lunedì 4 febbraio 2013

Il Papa: qui è disegnato il dramma dell’esistenza umana segnata da un tragico destino e dalla nostalgia di Dio, della sua misericordia e del suo amore, che offrono luce, senso e speranza anche nel buio. La fede ci offre questa prospettiva che non è illusoria, ma reale

"Anzitutto saluto il Signor Presidente della Repubblica Italiana, Onorevole Giorgio Napolitano, e lo ringrazio per le intense espressioni che mi ha rivolto; in questi sette anni - come ha ricordato - ci siamo incontrati più volte e abbiamo condiviso esperienze e riflessioni" ha esordito Papa Benedetto XVI dopo il concerto in Aula Paolo VI. Nelle opere di Giuseppe Verdi “colpisce sempre come egli abbia saputo cogliere e tratteggiare musicalmente le situazioni della vita, soprattutto i drammi dell’animo umano, in modo così immediato, incisivo ed essenziale come raramente si trova nel panorama musicale”. “Affrontando il tema del destino - ha proseguito - Verdi si trova ad affrontare direttamente il tema religioso, a confrontarsi con Dio, con la fede, con la Chiesa; ed emerge ancora una volta l’animo di questo musicista, la sua inquietudine, la sua ricerca religiosa”. Papa Benedetto ha quindi ripreso le due versioni de “La forza del destino”, “quella del 1862 per San Pietroburgo e quella del 1869 per ‘La Scala’ di Milano”, nelle quali “i finali cambiano: nella prima don Alvaro termina la vita suicida, rifiutando l’abito religioso e invocando l’inferno; nella seconda, invece, egli accoglie le parole del Frate Guardiano a confidare nel perdono di Dio e l’opera termina con le parole ‘Salita a Dio’”.
“Qui - ha sottolineato il Pontefice - è disegnato il dramma dell’esistenza umana segnata da un tragico destino e dalla nostalgia di Dio, della sua misericordia e del suo amore, che offrono luce, senso e speranza anche nel buio. La fede ci offre questa prospettiva che non è illusoria, ma reale”. “Questa - ha precisato - è la forza del cristiano, che nasce dalla morte e risurrezione di Cristo, dall’atto supremo di un Dio che è entrato nella storia dell’uomo non solo con le parole, ma incarnandosi”. Infine, la “Terza” sinfonia, nella quale “Beethoven esprime musicalmente l’ideale dell’eroe portatore di libertà e di uguaglianza, che è davanti alla scelta della rassegnazione o della lotta, della morte o della vita, della resa o della vittoria; e la Sinfonia descrive questi stati d’animo con una ricchezza coloristica e tematica fino ad allora sconosciuta”. Nella “celebre Marcia funebre”, ha puntualizzato il Papa, “il pensiero sulla morte invita a riflettere sull’al di là, sull’infinito”. “La ricerca di senso che apra ad una speranza solida per il futuro - ha concluso - fa parte del cammino dell’umanità”.

SIR

CONCERTO OFFERTO IN ONORE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI E DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA GIORGIO NAPOLITANO - il testo integrale del discorso del Papa
 

Napolitano al Papa: molto mi ha arricchito il dialogo che abbiamo potuto intrattenere, sull’Italia, sull’Europa, sulla pace e sulla stessa politica intesa come dimensione essenziale dell’agire umano, sulle radici ideali e morali dell’impegno politico

Questo pomeriggio, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, ha avuto luogo un Concerto promosso dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede in onore del Santo Padre Benedetto XVI e del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, in occasione dell’84° anniversario dei Patti Lateranensi. L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretta dal Maestro Zubin Mehta, ha eseguito "La forza del destino" di Giuseppe Verdi e la Sinfonia N. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 "Eroica" di Ludwig van Beethoven. Prima del concerto, il presidente della Repubblica ha rivolto al Santo Padre voti augurali. “Il richiamo ai Patti Lateranensi ci consente di misurare la lunga strada percorsa - anche negli ultimi anni e per convergente impegno - verso una serena e fiduciosa cooperazione tra Stato e Chiesa al servizio del bene comune, ‘nel pieno rispetto’ - sono Sue parole - ‘della distinzione tra la sfera politica e la sfera religiosa’”. Esprimendo in tale circostanza “una forma di simbolico pubblico commiato” per il termine del settennato presidenziale, Napolitano ha fatto memoria degli “incontri e colloqui” avuti con i Papa “in molteplici occasioni, nel corso di questi sette difficili anni, difficili non solo per il mio Paese in un mondo sempre più interdipendente”. “Molto mi dice - ha aggiunto il Capo dello Stato - la memoria del nostro reciproco ascoltarci. Molto mi ha arricchito il dialogo che abbiamo potuto intrattenere: sull’Italia, sull’Europa, sulla pace e sulla stessa politica intesa come dimensione essenziale dell’agire umano, sulle radici ideali e morali dell’impegno politico”. E ha concluso: “Continueremo, Santità, come italiani, in qualunque posizione, a prestare attenzione ai Suoi messaggi, a trarne motivo di riflessione e di fiducia”.


