lunedì 28 gennaio 2013

Anno della fede. Card. Bagnasco: è Gesù Cristo che noi vogliamo porgere, il suo nome far risuonare. La fede, pur dentro a un travaglio storico delicatissimo e intricato, costituisce la garanzia che dona ineffabile gioia

“Anche stasera o domani, nell’opinione pubblica echeggeranno solo alcune delle nostre parole, e non precisamente queste... si sappia però che è questo, è Gesù Cristo che noi vogliamo porgere, il Suo nome far risuonare. Non è vero che a noi interessa far politica, noi vogliamo dire Gesù”. Così nella sua prolusione il presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), aprendo questa sera a Roma il Consiglio Episcopale permanente, in corso fino al 31 gennaio, ha voluto mettere l’accento sul ruolo e sul compito principale della Chiesa, l’annuncio del Vangelo. Per primo ha richiamato il “pellegrinaggio ad limina apostolorum” dei vescovi italiani “proprio nell’Anno della fede”, ringraziando il Papa “per l’accoglienza che ci accorda”. La fede, ha detto, pur “dentro a un travaglio storico delicatissimo e intricato”, costituisce la garanzia che “dona ineffabile gioia”, “una gioia che reinterpreta e ricolloca le angosce”, “che spoglia le apparenze e aiuta a riconoscere la vera consistenza dei virgulti positivi che il nostro tempo genera”. Il cardinale ha però sottolineato “le situazioni di persecuzione in cui si trovano i cristiani”, che “in buona parte coincidono con i conflitti aperti”, ricordando il dato di “oltre centomila cristiani delle varie Confessioni uccisi nel 2012. Una cifra spaventosa che non può lasciar indifferente nessuno”.

SIR

L'intenzione di preghiera di Benedetto XVI per il mese di febbraio: le famiglie migranti, in particolare le madri, siano sostenute ed accompagnate nelle loro difficoltà

Il Papa propone ogni mese due intenzioni di preghiera, la prima generale e la seconda missionaria. Ecco le due intenzioni affidate da Benedetto XVI all’Apostolato della Preghiera per il mese di febbraio 2013, che inizia venerdì prossimo. L'intenzione generale dice: “Perché le famiglie migranti, in particolare le madri, siano sostenute ed accompagnate nelle loro difficoltà”. Quella missionaria invece afferma: “Perché le popolazioni che sperimentano guerre e conflitti possano essere protagoniste della costruzione di un avvenire di pace”.

Zenit

Telegramma di cordoglio del Papa per tragedia in una discoteca del Rio Grande do Sul: costernato, invoco il conforto e la guarigione dei feriti, il coraggio e la consolazione della speranza cristiana

Il Brasile è sconvolto dalla tragedia verificatasi in una discoteca nello Stato meridionale del Rio Grande do Sul. È infatti di 232 morti il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, dell’incendio che, nella notte tra sabato e domenica, ha distrutto un locale nella città di Santa Maria. A diffondere la stima delle vittime è stato il ministro della Salute, Alexandre Padilha, il quale ha dichiarato che in questo momento la priorità "è salvare il maggior numero di vite possibile". Altissimo anche il numero dei feriti, almeno 130, ma il bilancio, come detto, sembra destinato a peggiorare. “Profondo cordoglio” e “partecipazione al dolore di quanti sono in lutto”. Così Benedetto XVI in un telegramma di cordoglio inviato oggi a mons. Hélio Adelar Rubert, arcivescovo di Santa Maria in Brasile. Il Santo Padre si dice “costernato per la tragica morte di centinaia di giovani”. A nome del Pontefice, il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, scrive: “Nell’affidare a Dio, Padre di misericordia, i defunti, il Santo Padre invoca il conforto e la guarigione dei feriti, il coraggio e la consolazione della speranza cristiana per tutti coloro che sono stati colpiti dalla tragedia ed invia, a quanti soffrono e ai soccorritori, una confortante benedizione apostolica”. L’incendio sarebbe scoppiato a seguito dell’accensione di un razzo pirotecnico sul palco del gruppo musicale che si esibiva nel locale. Alcuni sopravvissuti hanno dichiarato che i buttafuori avrebbero poi impedito alle persone di allontantarsi velocemente dalla sala, non capendo la situazione e alimentando così il panico. Secondo i media brasiliani dentro la discoteca erano presenti più di duemila persone, numero ben superiore alle disposizioni di sicurezza. Il presidente Dilma Rousseff ha interrotto i suoi impegni diplomatici in America latina e ha annullato i festeggiamenti, previsti oggi, per celebrare i 500 giorni mancanti all’inizio del prossimo Campionato mondiale di calcio. Delle persone rimaste ferite — secondo quanto riferito dal ministro della Salute — 79 sono ricoverate in terapia intensiva. Circa l’80 per cento dei ricoverati sono pazienti intossicati dall’inalazione di fumo.

