lunedì 18 maggio 2009

Benedetto XVI riceve il presidente della Polonia. Ribadita l'affinità con le posizioni della Santa Sede

Papa Benedetto XVI ha ricevuto oggi pomeriggio in Vaticano il presidente della Polonia Lech Kaczynski (foto), che ha successivamente incontrato anche il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone e il Segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti. Secondo quanto riferisce la Sala Stampa vaticana in un comunicato, nei colloqui, definiti ''cordiali'', Kaczynski ''ha voluto manifestare gratitudine al Santo Padre per l'attenzione sempre riservata alla Polonia''. Nell'incontro, prosegue il comunicato, sono state anche affrontate ''alcune questioni bilaterali e regionali, rilevando altresì l'affinità di posizioni tra la Santa Sede e la Polonia in vari ambiti internazionali''.


Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. 'Pope to you', il portale web di comunicazione tra il Papa e i giovani

“Un portale preparato per la 43ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali e rivolto ai giovani”. Con queste parole mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha presentato questa mattina a Roma nella sede del Dicastero “Pope to you” (http://www.pope2you.net/), un nuovo micro-portale di comunicazione tra il Papa e i giovani. Obiettivo dell’iniziativa, realizzata dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e che sarà on line da giovedì, è “raggiungere il maggior numero possibile di giovani per veicolare loro i contenuti del messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni. Un messaggio rivolto in modo particolare alla cosiddetta generazione digitale”. “Pope to you”, ha spiegato mons. Celli, è “il primo tentativo valido di un sito che cerca di avere un dialogo propositivo con i giovani sulla linea di quanto indicato dal Papa nel messaggio per la Giornata Mondiale”, ossia “promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia”. Con questo progetto, ha aggiunto mons. Celli, “intendiamo promuovere un’esperienza di condivisione delle parole e delle immagini del Papa” con l’augurio di “passare dalla condivisione alla relazione”. Per quanto riguarda il futuro del portale, “al momento – ha concluso il presidente del dicastero vaticano – non c’è in programma una stabilità. Bisogna vedere quale sarà la risposta dei giovani”.
“Questa iniziativa – spiega don Paolo Padrini, coordinatore del progetto del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali – rimanda alla filosofia della condivisione dei file "peer to peer"», che in questo caso significa: il Papa verso te/voi, in particolare verso i giovani, e i giovani verso il Papa”. Il portale, disponibile in 5 lingue (italiano, inglese, spagnolo, tedesco e francese), permette agli utenti di “entrare in contatto con la persona di Benedetto XVI, attraverso le sue parole, soprattutto attraverso il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali”, spiega ancora don Padrini. Su Pope2you.net è possibile, tra l’altro, utilizzare un’applicazione di Facebook realizzata appositamente; visionare un video, in cui mons. Claudio Maria Celli presenta il progetto; inviare ai propri contatti delle “cartoline virtuali”. Inoltre, è possibile leggere il messaggio per la Giornata delle Comunicazioni Sociali attraverso un glossario in stile “Wiki”. Pope2you.net, spiega don Padrini, conterrà tre applicazioni (“Facebook”, “h2onews per iPhone”, “Wiki-messaggio”) realizzate per “permettere ai giovani e non solo di essere informati sull'attività pastorale di Benedetto XVI”. Concretamente, l’applicazione “Facebook” consente di inviare “cartoline virtuali” ai propri “amici”, contenenti immagine e testo. Dopo aver ricevuto la “cartolina”, è possibile invitare altri “amici” ad utilizzare l’applicazione. “Non c’è – precisa don Padrini – alcun profilo del Papa o di altri su Facebook. Questa applicazione intende promuovere esperienze di condivisione e di relazione”. L’applicazione per iPhone, creata dall'agenzia h2onews, permette di visualizzare i video disponibili sul canale vaticano su YouTube. Infine il “Wiki-messaggio”: si tratta di un collegamento ad una pagina web, realizzata dall’Ufficio CEI per le comunicazioni sociali e che consente di leggere il messaggio del Papa per la Giornata Mondiale attraverso approfondimenti e link ai messaggi degli anni precedenti. Il tutto in stile “Wikipedia”. Queste tre applicazioni, conclude don Padrini, “aprono alla Chiesa il mondo dei social network: un continente da abitare, nel quale la Chiesa potrà incontrare nuove persone e rinvigorire amicizie, dialogo e solidarietà. In particolare, i giovani, come afferma il Papa, potranno essere stimolati a diventare araldi della fede in questo sesto continente”.