SIR

Prima del concerto per l'84° anniversario dei Patti Lateranensi l'incontro tra Benedetto XVI e il presidente Napolitano: grande stima reciproca, attenzione e partecipazione per gli importanti appuntamenti che attendono il popolo italiano

Un incontro “particolarmente intenso”, caratterizzato da “grande stima reciproca”. Così una nota della Sala Stampa vaticana definisce il colloquio tra Papa Benedetto XVI e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, avvenuto questo pomeriggio prima del concerto del Maggio musicale fiorentino offerto, tramite l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, al presidente Napolitano, in vista del termine del suo settennato, e al Santo Padre, per celebrare l’84° anniversario della firma dei Patti Lateranensi. Il colloquio, informa la Sala Stampa, è durato una ventina di minuti. “Nella conversazione, il Papa - riporta la nota - ha manifesto la sua attenzione e partecipazione per gli importanti appuntamenti che attendono prossimamente il popolo italiano”. Inoltre prosegue la Santa Sede, “non sono mancati riferimenti ai principali temi della situazione internazionale, in particolare alle preoccupazioni per la pace nelle regioni più travagliate del mondo, come il Medio Oriente e l’Africa”.

SIR

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

Durante l'Udienza generale di mercoledì saranno donati a Benedetto XVI dal Banco Farmaceutico mille farmaci da destinare all'attività delle Suore di Madre Teresa che svolgono la loro attività in Vaticano

Mille farmaci da destinare all’attività delle Suore di Madre Teresa di Calcutta che svolgono la loro attività presso il centro “Dono di Maria” in Vaticano. A donarli al Papa sarà il Banco Farmaceutico onlus, nel corso dell’Udienza generale di mercoledì 6 febbraio. L’iniziativa, informano i promotori, si tiene in occasione della XIII Giornata nazionale di Raccolta del farmaco, che si svolgerà in Italia sabato 9 febbraio. Recandosi nelle farmacie che espongono la locandina del Banco Farmaceutico, si potrà acquistare e donare un farmaco da automedicazione a chi oggi vive ai limiti della sussistenza: 8 milioni 173 mila individui poveri, stando ai dati Istat relativi al 2011. L’iniziativa, organizzata dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus in collaborazione con Federfarma, si terrà in oltre 3.400 farmacie distribuite in 85 province e 1.200 comuni. All’udienza di mercoledì prenderanno parte Marcello Perego, co-fondatore del Banco Farmaceutico onlus, Marco Malinverno, direttore nazionale, e Consuelo Fontolan, responsabile di Roma.

SIR

L'11 febbraio il Papa presiede il Concistoro ordinario pubblico per la Canonizzazione dei Beati Antonio Primaldo e compagni, Laura di Santa Caterina da Siena Montoya y Upegui e Maria Guadalupe Garcìa Zavala

Lunedì 11 febbraio, alle 11.00, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, avrà luogo, durante la celebrazione dell’Ora Sesta, presieduto da Papa Benedetto XVI,  il Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione dei Beati Antonio Primaldo e compagni, martiri, Laura di Santa Caterina da Siena Montoya y Upegui, vergine, fondatrice della Congregazione delle suore missionarie della Beata Vergine Maria Immacolata e di Santa Caterina da Siena, e Maria Guadalupe Garcìa Zavala, cofondatrice della Congregazione delle Serve di Santa Margherita Maria e dei Poveri.

