giovedì 16 febbraio 2012

Colpevoli della fuga di notizie dal Vaticano sono tra le alte sfere della Segreteria di Stato. Saranno spediti da Bertone in Estremo Oriente e Africa

"Posso dire che quelli che hanno diffuso i documenti saranno i prossimi nunzi in Africa e nelle isole asiatiche, molto lontano da Roma, dove non possono fare danno. Questa è la punizione che riceveranno per le fughe di notizie da qua". Stavolta la voce della fonte di Affaritaliani.it è molto, molto inacidita e seccata, ma tant'è: a tempo debito, calmatesi le acque il Vatican Information Service, il bollettino che riporta le notizie della Sala Stampa della Santa Sede, potrebbe annunziare ai suoi lettori la nomina di "almeno due" ex appartenenti alle alte sfere della Segreteria di Stato. I quali saranno in partenza per Africa ed Estremo, molto estremo, Oriente. In qualità di nunzi apostolici, ossia di ambasciatori del Papa. 'Promoveatur ut amoveatur', in perfetto stile. Una cacciata senza remissione di peccato."Parliamoci chiaro", continua la fonte, "se li mandano nunzi non sono certo minutanti, ossia impiegati. Se si parla di prossimi nunzi è chiaro che si tratta di gente che lavora ai piani alti, molto alti, vicini insomma all'ufficio di Bertone. Vescovi, arcivescovi e comunque gente in carriera", dice la fonte. Che si sfoga: "Stavolta hanno impegnato a fondo la Gendarmeria, hanno scatenato la polizia vaticana con un mandato prioritario: scoprire chi spiffera in tempi rapidi per arginare le fughe". E i risultati sarebbero quindi arrivati, con conseguente punizione. "Bertone stavolta ha perso la pazienza, il Papa è stato avvisato e l'operazione è scattata. Adesso la punizione sarà questa: l'esilio e la fine di possibili promettenti carriere". Chi sono i mandanti? "Non c'è molto da credere. Erano monsignori molto critici con Bertone che hanno iniziato a distribuire documenti per colpirlo. E' stato un attacco venuto dall'interno, non ci sono mandanti stavolta". Ed evoca i Millenari, il famoso (fantomatico?) gruppo che scrisse il libro scandalo "Via col vento in Vaticano".

Antonino D'Anna, Affaritaliani.it

E' morto Lelio Cantini, il prete pedofilo di Firenze ridotto allo stato laicale dal Papa. Le vittime: spezzi ogni legame con chi ancora credeva in lui

È morto ieri sera a 89 anni l'ex sacerdote Lelio Cantini, ridotto allo stato laicale da Papa Benedetto XVI nel 2008, dopo che un processo canonico lo riconobbe autore di abusi sessuali su almeno 10 ragazze minorenni dal 1973 al 1987. Una vicenda dolorosa per le vittime e per l'intera comunità ecclesiale fiorentina. La vicenda esplose nel 2007, quando alcuni parrocchiani della Regina della Pace a Firenze, dove Cantini era stato prete per numerosi anni, trovarono il coraggio di denunciare il loro ex parroco inviando un dossier alla Curia e al Vaticano. Già in quell'anno l'allora arcivescovo Ennio Antonelli gli impartì alcune restrizioni, e la Procura aprì un'inchiesta che poi venne archiviata nel maggio scorso in quanto i reati erano prescritti. La Congregazione per la Dottrina della Fede lo condannò invece per abuso plurimo e aggravato nei confronti di minori, e il Papa lo ridusse allo stato laicale. Cantini è morto ieri sera nel convento di San Francesco a Fiesole (Firenze). L'arcivescovo Giuseppe Betori, appresa la notizia ha detto di pregare per lui affidando "la sua anima alla misericordia di Dio", mentre le vittime hanno commentato: "Di fronte alla morte di un uomo che per il male compiuto ha segnato per sempre la vita di tante persone, non possiamo che tacere di fronte al giudizio di Dio davanti al quale adesso lui si trova. La sua definitiva scomparsa ci auguriamo spezzi per sempre ogni legame con chi ancora credeva in lui".

