sabato 2 aprile 2011

Prefazione di mons. Gänswein al libro 'Lo sport in Vaticano': realtà importante, il Papa presta molta attenzione ai suoi valori pur non praticandone

Il segretario particolare di Benedetto XVI, mons. Georg Gänswein (foto), firma la prefazione del libro “Lo sport in Vaticano” di Stefano e Roberto Calvigioni, edito dalla Libreria Editrice Vaticama. Il testo è stato riportato su L’Osservatore Romano. Il segretario del Papa è un appassionato di sport. È stato immortalato mentre gioca a tennis, ma quando i suoi impegni glielo permettono non disdegna lo sci o una uscita in bicicletta. Secondo mons. Gänswein il libro in questione è “un’opera straordinaria e, oserei dire, sensazionale, nella sua unicità. Straordinaria perché, se sono ben informato, è la prima volta che un testo letterario viene dedicato espressamente alla realtà dello sport nel più piccolo Stato del mondo. Unica, perché con la combinazione di testi magisteriali, testimonianze personali, immagini e fotografie, riesce a far immergere il lettore in una realtà ampiamente sconosciuta della vita quotidiana del Vaticano". Diviso in 10 capitoli, il libro presenta una sintesi degli interventi dei Papi riguardo allo sport e il magistero pontificio sull’argomento. Mons. Gänswein ripercorre brevemente questa storia, da Leone XIII “che inserì lo sport tra i nuovi strumenti di comunicazione di massa” e Pio X “convinto assertore ed uno strenuo sostenitore”. Pio XI è “il Papa alpinista e scalatore” e “furono molti gli incontri del Pontefice con il mondo dello sport. Analogamente si può dire di Papa Pacelli”. Anche i Papi Giovanni XXIII e Paolo VI “hanno rivolto la loro voce al mondo dello sport ed hanno incontrato i protagonisti di questa realtà tante volte in Vaticano”. Con Giovanni Paolo II “comincia una novità assoluta: il Papa è sportivo nel duplice significato di appassionato e di praticante” e “ricordiamo ben 120 discorsi e messaggi di questo Papa sullo sport”. Benedetto XVI “presta molta attenzione ai valori del mondo sportivo” anche se non ne pratica alcuno. Nel libro vengono anche descritti i diversi tipi di sport praticati attualmente nella Città del Vaticano: il tiro a volo, il judo, il calcio, il tennis e il ciclismo, e nell’ultima parte del volume “troviamo delle significative riflessioni sulle prospettive future della pratica sportiva nella città del Vaticano e, infine, preziose osservazioni sui mass media del Vaticano e lo sport”. Agli autori “una significativa lode, sincero rispetto e riconoscimento per aver dedicato parte del proprio tempo a questa materia interessante ed importante per la vita quotidiana nella Città del Vaticano”.

Il Velino

Il Papa ad Assisi. Il presidente dell'Umbria: ci riempie di orgoglio, ulteriore conferma del ruolo simbolo della città come terra di pace e dialogo