Zenit

AVVISO DELL’UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE

Il maestro Zubin Mehta: un sogno che si realizza suonare per Benedetto XVI, l'ultima volta è stato quando era arcivescovo di Monaco. So che apprezza moltissimo Beethoven

"Ho l'onore e il piacere di suonare per il Santo Padre. Il presidente Napolitano è già stato a Firenze, per una prima, due anni fa. Suonare ora di nuovo per tutti e due insieme, è un sogno che si realizza per me". Così il maestro Zubin Mehta parla alla Radio vaticana del concerto di questo pomeriggio nell'Aula Paolo VI in cui dirigerà l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino per l'84° anniversario della firma dei Patti Lateranensi. "L'ultima volta che ho suonato per il Papa - dice il grande direttore di origine indiana - è stato quando lui era arcivescovo a Monaco: abbiamo suonato in occasione di una Messa alla quale era presente anche lui". A proposito di Benedetto XVI Mehta dice che "è sempre stato un grande amante di musica. In questi anni del suo Pontificato ho sempre letto dei diversi concerti ai quali è stato presente: naturalmente, anche io desideravo suonare per lui". E sul programma di questo pomeriggio, che prevede anche l'Ouverture da "La forza del destino" di Verdi, spiega che «l'opera che veramente io voglio interpretare per il presidente e per il Papa è l''Eroica' di Beethoven, che è la sua opera centrale". "So che il Papa apprezza moltissimo anche Beethoven - aggiunge Mehta -. La nostra orchestra ha suonato la Sinfonia in tutta la tournee del Sudamerica, la scorsa estate, e quindi siamo veramente pronti per interpretarla ancora a Roma".
 
Vatican Insider
 

Il Papa riceve il nuovo Patriarca di Babilonia dei caldei Louis Raphaël I Sako, accompagnato dai membri del Sinodo della Chiesa Caldea che lo hanno eletto: i cristiani siano seme di riconciliazione e accoglienza

Il Papa ha ricevuto stamani il nuovo patriarca di Babilonia dei Caldei, Sua Beatitudine Louis Raphaël I Sako (foto), accompagnato dai membri del Sinodo dei vescovi della Chiesa Caldea che lo hanno eletto venerdì scorso a Roma. Un incontro pieno fraternità e speranza: il Papa ha accolto con grande affetto il nuovo patriarca caldeo attorniato dai membri del Sinodo. Dopo l’incontro, il patriarca ha presieduto nella Basilica Vaticana una Divina liturgia durante la quale si è svolta la celebrazione pubblica della "Ecclesiastica Communio" concessagli dal Papa. Il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, ha citato le due lettere che Benedetto XVI ha indirizzato a lui e al nuovo patriarca. In entrambe, il Papa “menziona la grazia del martirio, non solo come prezioso dono dei tempi passati, bensì come permanente dimensione della autenticità cristiana”. La prima visita in Iraq, “che ho recentemente compiuto – ha detto il card. Sandri - ha evocato proprio la croce gloriosa di Gesù. E la scelta del nuovo Patriarca Caldeo avvenuta al Celio, il colle di Roma dove i Padri Passionisti hanno piantato il vessillo del Crocifisso che è Risorto, l'ha simbolicamente confermata quale fonte di vita e risurrezione”. Il porporato ha quindi affidato il nuovo Patriarca “all'amore senza limiti di Colui che ha obbedito fino alla morte, all'amore che abbraccia cielo e terra ed abbatte ogni discordia perché sia profonda la pace”. “Imploriamo speciali grazie e benedizioni su di Lei – ha proseguito - perché come il Buon Pastore possa asciugare le molte lacrime del popolo iracheno, e poi consolare, incoraggiare, correggere, sempre pacificare fratelli e figli ed accompagnarli nella testimonianza”. Sandri ha auspicato che il nuovo patriarca possa “essere modello di sequela e segno di speranza” per tutti i battezzati, i quali – come ha detto il Papa - possono diventare, grazie all’Eucaristia, seme di "riconciliazione, vicendevole accoglienza e pace". Il porporato ha concluso il suo intervento con questo appello: “In Iraq e nel mondo intero i cristiani e quanti credono nel Dio Unico e Misericordioso fermino finalmente l'inimicizia e rendano sicura la via della universale fraternità”.

