domenica 18 settembre 2011

Il Papa in Germania. Lombardi: Benedetto XVI mostrerà che dal primato di Dio nelle nostre vite si può costruire un futuro degno dell’uomo

Durante il suo viaggio apostolico in Germania, Benedetto XVI mostrerà che dal primato di Dio nelle nostre vite dipende il futuro dell’uomo. E' quanto ha detto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. “Viviamo in tempi di preoccupazioni per il futuro – ha esordito il gesuita –: futuro del pianeta Terra e della vita su di esso, futuro dell’economia mondiale e della pace fra i popoli, futuro dell’Europa e delle nazioni che ne fanno parte, futuro dei giovani e dei bimbi che si affacciano alla vita”. “Recandosi nel suo Paese, la Germania, da molti vista soprattutto come potenza trainante nel vecchio continente, ma dove la fede cristiana appare in rapida diminuzione, il Papa ha scelto per il suo viaggio il motto: 'Dove c’è Dio, là c’è futuro'”. “Sono le parole chiave della sua omelia al Santuario austriaco di Mariazell quattro anni fa – ha spiegato il portavoce vaticano –, quando aveva letto la crisi demografica dell’Europa come segno di mancanza di fiducia nel futuro e aveva reagito: 'Ma priva di futuro sarà la terra solo quando si spegneranno le forze del cuore umano e della ragione illuminata dal cuore – quando il volto di Dio non splenderà più sopra la Terra. Dove c’è Dio, là c’è futuro'”. “Dal primo giorno dopo la sua elezione – ha poi continuato –, Papa Benedetto ci ha spiegato che l’annuncio del primato di Dio sarebbe stato prima priorità del suo Pontificato. Chi è Dio? Come vedere il suo volto? Dove incontrarlo e come parlare con lui? Come il rapporto con Dio orienta la vita di ogni persona e la sua responsabilità nella società, fonda la ricerca della giustizia e del diritto? Dio non è estraneo alla vita”. “Non ci dobbiamo aspettare dal Papa risposte a questioni marginali, ma a quelle più essenziali – ha infine concluso –. Attraversando un Paese dove la negazione totalitaria di Dio ha dimostrato le sue conseguenze più estreme, rifletteremo insieme su come impegnarci – come persone, come credenti in Dio, come cristiani e come cattolici - per costruire un futuro degno dell’uomo”.

Zenit

Il Papa in Germania con il motto “Dove c’è Dio, là c’è futuro”: editoriale di padre Lombardi

Il saluto del Papa alla Coldiretti: vi ringrazio per il dono dell'alvare collocato in questa villa. Ricevuto il presidente con una delegazione

"Saluto con affetto - i pellegrini di lingua italiana, in particolare il folto gruppo della Coldiretti, che ringrazio per il dono dell'alveare collocato in questa Villa": con queste parole il Pontefice si è congedato dai fedeli al termine dell'Angelus. Benedetto XVI poi ha ricevuto il presidente della Coldiretti Sergio Marini accompagnato da una delegazione dell'Organizzazione composta tra gli altri dal Consigliere Ecclesiastico Nazionale Padre Renato Gaglianone. Nella residenza estiva del Santo Padre per festeggiare la Giornata della Salvaguardia del Creato è stato aperto un mercato di Campagna Amica con le specialità salvate dall'estinzione dall'attenta opera di recupero e conservazione degli agricoltori della Coldiretti che hanno donato al Santo Padre un vero e proprio alveare composto di 8 arnie con circa mezzo milione di api, collocato nella "fattoria pontificia". Il presidente Marini, ha fatto sapere Coldiretti rendendo noto l'incontro con il Papa, ha espresso "profonda gratitudine per il riconoscimento del Santo Padre che ha ringraziato pubblicamente la Coldiretti per il dono ricevuto", al termine dell'Angelus.

