiale di Pastorale dei Pellegrinaggi e Santuari, che si svolge nella città spagnola da oggi fino al 30 settembre. “Io stesso mi recherò tra non molto pellegrino alla tomba dell’Apostolo San Giacomo, l’amico del Signore”, ha ricordato Benedetto XVI ricordando il suo prossimo viaggio apostolico. “In questo momento storico, in cui, con forza se possibile ancor maggiore, siamo chiamati ad evangelizzare il nostro mondo - le parole del Papa - va messa in debito risalto la ricchezza che scaturisce dal pellegrinaggio ai santuari. Innanzi tutto per la loro straordinaria capacità di richiamo, che attrae un numero crescente di pellegrini e turisti religiosi, alcuni dei quali si trovano in situazioni umane e spirituali complesse, alquanto lontani dal vissuto di fede e con una debole appartenenza ecclesiale”. “A tutti Cristo si rivolge con amore e speranza. L’anelito alla felicità che si annida nell’animo trova in Lui la sua risposta, e vicino a Lui il dolore umano acquista un proprio senso”. Così il Papa ha sintetizzato l’esperienza spirituale del pellegrinaggio, esortando a “far sì che i visitatori non dimentichino che i santuari sono luoghi sacri”, dove ci si comporta “con devozione, rispetto e decoro”. Per il Papa, inoltre, “va curata con grande scrupolosità l’accoglienza del pellegrino, dando il giusto risalto alla dignità e bellezza del santuario; ai momenti e agli spazi di preghiera; all’attenzione alle pratiche di pietà”. I santuari, inoltre, “devono essere fari di carità, incessantemente dedicati ai più sfavoriti mediante opere concrete di solidarietà e misericordia e una costante disponibilità all’ascolto. Essi devono inoltre facilitare ai fedeli l’accesso al sacramento della Riconciliazione e consentire loro di partecipare degnamente alla Celebrazione Eucaristica, che deve essere sempre il centro e il culmine di tutta la loro azione pastorale”. In questo modo, osserva, “si manifesterà chiaramente che l’Eucaristia è senza dubbio alcuno l’alimento del pellegrino, il Sacramento del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica la direzione”. “Diversamente dal vagabondo, i cui passi non hanno una destinazione precisa – ha spiegato infatti il Pontefice - il pellegrino ha sempre una meta davanti a sé, anche se a volte non ne è pienamente cosciente. E la meta altro non è se non l’incontro con Dio per mezzo di Gesù Cristo, in cui tutte le nostre aspirazioni trovano risposta”. “Ecco perché la celebrazione dell’Eucarestia può ben considerarsi il culmine del pellegrinaggio”.Il Vescovo di Roma esorta quindi i partecipanti al Congresso a “incoraggiare nei pellegrini, con la vostra cura pastorale, la conoscenza e l’imitazione di Cristo, che continua a camminare con noi, illuminando la nostra vita con la sua Parola e distribuendoci il Pane di Vita nell’Eucarestia”. “In tal modo – conclude – il pellegrinaggio al santuario sarà occasione propizia per rinvigorire in coloro che lo visitano il desiderio di condividere con altri l’esperienza meravigliosa di sapersi amati da Dio e di essere inviati al mondo a dare testimonianza di questo amore”.

Il Papa si congeda da Castel Gandolfo: Vincenzo de' Paoli susciti un rinnovato impegno di solidarietà, per cooperare all'edificazione del bene comune

Nel discorso che ha pronunciato questo mattina congedandosi da Castel Gandolfo al termine del periodo di soggiorno estivo nella località a una trentina di chilometri da Roma, Benedetto XVI ha ricordato San Vincenzo de' Paoli, di cui ricorreva la memoria liturgica, definendolo “apostolo della carità”. Il Papa ha ricevuto in udienza nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo le delegazioni del Comune, le autorità civili e militari, le comunità religiose e i dipendenti delle Ville Pontificie che hanno assicurato il servizio durante il periodo estivo. “Nell'accomiatarmi da voi, mi piace affidare alla vostra considerazione la figura di San Vincenzo de’ Paoli, di cui oggi celebriamo la memoria”, ha detto ai presenti. “Questo apostolo della carità, così caro al popolo cristiano e conosciuto specialmente attraverso le Suore da lui fondate, fu proclamato da Papa Leone XIII 'patrono universale di tutte le opere di carità sparse nel mondo'”. “Con la sua incessante azione apostolica”, ha spiegato, “fece in modo che il Vangelo diventasse sempre più faro luminoso di speranza e di amore per l'uomo del suo tempo, ed in particolare per i più poveri nel corpo e nello spirito”. “Il suo esempio virtuoso e la sua intercessione suscitino nelle vostre comunità e in ciascuno di voi un rinnovato impegno di solidarietà, cosicché gli sforzi di ognuno cooperino all'edificazione del bene comune”, ha auspicato. Nel suo discorso, il Pontefice ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato per far sì che il suo soggiorno estivo fosse il più confortevole possibile, iniziando dal vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, e da tutta la diocesi, che ha detto di seguire “con speciale e orante affetto nella sua vita di fede e di testimonianza cristiana”. Ha quindi ringraziato il parroco di Castel Gandolfo e la comunità parrocchiale, insieme ai “diversi Istituti religiosi maschili e femminili che qui vivono ed operano per servire in letizia il Vangelo e i fratelli”, e il sindaco e i membri dell'amministrazione comunale, esprimendo la sua “sincera riconoscenza per il contributo indispensabile che offrono, nell'ambito delle loro competenze, affinché Castel Gandolfo possa accogliere adeguatamente i numerosi pellegrini che qui vengono da ogni parte del mondo”. “Per vostro tramite, desidero far pervenire ai vostri concittadini il mio vivo apprezzamento per la ben nota cortesia e l'attenzione premurosa con cui mi circondano e seguono la mia attività al servizio della Chiesa universale”, ha aggiunto il Papa. I suoi ringraziamenti sono poi andati ai dirigenti e agli addetti ai diversi servizi del Governatorato, come il Corpo della Gendarmeria, la Floreria, le direzioni dei Servizi Sanitari e dei Servizi Tecnici, la Guardia Svizzera Pontificia. Allo stesso modo, ha ringraziato i funzionari e gli agenti delle diverse forze dell’ordine, “per la loro puntuale ed efficiente opera”, e gli ufficiali e avieri del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare. “Cari amici, a tutti voi rivolgo un 'grazie' speciale per la sollecitudine e la professionalità con cui vi siete adoperati nel venire incontro alle mie esigenze, a quelle dei miei collaboratori e di quanti, durante i mesi estivi, sono venuti a Castello per farmi visita”, ha affermato. “Ringrazio Dio e sono grato a tutti voi, perché ogni cosa si è svolta sempre nell'ordine e nella tranquillità”.“Per ciascuno di voi e per le vostre famiglie assicuro un costante ricordo nella preghiera”, ha concluso.