''La visita ad Assisi (foto) del Pontefice Benedetto XVI, per la celebrazione del 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, voluta da Papa Giovanni Paolo II, è un evento che abbiamo accolto con grande piacere e che ci riempie di orgoglio perchè questo rappresenta una ulteriore conferma del ruolo simbolo di Assisi e dell'Umbria come terra di pace e di dialogo''. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al portavoce della comunità francescana di Assisi, padre Enzo Fortunato, in un colloquio al termine della conferenza stampa svoltasi stamani ad Assisi, in cui è stata ufficializzata la data del 27 ottobre prossimo per l'evento e cui la presidente non ha partecipato per impegni istituzionali. In rappresentanza della Giunta, c'era l'assessore Fernanda Cecchini. ''Ricordiamo tutti - ha aggiunto la presidente - il ruolo che l'attuale Pontefice ebbe per la costruzione di quello storico evento, lavorando con la diplomazia delle principali religioni del mondo affinchè si raggiungesse l'obiettivo di vederle riunite in quella giornata che ha definitivamente accreditato Assisi e l'Umbria come luogo simbolo nel mondo dell'impegno degli uomini nella costruzione della pace e del dialogo tra i popoli e tra le religioni''. ''L'impegno per la pace - ha ribadito - è parte integrante dell'identità dell'Umbria. La costruzione, la partecipazione attiva ed il sostegno ad iniziative orientate in tal senso sono parte essenziale dell'impegno politico ed istituzionale della Regione Umbria, che muove prima di tutto dall'universalità del messaggio di San Francesco d'Assisi. Un messaggio che Papa Giovanni Paolo II ha ripetutamente rilanciato nel corso del suo pontificato, e lo stesso Papa Benedetto XVI ha voluto più volte ricordare. Il nostro impegno - ha proseguito - muove anche dall'insegnamento, sempre attuale, della nonviolenza di Aldo Capitini; dal ruolo acquisito dall'Umbria sulla scena internazionale come 'terra di pace', che ospita ormai da decenni le tante 'marce', ma anche l''Onu dei Popoli', e dal lavoro dei molti Enti locali nel campo delle relazioni di 'diplomazia dal basso'". ''Tutto questo - ha concluso - ha infine rappresentato la motivazione che ha consentito al Parlamento italiano di dichiarare, grazie alla iniziativa legislativa del Consiglio regionale dell'Umbria, il 4 ottobre, giorno in cui si festeggia San Francesco d'Assisi Patrono d'Italia, giornata nazionale del dialogo". Gioia è stata espressa anche dal sindaco di Assisi Claudio Ricci, mentre il presidente della Provincia di Perugia, Marco Vinicio Guasticchi ha definito la visita del Papa "un evento e un grande passaggio storico sul fronte del messaggio di pacificazione che deve partire da Assisi ed arrivare ramificato nei più lontani territori".

Asca, Agi

Sinodo dei vescovi 2012. Le Chiese orientali protagoniste della nuova evangelizzazione: seminario in preparazione al Pontificio Istituto Orientale