Radio Vaticana

Anno della fede. Il 26 e 27 ottobre le famiglie di tutto il mondo in pellegrinaggio sulla tomba di San Pietro a Roma: incontreranno Benedetto XVI per due giorni di preghiera, di comunione e di festa

Il Papa incontrerà il prossimo autunno a Roma rappresentanti di famiglie da tutto il mondo, un evento organizzato in occasione dell'Anno della fede. Sabato 26 e domenica 27 ottobre le famiglie di tutto il mondo, informa il Pontificio Consiglio per la Famiglia, giungeranno in Pellegrinaggio sulla tomba di San Pietro a Roma ed incontreranno il Papa per due giorni "di preghiera, di comunione e di festa". Il programma prevede il pomeriggio di sabato un momento di accoglienza e di preghiera presso Piazza San Pietro e domenica la celebrazione Eucaristica presieduta da Benedetto XVI. La partecipazione all'evento necessiterà una previa iscrizione. Le modalità verranno comunicate successivamente dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. Intanto sarà possibile seguire la preparazione ed avere ulteriori informazioni sul Pellegrinaggio, consultando il sito internet del dicastero www.familia.va.

Vatican Insider

Conferenza stampa sulle prospettive del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Mons. Paglia: la famiglia è ancora una buona notizia per il mondo di oggi, ma per i giovani è più un peso che una prospettiva. Per le convivenze non familiari soluzioni nel diritto privato e patrimoniali

“La famiglia c’è, al di là dei catastrofismi”. Ad assicurarlo è stato mons. Vincenzo Paglia (nella foto con Benedetto XVI), presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, nella sua prima conferenza stampa in questa veste, svoltasi oggi presso la Sala Stampa della Santa Sede sul tema "Da Milano a Philadelphia: le prospettive del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Presentazione degli Atti di Milano 2012". “Anche se non si vede - ha detto il vescovo - la stragrande maggioranza delle nostre famiglie vive una condizione di difficoltà, anche economica, e tuttavia resta un sostegno. Se oggi, in Italia e altrove non ci fossero le famiglie, non so i giovani che non trovano lavoro dove andrebbero”. In Italia, ha ricordato mons. Paglia riferendosi ad una ricerca fatta in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano, circa l’80% dei giovani dichiarano di preferire il matrimonio, civile o religioso che sia, mentre solo il 20% opta per la convivenza. In Francia, “i sondaggi rilevano che il 77% desidera costruire la propria vita di famiglia, rimanendo con la stessa persona per tutta la vita”. Questo vuol dire, ha commentato mons. Paglia, che “la famiglia è ancora una buona notizia per il mondo di oggi”, come ha detto il Papa a Milano. Eppure, “il desiderio di famiglia - l’analisi del presule - oggi è stroncato da una cultura che privilegia l’individuo alla società, l’io al noi, i diritti dell’individuo a quelli della famiglia”. “La cultura ha abbandonato la famiglia”. Secondo mons. Paglia “oggi i giovani non si sposano perché la famiglia è sentita più come un peso, che come una prospettiva”. “Oggi è normale pensare che non è più possibile un amore per sempre”, la denuncia del vescovo, che si è chiesto: “Perché si può dire ‘for ever’ per la propria squadra di calcio e non per la propria moglie o il proprio marito? È evidente che qualcosa non funziona”. Di qui la necessità di una “attenta riflessione culturale”, affinché la famiglia “sia posta al centro della politica, dell’economia, della cultura”. Un obiettivo, questo, che il Pontificio Consiglio della famiglia si propone di perseguire rilanciando la “Carta dei diritti” della famiglia, a 30 anni dalla sua pubblicazione. L’appuntamento è per il 14 febbraio, quando mons. Paglia si recherà all’Onu “per portare e sottolineare, nella piazza dei popoli, questo patrimonio dell’umanità che è la famiglia, che ha bisogno non solo di essere sostenuta, ma anche riconosciuta nei suoi diritti” e che invece è minacciata “dall’io che pretende di avere diritti senza limiti, che rischia di avvelenare, di sgretolare il complesso della società”. Nell’incontro del 14 febbraio a New York, si darà anche avvio al cammino di preparazione al VIII Incontro  Mondiale delle >Famiglie, in programma a Philadelphia nel 2015. C’è il matrimonio che ha “una tradizione chiara nel diritto”, e c’è poi “l’arcipelago delle altre convivenze non familiari”, per le quali “è bene che si cerchino soluzioni nel diritto privato e soluzioni patrimoniali, un terreno che la politica dovrebbe cominciare a percorrere”. “Il crocevia dello Stato e della società è l’intreccio delle generazioni”, ha affermato il vescovo, secondo il quale “non dobbiamo pensare che il matrimonio sia giustificato solo dall’affetto: l’autosufficienza del sentimento non giustifica il matrimonio”. Il matrimonio, infatti, “è giustificato certo dall’amore, ma ha una struttura pubblica che non può essere allentata. Che poi ci siano diritti individuali da garantire, è bene che si percorra anche questa strada”. “L’uomo e la donna - ha aggiunto mons. Paglia - sono per la famiglia. Gli altri affetti non giustificano il matrimonio, perché quest’ultimo implica un amore coniugale e quindi la generatività. Se per matrimonio intendiamo qualunque affetto, allora abbiamo distrutto tutto e abbiamo perso tutti”. “Attenzione a non mettersi su piani inclinati per dare risposte a ragioni che non siano quelle di una civiltà matura e responsabile”. Così mons. Paglia ha risposto al dibattito suscitato in Francia sulla legge relativa al matrimonio gay. “Se un’importante autorità governativa - ha commentato il presule - dice che con questa legge si vuole cambiare la civiltà, con una legge approvata dalla maggioranza, è evidente che si nasconde qualcos’altro”. “Onore, dunque, ai vescovi francesi” che hanno avuto “il coraggio di aprire un dibattito e sono a loro volta rimasti sorpresi dalle adesioni di altri, compreso il Gran Rabbino, uomini di cultura per nulla credenti, i rappresentanti dei luterani e dei musulmani francesi. È questa la via: dobbiamo tornare a pesare, prima di decidere per altri motivi”. Per i cristiani, infatti, “la vittoria è nella verità”, ha ricordato mons. Paglia che ad una domanda sulle unioni omosessuali ha citato Giorgio Gaber: “L’universo sa soltanto che senza due corpi differenti e due persone differenti non c’è futuro”. “Il rispetto per la verità - ha precisato il vescovo - non richiede l’abolizione delle differenze: esiste una pari dignità tra tutti i figli di Dio, l’uguaglianza è nella dignità, che è intoccabile”. Ciò che per la Chiesa non è accettabile è “quell’ugualitarismo malato che abolisce ogni differenza”.