Giacomo Galeazzi, Oltretevere

Un Concistoro fra tradizione e innovazione: le modifiche approvate da Benedetto XVI. All'inizio del rito la preghiera sulla tomba dell'Apostolo Pietro

Il Concistoro per la creazione dei cardinali si è sviluppato attraverso i secoli, assumendo una forma cerimoniale particolarmente ricca. Nei secoli passati la creazione dei cardinali aveva luogo in un Concistoro segreto, in cui il Papa annunciava i nomi dei neo-porporati. Subito dopo i nuovi cardinali residenti a Roma venivano informati della loro nomina, ricevendo il "biglietto" che ha dato occasione al famoso discorso del Beato card. Newman nel 1879. Il pomeriggio dello stesso giorno, si recavano nel Palazzo Apostolico per ricevere la berretta rossa dal Santo Padre. Qualora un neo-cardinale, residente fuori dell’Urbe, non avesse potuto venire a Roma, riceveva la berretta rossa dal Papa per il tramite di un delegato speciale. In questi casi, il neo-porporato avrebbe dovuto promettere solennemente che entro un anno si sarebbe recato personalmente a Roma, per ricevere dal Papa il cappello rosso e il suo titolo. Il successivo Concistoro pubblico si svolgeva di solito nella Basilica di San Pietro, ma a volte anche nella Cappella Sistina o nella sala del Concistoro del Palazzo Apostolico. Fra i momenti piu espressivi della cerimonia si ricordano l’atto di ubbidienza fatta dai neo-cardinali al Papa, l’imposizione del cappello rosso ("galero") e la loro prostrazione durante il canto del Te Deum, con la testa coperta dal cappuccio della cappa. Immediatamente dopo avveniva il rito particolare dell’'aperitio oris' (apertura della bocca), dal momento che il Santo Padre, all’atto della consegna della berretta rossa, aveva raccomandato ai nuovi cardinali di essere accorti e prudenti nell’uso della parola ('occlusio oris', chiusura della bocca). In conclusione, il Papa consegnava a ciascuno dei cardinali un anello di zaffiro e gli assegnava una chiesa titolare o diaconia. Nel periodo successivo al Concilio Vaticano II, anche i riti per la creazione dei nuovi cardinali hanno assunto una forma piu sobria e semplificata rispetto ai precedenti, conservandone comunque gli elementi essenziali. Infatti, il Concistoro, pur venendo meno la distinzione fra Concistoro pubblico e segreto, ha mantenuto il giuramento, l’imposizione della berretta (al posto di quella del cappello) e l’assegnazione del titolo o della diaconia. La consegna dell’anello cardinalizio, invece, avveniva nella Santa Messa concelebrata dal Papa con i nuovi cardinali il giorno successivo al Concistoro. Il testo rinnovato del Rito è stato usato per la prima volta da Paolo VI nel Concistoro del giugno 1969. Come osservava Annibale Bugnini, il criterio principale che guido la redazione del nuovo rituale fu la volontà di inserire in un rito liturgico cio che comunque di per se non fa parte della liturgia. Si voleva dare una forma celebrativa al Concistoro evitando però, allo stesso tempo, ogni elemento che potesse dare l’idea di un nuovo "ordine sacro" o un "sacramento del cardinalato". Tuttavia, in seguito, il Concistoro ha subito ulteriori modifiche, che l’hanno avvicinato di più a una vera e propria liturgia della Parola. Come ricordava lo stesso Benedetto XVI, il Concistoro "è un evento che suscita ogni volta un’emozione speciale, e non solo in coloro che con questi riti vengono ammessi a far parte del Collegio cardinalizio, ma in tutta la Chiesa, lieta per questo eloquente segno di unità cattolica. La cerimonia stessa nella sua struttura pone in rilievo il valore del compito che i nuovi cardinali sono chiamati a svolgere cooperando strettamente con il Successore di Pietro, e invita il popolo di Dio a pregare perche nel loro servizio questi nostri Fratelli rimangano sempre fedeli a Cristo sino al sacrificio della vita se necessario, e si lascino guidare unicamente dal suo Vangelo" (24 novembre 2007). In questo senso, e per sottolineare i due aspetti che devono caratterizzare questo evento, la nuova responsabilità assunta dai cardinali e il contesto di preghiera, dopo qualche variazione nella prassi degli ultimi Concistori, si è ritenuto conveniente apportare alcune piccole modifiche, che sono state di recente approvate dal Santo Padre. Anzitutto, non trattandosi propriamente di una celebrazione liturgica, il Santo Padre porta l’abito corale (con mozzetta e stola). All’inizio del rito, poi, il Santo Padre sosta per un momento di preghiera silenziosa, davanti alla Confessione, sulla tomba dell’Apostolo Pietro. Per le due orazioni all’inizio e alla conclusione del rito si riprendono i testi del 1969, provenienti dalla grande tradizione eucologica romana. Si tratta di testi della Messa in occasione dell’anniversario dell’ordinazione episcopale del vescovo di Roma dal Vero nense (il cosiddetto 'Sacramentarium Leonianum'). Queste orazioni parlano esplicitamente dei poteri affidati alla Chiesa, in particolare di quello affidato a Pietro. Mentre in quella iniziale il Papa prega anche in modo diretto per se stesso, successore dell’Apostolo, per svolgere bene il suo ufficio, con quella conclusiva il Papa invoca la benedizione di Dio sui neo-porporati. La proclamazione della Parola di Dio riprende la forma piu breve, come nel rito del 1969, con la sola pericope evangelica (Marco, 10, 32-45). Vengono omessi una lettura e il salmo responsoriale. L’anello cardinalizio viene consegnato insieme alla berretta e al titolo o diaconia nel corso del Concistoro e non piu nella Santa Messa del giorno successivo, che risulta così essere una celebrazione di ringraziamento al Signore per il dono dei nuovi cardinali alla Chiesa e "un’occasione quanto mai importante ed opportuna per riaffermare la nostra unità con Cristo e per rinnovare la comune volontà di servirlo con totale generosità" (Benedetto XVI, 24 novembre 2007). All’inizio della Messa, il primo tra i nuovi cardinali rivolge una parola di gratitudine al Santo Padre a nome di tutti i porporati. Tale saluto, nel rito precedente, era previsto all’inizio del Concistoro.