Permettere alle Chiese orientali di essere protagoniste della nuova evangelizzazione e preparare delle proposte per il Sinodo che si svolgerà nel 2012 su questo argomento, particolarmente sulle difficoltà della giurisdizioni in un mondo che si globalizza e dove sempre di più quelle territoriali contengono fedeli di altri riti. Sono stati questi gli argomenti centrali del seminario sul tema “La nuova evangelizzazione all’interno e all’esterno: una prospettiva cattolica orientale”, svoltosi ieri a Roma, presso il Pontificio Istituto Orientale, in coincidenza con la visita ad limina dei vescovi siro-malabaresi e siro-malankaresi. All’inaugurazione del seminario, il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, si è rivolto ai 35 vescovi e ai presenti indicando il suo desiderio che queste Chiese orientali possano anche loro essere attive e protagoniste della missionarietà della Chiesa e soprattutto della nuova evangelizzazione. I relatori sono stati l’eparca di Palai, Mar Joseph Kallarangatt, sull’ecclesiologia di comunione dalla prospettiva orientale, mons. Natale Loda, docente alla Pontificia Università Lateranense, che ha spiegato la nuova evangelizzazione dei cattolici orientali, il rev. Pablo Gefaell, docente alla Pontificia Università della Santa Croce, che ha approfondito le problematiche della pastorale dei fedeli orientali al di fuori del territorio della loro Chiesa sui iuris. La conferenza è stata moderata dal card. Bernard Francis Law, arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Intervistato dall'agenzia Zenit, mons. Natale Loda ha spiegato che dopo la creazione del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, e in vista del prossimo Sinodo generale dei vescovi nel 2012 su questo argomento, il dibattito si è concentrato su “come fare perché questa nuova evangelizzazione, che è un diritto e un dovere per tutti i fedeli cristiani, possa arrivare anche nel contesto delle Chiese orientali”. Malgrado le problematiche di vario tipo, ha spiegato, “sappiamo che la nuova evangelizzazione non ha più un aspetto solamente territoriale, come diceva già Giovanni Paolo II nell’Enciclica 'Redemptoris Missio'. Ora si è aperti a tutte queste nuove frontiere”. “E' stato specificato anche nei Lineamenta della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi del 2012 - ha precisato - che questa deve essere una risposta adeguata ai segni dei tempi e ai bisogni degli uomini, dei popoli di oggi, a questi scenari che disegnano la cultura attraverso la quale raccontiamo la nostra identità e cerchiamo il senso delle nostre esistenze, il tutto guardando proprio a Cristo”. “Questa nuova evangelizzazione – ha proseguito il professore della Lateranense - è la promozione di una cultura radicata nel Vangelo per e nelle Chiese orientali. Quindi questa nuova evangelizzazione deve, malgrado tutte le diversificazioni e anche con le contraddizioni delle culture odierne, cercare di portare Cristo, e naturalmente le Chiese orientali non sono escluse”. Un compito impegnativo, quindi, nel quale “anche loro sono attrici in questa nuova evangelizzazione”, che deve cercare di entrare anche dove la fede non è mai stata. Per questo, “è necessario riproporre l'inculturazione nelle loro culture, la proposta di Cristo in modo che entri nel profondo. Pensiamo per esempio come in tante situazioni permangono dei problemi molto grandi di carattere culturale”.“Nell’India, e non dico niente di nuovo, le caste – ha specificato –. Ecco, anche in queste situazioni nelle quali vive la cristianità, incarnare il Vangelo per rispondere e lavorare nella missione della Chiesa”. Il Concilio, ha osservato, ha avuto un ruolo determinante nell’evangelizzazione dei popoli, anche se “dobbiamo ancora lavorare molto per applicare il Vaticano II, e quando qualcuno parla di un Vaticano III probabilmente non ha visto esattamente, perché tante intuizioni e nuove letture dell’ecclesiologia come della Chiesa stessa ancora devono trovare quelle applicazioni”. Su questo lavoro di inculturazione, mons. Lodi ha ricordato che “in tutte le culture ci sono elementi buoni che non solo non si oppongono, ma nel cristianesimo possono diventare fonte ulteriore di testimonianza per il popolo e per coloro che devono ricevere la Buona Novella”. In più, “le Chiese orientali in India hanno una forza molto grande per i sacerdoti e le suore”. “Malgrado non ci siano disponibilità economiche, svolgono un'opera già grandissima”. “L'India è grande come un continente – ha ricordato mons. Lodi -, con una situazione politica che gode di una certa tranquillità. Pensiamo per esempio ad altre parti del mondo dove veramente l’evangelizzazione e la testimonianza pongono a rischio la vita di coloro che lì lavorano e agiscono”. Questa situazione, oltre al sostegno con la preghiera, ci deve portare a “cercare una tutela per queste persone”. Sulla figura di Madre Teresa, il professore della Lateranense ha spiegato che è “un'icona per tutta l’India, al di là della sua appartenenza a una religione, e molte persone in questo variegato universo rischiano quindi di non sapere che era cattolica, chiaramente fuori degli ambienti cristiani”. Madre Teresa ha insegnato che “la carità vera e l’annuncio non è un'imposizione, ma una proposizione che va incontro a quelle che sono le necessità della gente e dei poveri e di quanti si incontrano nella propria esperienza”. Dal canto suo, il rettore del Pontificio Istituto Orientale, padre James McCann, ha ribadito che “la questione della giurisdizione è oggi molto importante perché delle popolazioni in India si trovano molte volte fuori dal proprio territorio, e su questo per quanto riguarda l’India il Diritto Canonico non è molto chiaro”. “Ci sono tanti siro-malabaresi – ha indicato - che si trovano fuori dal loro territorio tradizionale e ci si chiede come evangelizzarli. Un grande problema. Questo sarà trattato nelle discussioni che ci saranno prima del prossimo Sinodo”. Padre McCann ha considerato molto importante la presenza del card. Sandri e del card. Law, che ha partecipato come moderatore. “Law, oltre ad essere un membro di Propaganda Fide e della Congregazione per le Chiese Orientali, conosce molto bene questo problema”, ha commentato.

