venerdì 3 settembre 2010

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Mons. Benavente Mateos: il Papa invita i giovani ad essere testimoni della speranza cristiana nel mondo

“È vero che anche in Spagna c’è una gioventù secolarizzata, che si è allontanata dalla Chiesa, ma è anche vero che ci sono molti giovani attivi nelle parrocchie e testimoni della fede”. Così mons. Ciriaco Benavente Mateos, vescovo di Albacete (Spagna), parlando all'agenzia SIR riflette in vista della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che si celebrerà a Madrid il prossimo anno e per la quale è stato diffuso oggi il Messaggio di Benedetto XVI. “Prova di questa vitalità ecclesiale dei giovani spagnoli – prosegue il vescovo – è data dall’incontro tenutosi a Santiago de Compostela lo scorso agosto, e che ha visto la presenza di 16mila ragazzi e ragazze provenienti da tutta la Spagna, come pure dalla preparazione della Gmg che si sta conducendo a livello diocesano”. Il Papa, nel suo Messaggio, esorta i giovani ad essere “testimoni della speranza cristiana nel mondo intero”, ricordando che “non siamo credenti isolati”, bensì “membri di questa grande famiglia” che è la Chiesa. E la GMG, auspica mons. Benavente Mateos, potrà essere proprio “un momento propizio perché molti giovani riscoprano Gesù e la Chiesa, condotti per mano dalla testimonianza di tanti loro coetanei”.

SIR

Benedetto XVI: il 'Pellegrinaggio verde' dei vescovi europei susciti un rinnovato impegno per la tutela e il rispetto del dono divino della Creazione

La custodia del Creato, l'impegno in difesa dell'ambiente, l'imprescindibile dovere di tutelare la Creazione quale dono divino, sono i principi ricordati da Benedetto XVI nel telegramma di saluto inviato, attraverso il segretario di Stato Tarcisio Bertone, ai partecipanti all'iniziativa promossa dagli episcopati europei, denominata "Pellegrinaggio verde". Il telegramma è indirizzato al card. Peter Erdo, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali europee. Nel messaggio, il Papa sottolinea l'importanza di riflettere "sull'importante tema della custodia del Creato", e auspica che "il significativo evento susciti un rinnovato impegno per la tutela dell'ambiente, riaffermando l'imprescindibile rispetto del dono divino della Creazione".

Adnkronos

L’arcivescovo di Santiago del Cile visita i parenti dei minatori intrappolati e consegna loro un Rosario, dono del Papa per il suo speciale affetto

L’arcivescovo di Santiago del Cile, card. Francisco Javier Errázuriz, ha visitato ieri i parenti dei 33 minatori intrappolati nella miniera di San José da oltre 25 giorni. Ha celebrato la Santa Messa e ha consegnato ai familiari di questi lavoratori un dono speciale: una corona del Santo Rosario benedetta da Benedetto XVI. Il porporato si è intrattenuto con ciascuna delle famiglie dei minatori. Il cardinale, accolto con affetto, ha ricordato ancora una volta le parole pronunciate dal Papa nel corso dell'Angelus del 5 agosto. “Desidero ricordare con particolare affetto – ha detto il Santo Padre in quell’occasione - i minatori che si trovano intrappolati nel giacimento di San José, nella regione cilena di Atacama”. “Affido loro e i loro familiari all’intercessione di San Lorenzo, assicurando loro la mia vicinanza spirituale e le mie continue preghiere, perché mantengano la serenità e la speranza di una felice conclusione delle operazioni che si stanno portando a termine per la loro liberazione”. Oggi, ha detto il card. Errázuriz, “desidero rinnovare questo suo speciale affetto e la sua preoccupazione attraverso la consegna di una corona del Rosario a ciascuno dei minatori tramite un loro parente vicino”. Colpisce, ha poi aggiunto il porporato nel corso di un incontro con la stampa insieme con il vescovo della diocesi di Copiapò, mons. Gaspar Quintana, come questo fatto abbia “unito tutti noi come una sola famiglia” e come tutti in Cile seguano “costantemente quanto stia accadendo qui”. D'altra parte, l’arcivescovo di Santiago ha anche osservato che colpisce tutti “il valore e la forza, nonché la gioia e la solidarietà, con la quale questi nostri fratelli hanno affrontato la loro situazione”. All momento del congedo il porporato ha nuovamente affidato i minatori alla protezione della “Virgen de la Candelaria” e a San Lorenzo come già aveva fatto il Santo Padre, sottolineando: “Tutti gli sforzi che si stanno realizzando ribadiscono e proclamano ancora una volta il valore della vita umana”.