TMNews

Benedetto XVI: il Beato Francesco Paleari luminoso testimone dell'amore di Dio. Guardo con gioia all'incontro con tante persone in Germania

Benedetto XVI ha reso omaggio, dopo la preghiera dell'Angelus recitata a Castegandolfo, alla profetica figura del religioso Francesco Paleari, della Società dei Sacerdoti di San Giuseppe Cottolengo, proclamato Beato ieri a Torino nel corso di una grande liturgia presieduta dal card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, con l'arcivescovo della città sabauda, mons. Cesare Nosiglia. "Nato a Pogliano Milanese nel 1863, da umile famiglia contadina, Francesco Paleari - ha detto il Papa - entrò giovanissimo in seminario e, subito dopo l'Ordinazione, si dedicò ai poveri e ai malati nella Piccola Casa della Divina Provvidenza, ma anche all'insegnamento, distinguendosi per la sua affabilità e pazienza. Rendiamo lode a Dio per questo luminoso testimone del suo amore".
Poi i saluti nelle varie lingue. In tedesco, un pensiero all’imminente viaggio in Germania: "Guardo con gioia all’incontro con tante persone”, ha detto il Papa. E un incoraggiamento a “rispondere generosamente all’offerta dell’illimitato amore di Dio e collaborare al bene che è nel mondo”.

Agi, Radio Vaticana

Il Papa: il Vangelo ha trasformato e ancora trasforma il mondo come un fiume che irriga un immenso campo. Viviamo in epoca di nuova evangelizzazione

A mezzogiorno, Benedetto XVI ha recitato l’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini presenti nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. “Nella liturgia di oggi - ha detto il Papa - inizia la lettura della Lettera di San Paolo ai Filippesi”, nella quale “è contenuto un inno a Cristo che già presenta una sintesi completa del suo mistero: incarnazione, chenosi, cioè umiliazione fino alla morte di croce, e glorificazione. Questo stesso mistero è diventato un tutt’uno con la vita dell’apostolo Paolo, che scrive questa lettera mentre si trova in prigione, in attesa di una sentenza di vita o di morte”. Nell’apostolo delle genti si trova “un nuovo senso della vita, dell’esistenza umana, che consiste nella comunione con Gesù Cristo vivente; non solo con un personaggio storico, un maestro di saggezza, un leader religioso, ma con un uomo in cui abita personalmente Dio. La sua morte e risurrezione è la Buona Notizia che, partendo da Gerusalemme, è destinata a raggiungere tutti gli uomini e i popoli, e a trasformare dall’interno tutte le culture, aprendole alla verità fondamentale: Dio è amore, si è fatto uomo in Gesù e con il suo sacrificio ha riscattato l’umanità dalla schiavitù del male donandole una speranza affidabile”. Per la nuova evangelizzazione. San Paolo, ha sottolineato il Pontefice, “era un uomo che riassumeva in sé tre mondi: quello ebraico, quello greco e quello romano. Non a caso Dio affidò a lui la missione di portare il Vangelo dall’Asia Minore alla Grecia e poi a Roma, gettando un ponte che avrebbe proiettato il cristianesimo fino agli estremi confini della terra”. “Oggi – ha continuato - viviamo in un’epoca di nuova evangelizzazione. Vasti orizzonti si aprono all’annuncio del Vangelo, mentre regioni di antica tradizione cristiana sono chiamate a riscoprire la bellezza della fede”. Protagonisti di questa missione sono “persone, famiglie, comunità che accettano di lavorare nella vigna del Signore, secondo l’immagine del Vangelo di questa domenica. Operai umili e generosi, che non chiedono altra ricompensa se non quella di partecipare alla missione di Gesù e della Chiesa”. In realtà, “il Vangelo ha trasformato il mondo, e ancora lo sta trasformando, come un fiume che irriga un immenso campo”. Di qui la preghiera alla Vergine Maria, “perché in tutta la Chiesa maturino vocazioni sacerdotali, religiose e laicali per il servizio della nuova evangelizzazione”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Il Papa: in Germania per tornare a vedere Dio e noi ad essere persone dalle quali entri nel mondo una luce della speranza, che ci aiuta a vivere