Zenit

Il Papa ad Assisi. Gioia e gratitudine dal vescovo e dai frati francescani: luogo simbolico per la riconsegna della missione sempre attuale della pace

"Gioia" e "gratitudine" sono stati espressi oggi dal vescovo di Assisi Domenico Sorrentino, anche a nome dei ministri generali degli ordini francescani "per la decisione di Benedetto XVI di tornare ad Assisi il prossimo 27 ottobre, nel venticinquesimo anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace voluta dal Venerabile Giovanni Paolo II". Mons. Sorrentino lo ha detto nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi ad Assisi. "Parliamo ad una sola voce - ha aggiunto -, come Chiesa che diede i natali al 'poverello' e figli di Francesco e Chiara nelle loro diverse espressioni e presenze, uniti nel considerare Assisi la loro 'patria' ideale. Non c'è dubbio, infatti, che se la città serafica è stata prescelta per questo evento, ciò è dovuto al fatto di essere la città di Francesco e della sua 'pianticella' Chiara. Bisogna gridare forte che l'autentica esperienza religiosa ha sempre un animo e un messaggio di pace". Anche il custode del Sacro convento, padre Giuseppe Piemontese, accoglie con "entusiasmo, insieme alla comunità conventuale, gli orientamenti del Santo Padre per la celebrazione del 25° anno dallo 'spirito di Assisi'. Assisi - ha aggiunto - per la presenza di Francesco, è ancora una volta il luogo simbolico di incontro per la riconsegna agli uomini di buona volontà della missione sempre attuale della pace". "Non resta vuota commemorazione, ma diventa invece una realtà - ha affermato padre Bruno Ottavi, ministro provinciale degli ordini francescani Umbria - capace di donare nuovi slanci e la speranza al mondo intero".

Agi

Presto 29 nuovi Beati. Tra loro padre Vismara, 23 martiri della guerra civile spagnola e un sacerdote ghigliottinato durante la rivoluzione francese

Questa mattina il Papa ha ricevuto il card. Angelo Amato (nella foto con Benedetto XVI), prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando il dicastero a promulgare i decreti riguardanti 29 prossimi Beati e sei nuovi venerabili. Tra i prossimi Beati figurano 23 martiri della guerra civile in Spagna, uccisi in odio alla fede nel 1936. E un altro martire, padre Pietro-Adriano Toulorge, ghigliottinato durante la rivoluzione francese perché era un prete: poco prima di morire disse: “Dio mio, nelle tue mani affido il mio spirito. Perdona i miei nemici!”. C’è poi un sacerdote milanese, don Serafino Morazzone, che ha dedicato la sua vita al Sacramento della Penitenza e fu anche confessore di Alessandro Manzoni. E ancora Madre Elena Aiello, cosentina, che chiese a Gesù di partecipare alla sua Passione e fu esaudita: sudava sangue e sul suo corpo si formavano stigmate che il Sabato Santo scomparivano. Tra i prossimi Beati c’è anche padre Clemente Vismara, brianzolo: dopo aver combattuto in prima linea durante la Prima Guerra Mondiale decise di diventare sacerdote nel Pime e partire missionario in Birmania per annunciare il Vangelo e aiutare poveri, orfani e lebbrosi. Viveva in una capanna di fango e andava ovunque i suoi superiori gli ordinavano: “Obbedisco – diceva – perché se facessi qualcosa di testa mia certamente sbaglierei”. Faceva il contadino, l’allevatore, il sarto, il barbiere, il dentista, il boscaiolo, portando l’Ostia consacrata nei villaggi più sperduti, superando montagne e fiumi. Ormai anziano, veniva trasportato in lettiga per continuare la sua missione. “Sei vecchio quando non sei più utile a nessuno!”, diceva. E’ morto a 31 anni, sereno e felice di aver dato tutto quello che aveva per Gesù e per gli altri.

