mercoledì 22 luglio 2009

'Caritas in veritate'. Mons. Fisichella: progettualità coraggiosa e profondo valore propositivo che smentisce la 'Chiesa dei no'

''Quanti ripetono come un ritornello che la Chiesa dice sempre no, si leggano le pagine di questa Enciclica, fatta di progettualità coraggiosa e dal profondo valore propositivo''. Così mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, ha commentato questa sera le parole di Benedetto XVI affidate alle pagine dell'Enciclica ''Caritas in veritate'' insieme al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nel corso di un incontro promosso a Roma dai padri Concezionisti attraverso Elea e l'Idi e moderato dal giornalista Piero Schiavazzi. Dinanzi ad una platea numerosa, dove si contavano molti volti della politica, Fisichella ha sottolineato che se il problema centrale è quello di ''coniugare etica della vita ed etica sociale'', non è possibile dimenticare la ''inviolabile dignità della persona umana'', di fronte a problemi come l'immigrazione, la disoccupazione e gli investimenti internazionali. Infatti ''è impossibile trattare l'immigrato come merce, è impossibile procrastinare politiche che vadano oltre la precarietà, che garantiscano la sicurezza sul lavoro e il giusto salario''. E ancora non si può tralasciare di determinare la natura degli investimenti internazionali. Dunque dalle pagine dell'Enciclica emerge la necessità di mettere in atto la dottrina sociale della Chiesa in questo particolare momento economico nel segno della ''solidarietà e sussidiarietà'' che vanno insieme, altrimenti si cade nell'assistenzialismo o nel particolarismo sociale.

Asca

'Caritas in veritate'. Mons. Migliore: l'Enciclica un vademecum su cui misurare la testimonianza della dottrina sociale della Chiesa

“Un vademecum sul quale misurare e rimettere a fuoco convinzioni e modalità di testimonianza e proposta del pensiero sociale della Chiesa”. Questo il commento di mons. Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, sul significato dell’Enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in veritate”, “per me e i miei collaboratori in questa Missione della Santa Sede all’ONU”. Mons. Migliore, riferisce l’agenzia SIR, ricorda che “la dottrina sociale della Chiesa è la magna carta della nostra ragion d’essere, missione e attività nelle Organizzazioni internazionali”. In questo senso la “Caritas in veritate” rappresenta un “vademecum”. Ed è anche, aggiunge il presule, “una credenziale importante ed esigente per la nostra partecipazione ai dibattiti e ai negoziati su temi attinenti allo sviluppo, alla leadership mondiale, e anche alle crisi economica e finanziaria in corso”. Nell’attuale scenario internazionale, sottolinea mons. Migliore, l’Enciclica porta diversi spunti di riflessione ma anche indicazioni e suggerimenti. “Tra i tanti, sottolineo l’invito e l’urgenza di riscoprire il vero senso dell’economia e della politica che, a livello nazionale e internazionale, significa che "il primo capitale da salvaguardare e da valorizzare è l’uomo, la persona, nella sua integrità", come scrive il Papa”. L’Enciclica, afferma mons. Migliore, “è andata a ruba” presso le istituzioni internazionali. “Già prima della pubblicazione, sono pervenute molte richieste del testo e ovviamente è stata mia premura dargli la più ampia divulgazione”. A proposito delle reazioni, mons. Migliore spiega che “in questi ambienti si reagisce piuttosto a mente fredda, dopo aver accuratamente letto i testi. Le reazioni più significative giungeranno durante il dibattito generale della 64ª sessione dell’Assemblea generale, in programma nella seconda metà di settembre”. In quell’occasione, fa sapere l’arcivescovo, “organizzeremo un seminario di presentazione e studio dell’Enciclica”. Mons. Migliore si sofferma anche sulle parole del Papa circa l’urgenza della riforma dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: “Sono parole e indicazioni che cadono su un terreno fertile. Fertile, nel senso che chi sta a bordo di questa nave generalmente ha una viva coscienza e preoccupazione per gli scogli che essa incontra, di certe sue inadeguatezze ad affrontarli e dell’urgenza di portare a destinazione il carico prezioso per le sorti dell’umanità”. Tuttavia, conclude, “occorre rendere il terreno fertile anche e soprattutto nel senso della ricettività di alcune premesse indispensabili: in particolare quella di fare delle Organizzazioni internazionali un foro di attenzione e risposta fattiva ai problemi delle popolazioni”.

Radio Vaticana

Il Papa nella Repubblica Ceca. L'italiano e l'inglese le lingue in cui Benedetto XVI parlerà. Si discute sull'uso del tedesco

Nella Repubblica Ceca si discute sulla lingua che il Papa userà in occasione del viaggio in Boemia e in Moravia dal 26 al 28 settembre. Lo riferisce l’agenzia Kathpress, rivelando che la decisione di rinunciare in gran parte all'uso del tedesco nel viaggio è stata accolta con stupore da alcuni media cechi. Secondo il portale di informazioni di Praga idnes.cz, che riferisce le parole di uno degli organizzatori cechi del viaggio papale, la decisione è stata presa come forma di attenzione nei confronti delle relazioni ceco-tedesche, storicamente delicate, per evitare che l'uso della lingua tedesca possa suscitare resistenze da parte del popolo ceco. Per questo motivo, il Papa parlerà per lo più inglese e italiano durante le celebrazioni. Secondo il portale, solo il presidente ceco Vaclav Klaus parlerà in tedesco con il Papa durante l'incontro in programma. La scelta di evitare la lingua madre del Papa è stata considerata eccessivamente cauta dal quotidiano liberale di Praga Mlada fronta Dnes, che in un editoriale ha ricordato che gli screzi tra cechi e tedeschi sono finiti da tempo. Il giornale ricorda anche che anche molti politici tedeschi hanno usato la loro lingua anche in Israele: tra questi il presidente federale Horst Köhler e Angela Merkel. “Con il suo tedesco - commenta l'editoriale - il Papa avrebbe l'opportunità di confermare che i tempi bui sono passati”.