SIR

CONFERENZA STAMPA SUL TEMA "DA MILANO A PHILADELPHIA: LE PROSPETTIVE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA. PRESENTAZIONE DEGLI ATTI DI MILANO 2012"

Card. Sepe: il Papa ci ha mostrato il suo amore di padre, ha manifestato apprezzamento a ciascuno, ma soprattutto ha incoraggiato tutti a perseverare nell’impegno pastorale e a lavorare sempre più incisivamente per difendere i diritti dei più deboli

Un’occasione “bella e propizia” per “vivere la bellezza della comunione” e per “confermare ubbidienza, fedeltà e amore al Papa, ponendo nelle sue mani preghiere, ansie e difficoltà”. Così il card. Crescenzio Sepe (foto), arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana, sintetizza all'agenzia SIR l’esperienza della visita ad limina, che i vescovi campani hanno vissuto dal 28 gennaio al 1° febbraio. “Con il Papa è stato un incontro molto intenso e molto emozionante - afferma il porporato -. Ci ha mostrato il suo amore di padre: ha manifestato apprezzamento a ciascuno, ma soprattutto ha incoraggiato tutti a perseverare nell’impegno pastorale e a lavorare sempre più incisivamente per difendere i diritti dei più deboli. In particolare, ha richiamato l’importanza dei valori della legalità, della giustizia e della pace, ha esortato a coltivare i segni di speranza che ci sono nelle nostre terre, e a promuovere la formazione”. Parlando dei problemi che affliggono la Campania, come la criminalità organizzata, il cardinale spiega: “La camorra, purtroppo, è una piaga antica, anche se recentemente è diventata sempre più agguerrita, più spietata e senza scrupoli, con traffici in settori nuovi”. La camorra, sostiene il card. Sepe, è “un cancro maligno, che tuttavia viene combattuto con determinazione dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, anche con buoni risultati nell’ultimo periodo”. Un altro aspetto positivo è che “la gente sta prendendo le distanze dalla mentalità dell’illegalità, un tempo diffusa, e dall’azione dei clan camorristici”. Di fronte a questa realtà “la Chiesa alza la voce per richiamare tutti al dovere di sconfiggere insieme questo male: infatti sono necessarie anche misure strutturali per evitare che i giovani, senza lavoro e senza prospettive, possano cadere nella tentazione di guadagni facili e ingenti”. Dopo la visita ad limina “nel prossimo incontro della Conferenza episcopale campana - anticipa il porporato, “si rifletterà sulle parole di incoraggiamento di Benedetto XVI, sulla sua attenzione alla realtà sociale di Napoli e della Campania, sui consigli e sugli inviti a lavorare tra e per la gente, facendosi portavoce dei diritti, delle angosce e delle speranze di tutti”. Alla riflessione, conclude il cardinale, “farà seguito la valutazione delle iniziative più opportune e necessarie per mettere in pratica le espressioni illuminanti e incoraggianti del Santo Padre”.