Radio Vaticana

Il 27 ottobre il Papa ad Assisi con i leader delle religioni per la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo

Il prossimo 27 ottobre, Papa Benedetto XVI presiederà una Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo ad Assisi (foto), assieme ad esponente delle Chiese cristiane e delle principali religioni del mondo. L'incontro, spiega una nota vaticana diffusa vuole ''solennizzare il 25° anniversario dello storico incontro tenutosi ad Assisi il 27 ottobre 1986'', voluto da Giovanni Paolo II. ''La Giornata - spiega la nota - avrà come tema: 'Pellegrini della verità, pellegrini della pace'''. Secondo il Vaticano, ''ogni essere umano è, in fondo, un pellegrino in ricerca della verità e del bene'' e ''anche l'uomo religioso rimane sempre in cammino verso Dio: da qui nasce la possibilità, anzi la necessità di parlare e dialogare con tutti, credenti o non credenti, senza rinunciare alla propria identità o indulgere a forme di sincretismo''; anzi, ''nella misura in cui il pellegrinaggio della verità è vissuto autenticamente, esso apre al dialogo con l'altro, non esclude nessuno e impegna tutti ad essere costruttori di fraternità e di pace''. Oltre ai rappresentanti delle Chiese cristiane e delle altre religioni, saranno invitate anche ''alcune personalità del mondo della cultura e della scienza che, pur non professandosi religiose, si sentono sulla strada della ricerca della verità e avvertono la comune responsabilità per la causa della giustizia e della pace in questo nostro mondo''. L'incontro avverrà, ancora una volta, sotto l'insegna di San Francesco: ''L'immagine del pellegrinaggio - spiega la nota vaticana - riassume dunque il senso dell'evento che si celebrerà: si farà memoria delle tappe percorse, dal primo incontro di Assisi, a quello successivo del gennaio 2002 e, al tempo stesso, si volgerà lo sguardo al futuro, con il proposito di continuare, con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, a camminare sulla via del dialogo e della fraternità, nel contesto di un mondo in rapida trasformazione. San Francesco, povero e umile, accoglierà di nuovo tutti nella sua città, divenuta simbolo di fraternità e di pace''. Le delegazioni partiranno da Roma, in treno, la mattina stessa del 27 ottobre, insieme con il Papa. All’arrivo in Assisi, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, avrà luogo un momento di commemorazione dei precedenti incontri e di approfondimento del tema della Giornata. Interverranno esponenti di alcune delle delegazioni presenti e Benedetto XVI prenderà la parola. Seguirà un pranzo frugale, condiviso dai delegati, informa la nota: un pasto all’insegna della sobrietà, che intende esprimere il ritrovarsi insieme in fraternità e, al tempo stesso, la partecipazione alle sofferenze di tanti uomini e donne che non conoscono la pace. Sarà poi lasciato un tempo di silenzio, per la riflessione di ciascuno e per la preghiera. Nel pomeriggio, i presenti parteciperanno a un cammino che si snoderà verso la Basilica di San Francesco, un pellegrinaggio a cui prenderanno parte nell’ultimo tratto anche i membri delle delegazioni; con esso si intende simboleggiare il cammino di ogni essere umano nella ricerca assidua della verità e nella costruzione fattiva della giustizia e della pace. Si svolgerà in silenzio, lasciando spazio alla preghiera e alla meditazione personale. All’ombra della Basilica, dove si sono conclusi anche i precedenti raduni, si terrà il momento finale della giornata, con la rinnovazione solenne del comune impegno per la pace. In preparazione a tale Giornata, Papa Benedetto XVI presiederà in San Pietro, la sera precedente, una veglia di preghiera, con i fedeli della diocesi di Roma. Le Chiese particolari e le comunità sparse nel mondo sono invitate ad organizzare momenti di preghiera analoghi. Nelle prossime settimane i cardinali presidenti dei Pontifici consigli per la promozione dell’unità dei cristiani, del Dialogo interreligioso e della Cultura dirameranno gli inviti, a nome del Papa. Benedetto XVI, conclude la nota, chiede ai fedeli cattolici di unirsi spiritualmente alla celebrazione di questo importante evento ed è grato a quanti potranno essere presenti nella città di San Francesco, per condividere questo ideale pellegrinaggio.

Asca, Il Velino