Il Papa ai vescovi del Perù: la carità della Chiesa non trascuri nessun emarginato e testimoni la gioia dell'essere cristiani

Il Papa ha ricevuto questa mattina i vescovi peruviani al termine della loro visita 'ad limina apostolorum' in Vaticano e ha rivolto un pensiero speciale a tutti quei "peruviani che non hanno lavoro e adeguate prestazioni educative e sanitarie, o a quelli che vivono nei sobborghi delle grandi città e in zone recondite", ma anche a coloro che "sono caduti nella rete della tossicodipendenza o della violenza. Non possiamo disinteressarci di questi nostri fratelli più deboli e cari a Dio - ha affermato Benedetto XVI - avendo sempre presente che ci sollecita la carità di Cristo". Carità che deve raggiungere anche quei fratelli che talvolta, ha indicato il Papa, "per essere poco valorizzati o insufficientemente curati nei loro bisogni spirituali e materiali, cercano in altre esperienze religiose risposte alle proprie inquietudini". Esortando l’episcopato peruviano a "regolari visite pastorali alle comunità cristiane, anche alle più remote e umili", a "un’accurata preparazione della predicazione" e a dedicare "paterna attenzione" al clero e a tutte le forze ecclesiali, Papa Ratzinger ha invitato a "coltivare lo spirito di comunione" e "all'unità autentica nella Chiesa" che, ha proseguito, "è sempre fonte inesauribile di spirito evangelizzatore. In questo senso, so che state accogliendo, nei vostri programmi pastorali, l'impulso missionario promosso dalla V Conferenza generale dell'episcopato latino-americano e dei Caraibi, celebrata ad Aparecida, e specialmente dalla Missione continentale, in modo che ogni fedele aspiri alla santità cercando un rapporto personale con il Signore Gesù, amandolo con perseveranza e conformando la propria vita ai dettami evangelici, in modo che si creino comunità ecclesiali di intensa vita cristiana". Si tratta, dunque, "di rilanciare lo spirito missionario, non per paura del futuro, bensì perché la Chiesa è una realtà dinamica ed il vero discepolo di Gesù Cristo gode nel trasmettere gratuitamente agli altri la sua divina Parola". In effetti, ha concluso Benedetto XVI, "quando la bellezza e la verità di Cristo conquistano i nostri cuori, sperimentiamo la gioia di essere suoi discepoli e c'impegniamo in modo convinto nella missione di proclamare il suo messaggio redentore".

Ai Vescovi della Conferenza Episcopale del Perù in Visita "ad Limina Apostolorum" (18 maggio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa

Benedetto XVI: Matteo Ricci modello di incontro tra la civiltà europea e quella cinese. Le comunità crescano nello spirito di accoglienza e rispetto