SIR

Card. Sepe: né pessimismo né paura Il presidente della Conferenza Episcopale campana, dopo la ''visita ad limina'': incoraggiati dal Papa

A sette mesi dall'addio di mons. Paglia, la nomina di mons. Ernesto Vecchi ad amministratore apostolico della diocesi di Terni. I tanti dubbi sulla situazione economica della Curia: le paure dei dipendenti, che si sono già rivolti ai sindacati, aumentano

La scelta è stata quella del low profile: sabato la Congregazione dei vescovi ha laconicamente comunicato che, "protraendosi i tempi per la nomina del nuovo vescovo di Terni, Narni e Amelia, assume l’incarico di amministratore apostolico della diocesi, Ernesto Vecchi, vescovo ausiliare emerito dell’arcidiocesi di Bologna e titolare di Lemellefa". Il fatto è che mons. Vincenzo Paglia (nella foto con Benedetto XVI), vescovo di Terni per 12 anni, ha di fatto lasciato l’incarico il 26 giugno 2012, sette mesi fa, quando è stato nominato presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e ‘promosso’ ad arcivescovo. Un tempo un po’ troppo lungo, nel corso del quale al timone, in qualità di facente funzione, c’è stato mons. Francesco De Santis, e che ha fatto sorgere più di una perplessità. Anche perché lo stesso Paglia, nei giorni scorsi, aveva confidato ai parroci di temere che "il nome del mio successore lo conosceremo dopo Pasqua". Le perplessità si sono trasformate in timori quando un gruppo di dipendenti della Curia, in totale sono una quindicina, si sono rivolti, niente meno, che alla Cgil di Terni, avendo ricevuto la proposta della trasformazione dei contratti di lavoro da full-time a part-time o, in alternativa, di dar vita ad una cooperativa: "Siamo in pena – racconta uno di loro – soprattutto perché, dopo la partenza di monsignor Paglia, abbiamo avuto la sensazione che le cose stessero precipitando, che nessuno sapesse bene che pesci pigliare e che, per troppo tempo, si fosse vissuto al di sopra delle effettive possibilità". Tornano a farsi avanti, quindi, i dubbi sulle reali condizioni delle casse della Curia ternana: "Mons. Paglia – prosegue il dipendente – ci ha sempre rassicurato, ma adesso abbiamo davvero paura". Quando una sede vescovile diviene vacante, il Papa può provvedere alla nomina di un amministratore apostolico e questa decisione, di fatto, azzera tutti gli organismi di governo della diocesi: gli uffici del vicario generale e dei vicari episcopali, i consigli presbiterale (una sorta di senato diocesano, riservato ai soli sacerdoti) e pastorale (al quale partecipano anche laici); anche se l’amministratore può confermare, in forma delegata, il vicario generale e i vicari episcopali. Sembra di assistere a quanto avviene prima della cessione di un’azienda: si tagliano un po’ di teste, si sfoltisce il personale, si razionalizzano i centri di costo e poi si va sul mercato. Mons. Ernesto Vecchi ha 77 anni ed ha un curriculum lungo, senza offesa, come una quaresima: tra le mille altre cose è stato segretario particolare del card. Giacomo Lercaro, parroco, vicario pastorale di Bologna Ovest, vicario episcopale per il culto e la santificazione. È stato ordinato vescovo il 13 settembre 1998 ed ha rinunciato all’incarico di vescovo ausiliare l’8 febbraio 2011, per raggiunti limiti di età. Insomma, anche se è vero che "le vie del Signore" eccetera, pensare a lui come possibile nuovo vescovo, è quanto meno complicato. La prima parola che viene in mente, piuttosto, è un’altra: liquidatore. E' la prima volta, almeno negli ultimi 120 anni, che a Terni arriva un amministratore apostolico. "A memoria d'uomo non se ne ricorda un altro", confermano fonti ben informate: "Siamo andati a scartabellare negli archivi, non abbiamo trovato traccia, per tutto il secolo scorso, di amministratori apostolici nella nostra diocesi". Non è la prima volta che la Chiesa umbra si trova nella bufera. Lo stesso accadde, cioè la nomina di un amministratore apostolico pro-tempore, con la diocesi di Todi-Orvieto, quando fu costretto alle dimissioni il vescovo, Mmns. Giovanni Scanavino. Dimissioni legate indissolubilmente al suicidio di don Luca Seidita che, alla fine di novembre del 2010, si gettò dalla Rupe di Orvieto dopo che la Sante Sede non lo ritenne idoneo come diacono, una vicenda dolorosa. Era il segretario di mons. Scanavino, al centro anche di ulteriori polemiche a causa del recupero di un sacerdote, che era stato in carcere per pedofilia. A Scanavino successe, come amministratore apostolico, mons. Giovanni Marra. Vescovo della diocesi Orvieto-Todi, è ora, mons. Benedetto Tuzia.