L'Osservatore Romano, SIR

La seconda vita di Paolo Gabriele: si trasferirà in un appartamento del Vaticano a due passi dalla Basilica di San Paolo e lavorerà presso la nuova sede dell'Ospedale Bambino Gesù. L'impegno a non rilasciare interiviste o dichiarazioni

Di nuovo insieme: l’ex maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele (nella foto con Benedetto XVI) ,e il suo mentore, il card. James Harvey, fresco di nomina. Entrambi all’ombra della Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, dove sono stati trasferiti dopo la scandalo del "corvo". Harvey era il prefetto della Casa Pontificia e Gabriele era alle sue dipendenze. Ora Harvey è diventato arciprete di San Paolo e l’ex maggiordomo si trasferirà in un appartamento del Vaticano, in zona extraterritoriale, a due passi dalla Basilica. Dopo il perdono del Papa, Gabriele può iniziare una nuova vita con sua moglie Manuela Citti e i loro tre figli, di 14, 13 e 6 anni. Lasceranno la loro casa dentro le Mura leonine e si trasferiranno nel nuovo appartamento, dove sono già iniziati i lavori di ristrutturazione e dove, probabilmente, l’ex maggiordomo sarà ancora tenuto sotto controllo dalla Gendarmeria vaticana. L’impegno assunto da "Paoletto" e dai suoi familiari è infatti quello di non rilasciare interviste e dichiarazioni. A questo scopo ha firmato un impegno scritto. In cambio ha ottenuto un nuovo lavoro presso la nuova sede dell’Ospedale Bambino Gesù, anch’essa nella zona extraterritoriale di San Paolo, dove sono stati sistemati gli ambulatori pediatrici. Gabriele lavorerà per una cooperativa sociale e non sarà a contatto con il pubblico. Restano invece nella loro casa di Borgo Angelico, a due passi dal Vaticano, i suoceri di Gabriele. Un appartamento che il maggiordomo utilizzava spesso come punto di appoggio.

Ignazio Ingrao, Panorama.it

Pasqua 2013. Benedetto XVI affida al patriarca Bechara Boutros Raï le meditazioni per la Via Crucis al Colosseo. I testi saranno preparati, sotto la guida del cardinale, da due giovani libanesi

Sarà il card. Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei maroniti, a redigere i testi per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, il prossimo 29 marzo. Lo rende noto la sala stampa vaticana in un comunicato diffuso oggi. “Il Santo Padre - viene spiegato nella nota -, memore del recente viaggio in Libano e per invitare tutta la Chiesa a tener presente nella preghiera il Medio Oriente, i suoi problemi e le comunità cristiane in quelle terre, ha invitato, tramite il cardinale segretario di Stato, il patriarca card. Béchara Boutros Raï a redigere i testi per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo. I testi saranno preparati, sotto la guida del patriarca, da due giovani libanesi e seguiranno lo schema tradizionale delle 14 stazioni”. Il card. Béchara Boutros Raï, oltre a essere patriarca di Antiochia dei maroniti, è anche presidente del Sinodo della Chiesa maronita, presidente della Conferenza Episcopale libanese e del Consiglio dei patriarchi cattolici orientali.