A pochi giorni del Viaggio Apostolico che compirà in Germania dal 22 al 25 settembre, il Santo Padre Benedetto XVI ha registrato nei giorni scorsi a Castel Gandolfo un intervento per la trasmissione "Wort zum Sonntag" della televisione pubblica tedesca ARD, che è andato in onda ieri in tarda serata.
"Cari connazionali - ha esordito il Papa - tra pochi giorni partirò per il mio viaggio in Germania, e ne sono molto contento. Penso con gioia particolarmente a Berlino, dove ci saranno molti incontri, e, naturalmente, al discorso che terrò al Bundestag e alla grande Messa che potremo celebrare allo stadio olimpico. Uno dei momenti importanti della visita sarà Erfurt: in quel monastero agostiniano, in quella chiesa agostiniana, dove Lutero ha iniziato il suo cammino, potrò incontrare i rappresentanti della Chiesa Evangelica di Germania. Lì pregheremo insieme, ascolteremo la Parola di Dio, penseremo e parleremo insieme". Dunque, "non attendiamoci - ha affermato il Pontefice - alcun evento sensazionale: infatti, la vera grandezza dell'evento consiste proprio in questo, che in questo luogo insieme possiamo pensare, ascoltare la Parola di Dio e pregare, e così saremo intimamente vicini e si manifesterà un vero ecumenismo". "Qualcosa di particolare - ha voluto sottolineare ancora Papa Ratzinger- è per me l'incontro con l'Eichsfeld, questa piccola striscia di terra che, pur passando attraverso tutte le peripezie della storia, è rimasta cattolica; poi il Sudovest della Germania, con Friburgo, la grande città, con molti incontri che si svolgeranno lì, soprattutto la veglia con i giovani e la grande Messa che concluderà il viaggio". "Tutto ciò non è turismo religioso. E meno ancora uno 'show'. Di che cosa si tratta, lo dice il motto di questi giorni: 'Dove c'è Dio, là c'è futuro'. Dovrebbe trattarsi del fatto che Dio torni nel nostro orizzonte, questo Dio così spesso totalmente assente, del quale però abbiamo tanto bisogno" ha continuato il Papa. "Forse mi chiederete: 'Ma Dio, esiste? E se esiste, si occupa veramente di noi? Possiamo noi arrivare fino a Lui?'. Certo, è vero: non possiamo mettere Dio sul tavolo, non possiamo toccarlo come un utensile o prenderlo in mano come un qualsiasi oggetto. Dobbiamo di nuovo sviluppare la capacità di percezione di Dio, capacità che esiste in noi". "Possiamo intuire qualcosa della grandezza di Dio - ha affermato Benedetto XVI- nella grandezza del cosmo. Possiamo ndo attraverso la tecnica, perché esso è costruito in maniera razionale. Nella grande razionalità del mondo possiamo intuire lo spirito creatore dal quale esso proviene, e nella bellezza della creazione possiamo intuire qualcosa della bellezza, della grandezza e anche della bontà di Dio. Nella Parola delle Sacre Scritture possiamo sentire parole di vita eterna che non vengono semplicemente da uomini, ma che vengono da Lui, e in esse sentiamo la sua voce. E infine, vediamo quasi Dio anche nell'incontro con le persone che sono state toccate da Lui. Non penso soltanto ai grandi: da Paolo a Francesco d'Assisi fino a Madre Teresa; ma penso alle tante persone semplici delle quali nessuno parla". "Eppure quando le incontriamo - ha concluso il Papa - da loro promana qualcosa di bontà, sincerità, gioia e noi sappiamo che lì c'è Dio e che Egli tocca anche noi. Perciò, in questi giorni vogliamo impegnarci per tornare a vedere Dio, per tornare noi stessi ad essere persone dalle quali entri nel mondo una luce della speranza, che è luce che viene da Dio e che ci aiuta a vivere".