Matteo Ricci (foto), il gesuita e scienziato marchigiano (1552-1610), missionario in Cina a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, è ancora oggi "modello di proficuo incontro tra la civiltà europea e quella cinese". È il senso di un messaggio inviato da Papa Benedetto XVI al vescovo di Macerata mons. Claudio Giuliodori in occasione dell'apertura delle celebrazioni organizzate dalla diocesi in onore di Matteo Ricci. Il gesuita Matteo Ricci - scrive il Papa, nel messaggio che mons. Giuliodori ha letto ieri durante la Messa - "dotato di profonda fede e di straordinario ingegno culturale e scientifico, dedicò lunghi anni della sua esistenza a tessere un proficuo dialogo tra l'Occidente e l'Oriente. Mi associo pertanto volentieri a quanti ricordano questo generoso figlio della vostra terra, obbediente ministro della Chiesa e intrepido ed intelligente messaggero del Vangelo di Cristo". Il Pontefice ricorda anche "l'intensa attività scientifica e spirituale" del gesuita maceratese e "l'innovativa e peculiare capacità che egli ebbe di accostare, con pieno rispetto, le tradizioni culturali e spirituali cinesi nel loro insieme". "Possano le nostre comunità, all'interno delle quali convivono persone di diverse culture e religioni, crescere nello spirito di accoglienza e di rispetto reciproco". "Il ricordo di questo nobile figlio di Macerata - afferma il Papa - sia anche motivo per i fedeli di codesta Comunità diocesana di rinsaldare alla sua scuola quell'anelito missionario che deve animare la vita di ogni autentico discepolo di Cristo". Nel messaggio, Papa Ratzinger ricorda che "l'amicizia offerta da Matteo Ricci era ricambiata dalle popolazioni locali grazie proprio al clima di rispetto e di stima che egli cercava di coltivare, preoccupandosi di conoscere sempre meglio le tradizioni della Cina di quel tempo". "Nonostante le difficoltà e le incomprensioni che incontrò - prosegue il Papa - padre Ricci, volle mantenersi fedele, sino alla morte, a questo stile di evangelizzazione, attuando, si potrebbe dire, una metodologia scientifica e una strategia pastorale basate, da una parte, sul rispetto delle sane usanze del luogo che i neofiti cinesi non dovevano abbandonare quando abbracciavano la fede cristiana, e, dall'altra, sulla consapevolezza che la Rivelazione poteva ancor più valorizzarle e completarle".

Il Papa in Terra Santa. Il card. Tauran: Benedetto XVI ha dimostrato come può essere fondato il dialogo interreligioso, una priorità del Pontificato

Il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa ha dimostrato che “il dialogo interreligioso è divenuto una delle priorità del Pontificato di Benedetto XVI”. E’ la considerazione del card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. In un’intervista al quotidiano cattolico francese La Croix, il cardinale riflette sui momenti più importanti del viaggio e sulle sue prospettive future nel campo del dialogo tra ebrei, cristiani e musulmani. “Benedetto XVI – dice – ha chiaramente e pedagogicamente dimostrato come questo dialogo tra le tre grandi religioni monoteiste può essere fondato”. “Innanzitutto perché noi proclamiamo e testimoniamo, come credenti, che Dio esiste e che noi lo possiamo conoscere. Inoltre, dando questa testimonianza, noi diciamo e spieghiamo che siamo fratelli gli uni per gli altri e che ci dobbiamo rispettare come tali. Infine, noi obbediamo a Dio e dobbiamo costruire spazi in cui Dio ci cerca, spazi di pace. In questo senso, siamo tutti pellegrini della verità”. Secondo il presidente del dicastero vaticano, la presenza del Papa in Terra Santa ha “contribuito a migliorare le relazioni“ tra ebraismo, cristianesimo e islam. Ed ha aggiunto che il fatto di aver voluto riunire “in un’unica riflessione i tre monoteismi”, rappresenta “una grande novità”, anche perché il Papa ha indicato i due campi di azione dove le tre religioni possono ritrovarsi: nel “rapporto tra fede e ragione” e nella “cultura” dove le religioni si ritrovano nell’indicare “il senso di rispetto e di adorazione per l’assoluto, la verità”. Riguardo ai risvolti del viaggio sul fronte del processo di pace in Medio Oriente, il card. Tauran ha detto: “Per il Papa, come per la Santa Sede, occorre promuovere una pace fondata sulla giustizia, con la formazione di due Stati, ed è indispensabile che la comunità internazionale di impegni per risolvere il conflitto”. Sulla possibilità e volontà di pace in quella terra, una riflessione: “Ci si può interrogare. Il Papa ha detto di aver percepito questa volontà e dei segni di buona volontà. Credo che sia gli uni che gli altri abbiano compreso che essi non possono essere felici senza gli altri né vivere con un muro tra di loro, in senso reale e figurato”.