Guido Marini, L'Osservatore Romano

I cardinali Erdő e Pengo al Papa: i cristiani in Africa e Europa, realtà diverse ma stessa fede e missione da compiere. Grazie dell'amore per la gente

I cristiani in Africa e in Europa vivono realtà diverse ma hanno la stessa fede e la stessa missione da compiere. I cardinali Peter Erdõ e Polycarp Pengo hanno presentato insieme al Papa le conclusioni del Simposio, illustrandogli lo sforzo comune per la nuova evangelizzazione, arricchito dallo scambio delle reciproche esperienze. "Ci siamo riuniti per intensificare i nostri rapporti di comunione eper guardare insieme alla nostra missione" ha detto il porporato ungherese, arcivescovo di Esztergom-Budapest, spiegando: "I problemi dei nostri due continenti e dei diversi Paesi sono diversi, ma ci sono anche aspetti comuni e, soprattutto, e comune l'entusiasmo della fede, quando essa e viva". Nel suo saluto il cardinale tanzaniano Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam, ha ribadito che per "i cristiani di Africa e di Europai valori fondamentali restano identici" nonostante "la recente e dominante crisi della cultura, molto sentita in Europa, ma non per questo meno grave in Africa". Per il cardinale "il fondamento dell'intera crisi antropologica e socio-economica e da ritrovarsi nella chiusura ideologica a Dio e nell'ateismo dell'indifferenza che dimenticano il Creatore e rischiano di dimenticare anche i valori umani". La nuova evangelizzazione, ha detto, "deve cominciare con il risveglio nell'intimo del cuore umano del desiderio di Dio, tante volte dimenticato". E ha confermato il progetto, avviato nel 2004, di continuare a "stringerei rapporti personali ed ecclesialitra i due continenti. L'esperienza di questi giorni conferma l'importanza di proseguire con nuove tappe per continuare a essere attenti a quello che lo Spirito Santo ci spinge a fare insieme". Il cardinale ha infine ringraziato il Papa per "l'impegno cosi chiaro e pieno di speranza nella promozione della comunione ecclesiale" e per "l'amore così visibile per la gente d'Africa e d'Europa".

L'Osservatore Romano

Il Papa: per la Chiesa in Europa l’incontro con la Chiesa in Africa un momento di grazia per la speranza e la gioia con cui vive e comunica la fede

Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti al Simposio del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM/SCEAM), che si è tenuto in questi giorni a Roma sul tema "L’evangelizzazione oggi: comunione e collaborazione pastorale tra l’Africa e l’Europa. L’uomo e Dio: la missione della Chiesa di annunciare la presenza e l’amore di Dio". Nel suo discorso, il Papa ha esortato i vescovi a proseguire gli incontri nello “nello stile dello scambio di doni”. “Per la Chiesa in Europa – ha detto –, l’incontro con la Chiesa in Africa è sempre un momento di grazia a motivo della speranza e della gioia con cui le comunità ecclesiali africane vivono e comunicano la fede, come ho potuto constatare nei miei viaggi apostolici. D’altra parte, è bello vedere come la Chiesa in Africa, pur vivendo in mezzo a tante difficoltà e con il bisogno di pace e di riconciliazione, è disponibile a condividere la sua fede”. Nelle loro relazioni le Chiese europee ed africane sono tenute a rinsaldare “il fondamentale legame tra fede e carità, perché esse si illuminano a vicenda nella loro verità”. La carità, in particolare, “favorisce l’apertura e l’incontro con l’uomo di oggi” nelle sue realtà quotidiane, spesso caratterizzate dalla povertà. “Le odierne sfide che avete dinanzi – ha detto il Papa – sono impegnative. Penso, in primo luogo, all’indifferenza religiosa, che porta molte persone a vivere come se Dio non ci fosse o ad accontentarsi di una religiosità vaga, incapace di misurarsi con la questione della verità e il dovere della coerenza. Oggi, soprattutto in Europa, ma anche in alcune parti dell’Africa, si sente il peso dell’ambiente secolarizzato e spesso ostile alla fede cristiana”. L’altra sfida sottolineata dal Papa “per l’annuncio del Vangelo è l’edonismo, che ha contribuito a far penetrare la crisi dei valori nella vita quotidiana, nella struttura della famiglia, nel modo stesso di interpretare il senso dell’esistenza”. “Sintomo di una situazione di grave malessere sociale – ha proseguito Benedetto XVI – è pure il dilagare di fenomeni quali la pornografia e la prostituzione. Voi siete ben consapevoli di queste sfide, che provocano la vostra coscienza pastorale e il vostro senso di responsabilità”. Da qui l’invito di Benedetto XVI a non perdere la speranza anche perché, ha osservato, “nelle società d’Africa e d’Europa sono presenti non poche forze buone, molte delle quali fanno capo alle parrocchie e si distinguono per l’impegno di santificazione personale e di apostolato. Auspico che, col vostro aiuto, esse possano diventare sempre più cellule vive e vitali della nuova evangelizzazione”. Un’attenzione speciale va rivolta dalle chiese locali alla famiglia, in quanto essa, come “chiesa domestica”, oltre a custodire “usanze, tradizioni, costumi, riti impregnati di fede” e ad essere “fulcro formativo della gioventù”, è “il terreno più adatto per il fiorire delle vocazioni”. “L’Europa e l’Africa – ha detto il Santo Padre - hanno bisogno di giovani generosi, che sappiano farsi carico responsabilmente del loro futuro, e tutte le Istituzioni devono avere ben presente che in questi giovani è racchiuso l’avvenire e che è importante fare tutto il possibile perché il loro cammino non sia segnato dall’incertezza e dal buio”. Ai vescovi il Papa ha quindi affidato il compito di seguire “con speciale premura la loro crescita umana e spirituale, incoraggiando anche le iniziative di volontariato che possono avere valore educativo”. Nella formazione delle giovani generazioni “assume un ruolo importante la dimensione culturale”, ha aggiunto Benedetto XVI. Infatti “la cultura nutrita dalla fede porta alla vera umanizzazione, mentre le false culture portano alla disumanizzazione”. Riguardo alle problematiche della Chiesa nei due continenti, emerse durante il Simposio, il Papa ha osservato che, per quanto “rilevanti”, esse sono anche “la prova che la Chiesa è viva, è in crescita e non ha paura di compiere la sua missione evangelizzatrice”. Se da un lato l’evangelizzazione è “parte integrante della vocazione di tutti i battezzati”, ai pastori e ai sacerdoti è affidata una particolare responsabilità che il Santo Padre ha indicato citando le parole dell'Esortazione Apostolica "Africae munus": “Un vescovo deve essere un innamorato di Cristo. L’autorità morale e l’autorevolezza che sostengono l’esercizio del vostro potere giuridico, potranno provenire solo dalla santità della vostra vita”.

SIR, Zenit

UDIENZA AI PARTECIPANTI AL SIMPOSIO DEI VESCOVI DI AFRICA E DI EUROPA - il testo integrale del discorso del Papa

Udienza del Papa ai nuovi ambasciatori di Indonesia e Uruguay. Benedetto XVI nomina mons. Luciano Russo nuovo nunzio apostolico in Rwanda

Due udienze del Papa a due diplomatici appena arrivati in Vaticano, per la presentazione delle Lettere credenziali. Si tratta del nuovo ambasciatore dell’Indonesia Budiarman BAHAR, classe 1953, diplomatico di carriera e Daniel Edgardo Ramada Piendibene nuovo Ambasciatore dell’ Uruguay nato nel 1950. Benedetto XVI oggi ha anche nominato il nuovo nunzio apostolico in Rwanda, mons. Luciano Russo, arcivescovo titolare eletto di Monteverde. Originario di Lusciano (Caserta), nato il 23 giugno 1963, è sacerdote dal 1988.