Radio Vaticana

Martedì concerto a Castel Gandolfo offerto dalla Pontificia Accademia delle Scienze in onore di Benedetto XVI per il quinto anno di pontificato

Martedì 7 settembre una delegazione del Consiglio e della Giunta Regionale del Piemonte, guidata dal presidente dell'Assemblea Valerio Cattaneo e dal vicepresidente della Giunta Ugo Cavallera, assisterà nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo al concerto straordinario in occasione del quinto anno di pontificato di Papa Benedetto XVI. L'iniziativa, spiega una nota di Regione Piemonte, è offerta dalla Pontificia Accademia delle Scienze, ideata dall'associazione La nuova arca di Torino e realizzata anche grazie al contributo dell'Assemblea e della Giunta piemontese. Il programma prevede l'esecuzione della Messa da requiem in re minore (K626) di Wofgang Amadeus Mozart da parte dell'Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Claudio Desideri, e del Coro e i Solisti dell'Accademia della Voce di Torino, diretti da Sonia Franzese. Al termine della rappresentazione, conclude la nota, la delegazione della Regione Piemonte parteciperà all'udienza del Pontefice.

Asca

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Padre Jacquinet: dal Papa un attestato di fiducia nelle nuove generazioni, futuro della Chiesa e della società

“Un forte invito ai giovani a riscoprire il grande desiderio di Dio, ad aprire il loro cuore a Cristo, in un tempo in cui, specie in Occidente, si assiste all’eclissi di Dio, al tentativo di emarginarlo dalla vita delle persone e della società. E’ un attestato di fiducia nelle nuove generazioni”. E’ questo, per padre Eric Jacquinet, responsabile della sezione Giovani del Pontificio Consiglio per i laici, il cuore del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011. “E’ un testo ricco anche di annotazioni autobiografiche che il Papa ripropone per testimoniare che il desiderio di Dio è uguale sempre in ogni tempo e in ogni situazione, anche sotto la dittatura nazista come accadde per lui da giovane” dichiara all'agenzia SIR padre Jacquinet. “Benedetto XVI esorta i giovani a fare di Dio la sorgente della vita, ad intensificare il loro cammino di fede, perché sono il futuro della Chiesa e della società”. Esortazioni sostenute da immagini bibliche riprese dal tema della Giornata spagnola, “Radicati e fondato in Cristo, saldi nella fede”: “Il messaggio – spiega il sacerdote - è ricco di immagini bibliche, come l’albero saldamente piantato in terra tramite le radici e stendere le radici, afferma il Papa, equivale a riporre fiducia in Dio. Altra immagine è la casa costruita sulla roccia. Come l’albero dobbiamo trovare in Cristo la sorgente di vita così la casa va costruita sulla roccia che è la Parola di Dio”. Altro punto centrale del messaggio ai giovani è “l’urgenza dell’annuncio e della testimonianza specie in questo tempo segnato dal pensiero laicista che vuole costruire un paradiso senza Dio. Oggi – afferma padre Jacquinet - c’è la tentazione di costruire una religione ‘simpatica’ senza la Croce di Cristo. Se vogliamo avere la forza di testimoniare dobbiamo come i Santi e i martiri avvicinarci ad essa, che non è negazione della vita ma luogo della vita. La testimonianza è legata alla Chiesa e radicata nella Croce”. E’ quanto mai necessario, allora, “riscoprire la nostra identità cristiana, basilare anche per l’Europa bisognosa di ritrovare le proprie radici cristiane. Non è solo un discorso politico ma di conversione personale”. A tale riguardo, sostiene il responsabile del Pcl, “la GMG è proposta di tempo e di incontro personale con Dio, non una bella festa episodica, è un cammino di preparazione. Per questo raccomando a tutti di leggere questo messaggio, pubblicato apposta un anno prima, per porsi domande approfondire e preparare Madrid nel modo migliore”. Per padre Jacquinet questo Messaggio vuole essere anche “una dichiarazione di amore del Papa ai giovani, come testimoniano le parole finali del testo – ‘la Chiesa conta su di voi, la vostra presenza rinnova la Chiesa, le dona nuovo slancio’ - è una risposta a chi dubitava della capacità del Papa di parlare loro. Benedetto XVI sa bene il valore delle nuove generazioni nella Chiesa e ribadisce loro il suo attaccamento e la sua fiducia. Un esempio anche per noi adulti che spesso dimentichiamo di essere stati giovani e che ci sono state persone che hanno avuto fiducia in noi. I giovani possono dare molto e la Chiesa ha bisogno di loro”.