SIR

COMUNICATO: TESTI DELLA VIA CRUCIS DEL VENERDÌ SANTO 2013 AL COLOSSEO

Anno della fede. Decreto della Penitenzeria Apostolica con il quale Benedetto XVI concede indulgenze speciali in occasione della XXI Giornata Mondiale del Malato, dal 7 all'11 febbraio ad Altötting

Il “dono delle indulgenze” a quanti, “veramente pentiti e stimolati dalla carità, sull’esempio del Buon Samaritano, con spirito di fede e con animo misericordioso, pongano se stessi a servizio dei fratelli sofferenti e, se a loro volta malati, sopportino i dolori e le avversità della vita, innalzando con umile fiducia l’anima a Dio e offrendo aperta testimonianza di fede attraverso la via del Vangelo della sofferenza”. A concederlo è il Papa, in occasione della prossima Giornata Mondiale del Malato che si celebrerà dal 7 all’11 febbraio sul tema “Va’ e anche tu fa’ lo stesso” (Lc 10,37). L’esempio additato da Benedetto XVI è quello del Buon Samaritano, che insegna a “fare del bene a chi soffre e fare del bene con la propria sofferenza”, come si legge nella “Salvifici doloris”. A conclusione della Giornata, si ricorda nel decreto, diffuso oggi dalla Penitenzieria Apostolica, e firmato dal penitenziere maggiore, card. Monteiro De Castro, e dal reggente, mons. Krzysztof Nykiel, mons. Zygmunt Zimoski, presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, inviato speciale del Papa, presiederà nel Santuario Mariano di Altötting, della diocesi di Passau, una solenne concelebrazione eucaristica con l’amministrazione del sacramento dell’Unzione degli Infermi. In vista dell’appuntamento, “particolarmente solenne”, di quest’anno, Benedetto XVI concede l’indulgenza plenaria a quei fedeli che, “con animo veramente pentito e contrito”, dal 7 all’11 febbraio parteciperanno “devotamente a una cerimonia celebrata per impetrare da Dio i propositi della Giornata Mondiale del Malato e reciteranno il Padre Nostro, il Credo e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria”. Indulgenza plenaria anche ai fedeli che “negli ospedali pubblici o in qualsiasi casa privata assistono caritatevolmente, come il Buon Samaritano, gli ammalati e, a motivo del loro servizio, non possono partecipare alle funzioni”, se in quei giorni “presteranno generosamente almeno per qualche ora la loro caritatevole assistenza come se lo facessero allo stesso Cristo Signore”. I fedeli, infine, che “per malattia, per età avanzata o per altra simile ragione, sono impediti dal prendere parte alla cerimonia”, otterranno l’indulgenza plenaria purché, “avendo l’animo distaccato da qualsiasi peccato e proponendosi di adempiere non appena possibile le solite condizioni, partecipino spiritualmente alle sacre funzioni”, attraverso la tv e la radio, offrendo a Dio “le loro sofferenze fisiche e spirituali”. Indulgenza “parziale”, invece, “a tutti i fedeli ogniqualvolta rivolgeranno a Dio misericordioso, con cuore contrito”, nei giorni della Giornata, “devote preghiere in aiuto degli infermi nello spirito del corrente Anno della fede”.

SIR

DECRETO DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA CON IL QUALE SI CONCEDONO INDULGENZE SPECIALI, IN OCCASIONE DELLA XXI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Quaresima 2013. 'Credere nella carità suscita carità - Abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi', il tema del Messaggio di Benedetto XVI. Venerdì la presentazione

Venerdì 1° febbraio, alle 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si terrà la conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2013 sul tema "Credere nella carità suscita carità - 'Abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi'" (1 Gv 4,16). Interverranno il card. Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum, mons. Giampietro Dal Toso e mons. Segundo Tejado Muñoz, rispettivamente segretario e sotto-segretario del medesimo dicastero, e Michael Thio, presidente generale della Confederazione Internazionale della Società di San Vincenzo de’ Paoli.