Korazym.org

LE LETTERE CREDENZIALI DELL’AMBASCIATORE DI INDONESIA PRESSO LA SANTA SEDE

LE LETTERE CREDENZIALI DELL’AMBASCIATORE DI URUGUAY PRESSO LA SANTA SEDE

RINUNCE E NOMINE

Quaresima 2012. Mercoledì il Papa presiede la celebrazione d'inizio: la processione e la Messa con l'imposizione delle ceneri a Santa Sabina

Mercoledì prossimo, Mercoledì delle Ceneri, giorno di inizio della Quaresima, avrà luogo la tradizionale celebrazione nella forma delle 'Stazioni romane', presieduta dal Papa. La celebrazione, avvisa l'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, avrà il seguente svolgimento: alle 16.30, nella chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino, inizierà la liturgia 'stazionale' cui farà seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina. Alla processione prenderanno parte i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci benedettini di Sant'Anselmo, i padri domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. Al termine della processione, nella Basilica di Santa Sabina, avrà luogo la celebrazione dell'Eucaristia con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri.

TMNews

AVVISO DELL’UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE

Riunione del Consiglio dei cardinali per i problemi organizzativi ed economici della Santa Sede: preoccupazione per situazione di crisi generale

“Preoccupazione per la situazione di crisi generale”, che “non risparmia neppure il sistema economico vaticano nel suo complesso”. Ad esprimerla, pur nel “compiacimento per i risultati prospettati”, sono stati i porporati presenti alla riunione del Consiglio di cardinali per lo Studio dei Problemi organizzativi ed economici della Santa Sede, che si è svolta nei giorni scorsi in Vaticano sotto la presidenza del card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato. “Ciò appare evidente - si legge in un comunicato diffuso questa mattina dalla Sala Stampa vaticana - soprattutto per la Santa Sede, la cui insostituibile fonte di sovvenzionamento è costituita dalle libere offerte dei fedeli”. I membri del Consiglio hanno, inoltre, espresso “profonda gratitudine per il sostegno che questi ultimi danno al ministero universale del Santo Padre”, esortandoli a “perseverare”. Nello stesso tempo, “è stato riconosciuto l’impegno per il continuo miglioramento dell’amministrazione dei beni e delle risorse della Santa Sede”. Oggetto della riunione, il bilancio preventivo consolidato della Santa Sede e il Bilancio preventivo del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano per il 2012. Quest’ultimo, si ricorda nella nota, “ha un’amministrazione autonoma ed indipendente dai contributi della Santa Sede, e, attraverso le sue diverse Direzioni, prevede alle necessità relative alla gestione territoriale dello Stato”. La Prefettura per gli Affari economici della Santa Sede era rappresentata dal presidente, mons. Giuseppe Versaldi, dal segretario, mons. Lucio Angel Vallejo Balda, e dal ragioniere generale, Stefano Fralleoni. Il Governatorato e l’Apsa erano così rappresentati: mons. Giuseppe Bertello e mons. Giuseppe Sciacca, rispettivamente presidente della Commissione cardinalizia e segretario generale del Governatorato, mons. Domenico Calcagno e mons. Luigi Mistò, rispettivamente presidente e segretario dell’Apsa. Su invito del cardinale segretario di Stato sono intervenuti, per la materia di loro competenza, il direttore generale della Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, e il direttore amministrativo, Alberto Gasbarri. Mons. Versaldi, dopo aver illustrato “il rinnovato ruolo che la Prefettura per gli Affari Economici, in base al suo nuovo Regolamento, assume rispetto alle Amministrazioni della Santa Sede e del Governatorato”, ha ceduto la parola al ragioniere generale il quale ha letto la relazione sui due bilanci. L’area di “consolidamento”, si ricorda nella nota, riguarda gli Organismi facenti parte della Curia Rrmana, la Camera Apostolica e le istituzioni “mediatiche” della Santa Sede: la Radio Vaticana, la Tipografia vaticana, editrice L’Osservatore Romano, il Centro Televisivo Vaticano e la Libreria editrice vaticana.

SIR

COMUNICATO AL TERMINE DEI LAVORI DEL CONSIGLIO DI CARDINALI PER LO STUDIO DEI PROBLEMI ORGANIZZATIVI ED ECONOMICI DELLA SANTA SEDE