SIR

Venerdì la radiografia al polso del Papa e sabato mattina la visita di controllo. Gli ortopedici di Aosta: è stata praticata la migliore terapia

I chirurghi Manuel Mancini, primario ortopedico dell'Ospedale Parini di Aosta e Laura Mus, specialista in chirurgia della mano, visiteranno nella mattinata di sabato prossimo, a Les Combes, Papa Benedetto XVI. Si tratterà - secondo quanto riferito dallo stesso Mancini - di una visita di controllo al polso destro operato dai due medici venerdì scorso. Sarà anche presente un terzo specialista di ortopedia che arriverà da Roma il giorno prima e che è stato incaricato di seguire il decorso di Papa Ratzinger al suo rientro in Vaticano. "Da quanto mi è stato riferito dal medico personale del Papa - ha detto Manuel Mancini - Benedetto XVI sta bene, muove tranquillamente le dita, non avverte dolore e la sua mano è sgonfia". Prima della visita, probabilmente venerdì mattina, sarà effettuata sempre a Les Combes, una radiografia, utilizzando una speciale attrezzatura mobile che sarà trasportata da Aosta.
Gli ortopedici dell'Ospedale di Aosta che hanno operato il Papa venerdì scorso in seguito all'incidente che gli ha procurato una frattura al polso destro, fanno sapere che sono "intervenuti con appropriate valutazioni clinico-scientifiche, realizzando le migliori possibilità di guarigione della frattura per Sua Santità, consentendo il prosieguo delle ferie e l'esercizio del suo altissimo ministero". E' quanto si legge in una nota del presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), Pietro Bartolozzi, e del presidente dell'Associazione sindacale chirurghi e ortopedici Italiani Nuova Ascoti, il senatore Michele Saccomanno. La specificazione avviene all'indomani di "qualche speciosa polemica innescata improvvidamente sul trattamento scelto e prestato a Sua Santità Benedetto XVI", proseguono nella nota.

Ansa, Apcom

Le vacanze del Papa. Padre Lombardi: sta bene ed è di buon umore, per scrivere usa un registratore. Il programma dei Vespri ad Aosta

Benedetto XVI “sta bene, è di buon umore, continua ad imparare come si vive con un polso ingessato, si è attrezzato con un registratore per poter dettare le sue riflessioni non potendo usare con facilità la penna”. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, descrive così la vita del Papa a Les Combes, il paesino della Valle d’Aosta, sulle Alpi italiane, dove sta trascorrendo un periodo di riposo. Quello di non poter scrivere, come preferisce, con la penna era già stato definito il cruccio maggiore provocato al Papa dall’incidente che gli è costato la frattura del polso destro, Nel suo resoconto odierno, padre Lombardi aggiunge che Benedetto XVI “ha regolari comunicazioni telefoniche con il fratello, che fra pochi giorni sarà a Castel Gandolfo per trascorrere quattro settimane con lui, come gli anni scorsi. Il Papa fa le abituali brevi passeggiate dopo il pranzo e nel tardo pomeriggio”. “Oggi è venuto a visitarlo il Card. Bertone, arrivato alle 10.30 in elicottero da Romano Canavese. Ha un colloquio con il Papa e pranza con lui. Nel pomeriggio rientra a Romano e domattina a Roma. Il card. Bertone è stato invitato dal presidente del senato Schifani a tenere presso al sede del senato una conferenza sull’Enciclica il prossimo 28 luglio”.
"È stato definito - prosegue padre Lombardi - il programma per i Vespri presieduti dal Papa nella cattedrale di Aosta venerdì pomeriggio alle 17.30. Benedetto XVI andrà ad Aosta in macchina coperta; nella piazza dell’arco di Augusto sarà accolto dalle Autorità, poi percorrerà in auto scoperta il centro della città passando da porta Pretoria fino alla Cattedrale. Ai Vespri nella Cattedrale parteciperanno circa quattrocento persone: sacerdoti, religiosi e religiose, due rappresentanti laici di ogni parrocchia e rappresentanti degli uffici diocesani delle organizzazioni ecclesiali. I Vespri saranno quelli della liturgia del giorno in italiano e in francese. Il Papa terrà l’omelia. Terminata la celebrazione il Papa uscirà sul sagrato della Cattedrale per salutare gli altri fedeli presenti. Nel corso del ritorno passando per Introd il Papa saluterà gli ammalati della locale casa di riposo".


AsiaNews

Le vacanze del Papa. Il card. Bertone a Les Combes da Benedetto XVI: colloquio di lavoro e pranzo insieme

Il Papa, che prosegue il suo periodo di riposo nello chalet di Les Combes in Valle d'Aosta, ha ricevuto questa mattina la visita del segretario di Stato vaticano, card.Tarcisio Bertone (foto), per un normale colloquio di lavoro, come sempre avviene durante le vacanze del Pontefice. Bertone è arrivato a Les Combes alle 10.30 in elicottero, proveniente da Romano Canavese, sua città natale, dove il Papa ha recitato domenica scorsa la preghiera dell'Angelus, fermandosi anche a pranzo con la famiglia del Segretario di Stato. Il Papa e il Segretario di Stato hanno esaminato insieme alcuni dossier, e hanno pranzato insieme. Nel pomeriggio, Bertone rientrerà a Romano Canavese e il suo ritorno a Roma è previsto per domani mattina.

Ansa