Marco Torricelli, Umbria 24 - Terni in rete

Tra i candidati più accreditati alla guida dell'arcidiocesi di Madrid prende sempre più quota in Curia il nome di mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede

Dal Sant'Uffizio a Madrid? Tra i candidati più accreditati alla successione del quasi 77enne card. Antonio María Rouco Varela, prende sempre più quota in Curia il nome del 68enne segretario spagnolo della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer (foto), originario di Manacor, la seconda città, dopo Palma, dell’isola di Maiorca nelle Baleari. La promozione di mons. Ladaria a Madrid consentirebbe la nomina di un "numero due" in linea con il nuovo corso avviato all'ex Sant'Uffizio dal nuovo prefetto. Gerhard Ludwig Müller. Quattro anni fa il gesuita Luis Francisco Ladaria Ferrer era stato nominato segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Pontefice gli affidò la sede titolare di Tibica, con dignità di arcivescovo.

Giacomo Galeazzi, Oltretevere

L’ecumenismo che può realmente portare alla pace. L’anno dei cinque Patriarchi racconta di un mondo che cambia, ed è una speranza per il futuro. La loro ricerca di unità rappresentano un esempio per tutto il Medio Oriente

“Autenticità, unità e rinnovamento”. Nelle parole del motto patriarcale di Louis Sako, arcivescovo di Kirkurk da poco nominato nuovo Patriarca di Babilonia dei Caldei, è condensato l’auspicio dei cristiani del Medio Oriente. La necessità di rimanere autentici, la necessità di rinnovarsi, e la necessità dell’unità. Sono le tre parole chiave di tutte le confessioni cristiane presenti nella regione. Chiamate ad un ecumenismo sempre più vivo, a una collaborazione che resta a volte l’unica speranza per la regione. Una chance per l’unità che viene anche da una particolare circostanza: sono cinque i nuovi patriarchi che sono stati eletti nella regione della "Primavera Araba". Prima di Sako, era venuta l’elezione di Tawadros II come Patriarca dei copti ortodossi d’Egitto; quindi la nomina di Ibrahim Sidrak come Patriarca dei copti cristiani. E anche la Chiesa greco-ortodossa di Antiochia ha avuto un nuovo Patriarca: Giovanni X è stato eletto lo scorso 17 dicembre, succedendo al Patriarca Ignazio IV Hazim, spentosi il 5 dicembre all’età di 92 anni. Mentre il 24 gennaio Nourhan Manougian è stato eletto Patriarca armeno apostolico, e ha ricevuto la visita di Fouad Twal, Patriarca di Gerusalemme dei Latini. A questi cinque nuovi patriarchi si aggiunge la creazione a cardinale di Bechara Boutros Rai, Patriarca dei Maroniti del Libano, avvenuta a novembre del 2012, un segnale chiaro di come l’obiettivo dell’universalità della Chiesa sia ben vivo nel Pontificato di Benedetto XVI. Nell'"Ecclesiastica communio" inviata da Benedetto XVI a Sako, il Papa auspica che il ministero di Sako "sia a conforto dei fedeli caldei nella madre patria e nella diaspora, ma anche dell’intera comunità cattolica e dei cristiani che vivono nella terra di Abramo, quale stimolo alla riconciliazione, alla vicendevole accoglienza e alla pace per tutta la popolazione irachena". L’ecumenismo passa per i Paesi della Primavera Araba. Una primavera che “per i cristiani è un durissimo inverno”, come ha sostenuto mons. Armando Bortolaso, per dieci anni vicario apostolico dei Latini in Siria. Cosa possono fare allora le Chiese cristiane? Tawadros II, tra le prime cose, ha fatto visita ai patriarchi delle chiese “sorelle” d’Egitto. Lì dove i Fratelli Musulmani hanno preso il potere, e dove la gente è tornata scendere in piazza per chiedere democrazia, l’unità tra le Chiese riguarda anche la scelta comune di non impegnarsi con questa o con quell’altra fazione politica, ma di creare percorsi di unità. Gli unici percorsi che, in fondo, possono davvero aiutare le persone. E per questo, una riunione dei vescovi amici del Movimento