SIR

Il Papa: giovani costruite la vostra casa sulla roccia. Cristo il vero Amico con cui condividere il cammino della vita. La Chiesa conta su di voi!

“In un momento in cui l’Europa ha grande bisogno di ritrovare le sue radici cristiane, ci siamo dati appuntamento a Madrid. Vi invito a questo evento così importante per la Chiesa in Europa e per la Chiesa universale. E vorrei che tutti i giovani potessero vivere questa esperienza, che può essere decisiva per la vita: l’esperienza del Signore Gesù risorto e vivo e del suo amore per ciascuno di noi”. E’ l’invito ai giovani con cui Benedetto XVI apre il suo Messaggio per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Madrid dal 16 al 21 agosto 2011 sul tema "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede" (cfr Col 2,7), diffuso questa mattina dalla Santa Sede. “In ogni epoca, anche ai nostri giorni, numerosi giovani sentono il profondo desiderio che le relazioni tra le persone siano vissute nella verità e nella solidarietà. Molti – afferma Benedetto XVI - manifestano l’aspirazione a costruire rapporti autentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fondare una famiglia unita, a raggiungere una stabilità personale e una reale sicurezza, che possano garantire un futuro sereno e felice”. “Certamente, ricordando la mia giovinezza, - scrive il Papa - che stabilità e sicurezza non sono le questioni che occupano di più la mente dei giovani. Sì, la domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante. Ma allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande". Ma “se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza”. "È parte dell’essere giovane desiderare qualcosa di più della quotidianità regolare di un impiego sicuro e sentire l’anelito per ciò che è realmente grande. L’uomo è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Qualsiasi altra cosa è insufficiente. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui”. E “credo che,questo impulso di andare oltre all’abituale ci sia in ogni generazione”. “L’uomo – sottolinea il Papa – è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Qualsiasi altra cosa è insufficiente”. “Dio è vita: per questo ogni creatura tende alla vita. In modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace. Allora comprendiamo che è un controsenso pretendere di eliminare Dio per far vivere l’uomo. Dio è la sorgente della vita; eliminarlo equivale a separarsi da questa fonte e, inevitabilmente, privarsi della pienezza e della gioia”. “La cultura attuale, in alcune aree del mondo, soprattutto in Occidente, tende ad escludere Dio, o a considerare la fede come un fatto privato, senza alcuna rilevanza nella vita sociale” continua il Messaggio che ricordando come “l’insieme dei valori che sono alla base della società proviene dal Vangelo” denuncia “una sorta di ‘eclissi di Dio’, una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda”. Da qui l’invito del Pontefice ai giovani a “intensificare il cammino di fede in Dio” poiché “è vitale avere delle radici, della basi solide! E questo è particolarmente vero oggi, quando molti non hanno punti di riferimento stabili per costruire la loro vita, diventando così profondamente insicuri. Il relativismo diffuso, secondo il quale tutto si equivale e non esiste alcuna verità, né alcun punto di riferimento assoluto, non genera la vera libertà, ma