TMNews

PAROLE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALLA TRASMISSIONE TELEVISIVA "WORT ZUM SONNTAG" ALLA VIGILIA DEL VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA

Il Papa in Germania. La stampa tedesca: nella Nunziatura Apostolica di Berlino Benedetto XVI incontrerà alcune vittime di abusi sessuali di preti

Secondo diverse testate tedesche, tra cui Frankfurter Allgemeine Zeitung e Dts News Agency, nel corso del viaggio in Germania, dal 22 al 25 settembre, Benedetto XVI, come ha già fatto durante i viaggi negli Stati Uniti, a Sydney, Malta e Regno Unito, incontrerà in privato un piccolo gruppo di vittime di abusi sessuali da parte di membri del clero e avrà un colloquio con alcuni degli psicologi che le stanno aiutando. Per ora la notizia non ha avuto nessuna conferma in fonti ufficiali ma neanche una smentita. Per la stampa tedesca sarebbe la sede della Nunziatura, a Berlino, il luogo adatto e dunque il più probabile. Come ha ricordato il portavoce del Papa padre Federico Lombardi, anche nei precedenti viaggi papali, incontri di questo tipo non erano mai annunciati nel programma, e sono avvenuti lontano dal clamore mediatico. Anche questa volta, scrive Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung, si tratterebbe di un momento di "ascolto diretto" nei confronti delle persone che hanno sofferto a causa di esponenti dellla Chiesa. Intanto la segretaria generale dell'Spd Andrea Nahles, cattolica praticante, ha auspicato che il Papa si esprima sull'argomento, "sarebbe molto importante per le vittime", ha detto. Mercoledì 22 settembre 2010, Benedetto XVI, nel corso della catechesi del mercoledì, tracciando il bilancio del suo viaggio nel Regno Unito così ricordò il suo ultimo incontro con vittime di abusi: "Nella Nunziatura Apostolica ho incontrato alcune vittime di abusi da parte di esponenti del Clero e dei religiosi. E’ stato un momento intenso di commozione e di preghiera".

Il Sismografo, Ticinonline

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Da Callisto II a Benedetto XVI: dopo quasi mille anni la Visita pastorale di un Papa nella diocesi

E' in pieno svolgimento il ricco calendario di eventi che la diocesi di Lamezia Terme ha organizzato per il mese di settembre in preparazione alla Visita Pastorale di Papa Benedetto XVI, domenica 9 ottobre. Ultime settimane di attesa e di intensi preparativi, dunque, in cui la Chiesa diocesana sta coinvolgendo un po' tutti i settori della società civile e tutte le realtà del variegato mondo ecclesiale. Tra le tante iniziative in programma, il convegno sul tema "La presenza dei papi in diocesi e l'eredità del monachesimo basiliano". L'incontro, tenutosi nel salone del Seminario vescovile martedì 13 settembre, è stato introdotto dalla professoressa Giovanna De Sensi Sestito, docente dell'Unical sulle origini della diocesi di Nicastro. Il professor Filippo Bulgarella, docente dell'Università della Calabria, ha dato una chiave di lettura affascinante sulla storica visita pastorale di Papa Callisto II in Calabria avvenuta quasi mille anni fa. Un viaggio memorabile che portò il Pontefice di origine franco-tedesca a visitare anche l'antica Nicastro, oggi Lamezia. Callisto II nel dicembre del 1121, Benedetto XVI nell'ottobre del 2011. La visita pastorale di un Papa nella nostra diocesi non si verificava da 890 anni, quasi dieci secoli in cui nessun pontefice è più entrato in città. "È certo che Papa Callisto II venne in Calabria, in questa diocesi - ha ribadito Bulgarella – Egli si interessò molto ai problemi dell'Italia meridionale, prodigandosi per appianare i contrasti tra i casati nobiliari di Puglia e di Sicilia e ripristinare gli antichi fausti, opponendosi al processo di unificazione normanna". Nel corso dell'incontro è stato sottolineato che Callisto II, eletto a Cluny in Francia, fu uno dei Pontefici più interessanti della storia. Secondo le fonti storiche Callisto, al secolo Guido di Borgogna, nel corso della sua visita in Calabria consacrò le Cattedrali di Nicastro e di Catanzaro. "L'atto della consacrazione – ha spiegato il professor Bulgarella – era il segno più forte ed evidente del centralismo e del potere della Chiesa di Roma rispetto a quella di Bisanzio". Il docente, ordinario di Storia bizantina, sollecitato da alcune domande di don Giancarlo Leone, coordinatore del comitato organizzatore della Visita Pontificia, ha anche rimarcato la sorprendente analogia tra Callisto II e Benedetto XVI. "Entrambi sono interessati ad esaltare la Chiesa di Roma – ha affermato Bulgarella – Papa Callisto all'epoca, come oggi Papa Ratzinger, si fece promotore di una riforma morale, improntata sull'azione salvifica dello Spirito". La dottoressa Cristina Torre, ricercatrice del medesimo dipartimento di Storia dell'Unical, ha invece parlato del monachesimo basiliano attraverso una serie di documenti che certificano un ricco capitolo di storia per il territorio lametino il cui fulcro fu proprio l'area industriale dove Papa Ratzinger celebrerà la Messa. Una zona intorno alla quale, nel corso dei secoli, sono nati e si sono radicati numerosi movimenti religiosi, un fiorire di spiritualità monastica che ha lasciato traccia indelebile in edifici sacri alcuni dei quali ancora esistenti.