dei Focolari c’è stata a Cairo, a settembre. Una scelta, quella del Cairo, che aveva un significato particolare: i vescovi, infatti, volevano testimoniare la loro solidarietà e vicinanza ai fratelli cristiani in tutto il Medio Oriente e particolarmente alla Chiesa copta in Egitto, dando, con la loro presenza, un segno che, di fronte alle difficoltà esterne, stringersi in una maggiore unità è una necessità inderogabile. Come altamente simbolica è stata la scelta di Benedetto XVI di affidare le meditazioni della via Crucis a due giovani libanesi, coordinati dal patriarca Boutros Rai. Una scelta importante, spiega Simon Atallah, vescovo maronita della diocesi di Baalbek-Deir El-Ahmar, che si situa nella parte settentrionale della valle della Beqaa, al confine con la Siria. “Il Papa – afferma Atallah – aveva sentito da tutti come in Libano la convivenza tra le religioni fosse un qualcosa di sperimentato. Ma solo quando è arrivato ha visto che davvero era così, soprattutto quando nell’incontro con i giovani a Bkerké ha visto molti giovani musulmani partecipare all’incontro con lui”. È questo l’ecumenismo che può realmente portare alla pace. L’anno dei cinque patriarchi racconta di un mondo che cambia, ed è una speranza per il futuro. Dei cinque Patriarchi, tre hanno l’"Ecclesiastica communio" con Roma e due sono di altre confessioni cristiane. Ma il loro stare insieme nella stessa mensa, la loro ricerca di unità rappresentano un esempio per tutta la regione. E forse non è un caso che il nuovo Patriarca dei copti cattolici Ibrahim Isaac Sidrak abbia scelto come motto patriarcale la frase della seconda lettera ai Corinzi: “Ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il mistero della riconciliazione”.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Nasce 'Youth News', luogo d'incontro virtuale dei giovani per lo scambio di esperienze e proposte, per dare l’opportunità alla Chiesa in Europa di farsi sentire anche nel mondo digitale

Un "portale dei giovani" per creare una vera e propria rete di collaborazione fra tutti quelli che lavorano nella pastorale giovanile. E’ questo l’obiettivo di Youth News, un "luogo" d’incontro virtuale per i giovani d’Europa e per quelli che lavorano al loro fianco, per condividere idee e progetti, successi e attività. Nel nostro continente, la situazione dei giovani è talvolta difficile. Specialmente in questo tempo di crisi economica, dove i valori cristiani sembrano non avere spazio, trovare Dio nel mondo che li circonda, è diventato per i giovani un lavoro arduo. Ma essi non sono soli. Sanno di poter contare sui responsabili della pastorale giovanile delle Conferenze Episcopali d’Europa che aiutano i giovani con le loro attività ad agire rettamente insegnando loro i valori cristiani che stanno alla base della cultura europea. Youth News è, pertanto oggi, consegnato agli operatori della pastorale giovanile di tutta l'Europa quale occasione per informarsi vicendevolmente circa le attività che ogni Conferenza episcopale realizza per i giovani. L’obiettivo è riuscire a creare un "forum" virtuale per lo scambio di esperienze e proposte, e allo stesso tempo dare l’opportunità alla Chiesa in Europa di farsi sentire anche nel mondo digitale. Questo portale è lanciato a pochi mesi dall’inizio della Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà in Brasile nella prossima estate. Un momento di grazia per milioni di giovani che si riuniranno a Rio di Janeiro con il Santo Padre. Al loro ritorno, i giovani d’Europa potranno mostrare ai loro coetanei che Cristo è la risposta alle loro domande di Vita. In questo senso, il portale Youth News vuole dare un nuovo slancio alla Chiesa in Europa e offrire il proprio contributo, in questo Anno della fede, alla Nuova Evangelizzazione che tanto necessita il nostro continente.

EuroCathInfo

www.youthnews.eu