Il Sismografo

CONFERENZA STAMPA DEL 1° FEBBRAIO 2013

Nel discorso alla Rota romana il Papa riprende il filo di un ragionamento abbozzato all'inizio del Pontificato: promuovere ulteriori riflessioni sulla possibilità di annullare un matrimonio per mancanza o carenza di fede dei coniugi

Quello di Benedetto XVI è poco più di un accenno però è importante, nell'annosa vicenda dei divorziati risposati nella Chiesa, perché apre uno spiraglio riprendendo il filo di un ragionamento che il Papa aveva abbozzato all'inizio del suo Pontificato e mai più ripreso, fino a ieri. Quando, parlando a giudici e avvocati della Rota Romana (popolarmente chiamata "Sacra Rota", anche se non è più "sacra" dall'83) ha chiesto loro, "soprattutto nel contesto attuale", di "promuovere ulteriori riflessioni" sulla possibilità di annullare un matrimonio per mancanza o "carenza" di fede dei coniugi. Appena eletto, il Pontefice ne aveva parlato il 25 luglio 2005 durante le vacanze estive in Val d'Aosta, rispondendo alle domande di alcuni sacerdoti sui divorziati risposati che non possono fare la comunione o ricevere l'assoluzione, un problema sempre più urgente: "Nessuno di noi ha una ricetta fatta, anche perché le situazioni sono sempre diverse", aveva detto Benedetto XVI. "Direi particolarmente dolorosa è la situazione di quanti si erano sposati in chiesa, ma non erano veramente credenti, e lo hanno fatto per tradizione, e poi trovandosi in un nuovo matrimonio non valido si convertono, trovano la fede e si sentono esclusi dal sacramento". Un caso che il Pontefice aveva chiesto di approfondire alla Rota il 28 gennaio 2006. Poi non se ne era saputo più nulla. Nell'Incontro Mondiale delle Famiglie, l'anno scorso a Milano, lui stesso era tornato sul problema, "una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi". E si era rivolto direttamente ai divorziati risposati: "Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica", invitando le diocesi ad "adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza". Non c'era stata nessuna apertura concreta, però, sull'accesso ai sacramenti. Resta valido, per la Chiesa, ciò che si legge nella "lettera ai vescovi" del 14 settembre 1994, approvata da Giovanni Paolo II e firmata dall'allora prefetto dell'ex Sant'Uffizio, il card. Joseph Ratzinger: la Chiesa, "fedele alla parola di Gesù Cristo, afferma di non poter riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il precedente matrimonio. Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la Legge di Dio e perciò non possono accedere alla Comunione eucaristica". A meno che, attenzione, non si dimostri la "nullità" della precedente unione. È quindi intorno alla "nullità" matrimoniale che la Chiesa cerca una soluzione. Certo, Benedetto XVI elogia come esempio di "fedeltà e coerenza cristiana" il "sacrificio" del coniuge "abbandonato" che riconosce l'"indissolubilità del vincolo" e non si risposa. E resta prudente: "Non intendo certamente suggerire alcun facile automatismo tra carenza di fede e invalidità dell'unione matrimoniale, ma piuttosto evidenziare come tale carenza possa, benché non necessariamente, ferire anche i beni del matrimonio, dal momento che il riferimento all'ordine naturale voluto da Dio è inerente al patto coniugale". Non una cosa automatica, quindi, bisognerà valutare caso per caso. Ma la strada "da approfondire" è quella.

Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. L'arcivescovo di Rio: scossi per la morte di così tanti giovani dell'Università di Santa Maria e delle altre persone che si trovavano nel locale. Il Signore dia consolazione è speranza

Il Brasile vive in queste ore il dramma della morte di oltre 230 giovani nel rogo di una discoteca della città universitaria di Santa Maria, nel Rio Grande do Sul. Lo stesso Brasile che si prepara ad accogliere giovani da tutto il mondo per la Giornata mondiale della Gioventù. Una concomitanza che ieri è stata sottolineata dal cardinale arcivescovo di Rio de Janeiro, dom Orani João Tempesta, che è anche presidente del comitato organizzatore della GMG, con un messaggio in cui ha invitato tutti i giovani a unirsi nella preghiera per le vittime. "Io so che il mio Redentore è vivo e, alla fine dei giorni, si solleverà dalla polvere - ha scritto il cardinale Tempesta citando le parole del libro di Giobbe -. Il nostro cuore è scosso per la morte di così tanti giovani dell'Università di Santa Maria e delle altre persone che si trovavano nel locale. L'arcidiocesi di Rio de Janeiro e il Comitato promotore della GMG pregano per le vittime e per i feriti come per coloro che stanno lavorando instancabilmente per alleviare il dolore di tutti e recare consolazione agli amici e alle famiglie delle vittime". Un momento di preghiera pubblico con questa intenzione si è già tenuto ieri pomeriggio nella cattedrale di Rio de Janeiro. "Come promotori di un evento che riunirà giovani da tutto il mondo come la GMG - continua Tempesta - ci sentiamo molto tristi per questi giovani e per tutti gli altri che hanno perso la vita in una maniera così tragica. Speriamo che il Signore Risorto, vincitore della morte, possa donare consolazione e speranza in questo momento di sofferenza e di dolore". Intanto tutto il Brasile si interroga sulla questione della sicurezza di tutti i locali pubblici. Riportiamo anche questa testimonianza pubblicata stamattina sul suo profilo Facebook da padre Pier Giorgio Bellucco, meranese, missionario a Embu das Artes, vicino a San Paolo. "La tragedia dei giovani morti nella discoteca KISS della cittá universitaria di Santa Maria (nel Sud del Brasile) - scrive padre Pier Giorgio - cambierá il Paese con regole molto piú rigide e attuazioni responsabili sulle norme di sicurezza. Il numero delle vittime (quasi tutte tra i 15-25 anni di etá) sta aumentando...É una delle maggiori calamitá della storia mondiale. Ieri, in chiesa, abbiamo pregato. Ma faremo di piú: da parte mia, chiederó alla comunitá di fare simulazioni di uscita rapida e organizzata dalla chiesa. La mia chiesa ha sei porte di uscita. É molto sicura. Ma vogliamo essere i primi a dar esempio".

MissiOnline

Oltre a Benedetto XVI ci sono altri esponenti di primo piano della Chiesa che con costanza praticano la nuova via di dialogo che è Twitter: breve viaggio alla scoperta dei profili di alcuni cardinali presenti sul social network