Il Papa a Lamezia Terme

Lettera di Benedetto XVI per i suoi 104 anni a suor Teresita, entrata in clausura il 16 aprile 1927. Il 20 agosto si erano incontrati a Madrid

Venerdì scorso, nel giorno in cui compiva 104 anni, la religiosa spagnola cistercense suor Teresita (foto) ha ricevuto una lettera di Benedetto XVI in cui ricorda l'incontro nella Nunziatura di Madrid, sabato 20 agosto. La religiosa, che fra le claustrali di tutto il mondo ha il record della maggiore permanenza nel suo convento,ormai 85 annil poco prima del viaggio del Papa a Madrid aveva manifestato il desiderio di incontrare il Santo Padre. In poche ore il Nunzio apostolico mons. Fratini comunicò alla religiosa la totale disponibilità del Papa e così, il 20 agosto, suor Teresita alle ore 17.00 si trovò davanti Benedetto XVI. Si trattò, scrissero le agenzie, di un incontro commovente e con una sorpresa: la consorella che accompagnava suor Teresita è stata riconosciuta dal Papa perché in passato aveva lavorato presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, quando il card. Joseph Ratzinger era prefetto. Nella lettera, firmata da mons. Peter Brian Wells, Assessore per gli Affari generali della Segretaria di Stato, si legge che il Papa ricordando il bellissimo incontro "la incoraggia a restare radicata nel Cuore di Cristo per continuare ad essere una ardente lampada di fede, speranza e carità e mostrare così al mondo che la vita in pienezza consiste nel adempiere con gioia alla volontà di Dio". Infine il Papa fa pervenire alla religiosa, alle sue consorelle e a tutti i benefattori del Convento Madre di Dio una sua speciale benedizione. La religiosa spagnola cistercense, nata a Valeria nel 1908, ha vissuto quasi la sua intera lunga vita nel convento di Buenafuente del Sistal, a 100 km a nordest di Madrid, nella provincia di Guadalajar, dove entrò quando aveva 19 anni, lo stesso giorno in cui nasceva Joseph Ratzinger, il 16 aprile 1927. Suor Teresita il 20 agosto uscì per la seconda volta dalla clausura dopo averlo fatto, obbligata dalle drammatiche circostanze, nel corso della Guerra civile spagnola (1936-1939).

Il Sismografo