instabilità, smarrimento, conformismo alle mode del momento. Voi giovani – scrive il Papa - avete il diritto di ricevere dalle generazioni che vi precedono punti fermi per fare le vostre scelte e costruire la vostra vita, come una giovane pianta ha bisogno di un solido sostegno finché crescono le radici, per diventare, poi, un albero robusto, capace di portare frutto”. Costruire la propria vita “sulla roccia”, riponendo “fiducia in Dio”, “nei genitori e nella famiglia”, rifiutando “le proposte più facili, ingannevoli” che “non danno serenità e gioia”. Benedetto XVI spiega ai giovani come “dare senso e direzione alla vita”: “Costruite la vostra casa sulla roccia. Cercate tutti i giorni di seguire la Parola di Cristo. Sentitelo come il vero Amico con cui condividere il cammino della vostra vita. Con Lui accanto sarete capaci di affrontare con coraggio e speranza le difficoltà, i problemi, anche le delusioni e le sconfitte. Vi vengono presentate continuamente proposte più facili, ma voi stessi vi accorgete che si rivelano ingannevoli, non vi danno serenità e gioia. Solo la Parola di Dio ci indica la via autentica. Non credete a coloro che vi dicono che non avete bisogno degli altri per costruire la vostra vita! Appoggiatevi, invece, alla fede dei vostri cari, alla fede della Chiesa”. Il Pontefice mette in guardia i giovani sulla “forte corrente di pensiero laicista che vuole emarginare Dio dalla vita delle persone e della società, prospettando un ‘paradiso’ senza di Lui” e ricorda loro che un “mondo senza Dio diventa un inferno” dove prevalgono “egoismi, divisioni nelle famiglie, odio tra le persone e tra i popoli, mancanza di amore, di gioia e di speranza. Al contrario, là dove le persone e i popoli accolgono la presenza di Dio, si costruisce concretamente la civiltà dell’amore”. Davanti alle “tante immagini di Gesù che si spacciano per scientifiche e Gli tolgono la sua grandezza, la singolarità della Sua persona, imparate a vedere, a incontrare Cristo nell’Eucaristia, nella Penitenza, riconoscete e servite Gesù anche nei poveri, nei malati, nei fratelli che sono in difficoltà e hanno bisogno di aiuto”. Benedetto XVI non manca di esortare i giovani ad essere testimoni, invitandoli a “coltivare un dialogo personale con Gesù Cristo, nella fede”. “La fede – scrive il Papa - è nata dal dialogo con Lui, è legata alla fede della Chiesa: non siamo credenti isolati, ma, mediante il Battesimo, siamo membri di questa grande famiglia. Nell’era della globalizzazione, siate testimoni della speranza cristiana nel mondo intero: sono molti coloro che desiderano ricevere questa speranza...Anche voi, se crederete, se saprete vivere e testimoniare la vostra fede ogni giorno, diventerete strumento per far ritrovare ad altri giovani come voi il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo!”. “La scelta di credere in Cristo e di seguirlo non è facile – avverte il Pontefice - è ostacolata dalle nostre infedeltà personali. Non lasciatevi scoraggiare, cercate il sostegno della Comunità cristiana, il sostegno della Chiesa! Cari giovani, la Chiesa conta su di voi! Ha bisogno della vostra fede viva, della vostra carità creativa e del dinamismo della vostra speranza. La vostra presenza rinnova la Chiesa e le dona nuovo slancio. Per questo le GMG sono una grazia non solo per voi, ma per tutto il popolo di Dio”.

SIR, Apcom