Twitter è uno spazio in cui ci si esprime in un massimo di 140 caratteri. Le beatitudini e la maggior parte dei versetti del Vangelo ne hanno meno. È legittimo ritenere che questo sia uno dei motivi che ha spinto Benedetto XVI a debuttare con il suo primo "cinguettio" lo scorso 12 dicembre. In senso più profondo, la scelta del Papa è certamente legata al desiderio della Chiesa di essere là dove è l’uomo, e su Twitter l’uomo c’è, e dialoga. Oltre alla massima autorità spirituale dei cattolici, ci sono altri esponenti di primo piano della Chiesa che con costanza praticano questa nuova via di dialogo. Con apprezzabile tenacia e coraggio, va detto, visto l’ambiente connotato, per non dire dominato, da LadyGaghismo e JustinBieberismo. Dovendo scegliere un criterio di analisi di un mondo vasto e variegato quale è quello cattolico, abbiamo scelto di concentrare l’attenzione su alcuni cardinali presenti in modo incisivo su Twitter. Abbiamo fatto un breve viaggio alla scoperta dei profili di Gianfranco Ravasi, Angelo Scola, Odilo Scherer (San Paolo), Wilfrid Fox Napier (Durban), Timothy Dolan (New York), Lluís Martínez Sistach (Barcellona), Rubén Salazar Gómez (Bogotà), Séan Patrick O’Malley (Boston). Come unica eccezione, abbiamo aggiunto un non cardinale che si sta affermando come una voce sempre più autorevole nel rapporto tra fede e tecnologia: il gesuita Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. La loro "anzianità" su Twitter in media non è alta. Scola è attivo dal maggio 2009, l’ultimo attivatosi è Salazar Gómez, dicembre 2012; Spadaro fa eccezione: maggio 2007. Quasi vi fosse stato un passaparola, Ravasi, Sherer e Napier si sono attivati negli stessi giorni (luglio 2011), così come O’Malley, Sistach e Dolan (marzo 2012). Otto su nove citano la parola "cardinale" nel profilo (Scola è l’unica eccezione), e con lo stesso rapporto indicano un link a un sito o a un blog, con Ravasi unica eccezione in questo. A metà gennaio i follower andavano dai 1.900 di Sistach ai 71.000 circa di Dolan; per quanto riguarda i profili seguiti, si va dal singolo user di Dolan e Salazar (il Papa) agli oltre 700 di Spadaro. La media di tweet al giorno oscilla tra il singolo messaggio di O’Malley ai quasi 9 del prolifico Spadaro, con media generale 2,5. I retweet sono significativi: Scola si vede ritwittare "solo" il 40% dei messaggi, Dolan il 100%, mentre Ravasi, Scherer, Salazar e O’Malley sono tra l’82% e il 90%. Ultima curiosità: utilizzando un indicatore in voga negli ambienti social, Klout (klout.com), che si propone di attribuire un indice di influenza a chi è in rete da 0 a 100, Ravasi ha un indice di 79, Spadaro 73: valori molto alti. Un’indicazione di senso sul modo in cui Twitter viene usato è offerta dall’analisi dei primi cinque tweet per numero di retweet di sempre. La scelta di Ravasi è di ispirare equilibrio e coraggio tramite citazioni illustri, da Swift a Calvino passando per De Souvré, Gandhi e Pasolini; Scola preferisce esortazioni, richiami e inviti a guardare verso Dio; Scherer appare uomo di campagne, specie contro l’aborto; Napier usa una certa ludica ironia nel richiamo ai principi della Chiesa, rivolgendosi ad esempio direttamente a Obama contro i matrimoni gay; Dolan è per i richiami alla Via del Signore; Sistach cerca di esortare i follower e di sostenere campagne su pace ed economia; Salazar unisce chiamata a raccolta sui valori con notizie di taglio personale; O’Malley sembra propenso ai richiami e alle esortazioni, impegnandosi anche in campagne valoriali. Infine Spadaro, che pratica le reti da tempo e non vede distinzione tra digitale e reale, percepisce la persona come unica, andandola a cercare là dove essa si muove, si esprime, vive. Interloquisce con i più autorevoli esponenti della comunità dell’innovazione in Italia e li ispira; connota, puntualizza, spiega, interagisce: una presenza a tutto tondo. La Chiesa Cattolica è molto altro e molto più dei profili analizzati, ma anche da questi soli si capisce il suo seguito. Una cosa è pressoché certa: mentre Joseph Ratzinger ha attivato il proprio profilo Twitter da Papa, il suo successore dovrà solo aggiornarlo. (Le persone citate sono su Twitter come: @CardRavasi, @angeloscola, @DomOdiloScherer, @CardinalSean, @CardinalNapier, @CardinalDolan, @sistachcardenal, @cardenalruben, @antoniospadaro).

Giovanni Vannini, Popoli