Agorà dei giovani 2009. La croce della GMG nelle zone terremotate dell'Abruzzo. L'incontro dei giovani al Santuario San Gabriele dell'Addolorata

La Croce della Giornata Mondiale della Gioventù nei luoghi del terremoto d’Abruzzo. E’ l’iniziativa messa in piedi dalla sezione giovani del Pontificio Consiglio per i laici, dalla Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù del dicastero vaticano, con la collaborazione del Servizio nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI, di quello diocesano de L’Aquila e della Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise. “Si tratta di un vero e proprio pellegrinaggio della Croce – spiega all'agenzia SIR mons. Pietro Santoro vescovo delegato per i giovani di Abruzzo e Molise – andremo nelle varie tendopoli dove verranno organizzate delle preghiere. Mi piace sottolineare che in questa occasione viene portata la croce della GMG, originale, quella data ai giovani da Giovanni Paolo II ai giovani nel 1984 e conservata nel Centro San Lorenzo”. “Avere la Croce della GMG tra di noi è un dono, un auspicio perché possa alleggerirci dal fardello della nostra croce fatta di disagio, sofferenza e incertezza” afferma don Dino Ingrao, responsabile della pastorale giovanile dell’arcidiocesi aquilana. La Croce della GMG partirà da Roma sabato 30 maggio. “Il programma – continua don Dino – prevede che la Croce giri per le tendopoli più significative. Il 31 maggio la Croce verrà accolta alla tendopoli di Piazza d’Armi e poi portata in processione fino alla Casa dello Studente nel centro storico della città. Successivamente visiterà la tendopoli del Globo e quella di Pettino. Il 1° giugno il pellegrinaggio continuerà verso la periferia toccando Villa Sant’Angelo, San Demetrio e Paganica prima di concludere la sua corsa alla Basilica di Collemaggio”. Il 2 giugno è attesa, invece, alla volta del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata ad Isola del Gran Sasso per la conclusione del triennio dell’Agorà dei giovani che avrà per tema "Ingaggiati da Cristo". Sarà un'occasione per vivere una giornata di festa e di speranza per tutte le popolazioni colpite dal terremoto. “Per la partenza – continua don Ingrao – con una piccola delegazione entreremo nella zona rossa fino a piazza Duomo. Da qui la Croce prenderà il via verso l’incontro con i giovani della regione ecclesiale abruzzo-molisana. Abbiamo fortemente voluto questa tappa perché quella piazza rappresenta il cuore della diocesi e della nostra città. E’ da lì, dal cuore, che vogliamo partire per ricostruire moralmente e materialmente la nostra terra”. In ogni campo è previsto un momento di preghiera e di adorazione della croce con canti e momenti di silenzio. Il tutto sarà organizzato dai ragazzi e dai giovani di ogni tendopoli. “L’80% dei giovani aquilani – spiega al SIR don Dino Ingrao - sono andati via da L’Aquila preferendo la sistemazione sulla costa. L’arrivo della croce della GMG vuole così essere anche un occasione per ritrovarsi e ripartire”. L’animazione dei momenti di preghiera da parte dei giovani nelle varie tendopoli “rappresenta così uno stimolo per ogni gruppo giovanile per riprendere l’attività dopo la disgregazione e la confusione del terremoto”. Secondo i dati della Protezione Civile sono oltre trenta mila le persone sfolalte in alberghi e case private di tutto l’Abruzzo. “Sono in contatto con i direttori delle varie pastorali giovanili della conferenza episcopale abruzzo-molisana e anche loro stanno cercando di contattare i giovani aquilani per invitarli a partecipare a questo incontro e all’Agorà dei giovani. L’incontro di San Gabriele potrebbe essere la prima occasione in cui riusciamo a rivederci”, continua don Ingrao che ribadisce come “i giovani sono riusciti, più di chiunque altro, ad adattarsi alla situazione. Vedo in loro molta fiducia e voglia di andare avanti più che negli adulti e anziani per cui le preoccupazioni e lo sconforto sembrano prevalere. E’ importante dunque che i giovani ci aiutano a trasmettere fiducia perché sono sicuro che ce la faremo”.